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Umidità di risalita: cause e soluzioni

umidità risalita

La presenza di umidità di risalita, derivante da risalita capillare, costituisce ancora oggi un problema particolarmente insidioso. Una questione che pone seri motivi di riflessione per il deterioramento dei materiali e per la salubrità degli ambienti interni e quindi per il benessere abitativo.

Per comprendere il fenomeno occorre fare alcune considerazioni preliminari sulle cause di infiltrazione e assorbimento d’acqua, dipendenti da situazioni meteorologiche e ambientali, e sugli effetti dei materiali da costruzione soggetti a deterioramento.

Procedendo per ordine, dobbiamo considerare l’acqua come elemento causale degli effetti che tendono a manifestarsi nelle strutture per la presenza di umidità e condense, riconoscibili nel tempo con la formazione di efflorescenze, muffe e spore. Una condizione che non interessa solo i vecchi edifici, ma anche quelli di più recente costruzione, perché il contatto con acqua è inevitabile sia per i fenomeni metereologici sia per le condizioni ambientali.

Nel primo caso ci riferiamo ad acqua caduta dall’alto, quindi per infiltrazione e assorbimento nelle strutture murarie, nel terreno e nelle fondazioni.

Nel secondo, per risalita dal basso, ovvero per assorbimento e capillarità delle fondazioni, o ancora per la combinazione di entrambe le condizioni. Per comprendere meglio il meccanismo a cui sono sottoposte le strutture a contatto con acqua è opportuno richiamare alcuni principi sullo stato fisico dell’acqua e sulla porosità caratteristica dei materiali da costruzione.

muro umido

Tre stati in natura

L’acqua in natura è riconoscibile in uno dei tre stati tipici in relazione alla temperatura alla quale sono sottoposte le molecole che la compongono: liquido, solido o gassoso. È il passaggio da uno stato fisico all’altro che determina il cambiamento, e il fenomeno dell’umidità è una delle conseguenze.

Quando dallo stato liquido l’acqua evapora, per innalzamento della temperatura, si ha una risalita capillare nelle strutture murarie a contatto con il terreno. Quando da aeriforme l’acqua passa allo stato liquido, per diminuzione della temperatura, si ha la formazione di condense superficiali sulla parte interna delle murature.

L’identificazione di questi passaggi permette di riconoscere l’origine del fenomeno e compiere un primo passo per intervenire sulle cause e non sugli effetti.

Nel primo caso il fenomeno è visibile per la presenza di umidità nei muri e la conseguente formazione di efflorescenze saline, con il deterioramento degli strati superficiali e nei casi estremi anche con danni strutturali.

Nel secondo, si avverte un aumento dell’umidità relativa presente nell’aria dei locali interni, con la presenza di condense sulle superfici murarie e sui vetri in corrispondenza dei ponti termici (condensa superficiale) o negli strati anche più interni della muratura (condensa interstiziale) e la conseguente formazione di muffe e spore incompatibili con il benessere fisico.

Entrambe le condizioni, pur con origini opposte sullo stato fisico dell’acqua, determinano un problema che riproduce effetti simili per la formazione di umidità. L’acqua, uno dei beni preziosi dell’umanità, nel mondo delle costruzioni può diventare un problema per i manufatti costruiti e per la salute e il benessere abitativo più in generale.

La risalita capillare

Per comprendere meglio i meccanismi che determinano la risalita capillare è utile considerare la presenza nel sottosuolo di acqua meteorica, che si distribuisce per assorbimento, impregnando per contatto sia il terreno che le fondazioni.

L’acqua si mantiene allo statoMuro esterno umido liquido a una temperatura minima di 4 gradi, ma con l’innalzamento della temperatura si innesca il processo di risalita capillare (stato di evaporazione) che dalle fondazioni, se non adeguatamente isolate, raggiunge la struttura muraria.

La risalita può proseguire oltre la quota del pavimento per un’altezza variabile secondo l’assorbimento, impregnando l’intonaco e la finitura superficiale, generalmente con effetti visibili di esfoliazione che evidenziano il processo di degenerazione interno. Un effetto che prosegue nel tempo e può diventare irreversibile in assenza di interventi di risanamento e di eliminazione delle cause se possibile.

La compromissione degli strati profondi dell’intonaco può provocare deterioramento anche della malta di allettamento che lega il manufatto murario e, nei casi estremi, determinare anche potenziali danni strutturali. Se lo strato superficiale è impermeabile o scarsamente traspirante (pittura idrorepellente o rivestimento plastico), il fenomeno di esfoliazione nasconde un problema ben più grave che risiede negli strati interni già deteriorati.

Alcuni materiali di finitura non traspiranti (strato impermeabile) sono incompatibili con le caratteristiche di porosità della struttura muraria (supporto permeabile) e impediscono il passaggio del vapore acqueo, che resta confinato negli strati interni causandone la decoesione.

Tecnologie e materiali

Il cambiamento dei materiali e le nuove tecnologie hanno trasformato il settore delle costruzioni anche nella manutenzione e nel recupero dei manufatti storici. Ma il problema dell’umidità nelle murature è ancora presente e insidioso. Proviamo allora ad analizzare alcuni aspetti importanti per comprendere meglio cause ed effetti della risalita capillare:

  1. L’introduzione storica del cemento in sostituzione della calce, soprattutto per gli intonaci, ha innescato reazioni diverse nei manufatti a contatto con acqua
  2. I materiali componenti le strutture murarie presentano normalmente alta porosità, generalmente superiore a quella degli intonaci e soprattutto delle finiture superficiali spesso impermeabili, con il risultato che all’assorbimento capillare non corrisponde una corretta evaporazione
  3. I sali minerali idrosolubili presenti nel terreno, in prossimità delle fondazioni, nella fase di risalita capillare si combinano con quelli già presenti nei materiali e nei leganti idraulici aumentando il processo di deterioramento

Calce o cemento

Nel settore edilizio è frequente il dilemma tra cemento o calce. Si tratta di due materiali diversi, pur avendo la medesima origine. In realtà si prestano per usi differenti anche se spesso coincidono.

Parliamo di leganti idraulici, ovvero quelli che fanno presa con acqua anche in assenza di ossigeno. Entrambi i leganti provengono dalla cottura di rocce calcaree ad alto contenuto di carbonato di calcio, ma si differenziano per il grado di cottura. Le calci sin dall’antichità erano cotte nelle calchere a circa 900 gradi, mentre i cementi si ottengono con cotture a temperature molto più elevate di circa 1250-1500 gradi, dove avviene la completa fusione con la trasformazione in clinker. Ma questo procedimento si è reso disponibile solo con le nuove tecnologie degli altoforni nell’Ottocento.

La differente temperatura di cottura, semplificando, determina nei cementi maggiore coesione delle particelle e quindi minore porosità mentre, al contrario, le calci risultano più porose e meno tenaci. Anche la resistenza meccanica è diversa, maggiore nei cementi e
minore nelle calci. Questo non deve far pensare che i prodotti a base calce siano meno indicati di quelli contenenti cemento: dipende dalle caratteristiche dei manufatti e degli interventi.

In linea di principio, per impieghi strutturali i cementi risultano più idonei al confezionamento di materiali resistenti come calcestruzzi e cementi armati, mentre le calci possono essere preferibili per la realizzazione di intonaci e stabiliture in particolare su manufatti storici, data la maggiore porosità. Le calci idrauliche, proprio perché naturali (Nhl), sono dotate di una porosità caratteristica molto efficace e una bassa reazione salina.

Inoltre, risultano prodotti sostenibili idonei per opere di bioedilizia. Questo vale in termini generali senza dimenticare che le malte idrauliche per allettamento e intonaco a base di calce sono utilizzate da secoli e molte opere sono ancora esistenti.

Porosità dei materiali

È importante conoscere la struttura igroscopica, ovvero la porosità di un materiale, per comprenderne il grado di assorbimento. La porosità caratteristica è l’insieme degli spazi vuoti rispetto al volume totale o meglio l’insieme dei pori che possono essere riempiti dall’acqua ed essere permeabili all’aria. Pori di grandi dimensioni rendono il materiale meno coeso e più permeabile facilitando il passaggio dell’acqua. Al contrario, pori molto piccoli ne impediscono il passaggio.

I pori possono essere classificati per dimensione in micropori (con diametro fino a 0,002 millimetri), mesopori (con diametro tra 0,002 e 0,05 millimetri) e macropori (con diametro
superiore a 0,05 millimetri). Questa distinzione permette di valutare l’altezza di risalita dell’umidità nel passaggio dell’acqua dallo stato liquido ad aeriforme.

L’altezza di risalita capillare dipende infatti dal tipo di materiale e dalla dimensione dei suoi pori. Materiali caratterizzati da micropori subiscono maggiore altezza di risalita con minore velocità, mentre materiali con pori di dimensione superiore presentano altezze di risalita minori con maggiore velocità. Quindi, è la porosità caratteristica di un materiale che determina velocità e intensità di imbibizione e quindi di altezza della risalita capillare.

Sali idrosolubili

I materiali contenenti cemento (malte e intonaci) in presenza di forte umidità e a basse temperature, soprattutto in fase di presa, tendono a rilasciare una quantità di calce libera in parte solubile in acqua.

L’evaporazione dell’acqua favorisce la reazione della calce con l’anidride carbonica presente nell’aria determinando il deposito di sali nei pori e iniziando un’azione corrosiva. Un fenomeno che si verifica nei materiali da costruzione in fase di asciugatura e maturazione e
anche successivamente se esposti all’acqua meteorica senza protezione superficiale. A ciò si deve aggiungere l’acqua presente nel terreno a contatto con le fondazioni che in fase di risalita capillare esercita un’ulteriore azione corrosiva.

L’acqua di per sé non è corrosiva, ma la combinazione con i sali minerali presenti nel terreno in forma idrosolubile, nella risalita per capillarità, si accumulano nei pori del materiale. Con l’innalzamento della temperatura si verifica la fase di evaporazione, un aumento della pressione e del volume dei sali e la conseguente rottura dei pori e, quindi, il deterioramento del materiale. L’effetto finale è l’espulsione dei sali sotto forma di cristalli verso gli strati più esposti. Sono le cosiddette efflorescenze, ovvero i cristalli di sale responsabili della rovina dei materiali.

Nella maggior parte dei casi possiamo affermare che i cristalli sono prevalentemente costituiti da carbonato di calcio, ma a volte anche da cloruri, solfati o nitrati. Meno frequenti sono, invece, i cristalli di nitrato di potassio, comunemente conosciuti con il termine di salnitro, che si manifestano in condizioni particolari con una concentrazione di ammoniaca ossidabile derivante da sostanze azotate in decomposizione.

Le causeMuro scrostato

Il problema della risalita capillare, con il deterioramento degli strati di intonaco e delle finiture superficiali, rappresenta una questione da non sottovalutare e possibilmente da affrontare prima di una compromissione irreversibile.

Ogni caso deve essere valutato con estrema attenzione prima di adottare qualunque soluzione. Maggiori sono le informazioni sulle caratteristiche delle fondazioni, delle murature, dei materiali e del terreno e più accurate e dettagliate possono essere le valutazioni per la ricerca della migliore soluzione tecnologica.

In linea di principio possiamo considerare opportune la seguente procedura:

  • La prima indagine può essere visiva con l’osservazione delle aree più interessate dai fenomeni di umidità per efflorescenze saline ed esfoliazioni superficiali
  • La successiva valutazione può essere eseguita con procedimento meccanico per campionare e analizzare la stratigrafia della muratura, identificando i materiali della struttura (mattoni, pietra, calcestruzzo), degli intonaci (a base di calce o cemento) e dei prodotti di finitura superficiale (rivestimenti polimerizzati, idropitture, elastomeri)
  • La verifica delle fondazioni è importante per sapere se risultano isolate rispetto alla struttura muraria e in quale stato di conservazione o se, invece, non sia presente alcuna opera di difesa impermeabile contro la risalita capillare
  • La conoscenza delle caratteristiche del terreno può essere utile per valutare la qualità e la quantità dei sali presenti da confrontare con quelli contenuti nelle efflorescenze

I test diagnostici disponibili possono essere molto efficaci con l’ausilio di strumenti specifici come igrometri a contatto per calcolare la percentuale di imbibizione dei materiali, termometri a infrarossi per misurare la temperatura della superficie muraria, igrometri ambientali per valutare la percentuale di umidità relativa nell’aria interna dei locali, termocamere a infrarossi per analizzare le aree di maggiore umidità e i ponti termici, tester per evidenziare la composizione chimica dei sali idrosolubili.

Ulteriori indagini scientifiche diventano eccessive e dispendiose in edilizia convenzionale, mentre risultano importanti negli interventi di restauro su murature storiche con affreschi pittorici di rilevante importanza artistica, laddove la perfetta conoscenza di ogni dettaglio diventa importante se non indispensabile.

Le soluzioni

Negli interventi di edilizia civile si possono riprendere alcune tipologie di intervento più o meno invasive per limitare il fenomeno della risalita capillare, ricordando che non esiste una soluzione unica per tutti i mali.

Taglio della muratura

È un intervento meccanico particolarmente invasivo che mira a isolare la fondazione, ma è difficile calcolare con precisione la possibile compromissione statica della struttura. Una pratica utilizzata in passato0 ma oggi caduta in disuso e in contrasto con le norme vigenti in materia di sicurezza e stabilità antisismica.

Barriera chimica

È un intervento chimico, non particolarmente invasivo, per realizzare uno sbarramento orizzontale della muratura e isolare la fondazione, attraverso una serie di iniezioni con prodotti idroespansivi di derivazione silossanica. Efficace, ma difficile assicurare con estrema precisione la totale occlusione per numero, sequenza e profondità dei fori di iniezione.

Deumidificazione elettrofisica

È un intervento basato su tecnologia elettronica mediante installazione di apparecchiature, generalmente di modeste dimensioni, a impulsi mono o multifrequenza in grado di generare
un campo elettromagnetico interno alla muratura, per ostacolare il movimento delle molecole d’acqua responsabili della risalita capillare.

Elettrosmosi attiva

È un intervento piuttosto complicato basato sul principio della elettroforesi mediante installazione nelle murature di due cavi orizzontali a quota differenziata alimentati a corrente continua, dotati di elettrodi a carica negativa (catodo) posizionato in basso e positiva (anodo) in alto. La differenza di quota permette di generare un campo di opposizione in grado di spingere le particelle d’acqua verso il polo negativo (in basso) limitando quindi la risalita. Il sistema ha una funzione limitata in quanto agisce esclusivamente con materiali contenenti silicio.

Il risanamento

Calce cemento

L’intervento di risanamento degli intonaci è quasi sempre necessario in affiancamento, ma anche in assenza, di altre opere di controllo dell’umidità di risalita. Il risanamento degli strati compromessi e deteriorati, con il rifacimento completo degli intonaci, contribuisce comunque a limitare la formazione di umidità, anche senza modificare le cause, ma controllandone gli effetti.

Il principio è quello di assorbimento rapido delle molecole d’acqua e di rilascio graduale del vapore acqueo. Una questione fisica basata sull’allontanamento del cosiddetto punto di condensa, che deve risultare esterno alla sezione muraria.

Il calcolo preventivo mediante diagramma di Glaser permette di prevedere lo spessore dei materiali da risanamento considerando il luogo climatico dell’intervento, la stagionalità, la stratigrafia della struttura muraria e la porosità specifica dei materiali da impiegare. Senza entrare nel merito delle metodologie di calcolo riprendiamo le fasi di intervento.

Asportazione degli strati deteriorati. La preparazione del supporto è indispensabile per il risanamento degli strati di materiale compromesso dalla risalita capillare ed inizia con l’asportazione del materiale di finitura e degli strati di intonaco, fino al raggiungimento della struttura muraria sana (mattoni, pietra o calcestruzzo), verificando anche la stabilità della
malta di allettamento.

Risanamento degli intonaci di calce

Nel rifacimento di vecchi manufatti in pietra o mattone pieno, con malta di allettamento a base di calce idraulica, è bene utilizzare intonaci e finiture compatibili della medesima
natura, ovvero calce idraulica naturale (Nhl) secondo il ciclo previsto con granulometrie e alta porosità nei primi strati e finiture colorate di superficie traspiranti, come pitture a calce o rivestimenti minerali ai silicati, evitando prodotti a elevato contenuto di polimeri sintetici che possano alterare il passaggio di vapore per traspirabilità.

Risanamento degli intonaci di cemento

Nel rifacimento di murature di più recente costruzione (blocchi in calcestruzzo, cemento armato, prefabbricati) possono essere efficaci gli intonaci micromacroporosi a base di cemento, in grado di assorbire acqua ed essere permeabili all’aria. Anche la finitura superficiale deve essere compatibile con l’intonaco.

Quindi, sufficientemente permeabile all’aria per permettere il passaggio di vapore dall’interno della muratura e in grado di frenare la molecola dell’acqua meteorica dall’esterno per contribuire all’effetto risanante.

È importante precisare che gli interventi di risanamento sarebbe opportuno eseguirli prima che gli effetti del deterioramento possano interessare tutti gli strati, dalla finitura agli intonaci, e arrivare a compromettere anche la parte strutturale della muratura.

È buona norma, quindi, non sottovalutare i primi segnali di rigonfiamento e/o esfoliazione della finitura superficiale per evitare interventi più invasivi e costosi.

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È l’ora di prepararsi alla bella stagione, novità per l’outdoor

Outdoor

Giardini, terrazzi, balconi: è già l’ora di prepararsi alla bella stagione con nuove soluzioni per rendere gli ambienti esterni piacevoli e resistenti anche alle pazzie del meteo. Dal pavimento all’arredo: ecco le proposte delle aziende del settore per l’outdoor

Manca poco alla fine dell’inverno e i preparativi per riorganizzare balconi, terrazzi e giardini sono letteralmente alle porte, con tante sfumature di green.

Già, perché non è stato solo il 2020 (che ci ha tenuti rinchiusi fra quattro mura a doppia mandata) che ha fatto riconsiderare il privilegio di possedere uno spazio esterno dove respirare ma, anche e soprattutto, i cambiamenti climatici e la necessità di adottare uno stile di vita più sostenibile hanno fatto riscoprire l’importanza dello stare a contatto con la natura.

L’outdoor, il nostro spazio esterno, deve essere quindi un’oasi verde che sia però l’estensione della casa. Un altro locale, una comfort-zone, dove si respira ossigeno.

E dove stare in mezzo al verde, anche in città e circondati dal cemento. Un global trend che sarà ancora il protagonista di questo 2024.

Il trend

Il trend della esigenza di ammodernamento per gli esterni è stato graduale dall’anno della pandemia ed è in continua crescita, tanto da diventare uno dei main theme del Salone del mobile 2024, che si svolgerà in aprile: l’arredamento di giardini, terrazze, balconi e patio hanno subito un’importante rivoluzione. Così come tutta la filiera che gravita attorno all’outdoor.

Il che significa più lavoro per tutti gli esperti dei tanti settori: dai produttori di materiali, ai costruttori, agli architetti, ai designer, agli artigiani che hanno dovuto adattarsi in fretta alla crescita di una nuova domanda, diventata via via più insistente e soprattutto esigente e variegata sotto diversi punti di vista.

Anche grazie al bonus giardini e terrazzi promosso negli scorsi anni per incentivare il verde soprattutto nei condomini, i consumatori hanno alzato la posta, magari con la ricerca del pavimento giusto, non solo esteticamente bello e in abbinamento con l’interno, ma di un materiale particolare, resistente ai cambiamenti climatici degli ultimi anni così intensi. Un arredamento bello e versatile per passare all’esterno momenti di svago e puro relax, ma che sia duraturo nel tempo e facile da spostare.

Luci a led o illuminazione alimentata da pannelli solari, per un’atmosfera suggestiva, senza sprechi di energie.

Outdoor
La proposta di Keope

Urban gardening

Il protagonista assoluto di quest’anno sarà il verde: urban gardening è già diventata la parola d’ordine.

Non solo nei giardini, dove è ovvio che ci sia la libertà di scatenare la fantasia, ma anche balconi e terrazzi che, nonostante abbiano spazi limitati e niente terreno, riservano un potenziale pressoché infinito per diventare angoli di paradiso per fornire benessere e, soprattutto, ossigeno. Un fiorire graduale quindi, per sbocciare in primavera. E si inizia proprio adesso.

Estensione dell’indoor

Un’altra stanza della casa: ecco qual è la nuova destinazione per portici, balconi e terrazzi. L’esterno deve essere un prosieguo, una continuazione dell’arredamento interno, in tutto e per tutto, con stili adatti a qualsiasi esigenza.

A partire da tavoli e divani, per creare un’atmosfera rilassata, dove si potranno godere momenti di spensieratezza: pranzi, cene e aperitivi, seduti comodamente, vivendo un arredamento di comfort come se fosse quello del proprio salotto. Colori naturali o pastello il trend del 2024, per rilassare sguardo e mente, complici insieme a un’illuminazione suggestiva, per avere l’atmosfera giusta.

E cascate di verde, per respirare un’aria nuova: piante, essenze, fioriere che possono diventare piccoli orticasa celli, così da avere letteralmente a chilometro zero gli ingredienti necessari per completare un ottimo pasto da consumare all’aperto e creare una barriera fra la propria casa e lo smog della vita quotidiana, soprattutto per chi abita in città.

I materiali

Pavimento e arredamento devono avere caratteristiche particolari: essere resistenti, ma anche amici dell’ambiente. Una scelta timeless è quella del gres porcellanato, Ma si può optare anche per listelli in legno (che può essere anche riciclato), oppure laminati, piastrelle in cotto e in pvc, a patto però che siano resistenti, specialmente all’acqua e all’umidità, possibilmente composti da materiali drenanti.

E robusti, per non essere scalfiti dalle intemperie, che a oggi diventano sempre più intense e di conseguenza dannose, basti pensare alle bombe d’acqua e alle violenti grandinate dell’estate appena passata.

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Quello che offre ragno

I pavimenti

Tante le aziende che si occupano della superficie calpestabile: come Mapei, con le sue alternative di isolamento e resistenza d’eccellenza.

Ma anche Granulati Zandobbio, punto di riferimento della produzione di prodotti legati al mondo dell’architettura del paesaggio per pavimentazioni in pietra sinterizzata, gres porcellanato e pietra naturale, rivestimenti, monoliti e prodotti decorativi per l’arredo del giardino e degli spazi esterni.

Bellamoli Granulati da oltre 90 fornisce pavimentazioni dal sapore antico, ma resistente, con pietre plasmate per ogni esigenza.

Così come Dakota, azienda specializzata nei pavimenti drenanti, Eterno Ivica, Ipm Italia, con la produzione di resine particolari e Pontarolo con pavimentazioni in materiali particolari e componibili.

Il materiale lapideo va però utilizzato senza dimenticare l’impatto dei raggi Uv del Sole, e dell’aumento delle temperature.

Il legno di felli

Felli, propone soluzioni che rispondono alle esigenze dell’architettura attuale, sia come tipologie applicative sia come prodotti, legati alla natura e al profondo rispetto per l’ambiente. Il legno, ricavato da scarti di lavorazione, è utilizzato come rivestimento verticale, oppure come superficie calpestabile per pedane, terrazze o bordo piscina.

Decking, facciate ventilate, frangisole ed elementi di confine sono solo alcune delle applicazioni possibili con i prodotti che crea per l’outdoor. I pavimenti, tutti realizzati con materiale eco friendly in Wpc (Wood Plastic Composite) sono inoltre adatti a ogni stagione.

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Il prodotto Alganet di Fila

Ceramiche keope anni cinquanta

Ceramiche Keope ha presentato District, la nuova collezione effetto cemento che attinge a piene mani dai canoni estetici del brutalismo anni Cinquanta, rivisitandoli per rispondere all’esigenza moderna di ricongiungersi con la natura. Un perfetto pavimento per l’outdoor.

Essenziale e versatile, grazie alla sua forte plasticità, il cemento in questa serie rivela le sue potenzialità espressive, vivificando il rapporto tra spazio, materia e luce.

La collezione vede questo materiale protagonista indiscusso, valorizzandone la portata estetica. Da crudo e grezzo il cemento di District si fa morbido, adatto ad ambienti domestici: per un nuovo modo d’interpretare e vivere lo spazio.

Inedito ragno

Avorio, nocciola, cannella e cenere: quattro colorazioni naturali perfette per valorizzare contesti di recupero o di nuova costruzione, da arredare con finiture di tendenza.

Inedito è il nome di una collezione di Ragno pensata per l’outdoor, realizzata con superficie naturale e strutturata nei formati rettificati 25×150 e 20×120 centimetri e nel formato 40×120 centimetri e spessore 20 millimetri. Diverse soluzioni di posa suggeriscono calore e personalità ad ambientazioni dallo spirito contemporaneo.

Pulizie con fila

La pulizia degli ambienti esterni non va dimenticata: deve essere semplice, con prodotti efficaci e di qualità, facili da reperire sul mercato.

È il business di Fila, azienda che produce soluzioni a basso impatto ambientale, ma comunque efficaci su tanti tipi di materiali per outdoor. Ma anche di Lg Italia, con soluzioni per eliminare macchie dovute alle intemperie.

Arredamento multifunzionale

Per l’esterno sono necessari mobili facilmente componibili e scomponibili in ogni occorrenza, di materiale leggero, ma che possa durare se non per sempre, almeno quasi. I più richiesti sono tavoli, sedie, fioriere e panchine.

Divani e poltrone devono avere una struttura robusta, ma i cuscini devono essere soffici e comodi, rivestiti da tessuti impermeabili per essere adatti a qualsiasi stagione.

Uno dei materiali quasi indistruttibile e leggero è la plastica, meglio se riciclata, ma sono utilizzati anche rattan, legno, polipropilene e poliestere, must ricercati per un investimento a tempo indeterminato.

Senza dimenticare fioriere e divisori: elementi per poter adattare qualsiasi spazio, anche in pochi metri quadri, che devono essere sia garanti della privacy e dell’intimità, sia del benessere: più piante, più ossigeno.

Qualità di unopiù

In un mercato per l’outdoor fiorente, un’alternativa si può trovare nella gamma di Unopiù: i divani da esterno sono realizzati con materiali di alta qualità che resistono alle intemperie, assicurando resistenza alla luce solare, pioggia e umidità.

L’azienda propone una vasta scelta di stili, colori e design, dal Liberty all’orientale, dalle linee pulite e asettiche: ce ne sono proprio per tutti i gusti e accessibili per tutti i portafogli. Ampie sedute, basse sedute, con cuscini sfoderabili e resistenti all’acqua e alle intemperie. Un connubio perfetto per stare comodi all’aperto.

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Unopiù Synthess

L’etica di ethimo

Dal Mediterraneo alle Dolomiti, nelle residenze private come nelle situazioni dedicate all’ospitalità e al benessere, le collezioni di Ethimo esprimono uno stile raffinato e naturale, in sintonia con i colori, i materiali, le emozioni di scenari unici.

Sintesi di bellezza, funzionalità e sostenibilità, il design creato in collaborazione con i protagonisti della cultura internazionale del progetto si fonde con l’architettura e il paesaggio, suscitando emozioni.

Le soluzioni d’arredo offrono un significato alla parola outdoor. L’importanza di proteggere e salvaguardare l’ambiente naturale, unita alla consapevolezza del benessere fisico e mentale generato dal contatto con la natura, caratterizza ogni progetto dell’azienda.

Il ciclo vita dei prodotti è scandito da passaggi  progettuali e scelte produttive che rendono ogni elemento d’arredo durevole e quindi sostenibile, cercando di minimizzare il più possibile l’impatto sulla natura.

Varaschin e il glamping

Glamping è un neologismo inglese che unisce la parola camping e glamour. È utilizzato per descrivere un campeggio un po’ diverso: strutture che offrono infatti servizi e comodità luxury dalla spa, alle cucine attrezzate, oltre a essere a tutti gli effetti un’alternativa sostenibile alla classica vacanza in hotel.

Con comodità e design, i prodotti Varaschin per l’arredamento esterno hanno tutto quello che serve per ricreare un campeggio di lusso sul proprio balcone, in terrazzo oppure, ancora meglio, in giardino. Fra i leader del settore outdoor c’è anche Bagattini, che produce pavimenti adatti a ogni evenienza e che fornisce anche consulenze per chi ha bisogno di spunti.

Outdoor
Il salotto Glam di Varaschin

Innovazione e illuminazione

Luci soffuse, ma ad alto risparmio energetico: è la regola. Che siano a Led e con un sensore per non sprecare energia, le luci devono rispettare canoni e dettami della legge, specialmente nei condomini, ma anche dell’estetica.

Non devono essere troppo invadenti, ma abbastanza per illuminare lo spazio all’aperto e regolabili per creare atmosfera. Si parla anche di questo quando ci si riferisce all’outdoor e c’è chi ne ha fatto un vero e proprio cavallo di battaglia.

Il pavimento fotoluminescente di senini

Senini ha messo a punto una soluzione per poter illuminare uno spazio senza accendere la luce, grazie a pavimenti fotoluminescenti.

La soluzione prevede cordoli e ciottolati che possono essere verniciati con un segnale di forma personalizzata, che assorbe la luce durante il giorno e lo rende luminoso e visibile anche in piena oscurità, e senza utilizzare corrente elettrica. Un’innovazione dell’azienda molto originale e già molto richiesta.

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Il pavimento luminescente di Senini

Giardino verticale carlo civera

Carlo Civera, azienda di Brescia, progetta, realizza e installa giardini verticali artificiali e pareti vegetali piane o curve di qualsiasi dimensione, per ambienti interni ed esterni (con protezione Uv).

In termini di bellezza e floridezza sono identici a quelli veri, senza richiedere costante cura e attenzione, raggiungono inoltre una profondità da 15 a 50 centimetri circa, in modo da offrire un effetto tridimensionale realistico anche se osservati da lontano.

Una alternativa possono essere le pareti in lichene stabilizzato o artificiale, utilizzati per decorare ambienti privati, ristoranti, hotel, uffici, negozi e vetrine.

Nell’orto, con die3design

Die3Design, azienda trentina specializzata in outdoor, nella sua vasta gamma di prodotti ha ideato anche Azalea, linea di fioriere dove è possibile realizzare il proprio orto o giardino verticale personalizzato con facilità.

La base solida di questo sistema di supporti, pannelli da installare sul proprio balcone, è pensata per ospitare fioriere progettate per contenere vasi di dimensioni standard.

La soluzione sfrutta al massimo lo spazio sui muri inutilizzati e sui balconi più stretti, e grazie a questa soluzione verticale si può arredare e abbellire qualsiasi ambiente esterno.

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Il giardino verticale di Die3

Modularità minimal di ipot

iPot è un progetto di Supercake, azienda di architettura e design, con sede a Milano. Il progetto iPot è basato sulla modularità: ogni componente è stato ottimizzato a livello statico ed estetico, minimizzando lo spreco di materiale in fase di produzione, e riducendo lo spazio d’ingombro in fase di stoccaggio e trasporto.

iPot è un prodotto con un ciclo di vita lungo grazie alle infinite possibilità di riconfigurazione e riutilizzo. Arredare portando la natura in ambienti domestici, di lavoro e di svago è un altro importante tratto distintivo del progetto iPot, che risolve il crescente bisogno di verde ovunque, soprattutto nei contesti metropolitani.

La struttura modulare di iPot è freestanding, leggera e riconfigurabile all’infinito. Il semplice assemblaggio avviene attraverso l’incastro di due tipi di elementi: tubi quadri in alluminio e snodi in nylon.

Il modulo base misura circa 20 x 20 x 20 centimetri e può essere ampliato e sviluppato in ogni direzione ortogonale per multipli delle stesse dimensioni. Ogni modulo può sostenere un carico di 5 chilogrammi.

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Modularità minimal di Ipot

Gli elementi tubolari sono verniciati a polvere e sono disponibili in bianco o nero. La struttura di iPot è adatta all’uso in interni o esterni. Alla struttura è possibile agganciare,  incastrare, appoggiare e appendere diversi accessori: sacchetti per contenere le piante, ripiani, scatole aperte o con sportello, teche trasparenti e acquari, disponibili in vari materiali e finiture.

Dopo un’accurata fase di prototipazione e selezione dei fornitori, lo studio di design Supercake ha attivato e consolidato negli anni una sua rete di produzione locale, unendo gli aspetti industriali alla cura artigianale dei dettagli.

La distribuzione del prodotto si avvale soprattutto dei canali di vendita online. Il team di Supercake mette a disposizione dei clienti tutta la sua professionalità e competenza assistendoli gratuitamente durante la fase di progettazione e fornendo loro istruzioni di montaggio dettagliate.

Alla base dell’azienda c’è uno studio di architettura e design in grado di gestire agevolmente piccoli e grandi progetti, e i relativi appalti.

Agricoltura idroponica di serrashop

L’agricoltura idroponica consiste in un sistema di coltivazione che utilizza contenitori con soluzioni nutrienti invece di terreno per far crescere le piante. Questo metodo è stato sviluppato per fornire un ambiente controllato e controllabile, per la coltivazione di piante  che può essere utilizzato sia in ambienti interni che esterni.

La coltivazione idroponica offre molti vantaggi: maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse, una maggiore produzione di piante e un minor rischio per i vegetali di contrarre parassiti.

Serrashop ha sviluppato la tecnica e vende torri idroponiche apposite per balconi, dove fare l’orto e coltivare essenze non è mai stato così facile.

Le green box di wagner

Che siano in legno o in laminato i green box sono tavoli da coltura: di diverse dimensioni, impermeabilizzati, per affondare le mani nella terra e coltivare.

L’azienda italotedesca Wagner ha la sua soluzione outdoor con i suoi green box: sviluppati sull’onda del trend dell’urban gardening, per terrazze e balconi. Sono così flessibili da poterli usare anche nei piccoli spazi, anche all’interno di casa. Grazie al legno trattato con materiali particolari e resistenti alle intemperie, l’azienda fornisce standard di resistenza, qualità e durabilità nel tempo.

giardino
La green box di Wagner

Vasi per tutti i gusti

Vasi, sottovasi e fioriere, sono la base, il must have. Per questo Plastecnic ne produce a centinaia, elementi adatti a tutti i tipi di arredamento.

Professionali, dai lineamenti semplici, oppure classici ed elaborati, con intere collezioni composte totalmente made in Italy e, soprattutto, all’insegna della sostenibilità.

Il ciclo produttivo e logistico è stato pensato per disperdere meno Co2 nell’ambiente, per risparmiare energia e recuperare acqua, con prodotti performanti composti da materie prime, a ridotto impatto ambientale e riciclabili.

Coltivare su terrazzi e balconi

Per chi ha il pollice verde, la scelta è vasta. Piante da vaso, piante grasse, rampicanti, ma anche un’esplosione di tanti fiori colorati: gerani, petunie, margherite, lavanda, campanelle.

Per gli appassionati dell’orto si può pensare alle essenze: dai classici salvia, basilico, rosmarino e timo fino a pomodorini, limoni e insalata.

Ma per un verde curato servono gli attrezzi del mestiere: Husqvarna Italia, branch del gruppo svedese, da oltre 300 anni produce questi utensili. Cesoie, decespugliatori,
tagliaerba.

Di tutto, per tutti e per tutte le esigenze. Dal piccolo al grande.

di Alice Fugazza

Sistemi cappotto sicuro con i Eleni Fix

Sistemi-fix
Ercole Angolare

Eleni presenta la sua storica linea di sistemi cappotto per fissaggio Eleni Fix, che mantengono l’efficienza del cappotto ed eliminano definitivamente i ponti termici.

Grazie ai materiali con cui sono realizzati e alla speciale tecnica costruttiva, tutti i prodotti della gamma sono efficienti, duratori e performanti nel tempo, con una resistenza testata e certificata.

Questa linea comprende diverse soluzioni secondo le esigenze del cliente:

  • Sistemi-fix
    Ercole Angolare

    Ercole Angolare. È un sistema di fissaggio e ancoraggio su cappotto termico che permette il montaggio di cardini di serramenti e infissi, come persiane, scuri, tende da sole o pompeiane, su pareti interessate da isolamento a cappotto termico. Ogni elemento garantisce una portata di 35 chilogrammi ed è quindi utilizzato per i carichi più pesanti.

  • Ercole Lineare. Permette il montaggio di tende da sole verticali (non a braccio) su pareti interessate da isolamento a cappotto termico. Anche questo elemento garantisce una portata di 35 chilogrammi a modulo.
  • sistemi-fix
    Tap

    Tip o Tap. È un elemento di fissaggio quadrato (100 x 100 millimetri) o tondo (Ø 70 millimetri) studiati per carichi più leggeri, come il fermo battente delle imposte, per sostenere apparecchi di videosorveglianza e lampade da esterno posizionate su facciata o per il fissaggio dello scarico grondaia.

  • Zeus. È un innovativo sistema di ancoraggio che consente di installare nel cappotto termico scatole elettriche e di derivazione completamente isolate termicamente e in sicurezza, agevolando il lavoro dell’elettricista. L’elemento è conforme per l’ottenimento della
    sistemi-fix
    Zeus

    certificazione finale del cappotto, è realizzato su misura e corredato di scatola elettrica come da richiesta del cliente (come Vimar, Bticino).

Isolamento termico a cappotto Thermix

Cugini, storica azienda bergamasca, presenta Thermix, sistema di isolamento termico a cappotto che ha superato anche i test più severi. Cugini si è affermata come punto di riferimento per il settore delle malte premiscelate.

L’azienda ha raggiunto un elevato grado di specializzazione nella produzione di adesivi rasanti per sistemi di isolamento termico a cappotto, per realizzare nuovi edifici a basso consumo energetico e per l’efficientamento di immobili in fase di ristrutturazione.

Il sistema Thermix ha ottenuto, inoltre, il certificato di conformità del controllo di produzione di fabbrica 0970-cpr-0159/ce/fpc22, che permette la marcatura Ce dell’intero kit a garanzia di elevate prestazioni.

La soluzione è certificata da Itc Cnr con classe di reazione al fuoco B-s1-d0, in accordo all’Uni En 13501-1 ed è quindi conforme ai requisiti per la sicurezza antincendio delle facciate.

Ademix P200, adesivo e rasante e base del sistema Thermix, si fregia anche del prestigioso marchio di qualità rilasciato da Itc Cnr, dopo averne accertata la sua conformità alle prestazioni richieste dalle norme Ead 040083-00-0404.

Biodämm: il nuovo blocco per tamponamenti

Vibrapac-Geo

Vibrapac Geo ha creato Biodämm, il nuovo blocco per tamponamenti. Elementi per muratura con elevate proprietà di isolamento termico e costi fino al 30% inferiori rispetto ai laterizi. Elevato Contenuto Ambientale Minimo (Cam).

Vibrapac Geo ha ideato e creato il «prodotto giusto» che costituisce una concreta alternativa ai tradizionali laterizi, per i tamponamenti in edilizia (residenziale, commerciale e terziario).

Vibrapac-Geo
BiodämmT10
Vibrapac-Geo
BiodämmT12

«Il prodotto è ottenuto mediante la consolidata tecnologia della vibropressatura, con un processo “a freddo” a basso consumo energetico e minimo impatto ambientale. Pesa poco, ma è resistente. Ha performances adeguate a consentire la sostituzione dei laterizi, con un Contenuto Ambientale Minimo (Cam) del 25%. E costa meno dei laterizi».

Parola di Mauro Colombo, responsabile commerciale di Vibrapac Geo, azienda nata per raccogliere e sviluppare l’esperienza maturata da una azienda storica, leader in Italia esperta in blocco per tamponamenti e nella produzione di manufatti con la tecnologia della vibropressatura, Vibrapac spa nata nel 1958 e prima azienda a produrre in Italia con detta tecnologia.

L’azienda ha sede a Solaro, in provincia di Milano. La novità è già arrivata sul mercato: si tratta di un nuovo tipo di materiale per la realizzazione delle murature di tamponamento in alternativa ai laterizi.

«Assieme allo staff di agenti disposti sul territorio del Nord Italia presentiamo una rilevante innovazione nell’ambito dei dei blocchi per murature di tamponamento. I prodotti sono caratterizzati da ottime proprietà isolanti, termiche e acustiche, adeguata resistenza ed elevato contenuto ambientale minimo (Cam), abbracciando appieno la visione dell’economia circolare», spiega Colombo.

«Questa innovazione è stata possibile grazie ad una evoluzione e messa a punto della tecnologia produttiva che ha permesso lo sfruttamento di speciali aggregati leggeri con proprietà geopolimeriche. E’ stato possibile produrre manufatti significativamente più leggeri rispetto ai tradizionali in calcestruzzo pressovibrato (20%-25% in meno).

E’ così possibile proporre un prodotto in grado di sostituire i laterizi, avendo performances del tutto comparabili ai medesimi ai fini dell’applicazione. Inoltre, i nostri blocchi hanno un contenuto di oltre il 25% di riciclato e ciò è certificato in conformità alla Uni/PdR 88:2020. Uno standard quindi superiore alla concorrenza e molto competitivo».

Biodämm
Dettagli prodotto Biodämm

Tradizione, innovazione e rispetto dell’ambiente

Quindi tradizione: la tecnologia di vibropressatura non è nuova ed è giunta in Italia (proveniente dagli Stati Uniti) nel lontano 1958 proprio grazie a Vibrapac. Quindi innovazione nell’evoluzione e sviluppo di detta tecnologia che ha reso possibile lo sfruttamento di speciali aggregati leggeri con proprietà geopolimeriche.

Quindi rispetto dell’ambiente grazie a un processo a freddo, poco energivoro. Ciò assume particolare rilevanza se si considera che i prodotti che si mira a sostituire sono i tradizionali laterizi per produrre i quali sono necessari processi termici a 800-900°C (con uso di combustibili fossili ed emissioni di CO2).

Inoltre, il contenuto di riciclato è di oltre il 25% consentendo un significativo risparmio di materie prime vergini.

«Abbiamo investito tanto in ricerca. Quella cui siamo giunti è una importantissima innovazione nel mondo dell’edilizia oltre che costituire un nuovo punto di riferimento in termini di contenuto di riciclato e di rispetto dell’ambiente», aggiunge l’imprenditore. I blocco per tamponamenti o muratura di Vibrapac Geo sono ottenuti grazie all’uso di specifici aggregati leggeri, con proprietà geopolimeriche, che danno luogo alla formazione di composti estremamente stabili e durabili, molto simili a quelli dei cementi romani, le cui straordinarie proprietà sono ancora oggi oggetto di studio. “Una ricetta molto efficace. È ovvio che dobbiamo usare i cementi come legante”. Questi prodotti si caratterizzano, inoltre, per avere ottime proprietà di isolamento termico (su muratura di 25cm di spessore conducibilità termica equivalente λ10 dry unit 0.179 W/mK), elevata resistenza al fuoco e isolamento acustico dai 49 ai 55 decibel. Sono blocchi ad elevata traspirabilità, grazie all’elevata porosità (≥ 35%), il che determina il 20% – 25% in meno di peso rispetto ai tradizionali blocchi in calcestruzzo. «Oggi, con Biodämm possiamo sostituire interamente il tradizionale laterizio, offrendo tutte le caratteristiche che il progettista richiede: prestazioni, leggerezza, isolamento termico e acustico e … prezzi».

Nuovi servizi

L’azienda è intenzionata a proporre questo nuovo prodotto per la realizzazione di murature o blocco per tamponamenti in edilizia (residenziale, commerciale e terziario) mercato fino ad oggi coperto per oltre il 90% da laterizi e perlopiù precluso ai manufatti cementizi prodotti per vibropressatura, principalmente per ragioni di peso eccessivo e di scarse performances termiche.

Vibrapac Geo ha ben chiaro quali servizi dare per il sell out al rivenditore e dell’impresa, «Ciò che serve è sempre pronto all’occorrenza, sono garantite le consegne in tempi brevi e sempre disponibili per consulenze a 360 gradi. Il rivenditore sa che da noi può sempre trovare la presenza di materiale, con consegna nell’arco di pochissimi giorni, visto che la  nostra produzione è quotidiana, con qualsiasi tipo di misura che il mercato richiede oggi: a intonaco, facciavista, impermeabile, con resistenza Ei/Rei. Insomma, soluzioni per ogni esigenza. Oggi vogliamo spingerci soprattutto sull’edilizia tradizionale nel residenziale, commerciale e terziario, proprio per dare un’alternativa al mercato con un prodotto che reputiamo molto vantaggioso, rispetto ai laterizi, in termini di rapporto qualità/prezzo. Come detto i nostri blocchi costano fino al 30% in meno rispetto ai tradizionali laterizi».

Vibrapac-Geo

Consulenza

Colombo anticipa anche i servizi che saranno offerti al cliente. «Consulenza ad personam, in cantiere, più la produzione di certificazioni tecniche per professionisti, ingegneri e architetti. Prestazioni che sono molto richieste per sviluppare i progetti necessari».

Vibrapac Geo conta su referenze molto importanti: Esselunga, per citare solamente uno dei big. Ma anche Tigros, lavori e costruzioni in case e appartamenti residenziali, specialmente a Milano, con i cantieri in zona Bisceglie, a Cascina Merlata e in tutto l’hinterland. Ora lo sguardo è volto al 2024.

«C’è la voglia di crescere, c’è l’impegno e la costanza. C’è chi ci crede nel progetto (e non sono in pochi) e ci avvaliamo della storicità dell’azienda. Nata nel 1958, con un ripristino globale nel 2019, Vibrapac Geo ha tutte le migliori carte sul tavolo da poter giocare».

Scelte difficili per le imprese edili dopo il Superbonus

Roberto-Anghinoni
Roberto Anghinoni | Giornalista
Roberto-Anghinoni
Roberto Anghinoni | Giornalista

Mentre il superbonus ci sta tristemente lasciando, gli imprenditori della distribuzione edile iniziano a confrontarsi con la nuova realtà del mercato che caratterizzerà questo 2024. Una realtà che però non è davvero nuova, ripropone sfide che conosciamo e, ancora una volta, ci pone di fronte a scelte importanti.

Inizia allora l’anno dei dubbi, con la profetica ultra flessione annunciata dai più autorevoli osservatori.

Certo questa volta fatichiamo a immaginare che qualche coda di lavori iniziati possa venirci in soccorso, mentre sono previste cause fra privati e imprese (sono stati recentemente stimati 36 mila cantieri a rischio, visto che la proroga, nel momento in cui scrivo, non è stata approvata) che sarei dolorosamente curioso di capire queste cause come finiranno, visto il caos normativo che contraddistingue la materia.

In pratica, tutte le sigle sindacali e associative delle imprese premono affinché i lavori iniziati nei termini previsti si possano terminare, ma il governo sembra fare spallucce.

La speranza è che in sede di approvazione della legge di Bilancio qualcuno si ravveda (per esempio, il Tesoro) e il superbonus possa andare in pensione coatta con un po’ di dignità. Soprattutto ci auguriamo che le imprese edili per tutto questo non debbano fallire, e più fatti nostri di questi altri non me ne vengono in mente.

Trasferiamo allora le nostre speranze nel Pnrr, affinché un po’ di sostegno all’attività edilizia possa arrivare a sollevare gli animi. Secondo i dati forniti dal Cresme, tra gennaio 2019 e agosto 2023 sono stati messi in gara 267 miliardi di euro di lavori pubblici, dei quali 74 relativi al Pnrr, e ne sono stati aggiudicati  204, dei quali 48 Pnrr.

Logico che i lavori pubblici non siano particolarmente centrali per l’economia delle rivendite di materiali edili, ma qualcosa arriva sempre. Ma il nostro mercato diretto è probabilmente destinato a soffrire.

Dopo due o tre anni di crescita anche inimmaginabile, si sta tornando ai tempi di quatto/cinque anni fa, con la preoccupante differenza che a quei tempi l’inflazione non era quella di adesso, che per questo motivo la gente ha meno soldi da spendere e che l’aumento non sempre giustificato dei costi di costruzione ha raffreddato molte velleità manutentive.

E poiché è il privato che muove questo mercato, i dubbi congiunturali sul futuro sono più che giustificati.

Da quel che si sente (e si vede) in giro, molte rivendite edili si stanno guardando intorno per individuare opportunità di aggregazioni, e non solo per poter acquistare meglio attraverso le convenzioni.

Come gli alti e bassi del mercato ci hanno nel tempo insegnato, a meno di non voler finire nella spirale perniciosa dei prezzi al ribasso, si deve puntare su qualità e servizi.

Questi ultimi stanno diventando una reale necessità per le rivendite che desiderano avere una prospettiva più o meno solida di futuro. Oltre che utili sotto il profilo squisitamente pratico, i servizi caratterizzano, definiscono, qualificano.

E credo che la distribuzione edile abbia oggi la necessità di essere identificata per ciò che dovrebbe sempre essere, ovvero un punto di riferimento nel territorio in grado di fornire consigli competenti, assistenza tecnica e quindi anche prodotti.

Per tutto il resto ci sono i discount, il commercio elettronico, la Gdo che si contendono il mercato del prezzo da cui una rivendita moderna si deve assolutamente smarcare, anche perché con i soggetti commerciali qui sopra indicati non potrebbe mai competere dal punto di vista commerciale, mentre può assolutamente dire la sua nell’assistenza al cliente, sia esso professionista che privato, e in una reale offerta di qualità.

Siccome negli ultimi tre decenni ne ho viste di tutti i colori, non sono in grado di sottoscrivere che il mercato dell’edilizia dei prossimi anni  premierà senza alcun dubbio qualità e competenza.

Come è più spesso accaduto, assisteremo alla competizione fra due mercati ben distinti fra loro, così diversi che immaginare una reale competizione mi pare a questo punto solo un modesto esercizio lessicale.

Ma sono certo che non possiamo affrontare i prossimi mesi con leggerezza. Organizzare i nostri punti vendita, magari cercando di verticalizzare l’offerta in alcuni specifici settori, potrebbe essere cosa buona e giusta.

Quindi cerchiamo di emergere e, magari, iniziamo anche a riflettere sull’opportunità o meno di rimanere da soli, perché in un mercato complesso e probabilmente anche selettivo il gioco si farà davvero duro.

di Roberto Anghinoni

I difetti e gli errori più comuni nei rivestimenti per esterni

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Rivestimenti per esterni

Sono troppe le imprese che improvvisano il mestiere e questo porta a molti rischi per chi applica i rivestimenti per esterni agli edifici: la non osservanza dei criteri corretti di lavorazione può portare fino in tribunale. Decisivo l’utilizzo di manodopera specializzata e la scelta dei materiali.

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Housing sociale previsto, ma scomparso

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Lelli-Associati-Via-Padovani-Housing

Mentre infuria la discussione se sia meglio un premier eletto direttamente, indirettamente, oppure tenerlo ostaggio dei partiti che lo hanno scelto, rimane aperta la questione della carenza di alloggi.

Tradotto: l’agognato piano casa che potrebbe lenire il mercato delle locazioni che, in alcune città, ha assunto valori che neanche a Tokyo o New York.

La competenza per studiare e presentare un piano casa è del ministro delle Infrastrutture, che però sembra aver concentrato la sua attenzione sul Ponte sullo Stretto.

Qualcosa di semplice e immediato per aprire i cantieri, però, ci sarebbe. Un primo passo, per esempio, sarebbe dare attuazione alla legge 32/2022 di delega al governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia che, peraltro, è stato uno dei claim che hanno sorretto la campagna elettorale della compagine vincitrice delle elezioni.

Il comma 2 dell’articolo 5 di questa legge prevede l’adozione da parte dell’esecutivo di decreti legislativi che contengano detrazioni fiscali sulle spese sostenute dalle famiglie per la locazione di abitazione «per i figli maggiorenni iscritti a corsi universitari, con particolare riferimento agli studenti fuori sede» e agevolazioni fiscali alle giovani coppie per la locazione o l’acquisto della prima casa.

Entrambi i soggetti che formano la coppia devono avere non più di 35 anni e al beneficio sono ammesse anche le famiglie con un solo genitore, purché la sua età resti entro questo limite. C’è un problema, però: le leggi delega hanno un termine di scadenza: 24 mesi, cioè due anni.

E il limite previsto per rendere legge operativa la delega votata dal Parlamento si avvia naturalmente alla conclusione senza che i decreti attuativi siano stati adottati. Forse non casualmente, visto che le agevolazioni in questione potrebbero tradursi in un onere di bilancio per le casse pubbliche.

Anche se una operazione di questo tipo ricopre un carattere sociale, oltre che economico. Aprire i cantieri per l’housing sociale sarebbe, inoltre, un modo sano per non sgonfiare un settore che dopo il boom del superbonus rischia di implodere.

di Franco Saro

Assistal chiede al governo di modificare lo stop al superbonus

Roberto Rossi
Roberto Rossi

Assistal, l’Associazione di Confindustria che riunisce le aziende operanti nei servizi di efficientamento energetico e nella manutenzione e gestione di impianti tecnologici, scende in campo dopo il nuovo stop al superbonus deciso dal governo. Lo ha fatto durante l’audizione presso la Commissione Finanza e Tesoro del Senato. La decisione di limitare ulteriormente l’accesso al cosiddetto sconto in fattura, secondo Roberto Rossi, presidente di Assistal, restringe la platea dei soggetti beneficiari rispetto a quanto già disposto l’anno scorso ed elimina in via definitiva la possibilità per gli operatori del mercato di usufruire dell’istituto della remissione in bonis. L’associazione ha quindi espresso l’auspicio che l’articolo possa essere abrogato o, in alternativa, che sia introdotto un periodo transitorio entro il quale permettere l’avvio degli interventi pianificati, ma non ancora iniziati e fatturati.

Il rischio, infatti, è che questa disposizione porti cantieri e progetti avviati sulla base proprio dello sconto in fattura o sulla cessione del credito a chiudere, innescando controversie tra imprese e clienti nonché avere un impatto negativo sulla collettività dovuto ai mancati interventi di efficientamento. Assistal segnala anche che, escludendo la disciplina della remissione in bonis per tutti gli interventi di recupero edilizio e di efficientamento energetico, si negano di fatto le opzioni di sconto in fattura o cessione del credito. Con effetto deflagrante per tutti coloro che, in buona fede, facevano conto sulla possibilità di procedere con le attività grazie a tali misure. Ed è per questo che l’associazione ha richiesto di valutare il mantenimento dell’istituto citato per un tempo maggiore o, in subordine, di formulare una congrua e ragionevole gradualità nell’ambito delle sanzioni previste per l’invio tardivo delle comunicazioni all’Agenzia delle Entrate.

“Come già avvenuto per il decreto emanato nel febbraio 2023, con i comparti produttivi, aumentando l’incertezza di un quadro normativo mutato innumerevoli volte negli ultimi anni”, ha spiegato Rossi. “Purtroppo il Governo ha adottato un provvedimento senza alcun confronto . L’Italia e, in particolar modo, le imprese hanno bisogno di norme chiare e stabili, in grado di favorire investimenti a lungo termine in efficienza energetica e sostenibilità, soprattutto in considerazione degli obiettivi sfidanti posti dalla transizione energetica così come riportati nel Pniec.”

Phonoblack, scarico idrosanitario acustico di Redi

Redia-Aliaxis
Bagno con sistema tubi Redi

Redi Phonoblack è il sistema fonoisolante per lo scarico delle acque sanitarie in grado di garantire alte performance acustiche e resistere al fuoco, classe Me secondo la Uni En 13501 Euroclasse B-s1-d0.

Phonoblack è ideale per gli edifici residenziali, pubblici e strutture ricettive e grazie al materiale con cui è realizzato (PVC-U) può essere innestato o incollato.

Inoltre è versatile per le nuove realizzazioni, grazie alla sua specifica composizione che garantisce robustezza, durabilità nel tempo e standard qualitativi elevati.Phonoblack-Redi

Phonoblack è una gamma ad alte prestazioni completa di collari antivibranti brevettati e certificati.

È l’unico sistema fonoisolante in PVC ad offrire il diametro 100, per facilitare l’installazione in caso di ristrutturazione. Grazie al Pvc si può sia innestare che incollare anche su impianti esistenti.

Tubi-Phonoblack

I collari sono fondamentali per la realizzazione di un sistema acusticamente performante, la metà della prestazione fonoisolante è da attribuire a loro.

Il nuovo collare Phonoklip è brevettato e certificato per garantire durabilità e resistenza eccezionali, la sua struttura completamente plastica permette che non venga usurato.

I collari per il loro design possono essere utilizzati sia in orizzontale che in verticale, garantendo sia l’ancoraggio che lo scorrimento dei tubi al loro interno.

Si può utilizzare il collare come punto di scorrimento della tubazione lasciando l’anello rosso in posizione e serrare la vite, oppure per utilizzare il collare come punto di ancoraggio fisso della tubazione bisogna rimuovere l’anello rosso e serrare la vite.

Lo scarico fonoisolante Phonoblack abbinato alla ventilazione attiva Studor, garantisce alte performance acustiche e sicurezza igienica.

La ventilazione degli scarichi è fondamentale per proteggere la tenuta idraulica dei sifoni e abbattere il rumore. Combinando la corretta ventilazione della colonna di scarico alle peculiarità di un sistema fonoisolante è possibile ottenere il massimo comfort acustico e la totale sicurezza.

Studor
Studor schema prodotto

Un nuovo approccio alla ventilazione

La tradizionale ventilazione passiva delle colonne di scarico sanitarie, prevede un sistema di tubi di sfiati separati dallo scarico principale (ventilazione secondaria). Questo comporta l’impiego di più materiale, maggiori costi di manodopera, e tempi di installazione più lunghi.

Studor è un sistema di ventilazione attiva che sostituisce la tradizionale ventilazione secondaria, assicura l’eliminazione di rumori e cattivi odori provenienti dalla colonna di scarico ed è progettato in base alla norma Uni En 12056-2.

Studor
Studor

Aliaxis accompagna i progettisti e le imprese dal Progetto al Cantiere, fornendo un servizio di consulenza e guida alla scelta della soluzione più idonea. Contattali per saperne di più info.redi@aliaxis.com o visita il sito www.Aliaxis.it

I vincitori dell’Architecture Student Contest di Saint-Gobain

Il team vincitore
Il team vincitore

L’Architecture Student Contest promosso da Saint-Gobain ha visto vincitore Vihreä, progetto realizzato da Barbara Mura, Emanuele Tomatis e Marco Cislaghi del Politecnico di Milano, supportati da Laura Elisabetta Malighetti, docente associato al Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni del Polimi. Al concorso, il secondo posto è andato sempre al Politecnico di Milano e il terzo all’Università Degli Studi dell’Aquila.

Questa era la 19esima edizione dell’Architecture Student Contest, concorso internazionale promosso da Saint-Gobain che ogni anno affida agli studenti un task specifico di riqualificazione di un’area di una città che, nel 2024, è Helsinki. Alla fase nazionale del Contest hanno partecipato 61 studenti provenienti dalle Facoltà di Architettura e Ingegneria Edile di Università Italiane.

Il Contest e il task di gara

L’Architecture Student Contest, a partire dalla sua prima edizione nel 2004, ha saputo imporsi nel panorama internazionale come uno dei più importanti premi dedicati agli studenti di architettura e ingegneria di matrice privata, con l’obiettivo di promuovere la cultura del costruire sostenibile, sicuro ed energeticamente efficiente, contribuendo così a creare spazi di eccellenza che migliorino la qualità della vita quotidiana.

Il task di gara su cui gli studenti si sono confrontati quest’anno ha riguardato la riprogettazione di un’area residenziale della capitale finlandese dedicata a cittadini e ricercatori in una zona individuata tra l’Università Viikki Research Farm e l’Ospedale Veterinario Veterinary Teaching Hospital.

Il progetto vincitore ha un titolo con due significati: Vihreä significa verde in finlandese, e quindi evidenzia l’importanza della vicinanza con la Riserva Naturale a sud del lotto, e allo stesso tempo è l’acronimo di Vikki Inclusive Housing Regeneration of an Ecobased Area. Gli obiettivi del progetto sono riassumibili in tre concetti: inclusività nelle soluzioni e nelle funzioni per i cittadini, gli studenti e i ricercatori, modularità espressa architettonicamente per dare flessibilità agli spazi interni e permeabilità che caratterizza lo spazio aperto verso la Riserva. Il progetto vede una grande attenzione alla sostenibilità: spicca, infatti, l’utilizzo di materiali locali e biogenici in tutte le soluzioni tecniche, oltre all’impiego della prefabbricazione grazie all’utilizzo di sistemi realizzati offsite a secco.

La giuria era composta dagli esperti Architetto Michele D’Ambrosio (Technical Director Architectural Department ESAengineering); Ingegnere Nicola Greco (Façades Director per Deerns); Ingegnere Marco Angelosanti (Bim e Digital Engineer per Lombardini22); Architetto Tecla Caroli (Sustainable Development Advisor per Arup); Architetto Francesca Anelli (Responsabile Formazione Tecnica Saint-Gobain Italia) e Architetto Patrizia Malatesta (Business Development Manager Saint-Gobain Italia).

Gli esaminatori hanno così motivato la vittoria del team: «Vihreä si distingue per la qualità e l’innovazione della composizione architettonica. Si presenta integrato nel contesto urbano e si apprezza la cura della morfologia attinente alle caratteristiche del luogo. Emerge la ricerca per nuove soluzioni tecnologiche ben integrate a quelle architettoniche e un uso consapevole degli strumenti digitali. Si configura come il progetto con il sapore più internazionale ma che può ben rappresentare la qualità italiana».

I primi classificati si sono aggiudicati un premio di 2.500 euro e l’accesso alla Fase Internazionale. I secondi e terzi, invece, hanno ricevuto un premio, rispettivamente, di 1.500  e 1.000 euro.

La Fase Internazionale si terrà a Helsinki dal 10 al 12 giugno 2024. I primi classificati di ciascuna fase nazionale presenteranno i propri progetti a una giuria internazionale che determinerà i vincitori assoluti a livello globale.

Edifici sempre più connessi

Edifici che parlano, dialogano, che si autoregolano: fantascienza? No, realtà sempre più frequente. Una ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano ha rilevato che l’Internet of things, cioè la rete di oggetti connessi, ha raggiunto un valore di 8,9 miliardi di euro, +9% rispetto al 2022. E se, tra i diversi ambiti, la fetta più grande del mercato è rappresentata dalle smart car, con un fatturato di oltre 1,5 miliardi di euro, 18% del totale. Ma una parte considerevole riguarda l’ambito delle costruzioni: smart building (1,3 miliardi, -1%), smart city (950 milioni, +15%), smart factory (905 milioni, +16%), smart home (810 milioni, + 5%).

Non solo: al secondo posto nelle applicazioni IoT ci sono quelle del mondo utility (smart metering e smart asset management) con 1,38 miliardi di euro (+1%). Nel 2023, per esempio, sono stati installati altri 750 mila contatori gas connessi, portando la diffusione all’87% del parco complessivo, e 1,7 milioni contatori elettrici di seconda generazione, raggiungendo quota 71%. Novità arrivano anche sul fronte idrico, con 850 mila contatori smart installati nel 2023 (raggiunta quota 17% del totale) e prospettive di crescita per il futuro. Gli oggetti connessi attivi in Italia sono 140 milioni, poco più di 2,4 per abitante.

Metastone, la collezione ceramica che conserva l’impronta del tempo

Metastone | La collezione di ceramiche Metastone di Sant'Agostino, per conservare l'impronta del tempo
Metastone | La collezione Metastone di Ceramica Sant’Agostino, per conservare l’impronta del tempo

Metastone è una collezione di Ceramica Sant’Agostino, in gres porcellanato effetto pietra, nata dall’incontro tra l’ardesia tradizionale e una sua interpretazione più moderna: la collezione cattura l’essenza primordiale della pietra e re-interpreta le colorazioni naturali dell’ardesia conferendo alla superficie incredibili sfumature, talvolta dai toni neutri, talvolta dai toni più caldi, a contrasto ed allo stesso tempo in equilibrio tra loro.

Metastone | Collezione di Ceramica Sant’Agostino

La nobiltà dell’ardesia

L’ardesia è un materiale antico e nobilitato per la sua forza, che vede il tempo passare pur rimanendo vivo nell’architettura e nella quotidianità. Le complesse sfaccettature grafiche catturano l’occhio con un raffinato gioco di ombre e luci, amplificando la sensazione di autenticità.

Con un evidente cura dei dettagli, ogni lastra racconta una storia unica di metamorfosi e stratificazione, grazie ai contrasti cromatici che si fondono con armonia e invitano ad esplorarne la superficie e apprezzarne l’essenza materica. Metastone è una collezione capace di essere protagonista, ma allo stesso tempo complementare; la sua grafica intensa ed eccentrica si presta infatti ad essere accostata ad altre più discrete e convenzionali.

Metastone | Collezione di Ceramica Sant’Agostino | Una palette che si adatta a ogni ambiente

Una palette vivace e attuale

Una palette vivace e attuale: Mud, Fog, Sunset e Night; le sue colorazioni variano dai toni neutri che esprimono moderazione, all’esplosione di colori caldi e più scuri che evocano la bellezza di un tramonto africano, rivelando dettagli cromatici che emergono con forza.

Metastone | I formati che danno vita a una sinfonia

Diversi formati che danno vita a una sinfonia

Il dinamismo della serie è garantito non solo dall’intensa stonalizzazione, che dà vita a una sinfonia di toni neutri e sfumature vivaci, che si fondono con l’ambiente circostante, ma anche dalla declinazione in diversi formati – 60×120, 60×60, 30×60 – ideali per esaltare al meglio il potenziale di ogni ambiente; 10×120 e 7×30 come formati aggiuntivi per consentire alla collezione di adattarsi a molteplici contesti architettonici e diverse dimensioni e metrature, dagli spazi pubblici a quelli privati.

Metastone | Ben tre tipologie di mosaico

Tre tipologie di decori per far largo alla creatività

Inoltre, per rispondere alle più svariate necessità progettuali e creative, Metastone è arricchita da tre tipologie di decori: il Mosaico a tessere quadrate, Maxi Class a tessere esagonali, e la Superficie Rigata in tutte le colorazioni in formato 60×120, pensata come rivestimento per un tocco di modernità e movimento.

La superficie naturale è invece proposta per le applicazioni in ambienti interiori, sia a pavimento che a parete. Completano il pacchetto della collezione i pezzi speciali, battiscopa e gradoni.

Harley&Dikkinson lancia Agorà, per ottenere finanziamenti post superbonus

Dopo la fine del superbonus arriva la proposta di un finanziamento del 100% dell’importo dei lavori, a tasso zero e per dieci anni. Lo scorso marzo l’Unione europea ha dato il via libera alla direttiva Case Green, che, con l’obiettivo di migliorare le performance energetiche degli edifici, ha confermato che la riduzione dell’inquinamento deve passare per l’efficientamento del patrimonio immobiliare residenziale europeo. La conseguenza è che anche il valore futuro delle nostre case risentirà pesantemente dell’impatto che avranno sull’ambiente. “Secondo un recente studio, l’efficientamento energetico degli edifici in Italia potrebbe generare un risparmio di 2,4 miliardi di metri cubi di gas naturale e 6,4 milioni di tonnellate di CO2 all’anno”, commenta Alessandro Ponti, presidente di Harley&Dikkinson, società di mediazione tecnico-finanziaria per il mercato immobiliare.

In risposta all’indirizzo dato dall’Unione europea e a supporto del Governo italiano nell’attuazione della direttiva e nell’applicazione delle ultime novità dell’esecutivo in materia di bonus edilizi, cioè la fine del superbonus, Harley&Dikkinson ha studiato e sviluppato una proposta alternativa al 110% attraverso Agorà. Si tratta di un pacchetto di garanzia che, attraverso banche italiane ed europee, consente l’erogazione di finanziamenti per la realizzazione di opere per l’efficientamento energetico di condomìni e singole unità immobiliari.

“Da una recente ricerca condotta con Euromedia Research è emerso che l’81,5% degli italiani ritiene fondamentale la riqualificazione energetica degli edifici per avviare un reale processo di transizione ecologica nel nostro Paese con un 75% di cittadini che necessita di un intervento di riqualificazione per l’edificio in cui vive. A prescindere da quale sarà il recepimento dell’Italia della normativa europea, sarà fondamentale la gestione della fattibilità finanziaria dei futuri interventi, compresi quelli già previsti e non realizzati a causa dello stop improvviso del superbonus con cessione”, aggiunge Ponti. “Agorà permette l’accesso alla finanziabilità del 100% dell’importo dei lavori, a tasso zero e per i dieci anni corrispondenti al periodo di recupero fiscale delle nuove detrazioni. Dal 110 passiamo al 100 in dieci, prosecuzione ideale del superbonus 110% concepito per aiutare imprese, progettisti, amministratori a concludere lavori di riqualificazione in corso o iniziarne di nuovi con un sistema di garanzie per tutti, famiglie in primis”.

Le nuove tende avvolgibili ombreggianti Fakro per il comfort in mansarda

Le tende avvolgibili ombreggianti Arp Wifi Fakro ottimizzano il benessere abitativo delle mansarde regolando il flusso della luce con l’innovativo sistema wi-fi, gestito attraverso smartphone. Al contempo, nuove fantasie e colorazioni ne valorizzano l’estetica.

Coniugare l’eccellenza dei materiali e l’eleganza del design alla praticità della tecnologia: con questo proposito, Fakro inserisce all’interno della propria gamma le tende avvolgibili ombreggianti interne Arp Wi-fi, una soluzione capace di migliorare l’esperienza abitativa.

L’azienda, infatti, produce e commercializza non solo finestre tecnologicamente avanzate, ma anche accessori di altissima qualità. Ora le nuove tende Arp Wifi permettono di regolare il flusso della luce, ombreggiando i locali a piacimento, con un comodo e pratico sistema Wifi, gestibile attraverso smartphone.

Grazie a un’app dedicata, si può sperimentare la libertà di controllare l’avvolgibile anche a distanza, con opzioni di configurazione illimitate. È possibile, infatti, impostare sequenze di operazioni che si adattano al proprio stile di vita così come alle variazioni di luce naturale durante la giornata.

Le tende si integrano armoniosamente con sistemi Smart Home esistenti, favorendo un controllo centralizzato e una gestione intuitiva e personalizzata della casa.

Pratiche e funzionali, queste tende sono dotate di guide in alluminio, montate verticalmente ai lati dell’accessorio, che ne consentono il bloccaggio in qualsiasi posizione, assicurando il grado di ombreggiamento desiderato.

Ideali, dunque, per filtrare e modulare la luce all’interno della mansarda, le avvolgibili Arp Wifi offrono altri importanti vantaggi per gli spazi sottotetto: proteggono dai raggi Uv, tutelano la privacy dei locali e svolgono anche una parziale funzione di protezione dal calore (ottimale in abbinamento a una tenda esterna).

Il modello Arp Wifi, infine, unisce la funzionalità al gusto estetico. Le nuove tende Fakro sono realizzate in un’ampia varietà di colori – dai più accesi come il rosso fuoco ai più neutri e delicati come il tortora – nonché in svariati decori dal gusto classico, con eleganti motivi floreali, o minimal, con sobrie linee ton sur ton che muovono sapientemente la tonalità monocromatica del fondo.

Saint-Gobain rafforza la sua presenza in Puglia con un’Academy

L’inaugurazione dell’Academy di Saint-Gobain | Da sinistra Domenico Mariani, Gaetano Terrasini ed Eugenio di Sciascio

Formazione e prossimità si confermano due aspetti fondamentali del Gruppo internazionale, che annuncia una maggiore presenza nel territorio di Bari.

Saint-Gobain Italia, azienda leader nel settore dell’edilizia sostenibile e nota per lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di nuove generazioni di materiali innovativi, ha inaugurato nei giorni scorsi a Bari, alla presenza delle principali Istituzioni locali, tra cui il Vicesindaco Eugenio Di Sciascio, il Direttore Generale del Consorzio Asilo Domenico Mariani, il suo nuovo centro Academy.

La dodicesima sede dell’Academy in Italia

Lo spazio, di circa 100 metriquadri complessivi, è stato realizzato accanto all’attuale deposito di Saint-Gobain Italia a Bari, in viale Francesco de Blasio 21, e rappresenta la 12esima sede dell’Academy in Italia.

«La promozione di un’edilizia innovativa e sostenibile attraverso la formazione è per noi un pilastro fondamentale. Con l’inaugurazione dello Spazio Academy a Bari vogliamo avvicinarci ai professionisti locali del settore delle costruzioni con le nostre competenze e le nostre soluzioni», ha dichiarato Gaetano Terrasini, Ceo di Saint-Gobain Italia.

Lo spazio Saint-Gobain di Bari, nato come deposito destinato alle lastre di vetro prodotte a Pisa, è diventato nel corso del tempo anche deposito per altri materiali prodotti in Italia a marchio Gyproc, Isover e Weber, nonché uno degli hub di distribuzione più importanti del Sud.

Entro la fine del 2024, nel sito sarà avviato un nuovo impianto per la produzione di premiscelati tecnici, che consentirà a Saint-Gobain Italia di essere ancora più capillare e servire in maniera ottimale il mercato locale e le regioni limitrofe.

La ricca storia industriale di Bari

«La scelta della città in cui realizzare il nostro 27esimo sito produttivo italiano è ricaduta su Bari sin da subito, per la sua ricca storia industriale, la sua posizione strategica e lo spirito di evoluzione che ha saputo cogliere negli ultimi anni, con il supporto di un’amministrazione locale che si è dimostrata attiva e dinamica»,  conclude Terrasini.

Making the world a better home

Prossimità e formazione sono tra i pilastri su cui Saint-Gobain, da quasi 360 anni, poggia il suo valore, contribuendo attivamente alla ragion d’essere del Gruppo “Making the world a better home”: progettare materiali e soluzioni che hanno un impatto positivo sulla vita di tutti e che garantiscono benessere, comfort abitativo e sicurezza, nel rispetto del binomio uomo e natura per il bene del pianeta.

L’edilizia del futuro

Presso gli Spazi Academy di Saint-Gobain Italia si forma l’edilizia del futuro, attraverso corsi teorici e teorico-dimostrativi per progettisti, tecnici e imprese e corsi di posa per applicatori. La formazione si rivolge anche ad architetti e ingegneri, che possono partecipare a corsi per l’ottenimento di crediti formativi Cfp.

Nel 2023 più di 50mila professionisti del settore edile hanno partecipato ai circa 400 corsi organizzati nelle varie sedi dell’Academy, per un totale di più di 2mila ore di formazione erogate. Per Bari è già previsto un ricco calendario di corsi che andrà arricchendosi nel corso del 2024.

Tutte le date

  • 9-10 aprile | Corso di posa Corretta posa dei sistemi a secco
  • 16 aprile | Corso teorico-dimostrativo Sistemi e soluzioni per Hvac
  • 23 aprile | Corso teorico-dimostrativo Sistema costruttivo leggero a secco: InnovaLight X
  • 8-9 maggio | Corso teorico-dimostrativo Formazione per patentino Etics
  • 14 maggio | Corso di posa Stuccatura-finitura dei sistemi a secco
  • 15 maggio | Tappa di Bari per il tour di formazione dedicato ai Partner
  • 29 maggio | Corso teorico-dimostrativo rinforzo strutturale
  • 12 giugno | Corso teorico-dimostrativo Risanamento – deumidificante