Home Blog Pagina 53

Mercato delle macchine e attrezzature, meno vendite ma più noleggi

macchine-in-cantiere
Macchine in cantiere

Il 2023 è stato un anno di riflessione per il mercato delle macchine e attrezzature, seguito a due anni di forte crescita. La ripresa economica 2021-2022 aveva beneficiato il settore con incrementi del numero di macchine vendute molto rilevante, passate dalle quasi 17 mila del 2019 e del 2020, alle 22 mila, e poi alle 26 mila del 2021 e del 2022. Il 2023 fa segnare un ribasso del 5,1%, riportando il numero di macchine a quota 24.704.

La dinamica nell’ultimo anno è stata negativa soprattutto per le macchine movimento terra, che rappresentano il 96% del mercato, mentre rimane positivo, con una crescita dell’1,5%, il mercato delle macchine stradali, che rappresenta il 4% del compravenduto.

Nel 2023 sono state immesse sul mercato italiano 24.704 macchine per costruzioni, delle quali 23.779 macchine movimento terra e 925 macchine stradali. I dati elaborati e diffusi da Unacea (Unione italiana macchine per costruzioni) sulla base delle vendite dei produttori e degli importatori del settore, evidenziano dunque un decremento consistente, ma non allarmante, che porta la crescita del settore dal 2019 a +45,9%, con +45,8% per le macchine movimento terra e un più positivo +50,2% per le macchine stradali.

Ma c’è anche chi cresce

Sempre interessanti le dinamiche per singolo comparto. Rispetto allo scorso anno, quando erano solo due, sono sette le categorie in rallentamento nel 2023 rispetto all’anno precedente, con escavatori cingolati in calo del 9,0%, le pale gommate del 12,2%, le terne quattro ruote sterzanti a -12,7% e le terne rigide in forte flessione, con un calo del 28,2%.

In flessione anche i miniescavatori a -7,1%, le frese stradali (-8,3%), e le vibrofinitrici (-21,2%), mentre gli escavatori gommati fanno registrare anch’essi una flessione, ma molto contenuta, nell’ordine di -0,8%. Ottime notizie, invece, per le minipale compatte: +10,8%, e le minipale compatte cingolate (+20,3%).

Buoni numeri anche per i rulli (+15,3%), mentre la variazione percentuale maggiore si rileva negli apripista, che hanno avuto un incremento del 53,2%, passando da 47 a 72 macchine vendute.

In termini assoluti il principale segmento di mercato rimane quello dei miniescavatori, cresciuti del 42,4% tra il 2019 e il 2023, e che rappresentano il 55,9% delle macchine vendute.

Seguono gli escavatori cingolati, che pesano il 18,3% e che sono cresciuti negli ultimi quattro anni del 58%. Con percentuali minori troviamo poi le pale gommate (+6,7%), le minipale compatte cingolate (+6,5%), e le minipale cingolate (+5,8%).

macchine-in-cantiere

Mercato delle macchine e attrezzature, il boom

La crescita del mercato in questi ultimi anni è stata molto rilevante, e se il 2022 si configura come un anno UNACEAeccezionale per la dimensione complessiva delle macchine vendute, oltre 26 mila, con le esportazioni che tra gennaio e ottobre 2022 hanno infatti raggiunto i 2,5 miliardi di euro, con una crescita dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2021, va detto che la straordinarietà del mercato legato alla crescita del settore delle costruzioni prodotta nel dopo pandemia ha prodotto per le macchine e attrezzature un aumento esponenziale della domanda, così come evidenziato dal grafico, dell’andamento delle macchine nel mercato italiano negli ultimi 11 anni, quadruplicato dalle 6.117 macchine del 2013 alle 24.704 del 2023.

Certamente il sistema di incentivi pubblici ha fortemente sostenuto questa crescita, che di fatto ha avviato anche un notevole ricambio del parco macchine, con effetti molto positivi non solo per la produttività, ma anche per il contributo sostanziale che macchine nuove e aggiornate danno alla sicurezza dei lavoratori e alla sostenibilità ambientale dei cantieri, risultati non secondari nel miglioramento del sistema produttivo delle costruzioni, al quale le macchine danno un apporto fondamentale.

Ma va anche ricordato che questa crescita così rilevante si deve agli incentivi fiscali legati a Industria 4.0, e dunque legati a fattori straordinari di carattere fiscale che si sommano a quelli direttamente connessi con la crescita del settore delle costruzioni.

Le previsioni del mercato delle macchine e attrezzature

Questa performance molto positiva di lungo periodo va anche messa in relazione con la crescita del mercato del noleggio, che negli ultimi anni ha fatto segnare performance molto più positive di qualsiasi altro settore produttivo legato al settore delle costruzioni esplicitando dinamiche proprie e opportunità di crescita legate al fatto che in Italia il mercato del noleggio è ancora lontano dall’essere maturo e, dunque, ha ancora ampi spazi di sviluppo.

Secondo le previsioni dell’Osservatorio Assodimi/Assonolo, nel 2023 il mercato del noleggio in Italia ha raggiunto la cifra d’affari di 3 miliardi di euro, con una crescita del 15,2% nel 2023 rispetto al 2022, che seguiva altri due rilevanti incrementi registrati negli anni precedenti, rispettivamente +20,9% nel 2021 e +18,3% nel 2022.

In sostanza, se tra il 2019 e il 2023 il mercato delle macchine in termini di numero di modelli venduti è cresciuto del 45,9%, il mercato del noleggio, in termini di giro d’affari, è lievitato del 66,5%, una percentuale molto più rilevante di quella relativa alla crescita del settore delle costruzioni, segno che il noleggio ha propri driver di crescita.

Non va dimenticato che le aziende di noleggio sono tra le prime acquirenti delle macchine prodotte e vendute. Secondo le stime elaborate sulla base dei dati macroeconomici e di bilancio e delle proiezioni riferite alle indagini di settore dell’Osservatorio Assodimi/Assonolo, il mercato del noleggio di macchine e attrezzature in Italia non solo conferma la crescita rilevante del 2022 e farà segnare a conti fatti +15,2% nel 2023, ma si incrementerà ulteriormente del 7,2% nel 2024 per effetto degli investimenti nel Pnrr e negli altri investimenti pubblici: un valore più basso di quelli degli anni precedenti, perché risente ovviamente in parte delle proiezioni di riduzione degli investimenti e interventi relativi al superbonus 110%, che dal 2024 non è più operativo se non con aliquote più contenute e senza l’opportunità della cessione del credito.

A cura del Centro Studi YouTrade

Un dossier sui distributori da uno a tre punti vendita sul nuovo numero di YouTrade

Un faro acceso su quella che è una porzione notevole della distribuzione di materiali per edilizia, relativa alle aziende che gestiscono da uno a tre punti vendita. A loro il nuovo numero di YouTrade dedica un nuovo dossier. Obiettivo: comprendere che cosa significa per i distributori il ritorno alla normalità del dopo superbonus. Per questo la rivista realizzata da Virginia Gambino Editore ha interrogato 31 distributori che gestiscono da uno a tre punti vendita. È un panel rappresentativo della categoria: assieme i rivenditori sommano oltre 350 milioni di euro di fatturato, contano 55 punti vendita diretti e 45 showroom, con una superficie coperta di quasi 163 mila metri quadrati e superfici scoperte per oltre 546 mila metri quadrati.

Il dossier contiene le schede dettagliate di ogni azienda, assieme a un’intervista che mette in luce bilanci e prospettive dell’insegna, con le strategie che intende seguire l’imprenditore. In sintesi, tutte le aziende, con pochissime eccezioni, hanno fatto segnare negli anni del superbonus ottime performance in termini di crescita del giro d’affari, ma risultano diverse le aspettative per il 2024, con solo un quarto degli intervistati che si attendono un giro d’affari ancora in crescita.

Le schede sono precedute da un’analisi del Centro Studi YouTrade, che riassume i dati raccolti e offre una lettura di questa notevole fetta di business. Un motivo in più per non perdere il nuovo numero di YouTrade!

SFOGLIA LA RIVISTA

 

YouTrade aprile 2024

I BILANCI DELLE COSTRUZIONI: edizione record su 2.975 imprese
EDILIZIA: inchiesta sull’EPS
CONVEGNO YOUTRADE SUD: analisi e immagini
DOSSIER: distributori da 1 a 3 punti vendita
SPECIALI: sistemi a secco, fissaggi
 
Per vedere la versione integrale del numero
 

YouTrade aprile 2024 (abbonati)

L’edizione integrale della rivista è disponibile per gli abbonati a YouTrade.

Se hai un abbonamento attivo accedi

Hai perso la password? Inserisci qui la tua email di registrazione e ti invieremo un link per reimpostarla.

Se non hai un abbonamento a YouTrade

ABBONATI

A Eternoo il Premio Di Padre in Figlio

Federico Nessi, amministratore delegato Eternedile
Federico Nessi, amministratore delegato Eternedile

Eternoo, nuovo brand della società di distribuzione della famiglia Nessi, ha ricevuto il Premio Di padre in figlio – il gusto di fare impresa, nel corso della 23esima edizione del riconoscimento. L’iniziativa è nata nel 2008 per analizzare e valorizzare le esperienze di aziende familiari che hanno affrontato e risolto con successo il passaggio generazionale. Il Premio è realizzato con il supporto scientifico di Liuc Business School. Inoltre, il Family Business Lab (Fabula) della Liuc, Università Cattaneo, diretto da Salvatore Sciascia e Valentina Lazzarotti, che anche quest’anno ha messo a disposizione gli strumenti di raccolta e interpretazione dei dati, fondamentali per analizzare profondamente e secondo modalità quanto più possibile oggettive le aziende partecipanti. Eternoo è risultata vincitrice nella categoria Giovani Imprenditori.

Federico Nessi, amministratore delegato Eternedile
Federico Nessi, amministratore delegato Eternedile

Questa la motivazione: «Vince nella categoria Giovani Imprenditori Eternoo, guidata dalla passione di Caterina e Federico Nessi. Questa azienda incarna una gestione familiare dinamica con una visione moderna e protesa alla crescita grazie anche alla digitalizzazione».

Eternoo è leader in Italia nel settore della distribuzione edile multi-specialistica. L’azienda sta attuando proprio in questo momento un processo di rebranding da Eternedile a Eternoo, nome con cui ha già lanciato dieci anni fa una propria linea di prodotti per l’edilizia. Con oltre 70 anni di esperienza e più di 600 collaboratori, l’azienda fornisce prodotti e soluzioni per l’edilizia di alta qualità a imprese, artigiani e privati grazie alla sua rete capillare di 67 punti vendita e 23 showroom a marchio Aqva Ceramiche, il brand dedicato alla divisione finiture.

Caterina Nessi
Caterina Nessi

Sotto la proprietà e la guida della Famiglia Nessi, Eternoo si è evoluta passando dal piccolo magazzino in uno scantinato del centro storico di Bologna nel 1949 ai magazzini di grandi dimensioni dei giorni nostri, frazionati in reparti autonomi specializzati, con oltre 15 mila articoli sempre pronti per la vendita. La sede direzionale e amministrativa è a Modena.

L’ampiezza della gamma prodotti è un tratto distintivo di Eternoo, che lavora da sempre per proporre i migliori materiali alle oltre 20 mila piccole, medie e grandi imprese clienti, collaborando regolarmente con più di 600 fornitori selezionati.

Punto di forza dell’azienda è la consulenza tecnica e commerciale dedicata grazie a uno staff preparato che gestisce la relazione con il cliente in un rapporto one-to-one. Nel corso degli anni Eternoo ha ampliato le categorie merceologiche e i reparti specializzati per presidiare sempre più settori e riuscire ad accontentare tutti gli attori che gravitano attorno al mondo dell’edilizia. Il numero di prodotti disponibili a magazzino in pronta consegna è sempre in costante crescita. Le divisioni specializzate riguardano il cartongesso e i sistemi a secco con i punti Etgyps, le vernici con i colorifici Etecolor, le coperture in legno lamellare con Etelegno, i reparti di termoidraulica, i centri di lavorazione del ferro e la produzione solai.

Congresso Made: rivendite moderne per il mercato di domani

Congresso Made | Rivendite moderne per il mercato di domani, i fondatori
Congresso Made | Rivendite moderne per il mercato di domani, i fondatori

Gruppo Made raduna le rivendite aderenti a Catania per un Congresso ricco di nuovi spunti e iniziative nel segno della modernità e dell’efficienza imprenditoriale. Italianità, transizione digitale, competitività come valore di differenza, nuovi format distributivi, formazione avanzata e valorizzazione delle esperienze gli argomenti all’ordine del giorno

Il Congresso Made raduna oltre 200 partecipanti

Catania ha ospitato il Congresso di Gruppo Made, che si è svolto l’11 e il 12 aprile scorsi. Oltre 200 partecipanti si sono incontrati e confrontati per nutrire il fondamentale senso di appartenza a un marchio che sta avendo uno sviluppo eccezionale: dal 2022 a oggi sono state ben 35 gli imprenditori della distribuzione edile italiani che hanno scelto di entrare far parte del Gruppo. Oggi, ma il numero è in continuo aumento, i punti vendita Made sul territorio nazionale sono 206 in 18 regioni.

Congresso Made | Rivendite moderne per il mercato di domani, i fondatori

Le persone che lavorano in Made sono circa 2100, forniscono 80.000 clienti fra professionisti e privati, per un fatturato aggregato di oltre 700 milioni di euro. Questi numeri sono già un significativo biglietto da visita ma naturalmente non raccontano tutto, perché ciò che davvero conta nel moderno mercato della distribuzione edile sono i contenuti, la sostanza, valori che Gruppo Made coltiva ogni giorno e trasforma in servizi concreti, ponendosi come una organizzazione commerciale realmente orientata alla vendita, superando così il limitativo concetto di gruppo di acquisto.

Il Congresso di Catania, che è anche stato l’occasione per festeggiare i 20 anni dalla nascita del Gruppo, è iniziato con il saluto del presidente Franco Ferrari. Subito dopo, un primo ospite d’eccezione, Oscar Farinetti, l’imprenditore che ha creato marchi come Unieuro e Eataly, che ha raccontato alcuni aneddoti della sua vita di imprenditore e ha presenatto il libro “10 mosse per affrontare il futuro” che ha scritto per evidenziare alcuni concetti e offrire suggerimenti utili, anche per le imprese della distribuzione edile, per operare con successo in un mondo incerto e competitivo.

Protagonisti in un mercato competitivo

«Il nostro valore è essere ottimisti e positivi». Con queste parole Gian Luca Bellini, direttore generale di Gruppo Made ha iniziato il suo intervento.

Congresso Made | Talk show, da sinistra verso destra, Edoardo Vagelli, Marta Fortunato, Andrea Giani, Sonia Ghaffani e Stefano Croci

Gruppo Made compie vent’anni e Bellini ha voluto ringraziare tutti, dai collaboratori a tutte le rivendite edili che in questi due decenni hanno dato fiducia al Gruppo. Ha quindi illustrato i numeri di Made e presentato la recente ricerca del Cresme, una fase congiunturale tutta da interpretare.

«In questo scenario che non ha ancora contorni definiti, uno dei motivi per essere “ottimisti e positivi” arriva dai 130 miliardi del Pnrr, anche se bisognerà fare i conti con la lentezza esasperata della macchina burocratica, uno degli eterni fardelli dell’ economia, e non da oggi, che presumibilmente renderà impossibile spendere i soldi disponibili. La nuova normalità dice che i tassi di interesse sono troppo alti e il mercato immobiliare rallenta, che i costi delle costruzioni sono eccessivi, e che il tema del credito continurà a essere un problema. La necessità di modernizzare le nostre aziende è quindi fondamentale. Efficienza, qualità e innovazione, la continua formazione devono essere i protagonisti di un mercato competitivo e non comparativo, dove domina solo il prezzo».

Strumenti per crescere

Un momento significativo del Congresso di Catania, il cui titolo era «Il cliente al centro», è stato il talk show, un’occasione di condivisione degli obiettivi e delle strategie nella gestione delle relazioni, dove l’esperienza di alcuni diventa ricchezza per tutti. Sul palco, moderati da Sonia Ghaffani, direttore commerciale di Gruppo Made, sono saliti in ordine di intervento Marta Fortunato, Andrea Giani, Stefano Croci ed Edoardo Vagelli.

Marta Fortunato ha sottolineato come la sua azienda cerchi di gestire il cliente non solo nella fase pre e post vendita, ma sempre, fornendo consulenza e disponibilità. Formazione professionale dei collaboratori e utilizzo dei social per la promozione della sua azienda si affiancano quindi alla capacità di ascoltare, rispondere e soddisfare le attese del cliente.

Congresso Made | Rivendite moderne per il mercato di domani

Andrea Giani, responsabile commerciale di Made Distribuzione, ha ricordato come le rivendite a marchio Made – attualmente sono 5 i punti vendita diretti – abbia una funzione di «area test» di tutti i servizi che Made riserva alle rivendite aderenti.

A questo proposito ha presentato l’iniziativa «Design Day», un format di incontri tecnico conviviali dedicati alle finiture, dove pochi produttori selezionati incontrano i clienti già acquisiti o potenziali per presentare i loro prodotti. Un format che è possibile replicare nelle altre rivendite aderenti e che, nelle due edizioni già svolte, ha portato risultati molti interessanti.

Stefano Croci, dell’omonima rivendita di Caronno Pertusella (VA), ha presentato «Edil Day», la variante di Design Day, questa volta però legata ai materiali edili. Anche in questo caso, pochi produttori selezionati ma molti clienti che hanno visitato il piazzale della rivendita, incontrando così i produttori in un ambiente rilassato e quindi molto favorevole alla relazione. Sia Design Day che Edil Day sono organizzati da Gruppo Made, a costo zero per la rivendita, che deve solo preoccuparsi di invitare i suoi clienti.

Edoardo Vagelli ha invece presentato la sua esperienza con l’ecosistema digitale. L’utilizzo dei social sta infatti portando ottimi benefici alla visibilità della sua azienda, attraverso la generazione di contatti con tanti potenziali clienti. Un altro motivo di crescita, anche a livello di visibilità, arriva dall’affiancamento del logo storico della rivendita con quello di Gruppo Made. Un marchio nazionale che regala identità di marca e quindi riconoscibilità a tutte le rivendite Made sul territorio nazionale.

Un gruppo orientato alla vendita

I servizi a disposizione delle rivendite aderenti rendono Made un Gruppo fortemente orientato alla vendita. Lo ha ribadito nel suo intervento Simone Daneo, responsabile marketing e comunicazione, presentando i nuovi servizi, ma anche l’analisi di mercato sui clienti per cogliere occasioni di miglioramento dell’offerta globale.

Sono dunque 5 gli ambiti per crescere in un network di punti vendita moderni: gli acquisti e i servizi commerciali; lo sviluppo del concept dei punti vendita; la formazione con Made Academy; i servizi gestionali e finanziari, dove un ruolo chiave è svolto dal processo di digitalizzazione; il marketing e la comunicazione, sempre più social, per aumentare in modo esponenziale la possibilità di essere intercettati dai clienti, soprattutto potenziali.

La ricerca di mercato, che potremmo titolare «che cosa vuole il cliente oggi», ha evidenziato una realistica definizione del mercato che andremo ad affrontare nei prossimi anni. Non mancano le motivazioni per la ristrutturazione, anche se la burocrazia, le difficoltà di accesso al credito e i costi ancora troppo alti delle opere edili rappresentano un freno importante. L’organizzazione dell’offerta deve portare a un servizio a 360°, dal progetto fino alla sua realizzazione, soprattutto per il cliente privato che vuole potersi fidare e affidare a interlocutori preparati.

Per gli architetti e i professionisti sono necessari l’assortimento e una forte specializzazione del personale della rivendita; per imprese e artigiani è sempre attuale il binomio assortimento e prezzo. Ed è su queti principi che il Gruppo sta affinando i suoi servizi a supporto delle rivendite.

Nuovi format a misura di cliente

La conquista del cliente passa necessariamente dall’organizzazione del punto vendita. Lo ha sottilineato Cristiano Bonesso presentando i nuovi format Show-Room e Ferramenta, pensati e realizzati per allinearsi alle attese del cliente. Su tutto, il rafforzamento dell’immagine del Gruppo, sempre più presente per caratterizzare l’offerta Made.

Il nuovo format Show-Room Livingmade affianca a un’immagine moderna tanta funzionalità con sistemi espositivi flessibili e adattabili a tutti gli spazi, garantendo profondità di gamma e facilità negli aggiornamenti. Un’offerta “strategica” che nasce anche da un’attenta analisi del mercato di riferimento e della concorrenza presente sul territorio. Per illustrare un esempio vincente di realizzazione è salita sul palco Doriana Scipione del punto vendita Plastica Vomano di Basciano (Te).

Nuovo format anche per la Ferramenta professionale e il libero servizio, testato nel punto vendita Bennati – Made Distribuzione. Anche in questo caso, una proposta di prodotti di qualità per un progetto sviluppato sulle esigenze del cliente, ma soprattutto un’organizzazione razionale e codificata per rendere profittevoli gli spazi, grazie anche a una semplice e immediata lettura delle diverse categorie di prodotti.

Una formazione per intercettare nuovi clienti

Daniele Fortuna, area manager Sud Italia, ha presentato la formazione di Made Academy che quest’anno si è arricchita di nuovi contenuti, realizzati proprio su indicazione delle rivendite aderenti. Ai tre pilastri di Made Academy (formazione manageriale, tecnico- professionale, e formazione alla vendita) si è infatti aggiunta la formazione specifica per la gestione del potenziale cliente che arriva dal web: molte persone, infatti, contattano il Gruppo attraverso Internet e i social, in cerca di informazioni e consulenza. È un cliente che esiste, che probabilmente diventerà sempre più frequente, e quindi è importante intercettarlo, capire le sue esigenze e cercare di soddisfarle.

Il nuovo Corso prevede 4 incontri, ognuno di 2 ore, che si svolgerà via webinar. Per raccontare l’esperienza formativa è stato invitato Andrea Marinaro dell’omonima rivendita di Girifalco (Cz), un giovane imprenditore che ha puntato molto alla formazione professionale per se stesso e per i suoi collaboratori.

Vent’anni fa

Quest’anno Gruppo Made compie vent’anni. Per celebrare questo importante risultato, il Gruppo ha voluto premiare gli imprenditori della distribuzione edile che vent’anni fa hanno fortemente voluto questo progetto. Li ricordiamo in ordine alfabetico: Giordano Azzini per Bizzo, Alberto Cerutti per Cerutti Soluzioni Casa, Piera e Walter Croci di Croci, Franco Ferrari di Ferrari Carlo e Figlio, Ombretta e Antonio Giannubilo per CMV Made Distribuzione, Gini – Made Distribuzione e Wanda Scaramellini della Scaramellini.

Le strategie della distribuzione da 1 a 3 punti vendita

Lavoro in cantiere
Lavoro in cantiere

Dopo due anni di forti crescite e un 2023 ancora positivo per quasi tutti i distributori monitorati in questa rassegna, il 2024 si preannuncia come un anno di ritorno alla normalità del passato, anche se non per tutti. I 31 distributori da uno a tre punti vendita analizzati in questo numero di YouTrade sommano oltre 350 milioni di euro di fatturato e contano 55 punti vendita diretti e 45 showroom, con una superficie coperta di quasi 163 mila metri quadrati e superfici scoperte per oltre 546 mila metri quadrati, un campione quindi molto significativo per valutare le dinamiche dell’andamento del mercato, ma anche per analizzare le strategie che hanno messo e stanno mettendo in campo per affrontare il post superbonus.

Questo contenuto è riservato agli ABBONATI

Un Giorno
Solo 1 €

Accesso completo a tutti i contenuti premium di Youtrade Web per un giorno!

Un Mese
3,99 €

Accesso completo a tutti i contenuti premium di Youtrade Web per un mese!

Sei già abbonato? Fai il login qui sotto!

Florim SB blocca i brand-replica cinesi

La sede di Florim
La sede di Florim

Vittoria contro i cinesi produttori di materiale fake. Florim SB (Società Benefit), specializzata nella produzione di materiale ceramico per l’edilizia e titolare di numerosi marchi, assistita da Bugnion, società che si occupa in Europa di proprietà intellettuale, hanno vinto un’importante battaglia legale contro un’azienda cinese, colpevole di aver copiato il marchio Florim. È la Guangdong Florui Metal Manufacturing, azienda cinese attiva nel settore dei metalli e nella produzione e commercializzazione di hardware e ricambi auto. I marchi copiati erano stati depositati in classi merceologiche differenti rispetto a quella delle piastrelle ceramiche, per la quale il marchio Florim è regolarmente registrato ed utilizzato. Di solito, infatti, l’ufficio Marchi e Brevetti cinese tende a non agire in questi casi, ma la strategia messa in campo da Bugnion e Florim non ha lasciato spazio alle interpretazioni. Il risultato è stato ottenuto impostando una strategia basata principalmente su un’opposizione sul diritto d’autore del logo Florim. Il diritto d’autore nasce con la creazione dell’opera ma, per attivarlo in caso di contenzioso, è opportuno avere il certificato di registrazione. Bugnion e Florim hanno dunque deciso per prima cosa di registrare il marchio figurativo Florim attraverso la tutela di copyright, richiedendone la procedura accelerata in modo da ottenere il certificato di registrazione in tempi brevi e presentare dunque opposizione contro la registrazione dei marchi cinesi sulla base di tale diritto.

Il Cnipa, Ufficio Marchi Cinese, ha quindi rigettato i marchi della Guangdong Florui Metal Manufacturing Co. La documentazione che Bugnion ha fornito per la registrazione del copyright e delle istanze di opposizione è stata ritenuta più che sufficiente per tutelare la reputazione e l’originalità del marchio Florim e dimostrare che i marchi cinesi erano stati depositati in malafede, con l’intento di imitare il marchio originale, determinando così un’associazione ai valori positivi del brand Made in Italy.

Fondamentale per un’azione tempestiva è stata la presenza del servizio di sorveglianza che Bugnion effettua sul marchio Florim e che ha permesso di individuare sul nascere i tre marchi fotocopia di stampo cinese ed agire quindi prima che gli stessi fossero registrati dal Cnipa.

Grazie a questo servizio, è infatti possibile essere sempre aggiornati su nuovi depositi di marchi identici o comunque confondibili con il proprio. L’indagine avviene effettuando un monitoraggio continuo dei registri che permette di valutare con tempestività la possibilità di presentare un’opposizione entro i termini previsti dalle normative dei vari Paesi.

«Il nostro lavoro consiste nel realizzare prodotti che siano funzionali, ma anche di design, con una forte attenzione alla sostenibilità e per farlo ci avvaliamo delle più innovative tecnologie. Tutelare la nostra creatività è per noi fondamentale, ecco perché abbiamo scelto di affidarci a Bugnion Spa, che ha saputo mostrare la medesima creatività nella tutela del nostro Marchio in una situazione resa assai complessa dal fatto che la società cinese che ci aveva copiato aveva registrato il proprio Marchio in una classe merceologica differente rispetto alla nostra. Siamo estremamente soddisfatti di una decisione che, siamo sicuri, farà storia nel campo della Proprietà Intellettuale per la difesa del Made in Italy e ringraziamo Bugnion e i suoi professionisti per l’ottimo lavoro svolto», ha commentato il direttore marketing di Florim Ceramiche, Paolo Porta.

Niente superbonus, pesa troppo sulle casse dello stato

Ma perché il freno al superbonus deve andare a vantaggio dei produttori di bottiglie di plastica e di bibite? Non è una domanda capziosa. Il superbonus è stato azzoppato dal governo con la spiegazione che l’incentivo pesa troppo sulle casse dello Stato.

Il recente decreto convertito in legge a metà maggio non consente più alle banche la compensazione dei propri crediti di imposta con i contributi sociali a partire da gennaio 2025, e nega a chi fruisce dell’incentivo per lavori effettuati dal 2024 la cessione del credito, allunga la detrazione spettante in dieci anni e non più in quattro o cinque, come era possibile prima.

La norma ora riguarda anche coloro che hanno diritto alle detrazioni relative a lavori iniziati tra gennaio 2024 e la data di entrata in vigore del decreto. Da notare che la nuova frenata decisa dal governo è arrivata quando ormai la spesa totale per il 110% era lievitata a oltre 160 miliardi.

Ma secondo la relazione tecnica presentata in Parlamento, la quota a carico dello Stato (quella detraibile) per il 2024 e 2025 ammontava solo a 12 miliardi per l’anno in corso: era già stata ridotta al 70%, mentre per il 2025 era già stata ridimensionata al 65%, senza più la possibilità di utilizzare la cessione del credito di imposta.

C’è quindi chi si è chiesto perché è stato necessario il nuovo decreto, che porta maggiori entrate nel 2025 per 1,6 miliardi e nel 2026 per 2,5 miliardi, posticipando minori introiti dell’erario agli anni successivi.

Una delle risposte riguarda, appunto, un favore fatto ad altre categorie. Perché parte delle maggiori entrate nel 2025 e 2026 ottenute per effetto dell’obbligo di spalmare le detrazioni su dieci anni sono state utilizzate per finanziare rispettivamente 900 e 800 milioni di maggiori spese (o minori entrate) per il differimento della plastic tax e della sugar tax a luglio 2026.

Lo slittamento ha causato nel bilancio dello Stato un buco. Riassumendo: nell’autunno scorso il governo ha presentato una legge di Bilancio blindata, in cui erano previste le entrate legate all’introduzione della plastic tax e della sugar tax, peraltro già fatta slittare da gennaio a luglio.

Salvo decidere, tre mesi dopo, che i poveri produttori di bottiglie di plastica e di aranciate non possono aumentare di pochi centesimi i loro prodotti. Due pesi, due misure.

di Federico Mombarone

Rivendite da 1 a 3 punti vendita e un’inchiesta sull’Eps sul nuovo numero di YouTrade

L’era del superbonus volge al termine. Che cosa comporta per la distribuzione di materiali per edilizia? E per le aziende produttrici? Per esempio, uno dei settori sotto i riflettori è quello dei materiali isolanti: resisteranno alla mannaia del ministro dell’Economia sugli incentivi? Il nuovo numero di YouTrade cerca di rispondere alla domanda con una lunga e approfondita inchiesta esclusiva tra mercato e imprese di Eps, che negli scorsi anni sono volate sull’onda del 110%. Aziende che hanno investito, prendendo per buone le leggi dello Stato. Risultato: c’è chi sussurra venti di crisi, chi ora è preoccupato, ma anche chi non teme di perdere fatturato. La lettura è obbligatoria.

Questo nuovo numero del periodico leader nel mondo della distribuzione edile, realizzato da Virginia Gambino Editore, è particolarmente denso. A partire dalla cronaca, le immagini e i dati scaturiti durante il II Convegno YouTrade Sud, i cui contenuti sono ampiamente riportati. Ma non solo. La rivista contiene anche approfondimenti sul trend del mercato immobiliare, le analisi di Unicmi sul settore dell’involucro edilizio, la guerra burocratica che minaccia i cantieri milanesi.

Al centro di YouTrade, però, i lettori troveranno un altro contenuto esclusivo: il dossier sulle società di distribuzione da uno a tre punti vendita, corredato di schede e interviste ai protagonisti del settore.

Anche questo numero della rivista contiene approfondimenti dedicati a compiti e attività specifiche del mondo dell’edilizia: il fissaggio, il cartongesso e i sistemi a secco. Infine, non va dimenticato che è da poco disponibile l’edizione annuale dei Bilanci delle Costruzioni 2024, che comprende l’analisi di 2.975 imprese. Anche questo è da non perdere!

SFOGLIA LA RIVISTA

A Intermat macchine e attrezzature green in cantiere

Intermat
Intermat

In vista della fiera Intermat di Parigi dedicata agli strumenti per il mondo delle costruzioni emergono i trend per macchine e attrezzature: green, elettrico, ma anche sensori e digitale per semplificare l’attività.

Un forte impegno verso la riduzione dei gas serra: gli sforzi dei costruttori nell’innovazione delle macchine per il settore edile passano dall’energia, che deve essere non solo green, ma capace di migliorare l’efficienza nei cantieri.

È questa la tendenza nel settore ed è quello che promettono gli organizzatori Intermat (in programma a Parigi dal 24 al 27 aprile), come ha spiegato durante il roadshow tenuto a Milano Massimiliano Ruggeri, direttore tecnico e project manager di Imamoter Cnr (Istituto per le macchine agricole e movimento terra), che ha partecipato alla selezione delle soluzioni non unicamente più nuove, ma completamente diverse rispetto all’ultima edizione del 2018 pre covid.

Secondo il manager, nel corso di questi sei anni le macchine si sono notevolmente evolute, come architettura e generazione dell’energia, ma anche come progettazione, che ora tiene conto delle esigenze degli operatori.

Inoltre, si sono riconosciute la natura del lavoro usurante e l’importanza cruciale della sicurezza sul luogo di lavoro. Così, i produttori hanno puntato a semplificare le operazioni  per ridurre lo stress e minimizzare gli errori dovuti alla stanchezza, orientandosi verso la robotizzazione e l’automazione delle attività.

Senza contare che la difficoltà nel reperire personale esperto è una forte spinta verso la standardizzazione della qualità dei processi e l’automazione delle macchine, in modo da ridurre la dipendenza dall’esperienza degli operai edili.

Tendenza green ala fiera Intermat

Robotica, automazione e oggetti di uso comune adattati per applicazioni professionali, come nel caso di un’azienda che ha impiegato videocamere GoPro per acquisire immagini in 3D, sono le principali novità.

Ma per Ruggeri il tema principale rimane quello dell’energia, ossia la riduzione dell’uso di combustibile, sia per motivi ambientali sia per aumentare l’efficienza degli impianti.

E cita come esempio un cilindro a ricircolo di sfere capace di sollevare 80 tonnellate con dimensioni comparabili a quelle dei martinetti idraulici e fino a 3 metri di lunghezza progettato da una ditta norvegese, il cui catalogo vanta anche una versione che può arrivare a 100 tonnellate.

Al singolo oggetto si affiancano interi ecosistemi elettromeccanici, capaci di gestire le macchine con una regia unica e sincronizzata, portando a una ristrutturazione dell’architettura delle macchine stesse.

In pratica, non si tratta più solo di generare potenza da fonti elettriche, ma di gestire veicoli completamente elettrificati, riassumibile nel concetto all-electric ecosystem, con un insieme di componenti che controllano l’intero processo di lavorazione.

C’è anche chi ha progettato piattaforme aeree in cui la parte elettrica potenzialmente a contatto con l’uomo è a bassa tensione. Per esempio, il cestello e la gestione del sollevatore a 48 Vdc, che scongiura il rischio di rimanere fulminati e semplifica così le certificazioni.

Oltre il diesel

Se l’elettrificazione è la strada da percorrere, che cosa succederà a tutte le macchine già presenti nei cantieri? In soccorso ecco le soluzioni plug and play per sostituire i powertrain diesel con quelli elettrici.

Un retrofit applicabile ad alimentazione, distribuzione, generazione e gestione del propulsore, con unità complete e integrate per rendere la transizione di camion, escavatori, bulldozer e altre tipologie di macchine più agevole, rispettando dimensioni e connessioni.

Anche se il peso e la durata limitata delle batterie rappresentano una sfida. Questo diventa particolarmente critico nei cantieri autostradali e nelle grandi opere, dove le macchine possono essere in uso anche 24 ore al giorno.

Per questo, qualcuno ha pensato di produrre e standardizzare batterie a moduli intelligenti, in grado di ricaricarsi tra di loro e di essere agevolmente montati e smontati dalle e tra le macchine.

Questi moduli, con un formato, una dimensione e un funzionamento uniformi, includono anche un sistema di gestione della batteria (Bms), che li rende compatibili, installabili e removibili facilmente.

Prova a idrogeno

Attenzione, futuro dell’energia non è esclusivamente elettrico: un gruppo americano ha realizzato il primo motore ibrido a idrogeno, sostituendo alcune parti di un propulsore tradizionale e integrando uno elettrico a batteria per massimizzare l’efficienza nel recupero di energia durante le fasi passive.

Questa tecnologia rappresenta lo stato dell’arte nell’alimentazione alternativa, poiché combina un motore a combustione che utilizza idrogeno con uno elettrico e una batteria per ottimizzare l’efficienza complessiva del sistema.

Sebbene possa richiedere tempo prima di arrivare sul mercato, apre nuove possibilità, specialmente in contesti dove l’adozione di veicoli completamente elettrici è problematica.

Automazione e flessibilità

L’energia deve essere non solo generata in modo sostenibile, ma va anche impiegata in modo efficiente per ridurre gli sprechi e ottimizzare le risorse durante i processi lavorativi.

Grazie all’integrazione elettronica e all’uso di sensori è possibile semplificare le operazioni e ridurre il carico di lavoro degli operatori. Ciò porta a una maggiore efficacia nel completare le attività e a una diminuzione dello stress, consentendo loro di concentrarsi su compiti più significativi.

Per esempio, si può spianare un terreno senza dover costantemente controllare la pendenza, poiché questo è gestito autonomamente e in modo automatico dalle livelle laser installate.

Certo, la novità non è lo strumento, ma la loro presenza su macchine di ridotte dimensioni, impensabile fino a poco tempo fa a causa del loro costo elevato, che ora è molto diminuito.

La diffusione della robotica porta benefici ambientali, risparmio di tempo, maggiore efficienza e precisione nei lavori. E anche in questo caso ci sono le tecnologie per il retrofit delle macchine esistenti.

Gli strumenti sono sempre più versatili e hanno una vasta gamma di funzionalità per semplificare il lavoro in cantiere: per esempio, anziché spostare l’intera macchina, è possibile modificare la configurazione dell’attrezzo per adattarlo all’angolazione corretta necessaria per svolgere il lavoro desiderato.

Questa capacità di regolare l’attrezzo  direttamente sul campo rappresenta un tipo d’innovazione estremamente interessante e promettente.

C’è, poi, l’azienda francese che sfrutta la teoria della relatività ristretta di Einstein e la muografia (tecnica di acquisizione di immagini digitali che produce una istantanea di un volume registrando il passaggio di particelle elementari) per fornire, tramite dei sensori, informazioni sulla densità del terreno anche a diverse decine di metri di distanza: un’applicazione particolarmente utile negli scavi e nei tunnel per prevedere eventuali difficoltà e tempi necessari per le future operazioni.

Più sicurezza

L’elettronica, presente ormai in tutte le macchine, consente l’integrazione di sensori per la sicurezza, come l’uso dei radar può evitare ostacoli o incidenti durante la retromarcia, così l’impiego dei sensori lidar consente di stabilire la traiettoria di una macchina in base all’angolo di sterzo e di conseguenza integrare il sistema frenante.

Quindi, grazie a sistemi by-wire (in pratica i movimenti del guidatore percepiti da un sensore vengono convertiti in un segnale elettronico digitale trasmesso a un’unità di attuazione elettromeccanica intelligente), e alla riduzione dei costi dei sensori, le macchine diventano più sicure.

Infine, ci sono applicazioni per smartphone che hanno l’obiettivo di facilitare il lavoro di tecnici e di responsabili di cantiere nella programmazione delle attività, nel monitorare e nel certificare i lavori eseguiti, nell’identificare elementi sotterranei dalle mappe, nella gestione dei dati.

Insomma, l’elettronica consumer abbinata a dispositivi con Gps o sensori inerziali che consente di acquisire forme, determinare volumi e riscostruire aree in immagini 3D è ormai realtà.

di Monica Battistoni

Palazzetti presenta il progetto Life green-stove

Palazzetti
Chiara Palazzetti apre la conferenza presso lo showroom aziendale a pordenone con i saluti del sindaco di Porcia Marco Santini
Palazzetti
Marco Palazzetti illustra il progetto europeo life green-stove

Palazzetti presenta nuove soluzioni, come Life Green-Stove che riduce le emissioni
ottimizzando il processo di combustione con un’efficienza del 92%. Senza dimenticare il design.

Palazzetti festeggia con la stampa i suoi primi 70 anni all’insegna dello sviluppo sostenibile nella filiera forestale per rilanciare l’economia del legno.

Per l’occasione ha organizzato una due giorni con i giornalisti nello showroom di Pordenone per vivere l’esperienza di quel «calore che piace alla natura» e per lanciare una nuova idea di comfort domestico, interpretato al meglio dall’ultima nata in casa Palazzetti: Life Green-Stove, la stufa che risponde agli standard del percorso europeo che l’azienda sta compiendo verso l’Agenda Onu 2030.

A fare gli onori di casa Marco e Chiara Palazzetti che oggi guidano l’azienda supportati dall’esperienza e dalla forza visionaria del padre, Ruben Palazzetti.

Insieme all’innovazione di prodotto, il messaggio che Marco e Chiara hanno voluto sottolineare, è che la legna è una fonte di energia rinnovabile da contestualizzare correttamente nello scenario energetico complessivo, all’insegna della sostenibilità.

Sostenibilità che in azienda è vissuta a 360 gradi e che vuol dire prendersi cura dell’ambiente ma a partire dalla cura dei propri collaboratori e dei propri clienti.

Palazzetti al lavoro in europa

Durante la conferenza stampa, che ha ospitato relatori tecnici e politici, europei e del territorio, Marco Palazzetti, ingegnere dedito all’innovazione continua e amministratore delegato del gruppo di famiglia con sua sorella Chiara, ha illustrato il programma europeo Life come principale strumento di finanziamento delle azioni di protezione ambientale e climatica dell’Unione europea, che in questi oltre 30 anni ha supportato migliaia di progetti volti allo sviluppo di prodotti e processi industriali più efficienti per ridurre significativamente l’impatto sull’ambiente e sull’uomo.

Nicola Battistella, project manager officer dell’area tecnica di Palazzetti, ha presentato il progetto della Green-Stove e i dati di questa stufa innovativa che ottimizza il processo di combustione della biomassa e riduce le emissioni (raggiungendo un’efficienza del 92% rispetto all’84% richiesto dal regolamento della Commissione Europea) e i consumi, integrandosi perfettamente con i dispositivi di SmartHome e migliorando la user experience.

Legna e pellet

Di riscaldamento a combustibile solido, di ecodesign e di innovazione, ha poi parlato Bernardo Martinez, funzionario legislativo presso la Dg Energy (direzione generale energia) della Commissione europea.

Ampio spazio è stato dedicato al mondo delle stufe a pellet, dove il funzionario ha evidenziato l’importanza dell’aumento dell’efficienza energetica volta alla riduzione delle emissioni, passando poi al tema del miglioramento della tecnologia e dei sistemi di post-combustione. Martinez ha infine tracciato la roadmap degli obiettivi da compiere entro primo trimestre del 2025.

Biomasse efficienti

Il progetto Life Green-Stove ha l’obiettivo di creare una stufa a pellet in grado di ridurre in modo significativo le emissioni nell’atmosfera.

L’iniziativa, avviata nel 2021 con la collaborazione di due partner europei, ATech Elektronika (Slovenia) e RV Distribution (Belgio), rappresenta un passo importante verso la realizzazione degli obiettivi di sostenibilità dell’Unione Europea.

Le biomasse rappresentano uno strumento altamente efficace in quest’ottica: possono contribuire alla decarbonizzazione dell’Ue, in sostituzione ai combustibili fossili per il riscaldamento residenziale.

Per raggiungere il traguardo è necessario sviluppare prodotti a biomassa più efficienti e in grado di ridurre drasticamente le emissioni di Nox, Co, Ogc e Pm, fino a rendere le emissioni delle stufe a pellet comparabili a quelle delle caldaie a gas di ultima generazione.

Palazzetti
La stufa innovativa che ottimizza il processo di combustione della biomassa e riduce le emissioni

Piano triennale di Palazzetti

Palazzetti è il capofila del progetto Life Green-Stove, un piano triennale (2021-2024) che ha potuto contare su un investimento di 12 milioni di euro e una rete di self-test in zone climatiche differenti per una co-progettazione virtuosa fatta di scambio e condivisione.

L’obiettivo oggi raggiunto è lo sviluppo di Driade: la stufa a pellet che riduce in modo significativo le emissioni in atmosfera tramite un innovativo sistema di combustione, con un beneficio rilevante per l’ambiente.

Conseguentemente il prodotto è di più facile utilizzo e manutenzione rispetto alle stufe oggi in commercio con performance che tendono al massimo dell’efficienza. Gli attuali standard europei delle stufe a pellet prevedono un limite per le emissioni di polveri pari a 20 mg/Nm3: con Life Green-Stove l’obiettivo di Palazzetti è stato quello di arrivare a 5 mg/Nm3.

Grazie a questo nuovo prodotto, infatti, si riducono le emissioni di monossido di carbonio (Co), ossidi di azoto (Nox), composti gassosi organici (Ogc) e polveri sottili (Pm). Green-Stove punta alla massima efficienza e al minimo impatto ambientale.

Inoltre, si propone di diminuire l’accumulo di residui di combustione nei diversi componenti della stufa, limitando quindi la manutenzione nel tempo.

Il prodotto può essere collegato in rete per l’analisi dei big data, così da riuscire nel tempo a fornire una manutenzione predittiva e un forte risparmio energetico, attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

Le prospettive di Palazzetti

Chiara Palazzetti ha concluso gli interventi della conferenza presentando il video istituzionale dedicato al progetto Life Green-Stove e alle prospettive di un’azienda che guarda al futuro con slancio positivo e un’anima sempre più verde nello sviluppo di tecnologie innovative per il riscaldamento a biomassa legnosa, per il comfort domestico e il benessere dell’ambiente.

L’evento, nel suo complesso, ha sottolineato come la collaborazione fra industria e istituzioni nello sviluppo di soluzioni industriali innovative possa consentire di affrontare le sfide ambientali attuali e future per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità dell’Unione Europea.

Servizio su misura

Palazzetti ha messo a punto una gamma completa di ispirazioni per creare un camino su misura partendo da idee progettuali del committente per la massima personalizzazione.

I rivestimenti Palazzetti sono tutti concepiti su misura: i materiali, le dimensioni e il design prendono forma in rivestimenti completamente customizzati, che rispondono ai desideri e alle esigenze di ognuno. Dalla planimetria dell’ambiente il team Design Palazzetti elabora i progetti, adattando lo stile di un modello esistente o creandone uno completamente nuovo.

La gamma di rivestimenti è vastissima, attingendo a un’ampia varietà di materiali. Tutti i caminetti in marmo e pietra sono realizzati in un unico stabilimento in Italia, per controllare ogni fase della lavorazione e assicurare la perfetta riuscita, grazie a maestranze competenti in grado di realizzare le lavorazioni più raffinate.

La lavorazione del marmo richiede procedimenti accurati e controlli finali minuziosi che assicurino non solo il valore estetico, ma anche la solidità di ogni caminetto. Palazzetti lavora il marmo, materiale vivo, con sfumature, venature e tonalità sempre diverse con maestria e rispetto. I moduli curvi dei caminetti in marmo sono realizzati da una lastra unica che assicura un’estetica perfetta e immutabile nel tempo.

Lilibet, la stufa a pellet ecofire minimal

Caratterizzata da un design contemporaneo e da un’estetica minimale, Lilibet è una stufa ermetica che grazie al suo rivestimento in ceramica dalle linee geometriche si adatta a qualsiasi stile di interior.

La porta in vetro temperato total black la contraddistingue con eleganza: da spenta Lilibet si inserisce nello spazio domestico con raffinatezza, una volta accesa assicura, anche alla vista, il calore e la suggestione del fuoco, grazie alla spettacolare visione della fiamma. Il prodotto è caratterizzato dall’esclusiva piattaforma T3, con braciere a combustione totale e sistema di pulizia automatica.

Questa importante innovazione consente di bruciare totalmente il pellet, di ottimizzare l’efficienza della combustione e di ridurre drasticamente la frequenza delle operazioni di pulizia della stufa.

Nel braciere restano in tal modo solo pochi sali minerali, che vengono scaricati nel cassetto cenere con un meccanismo automatico e motorizzato. È disponibile in potenza 9 kW e 13 kW, anche nella versione canalizzabile AirPro.

La ventilazione può essere completamente esclusa per godere della distribuzione del calore per irraggiamento e convezione naturale.

Le elevate rese con minime emissioni garantiscono a Lilibet di raggiungere le 5 Stelle di Prestazione Ambientale, massimo livello della certificazione. Lilibet può essere dotata di diversi optional come la Connection Box, che le consente di essere controllata da smartphone o con comandi vocali.

Palazzetti
Lilibet raggiunge le 5 stelle di prestazione ambientale

Charlotte: compattezza e calore

Charlotte è la nuova stufa a legna dalle forme arrotondate che supera la tradizione per raccontare la potenza e le prestazioni della legna. Charlotte va oltre le proprie dimensioni compatte per dare vita a un perfetto strumento di riscaldamento domestico, dalle caratteristiche e dai rendimenti significativi.

Un calore che sorprende grazie alla solidità dei materiali, al design contemporaneo e al più alto livello di prestazione ambientale (cinque stelle). Lo stile di Charlotte si identifica con fianchi stondati e top sagomato; la stufa ha piedi d’appoggio realizzati in un’unica fusione per ottenere una linea morbida ed essenziale, ma allo stesso tempo solida.

Questa inedita rappresentazione della stufa di casa con rivestimento in acciaio, ceramica o pietra, grazie anche alla vasta gamma di colori disponibili, è capace di dialogare con gli stili più diversi, essere protagonista dell’ambiente in cui è inserita o caratterizzarne lo sfondo con eleganza e discrezione.

L’esperienza Palazzetti si esprime nel cuore pulsante della nuova stufa: focolare e porta ceppi sono profondi per accogliere pezzature di legna fino a 40 centimetri, il rivoluzionario percorso dei fumi all’interno della camera di combustione assicura un’esperienza del fuoco senza sbuffi, grazie alla valvola automatica.

Per godere appieno della visione della fiamma Charlotte è dotata di un ampio vetro trasparente. La facilità di pulizia e manutenzione è garantita dal cassetto raccogli cenere. Due plus per vivere più a lungo il piacere del calore: pianetto scaldavivande in pietra lavica sul top della stufa e un sistema di accumulo opzionale.

Charlotte
Con Charlotte è stato rivoluzionato il percorso dei fiumi

Una work station per l’outdoor

Oreste è la work station outdoor elegante e funzionale che in un unico volume comprende: piastra cottura in pietra lavica e forno a legna, due pratici piani lavoro e un vano per caricare la legna e fare la fiamma.

Oreste è perfetto per essere posizionato all’aperto o sotto un porticato. Nel sistema di cottura: la piastra e il forno scaldano contemporaneamente con calore di un’unica fiamma.

La pietra lavica, posizionata proprio sopra la fiamma, raggiunge velocemente la temperatura perfetta per cotture omogenee.

Oreste
Oreste, la work station outdoor

I fumi in uscita vengono convogliati, grazie a un apposito circuito, per avvolgere completamente il forno, che raggiunge così in 25-40 minuti una temperatura di circa 250 gradi.

Ma non per tutto, Oreste è progettato anche per la cottura a fiamma diretta per pane e pizza. Basta accendere il fuoco direttamente nel forno per raggiungere la temperatura di 380 gradi utile a cuocere perfettamente la pizza.

di Livia Randaccio

La porta scorrevole Dierre separa e unisce

Dierre
Chiusure scorrevoli e a battenti in vetro caratterizzano lucenti lal nuova liena di prodotto Dierre

L’azienda piemontese lancia la linea porta scorrevole Lucente: superfici scorrevoli, trasparenti e decorative per corridoi, cabine armadio, zone lavoro, in tre diverse finiture.

La porta scorrevole che separa ma allo stesso tempo può unire è una magia che può essere realizzata solo da superfici trasparenti, ma anche decorative.  L’idea è stata ispirata da Dierre, marchio che è sinonimo di porte, per ogni ambiente.

L’azienda di Villanova d’Asti, famosa per le sue porte esterne, per gli ingressi blindati e per il design di quelle interne, ha introdotto una nuova linea di prodotto. Si tratta delle chiusure scorrevoli e a battente in vetro denominate Lucenti.

porta-scorrevole
Per creare la cabina armadio è stata scelta la porta scorrevole e lucenti con la finitura urban

Luminosità della porta scorrevole

La collezione nasce per separare gli ambienti pur mantenendo una continuità visiva. Un modo intelligente per utilizzare la luce naturale come strumento progettuale nel valorizzare gli spazi. Le porte della linea Lucenti sono destinate, per esempio, per creare corridoi, cabine armadio o zone di lavoro più luminose.

Il design del prodotto trasforma le porte in pareti scorrevoli, scegliendo pannelli satinati o vetri decorati con effetto vedo-non-vedo. Tre le finiture disponibili per le porte in vetro Lucenti: la prima è Urban, dal mood più contemporaneo, con inserti materici o industrial.

Seguono Visual, caratterizzato da elementi e pattern geometrici di grande impatto visivo, e Natural, con grafiche ispirate alla natura.

Stili differenti, con tipologie di vetro e accessori che spaziano dai colori più caldi a quelli freddi, per consentire l’installazione in tutte le zone della casa, coordinando la palette cromatica a quella degli altri elementi d’arredo.

«Da anni ormai stiamo assistendo alla trasformazione della porta da semplice strumento tecnico e di servizio a elemento dal forte appeal estetico, in grado di adattarsi a ogni contesto, in base alle esigenze del progettista», spiega Laura De Robertis, direttrice Marketing Italia di Dierre.

«Perfetta per la ristrutturazione la nuova linea Lucenti tiene conto dell’esigenza di ridisegnare gli ambienti consentendo una permeabilità tra gli spazi e configurazioni studiate su misura».

Vetrate interne

Disponibili in versione scorrevole interno o esterno muro e a battente, le porte Lucenti possono essere impiegate anche per realizzare vetrate interne di grandi dimensioni, magari per dividere la zona della casa dedicata allo smart working.

La linea di porte Lucenti aggiunge una nuova opportunità per designer e, naturalmente, arricchisce gli showroom dei distributori. Dierre si conferma, insomma, un marchio sempre attento all’innovazione nei settori delle porte blindate, porte per interni e chiusure di sicurezza.

Ricerca e tecnologia

Dierre è il marchio italiano che guida l’innovazione nei settori delle porte blindate, porte per interni e chiusure di sicurezza. Fondata nel 1975 da Alessandro e Vincenzo De Robertis, Dierre ha tra i suoi punti di forza la capacità di coniugare ricerca tecnologica e design, produzione industriale e artigianalità.

Un partner unico per tutti i progetti, residenziali e non, con un servizio chiavi in mano per i grandi cantieri e una gamma completa di soluzioni che comprende porte di sicurezza, porte tagliafuoco, controtelai per porte a scomparsa, porte scorrevoli, chiusure per garage e casseforti.

di Paolo Caliari

Un’anno d’oro per l’azienda salva terrazza Fila

Fila
Alessandra Pettenon (A.d) | Beniamino Pettenon (Presidente) | Francesco Pettenon (A.d)

Il fatturato di Fila è cresciuto a doppia cifra, grazie anche ai nuovi prodotti come Salva terrazza Eco. Si festeggia inoltre per gli 80 anni di attività.

Dalla celebrazione degli 80 anni dell’azienda, al Cavalierato del presidente Beniamino Pettenon, dall’acquisizione di Euganea Service, alla continua innovazione nei prodotti e nei servizi offerti: ogni passo è stato un tassello fondamentale nel percorso dell’azienda. Il 2023 ha portato con sé una serie di progetti ambiziosi e risultati significativi.

L’anniversario di Fila

Fila nel 2023 ha celebrato gli 80 anni dalla fondazione, nel 1943, ed è entrata a far parte delle aziende riconosciute come Marchio Storico di Interesse Nazionale.

Ne fanno parte esclusivamente le aziende d’eccellenza con un marchio registrato o utilizzato continuativamente da almeno 50 anni.

Un prestigioso riconoscimento che testimonia come l’azienda abbia fatto la storia dell’imprenditoria nazionale e del Made in Italy.

La storia di Fila è un lungo percorso evolutivo di prodotti che hanno accompagnato e accompagnano il cammino della cultura dell’abitare, per uno stile di vita più attuale e salubre, igienizzando e proteggendo le superfici nel mondo.

In continua e costante espansione, il Gruppo conta oggi 103 collaboratori, tra l’headquarters, l’innovation center, l’area logistica di San Martino di Lupari (Padova), il centro di sperimentazione a Fiorano Modenese (Modena), nel cuore del distretto ceramico di Sassuolo, e un’organizzazione commerciale presente in Francia, Germania, Spagna, Usa, Gran Bretagna ed Emirati Arabi.

Fila
Alessandra Pettenon (A.d) | Beniamino Pettenon (Presidente) | Francesco Pettenon (A.d)

Investimenti

Grazie ai costanti investimenti in innovazione e alle vincenti strategie commerciali, il fatturato è cresciuto a doppia cifra in modo pressoché uniforme in tutti i Paesi in cui Fila è presente. Tra tutte le aree spicca quella mena, con una sostanziale crescita rispetto all’anno precedente.

Il tutto secondo una strategia che mette al centro la sostenibilità: i prodotti sono realizzati con tecnologie a basso impatto, i detergenti contengono ingredienti biodegradabili fino al 98%, mentre le formulazioni a base acqua rappresentano l’83% sul totale della produzione, crescendo di due punti percentuali rispetto al 2023.

Un preciso piano aziendale che mette al centro la sostenibilità ambientale, confermata dal riconoscimento per il terzo anno consecutivo del Sustainability Award e del secondo anno per la medaglia silver di Ecovadis. Nell’anno del suo 80esimo anniversario, Fila ha voluto aggiungere un tassello importante nella sua strategia di sviluppo.

Offrire un servizio completo per medi e grandi progetti che preveda non solo la fornitura di prodotti ma, su richiesta, anche l’applicazione di trattamenti per la cura e la protezione delle superfici.

Nasce così la collaborazione con Euganea Service e la creazione della nuova società, Fila Euganea Service, che si pone l’obiettivo di sviluppare sia in Italia che all’estero l’attività di fornitura di servizi di trattamento (tra cui il sistema antiscivolo), pulizia, posa in opera, levigatura e lucidatura.

A questo si aggiunge la manutenzione ordinaria e straordinaria in ambito pubblico e privato rivolta alle superfici e ai rivestimenti, sia interni che esterni: dal residenziale al commerciale, dal turistico all’alberghiero, dal sanitario al nautico e ai centri sportivi, per arrivare anche ai beni di interesse storico e artistico.

salvaterrazzo-eco
Superficie trattata con salva terrazzo eco

Salva terrazza protettivo e anti-infiltrazione

Sempre nel 2023 è arrivato sul mercato Salva terrazza Eco: il nuovo protettivo anti-infiltrazione a base acqua, che guarda alla sostenibilità ambientale senza rinunciare alla qualità.

Le caratteristiche e i vantaggi del nuovo Salva terrazza Eco, formulato incolore e inodore, sono molteplici: penetra in profondità, mineralizza e consolida il materiale, previene l’infiltrazione d’acqua che potrebbe causare danni strutturali alla superficie, non crea pellicole o film superficiali ed è traspirante. Inoltre, si tratta di un prodotto Cov free a basso impatto ambientale.

Con una composizione a base di microcristalli mineralizzanti di silicio funzionalizzato e silicati, può essere infine utilizzato su diversi tipi di materiale, quali gres porcellanato, marmo, pietra, agglomerati, cemento, tufo, cotto e klinker. Salva terrazza Eco ha ottenuto la certificazione Indoor Air Comfort Gold, importante strumento che garantisce le basse emissioni di Voc nei prodotti da costruzione.

di Franco Saro

Prelievo in magazzino, arriva l’androide

magazzino
Android in magazzino
Andrea-Payaro
Andrea Payaro | Docente ed esperto dello sviluppo economico (Ice)

Il prelievo in magazzino è una delle fasi fondamentali. La corretta esecuzione consente ai processi a valle (per esempio, la produzione) di non essere interrotti per ritardi o mancanza di materiale, oppure al cliente di ricevere quanto ordinato, nelle corrette condizioni nei tempi prestabiliti.

Il prelievo in magazzino è solitamente l’operazione che richiede più lavoro e di conseguenza è una delle voci di costo più impattanti nei magazzini dove le attività vengono realizzate prevalentemente in modo manuale (Tompkins, J.A., White, J.A., Bozer, Y.A., Frazelle, E.H. and Tanchoco, J.M.A., Facilities Planning, 2003, John Wiley &Sons).

Per questo motivo l’attività di picking viene considerata come quella a cui dare maggiore priorità per ottenere dei miglioramenti della produttività e un innalzamento del livello di servizio del cliente.

L’attività di prelievo può essere effettuata manualmente, con l’operatore che va alla merce, oppure con l’ausilio di automazioni, con la merce che va all’operatore (per esempio, magazzini verticali, automatici). In quest’ultima situazione numerose sono le soluzioni ad oggi sviluppate, come:

Autonomous Mobile Robots (Amrs): carrelli automatizzati che si muovono autonomamente nel magazzino per trasportare gli articoli solitamente un una postazione di prelievo

Bracci robotici utilizzati per prelevare articoli da scaffalature o bin grazie a sistemi di visione tridimensionale

Sistemi Shuttle Automatizzati: carrelli meccanizzati (shuttle) che si muovono su binari per recuperare e spostare le unità di stoccaggio

La prossima sfida di magazzino sembra essere quella dell’adozione di robot androidi in grado di muoversi autonomamente nel magazzino.

I loro ruolo sarà quello di essere impiegati per lavori ripetitivi, faticosi o in ambienti che potrebbero mettere a rischio la sicurezza delle persone (zone con materiali chimici o in ambienti con temperature particolari, si pensi a zone di stoccaggio destinate ai surgelati).

I robot sono in grado di orientarsi nello spazio e adattarsi a qualsiasi ambiente. Non sono necessari interventi infrastrutturali per la loro installazione. Essendo, inoltre, dei bipedi umanoidi essi saranno in grado di muoversi come un essere umano negli spazi angusti.

magazzino
Android in magazzino

Gli sviluppatori oggi affermano che i robot nella logistica non andranno a eliminare posti di lavoro, bensì andranno a collocarsi per colmare ruoli in aree dove in tale settore è difficile trovare lavoratori.

Le soluzioni presentate in recenti fiere si chiamano:

Atlas, realizzato dalla Boston Dynamics
Digit, realizzato dalla Agility Robotics
Figure, prodotto dalla Figure AI
Optimus, presentato da Tesla

Dal momento che il loro costo, secondo Elon Musk, sarà presto inferiore a quello di un’autovettura, in pochi anni nelle aziende si potranno vedere queste tecnologie operare autonomamente nei magazzini mentre faranno il prelievo.

A oggi i robot umanoidi spostano solo casse, ma si ritiene che tra non molto saranno in grado di prelevare un oggetto posto all’interno di un contenitore riempito alla rinfusa con oggetti diversi.

Per Mapei l’ambiente è una questione di sfumature

Mapei
Master collection

Mapei presenta diverse soluzioni per le finiture delle superfici murali con un dato comune: l’attenzione a coniugare estetica e protezione degli edifici nel rispetto dell’ambiente.

Colore e tecnologia: grazie al sistema ideato da Mapei si possono coniugare estetica e innovazione. Già, perché niente è meglio di una buona finitura della superficie murale.

Idropitture Mapei: colore e performance

Le idropitture Mapei offrono elevate performance, durabilità ed estetica. Formulate a base di resine sintetiche in dispersione acquosa e cariche selezionate, le idropitture sono disponibili in una gamma completa di formati ideati per rispondere alle richieste del mercato e perfetti per eseguire prove colore.

Su ogni confezione viene indicata la resa in metri quadrati favorendo la scelta della confezione ideale per ogni necessità di pitturazione.

La collezione Mapei

Per mostrare tutto questo colore, Mapei ha sviluppato la mazzetta Master Collection: una raccolta di tinte originali che spazia da caldi colori pastello fino a sfumature molto vivaci e accattivanti.

A questa si è aggiunta la collezione INspire che raccoglie le tinte di tendenza studiate appositamente per ambienti interni con soluzioni colore che rispondono alle specifiche esigenze di ogni singolo progetto.

E quando i progetti riguardano l’esterno la proposta colore Mapei si chiama EXtraColour: una collezione di 315 tinte accuratamente selezionate per assicurare una protezione durevole alle superfici esterne in edilizia.

Colori formulati per mantenersi inalterati a lungo nel tempo grazie all’utilizzo di pigmenti dalle elevate prestazioni di resistenza ai raggi Uv e agli agenti atmosferici.

La bellezza rimane un punto fermo. Grazie al sistema tintometrico ColorMap è possibile ottenere qualsiasi sfumatura di colore. L’universo delle tinte possibili con le pitture Mapei è praticamente infinito.

La sostenibilità al centro

Colore, performance e sostenibilità sono le caratteristiche distintive della gamma delle finiture per interni Mapei.

Le idropitture Mapei offrono elevate performance e assicurano benessere abitativo legato ai valori elevatissimi di qualità dell’aria garantiti dalla classificazione ecologica A+. La salute della persona per Mapei è un punto imprescindibile da legare a quella del pianeta.

L’impegno per contribuire in modo concreto all’economia circolare caratterizza ogni scelta, dall’utilizzo di plastica riciclata (certificati plastica seconda vita) per il packaging all’introduzione di formati che ottimizzano le esigenze della committenza.

Creative ard lime carrara per l’effetto marmo

Creative Ard Lime Carrara è un rivestimento murale decorativo costituito da cariche minerali e grassello di calce modificato: permette di ottenere una finitura spatolata a effetto marmo di Carrara.

Il rivestimento consente di ottenere superfici di pregio molto compatte e satinate, con discreta resistenza all’acqua e ottima permeabilità al vapore d’acqua.

Idoneo all’impiego su intonaci tradizionali e a base cementizia, è particolarmente indicato per la decorazione di superfici murali interne di edifici di interesse architettonico e nel restauro dei centri storici.

di Alice Fugazza