Secondo l’istituto di analisi di mercato Business Intelligence Group, l’Italia si colloca al tredicesimo posto per numero di proprietari di seconde case in una classifica che vede coinvolti 20 Paesi europei. In base ai dati forniti dall’Agenzia delle Entrate, in Italia sono 5 milioni e mezzo di unità immobiliari riconosciute come seconde case. Nel 2022, le compravendite immobiliari hanno registrato una crescita del 41% rispetto al 2020 e il 15,2% degli italiani ha deciso di acquistare una seconda casa. Di questi, il 34.2% ha optato per le località turistiche, il 39,5% per le città mentre solo l’11,8% ha scelto una metropoli. Le provincie che registrano il maggior numero di seconde sono nell’ordine Roma (215 mila unità), Torino (177 mila unità), Cosenza (126 mila unità), Lecce (117 mila unità), Napoli (112 mila unità) e Cuneo (112 mila unità). In 3.340 comuni le seconde case superano il 20% del totale degli immobili residenziali.
Nelle città d’arte le case che si affittano meglio rimangono appartamenti come bilocali e trilocali (dai due ai sei posti letto), nelle località di campagna le ville da almeno tre camere con piscina (apprezzate, soprattutto, dai turisti internazionali), mentre nelle località balneari, gli appartamenti restano l’alternativa più scelta.
Pietrasanta (Lucca)
Nel 2022, sebbene il 19% degli italiani abbia acquistato una seconda casa per destinarla all’uso personale e familiare, la principale motivazione che ha spinto all’acquisto è stata la possibilità di affittare l’abitazione utilizzandola come una fonte di reddito (81%). Il guadagno a notte che può derivare dall’affitto di seconde case, seppur fortemente influenzato dalla stagionalità e dalla destinazione, può andare da 220 euro per un appartamento in una città d’arte per quattro persone a 600 euro per una villa con piscina per otto persone. Inoltre, considerando la durata media di soggiorno di tre notti nelle città d’arte e di oltre cinque notti nei luoghi di villeggiatura, risulta evidente come il guadagno mensile derivante dall’affitto degli immobili possa raggiungere cifre molto significative.
Il rapporto, che fa parte di un progetto più ampio volto a monitorare le tendenze nel tempo, è stato condotto in vista dell’inizio della stagione estiva, quando sempre più turisti scelgono di trascorrere le proprie vacanze in appartamenti o case vacanze anziché in altre tipologie di sistemazioni.
Casa in montagna
Secondo quanto emerso dallo studio, oltre ai servizi basic (come pulizia, biancheria da bagno e da letto, saponi da bagno, una cucina attrezzata con scorta d’acqua in frigo, wi-fi e l’occorrente per la raccolta differenziata), che lo stesso Airbnb ha imposto ai propri host come obbligatori, assume particolare importanza la presenza di servizi plus come sistemi di domotica di ogni tipo (serrature elettroniche per self check-in, moduli wi-fi installati nei condizionatori e sulle valvole dei termosifoni per evitare sprechi energetici) e soluzioni Smart.
Offrire servizi aggiuntivi e tecnologie intelligenti può, dunque, contribuire a migliorare l’esperienza complessiva del cliente e a distinguere le case vacanze sul mercato, attirando un numero maggiore di ospiti e migliorando la redditività delle proprietà. Questo evidenzia l’importanza di investire in attività di ristrutturazione, abbellimento e manutenzione delle abitazioni adibite a casa vacanza al fine di soddisfare le richieste sempre più esigenti dei turisti.
Dall’indagine condotta su 500 intervistati è emerso come gli italiani dimostrino un notevole interesse nell’investire nella cura, nell’abbellimento e nella ristrutturazione delle proprie seconde case. In media, i proprietari di abitazioni destinate all’affitto si dedicano a lavori di manutenzione ogni tre anni, ma circa un quarto sceglie di farlo annualmente.
Il dato più rilevante emerso dalle interviste è che quasi il 90% dei rispondenti investe fino a 5 mila euro all’anno per mantenere in ottimo stato le abitazioni destinate all’affitto, dal momento che il 93% di essi ritiene che le attività di manutenzione, abbellimento e ristrutturazione siano essenziali per attrarre potenziali locatari.
Le principali tipologie di interventi che vengono effettuati per valorizzare gli immobili, secondo quanto emerso dallo studio, comprendono il cambiamento di infissi (36,3%), la climatizzazione (33,9%), il miglioramento dell’efficienza energetica (25,1%), il rifacimento dell’impianto elettrico (24,1%), l’installazione di sistemi wi-fi per il collegamento a internet (23,3%), il rinnovamento del bagno (21,9%) e la riverniciatura delle pareti (20,5%).
I multipoint dell’edilizia stanno performando e sono reduci della crescita eccezionale del 2022. Le metà si attende un aumento anche per quest’anno. YouTrade pubblica un dossier con 22 multipoint da quattro e più punti vendita che vantano complessivamente un fatturato superiore a 2,2 miliardi
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La crescente elettrificazione e l’incremento di pannelli fotovoltaici sui tetti pongono nuovi rischi per la sicurezza antincendio degli edifici: il 51% degli incendi che si verificano sui tetti con tali impianti è infatti causato da guasti elettrici.
Un rischio importante soprattutto alla luce della futura espansione delle comunità energetiche. Nell’attesa dell’approvazione del decreto attuativo, i Comuni e i privati cittadini stanno iniziando a muoversi. Gli incentivi mirano a favorire la creazione di 15.000 comunità energetiche rinnovabili che potranno rivelarsi un’importante fonte di crescita economica sostenibile e di coesione sociale.
Una strategia promossa anche a livello comunitario dal piano REPowerEU e dall’Unione Europea in materia di energia solare, che chiede di raddoppiare la capacità solare fotovoltaica entro il 2025 e di portarla a 600 GW entro il 2030. Entro il 2028 tutti gli edifici pubblici e commerciali dovranno essere dotati di impianti fotovoltaici, mentre a partire dal 2029 dovranno esserlo tutti quelli residenziali di nuova costruzione.
In attesa di questa espansione, in Italia gli impianti fotovoltaici hanno già superato 1,3 milioni di installazioni, con un incremento nel 2022 del +158% rispetto all’anno precedente, portando la potenza installata cumulata a oltre 26 GW.
«I consumatori e l’ambiente sono oggi di fronte a una svolta win-win che passa dalla produzione di energia da fonti rinnovabili e dalle comunità energetiche. Gli impianti fotovoltaici, se realizzati correttamente anche dal punto di vista della sicurezza degli edifici, sono una soluzione utile e concreta nella lotta alla povertà energetica e nell’abbondono delle fonti fossili. Le amministrazioni locali sono chiamate a un ruolo attivo nel promuovere le CER e nel tutelare e valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico e privato», afferma Ovidio Marzaioli, vicesegretario Generale di Movimento Consumatori.
Tuttavia la presenza di pannelli fotovoltaici sui tetti aumenta sensibilmente il rischio di incendio. Gli ultimi dati disponibili del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco attestano circa 2.500 incendi in edifici con impianti fotovoltaici nel periodo 2002-2015. L’analisi ha evidenziato che il 51% degli incendi che si verificano sui tetti dotati di tali impianti è causato da guasti elettrici dei loro componenti. Tra questi, gli isolanti rappresentano una delle fonti di innesco più frequenti: è per questo che deve essere promosso l’utilizzo di materiali incombustibili. A rendere il quadro ancora più complesso, è la difficoltà per i Vigili del Fuoco di raggiungere la fonte di innesco e quindi di estinguere l’incendio.
«Un modo di abitare più sostenibile è possibile e raggiungere una maggiore indipendenza dai combustibili fossili è sicuramente la strada giusta. È tuttavia imprescindibile definire direttive chiare in Italia per soddisfare le scadenze fissate dall’Unione europea, implementando al contempo standard di sicurezza elevati: la normativa deve quindi necessariamente vietare l’utilizzo di materiale combustibile negli impianti fotovoltaici per minimizzare i rischi e garantire senza compromessi il benessere dei cittadini e l’integrità degli stabili», commenta Paolo Migliavacca, Business Unit Director Italy & East Adriatic di Rockwool, specializzata nella realizzazione di prodotti e soluzioni sostenibili in lana di roccia.
Movimento Consumatori e Rockwool, insieme a Confabitare, hanno lanciato un programma di dialogo con le istituzioni e gli organi di informazione per sensibilizzare sul tema della sicurezza antincendio attraverso la scelta di materiali e soluzioni progettuali sicuri e di qualità.
Realizzare porte d’ingressocoordinate con gli infissi è oggi possibile grazie a Schüco InClose, la nuova linea di pannelli in fibra di legno su misura e su disegno adatta alla realizzazione di porte, portoncini, porte blindate, con o senza inserti, vetrabili e non.
I pannelli Schüco InClose sono proposti in quattro differenti spessori (28, 36, 38 e 48 millimetri) e sono composti da uno strato termoisolante dalle alte prestazioni, costituito da una schiuma rigida PIR a celle chiuse, ricoperta su entrambi i lati con un rivestimento di gas impermeabile multistrato. A sua volta, la schiuma poliuretanica è racchiusa tra due strati di fibra di legno certificata FSC.
I pannelli Schüco InClose sono realizzabili nelle forme e nelle finiture già disponibili a
catalogo, oppure possono essere richiesti con disegni e pattern totalmente personalizzati su progetto.
La gamma di colori e texture è molto ampia e permette di scegliere tra le pellicole di rivestimento Choose Your Color e Choose Your New Color. Queste ultime sono state recentemente arricchite con le declinazioni Bianco materico e Nero materico ultra matt e le
pellicole effetto legno Woodec Turner Oak Walnut e Chia che riproducono, in maniera
estremamente realistica, le tinte e le venature del materiale ligneo.
Resistenti agli agenti atmosferici e all’usura del tempo, le nuove pellicole si puliscono facilmente con il kit di pulizia Schüco EasyCare o con un detergente neutro, preservandone la bellezza per decenni.
Adatti anche per il rinnovamento di porte e portoncini preesistenti, i pannelli Schüco InClose sono garantiti 5 anni.
Gli escavatori rappresentano una grande opportunità per i fornitori di componenti per veicoli da lavoro. Sul mercato sono già presenti alcuni modelli di miniescavatori elettrificati. È l’opinione della società di consulenza Interactanalysis. Al momento, secondo uno studio condotta dalla società, i veicoli, compresi i diesel, i carrelli elevatori e i trattori hanno le spedizioni più elevate, con entrambi i segmenti che hanno visto oltre 2 milioni di veicoli spediti nel 2022.
Tuttavia, l’elettrificazione dei trattori è stata molto lenta, a causa, tra le altre cose, del ciclo di lavoro, dei costi, della disponibilità di modelli e della mancanza di infrastrutture di ricarica. Interact Analysis prevede che il 4% dei trattori a livello globale sarà completamente elettrificato nel 2030 e ci vorranno diversi anni per raggiungere anche solo l’1%. Un maggior numero di veicoli elettrificati riguarda invece i carrelli elevatori, che hanno dimensioni di mercato molto più promettenti. Questo continuerà a crescere costantemente da 1,2 milioni di carrelli elevatori elettrici venduti nel 2022 (63% delle vendite totali).
I rilasci di modelli elettrici sono invece più comuni per gli escavatori che per la maggior parte degli altri tipi di macchine fuoristrada. La tecnologia utilizzata negli escavatori potrebbe anche essere, almeno in parte, trasferibile ad altre macchine simili come bulldozer, terne e altri caricatori.
A Soave (Verona) l’assemblea annuale Anpe (Associazione Nazionale Poliuretano Espanso rigido) ha rinnovato le cariche sociali nominando i membri del nuovo consiglio direttivo. L’organismo è composto da Alberto Brozzi (Duna Corradini), Mattia Candeli (Isolmar), Luca Celeghini (Covestro), Alberto Crippa (Brianza Plastica), Franco Gabrieli (MOL Italia), Paolo Guaglio (Magma Macchine), Paolo Lusuardi (Ediltec), Claudio Marconi (Soprema), Marco Monzeglio (Tagos), Andrea Stefani (COIM), Massimiliano Stimamiglio (Stiferite), Giampaolo Tomasi (P3). Il collegio dei revisori dei conti è formato da Emanuele Barisoni (Evonik), Cristina Javarone (Momentive PMS), Alessandro Gallipoli (COIM), Gianmarco Malagò (Silcart). Il consiglio direttivo ha nominato presidente Massimiliano Stimamiglio e i due vice, Giampaolo Tomasi e Paolo Lusuardi.
I partecipanti all’assemblea Anpe
L’assemblea ha ha anche sottolineato l’importanza della partecipazione alle attività di normazione italiana ed europea, della rappresentanza istituzionale, della comunicazione tecnica rivolta principalmente a progettisti ed operatori del settore e dello sviluppo di progetti di ricerca tecnica ed applicativa condotti sia in ambito nazionale e sia in collaborazione con l’associazione europea Pu Europe.
Nel corso della riunione è stato dedicato anche un ampio spazio all’evoluzione del panorama normativo italiano ed europeo con una particolare attenzione agli ambiti della sicurezza, della sostenibilità, dell’efficienza energetica, che vede il nostro Paese chiamato ad affrontare la sfida della direttiva europea Nuova Epbd, che prevede edifici ad emissioni zero entro il 2050, e delle modifiche ai criteri del Regolamento Prodotti da Costruzione, che comporterà una sostanziale revisione delle norme armonizzate di prodotto che coinvolgono il settore.
Tra i temi affrontati anche l’avvio dei lavori del gruppo incaricato dell’organizzazione, nella primavera del 2024, della 6° edizione della Conferenza Nazionale Poliuretano Espanso rigido che rappresenta, con una frequenza biennale ed una sede itinerante, un significativo momento di incontro e di aggiornamento tra tutti gli attori che contribuiscono al miglioramento dell’efficienza energetica; dalle aziende del settore, al mondo accademico, professionale ed operativo.
I fondi europei del PNRR, pur tra tante polemiche e con qualche incertezza che può spingere a delle correzioni nei programmi ha già impegnato il 61% delle risorse per circa 178 mila progetti. Come gli investimenti per portare l’alta velocità nel Sud
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I manager di Grimaldi, rete che fa capo al gruppo Gabetti, investono sulla società di consulenza e servizi immobiliari con un buyout. In sostanza, acquistano da Gabetti le attività e si staccano dalla casa madre. Il management buyout di Grimaldi Immobiliare è al 100% . La nuova Grimaldi Holding per il 55% è in capo a ReValens, una newco di partecipazioni e investimenti di Pasquale Valenzano focalizzata nell’acquisizione di immobili ad alto rendimento e di società immobiliari, mentreil 45% è di proprietà di Esperia Investor, holding che investe in società in early stage ad elevato contenuto tecnologico con particolare riferimento al settore immobiliare e ai servizi finanziari, i cui soci fondatori sono Emiliano Di Bartolo e Antonio Ferrara.
Ambiziosi gli obiettivi di crescita della nuova società: nei prossimi tre anni l’azienda conta di raggiungere la quota di 250 uffici, di cui 30 Grimaldi Point e 20 Grimaldi Store (uno per regione) e di avviare nuovi dipartimenti, tra cui Grimaldi Agency, Grimaldi Luxury Rental e Grimaldi servizi Plus. Una presenza capillare sul territorio con la quale prevede di generare un fatturato aggregato di 10 milioni di euro.
Pasquale Valenzano ha sviluppato un nuovo modello di business per ampliare l’offerta, partendo dalla rete in franchising e creando due divisioni: Store e Point, con al loro interno professionisti specializzati nei settori ufficio, logistica, retail e capital market, che operano sinergicamente attraverso una collaborazione strutturata. L’obiettivo è creare un nuovo modo di fare business nell’immobiliare in Italia moderno e in linea con le esigenze delle varie tipologie di clientela. Questo ha portato Valenzano, Di Bartolo e Ferrara ad acquisire il controllo del marchio di proprietà del Gruppo Gabetti fondato oltre 40 anni fa e divenuto in Italia la prima rete immobiliare in franchising.
Antonio Ferrara
Spiega Valenzano, che ricoprirà il ruolo di ad e vice presidente di Grimaldi, marchio presente oggi in tutto il Paese con 190 Strutture: “Abbiamo scelto di avviare un percorso indipendente per proporre al mercato un innovativo e inedito concetto di azienda immobiliare. Attraverso le nostre agenzie in franchising, le nostre piattaforme, Store e Point, e grazie alla nostra specializzazione nella valorizzazione, gestione e intermediazione dei patrimoni immobiliari, saremo in grado di offrire assistenza al mercato residenziale e anche servizi di private real estate Advisory al mercato Corporate. Infatti, Grimaldi offre attività che ruotano intorno al settore finance, crowdfunding immobiliare ai servizi assicurativi e servizi tecnici”.
Aggiunge Antonio Ferrara, consigliere di Grimaldi: “Siamo estremamente soddisfatti per aver concluso questa importante operazione, lavoreremo per creare una rete di imprese e professionisti che metteranno a fattor comune talento e competenze. Grimaldi ha introdotto il franchising immobiliare in Italia nel 1980 e nasce come impresa familiare. Pensiamo che, guidati dalla nuova linea di business, questa sia l’impronta ideale da cui ripartire per far crescere il brand. Il nuovo management è composto da professionisti che vivono l’azienda da anni e credono fermamente in questo nuovo e sfidante corso”.
Emiliano di Bartolo
Conclude Emiliano Di Bartolo, Presidente della nuova società: “Siamo orgogliosi di questa nuova acquisizione che è centrale e strategica. La rete Grimaldi ha peculiarità che la rendono unica nel panorama del real estate italiano ed è sotto ogni punto di vista una vera eccellenza. Le sinergie che nasceranno tra la galassia di società già facenti capo o partecipate da Esperia Investor e Grimaldi Holding Spa creeranno grandissimo valore per tutti gli stakeholder. Punteremo su tecnologia ed innovazione, siamo certi che sarà un’altra storia di grande successo”.
Il nuovo modello di business di Grimaldi Franchising è concepito per valorizzare la rete di agenzie sul territorio così come la professione del consulente immobiliare che si evolve, per diventare una figura multidisciplinare e trasversale, capace di guidare il cliente e assecondarne le esigenze. La vicinanza al cliente è garantita anche attraverso il progetto di rafforzamento ed espansione capillare dei Grimaldi Store, strutture nate per colmare le distanze tra gli investitori istituzionali e le agenzie immobiliari, e che ha l’obiettivo di creare piattaforme immobiliari in linea con lo standing dei clienti istituzionali, proprio attraverso un’offerta integrata di servizi legati a settori come l’architettura, l’ingegneria, la finanza, la gestione e la dismissione di patrimoni immobiliari. Il presidio del territorio sarà consolidato anche dai Grimaldi Point, estensioni periferiche o satelliti degli Store, che con essi condividono filosofia e metodo operativo.
Davide Monari, che da un anno ricopre la carica di presidente del consorzio Dec, fa il punto sul consorzio e anticipa le prossime mosse.
Il 2022 è stato un anno eccezionale anche per il Dec?
Penso che il 2022 sia un anno difficile da eguagliare. È stato un anno eccellente con numeri veramente importanti.
Quali sono stati i settori che hanno spinto di più?
Il superbonus ha trainato tanto il mercato, quindi isolanti, collanti per cappotto, colore sono stati i settori più vivaci.
Ci sono aree geografiche che sono state più performanti di altre?
Dec copre 17 regioni in tutta Italia e tutti i magazzini hanno registrato e incrementi, mediamente tra il 35 e il 45%.
A livello di consorzio per il 2023, che trend sta emergendo?
I primi mesi del 2023 sono stati abbastanza buoni. Ci sono differenze tra le varie regioni e chi aveva ancora qualche lavoro con il superbonus sta continuando a fare buoni numeri. Diciamo che l’andamento è abbastanza lineare.
Qual è la forza del consorzio?
Il punto di forza è sicuramente fare gruppo, l’arma vincente per stare sul mercato, essere competitivi e affrontare la grande distribuzione. Ogni gruppo è diverso ma alla fine l’obiettivo è lo stesso. Il Dec offre agli associati il vantaggio di poter accedere a oltre 300 fornitori e la tutela della loro marginalità, distribuendo a fine anno premi importanti. Se un fornitore fa uno sconto, il magazzino edile lo riversa subito sul cliente per uscire con un prezzo più competitivo. La politica del Dec è differente: vende a un buon prezzo all’associato, ma non al minimo, e riserva il premio a fine anno. In questo modo quest’anno abbiamo distribuito premi 2022 per un totale di 17,7 milioni di euro. Non so quanti altri gruppi possano permetterselo.
Come vengono calcolati i premi?
Abbiamo un sistema di pesi per determinare i vari ristorni. Non è complesso, ma è molto molto impegnativo. Abbiamo un programma gestionale dedicato e quattro persone che si occupano tutti i giorni di registrare le fatture di acquisto dei singoli soci e applicare questa tabella dei pesi, determinando giorno per giorno i premi. Dopodiché a fine anno viene stilato un totale: ogni socio riceve il suo tabulato in cui sono riportati tutti gli acquisti mese per mese e i vari pesi applicati. La percentuale ritorno dei premi è tra il 9 e il 10%.
Dec raggruppa soci molto diversi tra loro: come si fa a tenerli insieme?
Il piccolo magazzino usufruisce degli stessi servizi del rivenditore più grande. È logico che quest’ultimo si appoggerà ai servizi e alla consulenza Dec in maniera più sistematica, ma entrambi sono trattati nella stessa maniera.
Com’è organizzato oggi il Dec?
Il consorzio conta cinque impiegati amministrativi, una persona che si occupa di aggiornare costantemente accordi, prezzi, fornitori sul sito, e quattro persone che operano nel settore commerciale, tra cui il nostro direttore generale Enrico Adinolfi. Infine, c’è un dipendente che si occupa di promuovere il consorzio presso eventuali nuovi soci.
Quanti soci ha ora il consorzio?
Ora abbiamo 210 consorziati. Abbiamo tre richieste di nuovi ingressi, ma la decisione finale è demandata al Cda. Per noi è importante avere all’interno del consorzio magazzini sani, che vogliono crescere e lavorare insieme.
Lei è entrato da un anno in carica come presidente del Dec: che obiettivo si è posto?
Sono entrato l’anno scorso proprio in aprile con un Cda completamente rinnovato. L’obiettivo che ci siamo dati è quello di migliorare la struttura organizzativa e abbiamo già apportato delle novità. Per esempio, ci siamo dotati di un sistema informatico di protezione sia per la posta elettronica che per il gestionale. Poi, abbiamo registrato il marchio Dec, cosa che finora non era mai avvenuta. Abbiamo assunto un nuovo commerciale e un’impiegata per dare più efficienza e strutture organizzativa al consorzio.
Ci sono dei servizi che intende potenziare?
Stiamo cercando proprio in questi mesi di sondare presso i soci la disponibilità a organizzare insieme ai fornitori eventi e meeting, sia in presenza che online, proprio per implementare il discorso della formazione. Non bisogna pensare solo alla vendita, ma anche ampliare le proprie conoscenze e la propria cultura personale, da trasferire poi anche al cliente finale.
Come si pone il Dec nei confronti dell’e-commerce?
In questi ultimi dieci anni l’e-commerce è sempre stato in crescita, ma nel settore edile ha difficoltà a sfondare. Sappiamo che il mondo va in questa direzione e ci siamo attivati per sondare la possibilità di collaborare con una piattaforma specializzata proprio nella vendita di materiali edili.
Ci sono altri progetti a breve-medio termine?
Vogliamo aumentare la nostra efficienza e ottimizzare la nostra struttura interna proprio per dare un servizio sempre migliore. Non abbiamo mire espansionistiche, ma l’obiettivo è continuare a crescere e strutturarsi in modo da poter offrire un servizio idoneo a tutti gli associati.
Massima conoscenza del territorio locale e straordinaria propensione al confronto e all’innovazione sono i punti di forza di Edilsette, rivendita edile di Massa Finalese, in provincia di Modena, attiva da più di 30 anni nel commercio al dettaglio e all’ingrosso di materiali, a cui aggiungono servizi di consulenza con sopralluoghi in cantiere e consegne a domicilio. Guidata da Davide Monari, che da un anno ricopre anche la carica di presidente del consorzio Dec, Edilsette si occupa anche della fornitura e posa di pavimentazioni da esterno in autobloccanti proponendo al cliente un servizio completo chiavi in mano.
Davide Monari, titolare Edilsette
Domanda. Quando è nata Edilsette? Risposta. Nel 1990, nel capannone che era stato precedentemente di proprietà di mio padre, titolare di un’impresa edile per più di 40 anni. Dopo essersi trasferito in un’altra sede e aver aperto successivamente un’impresa immobiliare, il capannone è passato a me e ho deciso di intraprendere la strada del magazzino edile. Ho quindi sistemato lo spazio e assunto dei dipendenti, e l’attività ha preso il via. All’inizio con l’aiuto di mio padre, poi in maniera autonoma, ho investito in questa attività e tre anni fa ho deciso di allargarmi, acquistando il terreno limitrofo dove ho costruito un altro capannone.
D. Di quanti metri quadrati coperti e scoperti disponete? R. In totale la nostra superficie è di 5.500 metri quadrati, di cui 1.500-1.600 coperti e gli altri scoperti.
D. Perché il nome Edilsette? R. Ho riflettuto molto su come chiamare l’azienda. Volevo evitare il cognome per non confondere il magazzino con l’impresa edile di mio padre. Dato che il sette è il mio numero preferito, ho deciso di chiamarla Edilsette.
PiazzaleMagazzino
D. Ci sono stati dei momenti particolari in cui l’azienda ha fatto un salto di fatturato? R. Dalla fine degli anni Novanta fino al 2006-2007, il fatturato di Edilsette è cresciuto in maniera esponenziale, perché il lavoro è aumentato costantemente. Erano gli anni del boom e c’era mercato per tutti.
D. Oggi qual è il vostro fatturato? R. L’anno scorso abbiamo fatturato circa 1,8 milioni di euro, un buon risultato considerando anche il nostro bacino. Noi lavoriamo prevalentemente nei comuni di Massa Finalese, Finale Emilia e San Felice sul Panaro, un mercato molto locale. I lavori fuori provincia rappresentano appena l’1% del fatturato e sono sempre con imprese del luogo. Quindi il nostro fatturato è molto alto rispetto alla zona in cui ci troviamo, un risultato reso possibile anche dai continui ampliamenti di gamma, fondamentali per riuscire a stare aperti anche negli anni di crisi dopo il 2008.
D. Quali sono le principali linee di prodotto che avete in magazzino? R. Oltre ai materiali edili pesanti come laterizi, inerti, cemento e colle, abbiamo introdotto le pitture e un tintometro, legname, pellet. Inoltre, abbiamo allargato la gamma dell’attrezzatura e inserito il servizio di noleggio con escavatori, betoniere, martelli pneumatici, trabattelli, vibrocompattatori, fresatrici, carotatrici. Sono tutti articoli che una volta non trattavamo e che abbiamo aggiunto man mano per allargare l’offerta e riuscire a restare competitivi, sopperendo alla flessione del comparto edile negli anni della crisi.
D. Quali sono i prodotti più richiesti? R. Con il superbonus 110% gli isolanti sono stati i protagonisti del mercato. Tutto ciò che riguardava cappotti, colle, rasanti, reti, tasselli, intonachini colorati, in questi due anni ha fatto da padrone. Adesso le dinamiche stanno un po’ cambiando: se prima eravamo diventati praticamente fornitori isolanti, ora stiamo tornando a essere magazzini edili a 360 gradi e anche i professionisti sono tornati a fare il loro lavoro, mentre prima si erano tutti concentrati sui cappotti.
D. L’attività di suo padre come impresario edile ha dato una mano nella selezione dei prodotti da tenere in magazzino? R. Sicuramente mi ha aiutato a capire, prima di altri, i servizi più utili alle aziende. Per esempio, il noleggio è stato inserito su suggerimento di mio padre già negli anni Novanta, quando neanche i magazzini più grandi offrivano questo servizio. Allora era riservato a martelli pneumatici e betoniere, ma era un servizio esclusivo che all’epoca non faceva nessuno. Mio padre poi conosceva il mercato e i materiali, quindi è stato di grande aiuto quando ancora stavo iniziando a conoscere il settore. Mi ha insegnato tanto, anche se non sono mancate le difficoltà. Come magazzino edile, infatti, mi ritrovavo a vendere anche ai concorrenti di mio padre, e questo ha creato non poche problematiche, che si sono poi risolte quando ha deciso di chiudere la sua impresa edile e aprire la società immobiliare.
Interno del punto vendita dedicato ad attrezzatura e abbigliamento da lavoro
D. Quando e perché ha deciso di aderire al consorzio Dec? R. Sono entrato in Dec nel 2008, ma ero interessato al progetto già da due anni. All’epoca i gruppi e i consorzi erano ancora una novità, per cui all’inizio ero un po’ titubante perché volevo capire meglio come funzionava. Con il senno del poi, devo dire che è stata una delle scelte migliori che abbia mai fatto: entrare nel Dec è stato fondamentale per sopravvivere nei momenti difficili e crescere, molto più di quanto avrei fatto da solo.
Prodotti a marchio Dec
D. Quindi, quali sono stati i vantaggi? R. Sicuramente i servizi. Innanzitutto, un consorzio come Dec tutela molto i ristorni che i singoli soci possono maturare con i contratti: quindi, senza cambiare nulla nella propria quotidianità, alla fine dell’anno il consorziato riesce a recuperare premi importanti, impossibili da ottenere in altro modo. Tralasciando l’aspetto economico, un consorzio come il Dec offre ai rivenditori la possibilità di comprare da oltre 300 fornitori di primo piano, magari difficilmente raggiungibili al di fuori del progetto associativo. In più, offre la possibilità di fare formazione, organizzando anche incontri con i fornitori, e un continuo confronto con gli altri soci, dislocati in 17 regioni d’Italia. Spesso mi capita di confrontarmi con altre realtà regionali e provinciali, e tra rivendite della stessa provincia capita anche di aiutarsi a vicenda, qualora dovesse mancare del materiale a magazzino.
D. Il consorzio è una risposta alla Gdo? R. No, il consorzio non è una forma di distribuzione organizzata, ma può essere vista come un’organizzazione di magazzini edili. È una risposta importante per crescere e sopravvivere in un mercato dove i grossi multipoint si allargano sempre di più. Un magazzino piccolo, se non è associato a un consorzio o a un gruppo, è destinato a chiudere.
D. Ci sono prodotti più richiesti nella vostra zona? R. Non direi. Le abitudini territoriali locali possono spostare di poco alcune vendite, ma tendenzialmente i prodotti sono gli stessi.
D. Che tipo di consulenza offrite ai vostri clienti? R. Riteniamo fondamentali il servizio e la consulenza come elementi di differenziazione rispetto alle strutture in cui viene offerto solo il prodotto. Quasi quotidianamente facciamo anche sopralluoghi in cantiere per capire come meglio intervenire. È sempre stato un valore aggiunto, specialmente per il privato, ma anche per le imprese e gli artigiani.
D. Chi sono i vostri principali clienti? R.Le imprese, a seguire gli artigiani e i privati. Abbiamo allargato la gamma anche all’utensileria e alla ferramenta proprio per andare incontro a una clientela privata in costante aumento.
D. Quali sono i marchi che danno più valore aggiunto in magazzino? R.Quelli più conosciuti dal mercato, perché qualificano il punto vendita, come Mapei, Velux, Saint-Gobain, Isover, aziende che anche chi non è del settore ha sentito nominare.
D. Negli ultimi anni com’è cambiato il cliente? R. È molto più esigente e meno tollerante, quindi è più difficile da accontentare. Paradossalmente è più informato, ma a volte le sue conoscenze sono sbagliate.
D. Qual è il cliente più difficile da trattare: il privato o l’impresa? R. Sicuramente il privato: trattandosi di casa sua, molto spesso cerca la perfezione. Certo, i lavori devono essere fatti per bene, ma i clienti privati a volte esagerano con la cura del dettaglio. È importante che ci sia collaborazione.
Tintometro
D. Dopo il vento in poppa dei bonus e superbonus, che cosa si aspetta? R. Mi aspetto di tornare a fare il magazzino edile. I bonus continueranno a esserci, ma non possiamo continuare a pensare che l’edilizia vada avanti solo grazie agli incentivi. Bisogna trovare un sistema di lunga durata per incentivare i privati a riqualificare le proprie abitazioni in maniera strutturale. Non possiamo vivere di fiammate perché portano danni: negli ultimi due anni con il superbonus i prezzi sono raddoppiati, se non triplicati. I prezzi sono andati alle stelle, non si trovava più materiale e si è lavorato male.
D. Come è organizzata la sua azienda internamente? R. Oltre a me, che gestisco un po’ di tutto, dai rapporti con i clienti e i fornitori ai sopralluoghi in cantiere, abbiamo un’impiegata amministrativa, due autisti e tre persone impiegate in magazzino. Disponiamo di un camion con gru di 22 metri e un camioncino più piccolo per le consegne.
D. Utilizzate programmi gestionali o software di gestione documentale? R. Abbiamo un gestionale dove archiviamo tutta la documentazione amministrativa e contabile, mentre tramite il consorzio abbiamo un altro programma per la gestione della parte commerciale con la possibilità di condividere i listini.
D. Quante ore dedicate alla formazione interna ed esterna? R. Specialmente nei primi anni abbiamo partecipato a numerosi corsi di aggiornamento organizzati dai fornitori per imparare e crescere sempre di più. Ogni tanto capita di organizzare insieme ai fornitori degli open day all’interno del magazzino in cui vengono presentati nuovi prodotti. Negli ultimi due anni queste attività si sono un po’ fermate perché è davvero mancato il tempo, ma adesso, anche attraverso il consorzio, stiamo riprendendo in mano il discorso della formazione.
D. Quali sono i vantaggi di questi open day? R. Molteplici. Sicuramente c’è un ritorno immagine dovuto alla collaborazione con marchi importanti. In più, i clienti che capitano in magazzino e si confrontano con i fornitori durante gli open day spesso si ricordano del prodotto presentato e lo chiedono successivamente. Sono giornate utili.
D. Che cosa si aspetta dal 2023? R. Questi primi tre mesi del 2023 sono partiti abbastanza bene, in linea con l’anno scorso, forse addirittura più di quanto le previsioni lasciassero sperare. In generale, si prevede un anno senza troppi scossoni. Anche se ci fosse una flessione, non possiamo certo lamentarci, poiché veniamo da un 2022 con incrementi fino al 40%.
Roverplastik presenta una nuova linea distintiva di soglie a taglio termico e gocciolatoiper serramenti in legno: prodotti distintivi ad alto valore aggiunto che combinano aspetto estetico, prestazioni e semplificano il montaggio per gli installatori
La nuova linea di gocciolatoi in alluminio per le finestre in legno proposta da Roverplastik beneficia della progettazione interna dell’azienda e si distingue per la clip con incastro a rotazione che permette di centrare la barra in alluminio sul traverso del serramento prima dello scatto, tutelando così la verniciatura delle parti in legno.
Le clip dei gocciolatoi sono più larghe e possono quindi essere montate in numero inferiore. Possono inoltre essere smontate, consentendo di rimuovere il gocciolatoio in caso di danneggiamento, procedura non sempre possibile con le soluzioni tradizionali.
I tappi laterali dei gocciolatoi sono realizzati in plastica semi-rigida: in questo modo l’aderenza del tappo al montante del telaio può essere fatta a interferenza, assicurando la tenuta tra gocciolatoio e montante. Il tappo, in continuità con il gocciolatoio, presenta la cava di incastro per la guarnizione che così può essere estesa a contatto con le guarnizioni montate al telaio a formare un perimetro di tenuta continuo.
Un’altra importante novità dei gocciolatoi riguarda il loro aspetto estetico: clip, gocciolatoi, tappi, e guarnizioni, oltre a bianco e argento, possono essere scelti in tinta assicurando uniformità alla vista.
Le soglie a taglio termico in alluminio per portefinestre in legno sono proposte in due versioni: con taglio termico tradizionale in poliammide a giuntare i profili di alluminio interno ed esterno, o interamente in ABS, con cover in alluminio interna ed esterna.
Entrambe le versioni combinano vantaggi dal punto di vista estetico: in una per l’argento vi è l’abbinamento colore tra alluminio e ABS; nell’altra versione la guarnizione, una volta montata, va a nascondere il profilo in poliammide nera. Nella versione in ABS è stata, inoltre, implementata la disponibilità di una cover interna a scatto applicata per parificare il livello rispetto ai riscontri della ferramenta, sempre con il vantaggio del colore su colore, a ulteriore beneficio dell’estetica.
Grande attenzione da parte di Roverplastik anche relativamente al montaggio delle soglie con taglio termico. Il fissaggio della soglia al montante in legno è assicurato da una turbo-vite auto-forante e un inserto telescopico brevettato che, in un solo passaggio, consentono il fissaggio dell’elemento soglia al legno senza tensione alcuna, velocizzando il processo di installazione.
Per entrambe le versioni sono state studiate anche viti auto-foranti ed è stata progettata la parte in allumino interna della soglia in modo che il fissaggio dei riscontri possa avvenire senza il pre-foro.
Le due nuove versioni di soglie a taglio termico sono progettate con la parte interna predisposta per l’inserimento di una barretta in alluminio che rinforza il serramento e rende possibile l’installazione di una ferramenta antieffrazione.
La realizzazione di costruzioni sempre più termoisolate dall’esterno rende difficile lo smaltimento in maniera naturale del vapore acqueo che tende a condensare sulle strutture più fredde come per esempio le pareti perimetrali. Si rende quindi indispensabile una corretta ventilazione dell’abitazione così da spingere l’umidità in eccesso verso l’esterno ed evitare la formazione di condense.
Fino ad oggi la pratica più comune per il ricambio dell’aria all’interno dei locali consisteva nell’apertura dei serramenti. Oltre a comportare un enorme dispendio energetico, oggi quest’abitudine è resa difficile da ritmi di vita frenetici. A questo va aggiunto che i serramenti, sempre più performanti, se da un lato consentono un considerevole risparmio di energia per il riscaldamento degli ambienti, dall’altro limitano ulteriormente la naturale circolazione dell’aria.
A differenza di un sistema di ricircolo dell’aria naturale, il sistema di ventilazione meccanica controllata ci fornisce sempre la giusta quantità d’aria nuova, regolando il suo funzionamento in base alle diverse circostanze ed attività svolte dalle persone all’interno delle abitazioni, controllando l’aria in entrata attraverso un sistema di filtraggio che evita di introdurre inquinanti dall’esterno e consentendoci di vivere in un ambiente sano.
La ventilazione meccanica controllata permette di gestire fattori come temperatura, umidità e inquinanti presenti nell’aria, prevenendo la formazione di condense superficiali e interstiziali ed evitando sgradevoli muffe.
I sistemi di ventilazione meccanica controllata di FIV migliorano il benessere, permettendo di vivere in ambienti salubri, grazie a corrette condizioni termo-igrometriche e una significativa riduzione degli inquinanti.
Recupera Fan
Recupera Fan è un’unità di estrazione dell’aria a bassissimo consumo energetico, ideale per la ventilazione continua di ambienti di piccole/medie dimensioni. È adatta per estrarre l’aria direttamente all’esterno o attraverso una breve canalizzazione lineare.
Funzionamento dell’unità Recupera Fan
Recupera Fan funziona continuamente alla velocità minima selezionata attraverso dei jumper con 6 differenti velocità minime oppure in modo costante. La funzione Boost prevede il funzionamento alla velocità massima e viene attivata attraverso un interruttore identificato con un led. Inoltre, l’unità Recupera Fan è provvista di un circuito con sonda di rilevazione dell’umidità che ne varia la velocità quando l’umidità supera la soglia massima impostata.
Recupera One / One S
Recupera One e Recupera One S sono unità di ventilazione meccanica controllata decentralizzata a singolo flusso alternato con recupero di calore a bassissimo consumo energetico. Si tratta di un sistema ideale per ambienti di medio/grandi dimensioni come per esempio soggiorni e stanze da letto. Per un migliore bilanciamento dei flussi sono generalmente utilizzati in coppia con altre unità e con flussi sincronizzati tra loro.
Funzionamento dell’unità Recupera One / One S
Recupera One e Recupera One S espellono l’aria per circa 70 secondi per poi invertire la direzione ed immettere aria nuova per lo stesso periodo di tempo. Quando l’aria riscaldata viene convogliata verso l’esterno, riscalda lo scambiatore di calore ceramico; quando l’aria fredda viene immessa all’interno, essa viene pre-riscaldata, recuperando l’energia termica che altrimenti verrebbe persa durante il processo di ventilazione. Quando le unità, come consigliato, sono utilizzate in coppia, devono essere sincronizzate in modo che quando una estrae l’altra immetta aria, e viceversa.
Il nuovo sistema di rivestimenti decorativi Allover di San Marco si compone di tre prodotti studiati per creare continuum monocromatici tra pavimenti, soffitti e pareti caratterizzati da un effetto semi opaco e privo di giunte.
Allover Base, Allover Finish e Allover Top sono i prodotti monocomponenti all’acqua che danno vita al sistema, realizzando superfici dall’aspetto liscio e compatto in soli 2 millimetri di spessore e lasciando ampio margine di personalizzazione a seconda del grado di finitura che si desidera ottenere.
Allover Base, in pasta spatolabile, crea un resistente fondo ancorante e consente di creare eleganti decorazioni testurizzate grazie a un’adesione diretta sui materiali di sottofondo; Allover Finish riduce la porosità dei supporti conferendogli un aspetto più minimalista. Con un ultimo tocco dal finish semi opaco, infine, la vernice trasparente Allover Top infonde loro proprietà idrorepellenti, anche contro liquidi caldi, e protettive, in caso di contatto con sostanze normalmente utilizzate in ambiente domestico e ristorativo.
Il sistema Allover permette di ottenere un alto grado di copertura e libera la posa dalle complesse e onerose preparazioni dei supporti e dai costi di demolizione. Applicabile con pochi passaggi direttamente sulle superfici più comuni come piastrelle, massetti, cartongesso e intonaci cementizi, risulta ideale in soggiorni, cucine, bagni e lavanderie. È inoltre la soluzione perfetta per proteggere i mobili e le pareti più esposte a schizzi d’acqua o macchie, come le parti retrostanti alla zona cottura e al lavello.
Flessibilità, semplicità di pulizia e idoneità al riscaldamento a pavimento rendono questo sistema altamente performante sia in ambito residenziale, sia in locali commerciali e wellness.
Disponibile in 23 diverse tonalità di colore, il sistema Allover non solo consente di dare agli interni carattere e personalità secondo le tendenze contemporanee, ma anche di renderli luoghi sicuri e salubri: tutti i suoi prodotti sono infatti certificati da Eurofins Indoor Air Comfort e sono in classe A+ per le ridotte emissione di VOC nell’aria.
Si è concluso venerdì 9 giugno 2023 il primo appuntamento dei Safety Days, l’evento di Wienerberger Italia dedicato al tema della Cultura della Sicurezza, giunto alla sua terza edizione. Organizzato presso lo stabilimento di Bubano (Bologna), nel mese di settembre verrà replicato anche negli altri tre stabilimenti produttivi: Gattinara (Vercelli), Villabruna di Feltre (Belluno) e Terni.
Per l’occasione hanno presenziato numerosi ospiti ed autorità, tra cui il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e il Sindaco di Mordano Nicola Tassinari.
«I Safety Days sono una delle strategie che Wienerberger mette in campo per salvaguardare la sicurezza e la salute dei propri dipendenti. Lo scorso anno il tema principale della giornata era la gestione delle emergenze, quest’anno invece il filo conduttore è il lavoro in team, che fondamentalmente significa essere in grado di portare a termine un obiettivo comune, anteponendo l’importanza e il benessere del gruppo ai propri bisogni individuali, cercando inoltre di valorizzare le diverse caratteristiche di ogni singola persona coinvolta», spiega Pietro Vandini, HSE Country Manager di Wienerberger Italia. «La capacità di lavorare in gruppo è un elemento cardine in ambito Safety perché, in azienda, non siamo dei singoli elementi all’interno di un semplice contesto lavorativo ma bensì gruppi di persone in un contesto sociale, che devono essere in grado di collaborare per migliorare la sicurezza del proprio luogo di lavoro».
Investire nella sicurezza per Wienerberger significa innanzitutto dotare i propri stabilimenti di tutte le protezioni e precauzioni possibili, dando massima importanza alla tutela della salute dei propri lavoratori. I Safety Days rappresentano un importante momento di informazione e formazione pratica, con l’obiettivo di sensibilizzare ulteriormente il personale Wienerberger e incentivare un miglioramento continuo per quanto riguarda le condizioni di sicurezza e salute. Questo evento comporta la chiusura dello stabilimento produttivo e degli uffici (e, di conseguenza, lo stop delle vendite) per un giorno intero.
«Durante questi Safety Days vogliamo mandare un messaggio molto chiaro: l’azienda pone la sicurezza davanti a tutto, tanto da chiudere per un giorno intero produzione e vendite. Non siamo solo lavoratori e lavoratrici, siamo prima di tutto persone, e dobbiamo tutelare la nostra salute e sicurezza, insieme», conclude Vandini.
Con la riforma del Codice degli Appalti oltre il 98% dei lavori pubblici saranno assegnati senza gara. Una novità che sveltisce le decisioni delle amministrazioni locali. Ma che rischia di favorire gli amici degli amici senza una concorrenza
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Meno ostacoli per realizzare i lavori di Comuni, Province, Regioni e, in generale, da committenti non privati. Le regole del nuovo Codice degli Appalti sono, nelle intenzioni, un via libera per sveltire gli iter. Ma il prezzo è la mancata trasparenza delle assegnazioni
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