La Babele linguistica del Regolamento Edilizio Unico

Totale, lorda, utile, accessoria, complessiva, calpestabile: sono le sei specifiche di superficie che insieme ad altri vocaboli costituiscono le 42 definizioni decise dal tavolo tecnico tra Ministeri delle Infrastrutture e della Funzione pubblica, Regioni e Comuni. Infatti, come accade in ogni regione per gli alimenti soprattutto carni e pesci, anche le amministrazioni locali hanno un lessico differente per quanto riguarda le superfici edificabili. Certo, meno diseguale rispetto agli alimenti, ma qualche confusione sull’interpretazioni delle norme in 8mila comuni la creano di sicuro. A cercare di dare una nomenclatura omogenea sul territorio italiano, almeno per quanto riguarda le istituzioni, ci pensa la legge di conversione del decreto Sblocca Italia. Infatti, nel testo è previsto che Governo, Regioni e autonomie locali concludano in sede di Conferenza unificata, gli accordi necessari per adottare uno schema di regolamento edilizio-tipo. Le definizioni dunque sono parte integrante del nuovo Regolamento Edilizio Unico e metteranno finalmente ordine negli uffici tecnici degli oltre 8 mila Comuni italiani. Così, tutti i piani fuori terra, seminterrati e interrati compresi nel profilo perimetrale esterno dell’edificio diventano superficie totale o il suo acronimo St, tutti i piani comprese nel profilo perimetrale esterno dell’edificio escluse le superfici accessorie invece delimitano la superficie lorda (Sl) oppure il carico urbanistico (Cu), ossia il fabbisogno di dotazioni territoriali di un determinato immobile o insediamento in relazione alla sua entità e destinazione d’uso. Il passo successivo è quello di perfezionare gli articoli del Regolamento Unico che regolano l’autonomia degli enti locali nel determinare le regole di attuazione dei piani urbanistici, che dovranno rispettare la normativa nazionale e regionale e le definizioni standardizzate. Dopodiché lo schema di Regolamento Unico verrà sottoposto alla Conferenza Stato Regioni per l’approvazione definitiva. Alle Regioni e agli enti locali sei mesi di tempo per recepirlo.lettere

Palazzo Marino, sede del Comune di Milano
Palazzo Marino, sede del Comune di Milano

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