Scinter, punto di riferimento per i materiali edili in Val di Susa

Da Scinter, rivendita di materiali edili a Bardonecchia (Torino), nel cuore della Val di Susa, c’è tutto il necessario per sentirsi a casa. Ma anche per costruirla.

L’esperienza nel settore edile di Scinter è stata maturata in diversi decenni. L’azienda, infatti, è nata nel 1978, da un’idea di quattro amici che avevano maturato il desiderio di aprire un’attività commerciale, che si è trasformata in una rivendita edile. Un magazzino di successo, rifornito di tutti i tipi di prodotti, sia per privati che per aziende e professionisti.

Gabriele Bobba, attuale amministratore delegato della società e rappresentante della seconda generazione, lavora per mantenere una crescita stabile: proprio per questo abbiamo aperto, a pochi chilometri dalla rivendita, un nuovo showroom, perché anche l’occhio vuole la sua parte.

«Negli anni Ottanta mio padre e i suoi soci hanno cavalcato l’onda del boom edilizio. Poi, un grosso contributo l’hanno dato le Olimpiadi del 2006. Nel Duemila sono entrato in azienda al fianco di mio padre, affiancandolo nel ricambio generazionale e acquisendo la mia quota fino a quando nel 2014 non è andato in pensione e la Scinter è stata inglobata nella società in cui, oltre a me, fanno parte altre tre persone.

In azienda lavoriamo in quattro: io, che sono disponibile su più fronti a 360 gradi, una socia che si occupa della contabilità e altri due in magazzino e alle consegne.

La mole di lavoro quotidiana è molto alta, ma con impegno, caparbietà e determinazione, riusciamo a fare tutto. Negli ultimi dieci anni siamo cresciuti, sfruttando la capacità di avere una vasta quantità di materiali, puntando sui prodotti di marchio e qualità. Una delle aziende con la quale abbiamo rafforzato la partnership è Dierre», spiega Bobba.

Come è strutturato il vostro punto vendita?

Il punto vendita è strutturato con una base centrale con ferramenta e colorificio (dotato di tintometro).

Poi, abbiamo uno showroom dove sono esposte piastrelle, porte blindate e porte interne Dierre, una vasta esposizione di elettroutensili e anche una parte dedicata all’antinfortunistica.

All’esterno, in una vasta superficie di 3 mila metri quadrati, c’è un magazzino con sabbia, cemento, Pvc, pozzetti, legna, pellet e sale da disgelo.

Insomma, si può trovare tutto quello che fa casa: sia per la struttura che per le finiture, ma anche molti prodotti di nicchia.

In che cosa si differenziano le richieste tra clienti professionali e privati?

L’impresa chiede preventivi per la costruzione in generale: fornitura mattoni, calcestruzzo, cemento e legname. Il privato arriva da noi per interni e finiture, per le piastrelle, le porte.

Lo showroom è un aspetto commerciale essenziale oggi: quanto conta?

Parecchio: sul nostro fatturato incide di un buon 40%, motivo per il quale lavoriamo sei giorni su sette, tenendo aperto anche il sabato, giorno di punta che concentra i visitatori.

Come e quando avete scelto Dierre?

È stata l’azienda a cercare e poi scegliere noi: siamo in una posizione strategica: Bardonecchia è una località esclusiva di villeggiatura e la nostra rivendita è unica. Per questo si sono proposti di collaborare prima e diventare partner poi.

Quali sono gli aspetti più interessanti di Dierre?

L’azienda per noi è una grande fonte di ispirazione, molto strutturata e con molta esperienza: il loro know how è un plus che conta.

Hanno uno storico importante e sono posizionati in una zona strategica. Il servizio, poi, è impeccabile.

C’è stato subito un grande feeling e negli anni abbiamo consolidato un rapporto che non li determina solo come fornitori, ma anche partner.

Nel punto vendita quali sono le tipologie di porte più richieste?

La porta blindata. Questa è stata sicuramente una scelta determinata durante il periodo del superbonus da parte di molti utenti.

Dierre ha poi dato il via a delle promozioni che hanno incentivato anche il ricambio delle porte interne.

Qual è la porta più innovativa e richiesta?

La Hibry, una porta con tecnologia incredibilmente avanzata, che dispone di tantissimi optional: dal lettore ottico e di impronte, al tastino alfanumerico e allo spioncino digitale. Ormai, anche per rispondere al citofono, basta un’app.

Quali sono le caratteristiche delle porte Dierre che contano di più?

La classe antieffrazione, l’abbattimento acustico e l’isolamento termico in poliuretano. Quest’ultimo in montagna è molto richiesto.

Sicurezza o design? Che cosa vince?

Vanno a braccetto: il design è sempre più ricercato e Dierre soddisfa le richieste con diverse proposte e materiali.

Conta l’aspetto della sostenibilità in azienda?

Dierre nel green ci crede tanto, ma al momento non è particolarmente richiesto.

Avete previsto un corner dedicato a Dierre?

Sì, nel soppalco dello showroom che è di 130 metri quadrati, è ospitata una ricca esposizione.

Proponete un servizio di consulenza per gli interni?

Al momento no, ma ci stiamo strutturando per farlo poiché è un servizio sostanzialmente importante.

A questo proposito abbiamo aperto un nuovo punto vendita con annesso showroom: un luogo più adatto all’esposizione, dove gestire i clienti in maniera diversa, con aree già composte.

Ci sarà un architetto che offrirà non solo servizi di consulenza, ma anche di progettazione degli spazi.

Come è nata l’esigenza di aprire un altro punto vendita?

Il punto di via Torino è un magazzino edile allo stato puro: ci sono sacchi di cemento, sabbia, polvere.

Lo showroom ha bisogno di un ambiente elegante, che soddisfi le esigenze di clientela di vasto genere, che deve essere invogliata a visitare e anche a spendere.

Insomma, vogliamo dare a questo tipo di attività che per noi conta molto, un’immagine più ricercata e professionale.

Come vi regolate con la logistica?

Per quanto riguarda l’approvvigionamento è tutto organizzato: con tanti anni di esperienza sulle spalle conosciamo tutti i trasportatori e riusciamo a coordinarci al meglio.

Abbiamo sempre abituato i clienti a ricevere il nostro materiale in giornata. La consegna è rapidissima, quasi in tempo reale.

Non fate parte di gruppi e consorzi. Perché?

Abbiamo ricevuto diverse richieste, tutte rifiutate: non ne vedo la necessità. Siamo gli unici sul territorio, la concorrenza è molto bassa. Vogliamo essere liberi e mantenere la nostra attività.

Utilizzate anche l’e-commerce?

No, non siamo strutturati per poterci lanciare in questa avventura.

Quali prodotti vanno per la maggiore? Quali in calo?

Va a periodi: riusciamo a far girare bene il magazzino e non c’è una logica. Forse, l’unico prodotto che è fermo da un po’ è il laterizio.

Il superbonus ha drogato il mercato: quanto ha pesato sulla sua attività e quanto pesa adesso?

La realtà della valle è diversa dalla realtà della città. Il superbonus è andato a sostituire una parte del mercato, è vero, ma in maniera diversa: si è puntato di più sulle ristrutturazioni e sulle manutenzioni, ma non ha inciso particolarmente sul nostro fatturato. Noi siamo rimasti sempre in linea.

Come si è aperto 2024 e che cosa vi aspettate a fine anno?

Negli ultimi anni abbiamo registrato una crescita del 10-12%. All’inizio dell’anno c’è stata qualche incertezza, ma poi è andato tutto bene. Prevediamo di chiudere in parità, in linea con l’anno scorso.

Pnrr vuol dire lavori pubblici. Siete coinvolti anche voi?

È molto distante dalla nostra attività, non credo.

Oltre all’apertura del nuovo showroom, ci sono altre novità?

Ci concentreremo molto sull’installazioni delle ambientazioni di arredo bagno, dedicandoci al legno, alle piastrelle, alle ceramiche. E ovviamente, ci dedicheremo anche alla consulenza.

Come vedete la vostra rivendita fra 10 o 20 anni?

Spero qualcuno possa continuare il mio lavoro: magari mio figlio o qualcun altro. Ma sicuramente immagino l’attività in crescita, grazie a tanta innovazione.

Con Dierre, sicurezza ed elettronica le due armi in più

Simone De Robertis, responsabile commerciale per Piemonte, Valle d’Aosta e Pavia, e Nadia De Robertis, responsabile delle rivendite delle porte blindate in Piemonte e direttrice a livello nazionale di ferramenta, si occupano di seguire Scinter e i prodotti in rivendita. Un rapporto basato sulla fiducia, che negli anni ha dato ottimi frutti.

Quali sono i prodotti più richiesti?

La porta blindata, che viene richiesta accessoriata con coefficienti termici importanti. Le persone tengono al green e all’isolamento acustico. E ovviamente alla sicurezza.

In aumento anche la richiesta per dispositivi per strutture pubbliche: porte per scuole, ospedali.

Quali sono le richieste più frequenti dei distributori di materiali edili?

Sicuramente la velocità di consegna, per questo nella nostra azienda è nata l’esigenza di creare il Dierre Emporium. Consente di avere in casa dei prodotti da recapitare nell’immediato: per esempio, controtelai, cassonetti, porte da cantina, porte tagliafuoco, di tutte le misure necessarie.

Che cos’è il Dierre Emporium?

È un nuovo modello di business. Dierre nasce 49 anni fa come azienda, al centro rivendite e distributori che chiedevano chiusure per interni e i materiali classici di accompagnamento.

Nel tempo c’è stata però una vera evoluzione nella richiesta del materiale e nel modo di vendere. Volevamo migliorare la conoscenza dei prodotti Dierre in un canale di mercato importante, che abbiamo sempre presidiato, ma senza la completezza di gamma riservata agli showroom.

Da questa scelta è derivata l’esigenza di ridefinire il posizionamento del nostro marketing mix in modo da rispondere con più efficacia ai bisogni delle rivendite edili.

In sostanza, potremmo dire che il prodotto c’era già, ma si trattava di farlo conoscere a un pubblico nuovo, portatore di richieste specifiche. Di qui anche il nome Emporium, che richiama appunto la natura di un centro dove si commerciano prodotti anche molto diversi tra loro.

Quanto conta la formazione ai distributori?

Tantissimo, la nostra azienda sta lavorando appunto per rafforzare questo ramo al suo interno. Vogliamo supportare sia i clienti, che preparare al meglio i nostri venditori.

Avete in programma promozioni?

Ne abbiamo diverse in corso, specialmente nel pacchetto delle porte blindate.

Che impatto ha la sostenibilità nel mercato delle porte?

L’esigenza si percepisce, specialmente per quanto concerne il risparmio energetico. Noi giochiamo tutto sulla qualità e sul Made in Italy, che è la nostra firma.

Quando è nato il rapporto con Scinter e qual è la caratteristica che apprezzate?

L’abbiamo cercato noi 16 anni fa e abbiamo stretto con l’azienda un rapporto di collaborazione proficua. 

È l’unico rivenditore di rilievo della sua zona, competente e che ha la fiducia dei clienti, il decorso naturale è stato contattarlo e chiedere di lavorare insieme.

Prima acquistava semplicemente prodotti tecnici, negli ultimi quattro-cinque anni, invece, abbiamo svolto un gran bel lavoro per quanto riguarda la rivendita di porte blindate. Apprezziamo il fatto che ci viva come un partner: «siamo un noi».

Quali sono i principali ostacoli da superare con i rivenditori?

Il rispetto reciproco, ottenere e conquistare la fiducia dei clienti. Bisogna lavorare sodo, il brand da solo non è sufficiente.

Come è andato 2023? Come sta andando il 2024? E quali sono le previsioni per il futuro?

Il 2022 e il 2023 sono stati anni d’oro grazie al superbonus, malgrado tutto abbiamo investito tanto, non smettendo mai di produrre e lavorando sette giorni su sette.

Ci aspettavamo un 2024 in discesa, ma stiamo reggendo il colpo. Sicuramente ci aiuta il lavoro all’estero, in Spagna il mercato è molto buono.

Avete novità per quest’anno?

Abbiamo un prodotto blindato in uscita. C’è anche molta richiesta per il rasomuro e ci stiamo concentrando sul design dei prodotti e sull’infondere la cultura delle cerniere a vista.

Come sarà la porta del futuro?

Elettronica e domotica. Che garantisca la serenità di entrare nelle proprie case sapendo che i criteri di sicurezza sono stati rispettati e che si possa monitorare tramite un’app.

di Alice Fugazza

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