La copertura di un edificio è un sistema sempre più complesso: oltre a proteggere dagli
eventi atmosferici, può ridurre la dispersione termica, raccogliere l’acqua piovana da
riutilizzare, a produrre energia… Ecco perché investire sulla qualità è un’idea vantaggiosa.
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Il tetto, la quinta facciata
Quante facciate ha un edificio? La domanda potrebbe sembrare banale e la risposta corretta potrebbe essere «dipende da come è disegnato, qual è la sua architettura». Se un edificio fosse un cilindro potremmo dire che la facciata in realtà è unica e continua,
mentre un edificio con una pianta a X avrebbe almeno 12 facciate.
Ciò che tutti questi edifici hanno in comune è la facciata in più, quella che in ogni caso è presente e che chiamiamo semplicemente tetto. La copertura è in effetti la cosiddetta quinta facciata del classico edificio a quattro lati, dalla casa monofamiliare alla torre più alta. Ed è un elemento spesso non visibile, ma tra i più importanti della costruzione, per le sue indubbie caratteristiche legate alla protezione dell’edificio dalle intemperie.
Ma nel tempo l’evoluzione tecnologica e soprattutto le mutate esigenze hanno introdotto nuove funzioni che il sistema di copertura può svolgere, da quello produttivo legato alla presenza e installazione di sistemi di produzione energetica sostenibile, fino a quello estetico legato alla presenza di coperture verdi che, in alcuni casi speciali, possono addirittura diventare veri e propri sistemi di coltivazione agricola in città, come dimostrano ad esempio i più noti casi francesi e le recenti normative a supporto emanate dalla città di Parigi.
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Coperture in Italia: un mercato interessante
Ma che siano verdi e coltivati oppure tradizionalmente ricoperti di tegole o coppi, oppure piani, i tetti in Italia rappresentano uno dei mercati più interessanti sia per le dinamiche relative alle soluzioni e ai prodotti che possono essere utilizzati per migliorare l’efficacia e l’efficienza delle loro funzioni, sia per la quantità di superfici a disposizione che ogni anno entrano nel mercato degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.
In misura ormai meno rilevante del passato, ogni anno questi interventi si riferiscono alle
nuove superfici da produrre. Complessivamente, secondo indagini Fivra, in Italia lo stock totale delle coperture è quantificabile in 2,2 miliardi di metri quadrati, dei quali 1,5 circa di coperture residenziali e altri 700 milioni di metri quadrati non residenziali.
Di questo stock complessivo di 2.200 chilometri quadri, secondo una indagine di qualche anno fa dell’International Energy Agency il potenziale utilizzabile per installazioni fotovoltaiche, dunque con caratteristiche adatte a essere utilizzato in tal senso, è pari a circa 760 chilometri quadri, dei quali 410 circa relativamente agli edifici residenziali e i restanti 350 in edifici agricoli, industriali e commerciali.
Considerando il totale delle superfici a tetto, vi sarebbe una ripartizione pro capite pari a circa 36 metri quadrati, un valore coerente e in linea con quello relativo al consumo di suolo, per il quale l’attacco a terra degli edifici rappresenta circa il 10% circa di tutta la superficie consumata.
Rispetto a questo stock veramente rilevante, il mercato relativo alle coperture può essere quantificato attraverso due diversi metodi di stima. Il primo fa riferimento ai dati della nuova costruzione, relativamente al numero di edifici e superfici realizzate, così come indicati dai permessi di costruire.
Secondo i dati Istat, si può stimare mediamente negli ultimi anni un mercato annuo di 8 milioni di metri quadrati per il residenziale e di altri 4 milioni per il non residenziale.
Per il mercato delle ristrutturazioni e del recupero, invece, i dati possono fare riferimento ai valori indicati per gli interventi defiscalizzati, ai quali aggiungere gli altri valori in termini di intervento sullo stock, che sono desumibili incrociando i dati sulla produzione totale italiana di membrane in bitume polimero, ovvero di impermeabilizzanti utilizzati sui tetti circa 150 milioni di metri quadri all’anno negli ultimi anni, dei quali 83 milioni venduti in Italia, e di questi 25 milioni destinati alle coperture), con i dati sull’utilizzazione di questi prodotti nel mercato del recupero, che è pari al 55% del totale (secondo stime Ingenio).
Secondo queste analisi, si può quantificare il mercato nazionale annuo delle coperture tra 60 e 70 milioni di metri quadrati: decisamente interessante. Se rapportato ai valori della popolazione residente indicherebbero un consumo procapite di 1 metro quadro circa per abitante, con un buon tasso di rinnovo dell’esistente.
Al di là delle cifre e dei valori di stima, che sono difficili da misurare e rappresentano solo una proxy del mercato potenziale, i dati presentano un mercato delle coperture di indubbio interesse. Si pensi che se il mercato ha un tasso di intervento del 3% circa sull’esistente, significa che ogni cento edifici ogni anno almeno tre necessitano di interventi di rifacimento, riqualificazione, impermeabilizzazione.
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Il tetto è un sistema
Come intervenire su questo compendio di edifici tra loro molto diversi e con molte differenze tipologiche nelle diverse aree e regioni italiane? Certamente non esiste un’unica soluzione.
Il tetto e le coperture, per loro natura, necessitano di scelte su interventi, materiali, sistemi e soluzioni che, in realtà, più si analizzano e più fanno comprendere che, forse più di altre parti del fabbricato, la copertura è in realtà un sistema, un prodotto di prodotti o, meglio, di soluzioni.
Perché un sistema di copertura ha la necessità di rispondere a diverse e molteplici esigenze in termini di isolamento, di impermeabilizzazione, di ventilazione, di resistenza. Infatti, per poter adempiere ai suoi compiti, un sistema tetto si compone di quattro elementi funzionali essenziali: lo strato di copertura, la ventilazione, lo strato isolante e l’impermeabilizzazione.
Ma oltre a queste funzioni se ne possono sommare altre, come l’evacuazione dei fumi, il deflusso e convogliamento dell’acqua piovana per la raccolta delle acque da riutilizzare nei circuiti di scarico. Ma anche i sistemi illuminanti o quelli più complessi di produzione fotovoltaica o solare, fino alle coperture destinate a usi collettivi e comunitari, come il verde sui tetti e le piccole produzioni orticole, oggi presenti sperimentalmente in alcuni edifici nelle grandi città, ma che in futuro avranno certamente un maggiore sviluppo.
Tetto ed efficienza energetica
Parlare di sistema tetto dunque è parlare appunto di un insieme di soluzioni e modalità di intervento che devono fare i conti non solo con la tecnologia e le soluzioni a disposizione, ma anche con le esigenze specifiche che il mercato richiede e che spesso non sono ben conosciute dai clienti, ma che possono portare a notevoli benefici, soprattutto nel caso degli interventi di rigenerazione energetica e riqualificazione edilizia, in particolare quelli defiscalizzati dagli incentivi governativi.
Il tetto è sempre più un sistema tecnologico che non svolge più solo la funzione di riparo dalle intemperie, ma può svolgere altre e più importanti funzioni, prima fra tutte quella del contenimento della dispersione termica.
Come noto il calore che si produce all’interno dell’edificio infatti tende a salire e, se non trova resistenza verso il tetto, rischia di produrre dispersioni elevatissime, fino al 45%. Un tetto coibentato è in grado di trattenere parte del calore, un tetto ben isolato è in grado di trattenere tutto il calore e di essere una efficace barriera al calore esterno.
Le modalità di intervento sono varie, in base alle tipologie di tetti, siano esse a falda e piane, e soprattutto se si tratta di nuove costruzioni, laddove il tetto isolato, ventilato o di altro genere nasce contestualmente all’edificio, o di ristrutturazioni.
Oggi intervenire sui tetti consente, per esempio, la sostituzione delle vecchie guaine impermeabili, in passato applicate in molti edifici, con prodotti e sistemi più efficienti di impermeabilizzazione ma anche di traspirazione, grazie ai materiali e alla ricerca che, dal punto di vista della tecnologia, ha spinto moltissimo verso soluzioni in grado di rendere i tetti dei sistemi di scambio e regolazione termoigrometrica dell’edificio, aumentando e garantendo un benessere e una vivibilità migliorata. E risparmiando anche sulla bolletta. Decisamente un bel sistema per vivere.