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Per Mapei l’ambiente è una questione di sfumature

Mapei
Master collection

Mapei presenta diverse soluzioni per le finiture delle superfici murali con un dato comune: l’attenzione a coniugare estetica e protezione degli edifici nel rispetto dell’ambiente.

Colore e tecnologia: grazie al sistema ideato da Mapei si possono coniugare estetica e innovazione. Già, perché niente è meglio di una buona finitura della superficie murale.

Idropitture Mapei: colore e performance

Le idropitture Mapei offrono elevate performance, durabilità ed estetica. Formulate a base di resine sintetiche in dispersione acquosa e cariche selezionate, le idropitture sono disponibili in una gamma completa di formati ideati per rispondere alle richieste del mercato e perfetti per eseguire prove colore.

Su ogni confezione viene indicata la resa in metri quadrati favorendo la scelta della confezione ideale per ogni necessità di pitturazione.

La collezione Mapei

Per mostrare tutto questo colore, Mapei ha sviluppato la mazzetta Master Collection: una raccolta di tinte originali che spazia da caldi colori pastello fino a sfumature molto vivaci e accattivanti.

A questa si è aggiunta la collezione INspire che raccoglie le tinte di tendenza studiate appositamente per ambienti interni con soluzioni colore che rispondono alle specifiche esigenze di ogni singolo progetto.

E quando i progetti riguardano l’esterno la proposta colore Mapei si chiama EXtraColour: una collezione di 315 tinte accuratamente selezionate per assicurare una protezione durevole alle superfici esterne in edilizia.

Colori formulati per mantenersi inalterati a lungo nel tempo grazie all’utilizzo di pigmenti dalle elevate prestazioni di resistenza ai raggi Uv e agli agenti atmosferici.

La bellezza rimane un punto fermo. Grazie al sistema tintometrico ColorMap è possibile ottenere qualsiasi sfumatura di colore. L’universo delle tinte possibili con le pitture Mapei è praticamente infinito.

La sostenibilità al centro

Colore, performance e sostenibilità sono le caratteristiche distintive della gamma delle finiture per interni Mapei.

Le idropitture Mapei offrono elevate performance e assicurano benessere abitativo legato ai valori elevatissimi di qualità dell’aria garantiti dalla classificazione ecologica A+. La salute della persona per Mapei è un punto imprescindibile da legare a quella del pianeta.

L’impegno per contribuire in modo concreto all’economia circolare caratterizza ogni scelta, dall’utilizzo di plastica riciclata (certificati plastica seconda vita) per il packaging all’introduzione di formati che ottimizzano le esigenze della committenza.

Creative ard lime carrara per l’effetto marmo

Creative Ard Lime Carrara è un rivestimento murale decorativo costituito da cariche minerali e grassello di calce modificato: permette di ottenere una finitura spatolata a effetto marmo di Carrara.

Il rivestimento consente di ottenere superfici di pregio molto compatte e satinate, con discreta resistenza all’acqua e ottima permeabilità al vapore d’acqua.

Idoneo all’impiego su intonaci tradizionali e a base cementizia, è particolarmente indicato per la decorazione di superfici murali interne di edifici di interesse architettonico e nel restauro dei centri storici.

di Alice Fugazza

Pitture e vernici, il mercato e le imprese del settore

tonalità di colore

Le aziende del settore pitture e vernici nel 2022 hanno proseguito la loro crescita (+10,2%), grazie ai bonus e agli incentivi governativi. Ma il 2023 ha fatto segnare il rallentamento atteso dagli operatori.

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Edil 2024: la Fiera dell’Edilizia di Bergamo ritorna con 9mila presenze

Edil 2024 | La Fiera di Bergamo torna dopo 10 anni
Edil 2024 | La Fiera di Bergamo torna dopo 10 anni

Buona ripartenza per Edil 2024: oltre 9mila alla Fiera di Bergamo, tra competenze, idee e innovazioni per il rinascimento dell’edilizia italiana

Apprezzato il format che ha abbinato all’area espositiva un nutrito calendario di eventi congressuali e formativi. La rassegna ha riaffermato l’eccellenza di un distretto (formato dalla Bergamasca e sull’asse Brescia-Bergamo-Milano) riconosciuto a livello internazionale. Il nuovo percorso tracciato da Edil24 prevede già dall’anno prossimo l’incremento delle giornate, che salgono a quattro, da giovedì 20 a domenica 23 marzo 2025, per agevolare ulteriormente operatori e visitatori.

Edil 2024 non delude le aspettative

Edil non delude le aspettative, rilanciando dalla Fiera di Bergamo il nuovo rinascimento del settore delle costruzioni italiane. Tornata dopo una decina di anni, da venerdì 26 aprile a domenica 28, in stand-by dovuto alle anomale condizioni del mercato, la Fiera dell’Edilizia di Promoberg ha segnato una buona ripartenza, registrando al termine della sua tre giorni al centro espositivo e congressuale del capoluogo orobico la partecipazione di oltre 9mila visitatori, giunti prevalentemente da tutta la Bergamasca e coinvolti attivamente sia dal centinaio di realtà che hanno animato i 16.500 metri quadrati dell’area espositiva che dai numerosi eventi congressuali (convegni, forum, tavole rotonde e workshop) con al centro alcuni dei temi più caldi per il settore.

Edil 2024 | La Fiera di Bergamo torna dopo 10 anni

Materiali da costruzione e finitura e macchinari e attrezzature hanno fatto il boom

Tra i comparti che maggiormente hanno catturato l’interesse dei visitatori, spiccano ai primi due posti (tolti i decimali, quasi ex aequo) Materiali da costruzione e finitura (indicati dal 26% dei visitatori) e Macchinari e attrezzature per il cantiere 5.0 (25%); seguiti da Nuove tecniche costruttive (19%) Progettazione e gestione digitale dell’impresa e Impiantistica (7% a testa); seguono poi i temi legati a Sicurezza, Rigenerazione urbana e territoriale, Economia circolare riuso e riassetto territoriale.

Edil 2024 | La Fiera di Bergamo torna dopo 10 anni

Dopo il dato delle imprese espositrici, anche la buona risposta del pubblico è stata accolta con soddisfazione dagli organizzatori perché, se è vero che per gli annali si è trattata della 28esima edizione, nella realtà, dopo uno stop così prolungato, di fatto è stata la prima tappa di un nuovo progetto a lungo termine, che ha però già dimostrato come l’innovazione, la tecnologia, la sostenibilità e la crescita sociale e culturale possono andare di pari passo e fare la differenza.

Edil 2024 | La Fiera di Bergamo torna dopo 10 anni

Si pensa all’edizione del 2025

La rassegna ha riaffermato l’importanza e l’orgoglio di appartenere ad un distretto europeo deccellenza del settore, formato dalla Bergamasca e sull’asse Brescia-Bergamo-Milano. Il nuovo percorso tracciato da Edil24 prevede già dall’anno prossimo l’incremento delle giornate, che salgono a quattro, da giovedì 20 a domenica 23 marzo 2025, per agevolare ulteriormente operatori e visitatori.

Tra le carte vincenti del ritorno di Edil, l’ingresso gratuito voluto dagli organizzatori, che pur con un notevole sforzo economico, hanno così agevolato il pubblico e conseguentemente le imprese espositrici.

Edil 2024 | La Fiera di Bergamo torna dopo 10 anni

Tanti giovani visitatori improntanti alla tecnologia

Osservando le presenze tra gli stand, si sono distinti molti operatori, così come giovani e famiglie, alla ricerca rispettivamente delle ultime novità del settore, di nuove opportunità occupazionali e di progetti e soluzioni per costruire o riqualificare la propria abitazione, in particolare per quanto concerne il condomino, edificio che rappresenta oltre il 60% delle abitazioni principali.

Nel padiglione A e sulla sua area esterna si sono potute toccare con mano le migliori produzioni e servizidell’edilizia, tra cui le ultime innovazioni hi-tech in tema di costruzioni, riqualificazioni, progettazioni, sostenibilità, sicurezza, applicazioni digitali e informatiche.

Quasi tutti soldout anche gli appuntamenti formativi, con temi quali la gestione del cantiere (ambientale e della sicurezza), gli edifici cosiddetti intelligenti, la riqualificazione dei condomini, l’uso dell’intelligenza artificiale, la finanza per le imprese, le comunità energetiche, l’uso dei droni e dei software di nuova generazione. Apprezzata e promossa quindi la formula che ha abbinato agli stand allestiti da imprese, associazioni ed istituzioni, una interessante agenda di eventi formativi.

Soddisfatto il presidente Promoberg: “Si riparte dopo 10 anni di stop”

Luciano Patelli, presidente Promoberg Srl, si è detto molto soddisfatto. 

«Ripartire dopo dieci anni di stop non era facile, così come non era scontato il buon risultato ottenuto; ma abbiamo sempre creduto nella nostra storica fiera dell’Edilizia, così come abbiamo sempre monitorato il mercato e consolidato i contatti con il mondo dell’edilizia (dalle imprese alle associazioni, passando per tutte le realtà a vario titolo coinvolte), per trovare insieme il momento giusto. La voglia di tornare era così forte che abbiamo accettato la sfida di allestirla in un periodo dell’anno non certo ottimale, ma era l’unico possibile: i risultati e i commenti che abbiamo raccolto in fiera ci gratificano e ci spronano nel dare una decisa accelerata già con la prossima edizione nel 2025, per la quale abbiamo incrementato il numero dei giorni e trovato la giusta collocazione. Siamo onorati nell’avere avuto al nostro fianco tutto il sistema associativo e istituzionale del settore delle costruzioni, a cui si sommano l’università, gli enti bilaterali, il mondo della finanza, partnership di rilievo e i nostri storici sponsor. Insieme a loro, e cercando di sviluppare nuove sinergie, già da domani saremo in “cantiere” per costruire una fiera dell’Edilizia ancora più grande, bella e condivisa, in grado di rappresentare al meglio un territorio che da sempre sta facendo la storia dell’edilizia in Italia e nel mondo».

Edil 2024 | La Fiera di Bergamo torna dopo 10 anni

“Un’atmosfera positiva e costruttiva”, secondo il project manager Alberto Capitanio

Sulla stessa onda Alberto Capitanio, project manager per Promoberg e anima di Edil.  

«L’atmosfera positiva e costruttiva che ha contrassegnato la fiera è un segnale chiaro che Bergamo è pronta a guidare un nuovo rinascimento nel settore dell’edilizia, nel segno di continue innovazioni e avanzamenti che risuoneranno ben oltre i confini regionali. Gli incontri fatti in questi giorni con gli espositori e le imprese del settore ci dicono che già dall’anno prossimo la fiera crescerà bene, in termini di giornate e di espositori, con l’obiettivo di ritornare presto ai livelli che l’hanno sempre contraddistinta prima dello stop. La gente vuole toccare con mano i prodotti e i servizi della filiera,ottimamente rappresentati nell’area espositiva con brand nazionali e internazionali, ma è cresciuta negli anni anche la voglia di conoscere e raccogliere informazioni sui temi del settore. Quest’anno abbiamo avuto ottimi riscontri per i convegni sulla gestione di un cantiere (come quella ambientale, a cura di Ance), sugli edifici cosiddetti intelligenti, a cura di Confartigianato Imprese Bergamo e The European House Ambrosetti; sulla riqualificazione energetica nei condomini, con la collaborazione delle associazioni degli Amministratori condominiali, associazioni Imprenditoriali dei costruttori, di Banca Reale ed esperti in efficientamento energetico; sui rilievi 3D con drone, a cura di SkyCrab e sull’AI generativa per le aziende con Microsoft 365 Copilot; sulla sicurezza, tra teoria e pratica a cura di Sicurezza Informa; con la Finanza per le Imprese a cura di Cobaty Bergamo. Da segnalare anche il forte interesse verso il Bim (Building Information Modeling) che rappresenta oggi un vero paradigma rivoluzionario per l’intero settore delle costruzioni, grazie a modelli digitali intelligenti e informativi degli edifici, che consentono una progettazione e un processo costruttivo completamente integrato e collaborativ.

Edil 2024 | La Fiera di Bergamo torna dopo 10 anni

Edil 2024 ha avuto il sostegno di Banco Bpm Credito Bergamasco e Intesa Sanpaolo (main sponsor), Cribis (technical partner) e Utility Diadora (safety partner) e il Patrocinio della Provincia di Bergamo e della Camera di Commercio di Bergamo.

Risale la fiducia per il mercato delle costruzioni

Il comparto continua ad andare meglio che nel resto dell’Europa. Ma scendono le attese dei consumatori. Segnali di ripresa a marzo per gli indicatori economici e tendenziali del mercato delle costruzioni, che rovesciano le aspettative negative di gennaio e febbraio, e seguiti ai dati positivi del periodo autunnale.

A livello europeo si registra un ulteriore rallentamento della fiducia delle imprese, un’inversione di rotta rispetto a dicembre 2023, che ormai sembra aver delineato un trend di stabilizzazione al ribasso, con valori pari a –5,6 punti percentuali per l’Area Euro e –7,7 per l’Europa a 27, (praticamente pari al valore del mese precedente), mentre a livello nazionale l’indice di fiducia delle imprese di costruzioni sale di 2,3 punti percentuali, portandosi a 4,3%, praticamente pari a metà rispetto al picco di 8,7% di dicembre.

Mantenendo, quindi, sempre un ampio scarto con i valori europei, pari a oltre 10 punti rispetto all’Area Euro e a 12 punti rispetto all’Europa a 27. Si amplia dunque la forbice
tra costruzioni europee e nazionali, uno scarto che è sicuramente l’esito di una ripresa di fiducia del settore a livello nazionale grazie ai primi effettivi fondi Pnrr, che stanno arrivando nel mercato e che investiranno il settore da qui al giugno 2026.

I settori

A livello nazionale il confronto tra gli indicatori relativi alla fiducia dei vari settori economici, presenta il settore delle costruzioni, quello dell’industria e quello dei servizi in ripresa.

La dinamica è più accentuata per costruzioni e servizi, anche se il rimbalzo positivo dell’industria è una buona notizia, perché avviene dopo mesi di calo ininterrotto della fiducia delle imprese.

Scende invece a -16,7 l’indice di fiducia dei consumatori, evidenziando dunque non più una stabilità, ma un nuovo rallentamento, segno di una potenziale inversione di tendenza rispetto alla dinamica di stabilità, pur nella negatività dell’indicatore, di medio periodo.

L’attendismo auspicato nei mesi precedenti, dunque, si sta convertendo in dubbio e, dunque, bisognerà analizzare i dati dei prossimi mesi per comprendere al meglio il fenomeno, se tendenza di breve durata o segnale di una inversione di marcia.

I segnali preoccupanti che avevamo messo in evidenza il mese scorso, relativamente all’andamento degli ordini e dell’occupazione a tre mesi, ovvero i due indicatori previsionali del mercato di breve periodo, evidenziano una netta e rapida ripresa degli indici, che rimangono positivi e tendenzialmente ripresentano valori in aumento, con un rimbalzo positivo che, tuttavia, non riesce a colmare il gap degli ultimi due mesi.

Dunque, servirà attendere aprile e maggio per comprendere se la dinamica si consoliderà verso l’alto o proseguirà in un andamento fortemente altalenante che contraddistingue gli indicatori nell’ultimo anno.

Inflazione

Le buone notizie sul fronte inflazionistico, invece, rallentano. A marzo le stime preliminari vedono l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registrare un aumento dell’1,2% su base annua, 0,4 punti percentuali in più rispetto ai due mesi precedenti.

Questo leggero aumento è dovuto all’attenuazione su base tendenziale della flessione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da -17,2% a -10,3%) e regolamentati (da -18,4% a -13,8%) e, in misura minore, alla crescita di quelli dei servizi relativi ai trasporti (da +3,8% a +4,5%).

Per contro, registrano un rallentamento i prezzi dei beni alimentari non lavorati (da +4,4% a +2,6%), dei tabacchi (da +2,6% a +1,9%) e dei beni alimentari lavorati (da +3,4% a +2,8%). Nel mese di marzo l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile a +2,3%, mentre quella al netto dei soli beni energetici decelera da +2,6% a +2,4%.

L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,5% per l’indice generale e a +1,2% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta di 1,2% su base mensile, per la fine dei saldi stagionali di cui il Nic non tiene conto, e dell’1,2% su base annua (da +0,8% di febbraio). La stima preliminare era pari a +1,3%.

A Cura del Centro Studi YouTrade

 

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La nuova generazione di scale Greenstep di Fakro

Fakro | La nuova linea di scale Net Electric

 

Fakro | Ił nuovo modello Let Electric

Fakro ripensa il vivere domestico lanciando una nuova linea di scale per mansarda Fakro Greenstep. Il primo modello Let Electric si presenta come eccellente combinazione di funzionalità, sicurezza e attenzione all’ambiente.

Greenstep è la nuova generazione di scale retrattili progettata dal Gruppo Fakro secondo la filosofia aziendale Go Green, che unisce il comfort al design, mettendo al primo posto la cura per l’ambiente e rivoluzionando l’accesso a mansarde e soffitte.

Greenstep, la nuova generazione di scale Go Green Fakro

Spesso, infatti, questi spazi sono parzialmente trascurati o relegati a luoghi di stoccaggio e diventa così secondaria anche la modalità per accedervi. Al contrario, una scala che offra garanzie in termini di praticità, facilità di utilizzo, efficienza energetica e sicurezza è fondamentale per la fruizione ottimale di questi contesti.

Fakro | Il modello Let Electric

Con tale prospettiva, Fakro crea la prima scala elettrica a scomparsa Greenstep Let Electric. Il modello si contraddistingue per il massimo comfort di utilizzo: l’apertura e il controllo sono automatici e avvengono tramite radiocomando, applicazione mobile o pulsante a muro.

Le particolarità della Let Electric

In fase di acquisto, è possibile scegliere tra due sistemi di controllo: Z-Wave e WiFi Tuya, in base alla forma di integrazione desiderata con il sistema SmartHome.

Il set Z-Wave Zwms consente il controllo diretto utilizzando il radiocomando ZRHS (incluso nel set). Il kit WiFi Tuya Ztms permette invece di controllare le scale utilizzando lo smartphone previa installazione di un’applicazione dedicata. Infine, anche un pulsante a muro standard può rappresentare una comoda alternativa di controllo sempre a portata di mano.

Prestazioni in termini di trasmittanza

Accanto a questo plus, Greenstep Let Electric assicura eccezionali prestazioni in termini di trasmittanza termica, con un coefficiente di 0,51W/m2K. Una scala dunque super-termoisolante, ideale per gli edifici a basso impatto energetico, volti a ridurre le dispersioni di calore e le spese di riscaldamento.

Questo speciale modello risulta particolarmente indicato anche per tutti gli edifici in cui sia notevole la differenza di temperatura tra il vano riscaldato e lo spazio mansardato.

Costruzione a forbice e struttura in acciaio

Con costruzione a forbice e struttura in acciaio, la scala Let Electric garantisce anche un elevato livello di sicurezza: i robusti piedini antigraffio sono in grado di conferire maggior stabilità alla struttura; i gradini con rivestimento antiscivolo, agevolano le operazioni di salita e discesa; la particolare forma a “S” della struttura portante ne consente l’utilizzo come corrimano.

Un segnale acustico che accompagna apertura e chiusura

Un segnale acustico accompagna l’apertura e la chiusura, aumentando la consapevolezza dell’utente. Lo speciale meccanismo di emergenza di cui è dotata consente di aprire la scala anche senza elettricità e la mantiene in posizione, impedendo possibili movimenti automatici di ritorno.

Progettata per adattarsi all’altezza della stanza, la scala consente di aggiungere o togliere fino a due gradini a seconda delle necessità: in questo modo Let Eletric si presta perfettamente all’installazione in locali con soffitto alto da 230 cm fino a 340 cm.

Fakro | La resistenza della linea Let Electric

Una struttura resistente

La sua resistente struttura, in grado di sostenere importanti pesi (fino a 200 kg), presenta nella chiusura un triplo sistema di guarnizioni in grado di garantire un’ottima ermeticità (proprio grazie a questo sistema, Let Eletric è in classe di tenuta 4 – la più alta ottenibile – secondo la norma EN 12207).

La botola, realizzata in materiale isolante dello spessore di 8 cm, è di colore bianco e si integra perfettamente sia a livello cromatico che strutturale col soffitto di qualsiasi abitazione.

La scala a forbice elettrica Greenstep Let, pertanto, non è solo comoda, ma anche esteticamente curata in ogni dettaglio.

Hörmann Italia riunisce e premia i concessionari del Centro Italia a Montepulciano

Hörmann Italia riunisce i concessionari del centro

Scenari di mercato, ulteriori opportunità per il futuro, nuove soluzioni all’interno della già ampia offerta per il settore residenziale, coinvolgenti contest rivolti a tutta la rete dell’azienda. Questi i principali temi affrontati dal management di Hörmann Italia nel corso del meeting tenutosi in provincia di Siena.

Hörmann Italia riunisce i concessionari del Centro Italia

Un nuovo incontro dedicato ai rivenditori autorizzati

Dopo l’evento di marzo, svoltosi in provincia di Verona e dedicato ai rivenditori autorizzati del Nord-Est e del Nord-Ovest, Hörmann Italia ha riunito il 23 aprile, nella splendida cornice della Cantina di Talosa a Montepulciano, tutti i propri concessionari del Centro.

Ad aprire l’incontro è stato Stefano Tuccio, amministratore delegato di Hörmann Italia, il quale ha voluto da subito ringraziare i partner per lo straordinario impegno profuso nel 2023: anche grazie alla competenza e alla professionalità della rete Hörmann, l’azienda non solo ha incrementato ulteriormente i ricavi del 20% rispetto all’anno precedente, ma ha ottenuto un mirabile risultato all’interno dell’omonimo Gruppo, posizionandosi tra le prime cinque filiali Hörmann, in termini di fatturato.

Hörmann Italia
riunisce i concessionari del centro

Durante la giornata, sono poi saliti sul palco il direttore commerciale Stefano Covi, che ha fatto da moderatore in occasione del meeting; Francesco Cavagna, area manager Nord Est, e Mauro Isopi, area manager Centro-Sud, che hanno mostrato ai partecipanti le novità che caratterizzeranno la proposta dell’azienda in termini di porte d’ingresso e porte da garage.

Infine Chiara Covi, Responsabile Marketing di Hörmann Italia, che ha spiegato le molteplici e sinergiche iniziative attivate dall’azienda per offrire notorietà al brand, a sostegno di tutti i partner, presentando inoltre, in assoluta anteprima, i due coinvolgenti contest cui saranno chiamati a prender parte tutti i partner dell’importante società: Hörmann Italia Photo Awards e Marketing Excellence Award.

Hörmann Italia riunisce i concessionari del centro

Una cerimonia di premiazione per i rivenditori

L’evento si è concluso con la cerimonia di premiazione di alcuni rivenditori che hanno intrecciato con l’azienda una partnership ormai storica e di alcuni altri concessionari che si sono di recente distinti per le attività di marketing proposte sul territorio.

Nuovo presidente per Itas Mutua

Luciano Rova
Luciano Rova

Itas Mutua, compagnia di assicurazioni di Trento, ha un nuovo presidente: Luciano Rova, 70 anni. Lo ha deciso il consiglio di amministrazione riunito dopo l’elezione da parte dei delegati dei soci assicurati, avvenuta lo scorso 26 aprile durante l’assemblea della società. Rova era già consigliere nei due precedenti cda, ed è ex vice direttore generale della compagnia, past president della controllata Assicuratrice Val Piave (ora Vhv Italia) e uomo di grande e profonda esperienza aziendale. Subentra a Giuseppe Consoli, cessato per raggiunti limiti di mandato e che ha guidato l’azienda negli ultimi tre anni. Oltre alla nomina del nuovo presidente, il cda ha provveduto anche a completare gli altri assetti della governance: Alberto Pacher è stato nominato vice presidente vicario, Franco Dalla Sega e Gottfried Tappeiner vice presidenti, mentre Daria de Pretis, Giovanni Tarantino, Paola Inverardi ed Eva Knak fanno parte del Comitato controllo interno e rischi. Il Comitato nomine e remunerazioni è composto invece da Maria Emanuela de Abbondi, Domenico Rocco Siclari e Tanja Pichler.

Il cda di Itas Mutua
Il cda di Itas Mutua

“Dobbiamo essere tutti grati a Giuseppe Consoli per lo straordinario lavoro compiuto. In questi anni difficili, funestati dal Covid, dalle incertezze macroeconomiche e, da ultimo, anche dalle importanti conseguenze degli eventi naturali, egli ha saputo mantenere la barra dritta guidando questa società con saggezza e dedizione, insieme al contributo determinante dell’Amministratore delegato Alessandro Molinari. L’impegno di tutto il Consiglio che ho l’onore di rappresentare e mio personale è, dunque, quello di proseguire il lavoro nel solco tracciato proprio da Consoli, mantenendo fede alle linee programmatiche sottese alla lista dei candidati, che riflettono i principi di mutualità, cuore pulsante della nostra Società”, ha commentato Rova, che ha rimarcato la necessità per Itas di adattarsi ai cambiamenti e continuare a innovare per rimanere all’avanguardia nel nostro settore come lo siamo stati negli anni, sempre guidati, però, dai valori fondamentali della mutualità intesa come servizio ai soci assicurati e delle comunità in cui operiamo e ispirati dai nostri principi originari di sobrietà e integrità morale.

Evacuazione dei fumi, la gamma di An Camini

An-Camini
Tonalità opaco

An Camini dispone di 35 diversi sistemi di evacuazione dei fumi con 12 diversi diametri di condotti. Ma, oltre che sulla qualità del prodotto, punta anche sul rapporto con il cliente.

Una rete di vendita costituita da oltre 200 esperti, funzionari tecnico-commerciali, agenti e specialist point: sono loro ad assicurare la presenza di An Camini su tutto il territorio nazionale.

Per meglio presidiare aree di mercato circoscritte a realtà locali, l’azienda bergamasca diversifica la propria strategia distributiva attraverso l’apertura e la gestione di filiali e depositi dedicati.

L’azienda mette a disposizione del mercato una completa gamma di sistemi per l’evacuazione dei fumi costituita da 35 diversi modelli di 12 diversi diametri di canne fumarie, realizzati con l’impiego delle più nobili materie prime, che determinano i più elevati standard qualitativi a marchio Ce.

Evacuazione dei fumi più digitale

Un evoluto Crm consente di gestire tutte le fasi commerciali, dalla preventivazione alla verifica della disponibilità della merce in magazzino agli ordini e verifica dell’avvenuta consegna.

Per i clienti più attivi e fidelizzati è a disposizione un innovativo B2B, che consente loro di gestire in autonomia la preventivazione e l’invio degli ordini ottenendo enormi risparmi di costi e di tempi.

Evacuazione-dei-fumi
La piattaforma per l’evacuazione dei fumi

Dipartimento engineering

La struttura An Camini ha attivato il dipartimento Engineering, finalizzato a fornire un servizio dedicato per centrali termiche di grossa potenza come: teleriscaldamento, gruppi elettrogeni per la produzione di energia elettrica, impianti di cogenerazione, motopompe.

Un team di esperti che propone soluzioni d’impianto customizzate per ogni commessa e capace di garantire un servizio di supporto presso il cantiere. Un plus, questo, sempre più apprezzato e riconosciuto da parte delle più qualificate imprese di multiutility e facility management.

Punta sul bim

Il Bim è il nuovo indiscusso protagonista della rivoluzione digitale nel settore delle costruzioni e della progettazione meccanica a tutti i livelli.

Con An Camini Bim si può modificare velocemente il percorso fumario mantenendo aggiornata la distinta della canna fumaria: un servizio di qualità, precisione e di competenza.

In particolare, l’alta precisione è un requisito chiave negli impianti complessi sia residenziali che industriali. Gli impianti fumari saranno dinamicamente aggiornati e si avrà sempre sotto controllo il posizionamento di ogni elemento, prevenendo così interferenze e problemi in cantiere.

Il capitale umano dell’azienda è costituito da figure giovani, ricche di idee e spirito di intraprendenza, dalla spiccata vocazione verso la cura del cliente e alla digitalizzazione dei processi. Un impegno costante e concreto che genera nuova linfa creando valore nei processi.

di Paolo Caliari

Un nuovo brand sulla strada della sostenibilità

Heidelberg-Materials
Heidelberg Materials

Parla Stefano Gallini, neo amministratore delegato della branca italiana del gruppo tedesco, leader nella produzione di cemento. Che svela a YouTrade le strategie dell’azienda
per informare e coinvolgere le rivendite nel passaggio da Italcementi al nuovo marchio.

Heidelberg Materials
Il sacco con il nuovo logo di Heidelberg Materials

L’anno nuovo ha segnato un passaggio di consegne in casa Heidelberg Materials (il nuovo brand che ha raccolto in Italia l’eredità di Italcementi e Calcestruzzi). Dal primo gennaio 2024 Stefano Gallini ha assunto la guida di Heidelberg Materials Italia Cementi spa.

Il nuovo amministratore delegato ha ricevuto il testimone da Roberto Callieri, che ha guidato la società dal luglio 2016 fino a fine 2023 e che sempre dal primo gennaio è entrato a far parte del managing board del Gruppo Heidelberg Materials, con la responsabilità dell’area dell’Asia.

Cominciamo con una sua presentazione.

Ho iniziato il mio percorso nella direzione commerciale di Italcementi nel 2000, dove negli anni ho avuto modo di crescere professionalmente e di confrontarmi con diversi ambiti del nostro settore. Successivamente ho avuto la possibilità di fare esperienze all’estero nel settore delle vendite e del marketing in Albania e in Egitto.

Poi, ho maturato un’esperienza di general management internazionale come managing director in Albania, Sierra Leone e Ghana. Nel 2020 ho assunto la posizione di general manager per l’area combinata di Ghana, Sierra Leone, Gambia e Liberia, per essere successivamente promosso nel 2022 a general manager della Regione dell’Africa Occidentale.

Il brand Italcementi non c’è più. Qual è l’obiettivo del rebranding?

Dall’ottobre dello scorso anno, abbiamo preso il nome della nostra capogruppo, Heidelberg Materials. È un’operazione che ha coinvolto e sta coinvolgendo tutte le filiali nei Paesi in cui il gruppo è presente.

Una scelta in linea con quella fatta da molti grandi brand internazionali, che adottano lo stesso nome in tutto il mondo e che sicuramente rappresenta un vantaggio per le sfide che dobbiamo affrontare, una su tutte, quella della decarbonizzazione. L’industria del cemento è chiamata a investimenti enormi per raggiungere l’obiettivo, nei prossimi anni, della neutralità carbonica dei propri processi produttivi.

Il ciclo di produzione del cemento libera anidride carbonica per effetto delle reazioni chimiche che portano alla formazione dei nostri prodotti. Per arrivare all’obiettivo, è necessario introdurre tecnologie pionieristiche come la Carbon Capture and Storage (Ccs) o Carbon Capture and Utilization (Ccu), che prelevano la Co2 dal nostro processo produttivo per stoccarla, oppure riutilizzarla mettendola a disposizione di altri processi industriali.

Queste soluzioni di cattura richiedono grandissimi investimenti: l’appartenenza a un gruppo leader mondiale come Heidelberg Materials, che ha annunciato target chiari e ambiziosi in merito, è certamente garanzia di serietà e determinazione.

Heidelberg Materials
Cementeria di Calusco D’adda (BG)

Su quali fronti si impegnerà?

Il contesto internazionale è fortemente instabile, con diverse criticità che si ripercuotono anche all’interno del nostro Paese. Quindi l’obiettivo è quantomeno confermare i risultati positivi del 2023.

Abbiamo messo in primis la sicurezza sul posto di lavoro per migliorare ulteriormente gli obiettivi che abbiamo raggiunto e fare nostra la cultura della sicurezza, per prevenire al massimo le condizioni di rischio. Un’altra delle nostre priorità è la decarbonizzazione: il 2024 sarà un anno centrale per l’evoluzione dei nostri prodotti.

Recentemente la nostra capogruppo ha presentato al mercato evoZero, il primo cemento al mondo a bilancio azzerato di emissioni di Co2. Abbiamo poi evoBuild, un umbrella brand che raccoglie la gamma dei prodotti sostenibili, con cui offriremo al mercato materiali sempre più orientati a un basso contenuto di Co2.

Dobbiamo lavorare in questa direzione sia sotto il profilo produttivo, attraverso le migliori e più innovative tecnologie disponibili, sia parlando al mercato, anche attraverso iniziative formative, per aiutare i clienti a utilizzare i prodotti che siano adatti alle loro esigenze e, allo stesso tempo, in linea con un modo di costruire sempre più sostenibile: questo crea valore per il cliente e per l’ambiente.

Senza dimenticare che al centro della nostra azione c’è il cliente. Tutta la nostra attività deve avere come fine ultimo la soddisfazione del cliente trasferendo il concetto nuovo di Materials contenuto nel nostro nome, che va oltre il cemento e che significa, più servizi, più assistenza, più soluzioni e più applicazioni.

Che tipo di impatto ha avuto il cambio brand sui clienti e sul mercato?

Italcementi è stata un’azienda storica, leader di mercato che ha investito molto sulla riconoscibilità del logo. Il cambiamento, inizialmente, ha preoccupato i distributori, che temevano un calo degli acquisti da parte dei loro clienti complice la sparizione di un marchio storico, ma abbiamo cercato di accompagnarli e di supportarli con diverse attività.

La prima è stata realizzare un layout del sacco molto vicino a quello precedente, in modo che il prodotto fosse riconoscibile. Abbiamo inoltre realizzato eventi nelle rivendite, open day, giornate promozionali e abbiamo allestito due food truck personalizzati che in tre mesi, a cavallo del 2023 e del 2024, hanno coperto cento clienti su tutto il territorio nazionale,  isole comprese.

Abbiamo realizzato per i nostri clienti un welcome kit di benvenuto, abbiamo fornito alla nostra rete commerciale delle giacche personalizzate con la scritta Heidelberg Materials, distribuito gadget… Credo che siamo riusciti a trasferire il messaggio fondamentale del cambiamento: siamo sempre noi, ma con una veste nuova più adatta ad affrontare le nuove sfide.

Vorrei comunque rassicurare tutti, continueremo a garantire la qualità e l’assistenza di sempre, pronti a offrire una gamma di prodotti e di servizi che vanno ben oltre il cemento.

Heidelberg Materials
Ingresso della nuova sede a Peschiera Borrmeo

Com’è andato il 2023? E che cosa prevedete per il 2024?

Non ero in Italia nel 2023, però dai numeri che ho visto per il nostro settore l’anno passato è stato caratterizzato da luci e ombre. Da un lato l’edilizia, fin dal periodo post pandemico, anche grazie al contributo positivo del superbonus e, quindi, della componente di manutenzione straordinaria, ha dimostrato di essere un driver fondamentale di crescita dell’economia italiana.

Dall’altro, il contesto caratterizzato dai forti rincari dei costi energetici, dalle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e dalla carenza di manodopera specializzata ha costituito un elemento di forte rischio per l’operatività delle imprese del settore.

Oltre a ciò, il mercato residenziale ha iniziato a manifestare segnali di rallentamento, con una forte frenata di compravendite di abitazioni e dei mutui erogati a causa dei rialzi dei tassi d’interesse.

Per quanto riguarda le prospettive per il 2024, le speranze di una ripartenza sono riposte sul comparto delle opere pubbliche e l’aspettativa è che dopo la fase di progettazione si inizi a vedere la partenza dei cantieri legati ai fondi del Pnrr.

Il Pnrr dà una spinta alle infrastrutture. Avete valutato l’impatto sul business del cemento?

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta senza dubbio un’opportunità eccezionale per il nostro settore, viste anche le ingenti risorse messe a disposizione: 222 miliardi di euro, di cui 108 legati al settore delle costruzioni secondo le stime Ance.

Per l’anno 2024 l’aspettativa è naturalmente quella di un irrobustimento del comparto delle opere pubbliche, anche se sussistono forti rischi di ritardi nella realizzazione di grandi lavori con probabile spostamento dell’effettiva cantierizzazione nel 2025-2026.

Per evitare di perdere questa eccezionale opportunità però è necessario che si velocizzino le procedure burocratiche degli enti territoriali: il rischio è che i rallentamenti nelle fasi autorizzative dei lavori programmati possano portare alla cancellazione dei fondi, dato che il piano prevede meccanismi stringenti per la realizzazione degli investimenti. L’Italia ha bisogno come non mai di interventi di messa in sicurezza del territorio e di infrastrutture moderne e sostenibili.

Un aspetto poi da non trascurare è che gli effetti del piano dovrebbero interessare tutte le aree geografiche della penisola favorendo una convergenza tra Sud e Centro-Nord del Paese.

Anche il mondo delle costruzioni è chiamato a vincere questa grande sfida della sostenibilità, qual è il contributo di Heidelberg Materials in tal senso e cosa state facendo al riguardo?

Il 2024 sarà caratterizzato da un forte impegno verso la sostenibilità e la riduzione dell’impronta carbonica nostri prodotti. Già oggi nel nostro listino abbiamo cementi che rispondono alle nuove richieste del mercato sia in termini di materie prime che di performance ambientale.

Alcuni di essi rappresentano un obbligo per le forniture nell’ambito delle opere pubbliche: si pensi, per esempio, al contenuto minimo di materiale riciclato nel calcestruzzo fissato nei Cam al 5% in peso.

Un altro criterio di interesse è rappresentato dalla capacità di ridurre le emissioni di Co2 agendo sia sui leganti sia sulle materie prime seconde utilizzate nel mix design, che devono garantire sostenibilità, qualità e le prestazioni richieste. È un percorso lungo, che richiede importanti investimenti e che coinvolge tutta la filiera compreso i clienti delle rivendite.

Come comunica la vostra azienda l’impegno per la sostenibilità ai clienti e agli stakeholder? Quali strategie utilizzate per informare il mercato riguardo le vostre pratiche sostenibili e come queste influenzano la percezione del vostro brand e dei vostri prodotti nel settore delle costruzioni?

La nostra strategia parte dalle cementerie, le fabbriche dove si produce il cemento. Oggi ne abbiamo quattro certificate Csc, il più importante standard di certificazione internazionale promosso dal Concrete Sustainability Council, un’associazione fra i cui membri fondatori figurano importanti realtà industriali.

Lo schema del Csc ha l’obiettivo di promuovere la trasparenza e la sostenibilità del settore del cemento e del calcestruzzo. Da queste cementerie, il cemento raggiunge gli impianti di produzione del calcestruzzo, e anche in questo caso ne abbiamo certificati 23, per poi arrivare al cliente finale.

A queste certificazioni si aggiunge, elemento molto importante nella strategia di comunicazione e trasparenza verso il mercato, la possibilità di fornire Epd (Dichiarazione Ambientale di Prodotto).

È un documento valido per tutti i nostri prodotti grazie all’utilizzo di un Tool di calcolo verificato e alla certificazione dell’intero processo Epd, in conformità alle regole del Program Operator Epd International, per tutte le aziende dei business cemento e calcestruzzo (Epd Process certification).

Nel corso del 2023 sono state emesse 63 Epd per calcestruzzi conformi ai Cam o a protocolli di sostenibilità Leed, per un totale di oltre 190 prodotti analizzati tramite i criteri di Life Cycle Assessment.

I ricavi del colosso superano i 21 miliardi

Heidelberg Materials è un gruppo tedesco con una storia di 150 anni. Ha oltre 51 mila dipendenti in quasi 3 mila siti in oltre 50 Paesi. È uno dei maggiori produttori integrati al mondo di materiali e soluzioni per l’edilizia, con posizioni di leadership nel mercato del cemento, degli aggregati e del calcestruzzo preconfezionato. I prodotti e servizi sono utilizzati nella costruzione di case, infrastrutture, strutture commerciali e industriali.

L’azienda vanta una posizione da primato nella strada verso la neutralità dal carbonio e l’economia circolare nel settore dei materiali da costruzione. Heidelberg Materials ha registrato un fatturato di 21,2 miliardi di euro e un risultato della gestione corrente prima degli ammortamenti di 4,3 miliardi, con una crescita del 19,2% (dati 2023), a fronte di una ulteriore riduzione del 3% delle emissioni di anidride carbonica. Per il 2030 l’obiettivo è una diminuzione delle emissioni del 50% rispetto al 1990.

di Franco Saro

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Uniedil festeggia i 20 anni, una serata per il film della crescita

Uniedil
Tutti i consociati di Uniedil

Uniedil, ll gruppo della distribuzione, ha festeggiato a Torino, nel Museo del Cinema, i due decenni di attività: emozione, ricordi, attestati e tanta voglia di proseguire il cammino.

La Mole Antonelliana, con il suo Museo Nazionale del Cinema, ha reso agli ospiti la magia che può creare Uniedil, che per festeggiare i suoi primi 20 anni ha deciso di dare vita qualcosa di particolare. Il consorzio ha organizzato una festa in pompa magna nel cuore di Torino, dove tutto è nato.

Uniedil
Giuseppe Dellavalle | Alberto Barletta

Un tour panoramico con l’ascensore che porta in cima alla Mole ha consentito di ammirare dall’alto l’intera città, poi la visita al museo e alla mostra dedicata al regista Tim Burton, per arrivare al momento clou l’aperitivo e la cena di gala. Una serata magica riservata interamente a soci, amici e famiglia, che ha reso ancora più forte il significato dell’anniversario.

Uniedil
Dedica al regista Tim Burton, The world of Tim Burton

Ci sono stati momenti emozionanti per tutti, ma specialmente per il presidente Giuseppe Dellavalle: «Grazie a tutti i nostri consociati, che hanno creduto in noi e che hanno permesso a Uniedil di diventare un gruppo sempre in crescita, coeso e affiatato. Un grazie ai nostri storici collaboratori: Maurizio De Alessandri, i fratelli Cellino, con un pensiero a papà Mario. Claudio Verde, Luigi Salfa, Adriano Cordero e Adriano Magari. Ai media partner e ai fornitori partner, ai rappresentanti del gruppo Deus, al dottor Enrico Claudio Maria, che ci segue a livello contabile e infine all’architetto Antonio Rizzo e alla sua consorte Rosanna Randes, che si sono sempre prodigati per la crescita del nostro consorzio. Questo evento è stata un’occasione indimenticabile: Uniedil è innanzitutto un gruppo di persone che collaborano e che hanno voglia di crescere, continuiamo così».

«Quando è arrivata l’occasione di lavorare in Uniedil l’ho colta al volo: i principi di questo gruppo sono la sincerità, l’onestà e la trasparenza, che ho fatto miei, ha aggiunto Rizzo che Uniedil è coordinatore.

«La nostra crescita è stata ed è innegabile, dobbiamo essere orgogliosi. Oggi la compagine conta al proprio interno delle rivendite guidate da personale giovane, alla seconda e alla terza generazione, gente che ha voglia di lavorare e crescere. Vogliamo continuare in questo senso, specialmente senza che il magazzino rinunci alla propria autonomia e alla propria identità. Sono fiero».

Al termine della serata, una pioggia di attestati, con targhe per omaggiare chi in tutti questi anni si è impegnato, a partire dai partner commerciali: Claudio Garelli per Edilbloc, Simone Lorenzi di Fassa, Alberto Cavallo per fisher, Nicola Conforto per Geoplast, Diego Zeppa per Rototec, Massimiliano Ippolito per Kerakoll, Alessandro Ferro per Laterlite, Luigi Scialfa per Polieco, Stefano Rossi per Scrigno, Giorgio Papi per Stabilplastic, Vittorio Cellino per T2D e Mirko Blasini per Velux.

Oltre che a Virginia Gambino Editore, che realizza YouTrade e Francesca Malerba, direttore editoriale di Commercio Edile. Infine, ringraziamenti e targhe anche per Emilio Audero, membro del cda e uno degli anelli più forti del gruppo, Alberto Barletta, voce e cuore di Deus, il vicepresidente Piero Barletta, fra i fondatori di Uniedil e, ultimo, ma ovviamente non meno importante, Dellavalle. L’obiettivo? Festeggiare i 25 anni, poi i 30, i 40 e oltre…

di Alice Fugazza

Dec, dopo 20 anni il cammino non si ferma

Dec
Davide Monari presidente Dec Enrico | Andolfi direttore generale

Il consorzio Dec prepara tante novità: più formazione, legame tra sede centrale e soci più forte e tangibile, e riduzione della fatturazione centralizzata, in favore di altre tecniche di gestione degli accordi commerciali.

Dec, una crescita durata 20 anni, passata da 17 soci a 219. Un incremento che non lascia certo indifferenti. Non male per un gruppo della distribuzione edile che si presenta alla data del compleanno come un unicum nel panorama di gruppi e consorzi.

Lo conferma a YouTrade Enrico Adinolfi, direttore generale del gruppo che vanta 270 punti vendita, oltre 300 fornitori ed è presente in 17 regioni italiane.

Con quali presupposti è nato il gruppo Dec?

Il gruppo è nato con lo scopo esplicito di fungere da struttura di supporto per i propri consorziati, al fine di rendere più agevole il loro lavoro quotidiano in rivendita. Fin dall’inizio abbiamo voluto fornire ai consorziati Dec contatti e contratti con molti fornitori, prezzi, premi, informazioni, e tutela nelle varie situazioni di mercato.

Qual era in quegli anni la situazione dell’edilizia?

Il Dec nasce agli inizi del 2004. L’edilizia di quegli anni era tradizionale: l’esplosione dei sistemi costruttivi a secco e dell’isolamento a cappotto era ancora di là da venire, e ancora non si parlava di efficientamento energetico. Il mercato immobiliare era vivace, con un’ importante crescita ininterrotta nel periodo 2000-2006.

All’aumento delle compravendite si affiancava quello dei gruppi esistenti, e la nascita di nuovi gruppi, tra cui il consorzio Dec.

Unire le forze è stata anche una reazione rispetto alla crescita di altre realtà della distribuzione?

In parte è stato anche questo: Dec nasce in Emilia, dove erano già operativi alcuni gruppi. Ma, in realtà, la ragione principale della nascita del Consorzio fu la convinzione che dall’unione sinergica di un buon numero di rivenditori sarebbero sortiti risultati importanti.

Quali sono state le tappe fondamentali in questi 20 anni?

La prima tappa importante è stata la nascita stessa del Consorzio, i cui soci iniziali, con un’unica eccezione, non avevano mai fatto parte di altre aggregazioni, per cui mancava l’abitudine al lavoro di squadra.

La seconda tappa è stata la scelta di operare con un montepremi unico e con il metodo dei Pesi. La terza tappa, dopo qualche anno, la decisione di uscire dai confini prima della provincia di Reggio Emilia e poi dell’Emilia-Romagna, per diventare gradualmente un gruppo a carattere nazionale.

Ancora: la quarta è stata la scelta, sempre mantenuta, di ispirarsi a principi di sobrietà e di essenzialità nella conduzione nel Consorzio e nella gestione delle spese e degli investimenti, mentre la quinta la continua evoluzione della metodologia contrattuale, finalizzata anche a gestire una quantità importante di rapporti commerciali con i fornitori.

Infine, la sesta tappa, forse quella davvero fondamentale, è la perseveranza: la capacità di lavorare sodo e non mollare mai, che ha caratterizzato tutto il percorso dei 20 anni di Dec.

Che cos’è il metodo dei pesi che avete adottato?

Il metodo dei pesi è di fatto sia la tecnica di suddivisione del montepremi unico (il Dec non suddivide i premi per singoli accordi, ma li accumula in un unico montepremi) sia una vera e propria valutazione di tutti i fornitori (in base a gamma, qualità, servizio, prezzi, premi, grado di collaborazione, feedback da parte dei soci, marchio del fornitore, durata dell’accordo commerciale, puntualità nel pagamento dei premi e nell’invio dei dati di fatturato, e molto altro ancora), che diventa di fatto uno strumento per incentivare l’acquisto da parte dei consorziati. Sottolineo il verbo incentivare, in quanto Dec funziona per incentivi, non per obblighi.

È ancora valido il modello Conad?

Il modello Conad è sempre quello, non è mai cambiato, ma fino a oggi nessun Consorzio si è anche solo avvicinato a realizzarlo. Il modello Conad presuppone infatti la massima adesione del singolo socio a un set di regole qualitative e quantitative, e i rivenditori edili continuano invece a caratterizzarsi per lo spiccato individualismo.

Forse il brodo è da sempre troppo grasso, forse gli imprenditori di successo quali i rivenditori edili faticano a cambiare i propri comportamenti a fronte degli eccellenti risultati conseguiti. Di fatto il modello è quello, ma il percorso è ancora lungo.

Come festeggiate il secondo decennio di vita?

Aldilà della festa che si è appena svolta, un anniversario è un’occasione per compiacersi del lavoro svolto e dei risultati ottenuti. Dal giorno dopo si ritorna a lavorare, il compimento del secondo decennio lo festeggiamo lavorando.

Qual è il filo che lega la crescita del gruppo?

Credo che sia il mix che comprende una struttura snella, ma efficace, il metodo dei pesi, la capacità di fornire risposte e risolvere i problemi, il buon ritorno economico fornito ai soci, e anche, almeno da parte di molti soci, il forte senso di appartenenza e di attaccamento al proprio Consorzio.

Qual è oggi l’identikit di Dec?

Per rispondere a questa domanda vorrei fare una riflessione sul concetto di gruppo, che è un termine a mio avviso largamente abusato. La parola “gruppo”, per me, presuppone l’acquisto coeso, la capacità di fare scelte e tagli, un comportamento strategico simile a quello dei multipoint.

Senza l’acquisto coeso di fatto una aggregazione è precisamente una struttura di supporto per il singolo rivenditore edile, che rimane quindi interamente responsabile del proprio destino.

E se sei una struttura di supporto anziché un’aggregazione che adotta comportamenti simili alle strutture multipoint proprietarie, anche scelte quali lo sviluppo dei prodotti a marchio proprio o la difesa dei propri confini dalle altrui acquisizioni diventano opinabili, e meritevoli di una seria riflessione.

Da queste argomentazioni consegue l’attuale identikit del Consorzio: Dec è una struttura di supporto per il lavoro del rivenditore edile, capace di servire sia il socio piccolo che quello più strutturato, con servizi importanti ed essenziali, e costi molto contenuti. E con la voglia di continuare a crescere e diventare anche qualcos’altro.

Qual è il punto di forza?

La concretezza, l’essenzialità e la capacità di cambiare le proprie modalità operative senza tradire la matrice originaria emiliana, che bada molto al sodo. Non vendiamo sogni, ma risultati tangibili.

Com’è organizzato il gruppo al suo interno?

La forma è quella della cooperativa, per cui l’assemblea è l’organo sovrano, che demanda le proprie funzioni operative a un consiglio di amministrazione eletto dai consorziati, e a un direttore generale, che coordina assieme al cda il lavoro della sede centrale e dei funzionari esterni.

Quanti sono i soci?

Oggi i soci sono 219, per un totale di oltre 270 punti vendita.

Come si fa a gestire tanti soci diversi?

La risposta è molto semplice: propensione al dialogo e lavoro sodo. Non ci sono trucchi e magie, le aggregazioni numerose esistono se si è in grado di rispondere a ciascuna richiesta proveniente dai soci. Fino a oggi ci siamo riusciti.

Come sono calcolati costi e premi?

I costi sono quelli derivanti dai dipendenti, più le spese di gestione. Il monte ristorni, cioè l’importo complessivo destinato ai soci, è pari al montepremi meno le spese totali, a fronte della natura cooperativa che impone la distribuzione di tutti gli introiti al netto delle spese (e dell’eventuale accantonamento nel fondo di svalutazione).

Il premio che spetta al singolo è la cifra derivante dalla moltiplicazione della sua percentuale di acquisto negli accordi Dec, corretta in base ai pesi, per il monte ristorni complessivo.

Oggi qual è la sfida maggiore?

Credo che la sfida maggiore sia quella di sempre: cercare di portare una sommatoria di singoli imprenditori sicuramente capaci e di successo a ricercare il comportamento strategico e l’acquisto coeso, a fronte di mutamenti degli attori e delle condizioni di mercato velocissimi. In due parole: cementare lo spirito di gruppo per operare al meglio in un mondo che cambia in fretta.

Il processo di concentrazione tra i distributori è destinato ad andare avanti?

Non ho dubbi in merito. L’incertezza riguarda le prospettive future e stimola sempre il processo aggregativo. Registriamo, inoltre, una crescente voglia di aggregazione anche nel Centrosud, a fronte di un Nord già caratterizzato da numerosi gruppi. Tuttavia, più che di processo di concentrazione parlerei di un processo di aggregazione.

La concentrazione presupporrebbe l’emergere di pochissimi grandi gruppi, capaci di incidere fortemente sul mercato. La tendenza, invece, sembra essere quella molto italiana di una distribuzione caratterizzata da un gran numero di aggregazioni, a scapito forse della effettiva possibilità delle aggregazioni stesse di incidere sul mercato.

Dove sta andando l’edilizia?

Se la domanda significa dove sta andando il settore edile in Italia, credo che le variabili esogene (contingenza economica e previsioni riguardanti il futuro, situazione politica, situazione demografica, cambiamento climatico e possibili fenomeni migratori di massa, eccetera) siano tali da rendere opinabile e azzardata qualsiasi previsione.

Se la domanda è,
invece, rivolta al settore della distribuzione edile, vediamo una possibile crisi del ceto medio, nel senso che a nostro avviso il mercato nei prossimi anni o lustri sarà caratterizzato dalla presenza sia di importanti catene proprietarie italiane e straniere sia di aggregazioni capaci di supportare le rivendite medio-piccole, soprattutto se queste ultime sapranno gestire il passaggio da strutture di supporto a gruppo effettivo.

Le rivendite grandi e medio-grandi saranno forse troppo piccole per reggere il passo con le catene proprietarie e troppo costose per reggere il passo da sole.

Il 2023 è stato un anno positivo anche per Dec?

Sicuramente sì. A fronte di un anno irripetibile come il 2022, il 2023 è stato il secondo anno più positivo nella storia dei nostri 20 anni.

Quali sono i settori che vanno meglio oggi?

Finita l’epoca del superbonus, non crediamo che finirà la tendenza all’utilizzo del rivestimento a cappotto, ormai entrato nel dna degli italiani, e crediamo che continuerà l’espansione dei sistemi a secco, così come la tendenza all’efficientamento energetico.

Questi sono e saranno i settori guida dei prossimi anni, subordinatamente agli effettivi sviluppi del surriscaldamento climatico e alle conseguenti possibili modifiche delle tecniche costruttive che ne potrebbero derivare.

Ci sono aree del Paese in cui l’edilizia sta meglio?

Domanda interpretabile in molti modi. L’edilizia sta meglio dove il parco abitativo è ottimale e c’è poco da costruire, o sta meglio dove il parco abitativo è vecchio e fatiscente e c’è molto da costruire? In ogni caso, la situazione dell’edilizia in Italia è caratterizzata da un’età media degli edifici abbastanza importante e da uno scarso efficientamento energetico degli stessi.

Per cui il Paese sta molto bene o molto male a seconda del punto di vista adottato. Di fatto, c’è molto da costruire e molto da efficientare.

Il tutto, però, subordinato ad almeno tre variabili: a) situazione demografica (il Paese è vecchio: si svuoterà o verrà riempito da un forte processo di immigrazione?); b) stato della liquidità (quanti soldi avranno in tasca gli italiani?); c) normative europee e modalità di finanziamento delle stesse (verranno effettivamente mantenute le linee guida annunciate, e chi ci metterà i soldi?).

Nel 2024 qual è il trend?

Con l’esaurimento della spinta data dal superbonus, il trend sarà quello di decrescita rispetto al 2023. Quanta decrescita dipende, per quanto concerne il settore delle rivendite, da quanta sarà la spinta effettiva data dal Pnrr, e da quanto tale spinta sarà effettivamente intercettata dal settore delle rivendite.

Ulteriore variabile sarà, inutile dirlo, l’evoluzione dell’inflazione e dei tassi, che determinerà l’evoluzione effettiva delle nuove costruzioni e delle compravendite immobiliari. Se il calo dell’inflazione e dei tassi dovesse essere lento e graduale, il 2024 risulterebbe a maggior ragione mediocre.

Quali sono le strategie più efficaci per un Consorzio

Se l’obiettivo principale non è quello dell’autoconservazione della struttura centrale, ma del benessere dei consorziati, credo che le strategie più importanti siano quelle che vanno nella direzione del passaggio da mera struttura di supporto a effettivo Gruppo.

Avete in programma iniziative?

Daremo particolare spazio e importanza alla formazione, sia nella sua accezione specifica relativa a materiali e fornitori sia in quella più allargata a tematiche di interesse più vasto.

Renderemo più forte e tangibile il legame tra sede centrale e soci, mediante l’inserimento di ulteriori figure di funzionari esterni, che facciano da veri e proprio collanti e organi di trasmissione tra Dec e i propri consorziati.

Infine, andremo sicuramente a ridurre in modo importante la fatturazione centralizzata, in favore di altre tecniche di gestione degli accordi commerciali.

di Paolo Caliari

Uniedil, per festeggiare ci allarghiamo verso nord ovest

Giuseppe Dellavalle | Presidente Uniedil
Giuseppe Dellavalle | Presidente Uniedil

Uniedil è il consorzio che riunisce 23 distributori con 29 punti vendita, ed è socio di Deus fa un bilancio della strada percorsa e rivela la sua strategia.

Erano quattro amici, proprietari di cinque magazzini, che lavoravano 20 anni fa all’ombra della Mole Antonelliana. Poi, hanno deciso di diventare soci in affari e ora sono un consorzio che riunisce 23 distributori e 29 punti vendita: UniEdil.

Una scelta che si è dimostrata vincente, anche perché oggi UniEdil è nel registro dei big della distribuzione edile: una realtà che ha sede a Torino, consolidata non solo in Piemonte, ma punto di riferimento del Nord Ovest, e che negli anni ha sempre puntato a crescere.

I fornitori con cui il consorzio collabora sono prevalentemente produttori di materiali per l’edilizia, ferramenta e, marginalmente, anche aziende del settore del riscaldamento (stufe e pellet) e ceramiche.

Insomma, una realtà che mira a essere un punto fermo sia per i produttori di materiali edili sia per gli utenti finali, che intende consolidare i risultati raggiunti puntando su azioni di marketing e commerciali che ne aumentino la visibilità, nonché continuare a erogare a soci e affiliati occasioni di formazione e aggiornamento tecnico-professionale, nonché importanti opportunità di fidelizzazione. La gamma di servizi per la distribuzione edile è ampia e spazia dall’ambito commerciale, gestionale, d’acquisto.

Tagliare un traguardo così importante come il raggiungimento dei 20 anni e una crescita del gruppo così ampia, ha comportato sicuramente impegno e tenacia, alimentati da un fuoco potente: quello della passione per il proprio lavoro, come ha testimoniato il presidente di UniEdil, Giuseppe Dellavalle.

I primi 20 anni sono un grande traguardo: quali sono state le tappe della crescita?

Quando abbiamo iniziato eravamo quattro soci con cinque magazzini: Nuova Edilmoderna di Rivoli, Etercemento e Icos di Torino, Costruire di Santena e Ma Edile di Settimo Torinese.

Tra il 2009 e il 2010 sono entrati come affiliati, e in seguito come soci, altre tre realtà piemontesi molto importanti: i fratelli Marchetti di Rivarolo Canavese, Ediltutto di Bagnolo Piemonte e Edilnol di Biella.

Nel 2011 c’è stato un grande passo: UniEdil ha deciso di entrare in Deus, prima come affiliato e, l’anno successivo, proprio per il suo peso e la sua struttura conoscitiva, ne è diventato socio.

Dal 2016 il consiglio di amministrazione UniEdil ha avallato anche una nuova forma di affiliazioni, più snella e meno impegnativa, che ha permesso al gruppo di aumentare la propria compagine, importanza e peso contrattuale.

Abbiamo accolto quindi Castaldi Primo di Serravalle Sesia, Eci di Domodossola, Edildora di Villadora, Edilanzo di Lanzo Torinese, Eteredile di Aosta, Cce consorzio del Cunese che conta cinque rivendite, Edilcar di Carrù (Cuneo), Biesse di Sanremo. E, nel 2021, Possetti Edilizia di Domodossola, Rebuffo di Ceva. Nel 2022 Simpex di Nizza Monferrato, Pirotto di Carcare, Emmetistore di Torino.

Per ultimo, da gennaio 2024 Casaletto Edilizia di Volpiano. Siamo un gruppo di 23 partite Iva con 29 punti vendita, con un fatturato in acquisto di 70 milioni di euro realizzato con i fornitori a contratto e il volume d’affare di vendita si aggira attorno ai 200 milioni di euro.

Uniedil
La mole Antonelliana, location dell’evento

Come festeggerete questo anniversario?

Con una cena di gala negli spazi della Mole Antonelliana di Torino, simbolo dell’UniEdil, invitando affiliati, soci, rappresentanti e sponsor alla manifestazione. Ci saranno 120 persone, il massimo della capienza possibile. Ci sono tutti i presupposti per una bella serata.

Come vi immaginate da qui a 20 anni?

Non so come sarà il mercato, evolve talmente velocemente che è difficile fare previsioni, impossibile al momento prevedere il futuro.

Quali sono i vantaggi di far parte del supergruppo Deus?

Chiaramente ci ha permesso di avere più respiro a livello nazionale, abbiamo acquisito più forza come gruppo. Oltre che all’esperienza e a spunti per gli affari da apportare nella nostra routine. È stata una grande fortuna, una realtà con la quale condividiamo molto, un’esperienza positiva.

Uniedil
La cartina indica i punti vendita Uniedil

Parlava di una nuova forma di affiliazione. A che cosa si riferiva?

Prima chi entrava lo faceva come socio, adesso i nuovi sono affiliati non hanno diritto di entrare nel cda, che è composto solo dai soci.

La realtà è molto variegata: quali sono stati i principali contributi dei diversi soci che hanno fatto la differenza nel gruppo?

Ognuno ha svolto equamente la propria parte: prima eravamo tutti isolati, ognuno nella propria azienda. Studiando le attività di ciascuno, abbiamo portato tutti lo stesso contributo.

Attualmente che area coprite? E su quali vorreste espandervi?

Abbiamo due punti di rivendita in Liguria, uno in Val d’Aosta e gli altri sparsi in Piemonte. Ovviamente, uno dei nostri principali obiettivi è allargare il numero di affiliati. Il requisito principale però è la serietà e l’affidabilità. Non possiamo permettere che qualcuno ritardi nei pagamenti.

Attualmente vorremmo continuare a espanderci nella nostra regione, ma anche in Liguria e Val d’Aosta, dove siamo già presenti. Fondamentale è che non ci siano sovrapposizioni tra i vari componenti del gruppo, proprio per evitare contrasti con cantieri e clienti.

Mentre a Torino è già così, nei centri più piccoli cerchiamo di tutelare chi è già affiliato: prima di ammettere un nuovo membro chiediamo il permesso dell’affiliato o socio più vicino.

Quali aree sono interessanti e appetibili?

Tutto quello che è edilizia a noi interessa.

Perché un rivenditore dovrebbe entrare nel vostro gruppo? Quali sono i vantaggi?

Ci scambiamo idee, informazioni sulla clientela. L’aggregazione di più magazzini aumenta la quantità degli acquisti e i contratti e i premi vanno in base al fatturato.

Essere radicati in Piemonte ci consente di avere una maggiore conoscenza del territorio e noi crediamo fortemente nel mantenimento dell’identità dei nostri affiliati, andando a rafforzarli proprio perché crediamo che una presenza consolidata nella zona sia un valore aggiunto fondamentale.

È molto importante che l’affiliato si senta ancora padrone in casa propria e che i suoi clienti continuino a sentirne la presenza e il supporto di quello che è il loro partner.

E poi?

Gli altri vantaggi sono l’unità e la trasparenza. Nel nostro consorzio non ci sono filtri: l’affiliato paga una quota e riceve tutti i mesi un report su quanto ritirato, sul premio, e tutto in maniera trasparente. Anche la contrattualistica per noi è fondamentale: tutti devono sapere esattamente quali sono gli accordi con i nostri fornitori.

Le nostre riunioni sono sempre aperte a tutte le parti coinvolte: si parla e si discute con tabelle e numeri alla mano. Il coinvolgimento dei nostri affiliati nel lavorare con i fornitori a contratto è una naturale conseguenza del nostro operato.

Non c’è nessun vincolo di acquisto, ma tutti hanno sempre incrementato la percentuale di acquisti dei contratti centralizzati, rispetto alla parte contrattualistica individuale.

Scambio di informazioni, trasparenza e condivisione sono sempre stati vantaggi da ambo i lati: denotano serietà e fiducia da parte del gruppo verso chi al gruppo si affaccia, dall’altra parte garantiscono le migliori condizioni commerciali che riusciamo ad ottenere.

Ci sono molti gruppi che hanno un turn over di associati incredibile: e il vostro?

Abbiamo avuto come tutti i gruppi delle uscite, alcune anche importanti, ma abbiamo compensato con ingressi altrettanto consistenti, che ci hanno permesso di mantenere, se non di aumentare, i fatturati globali e il peso del gruppo sul mercato.

Chi è uscito l’ha fatto o per progetti indipendenti o per acquisizioni, non sono mai stati dei turn over causati perché non ci si trovava bene. Cerchiamo con tutte le forze di mantenere uno spirito altamente positivo. E tutti, al momento, ce lo riconoscono: il nostro è un ambiente familiare e favorevole.

Due pietre miliari sono imprescindibili: digitalizzazione (ordine e listini) e sostenibilità (dell’offerta commerciale), voi che cosa state facendo in questi ambiti?

R. Per quanto riguarda la digitalizzazione: essere in tanti porta ad avere un mix incredibile di sistemi gestionali e amministrativi. Ogni distributore ha il suo e il supporto a livello di gruppo è sempre stato esclusivamente tramite condivisione di esperienze, condivisione di metodologie e di suggerimenti o di referenti.

Per la sostenibilità ci ricolleghiamo a quello che ha fatto Deus nel 2023: un convegno incentrato sulla tematica e, quindi, a cascata tutti i vari gruppi affiliati hanno potuto attingere alle varie informazioni e piattaforme presentate durante il convegno.

Partendo dai casi di studio, ci siamo resi conto che manca la misurabilità di quello che stiamo facendo, ma stiamo tutti cercando di andare verso questa direzione.

Anche perché il mercato lo richiede e, a livello commerciale, stiamo cercando di offrire prodotti ecosostenibili e bio, un’azione automatica. Dai risparmi energetici, all’illuminazione, al recupero delle acque.

Come stanno andando le vendite nel periodo post bonus? I materiali isolanti stanno scendendo a livello di volumi e fatturato?

L’anno scorso abbiamo lavorato parecchio, nonostante le previsioni non fossero rosee, mantenendoci sui livelli del 2022 come fatturato, pur avendo qualche prezzo in calo.

Da gennaio non sono così ottimista: ci sono tutti i sintomi di un calo drastico per quanto
riguarda i materiali isolanti inerenti i cappotti, telai,
intonaci e pitture.

A fronte di un calo del mercato degli isolanti e accessori, il mercato delle costruzioni a secco è in crescita. Ci sono dei segmenti che, invece, mantengono o hanno prospettive di crescita nella vostra zona?

Secondo me, no. Le nuove costruzioni, con il prezzo che ha raggiunto il materiale e con il costo dei mutui, andranno in crisi. Noi non possiamo vivere solo sulle ristrutturazioni. Non sono mai stato un pessimista, ma non vedo così bene il futuro.

Quali sono i prodotti che stanno andando di più in questo periodo?

Dopo il boom degli isolanti ci stiamo facendo tutti questa domanda. Bisogna capire se nel mondo delle finiture c’è una crescita.

Questo è sicuramente un tema che tutti stiamo sviluppando e qualcuno sta lavorando bene sui sistemi a secco e anche sulla parte impiantistica e sulle energie rinnovabili, anche se per noi è un altro terreno. Dovrebbe entrare nel gruppo qualcuno che abbia le competenze giuste.

Gli showroom sono sempre più importanti: su 29 punti vendita quanti ne avete?

Tra piastrelle, parquet e sanitari lo showroom ce l’hanno quasi tutti. Impossibile farne a meno.

Come gestite il processo di fatturazione?

Non gestiamo un processo di fatturazione centralizzata, ognuno ha la propria.

Oltre ai servizi elencati, ne fornite di aggiuntivi? O se pensate di aggiungere qualcosa?

Offriamo un supporto tradizionale. Il nostro responsabile stipula contratti con 160 aziende, tra Deus e UniEdil, con cui gli affiliati possono attingere a prezzi interessanti, oltre al raggiungimento del premio. In cantiere, a breve, verrà svolta una formazione per gli associati.

Come viene curata la formazione per gli associati?

Stiamo sviluppando un calendario di formazione insieme ai nostri partner più importanti, dove verranno istituite delle date esclusive per i vari gruppi Deus. Ogni fornitore ci darà delle date divise per gruppi nelle varie aree geografiche.

Questo sarà un bel servizio per riuscire a coinvolgere proprio tutti, specialmente chi fa parte dell’area commerciale, acquisti e gestionale. Non ci sono segmenti sui quali puntiamo di più: saranno trattati argomenti con uno spettro molto ampio con tutti i nostri partner principali.

Vogliamo raggruppare le attività che svolgono autonomamente, raccogliere tutte le principali informazioni e metterle a disposizione dei vari associati, svolgendo il ruolo di contenitore, così da riuscire a connettere e aiutare proprio tutti.

Che cosa chiedete oggi ai fornitori? Oltre al prezzo, ovviamente.

Di rispettare le nostre zone, perché purtroppo parecchi di loro diventano i peggiori concorrenti. Vanno dai nostri clienti, fanno prezzi come i nostri o addirittura più bassi.

Tuttavia, cerchiamo sempre di rispettare il fornitore che rispetta noi, che ci da modo di lavorare bene. È un problema antico, che esiste da sempre: solo facendo massa tutti insieme i distributori possono diventare più forti in queste situazioni. Se scontentano un nostro affiliato, di riflesso lo fanno con gli altri 29.

Che cosa vi sentite chiedere più spesso dai fornitori?

Di solito ci chiedono la quantità, pagamenti puntuali, che però sono scontati e, forse, una maggior conoscenza dei prodotti. Motivo per il quale è importante la formazione. Anche il privato che viene a comprare chiede una scheda dettagliata.

Un messaggio ai rivenditori della vostra zona, potenziali ingressi nel vostro gruppo: che cosa desiderate dire loro?

Per fortuna ci conoscono, abbiamo la credibilità. Siamo tutte realtà serie: facciamo rete per essere sempre più forti.

Sostenibilità
Antonio Rizzo

L’obiettivo Uniedil? Far crescere le rivendite

Una delle figure fondamentali all’interno di UniEdil è Antonino Rizzo (nella foto), architetto e coordinatore del consorzio.

Qual è la sua storia in UniEdil?

Sono arrivato in UniEdil nel 2007, dopo un’esperienza di oltre dieci anni come assistente tecnico di cantiere.

Sin da subito sono stato affascinato nello scoprire e conoscere i prodotti tecnici e innovativi realizzati dalle varie aziende.

Inizialmente, il confronto con i fornitori era improntato prettamente sul prodotto, a livello commerciale ne sapevo ben poco. Rendendomi conto delle mie carenze i primi tempi ho cercato di raccogliere più informazioni possibili visitando frequentemente le rivendite.

Grazie anche alla fiducia e al supporto che mi è stato dato dai soci, ho capito che anche in questo settore i risultati si ottengono con l’impegno, la costanza, la serietà e il rispetto del lavoro altrui.

Il continuo confronto con le rivendite e i fornitori è fondamentale nella gestione di una società consortile. Negli anni ho sempre più apprezzato e condiviso principi e valori che tengono uniti i magazzini UniEdil. Credo che siamo uno degli ultimi baluardi a difesa della piccola impresa della distribuzione edile.

In che modo?

Il nostro obiettivo è creare opportunità per far crescere e sviluppare le rivendite, nella più totale trasparenza e coerenza. Oggi l’aggressività dei fondi d’investimento e delle multinazionali della distribuzione stanno mettendo a serio rischio un tessuto economico capillare, tipico italiano, fatto di piccole imprese edili e magazzini presenti sul territorio di riferimento da oltre cinquant’anni.

Un intreccio di cultura delle costruzioni e di rapporti umani che negli anni hanno creato benessere e prosperità a tutti i livelli sociali, ma che adesso corrono il serio rischio di scomparire. L’accentramento crea solo crisi e perdita di potere di acquisto da parte del ceto medio. I vantaggi e la crescita economica sono solo a carico di pochissimi soggetti.

Che cosa significa essere coordinatore UniEdil?

Il coordinatore ha il compito di far sì che quanto concordato a inizio anno con i fornitori si realizzi. In UniEdil il dialogo e il confronto con le rivendite è costante, aperto e sincero. Ciò permette di svolgere questo compito in modo sereno e con un pizzico di audacia in più.

UniEdil è un gruppo coeso ed unito. Questo grazie anche al nostro presidente Giuseppe Dellavalle che, mantenendo un profilo basso ma concreto ed efficace, è di esempio per tutti. Il gruppo funziona perché ogni attore crede e ha fiducia nel nostro modo di fare aggregazione oltre che nelle persone di cui ne fanno parte.

Che cosa può dire dello sviluppo di UniEdil in questi primi 20 anni?

La crescita è stata innegabile. Le rivendite sono cresciute ampliando la gamma e introducendo nuovi articoli e servizi Possiamo dire che oggi, a parte i franchising nazionali, siamo il gruppo di riferimento del Nord Ovest Italia.

Inoltre, essere soci del gruppo nazionale Deus ci ha consentito di avere anche una visione più ampia del mercato e permesso di trasferire e scambiare le reciproche esperienze. Riteniamo, quindi, di essere almeno alla pari delle realtà citate prima.

Le nostre rivendite sono contente di far parte di UniEdil perché continuano a mantenere la loro autonomia e identità, senza essere costrette a inserire prodotti a marchio, a forzature di acquisto, costrette ad affrontare periodicamente investimenti pubblicitari o di insegna.

Ritengo che il nostro modello di aggregazione rispecchi pienamente la tradizione italiana di fare impresa, semplice, senza fronzoli, ma concreta.

Che cosa si augura per UniEdil per il futuro?

Negli anni ci siamo costruiti una nostra identità ben chiara, riconosciuta dalle rivendite concorrenti e dalle aziende fornitrici. Non ci interessa inserire consorziati solo ed esclusivamente per far numero e massa critica.

Le rivendite che vogliono entrare nel nostro consorzio devono prima di tutto credere in questo lavoro, avere voglia di crescere ed essere disponibili a collaborare con le altre rivendite del gruppo.

Penso che chi negli anni con tenacia e passione ha sviluppato la propria rivendita e crede ancora in questo lavoro sogni di continuare a crescere mantenendo la propria identità e indipendenza.

Anche oggi chi si impegna e crede ancora in questo settore cresce, e la sua collocazione naturale è stare in un gruppo di acquisto come il nostro. Il mio personale auspicio è che questa presa di coscienza da parte delle rivendite indipendenti sia sempre più forte. Per queste aziende le porte di UniEdil saranno sempre aperte.

di Alice Fugazza

Dopo nove anni nzeb party diventa tour

Riwega
Claudio Pichler gruppo Ergepearl | Marco Postal Internorm Armin | Hofstatter Amonn Color | Ivo Cerboni e Stefano Faganello Exrg

La serata organizzata nell’ambito del Klimahouse dedicata a tecnici e operatori dell’edilizia (e quest’anno con il climatologo Luca Mercalli) prenota un road trip di quattro date. Per il nono anno di fila nZeb party, serata dedicata a tecnici, operatori e aziende del mondo edile durante il Klimahouse, ha registrato una pioggia di presenze: oltre 450 professionisti con un unico obiettivo, migliorare il mondo e renderlo più sostenibile grazie all’impegno di Riwega, Amonn, Internorm e Exrg, aziende che hanno unito le forze per renderla possibile.

Al PalaRotari di Mezzocorona, a pochi chilometri di distanza da Bolzano, si sono incontrati progettisti, architetti, produttori, distributori e imprenditori per passare non solo una serata di svago, ma anche per fare rete, scambiarsi punti di vista e contatti professionali per costruire un futuro migliore, soprattutto più sostenibile e a emissioni zero, come vuole il titolo dato al party ormai nove anni fa.

Ospite della serata il meteorologo Luca Mercalli, che ha dipinto un quadro funesto riguardo la situazione climatica mondiale. Ma l’umanità può ancora incidere, affidando un ruolo fondamentale all’edilizia.

L’iniziativa dell’nZeb Tour

Per l’occasione Claudio Pichler, direttore Marketing del gruppo Ergepearl, ha introdotto un’importante novità: nZeb tour.

«È una nuova iniziativa per il 2024, nata dalle quattro aziende che organizzano questo evento e che hanno deciso di organizzare un road tour di quattro date in Veneto, Piemonte, Toscana e Puglia, per portare ovunque la propria esperienza sostenibile, coinvolgendo quanti più professionisti del settore. Un momento di condivisione, formazione, dove verranno presentati degli argomenti da sviluppare insieme a figure altamente qualificate. Ovviamente i temi principali saranno efficienza energetica e sostenibilità, ognuna delle aziende coinvolte parlerà della sua specializzazione. Ergepearl esporrà quanto fatto e da fare mondo dell’isolamento termico, dell’ermeticità e dell’impermeabilizzazione, Internorm il suo punto di vista tra finestre e serramenti, Exrg, di salubrità interna con un trattamento ad aria, e Amonn di bassa emissività dei prodotti di rivestimento. Il primo appuntamento è stato fissato per il 4 aprile presso la cantina Castrum di Castelrotto Veronese, in Valpolicella, il 6 giugno invece sarà in Toscana, il 19 settembre in Puglia e per finire il 7 novembre nella zona del Monferrato in Piemonte. La prima parte degli eventi sarà dedicata alla formazione, per proseguire poi con la convivialità, con degustazioni e momenti altrettanto importanti per stringere legami».

Per il prossimo anno la festa è già confermata e l’appuntamento sarà ancora più importante: per il decimo anniversario si sta già pensando a qualcosa di spettacolare.

L’avvertimento

Cambiamenti climatici, surriscaldamento globale, fenomeni atmosferici sempre più pericolosi e si rischia grosso se non si inverte la rotta. Per salvare il pianeta però, è ancora possibile fare qualcosa, partendo appunto dall’edilizia.

Luca Mercalli, special guest della serata, ha fatto una fotografia della situazione di oggi: gravissima, dove bisogna appunto abbassare, se non addirittura azzerare, quanto prima le emissioni.

«Un italiano in un anno emette 7 mila chili di Co2, le normative dell’unione europea chiedono la riduzione del 55% entro il 2030, l’azzeramento entro il 2050, ma è chiaro che non siamo ancora pronti. I dati e le analisi su quanto sta accadendo sul nostro pianeta ci dicono che siamo borderline, con una concentrazione di Co2 che è a livelli massimi, con un pesante surriscaldamento del pianeta ormai fin troppo evidente», ha scandito il climatologo.

«Eppure, per sopravvivere, abbiamo bisogno di un clima stabile, non del caldo che aumenterà di anno in anno e che è il peggior nemico: uno stress che non permette di trovare respiro. L’alzarsi delle temperature significa dure conseguenze per i fenomeni atmosferici, che diventano sempre più violenti. Bisogna trovare il modo di abbassare e tirare un freno a mano a partire da subito: secondo le stime abbiamo solo dieci anni per farlo, poi c’è l’ignoto. Siamo tutti protagonisti di questo pezzo di storia. Partire dall’edilizia è un buon punto: con delle case certificate, a basso consumo, può essere un grande passo, specialmente per ridurre e non raggiungere il superamento di quei quattro gradi che mancano per raggiungere il punto di non ritorno».

di Alice Fugazza