Dopo una cavalcata che ha portato il mercato da 130 a 200 miliardi, con un aumento post covid del 29,6, il settore vive l’inevitabile assestamento anche dopo lo stop al superbonus. Una buona ragione per migliorare la performance aziendale.
Nel post superbonus ci sono incubi oppure speranze? Ci sono ancora tante Scia che spingono il mercato, oppure siamo in una fase di declino? Sono le domande che si pone il mercato, ma sono difficilissime le previsioni: non siamo più in tempi in cui è poi così facile pensare al futuro prossimo e avere in mano certezze, dato quello che sta accadendo non solo in Italia, ma anche in Europa e nel mondo. E specialmente nel mercato dell’edilizia, dove ci sono dinamiche e valori differenti, ancor di più nell’area dell’euro. Ma il Sud Italia corre più veloce degli altri.
Federico Della Puppa, coordinatore del Centro Studi YouTrade, ha disegnato grafici, dato vita a calcoli e studiato, studiato e ancora studiato, per prevedere, partendo dai dati, che cosa potrebbe succedere nel Mezzogiorno, con il riflesso di quanto accade ora in Europa, anche se in questo periodo non ci si può permettere di vivere alla giornata: al massimo si può prevedere la successiva mezz’ora.
Il sud che va
Guerre che rendono difficili gli scambi e la cooperazione, inflazione in agguato, tassi in impennata, prezzi dei materiali a volte fuori controllo.
Il mercato europeo è (ancora) in crescita, nonostante lo scenario mondiale sia in continuo e costante mutamento. Nonostante le previsioni per l’edilizia in Italia presentino un segno meno, davanti alla percentuale per quest’anno e per il prossimo a venire non è un mercato in assestamento che bisogna guardare, secondo Della Puppa, ma quanto si vuole migliorare.
In particolare, per il Sud, che per alcuni aspetti va meglio del resto del Paese. «Il Sud per alcuni aspetti corre più del resto dell’Italia, lo testimoniano i numeri: ci sono delle dinamiche migliori, una crescita repentina, con un segno più in tutte le percentuali. Dal periodo del covid tutto è cambiato e in questi anni nel Mezzogiorno c’è stata un’impennata. Specialmente per quanto riguarda il 2023. Anche i distributori di materiali edili della zona fanno la loro parte: nelle nostre classifiche la media del valore aggiunto ha registrato +31,6% e la crescita della redditività +63,9%», ha argomentato l’esperto.
«Nell’ultimo anno abbiamo avuto le imprese medio grandi in forte crescita. Tutto questo cosa significa? Che nel Mezzogiorno è iniziato un percorso di rafforzamento e crescita dimensionale delle imprese, un cambio epocale che va verso il miglioramento. Tuttavia, mentre il Sud è cresciuto fino all’8,5%, il resto dell’Italia viaggia al 10,3%. Per questo migliorare deve essere la parola d’ordine».
Effetto pnrr
Che fare, quindi? «Si stanno già compiendo grandi passi avanti: lo dimostrano i cash flow delle aziende, che stanno cambiando mentalità. E non bisogna farsi sfuggire nessuna opportunità, come quelle del 110% e del Pnrr: ci sono ancora dei soldi da spendere, 53 miliardi di potenzialità sul piatto». Inoltre, bisogna pensare a delle strategie.
«C’è una situazione di eccezionalità che prosegue: dove prima spendevano i privati ora i soldi li mette lo Stato. Piuttosto che chiedersi come andrà la gestione del mercato è necessario capire come gestire al meglio l’impresa. Porsi le classiche domande: chi sono i nostri clienti? Come operiamo? Come siamo organizzati? Come produciamo valore (tra consegne, qualità dei materiali e dei servizi offerti)? Come lo comunichiamo? Possiamo essere efficaci ed efficienti? Stiamo innovando?», si è chiesto Della Puppa.
Il mercato è cieco
Ragionamenti che al Sud hanno già preso piede da un pezzo e che sono in continua evoluzione. Secondo il coordinatore del Centro Studi YouTrade, non è l’andamento del mercato il fattore da tenere in considerazione.
«Non abbiamo più un’economia lineare: dal covid in poi tutto è cambiato, dobbiamo lavorare sul breve periodo, le aziende devono capire che cosa cambia mese per mese, gli eventi globali hanno e stanno stravolgendo tutti gli equilibri, specialmente quelli della logistica e della gestione dell’impresa. Dopo la pandemia stiamo tornando a come eravamo prima, anche se in Europa le costruzioni nell’ultimo anno non hanno andamenti lineari: un mese si corre, l’altro si frena.
In Italia la situazione è completamente diversa: il 2021 è andato benissimo, il 2022 un po’ meno. Nel 2023 gli investimenti nelle costruzioni indicano –3,2%, per quest’anno la previsione è di –2,6%. Ma abbiamo veramente paura? L’edilizia è cresciuta del 29,6% e dell’11,3% negli ultimi anni: quindi, perché preoccuparsi? Dal 2019 al 2023 il mercato è passato da 130 miliardi a 200.
Il problema non è il mercato che sale o scende, ma mantenere il livello. William Thomson Kelvin, che ha individuato lo zero assoluto della temperatura, era uno scienziato e un economista che diceva che se non puoi misurare, non puoi migliorare.
Oggi dobbiamo migliorare le nostre performance per capire le nostre potenzialità. È dentro di noi che troviamo la risposta, non fuori», ha concluso Della Puppa.
di Alice Fugazza