Ricetta choc: meno cultura, più opere

Appello dei costruttori torinesi perché le amministrazioni pubbliche riaprano i cantieri, in primo luogo per strade e le scuole. Lo sottolinea il presidente del collegio costruttori di Torino e Provincia, nonché vice presidente Ance, Alessandro Cherio (foto): «La Tasi sui servizi indivisibili potrebbe essere utilizzata in gran parte per fare manutenzione e rendere efficienti le infrastrutture. Se si risparmia, si trovano le risorse. Al sistema cultura arrivano un sacco di quattrini. Ci sono priorità e questo è il momento di dirottare i fondi su cose più tangibili».  Cherio contesta anche i dati sulla riduzione della disoccupazione di un decimale, che sarebbe causata statisticamente solo dagli abbandoni della ricerca di un lavoro. Il 2013 per l’edilizia piemontese si è chiuso con il segno meno: i bandi per le opere pubbliche sono stati il 31% in meno rispetto al 2012, per un valore di 235 milioni di euro (erano 343 milioni nel 2012). Cifre dimezzate se si confrontano con il 2009, quando il valore dei bandi era di 488 milioni di euro. A questo si deve aggiungere il problema del ritardo nei pagamenti della pubblica amministrazione, che estende i suoi effetti su tutta la filiera, creando i presupposti per l’insolvenza di migliaia di imprese. I tempi medi di pagamento sono di 7 mesi, ossia di oltre 200 giorni oltre i termini fissati dalla legge, e le punte di ritardo superano ampiamente i 2 anni. «Anche la piaga dei ribassi temerari non accenna a guarire e vi sono casi assai gravi, quale quello recente del Comune di Moncalieri, in cui per un edificio scolastico si è giunti a quasi il 68% di ribasso sulla cifra iniziale di 1,8 milioni, dove se questi valori vengono accettati da un’amministrazione pubblica, è la fine della corretta concorrenza», accusa Cherio. «Questo è il momento in cui, in mancanza di controlli, l’illegalità puà essere l’elemento vincente delle imprese», ammonisce. 

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