Sicurezza antisismica: un biennio d’oro per chi sconfigge crolli e terremoti

Sotto la lente un campione di 35 aziende, per un fatturato totale di 3,35 miliardi. Risultato: la crescita 2020-2022 è stata del 70,7%, con performance migliori per le imprese collocate nella fascia dimensionale tra 10 e 100 milioni di euro.

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Variazione % del fatturato per classi dimensionali delle imprese di consolidamento strutturale anno 2022 su 2021Sicurezza, sicurezza, sicurezza. Sono le parole che costantemente dovremmo ripeterci analizzando e osservando la vetustà del nostro patrimonio immobiliare e le esigenze di tutelarlo dal punto di vista statico rispetto ai grandi rischi che, con sempre maggiore rilevanza, osserviamo frequentemente nel nostro territorio dal punto di vista tellurico.

Ma non c’è solo la sicurezza antisismica: con sempre maggiore frequenza leggiamo sui quotidiani e sui media notizie di distacchi e rotture di parti anche rilevanti di edifici residenziali e non, come cornicioni o altro, soprattutto in città e con riferimento a edifici aggrediti da decenni dagli agenti atmosferici e dallo smog.

Che il nostro patrimonio edilizio sia vetusto non è una novità e ne abbiamo parlato a lungo e con dovizia di approfondimenti su queste pagine ormai da oltre dieci anni. Tuttavia, è solo con l’introduzione dei bonus per la ristrutturazione e il superbonus antisismico che l’attenzione, non solo degli operatori ma soprattutto dei clienti finali, si è fatta finalmente strada.

In assenza da dati statistici relativi ai soli lavori per sismabonus, il totale dei lavori asseverato per il superbonus, dalla sua introduzione a oggi, indica oltre 430 mila edifici coinvolti con investimenti totali superiori a 89 miliardi, dei quali 88,2 ammessi a detrazione e 72,5 miliardi di lavori già conclusi alla data del 30 settembre 2023.

In termini di lavori il 18,2% di interventi sono localizzati in condomini, i quali tuttavia salgono al 56,7% degli investimenti totali, mentre il 30,7% è ascrivibile agli edifici unifamiliari e il restante 12,6% alle unità immobiliari funzionalmente indipendenti.

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La dinamica

In questo quadro complessivo di forti investimenti legati alla rigenerazione energetica e strutturale degli edifici, anche il consolidamento strutturale ha giocato un ruolo importante, come testimoniano i dati di bilancio delle principali aziende del settore.

Come Centro Studi YouTrade ne abbiamo scelte 35, in ragione delle caratteristiche produttive legati al mercato del consolidamento strutturale. E i risultati dell’analisi, che presenta anche i valori relativi al fatturato 2022, evidenziano dinamiche molto interessanti e che si prestano a vari approfondimenti.

Il primo dato che commentiamo è quello riferito al totale del giro d’affari generato da questo campione di imprese, pari a oltre 3,35 miliardi di euro, per la maggior parte realizzati da realtà di grande e grandissima dimensione.

La dinamica complessiva del fatturato nel 2022 rispetto all’anno precedente è stata di +25,1%, crescita che è avvenuta dopo +36,5% del 2021, portando complessivamente la dinamica 2020-2022 a +70,7%.

Al di là dei singoli e specifici andamenti delle singole imprese, emerge come le dinamiche migliori nel biennio le abbiano fatte registrare le imprese collocate nella fascia dimensionale tra 10 e 100 milioni di euro, con aumenti superiori al 94% (in pratica, quasi un raddoppio di fatturato), con un ottimo +35,5% delle imprese tra 10 e 30 milioni di euro nel solo 2022 sul 2021.

Ma se le big del settore mettono in evidenza dinamiche meno accentuate, va anche sottolineato che il loro +66,6% in due anni fa riferimento a un aumento in valore assoluto di quasi 1,1 miliardi di euro, con un incremento nel 2022 rispetto all’anno precedente di oltre 524 milioni di euro.

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Indicatori a confronto, Variazione % fatturato e utili in % sul fatturato, anno 2022 su 2021

Volano le big

Se dal punto di vista economico le migliori dinamiche le fanno registrare le imprese di media dimensione, da quello anche finanziario i risultati migliori li presentano proprio le big.

Nel 2022 il valore degli utili sul fatturato è stato mediamente pari al 9,8%, a livello complessivo del campione di 35 aziende analizzate, ma se si guarda alle classi dimensionali le più grandi presentano un indicatore pari al 10,4%, mentre questo valore scende al 6,8% per le imprese tra 30 e 100 milioni di euro, per salire all’8,7% di quelle tra 10 e 30 milioni e scendere a solo il 2,8% per le imprese con meno di 10 milioni di euro di fatturato.

È quasi impossibile non notare che il volume di utili netti prodotti dalle imprese della classe dimensionale oltre 100 milioni di euro sia superiore al fatturato del secondo gruppo di aziende per valore degli utili sul fatturato. È di tutta evidenza che la dimensione di impresa, che era già un fattore strategico per le dinamiche di crescita e consolidamento nel passato, in questi ultimi due anni abbia velocizzato ancora di più la sua potenza e la sua efficacia.

Chi corre di più

In questo senso vanno letti i risultati riportati nella tabella generale, dove per ciascuna azienda sono riportate le dinamiche biennali del fatturato e il valore degli utili netti relativi ai bilanci 2022, con il valore degli utili sul fatturato.

Con riferimento alla dinamica biennale, sono 11 le aziende con crescite di fatturato superiori al 100%. In pratica, aziende che hanno più che raddoppiato il fatturato. Si tratta di G & P Intech, T.C.S., Fibre Net, Biemme, Kimia, Laterlite, Roefix, Rapid Mix, Locatelli Intonaci, Miniera San Romedio e Ecosism.

Vi sono, poi, altre otto con crescite superiori al 70%, valore medio del campione: Xella Italia, Ferri, Licata, Cvr, Kerakoll, Cugini, Holcim Aggregati Calcestruzzi e Fassa.

Complessivamente queste 19 aziende hanno fatto registrare un incremento netto di fatturato in due anni di 878 milioni di euro, a fronte di un fatturato complessivo delle stesse aziende nel 2020 di 953 milioni di euro.

A livello di dinamica annuale, il 2022 ha visto incrementi molto consistenti e superiori al 50% per sette imprese: G & P Intech, T.C.S., Kimia, Locatelli Intonaci, Biemme, Fibre Net ed Ecosism.

Sono, tuttavia, complessivamente 19 le imprese con valori di crescita superiori alla media complessiva, al 25,1%, dunque con ottime performance: Xella Italia, Cvr, Rapid Mix, Roefix, Laterlite, Cugini, Ferri, Fornaci Calce Grigolin, Cer.Col, Kerakoll, Fassa e General Admixtures.

L’incremento assoluto in termini di fatturato di queste 19 aziende, rispetto al 2021, è pari 448 milioni di euro, su un fatturato complessivo relativo al 2021 di 1,4 miliardi di euro.

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Varziazione % del fatturato a confronto per classi dimensionali delle imprese di consolidamento strutturale

Effetto bonus

Questi dati sono certamente una cartina di tornasole non solo della crescita complessiva del mercato, ma anche di dinamiche proprie dei prodotti per il consolidamento strutturale (e non solo, ovviamente, data la natura poliedrica di alcuni grandi produttori del settore rispetto alla gamma di prodotti e soluzioni offerte) che certamente hanno beneficiato più di altri delle agevolazioni fiscali concesse con il superbonus 110%, e in particolare con il sismabonus. Quanto potrà crescere ancora questo mercato?

Certamente le dinamiche di riassestamento e riorganizzazione post covid del mercato, unite alle nuove esigenze che emergono non solo in campo residenziale, ma anche non residenziale, evidenziano buone prospettive per il futuro, anche nel nuovo regime dei bonus, che dal 2024 ridurrà le aliquote e, stando alle prime indiscrezioni del Governo, anche la possibilità della cessione del credito e dello sconto in fattura.

Quel che è certo è che forti investimenti verranno non solo dal Pnrr, ma dalle ineluttabili esigenze di intervento strutturale sulla rete infrastrutturale nazionale, con particolare riferimento a ponti e viadotti, oggi sotto esame anche per le condizioni di precarietà che molti di essi mostrano, a causa soprattutto degli anni di vita e dell’usura dovuta agli agenti atmosferici e all’uso stesso delle infrastrutture.

Fatturato 2020-2022 e utili 2022 delle aziende operanti nel settore del consolidamento strutturale

Arriva il pnrr

I prodotti per il consolidamento strutturale sono oggi sempre più strategici in un mercato che nella nuova costruzione deve puntare sempre più sulla sicurezza antisismica e nella ristrutturazione deve metter mano a edifici che presentano gradi di vetustà e di scarsa
manutenzione certificati anche dalle statistiche nazionali inserite nei censimenti Istat delle abitazioni.

Fatturato 2020-2022 e utili 2022 per classi dimensionali delle aziende operanti nel settore del consolidamento strutturale

Tutto il patrimonio edificato ha esigenze di consolidamento strutturale, non solo il residenziale, ma anche tutte le strutture pubbliche esistenti, dalle scuole agli ospedali.

Non ultimo, come già ricordato, le infrastrutture, in particolare quelle viarie stradali, con ponti e viadotti in primo piano. Il Pnrr è una occasione importante per intervenire su questi manufatti e sul loro recupero con prodotti e soluzioni adatte.

Non dimentichiamo però che tutto il futuro della nostra edilizia si giocherà sempre più sulla garanzia di condizioni di sicurezza che permettano di garantire non solo che non crollino gli edifici, ma anche che non crollino pezzi di edifici, come purtroppo capita di leggere sempre più spesso nelle cronache nazionali.

Si tratta di una missione che da un lato vede tutti impegnati nel migliorare ciò che abbiamo edificato, con particolare attenzione alle soluzioni in grado di garantire efficienza nel processo ed efficacia dei risultati. I dati di mercato dicono che il consolidamento strutturale sta progredendo nella penetrazione del mercato. Un buon segno, non solo per i bilanci delle imprese, ma per il sistema-Paese nel suo complesso.

a cura del centro studi Youtrade

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