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Affitti, crescono le assicurazioni anti morosità

Assicurazioni anti morosità

In Italia ci sono più di 7 milioni di case vuote, oltre una su cinque (22,7%). Proprio così, nessun errore: si tratta di case disabitate, alle volte abbandonate, lasciate lì senza più assolvere allo scopo per cui sono state costruite. Ovviamente non tutte: più della metà di queste sono case vacanza, ma secondo i dati dell’Istat (gli ultimi sono risalenti al 2011) circa 2,7 milioni di case in tutto lo Stivale sono semplicemente vuote. Perché? Ogni proprietario ha le sue ragioni, ma una delle più ricorrenti è la paura di concederla in affitto per poi ricadere nel problema della morosità dellinquilino. Stipulare un contratto d’affitto vuol dire avere un reddito fisso mensile da un immobile, ma complice anche la crisi, gli inquilini che non riescono a tener fede ai pagamenti sono aumentati. Si tratta certamente di un problema di grave emergenza sociale per tante persone che non riescono ad arrivare a fine mese e a cui le istituzioni dovrebbero dedicare più attenzione, tuttavia il danno sussiste anche dalla parte del locatore (chi dà in affitto) che dovrà comunque attivare una lunga e dispendiosa procedura di sfratto e nel frattempo continuare comunque a pagare le tasse.

Per ovviare a questo stato di cose molti italiani si stanno muovendo diversamente e Assicurazione.it, in collaborazione con Facile.it, ha fatto il punto della situazione, rilevando un fenomeno sempre più diffuso: quello dell’affitto assicurato. In sostanza si stipula una polizza con una compagnia assicurativa specializzata per cui, a fronte di un premio, il proprietario dell’appartamento si mette al sicuro contro eventuali morosità. Si tratta di formule che prevedono un premio variabile tra l’1,4% e il 2,5% del canone annuo e, a seconda delle clausole, possono prevedere il rimborso fino a 12 mensilità in caso di inadempienze dei pagamenti, danni o spese condominiali non versate, fino alle spese legali sostenute per lo sfratto. Ipotizzando quindi un canone di 500 euro al mese, si pagherà una quota tra gli 84 e 150 euro all’anno. Ovviamente si tratta di stime che possono variare molto a seconda delle caratteristiche dell’immobile, del costo dell’affitto, delle garanzie eventualmente date dall’inquilino, ma è un tipo di procedura che potrebbe dare benefici a tutti, non solo ai proprietari delle case. Spesso quando locatore e locatario decidono di accendere una polizza assicurativa, l’inquilino potrebbe decidere di offrire delle garanzie in cambio di uno sconto. Molti proprietari sono infatti disponibili a percepire meno, ma ad avere una rendita sicura.

Un altro dei possibili benefici potrebbe inoltre arrivare per il mercato degli affitti in generale. Con la garanzia di non trovarsi invischiati in situazioni spiacevoli, più proprietari potrebbero decidersi a mettere sul mercato il proprio immobile. A un aumento della domanda come sempre corrisponde un abbassamento dei prezzi e di questi potrebbero beneficiare anche le famiglie che faticano ad arrivare a fine mese. In generale un mercato solido, in crescita e senza trappole burocratiche è comunque sempre preferibile e, dove le leggi rendono il tema complesso, ricorrere alle assicurazioni private potrebbe dare un aiuto consistente. Il problema delle case vuote non è marginale, anzi è molto sentito non solo in Italia ma in tutta Europa dove mediamente una casa su sei è disabitata. Riuscire a rimettere sul mercato almeno una parte di questi alloggi sarebbe un bel passo avanti per risolvere l’annoso problema della “emergenza abitativa”.

Assicurazioni anti morosità
Assicurazioni anti morosità

Torna YouTrade Academy: a pesca nell’edilizia di domani

i.lab italcementi

Il programma di YouTrade Academy

Un tuffo nell’edilizia del futuro. Anzi, del presente. Si presenta con questo abito, il 22 marzo, il secondo appuntamento negli spazi di iLab a Bergamo con YouTrade Academy, serie di eventi organizzati da Virginia Gambino Editore per imprese, distributori e operatori del settore. Gli incontri hanno l’obiettivo di guardare avanti ma, soprattutto, di aprire la mente con una serie di spunti di riflessione. O, meglio, di informazioni utili.

In questo caso, l’idea di partenza sarà quasi una sorpresa per molti. L’intervento affidato Alberto Bubbio, senior professor alla Liuc ed esperto di management riguarda, infatti, la consolidata teoria dell’Oceano Blu. Un’espressione che si riferisce alla vasta possibilità di trovare mercati in cui letteralmente pescare nuove opportunità. Esistono nonostante la crisi ma, naturalmente, bisogna individuarli. Come? Cercando tra le nicchie di mercato.

In un mondo che cambia, si rinnovano anche i bisogni dei clienti, degli utilizzatori finali di un prodotto o di una soluzione. Cercare di suggerirli sarà il compito del coordinatore del Centro Studi YouTrade, Federico Della Puppa. A lui anche l’onere di aggiornare i dati del settore relativi agli ultimi tre mesi del 2016 e di prospettare quello che potrà essere l’esito del primo trimestre del nuovo anno. Un’indicazione utile per le imprese, perché le nicchie di mercato, dopo averle individuate, bisogna raggiungerle, per comunicare in modo efficace la propria proposta.

Per fare questo, però, è necessario segmentare attentamente la platea dei propri clienti con iniziative che siano al passo con i tempi. Dunque, come segmentare i propri messaggi? Verso chi? Come? Interrogativi a cui risponderà l’esperto di marketing, Enzo Volpi.

Come sempre, i tre esperti risponderanno alle eventuali domande del pubblico.

i.lab italcementi
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Il rivestimento è Alubel

Alubel, rivestimento Alfatek
Alubel, rivestimento Alfatek
Alubel, rivestimento Alfatek

In un contesto globale e competitivo, è sempre più difficile emergere e fare la differenza: per questo motivo Alfatek, società che produce macchine e impianti per l’ imbottigliamento nel settore alimentare, ha deciso di sfruttare l’intervento di ristrutturazione della sede produttiva di Albano Laziale per rinnovare l’immagine aziendale. Questo obiettivo è stato tradotto dall’architetto Franco Fatati, progettista dell’intervento, in una scelta di forte impatto visivo: rivestire le facciate con i colori del marchio aziendale al fine di differenziare l’edificio Alfatek dal contesto. I vecchi capannoni in calcestruzzo prefabbricato grigio, sono stati rivestiti con pannelli Alubel Easy Wand di color bianco, alternate a fasce blu pastello e blu genziana, i colori aziendali, ottenendo un risultato particolarmente efficace: ora la sede Alfatek ha un’immagine nuova, moderna, con un suo carattere riconoscibile. I pannelli lisci coibentati Easy Wand hanno uno spessore di 25mm e comprendono uno strato in poliuretano che conferisce un discreto isolamento termico; inoltre il rivestimento in alluminio preverniciato smooth proteggerà la facciata dagli agenti atmosferici e garantirà una durabilità eccezionale. Da non trascurare è poi la facilità di posa: Easy Wand è progettato per essere un sistema completo, dotato di tutti i raccordi e pezzi speciali, in modo da adattarsi a tutte le situazioni di cantiere. Ne è testimone l’impresa Zeta Appalti di Ariccia (Roma) che ha rivestito 1.500 mq in poche settimane.

Alubel, rivestimento Alfatek
Alubel, rivestimento Alfatek

Garanzia del sistema tetto: l’asse Wierer-Velux

Garanzia del sistema tetto

Quello della Garanzia è un concetto antico, che tutela il consumatore da vizi e da difetti, anche in termini di ‘buon funzionamento’ rispetto al bene che si è acquistato. Anche quando si parla di tetto, o meglio, di Sistema Tetto è importante che sia coperto da garanzia. Il tetto di oggi non è più caratterizzato da una struttura portante su cui poggiano le tegole, ma da strati ben definiti che interagiscono tra loro proteggendo l’edificio dagli agenti atmosferici, impedendo le infiltrazioni d’acqua, mantenendo il calore all’interno degli ambienti in inverno e proteggendo dalla calura in estate e, infine, isolandolo acusticamente. Insomma, assicurando il massimo del comfort abitativo. La Garanzia fa sì che ogni elemento di copertura (tegole o coppi, strati interagenti, componenti, finestre da tetto, sistemi di linea vita etc.) sia appunto garantito, ovvero adeguatamente testato così da resistere alle varie sollecitazioni per un periodo che sia il più lungo possibile. Prosegue così, anche nel 2017, la collaborazione tra Wierer, leader nel settore delle coperture e Velux, il maggiore produttore mondiale di finestre per tetti. Wierer è l’unica azienda che assicura ai propri clienti una doppia garanzia, fino a 50 anni sulle tegole e 15 anni sul sistema tetto. Velux, è leader nella realizzazione di finestre per mansarda e assicura da sempre ai propri clienti elevati standard di qualità e sicurezza. L’alta qualità e le elevate prestazioni dei rispettivi prodotti, sono stati quindi i presupposti fondamentali della collaborazione, che prevede l’estensione della Garanzia di Sistema Wierer ad alcuni selezionati modelli di finestre per mansarda Velux , a condizione che siano inserite in un Sistema Tetto Wierer. L’estensione della Garanzia di Sistema consente quindi di offrire ai clienti un servizio esclusivo, che solo due realtà aziendali, che da sempre si distinguono per l’attenzione alla qualità e la vocazione all’innovazione, possono dare.

Garanzia del sistema tetto
Garanzia del sistema tetto

“Opere pubbliche fondamentali per la ripresa”

Foto 2: Immagine dalle aree esterne di Samoter 2017

«Le tre manifestazioni inaugurate oggi a Veronafiere rappresentano settori fondamentali per lo sviluppo del Paese che può tornare a correre anche sbloccando i lavori pubblici». Così il sottosegretario di Stato del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Umberto Del Basso De Caro, all’inaugurazione della 30ª edizione di Samoter, salone internazionale delle macchine movimento terra, da cantiere e per l’edilizia, che ha aperto oggi a Verona insieme ad Asphaltica e, per la prima volta a Transpotec Logitec organizzata da Fiera Milano. «In particolare – ha proseguito il sottosegretario – il tema delle opere pubbliche è strategico per il settore delle costruzioni che in chiave di ripresa potrebbe valere ben 3 punti di Pil, cioè circa 25 miliardi di euro». Tecnologia, edilizia e infrastrutture, ma anche sicurezza, viabilità e trasporti sono le filiere delle tre rassegne in corso fino a sabato 25 febbraio alla Fiera di Verona, rappresentate da 780 espositori (di cui 450 di Samoter e Asphaltica) da 25 nazioni e un programma di incoming di buyer stranieri da 30 paesi target. Il mercato delle macchine per costruzioni sta uscendo da una crisi profonda: nonostante una crescita dell’80% nell’ultimo triennio, le immatricolazioni italiane rappresentano oggi appena un terzo delle unità vendute nel periodo pre-crisi (2007).

«Per questo è sempre più importante guardare ai mercati esteri – ha detto il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese –.  A Samoter, grazie anche alla collaborazione Veronafiere-Ice, sono 110 i buyer esteri provenienti sia dai mercati di sbocco tradizionali sia da quelli in crescita repentina, come i principali Paesi africani, Iran, Israele, Arabia Saudita, Est Europa e India. Siamo convinti che sul mercato italiano possa e debba insistere una svolta, perché questo comparto rappresenta la cartina di tornasole dell’ammodernamento strutturale del Paese.  A oggi però registriamo numeri tre volte inferiori a Germania e Regno Unito – ha concluso Danese – e immatricoliamo meno della metà rispetto alla Francia. Diverso il discorso delle esportazioni made in Italy, che diventano sempre più strategiche per un settore che vende all’estero circa 7 macchine su 10”. Infatti, secondo l’Osservatorio Samoter/Prometeia il mercato mondiale delle macchine movimento terra è cresciuto nel 2016 del 6,9% nel 2016 (+38% nell’ultimo trimestre), con incrementi importanti in Nord America – che rimane il primo mercato mondiale – a + 14,9%, India (+34,2%), Cina (+22%), ed Europa Occidentale, a +12,2 per cento».

Al taglio del nastro di Samoter, Asphaltica e Transpotec Logitec erano presenti anche il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, il presidente di Siteb, Michele Turrini, il direttore della divisione Tech e Industry di Fiera Milano, Domenico Lunghi, l’assessore all’Ambiente e Protezione civile della Regione Veneto, Giampaolo Bottacin, l’assessore alle Attività economiche del Comune di Verona, Marco Ambrosini e il presidente della Provincia di Verona, Antonio Pastorello.

Da sinistra Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere; Umberto Del Basso De Caro sottosegretario di Stato del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; Maurizio Danese, presidente di Veronafiere.
Da sinistra Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere; Umberto Del Basso De Caro sottosegretario di Stato del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; Maurizio Danese, presidente di Veronafiere.

Il nuovo portone sezionale Thermo di Hormann (Video)

Davide Farina - Hormann

Davide Farina – Area Manager Hormann Italia

«Hörmann espone la sua ultima novità in anteprima assoluta sul mercato italiano: il nuovo portone sezionale LPU67 Thermo, porta da garage che si contraddistingue per le sue performance d’eccezione in tema d’isolamento termico».

Le novità della nuova linea Poron (Video)

Andrea Ciccolini - Poron

Adrea Ciccolini – Comunicazione marketing e commerciale Poron Group

«La novità è la linea di prodotti Polar 033, prodotti EPS bianco e Neopor di Basf che consente di raggiungere buona conducibilità termica. Caratteristica fondamentale è la maggiore attenzione all’ambiente, le elevate performance termiche e una lunga durata del materiale».

Riapre lo storico bar di Amatrice distrutto dal terremoto

“Barcollo ma non mollo”, in questo caso non c’è detto più azzeccato. Si chiamava proprio “Barcollo” il bar ristorante della frazione Torrita di Amatrice che, dopo essere stato completamente raso al suolo dalle scosse di terremoto che hanno devastato il Centro Italia, riapre le sue porte agli abitanti del territorio grazie al contributo di Fipe e Confcommercio Rieti, che hanno collaborato per dare supporto e finanziamenti agli imprenditori della ristorazione che hanno visto le loro attività seriamente danneggiate o, come in questo caso, completamente distrutte.

“La riapertura di questo bar rappresenta il felice esito di un impegno congiunto da parte del nostro sistema di rappresentanza nazionale e locale per ripartire, concretamente, insieme – commenta il Presidente di Fipe Lino Enrico Stoppani -. Il sisma ha colpito al cuore un territorio che ha basato gran parte della sua economia sul patrimonio naturale e sul turismo: un mondo in cui prima del terremoto operavano 10.000 imprese del turismo che solo nel mese di agosto davano lavoro a circa 50 mila lavoratori dipendenti e accoglievano 19 milioni di presenze turistiche. L’inaugurazione del bar di Torrita di Amatrice con il sostegno di Fipe e Confcommercio Rieti è solo uno dei passi che abbiamo compiuto insieme, a supporto del tessuto imprenditoriale dell’area. L’iniziativa ha anche un forte valore simbolico perché un bar rappresenta la dimensione sociale di una comunità. Con essa contiamo di riportare tra gente che continua a vivere in condizioni di forte disagio piccoli gesti della quotidianità come quello di bere un caffè al bar”.

“Siamo felici di aver dato un contributo importante, cooperando insieme, alla ripartenza e alla ricostruzione – dichiara Leonardo Tosti Presidente di Confcommercio Rieti -. Un lavoro che ci ha visto affiancare gli operatori nell’attivare tutti gli strumenti previsti dalle normative statali, regionale e contrattuali per alleviare le situazioni di grave disagio sociale. Il nostro impegno insieme a Fipe prosegue ora nel richiedere alle istituzioni adeguate risorse per garantire agli operatori che stanno per riaprire l’attività i necessari sgravi fiscali e previdenziali”.

Terremoto di Amatrice, 24/8 2016
Terremoto di Amatrice, 24/8 2016

Ma vediamo ora qual è la storia di questo locale che grazie ad un prezioso lavoro di squadra tornerà ad animare la vita di Torrita di Amatrice. Lo racconta il gestore Alessio Di Fabio, nel settore della ristorazione dal 2005, che un anno fa aveva rilevato lo storico bar ristorante: “Si trattava di un autentico punto di riferimento e aggregazione per tutta la zona, non solo per Torrita di Amatrice ma anche per le frazioni attigue”. Fino allo scorso 24 agosto: “Le scosse di quel giorno hanno lesionato seriamente tutta la struttura rendendo fin d’allora impossibile proseguire l’attività – racconta Alessio -. E le scosse del 26 e del 30 ottobre hanno purtroppo fatto il resto, distruggendo completamente l’edificio”. Un colpo durissimo, a cui è stato possibile reagire grazie alle persone vicine, agli amici e al contributo delle associazioni di categoria che hanno supportato Alessio nel faticoso percorso di ripartenza: “Ho avuto molte difficoltà, ma un grande sostegno mi è stato fornito da Fipe e Confcommercio Rieti che, oltre a finanziare la ricostruzione della nuova struttura in legno, mi hanno affiancato nel disbrigo delle tante, tantissime pratiche burocratiche. E alle molte persone, dai vigili del fuoco agli amici, che mi hanno aiutato a rendere possibile tutto questo. Un supporto prezioso che purtroppo non ho ancora ricevuto a livello istituzionale”. Da questo impegno nasce la nuova struttura, in casetta di legno, proprio accanto alle macerie del vecchio bar ristorante, che permetterà al locale di riaprire, per il momento solo come bar. A ricordare il passato ci sarà il bancone, quello originario, “recuperato in mezzo alla neve e alle macerie tra mille pericoli con l’aiuto dei vigili del fuoco e degli amici”, ora ristrutturato e pronto ad accogliere le tazzine di caffè e cappuccino che porteranno finalmente e nuovamente calore ad una comunità ferita. “Spero ora di poter riprendere il mio lavoro come una volta – conclude Alessio – ma soprattutto il mio auspicio è che questi tristi fatti siano almeno serviti a far comprendere quanto il nostro territorio sia una risorsa preziosa per il sistema turistico e per questo sia promosso e incentivato come merita”.

L’appuntamento è per domenica 26 febbraio alle ore 11.30 presso la frazione Torrita di Amatrice, per l’inaugurazione del bar alla presenza delle autorità locali e dei dirigenti di Fipe e Confcommercio Rieti. Un momento di gioia per ripartire insieme.

Il fissaggio è DuoTec di Fischer (Video)

Roberta Gobbo - Fischer

Roberta Gobbo – Product Manager Fischer Italia

«Abbiamo ideato un nuovo fissaggio ad ancora per applicazioni su tutte le lastre, anche in cartongesso. Si chiama DuoTec ed è molto facile da installare: basta un foro da 10mm in cui inserire il tassello, che si autoposiziona grazie alla stringa con dentatura per la regolazione e il premontaggio dell’elemento basculante e della bussola».

Aitec porta in Senato la crisi del settore cemento

Cementificio

Il consumo di cemento continua a calare. L’argomento è stato al centro di unpaudizione alla Commissione permanente (Lavori pubblici, Comunicazioni) del Senato, a cui ha partecipato il presidente di Aitec, l’Associazione aderente a Confindustria che raggruppa le aziende italiane produttrici di cemento, Giacomo Marazzi. La situazione di crisi in cui versa l’industria nazionale del cemento è tra le più significative del settore manifatturiero e strategica per il Paese: in questi anni ha registrato una diminuzione di oltre il 60% in termini di volumi di produzione, di mercato e di valore aggiunto. Aitec ha chiesto una maggiore attenzione allo sviluppo e completamento delle grandi infrastrutture attraverso il rilancio di una politica di investimenti nazionali da effettuarsi con risorse pubbliche certe. Il rischio paventato dall’Associazione è quello di un aggravarsi della capacità competitiva dell’Italia, per la quale le infrastrutture sono fondamentali, e di lasciar chiudere, dopo 10 anni di forte ridimensionamento del mercato, un numero di impianti produttivi di cemento superiore a quello necessario a soddisfare la domanda fisiologica, ritrovandosi nella condizione di dover importare, nei prossimi anni, un prodotto insostituibile per le costruzioni. Molti i senatori intervenuti al dibattito, da cui è emersa una generale condivisione sulla necessità di salvaguardare e insieme rilanciare un comparto ritenuto vitale per la nostra economia.

Cementificio
Cementificio

Fassa Bortolo riqualifica con Duplex dB (Video)

Emanuele Capovilla - Fassa Bortolo

Emanuele Capovilla – Specialista assistenza tecnica sistemi a secco Fassa Bortolo

«Proponiamo il sistema Duplex dB per riqualificare acusticamente ambienti esistenti: si tratta di una lastra in cartongesso combinata con 1 cm di poliuretano riciclato. È un sistema concepito per realizzare una sorta di box in the box, quindi applicato a controparete, controsoffitto e pavimento».

Si scrive finestra, si legge Fakro (Video)

Bruno Pernpruner - Fakro

Bruno Pernpruner- Direttore Fakro Italia

«Progettiamo e produciamo finestre da tetto di alta qualità, in grado di soddisfare qualsiasi esigenza dei clienti. A Klimahouse presentiamo alcuni dei nostri prodotti più performanti come la finestra calpestabile DXW, la finestra da tetto FTT U8 Thermo e  il modello F per tetti piatti, estremamente performanti dal punto di vista energetico».

Scenari Immobiliari prevede una crescita del 4%

Case a Milano
Case a Milano

Previsioni rosee per il mercato immobiliare. Secondo il centro studi Scenari Immobiliari, in Italia nel 2017 il settore dovrebbe crescere del 4%. Un dato positivo, anche se inferiore all’8,4% di media in Europa. Le compravendite residenziali dovrebbero raggiungere almeno le 550mila unità. L’Outlook 2017 di Scenari Immobiliari indica che nel corso del 2016 il fatturato immobiliare italiano ha fatto registrare una crescita del 2,7% (per 114 miliardi di euro) contro il 4,6% degli altri Paesi europei. Solo nel Regno Unito si è registrato un calo del 14%. El divario non verrà colmato nel 2017. In base alla stima di Scenari Immobiliari, In Italia la crescita si attesterà sul 4%, mentre l’Europa si terrà sui livelli degli Stati uniti, con un 8,4% stimato. In ripresa anche il mercato inglese.

Per il presidente di Scenari Immobiliari, Mario Breglia, «La crisi è superata, ma siamo in una fase di ripresina del mercato nazionale. Disoccupazione che non cala e tassazione elevata rappresentano ostacoli a una vera ripresa. Nonostante una domanda potenziale stimata in 850mila case». Meglio il mercato commerciale. Da parte degli investitori istituzionali che quest’anno raggiungeranno i 10 miliardi di euro, per il 60% da parte straniera. Sempre secondo Scenari Immobiliari, che rispetto a dieci anni fa tutti i mercati europei (con l’eccezione della Germania) si sono contratti, mediamente del 13%. Anche le quotazioni residenziali nella maggior parte delle città europee si sono ridotte. Roma è sui livelli di dieci anni fa, mentre Milano cresce del 3%. Parigi ha perso il 15% e Madrid il 40%. Bene le città del nord Europa, dove è in corso un vero boom immobiliare.

Case a Milano
Case a Milano

Frontiera in Iran per le costruzioni

Tehran
Tehran

Se siete costruttori andate in Iran. Nel 2016, nel Paese mediorientale il mercato delle costruzioni in Iran ha raggiunto un volume di oltre 154 miliardi di dollari, con un vero e proprio boom nell’edilizia residenziale: su oltre 15 milioni di famiglie iraniane il 70% punta alla casa di proprietà e, con un totale di 13,5 milioni di unità abitative, la domanda per il futuro è pari a 750mila nuovi alloggi all’anno. Proprio l’Iran è protagonista in questi giorni alla Fiera di Verona con 15 importanti buyer e come Paese Ospite della 30esima edizione di Samoter, il salone triennale dedicato alla macchine movimento terra, da cantiere e per l’edilizia in programma fino a sabato 25 febbraio.

Alla nazione mediorientale, oggi è stato attribuito anche il Premio Internazionale Samoter, per il notevole impulso dato allo sviluppo del settore. L’Osservatorio Samoter-Veronafiere, in collaborazione con Euro Orient Expo, conferma la crescita delle occasioni di business per le aziende della filiera dell’edilcantieristica in Iran. 

Oltre ai grandi progetti nazionali, come l’ampliamento della rete ferroviaria, autostradale e la modernizzazione degli aeroporti di Qeshm e Kish, nei prossimi anni sono previsti importanti investimenti nel campo delle ristrutturazioni del patrimonio immobiliare privato. Si parla di mettere in sicurezza e a norma oltre 14mila metri quadrati di edifici, considerato che il 50% delle case ha più di 30 anni e l’intero paese è ad alto rischio sismico. Di conseguenza, è forte la richiesta di macchine movimento terra, macchine da scavo e gru, costruzioni prefabbricate, soluzioni “green” e prodotti antisismici, ambiti in cui eccellono i prodotti delle imprese made in Italy.

Tehran
Tehran

L’internet Of Things entra nelle case degli italiani

Internet of things

Cresce a doppia cifra il mercato della smart home (+23%): il giro di affari della casa connessa in Italia vale 185 milioni di euro nel 2016. Arrivano i prodotti nei negozi, anche se oltre l’80% del mercato passa ancora da installatori e distributori elettrici, numerose soluzioni offerte da start-up e lo sbarco dei colossi del web preannuncia un grande sviluppo nel 2017. La maggioranza delle soluzioni Smart Home in Italia riguarda la sicurezza e la gestione energetica della casa. Il 50% dei consumatori però pensa che le tecnologie non siano ancora abbastanza mature e il 67% teme rischi per sicurezza dei propri dati personali. Si affacciano sul mercato italiano grandi player come Google e Amazon, parallelamente proliferano le soluzioni sviluppate da start-up con offerte spesso complementari a quelle dei brand affermati. Compaiono i primi prodotti negli scaffali dei negozi (fisici e online) e cresce l’interesse dei consumatori verso soluzioni sempre più evolute che offrano però le necessarie garanzie di sicurezza e privacy. L’Internet of Things entra nelle case degli italiani e il mercato delle soluzioni IoT per la Smart Home nel nostro Paese vale 185 milioni di euro nel 2016, +23% rispetto all’anno precedente. Ma il suo potenziale è davvero enorme, perché la casa connessa si propone come il fulcro dell’ecosistema “internet delle cose”, capace di trainare dietro di sé diversi settori chiave del Made in Italy.

Internet of things
Internet of things

L’82% del mercato è ancora legato alla filiera tradizionale, composta da installatori e distributori di materiale elettrico, ma cresce la quota dei “nuovi” canali come retailer, eRetailer e assicurazioni che insieme rappresentano il 18% (circa 30 milioni di euro). I possibili impieghi sono molti e variegati, però la maggioranza delle oltre 290 soluzioni per la casa connessa censite in Italia e all’estero (il 31%) è dedicata alla sicurezza – tra videocamere di sorveglianza, serrature, videocitofoni connessi e sensori di movimento – seguita dalla gestione energetica, come le soluzioni per il controllo remoto degli elettrodomestici (10%), la gestione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento (8%), il monitoraggio dei consumi dei dispositivi elettrici (10%). L’offerta di prodotti per la Smart Home è in continuo divenire. Il 68% delle soluzioni sul mercato è “Do It Yourself”, con un processo di installazione semplificato, anche se non tutti gli utenti sono in grado di fare a meno del tecnico: il 70% di chi ha acquistato prodotti connessi si è rivolto a installatori o piccoli rivenditori. Il 52% delle soluzioni oggi è offerto da startup, che spesso sviluppano proposte complementari a quelle dei brand affermati. Ma in questi mesi si stanno affacciando sul mercato italiano anche i grandi operatori “Over The Top” con hub dotati di assistente vocale per dialogare con gli oggetti connessi (Google Home, Amazon Echo): l’ingresso dei grandi marchi spingerà certamente lo sviluppo della casa connessa, renderà più facile l’interoperabilità tra i vari oggetti (che resta ancora una grande barriera) e sarà fondamentale per aumentare la fiducia dei consumatori.

Angela Tumino
Angela Tumino

Sono alcuni dei risultati della ricerca Smart Home dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, presentata questa mattina al convegno “Smart Home: l’Internet of Things entra dalla porta di casa”. «L’Internet of Things sta iniziando a entrare nelle case degli italiani, ma quello a cui stiamo assistendo è solo l’inizio di un percorso di crescita dal grande potenziale – dice Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things -. Verso la casa connessa infatti oggi si muovono grandi player globali, startup, retailer, produttori, assicurazioni, utility e operatori delle telecomunicazioni. Per aprire davvero la porta all’innovazione è fondamentale offrire nuovi servizi ai consumatori: quelli più elementari come l’installazione, ancora indispensabile per una fetta importante della popolazione, e quelli evoluti che possano convincere gli utenti ancora scettici sul valore di una casa connessa». «Le applicazioni Smart Home consentono di raccogliere moltissimi dati sul funzionamento dei dispositivi connessi e sul comportamento delle persone nell’abitazione: questo sarà uno degli aspetti cruciali per lo sviluppo del mercato, anche se le strategie per la valorizzazione dei dati sono ancora poco definite dalle aziende – aggiunge Giulio Salvadori, Ricercatore dell’Osservatorio Internet of Things -. Ed è fondamentale prestare molta attenzione alla tutela della privacy e della sicurezza, perché i consumatori sono tendenzialmente restii a condividere i propri dati, a meno di ricevere in cambio vantaggi concreti».

Internet of things
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I canali di vendita

Nel 2016 per la prima volta sono nate aree dedicate alla Smart Home nei negozi di elettronica, sono state lanciate le prime proposte nel mondo della GDO, mentre si nota una discreta diffusione nei negozi del fai-da-te e sono visibili sezioni di vendita nei siti online dei principali eRetailer. Nonostante volumi ancora limitati (20 milioni di euro circa, il 13% del mercato), retailer e eRetailer hanno un ruolo importante potendo fungere da vero e proprio showroom dei prodotti, che sono oggi alla portata di un pubblico sempre più ampio. Con alcune barriere da superare: «La comunicazione dei produttori è spesso limitata e poco incisiva, i volantini promozionali non bastano a descrivere le caratteristiche e i benefici degli oggetti smart – rileva Angela Tumino -. Inoltre, non sempre il personale nei negozi risulta adeguatamente formato, anche se è pianificato l’inserimento di personale specializzato e dedicato nel corso del 2017».

Pur con livelli ancora embrionali, anche utility e operatori telco hanno iniziato a promuovere prodotti e servizi per la Smart Home. Le prime affiancano a soluzioni classiche – come il monitoraggio dei consumi energetici – prodotti per l’antintrusione e la videosorveglianza. Mentre le telco iniziano a offrire SIM dati con piani tariffari pensati per le applicazioni Smart Home da inserire in antifurti, caldaie, termostati, oppure direttamente prodotti connessi con associato un abbonamento per la connettività.

Oggi in Italia anche sei compagnie assicurative propongono polizze casa legate alla presenza di oggetti connessi (una in più dell’anno precedente) e alcuni grandi operatori stanno lavorando allo sviluppo della propria offerta, ma il mercato è ancora poco dinamico. Le polizze assicurative smart non si rivolgono solo alla casa, ma anche a uffici e piccoli esercizi commerciali per la rilevazione di allagamenti, incendi o eventuali intrusioni, a cui viene associato un servizio di assistenza 24 ore su 24. Cresce il numero di offerte per il wellness (ad esempio dispositivi wearable con sconti sulla polizza se si pratica attività fisica) o per l’eHealth (polizze scontate se associate all’acquisto di strumenti in grado di monitorare parametri vitali).

«Tra i numerosi canali di vendita disponibili, la filiera tradizionale mantiene per ora una posizione di predominio sul mercato, ma deve innovare per tenere il passo dei competitor, con nuovi attori dell’offerta e canali alternativi all’orizzonte– commenta Angela Tumino -. Gli installatori e i costruttori edili dimostrano una conoscenza limitata di prodotti e servizi e hanno realizzato finora pochi progetti. Gli architetti hanno una buona consapevolezza della rilevanza del tema, ma una conoscenza ancora superficiale. I produttori di domotica dovranno mettersi sempre più in gioco in prima persona e attribuire i giusti ruoli ai diversi attori coinvolti, facendosi carico delle attività di comunicazione per rafforzare il legame diretto con il consumatore finale».

Internet of things
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I consumatori

Il 26% dei consumatori italiani dispone di almeno un oggetto intelligente e connesso nella propria abitazione e il 58% ha intenzione di acquistarli in futuro. Lo rivela l’indagine realizzata dall’Osservatorio Internet of Things in collaborazione con Doxa su un campione rappresentativo degli utenti Internet dai 25 ai 70 anni, da cui emerge che gli italiani non ritengono ancora sufficientemente pronta l’offerta Smart Home: chi non dispone già di oggetti connessi nella sua abitazione nel 50% dei casi è “in attesa di soluzioni tecnologicamente più mature” per acquistarli. E c’è scarsa fiducia sulla possibilità che i dati personali siano protetti da eventuali attacchi da parte di hacker: il 67% dei potenziali acquirenti è preoccupato per i rischi di accesso o controllo degli oggetti connessi da parte di malintenzionati. La sicurezza si conferma al primo posto anche tra le preferenze dei consumatori che hanno già acquistato prodotti (13%), seguita da climatizzazione (8%), riscaldamento (8%) e gestione degli elettrodomestici da remoto (6%). In ogni caso, per i consumatori italiani è cruciale la presenza di installatori (come idraulici o elettricisti) o piccoli rivenditori: si è rivolto a questi il 70% di chi ha comprato oggetti connessi e lo farà una percentuale tra il 35% e il 60% (a seconda dell’oggetto) di chi acquisterà in futuro. Il 31% invece ha comprato online e il 30% tramite canali della GDO, come negozi di bricolage o elettronica. Proprio i negozi di elettronica spiccano come canali emergenti: metà dei consumatori intende acquistare oggetti smart in futuro direttamente in questi negozi.

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Le start-up

Sono 124 le start-up operanti nella Smart Home a livello globale, in continua crescita (+26% rispetto al 2015), di cui 89 finanziate da investitori istituzionali e capaci di raccogliere complessivamente negli ultimi tre anni quasi 1,2 miliardi di dollari. Le soluzioni offerte dalle startup sono principalmente in ambito sicurezza (22%), gestione scenari (20%) e monitoraggio dei consumi energetici (18%). Produttori, compagnie assicurative, utility e OTT guardano alle nuove realtà anche in otticaopen innovation, con accordi di partnership o acquisizioni.

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Le tecnologie

Sono diverse le tecnologie IoT a corto raggio per la Smart Home, a cui si aggiungono i protocolli LPWA (Low Power Wide Area), che aiutano a coprire esigenze specifiche. Almeno nel breve periodo non si intravede una convergenza verso un’unica soluzione, ma l’eterogeneità delle tecnologie di comunicazione non rappresenta necessariamente un ostacolo a un’esperienza omogenea e fluida per l’utente, che si può ottenere con diverse soluzioni. «La frammentazione delle soluzioni per la Smart Home, una delle principali barriere per gli utenti che vogliono acquistare dispositivi smart, è un fenomeno che appare in contrazione – spiega Giovanni Miragliotta, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things -. Le aziende si alleano tra di loro, si consolidano alleanze e consorzi (come l’Open Connectivity Foundation che può contare sulla presenza di oltre 300 membri) e oggi è possibile integrare i servizi a livello cloud con un’interfaccia unica verso gli utenti – ad esempio lo smartphone o un assistente vocale per la casa – superando la necessità di una reale interoperabilità tra i dispositivi fisici».

Eurotec: oltre le viti c’è di più (Video)

Alessandro Toppetti - Eurotec

Alessandro Toppetti – Responsabile tecnico commerciale Eurotec

«Siamo presenti da 18 anni nella carpenteria mondiale, come specialisti nei tetti in legno, e nella progettazione e distribuzione delle viti. Inoltre, abbiamo una seconda linea specializzata  nei  sistema a terrazzo e un sistema certificato in tutti i punti vendita italiani ed europei specializzati nel fissaggio».