[EasyGallery id=’andarperborghi’]
Chi si trovasse a Rimini e, dando le spalle al mare, guardasse verso San Marino, potrebbe scorgere leggermente sulla destra una valle percorsa da un fiume che nel passato ha fatto la fortuna dei cavatori e che oggi percorre docile i territori dei comuni che attraversa e che collega uno ad uno, assieme alla lunga pista ciclabile che lo costeggia. Si tratta dell’Alta Val Marecchia, un territorio di confine che unisce la Toscana con la Romagna e che lambisce in parte anche le Marche. I sette comuni dela valle, fino a pochi anni fa, facevano parte della provincia di Ancona, ma dal 2009 grazie ad un referendum sono passati alla provincia di Rimini. Questo passaggio è stata una delle condizioni necessarie per rivitalizzare i luoghi e dare al territorio della Val Marecchia una prospettiva più concreta di sviluppo, che oggi trova molti punti di forza nella apposita variante al PTCP della Provincia di Rimini, da poco approvata, che tra i vari orientamenti prevede una specifica tutela delle acque. La cura del territorio di questi comuni parte da qui, dall’acqua che lo attraversa, dai territori solcati dal fiume Marecchia che presentano una conformazione molto particolare, con dolci colline intervallate da picchi, rocce e calanchi che danno al territorio un carattere particolare. Tra i comuni della valle, San Leo assume un’importanza particolare, sia per estensione e complessità del territorio, sia per il borgo antico, costruito alle pendici di una rocca sulla quale domina una fortezza pieno di storia. Il borgo, raggiungibile da un’unica strada non percorribile dai pullman e che ne ha di fatto preservato l’integrità, si trova a quasi 600 metri di altezza e a soli 32 km da Rimini e confina con San Marino. La storia di San Leo è una storia antica e importante, fin dall’epoca romana e poi nel medioevo, quando fu capitale del Regno Italico di Berengario II. E’ stata un luogo di passaggio di santi e poeti, da San Francesco (che in una stanza ancora oggi conservata ricevette in dono il Monte della Verna dal Conte Orlando di Chiusi nel 1213) a Dante (che la cita nel IV canto del Purgatorio). Nel suo forte, trasformato in prigione durante il dominio pontificio, furono rinchiusi il Conte di Cagliostro, che vi morì nel 1795, e il patriota Felice Orsini nel 1844. All’interno del borgo sono numerose le presenze storico-architettoniche perfettamente conservate, dalla Pieve preromanica al Duomo romanico lombardo del sec. Xll, dal Forte al Palazzo Mediceo che oggi ospita il Museo di Arte Sacra. Ma è l’inserimento armonico dell’antico borgo nel resto del paesaggio che fa di San Leo un luogo unico e ricco non solo di storia, ma di luoghi particolari da scoprire, dai ruderi dei castelli di Pietracuta e di Piega al convento francescano di S. Igne, dal convento domenicano di Monte di Pietracuta alla chiesa di Montemaggio. Dal castello sulla rocca si gode di uno dei più affascinanti panorami della zona, con la vista che può spaziare dai monti che lo circondano, attraversati da calanchi che ne impreziosiscono la geologia, a San Marino e poi fino al mare. Ma San Leo non è solo il borgo antico, curato nei dettagli e reso prezioso dall’accoglienza degli abitanti e di chi ci vive e lavora. E’ anche un borgo che ha saputo valorizzare il proprio patrimonio storico, artistico, architettonico e paesaggistico per diventare uno dei “borghi più belli d’Italia”. La cura dei particolari e l’attenzione per il borgo e il paesaggio intorno ha portato il comune ad essere premiato nel mese di febbraio 2013 come uno dei “Gioielli d’Italia”, prestigioso riconoscimento che premia i territori italiani dell’eccellenza. Ma questi successi non giungono a caso. Sono l’esito di una puntuale e attenta gestione dell’Amministrazione comunale, che nell’equilibrio tra borgo antico e le altre frazioni del comune gioca da sempre la carta dell’integrazione e della qualità, sfruttando in modo strategico la vicinanza con San Marino. Un esempio è la gestione degli spazi dedicati alle attività sportive. San Marino ormai ha consumato tutto il suo territorio e per espandersi e fornire servizi ai propri cittadini deve chiedere ospitalità proprio a San Leo. Ma sono successi che arrivano anche da un uso sapiente delle opportunità fornite dai fondi europei (San Leo ha vinto una selezione internazionale come capofila di un progetto incentrato sull’agricoltura biologica) e dai fondi regionali, come ad esempio i fondi con i quali si stanno finanziando i lavori di consolidamento e messa in sicurezza della rupe sulla quale si trova la fortezza di San Leo. Ma è anche convinta ricerca di sistemare attraverso accordi di programma alcune problematiche ereditate dal passato e non ancora risolte, come la localizzazione nel comune di attività produttive rumorose e inquinanti e non compatibili con la qualità della vita che chiedono i cittadini delle frazioni di pianura. Oppure la grande cura nel promuovere e avviare eventi culturali non solo in grado di attirare visitatori e turisti, ma soprattutto di mettere in luce la storia di San Leo e i suoi legami con l’arte del passato. Un esempio in questo senso è stata la mostra dedicata ai dipinti rinascimentali di Piero della Francesca, Raffaello e Leonardo da Vinci che, in alcune loro opere, hanno ritratto il paesaggio di San Leo, ancora oggi riconoscibile in alcuni quadri di questi grandi artisti. Infine non va dimenticata l’attenzione alla costruzione di eventi, soprattutto nella stagione estiva. San Leo è dunque un territorio dell’eccellenza, un’eccellenza che si ritrova nell’estrema vitalità e passione con la quale il Sindaco e l’Amministrazione si muovono per promuovere una sempre maggiore qualità del territorio e dei servizi, e nella volontò delle realtà imprenditoriali presenti ad esmepio a produrre secondo criteri di qualità e sostenibilità e a riconventire o a delocalizzare produzioni non più compatibili con le caratteristiche di eccellenza dell’area, un’eccellenza riconosciuta e premiata appunto dal Ministero per gli Affari Regionali. Ma come si fa, in un piccolo comune di 3.000 abitanti, dei quali 200 residenti nel borgo antico, a promuovere sviluppo e crescita economica? La domanda l’abbiamo posta al Sindaco di San Leo, Mauro Guerra, che ci ha detto che “per dare ai nostri cittadini una migliore qualità della vita abbiamo puntato sulle nostre risorse – il paesaggio, il territorio, le produzioni locali – per fornire un insieme di servizi che permetta di raggiungere tutte le frazioni, dando ai cittadini pari opportunità; ma stiamo anche intervenendo per sistemare vecchi guasti ancora presenti e con le risorse scarse che abbiamo dobbiamo ingegnarci”. E qui il Sindaco, orgogliosamente, ci fa vedere uno di questi elementi di ingegno: “vede, noi abbiamo saputo sfruttare gli incentivi governativi relativi alle energie rinnovabili e abbiamo realizzato un campo fotovoltaico che ogni anno produce, per le casse comunali, entrate per 600.000 euro. E poi c’è la vicina San Marino, che chiede spazi per attività sportive o insediamenti di imprese nelle nostre aree industriali e artigianali. Per questo abbiamo promosso il nuovo PSC intercomunale (il nuovo piano regolatore) che utilizza strumenti avanzati di partecipazione. Perché il territorio è la nostra prima risorsa e dobbiamo gestirlo e valorizzarlo insieme agli altri. Da soli non si va da nessuna parte. Se costruiamo le condizioni della governance possiamo fare del bene, al nostro territorio e ai nostri cittadini”.