Dimenticate macchine volanti, robot e autostrade sospese: l’innovazione delle città del futuro sarà sì intelligente ma sostenibile e improntata sulla condivisione. Almeno secondo il rapporto Top ten urban innovations stilato dal World Economic Forum (Wef), l’organizzazione internazionale che si riunisce periodicamente per discutere come affrontare i problemi globali più urgenti non solo in materia economica ma anche ambientale e di salute. Nel documento sono evidenziate le dieci tecnologie già disponibili per rendere più efficiente l’amministrazione delle aree metropolitane sempre più estese nei prossimi anni. Soluzioni capaci di migliorare non solo i servizi ai cittadini e quindi la loro qualità di vita, ma anche creare posti di lavoro e ottimizzare il consumo di risorse.
Ecco l’elenco
- (Digitally) re-programmable space, ossia la riprogrammazione degli spazi con strumenti digitali, secondo una logica di flessibilità. Che significa monitorare i flussi di persone e magari trasformare una strada in una pista ciclabile, una scuola in un teatro, un parcheggio in centro salutistico, delimitare i confini dell’aera urbana, recuperare i centri storici degradati. Insomma, una visione proattiva che trova la sua applicazione con le piattaforme online di gestione per spendere meno in infrastrutture
- Waternet, an internet of pipes, ossia l’internet delle reti idriche. Sensori intelligenti collocati nei tubi sono già in grado di ridurre le perdite rilevando e localizzando eventuali malfunzionamenti, per ottimizzare la gestione delle risorse. Presto saranno in grado di monitorare la salute e rilevare le epidemie di malattie infettive.
- Adopt a tree through your social network, adottare un albero attraverso i social. Un’iniziativa molto popolare a Melbourne che potrebbe essere presa a modello anche altrove per aumentare la superficie verde e compensare l’aumento della temperatura causato dai cambiamenti climatici.
- Augmented humans, l’aumento della popolazione. Politiche che incoraggiano una mobilità sostenibile supportata da piste ciclabili, aree pedonali, auto elettriche e condivise. Cosa c’entra la tecnologia? A Copenhagen i ciclisti riescono ad avere una pedalata più potente perché le loro biciclette catturano e immagazzinano energia quando sono in discesa o frenano. O comunque dell’uso dei mezzi di trasporto pubblici;
- Co-Co-Co – co-generating, co-heating, co-cooling. Un concetto di tri-generazione riferito all’uso del calore sprecato dalle centrali elettriche per la cogenerazione così come il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici. Il prossimo passo è la quadgeneration, che farà tutto quanto sopra, e in più catturerà le emissioni di CO2 e per riutilizzarle nelle attività industriali e agricole. Per esempio l’energia prodotta in eccesso dalle acciaierie potrebbe essere usata per riscaldare e raffrescare
- The sharing city, unleashing spare capacity, la città condivisa è capace di liberare le capacità produttive inutilizzate. Produrre, consumare e possedere è fuori moda la parola d’ordine è condividere le strutture, anche in co-locazione come gli uffici e le case e i servizi
- Mobility on demand, mobilità alla carte. La enorme mole di dati se ben utilizzata contribuisce a pianificare i servizi di trasporto e permette di decongestionare le strade e diminuire il traffico. Quando le macchine senza conducenti saranno un realtà il confine tra pubblico e privato sfumerà e gli autisti seduti in un parcheggio tutto il giorno spariranno
- Medellin revisited: infrastructure for social integration. La città colombiana è presa ad esempio di come le infrastrutture possano favorire l’integrazione sociale. Architettura e urbanistica hanno trasformato l’hanno trasformata in poco più di un decennio e la funivia che collega la parte bassa con quella alta è il simbolo del progetto che fornisce non solo servizi di trasporto, ma un collegamento vitale tra le zone commerciali ricche e alcuni dei quartieri più poveri della città.
- Smart array: intelligent street poles as a platform for urban sensing. Lampioni intelligenti come piattaforma per il rilevamento urbano. Il passaggio a Led è solo l’inizio della rivoluzione: i pali di prossima generazione saranno in grado di monitorare la criminalità, i parcheggi a disposizione e anche l’inquinamento atmosferico.
- Urban farming: vertical vegetables, ossia l’agricoltura cittadina sviluppata in verticale. È l’idea del chilometro zero, con la differenza che è l’azienda stessa ad avere la sua sede di lavoro in città. I progressi nel campo dell’illuminazione a Ledfanno sì che il cibo possa essere coltivato in vecchi container e poiché sono impilabili la resa potrebbe essere maggiore rispetto ai metodi tradizionali.