Secondo i dati dei Vigili del fuoco, ogni anno in Italia si registrano in media 52.300 incendi di abitazioni civili (appartamenti e condomini) ed edifici pubblici, oltre a 2.060 incendi di esercizi commerciali (bar, caffè, mense e ristoranti). Com’è possibile?
«Sono numeri decisamente molto alti. Secondo uno studio recente le cause degli incendi rimangono ignote per il 62% dei casi, nei restanti casi circa il 5% degli incendi nasce dai camini e dalle canne fumarie, il 4% per cause elettriche, lo stesso valore è anche per azioni dolose, mentre l’1,2% dei casi dipende da comportamenti umani errati», commenta Marco Paolini, Ceo di Xella Italia, sullo Speciale Antincendio disponibile come supplemento alla rivista YouTrade di novembre.
Xella Italia: intervista a Marco Paolini
«Il dato che stupisce è che, nella stragrande maggioranza dei casi, non si riesca a identificare la causa dell’incendio, e questo fa capire l’importanza di agire sulla prevenzione e la limitazione del danno».
Com’è possibile?
Sinceramente non credo che il problema sia nel mancato rispetto delle norme di prevenzione, piuttosto che quelle attuali non siano prescrittive.
Se è vero che responsabilizzano il progettista, dall’altro lato le norme italiane sono quelle meno severe, prevedono minori limitazioni sull’utilizzo dei materiali rispetto ad altre normative presenti in altri Paesi o previste dalle principali assicurazioni internazionali.
Per essere estremamente chiari, voglio solo ricordare come può cambiare la progettazione in relazione al rischio al fuoco quando il committente è collegato a un’assicurazione che richiede il rispetto di dettagli costruttivi, rispetto alla progettazione eseguita per opere simili in caso di committente standard.
Il pericolo d’incendio non cambia, è diverso invece il modo di progettare per prevenire l’incendio e la sua limitazione dei danni.
Credo, inoltre, che il mutamento delle condizioni climatiche, il conseguente innalzamento delle temperature, il maggiore utilizzo di pannelli fotovoltaici sui tetti innalzi il pericolo di incendio, e la progettazione dovrebbe adeguarsi a queste mutate condizioni.
La norma tecnica di prevenzione incendi introduce per la prima volta prescrizioni e requisiti di comportamento al fuoco dei materiali costruttivi. Che cosa comporta?
La normativa tecnica ha avuto molti aggiornamenti negli anni.
Sicuramente il nuovo codice di prevenzione incendi 14/10/2022 ha tracciato la strada futura ammettendo solamente l’uso della classificazione europea nel settore della reazione al fuoco dei materiali, superando definitivamente le storiche classi italiane.
Facendo un minimo di chiarezza e uniformandosi alle definizioni comunitarie, ma non ritengo che questo sia sufficiente.
Quale ruolo giocano i materiali impiegati per gli edifici ai fini della sicurezza antincendio?
Al fine della sicurezza degli abitanti o utilizzatori di un edificio e della salvaguardia dei beni, l’utilizzo di materiali incombustibili offre garanzie decisamente maggiori rispetto al caso di impiego di materiali combustibili, seppure protetti da spessori ridotti di materiale incombustibile.
In più, dobbiamo tenere presente come la dimensione degli oggetti giochi un ruolo fondamentale sulla reale resistenza al fuoco di un edificio.
Mi riferisco al fatto che una prova di laboratorio su un campione di piccole dimensioni possa non essere lo specchio fedele del comportamento di un edificio soggetto ad incendio. Quindi, l’utilizzo di materiali di per sé incombustibili è sicuramente da preferire.
Dobbiamo però affermare che non solo i materiali utilizzati, ma anche lo studio accurato dei dettagli costruttivi, il calcolo del carico di incendio, il reale sistema di messa in opera risultano essere fondamentali per la reale messa in sicurezza degli edifici.
Ora è chiara la distinzione tra isolanti incombustibili e combustibili…
Penso che la distinzione sia sempre stata chiara. Purtroppo, però, i materiali isolanti combustibili possono ancora essere utilizzati per fare i cappotti termici.
La normativa ammette la classificazione di reazione al fuoco del sistema d’isolamento, quindi dell’isolante protetto dalla malta cementizia. Diverso è usare isolanti realmente incombustibili!
Purtroppo, a livello europeo non esiste un metodo di prova unificato sulla resistenza al fuoco dei sistemi di isolamento termico di facciata. Alcuni Paesi hanno adottato metodi nazionali, l’Italia non ha ancora legiferato nulla al riguardo, pur avendo sviluppato un valido metodo di prova a media scala da diversi anni.
Le soluzioni costruttive e isolanti proposte da Xella offrono elevata sicurezza in caso di incendio. Quali sono le caratteristiche del blocco Ytong?
I blocchi da muratura Ytong sono incombustibili, quindi in euroclasse A1. Questo perché Ytong, che ha la stessa composizione chimica della tobermorite, una pietra naturale, è di per sé incombustibile.
La resistenza al fuoco delle pareti, ovviamente, oltre che dalla proprietà del blocco singolo, dipende dallo spessore e dall’altezza della muratura. Quindi, le pareti devono essere propriamente dimensionate non solo secondo al carico di incendio, ma anche ai carichi e alle sollecitazioni cui la parete è sottoposta.
In ogni caso, la resistenza al fuoco minima per pareti divisorie realizzate in Ytong è in classe EI120 per lo spessore di 8 centimetri, per arrivare a EI240 con solo 15 centimetri, valori ineguagliabili da altri materiali da muratura.
Ytong è però allo stesso tempo un materiale isolante. Quanto?
Dal punto di vista dell’isolamento termico i blocchi Ytong risultano essere da tre a sei volte più isolanti di un laterizio, e dalle cinque alle venti volte più di elementi in calcestruzzo.
Per quali interventi si utilizza il blocco Ytong?
Ytong è un sistema completo. Con esso possiamo realizzare pareti esterne ed interne, in edifici residenziali, scolastici, commerciali, industriali e strutture sanitarie.
Se parliamo di compartimentazione passiva al fuoco, i blocchi Ytong possono essere utilizzati in tutte le pareti tagliafuoco di ogni grado Ei e di ogni dimensione.
Con i dovuti irrigidimenti per pareti molto alte, la certificazione sperimentale con fascicolo tecnico arriva per norme En a una altezza massima di 8 metri, con il metodo analitico possiamo andare anche oltre.
È fondamentale in questi casi avere un dialogo con il progettista per supportarlo nella scelta e nella migliore definizione dei dettagli costruttivi.
Xella propone Ytong come elemento di un sistema costruttivo completo. Cosa si intende?
Xella da sempre vuole proporsi nel mercato dei materiali da costruzione come un partner in grado di erogare soluzioni per la muratura e non singoli elementi. Pertanto, è fondamentale parlare di sistema completo, blocchi, malte, intonaci, reti e accessori per il rinforzo delle pareti e per la posa.
È certificato?
Tutti i componenti del sistema sono coperti dal fascicolo tecnico antincendio. Questo documento è disponibile per tutti i professionisti nel sito di Xella Italia.
Un’altra soluzione di Xella è Multipor. In questo caso si tratta di un pannello isolante. Di che tipo?
Il pannello isolante Multipor è un prodotto a base di silicato di calcio idrato, simile al calcestruzzo aerato autoclavato, ma con densità decisamente più basse, e con una maggiore capacità di isolamento termico.
La caratteristica principale del pannello isolante Multipor è di essere al 100% minerale, quindi incombustibile e assolutamente non fibroso.
Multipor è traspirante, facile da applicare, totalmente incombustibile, senza problemi per lo smaltimento nel caso di rimozione o demolizione a fine vita dell’edificio, quindi sicuro da tutti i punti di vista. È ideale dal punto di vista della sostenibilità ambientale.
La resistenza al fuoco si misura anche con la capacità di non sprigionare fumo tossico. Come si comporta Multipor?
Multipor, come Ytong, è a tutti gli effetti una pietra, al 100% minerale, in euroclasse A1 per reazione al fuoco. Non rilascia fumi tossici, non gocciola: è semplicemente inerte.
Per quali lavori si utilizza il pannello?
Il pannello isolante Multipor trova utilizzo in tutte le applicazioni di isolamento termico di edifici o parti di esso, come cappotto esterno, isolamento interno, isolamento a soffitto, isolamento di coperture piane e a falde.
Unendo la sicurezza antincendio all’isolamento termico, oltre alla sostenibilità ambientale a fine vita.
È indicato per edifici nuovi o anche per riqualificare quelli già esistenti?
La soluzione Multipor è valida per tutti gli edifici, sia nuovi che esistenti. Come isolamento interno è la migliore soluzione tecnica per gli edifici esistenti, soprattutto se pensiamo a edifici nei centri storici e vincolati.
Come si applica?
La posa dei pannelli Multipor è estremamente semplice e non richiede attenzioni particolari, come gli altri materiali isolanti, deve essere incollato e tassellato, quando necessario in funzione delle applicazioni, e poi deve essere protetto utilizzando specifiche finiture superficiali.
Il pannello, non essendo fibroso, risulta essere di più semplice applicazione rispetto ad altri.
Ha anche una funzione di protezione al fuoco?
Nasce come pannello isolante, essendo incombustibile viene utilizzato anche per la sicurezza antincendio e la protezione al fuoco delle strutture esistenti, come piani pilotis o garage interrati o chiusi.
È conforme anche alle nuove norme tecniche?
Sicuramente. È in euroclasse A1 e quindi non sono necessarie le fasce tagliafuoco interpiano o attorno alle finestre.
Purtroppo, la norma Rtv ha introdotto limiti non molto severi per la protezione al fuoco di edifici civili. Basti pensare come in Germania la normativa vieta l’uso di isolanti combustibili per edifici di altezza antincendio superiore ai 22 metri.
Per il Multipor sono disponibili anche rapporti di prova e fascicoli tecnici specifici che ne attestano la resistenza al fuoco quando applicato su pareti in muratura (in esterno o in interno) e anche a soffitto (su solai freddi, per esempio, piani pilotis di scuole esistenti, solai freddi su garage e cantine) permettendo quindi con un’unica applicazione di garantire sicurezza antincendio e isolamento termico.
Queste soluzioni sono indicate anche per opere pubbliche, in chiave Pnrr?
Sicuramente rispondono ai requisiti previsti dal Pnrr, ai criteri Cam e ai principi Dnsh (Do not significant harm) europei, le eccellenti prestazioni termiche dei nostri materiali contribuiscono alla mitigazione dei cambiamenti climatici.
Inoltre l’elevata durabilità dei materiali minerali è una garanzia per l’adattamento ai cambiamenti climatici, basti pensare all’insensibilità all’acqua in caso di allagamenti.
In più, i materiali minerali sono riciclabili all’infinito, si inseriscono perfettamente nell’economia circolare e dal punto di vista produttivo e di fine vita edificio (demolizione e separazione) garantiscono un basso impatto ambientale, certificato anche dalle Epd (dichiarazioni ambientali di prodotto) disponibili per Ytong e Multipor, contribuendo quindi alla riduzione dell’inquinamento.
In quali settori Xella Italia sta crescendo maggiormente con le sue soluzioni? Per quali motivi è una soluzione privilegiata in questi ambiti?
Con i blocchi Ytong per le murature esterne stiamo crescendo decisamente nel settore delle nuove costruzioni residenziali, e recentemente stiamo realizzando molti edifici scolastici.
Penso che la semplicità di posa, il fatto di poter garantire eccellenti prestazioni termiche con una soluzione monostrato, senza aver bisogno di ulteriori isolanti, la sostenibilità del materiale, insieme al servizio tecnico e all’assistenza in cantiere siano elementi determinanti per l’affermazione e il successo di questo metodo costruttivo.
Qual è la strategia del gruppo in Italia?
Vogliamo continuare il nostro percorso di crescita e di vicinanza al cliente, puntare su elementi forti che caratterizzano il nostro materiale quali l’isolamento termico, la sostenibilità e il servizio a 360 gradi verso il cliente.
Xella vuole continuare a investire in risorse tecniche, in grado di supportare le esigenze dei professionisti dell’edilizia dalla fase della progettazione all’esecuzione del lavoro.
Queste persone ci hanno garantito di arrivare dove siamo oggi e saranno gli elementi chiave per lo sviluppo futuro di Xella in Italia.
In quali settori intende puntare?
Con le nostre soluzioni puntiamo a dialogare con quegli interlocutori, progettisti, imprese e immobiliari, più sensibili al tema della sostenibilità, della sicurezza e del benessere abitativo.
Il settore residenziale e quello non residenziale pubblico (scuole, ospedali, strutture sanitarie e assistenziali) risultano essere più interessati da questi temi, non solo per le normative vigenti, ma anche per rispondere alle richieste degli utilizzatori finali, che cercano edifici energeticamente efficienti, sicuri e con un ottimo clima interno.
Avete in programma investimenti per la sostenibilità?
Pur avendo raggiunto ottimi risultati in termine di sostenibilità, vogliamo continuare a lavorare per migliorare quella dei nostri materiali. Quindi, ridurre l’utilizzo di materie prime e di energia. Il centro R&D di casa madre, poi, è molto attivo nella ricerca di soluzioni per ridurre il consumo di CO2.
Sul tema della circolarità abbiamo iniziato con alcuni progetti pilota a gestire gli scarti delle lavorazioni in cantiere con l’iniziativa delle «Big Bags» Ytong, con le quali riusciamo a riutilizzare nel processo produttivo gli scarti di lavorazione di cantiere.
Il prossimo passo sarà lavorare sul recupero del materiale al fine vita degli edifici e quindi seguire quanto viene già fatto in altri Paesi europei, che hanno iniziato ad utilizzare con successo il calcestruzzo aerato autoclavato molti anni prima dell’Italia, e hanno già attivato la filiera che prevede il riutilizzo in produzione del materiale ricavato dal processo di demolizione e trattamento.
Gli investimenti non saranno solo sugli impianti, ma riguarderanno anche e soprattutto la squadra che è chiamata a lavorare sui temi Esg. È chiaro che l’intera organizzazione è coinvolta a tutto tondo, e per far questo tutte le risorse devono essere focalizzate, devono lavorare insieme, capire gli impatti del proprio sforzo sul lavoro dei colleghi.
Quindi, è fondamentale che la comunicazione coinvolga tutte le risorse, ognuno deve poter dare il proprio contributo per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, con idee e azioni concrete.
Per facilitare questo abbiamo creato un Comitato Esg che abbraccia tutti i settori aziendali: sicurezza ed ambiente, produzione, acquisti, vendite, prodotto, comunicazione, risorse umane, finanza e controlling con la finalità di condividere tutte le attività in corso e coinvolgere tutti nel processo.
E sul prodotto?
Negli ultimi mesi, direi anche anni, ci siamo dedicati in modo importante ad allineare la qualità dei materiali prodotti in entrambi gli stabilimenti produttivi, lavorando sulle materie prime e facendo investimenti importanti.
A partire da ottobre di quest’anno stiamo producendo l’intera gamma Ytong anche ad Atella, inclusi i blocchi Climaplus e Climagold che prima erano prodotti solo a Pontenure.
Questo vuol dire molto per noi, perchè riusciremo in questo modo ad essere più capillari e vicini ai nostri clienti. Ma soprattutto più sostenibili, visto che ridurremo l’impatto dei trasporti.
Come si articola il rapporto tra Xella e le rivendite?
La rivendita per noi non è solo un cliente. Abbiamo instaurato ottime partnership con realtà che credono fortemente nelle nostre soluzioni costruttive e condividono gli stessi valori. L’obiettivo comune è fornire prodotti e servizi di alto livello alle imprese.
Quali sono i migliori rivenditori a vostro avviso?
I migliori sono quelli si informano, seguono la nostra filosofia e propongono soluzioni corrette. I nostri prodotti devono essere abbinati a materiali compatibili che ne esaltino le caratteristiche.
Per vendere correttamente, quindi, organizziamo corsi di formazione e offriamo consulenza e assistenza. Un lavoro di particolare aderenza sul territorio, ma che dal 2020 ha rivoluzionato il mindset dei professionisti.
Per quanto riguarda il sistema antincendio, che cosa dovrebbe fare un rivenditore per lavorare correttamente in questo segmento di mercato?
Il rivenditore ha il dovere di informarsi, ma la filiera lo deve aiutare: tutti dobbiamo essere allineati e creare sinergie, dal produttore al progettista, affinché passi il messaggio di poter realizzare un sistema completo e sicuro.
Per quanto riguarda i nostri prodotti, appunto, abbiamo studiato a fondo per offrire soluzioni ottimali e garantite. Con la sicurezza non scherziamo mai, a partire da chi produce fino a chi ne fruisce.
La digitalizzazione è un processo imprescindibile per le imprese. Per Xella come procede?
Anche su questo ambito stiamo facendo importanti investimenti. Quest’anno abbiamo digitalizzato le operazioni di registrazione dei trasportatori e di carico nello stabilimento di Pontenure e a breve lo faremo anche ad Atella.
Inoltre, stiamo lavorando al progetto di un portale che verrà sviluppato a livello di gruppo, sempre nell’ottica di migliorare il servizio ai clienti.
Quali altre novità avete in cantiere?
R. La mancanza di manodopera nei cantieri e l’invecchiamento della stessa sono temi che non riguardano solo l’Italia, ma l’intera Europa.
Per questo ormai da qualche anno, il Gruppo Xella sta proponendo all’estero delle soluzioni che utilizzano elementi per murature di maggiori dimensioni e da movimentare con gru o altri mezzi di sollevamento in modo da rendere da un lato il lavoro in cantiere ancora più veloce ed efficiente, dall’altro migliorare la qualità della vita degli operatori edili.
In Italia abbiamo iniziato a sondare il mercato con il prodotto Ytong Jumbo, blocchi di grandi dimensioni per murature esterne, e abbiamo realizzato un primo cantiere pilota con un nostro posatore specializzato. I feedback sono stati positivi, e ora vogliamo fare altre esperienze con altre imprese di costruzione e poi decidere la direzione da prendere.
La sostenibilità ambientale e sociale è entrata a far parte della mission delle imprese. Per Xella che cosa significa? Coinvolge anche la gestione del personale?
Il tema della sostenibilità è da sempre nel Dna di Xella, perché le nostre soluzioni costruttive e isolanti si caratterizzano da sempre per il basso impatto ambientale e la massima efficienza energetica.
Ma siamo consapevoli che questo non basta e dobbiamo lavorare, insieme a tutta la filiera, per creare un circolo virtuoso di responsabilità verso l’ambiente e le persone.
Abbiamo da poco pubblicato il report di sostenibilità dove, accanto ai risultati del Gruppo Xella, abbiamo raccontato i progetti italiani in ambito di circolarità e riutilizzo degli scarti di produzione, riduzione delle emissioni di CO2 e sicurezza.
Su quest’ultimo aspetto stiamo investendo molto, sia per garantire ai nostri colleghi un luogo di lavoro sicuro, sia per favorire la crescita di una cultura della sicurezza.
Un bilancio del 2024?
Possiamo essere soddisfatti dell’andamento. In termini di volumi, soprattutto la prima parte dell’anno è stata decisamente positiva, tant’è che abbiamo dovuto ricorrere all’importazione di materiale da stabilimenti produttivi esteri per far fronte alla domanda.
Nella parte centrale dell’anno, invece, c’è stato un raffreddamento, penso fisiologico, legato anche alle alte temperature dei mesi estivi che credo abbiano rallentato le attività dei cantieri soprattutto nelle regioni meridionali dell’Italia.
Per quanto riguarda i settori, è innegabile l’impatto del Pnrr sul risultato positivo di quest’anno, a fianco del settore residenziale.
Xella è positivamente impattata dalla costruzione e ricostruzione di edifici scolastici, per i quali la sicurezza al fuoco, l’isolamento termico invernale ed estivo, oltre alla sicurezza strutturale devono essere elementi chiave per la progettazione e l’esecuzione di questi edifici.
Sul settore residenziale la situazione è più complicata, fatta di chiaroscuri. Ci sono zone in cui le attività edilizie sono di natura speculativa, mentre la costruzione tradizionale di residenze per giovani mi sembra sia rallentata per la difficoltà oggettiva a far fronte all’aumento dei costi di costruzione e dei tassi di interesse. Questo fa il paio con la crescita degli affitti, insomma la situazione a mio modo di vedere inizia a farsi complicata per questo settore e non solo.
Quali sono le vostre previsioni per il 2025?
Purtroppo, devo dire che siamo sempre meno capaci di fare previsioni, o meglio eventi esterni condizionano in maniera importante il settore delle costruzioni. Abbiamo visto come decisioni politiche siano in grado di stravolgere in una direzione o nell’altra le traiettorie del mercato.
Penso che anche le costruzioni abbiano bisogno di un indirizzo chiaro, di una programmazione a medio e lungo termine. Invece, assistiamo a una continua emergenza, cambi repentini di rotta, e questa mancanza di programmazione, questa corsa a rincorrere date, scadenze, ha portato a speculazioni, spreco di risorse pubbliche, e infine a un calo della domanda di nuove abitazioni, in quanto la maggior parte della popolazione non è in grado di far fronte all’aumento dei costi di costruzione e dei tassi dei mutui.
La mia speranza è che finalmente la politica si dedichi a capire la situazione e le esigenze reali del Paese, e si inizi a costruire un percorso pianificato di sviluppo che vada oltre alle emergenze.
In un mercato sempre più globale, i particolarismi devono essere accantonati, così come si devono affrontare i temi del potere di acquisto, l’invecchiamento della popolazione, dell’esodo dei giovani verso altri Paesi, capire quale direzione dare non solo all’Italia, ma anche all’Europa, e avviare una programmazione seria per costruire il futuro. Temo che le ricette del passato non funzionino più.
In più dobbiamo fare i conti con il cambiamento climatico, la salvaguardia del suolo, dell’ambiente, la scarsità di materie prime devono diventare davvero una reale priorità e non abbiamo più il tempo di procrastinare le decisioni.
Xella Atella: al Sud per essere più vicini al cliente
Da luglio 2019, Xella Italia ha ampliato la sua capacità produttiva rafforzando ancora di più la sua posizione di mercato. Con lo stabilimento di Atella, in provincia di Potenza, Xella è più vicina ai propri clienti, con un servizio celere e più sostenibile.
Il Ceo di Xella Italia, Marco Paolini, spiega a YouTrade perché l’azienda ha deciso di aprire questo stabilimento al Sud.
Perché avete deciso di aprire lo stabilimento di Atella e quali sono le vostre aspettative?
Abbiamo deciso di attuare una joint venture con la Cementeria Costantinopoli per sfruttare le sinergie con lo stabilimento di Atella. Entrambe le parti hanno voluto unire le forze per far crescere il mercato del calcestruzzo autoclavato in Italia.
La fusione è avvenuta a luglio 2019 e da quel momento abbiamo stanziato numerosi investimenti per migliorare la qualità del materiale, del prodotto e dell’impianto di produzione.
Inoltre, l’azienda è più presente a livello territoriale: un mercato più vicino al cliente si traduce anche in attenzione alla sostenibilità, circoscrivendo i trasporti e abbassando le emissioni di Co2 nell’atmosfera.
Ma non solo: una capacità produttiva maggiore permette di investire di più, generare di più e far conoscere il materiale a più realtà.
Quando avete deciso questa operazione?
La produzione ad Atella era già avviata ai tempi della fusione, ma abbiamo dovuto affrontare il primo ostacolo: il 2020 con la pandemia che non ci ha permesso di avere un quadro chiaro fino al 2022.
Non ci siamo fermati e ci siamo impegnati in questi anni a migliorare l’impianto, le ricette, implementando la cultura della produzione del calcestruzzo areato autoclavato con persone che avevano esperienze differenti.
Un processo che ha richiesto, e sta richiedendo ancora, tempo ed energie, collezionando diverse e significative soddisfazioni.
Che cosa producete ad Atella?
Da settembre la gamma prodotti è completa. Abbiamo impiegato quattro anni per arrivare a questo momento e adesso riusciamo a fornire una gamma che al 90% è uguale a quella di Pontenure.
Che zone servite?
La Campania, il Molise, la Puglia, la Sicilia. Quindi tutte le regioni del Sud Italia.
Per quanto riguarda il personale, come siete messi?
Non è facile trovarlo, ma questo accade in tutta Italia. Le dinamiche sono comunque diverse.
A Nord c’è una maggiore ricerca di lavoro, è difficile trattenere le persone nello stesso posto, c’è una forte rotazione. A Sud molte persone si spostano dalla Basilicata per trovare lavoro, il gruppo è più unito.
Noi cerchiamo di essere un collante organizzando diversi corsi di formazione, momenti di incontro e confronto.
Xella Italia: partnership strategica con Thrakon
Uno dei principali obiettivi di Xella Italia è quello di fornire ai professionisti soluzioni costruttive complete e adatte ad ogni progetto. Anche collaborando oltre i confini nazionali. In questa direzione si inserisce la partnership con Thrakon, gruppo con base ad Atene, che produce e commercializza materiali per l’edilizia.
«Thrakon e Xella sono legate da diverso tempo poiché distribuiscono il prodotto del marchio Ytong: un rapporto storico, un’opportunità di business all’insegna dell’innovazione», spiega il Ceo di Xella Italia, Marco Paolini.
«Stiamo lavorando al lancio di una nuova gamma di prodotti a marchio Thrakon, che saranno divisi in tre linee: adesivi e fuganti per piastrelle, impermeabilizzanti, finiture e colore di alta qualità.
Questi materiali sono ideali per essere abbinati con i blocchi Ytong e i pannelli isolanti Multipor, contribuendo a realizzare edifici efficienti, traspiranti, sostenibili ed esteticamente ricercati.
Thrakon, accanto a Ytong e a Multipor, arricchisce così l’offerta Xella: grazie a questi nuovi prodotti i professionisti potranno disporre di un sistema ancora più completo, avendo il vantaggio di rivolgersi a un unico interlocutore per tutta la durata del cantiere».
Rapporto di Sostenibilità 2023 per Xella Italia
La sostenibilità è uno dei pilastri per il business e la crescita di Xella. Per la prima volta pubblicato nella declinazione italiana, il Report di Sostenibilità 2023 illustra i progressi conseguiti dal Gruppo per limitare l’impatto sull’ambiente, creare processi virtuosi di circolarità, incentivare l’inclusività, la solidarietà e la sicurezza.
Xella Italia sta portando avanti numerosi progetti locali che si inseriscono nella strategia globale del Gruppo, fra cui l’implementazione degli impianti fotovoltaici nei poli produttivi di Pontenure (Piacenza) e Atella (Potenza), l’ottimizzazione delle risorse energetiche con il recupero del calore delle autoclavi, l’azzeramento del conferimento degli scarti di produzione in discarica a Pontenure, e l’innovativo progetto «Big Bags» per il recupero degli scarti in cantiere.