La riqualificazione edilizia potrebbe creare 600mila nuovi posti di lavoro, a patto di ampliare la filiera del settore con il recupero e il riciclo dei materiali da costruzione. Il quarto rapporto dell’Osservatorio congiunto su innovazione e sostenibilità nel settore edilizio (Oise), fa il punto anche sull’occupazione. E ipotizza uno scenario sulla base di quanto accaduto negli passati grazie agli incentivi. Nel 2014 gli interventi di riqualificazione energetica che hanno beneficiato delle detrazioni ammontano a 4 miliardi di euro, che equivalgono a 39mila occupati diretti e 59mila complessivi, compresi gli indiretti. Rappresentano circa il 42% dei lavori di rinnovo edilizio e quindi la stima dei riflessi occupazionali potrebbe più che raddoppiare se si tiene conto delle opere avviate senza incentivi.
Per avere una visione più ampia lo studio ha preso in esame il periodo 2007-2014, partendo dall’anno di entrata in vigore delle misure fiscali per la riqualificazione energetica. In questi sette anni, l’impatto complessivo è stimato in 257mila lavoratori diretti e 386mila compreso l’indotto. In media 32mila occupati diretti e 48mila complessivi all’anno con una forte crescita fino al 2013 e di una discreta tenuta nell’ultimo biennio. Invece se si considerano i 7 miliardi di risorse dai fondi comunitari previsti per il settennio 2014-2020 più la reiterazione degli incentivi nel periodo 2014-2016, gli occupati diretti aumentano di oltre 160mila unità e e salgono a 240mila complessivi.