La Casa Probiotica è un esperimento che replica la funzione dei ceppi batterici nel corpo umano e vuole aumentare la salubrità dell’ambiente. Con il contributo di una porta scomparsa dell’esperto del settore Eclisse.
Il termine probiotici indica diversi ceppi batterici attivi all’interno del corpo umano e ai quali è attribuito un potenziale effetto di protezione per l’organismo.
Il concetto è trasmigrato ora anche nell’ambito della progettazione e dell’edilizia: ProbioHouse, La Casa Probiotica, è un progetto di Ssk Studio e ProbioArKs, presentato in occasione del Fuorisalone 2024.
Una casa probiotica è un esempio sull’utilizzo di microrganismi nell’architettura e nella manutenzione degli ambienti abitativi.
Lo scopo è quello di costituire un’oasi urbana confortevole, salutare e viva, dove poter sperimentare il benessere ambientale e respirare aria pulita.
Il progetto ha coinvolto Eclisse, azienda storica nel campo delle soluzioni per porte a scomparsa e sistemi di chiusura.
Il progetto della casa probiotica
Per dimostrare come un’architettura possa essere viva e integrarsi armoniosamente nel design e nel budget dei progetti abitativi, è stato riqualificato un appartamento degli anni Trenta di circa 65 metri quadrati in via Edolo 9, nel quartiere Isola, a Milano.
Il progetto si basa sull’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale, l’applicazione di probiotici, un approccio circolare all’edilizia, ridotti tempi di realizzazione, il contenimento dei rifiuti ed un rapporto qualità-prezzo accessibile.
ProbioHouse utilizza materiali compatibili con il benessere, creando un habitat ideale per la colonizzazione da parte di batteri buoni, simili a quelli conosciuti come integratori per la salute del microbiota intestinale umano.
Il tema, oggetto di numerosi studi in ambito medico scientifico, è la scoperta dell’esistenza di un microbiota ambientale caratteristico di ciascuno spazio abitato.
Il benessere si basa su una progettazione a scala umana, dove spazio luce e colore creano un ambiente confortevole per l’esistenza umana e anche il substrato ideale per il proliferare dei microrganismi buoni.
La Casa Probiotica concepita a Milano vuole essere un luogo dove parlare dei microrganismi in tutti gli aspetti della loro convivenza con l’uomo ed in concomitanza con la Milano Design Week è stato presentato un programma ricco ed interessante con conferenze e appuntamenti sul tema.
I prodotti
I materiali selezionati per questo progetto sono stati forniti da aziende partner, che hanno collaborato in qualità di sponsor, selezionate per caratteristiche di biocompatibilità, facile smaltimento e rispetto di standard di ecosostenibilità generali.
Tutte le porte originali in legno sono state restaurate, compresa quella della cucina, trasformata in superficie a scomparsa mediante l’installazione di un controtelaio Eclisse Luce.
Grazie a questo, gli interruttori sono stati posizionati in corrispondenza del vano scorrevole, unica zona rimasta disponibile per una comoda accensione dall’ingresso.
Il sistema per porta a scomparsa permette il posizionamento dei punti luce direttamente sulla parete dove è installato, in modo tale da avere interruttori e punti luce vicino al foro porta.
«Penso che l’unica via per la sopravvivenza della nostra specie risieda nell’economia circolare. Il recupero dei materiali a fine e vita e la loro durata sono la chiave per ridurre le emissioni del comparto edilizia, uno dei più inquinanti. In questo progetto l’inserimento di questa tipologia di controtelaio ha consentito il recupero di una porta degli anni Venti, con le sue imperfezioni e rugosità che le conferiscono un gran fascino. L’inserimento dei probiotici è fortemente legato alla circolarità perché i microrganismi possono avere un forte impatto risolutivo nello smaltimento dei rifiuti», spiega Simona Kemenater, architetto di Studio Ssk.
Obiettivo comfort
I lavori di Simona Kemenater hanno come obiettivo il comfort ambientale, strettamente connesso alla salute personale, e si basano sul progetto del colore funzionale e dell’illuminazione, elementi fondamentali, insieme alla distribuzione spaziale, per raggiungere il benessere dei fruitori.
La passione per l’interazione tra architettura e biotecnologie ha portato alla sperimentazione nei materiali e nella cura del verde, anche a seguito di una serie di esperienze documentate in Giappone da parte dell’agronomo e microbiologo Teruo Higa negli anni Novanta.
L’uso di microrganismi è stato sperimentato con successo per la ricostruzione di centri abitati dopo il disastro nucleare di Fukushima al fine di ridurre l’inquinamento radioattivo, e poi ripetuto a seguito di altri incidenti ambientali.
Il sistema costruttivo della ProbioHouse è già stato applicato da Ssk Studio in altri interventi di ristrutturazione, anche nei centri storici. ProbioArKs si pone l’obiettivo di diffondere questo nuovo concetto dell’abitare.
di Paolo Caliari