Assotermica, associazione che riunisce l’industria del riscaldamento, guarda con preoccupazione al taglio incentivi riscaldamento, blindato dal governo nella legge di Bilancio. In un Paese che ancora dipende dal gas.
Il settore dell’industria del riscaldamento soffre, ma le imprese sono resilienti. E pronte a rimboccarsi le maniche per far sentire la voce del comparto della climatizzazione. Dopo il boom del superbonus, che ha visto una crescita del settore, per l’industria del riscaldamento il 2024 è stato l’anno di una brusca frenata e per il 2025 le nubi si addensano.
Il presidente Giuseppe Lorubio ha parlato chiaramente aprendo la conferenza stampa di Assotermica: «Se è vero che le caldaie rappresentano il cuore del nostro comparto, la maggior parte dei gruppi merceologici che rappresentiamo è focalizzato sulle tecnologie rinnovabili. Noi crediamo fermamente nell’efficienza energetica e nello sviluppo delle rinnovabili e abbiamo un ventaglio di soluzioni tecnologiche allineato a questo scenario evolutivo».
Chi va controcorrente
Secondo Marcello Chiaricò, responsabile dell’Ufficio Statistica di Anima Confindustria, emerge un quadro variegato, con le tecnologie basate sull’uso di energia rinnovabile particolarmente in affanno: rispetto allo stesso periodo del 2023, gli apparecchi ibridi factory made segnano una flessione del 64,7%, i pannelli solari termici del 36,3% e le pompe di calore per la sola produzione di acqua calda sanitaria del 22,7%, ha spiegato ai presenti.
«Tengono, invece, le vendite di caldaie murali, mentre si registra solo una flessione per le caldaie a basamento e le caldaie ad aria soffiata. Numeri positivi, infine, per bruciatori (+2,1%), e per gli scaldaacqua a gas (+13% in volume e +14% a valore). In alcuni casi le performance negative di alcune tecnologie risentono dell’andamento altalenante degli incentivi», ha puntualizzato Chiaricò.
Poca visione
La delusione per il taglio degli incentivi è stata papabile. «Abbiamo preso male il taglio degli incentivi alle caldaie a condensazione», ha lamentato Valentina D’Acunti, capo comparto e capogruppo Caldaie a gas residenziali di Assotermica, commentando le recenti notizie sulla legge di Bilancio 2025.
«Si tratta di una decisione che va contro l’industria italiana, e che dimostra poca visione e ancora meno strategia. L’Italia è ancora basata sul gas, non si può prescindere dalle specificità e dalle esigenze del Paese.
L’eliminazione degli incentivi alle caldaie a condensazione avrà un effetto boomerang sugli obiettivi di efficientamento energetico, sull’industria e sul sistema-Paese. Negli ultimi due mesi abbiamo avuto un boom, che è quello che precederà l’ormai sicuro calo del 2025.
L’Italia è il mercato più grande d’Europa, continueremo a sostituire e installare, ma senza l’incentivo anche una caldaia vecchia potrebbe non essere sostituita, ma riparata a oltranza: sarà difficile raggiungere gli obiettivi green tanto sperati.
I dati Enea suggeriscono che la sostituzione con caldaie a condensazione è la scelta migliore: dovremmo tornare a fare politica industriale in Italia, con un approccio vincente e non questo, penalizzante.
Chiederemo alla politica una visione più strategica, soffermandoci sulla questione del gas rinnovabile», ha concluso la manager.
I comparti
In ogni caso Assotermica non è soltanto sinonimo di caldaie, come ha sottolineato il presidente Giuseppe Lorubio. L’approccio è multi tecnologico quindi, e le tecnologie a disposizione non mancano.
Per Mauro Farronato, vicepresidente dell’associazione, «gli apparecchi ibridi factory made non sono una soluzione di transizione, ma di lungo termine. Questa tecnologia, fiore all’occhiello dell’industria italiana, è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, e lo dimostra il fatto che è stata fra le prime a essere incentivata con il conto termico».
E per Paola Rossoni, del Gruppo Climgas, anche se spesso si parla di pompe di calore, non sempre ci si ricorda dell’esistenza di quelle ad attivazione termica.
«La pompa di calore a gas è una tecnologia ideale in un paese come l’Italia dove la rete del gas è capillare e la filiera è forte e competente: è molto probabile che il gas sarà ancora strategico per anni. Inoltre, da quest’anno sono disponibili sistemi che abbinano gas ed elettricità totalmente in pompa di calore».
A proposito di scaldaacqua a pompa di calore, sebbene il mercato italiano sia in affanno, quello europeo è in crescita mostrando una forte resilienza della tecnologia e del comparto produttivo.
Secondo Mauro Romaldini, capocomparto e capogruppo Scaldacqua a pompa di calore all’interno di Assotermica, «questo prodotto finalmente non è più una nicchia di mercato, e i produttori italiani ed europei hanno sempre di più un ruolo decisivo nel guidare la transizione nel settore dell’acqua calda sanitaria, anche considerando il ruolo crescente che questa avrà sui consumi di edifici sempre più efficiente».
Solare termico
Un’altra tecnologia prettamente europea è il solare termico. «Purtroppo il solare termico è spesso messo in competizione con il fotovoltaico, con il risultato che nel tempo si sono perse tante aziende specializzate in questo settore», è l’opinione di Giovanni Fontana, capocomparto e capogruppo Solare termico.
«Una tecnologia green e riciclabile, ma spesso viene penalizzata dalla mancanza di spazio a disposizione sui tetti, cannibalizzata dal fotovoltaico. Nell’Epbd si parla genericamente di tecnologia solare e ci auguriamo che l’Italia riconosca finalmente il contributo che il solare termico può dare alla decarbonizzazione e alla transizione energetica in atto».
Assotermica si impegna a contribuire concretamente alla transizione energetica tramite un approccio basato su una molteplicità di tecnologie, nella convinzione che non esista un’unica strada possibile e che la varietà e complessità del settore sia una forza da sfruttare, non una debolezza da combattere.
di Alice Fugazza