Porte aperte alla crescita: Dierre fa il punto sul budget 2019, un anno che hanno ribadito per Villanova d’Asti il ruolo di capitale italiana delle porte blindate. L’azienda specializzata in infissi ha raggiunto i 148 milioni di euro, con 710 dipendenti divisi tra quattro stabilimenti, per una capacità produttiva di oltre 1.500 porte al giorno.
I conti del 2019 sono una tappa della storia iniziata nel 1975, anno in cui Dierre fu fondata dai fratelli Alessandro e Vincenzo De Robertis. Da allora la famiglia ma anche il legame indissolubile con il territorio hanno rappresentato le radici e l’orizzonte di una realtà industriale di primo piano.
Dai capannoni a ridosso dell’autostrada A21 escono tutti i modelli di porte blindate, ma anche di porte interne, tagliafuoco e casseforti che verranno poi venduti in Italia e nel mondo. Prodotti ad alto valore aggiunto, equipaggiati con serrature e meccanismi di sicurezza sviluppati direttamente dall’azienda per contrastare i tentativi di furto più evoluti. Senza dimenticare l’attenzione al design di ogni particolare. Altri tre centri produttivi si trovano vicino a Torino (Avigliana), Cuneo (a Mondovì) e a Cornate d’Adda (Monza Brianza).
“Dall’epoca dei grandi volumi siamo passati alla personalizzazione estrema di ogni prodotto”, sottolinea il presidente Vincenzo De Robertis, che ancora oggi guida l’azienda e disegna le prospettive strategiche del Gruppo. “Si moltiplicano gli accessori e le finiture, per consentire ad ogni cliente di avere una porta unica, quasi disegnata su misura per le sue esigenze. La sfida dunque è quella di mettere insieme una produzione di tipo industriale con un prodotto di qualità artigianale”.
Negli anni Dierre ha contribuito a rinnovare lo stesso concetto di sicurezza. All’antieffrazione si è aggiunto ormai un mix di caratteristiche che vanno dall’isolamento termico a quello acustico, dalla tenuta all’acqua a nuove modalità di installazione filo-muro. Una posa che fa letteralmente sparire la porta integrandola nella parete che la circonda, e di cui può riprodurre la finitura.
Oltre 50 i brevetti depositati a livello italiano e internazionale: serrature di ultima generazione, cerniere a scomparsa di derivazione aeronautica, chiavi elettroniche programmabili che registrano gli ingressi e posso essere cancellate in caso di smarrimento, ma anche sistemi di apertura biometrici che permettono di aprire tutte le porte di casa letteralmente con un dito.
La propensione all’innovazione è il segreto che ha permesso di superare gli anni più duri della crisi, con la contrazione del settore interno delle costruzioni e mercati esteri come Grecia e Spagna vaporizzati senza preavviso. Mantenuti i livelli occupazionali e sviluppati nuovi prodotti per essere ancora più competitivi sui mercati esteri, oggi Dierre guarda al futuro con rinnovato ottimismo.
“La nostra quota di export ha raggiunto il 48% ma è in costante crescita. In tutto il mondo i prodotti italiani sono i più amati per quella miscela di stile e qualità che nessuno riesce a imitare”, evidenzia Laura De Robertis, responsabile marketing dell’azienda e seconda generazione imprenditoriale. Dierre ha consolidato nel tempo un ruolo di fornitore a 360 gradi per tutte le soluzioni relative a chiusure di sicurezza e serramenti da interni, sia in ambito residenziale che nei grandi edifici pubblici.