Volete un negozio che non resti indietro mentre il mondo va avanti? Vi piacerebbe aumentare la fidelity dei clienti? Sognate di vendere anche quello che non avete in magazzino? Be’, se avete risposto «sì» a tutte e tre le domande è il caso che diate un’occhiata a quello che avviene in Trentino, dove è entrato nella fase operativa il progetto Street Smart Retail.
Attenzione: si tratta di un esperimento, ma se dovesse dare prova di efficienza, lentamente l’esempio sarebbe seguito da altri punti vendita, fino a estendersi, con il tempo, a tutti i settori merceologici. Un po’ come è avvenuto per le tecnologie informatiche di base, che sono state adottate in un primo tempo dai negozi di tecnologia o di prodotti ad alto valore aggiunto, per poi dilagare a tutti i livelli.
Qual è, oggi, uno store che non utilizza computer e software? Infatti, il progetto prevede la costruzione di una soluzione scalabile e adattabile alle tecnologie disponibili nei singoli Smart Shop. Dunque, l’esperimento di Street Smart Retail, che comporta un investimento di 10 milioni di euro, è da seguire con attenzione.
Street Smart Retail: app per vendere meglio
La fase di studio della sperimentazione è stata iniziata a settembre 2014. C’è voluto oltre un anno per stabilire requisiti e definire quali applicazioni fossero più utili per i negozianti. Ora, però, è iniziato lo sviluppo dei servizi e la messa a punto delle piattaforme capaci di erogarle. A lavorarci sono 15 partner europei, con big come Nokia, Telecom Italia, Engineering, Philips, Aalto University, Politecnico di Berlino, Dfki, Deutsche Telecom, Politecnico di Milano e Trento Rise, e di Eit Ict Labs (Istituto europeo d’innovazione e tecnologia).
Il polo dell’innovazione trentino, in particolare, ricopre un ruolo centrale. «Il contesto trentino, caratterizzato da una ricchezza di prodotti locali e da importanti flussi turistici, è un laboratorio ideale in cui sperimentare innovazioni nel retail. Il Nodo italiano opera per raccordare l’innovazione generata in Eit Ict Labs con le realtà territoriali», ha spiegato al momento della presentazione Roberto Saracco, direttore dello Eit Ict Labs Italy.
Realtà aumentata e offerte personalizzate
Ma a che diavolo serve la nuova tecnologia? Le idee sono l’Augmented Reality come modalità di fruizione di contenuti multimediali all’interno dei negozi, le nuove tecnologie wireless di prossimità (come iBeacon, WiFi Direct o Nfc) per riconoscere la presenza degli utenti all’interno dei negozi e la loro precisa posizione.
La app iBeacon, per esempio, attiva un sistema di posizionamento indoor, che consente a uno smartphone di effettuare delle azioni quando sono nelle vicinanze: per esempio, accedere ad un social network o inviare una notifica push. Può avvertire un cliente, di cui si conoscono le preferenze registrate dal sistema Crm (Customer relationship management), che ci sono prodotti in offerta che possono interessarlo.
Oppure, un cliente può utilizzare il suo smartphone per connettersi a uno schermo e visualizzare un’offerta personalizzata, un video che spiega come utilizzate un prodotto, oppure ricevere coupon. «L’innovazione giocherà un ruolo sempre più importante in questo settore: le abitudini di acquisto dei consumatori sono in continua evoluzione, e il negozio tradizionale, con i suoi scaffali carichi di prodotti e le sue offerte stagionali, subisce la concorrenza dello shopping online.
L’Ict può dare una mano ai negozianti, aiutandoli a rendere più appetibile la loro offerta grazie a nuovi servizi che possano valorizzare il grande punto di forza del negozio tradizionale: la fisicità e la tangibilità dei prodotti», spiegano all’Eit Ict Labs. «Sempre più persone vanno a negozi fisici solo per provare le cose, ma poi confrontano i prezzi e acquistano online», si legge nella presentazione del Labs. «Per questo, i negozi tradizionali sono attivamente alla ricerca di modi completamente nuovi per attirare i clienti».
I vantaggi del progetto Street Smart Retail
Nelle intenzioni, e in prospettiva, i negozianti potrebbero trarre numerosi vantaggi dalla implementazione delle nuove tecnologie. Il primo è attirare un numero maggiore di clienti nei propri punti vendita. Inoltre, possono acquisire nuovi dati relativi ai clienti e, ultimo, ma ovviamente non meno importante, possono incrementare le vendite.
Che cosa fa pensare che l’iniezione di tecnologia sarà un successo? Secondo gli sperimentatori, la chiave sta nei vantaggi che ne ricaveranno i clienti. Chi entrerà in un negozio smart, infatti, riuscirà ad arricchire la sua esperienza d’acquisto, che può diventare un’attività social da condividere con gli amici, ma anche con un gruppo di lavoro.
Per esempio, un’artigiano edile potrà condividere immediatamente l’immagine di un materiale che gli serve con il geometra, l’architetto o altri operatori. Va bene? Non va bene? La verifica si potrà fare subito, senza aspettare il ritorno in cantiere.
Inoltre, ricevere offerte personalizzate può essere gratificante, oltre che utile, e spinge a tornare in quel determinato negozio dove si è stati trattati bene. Con una di quelle parole che l’anglofilia imperante ha reso popolare nel mondo dell’economia, si tratta di una logica win-win, in cui vincono tutti: service providers, retailers e clienti finali, che ottengono vantaggi rispettivamente dalla vendita, dall’adozione e dall’utilizzo del servizio. Certo, tutto dipenderà dalla capacità di offrire qualcosa di amichevole e, perché no? anche divertente.
Il team di Street Smart Retail è al lavoro su prototipi delle soluzioni software, per integrare nelle applicazioni il look&feel studiato con il dipartimento di Design. L’esperimento avrà successo? L’applicazione dei nuovi servizi all’interno dei supermercati trentini (in particolare nella rete Coop), ma anche a uno spazio museale come il Muse, fornirà una prima risposta.