Superbonus, associazioni all’attacco

Il superbonus al 110% non basta. Le associazioni di categoria sono scese in campo per ottenere di più. Infatti, il Decreto Rilancio, dentro il quale si annida il superbonus, deve essere approvato da Camera e Senato prima di diventare operativo a tutti gli effetti, anche perché il provvedimento necessita dei famigerati decreti attuativi e delle indicazioni dell’Agenzia delle entrate.

Per questo motivo il provvedimento può ancora essere modificato nel suo viaggio di approvazione del Parlamento. Ed è per questo che le associazioni di categoria si muovono per trovare eco tra partiti e movimenti rappresentati sugli scranni delle due Camere.

eclisse-40A chiedere modifiche migliorative, con allargamenti sostanziali, per esempio, c’è la potente Federlegnoarredo, che fa capo a Confindustria. L’organizzazione che riunisce le aziende della filiera del legno chiede a gran voce l’aumento dal 50 al 70% dell’aliquota di detrazione prevista per i singoli interventi di sostituzione di infissi o schermature solari e l’abbassamento da 10 a 5 anni del recupero del credito anche per i singoli interventi, sia nel caso di recupero fiscale diretto, sia in caso di cessione del credito o di sconto in fattura. Obiettivo: equiparare la normativa prevista dal superbonus anche per interventi singoli che contribuirebbero in maniera determinante all’efficientamento energetico delle abitazioni e quindi del Paese.

A oggi, infatti, ricordano le 16 associazioni di categoria firmatarie della proposta, le sostituzioni di serramenti e di schermature solari risultano esclusi dal superbonus, riducendo così la possibilità di un percorso virtuoso verso una massiccia riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare del Paese che, oltre a ovvi benefici di carattere ambientale, porterebbe anche a ordini e commesse per le Pmi che in questo periodo di emergenza covid-19 sono in grande sofferenza.

Cantiere a Milano
Cantiere a Milano

«Consapevoli che le casse dello Stato non possono permettersi misure che gravino sul suo Bilancio, la proposta, spiegano le associazioni di categoria», la proposta prevede che il valore massimo di detrazione per ciascuna unità immobiliare sia abbassato da 60 mila a 30 mila euro.

In campo è scesa anche Finco, Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni e la Manutenzione, che raggruppa 40 associazioni. In questo caso, invece di limitarsi a riassumere il contenuto della proposta, Finco ha preferito scrivere di suo pugno le modifiche al Decreto Rilancio, proprio come fosse un rappresentante parlamentare. Per esempio, «Aggiungere nel titolo dell’art. 119 dopo la parola “ fotovoltaico” l’espressione: “….bonus verde” B) Aggiungere dopo “con impianti di microcogenerazione” al comma 1 b) dell’art.119 la seguente frase: “…nonché l’allaccio a sistemi di teleriscaldamento efficiente ai sensi dell’art.2 lettera tt) del decreto legislativo 4 luglio 2014, n.102”…». I punti caldi individuati da Finco sono, appunto, l’estensione del bonus verde, il riconoscimento del bonus sull’allaccio a reti di teleriscaldamento, l’aumento al 70% dell’aliquota di detrazione prevista per i singoli interventi di sostituzione di infissi o schermature solari in luogo dell’attuale 50% dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, l’abbassamento a cinque annualità del recupero del credito anche per i singoli interventi in luogo delle dici vigenti. Ancora: sempre secondo Finco va scontato nel superbonus il compenso dell’amministratore condominiale specificamente legate alla attività connesse alla riqualificazione integrale dell’edificio. Per finire, la Federazione interviene anche sul problema della congruità delle spese nel capitolato, sulla definizione dei rischi soggetti a copertura assicurativa e sullo sconto in fattura.

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