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Comfort acustico: cosa prevede la legge e le tipologie di interventi

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Casi di interventi per il comfort acustico e per limitare l’inquinamento acustico nell’edilizia civile: dall’appartamento proprio sopra un locale pubblico, alle abitazioni confinanti, fino a muri da isolare, contro pareti da aggiungere, controsoffitti necessari.

Con l’incremento dei ritmi della nostra esistenza quotidiana, sempre più portati verso il limite della frenesia, un momento di relax e riposo al termine di una lunga e stressante giornata lavorativa è tra le necessità più incombenti dei nostri tempi. Il comfort acustico e la tutela della privacy all’interno delle nostre abitazioni, è da considerarsi una tra le caratteristiche salienti che un edificio deve essere in grado di garantire ai potenziali acquirenti.

La legge

A livello legislativo nazionale è in vigore un decreto che stabilisce i livelli di comfort acustico minimo che ogni abitazione dovrebbe essere in grado di fornire come forma di protezione  degli inquilini dai rumori provenienti sia dall’interno dell’edificio che dall’esterno. Tale legge non chiede di limitare il discomfort quanto basta per garantire un livello minimo di qualità acustica nelle costruzioni.

A oggi il panorama nazionale in materia di edifici acusticamente efficienti ed efficaci è ancora troppo scarno e la sua applicazione sul territorio potrebbe essere limitata a una percentuale del costruito che non possiamo ancora ritenere sufficiente. l’obiettivo del raggiungimento di un minimo comfort acustico dunque non è ancora definitivamente entrato a far parte dello standard delle costruzioni.

Esistono quindi un’enormità di edifici sprovvisti di requisiti acustici minimi e una percentuale legata alle difficoltà progettuali, esecutive e derivanti da vincoli architettonici, paesaggistici oltre all’indifferenza ed alla scarsa sensibilità al problema di qualche attore del processo di edificazione.

Non dobbiamo però gettare la spugna, infatti grazie alla ricerca e allo sviluppo di soluzioni
volte a limitare il problema rumore è oggi possibile scegliere tra molteplici opportunità in grado di limitare fino a eliminare i disturbi da rumore, intervenendo sui vari elementi del fabbricato in base alle necessità e alle disponibilità operative oltre che economiche.

Le tipologie di interventi

Dopo aver identificato con certezza quale sia il tipo di rumore disturbante sarà possibile procedere con la ricerca della soluzione più adatta per limitare l’inquinamento acustico, quando ad esempio il rumore è provocato dai vicini di casa solitamente si sfrutta la controparete, ovvero costruire un ulteriore parete addossata alla parete esistente.

Le possibilità esecutive sono molte e dipendono dalle tipologie di materiali prescelti e dalla destinazione d’uso dei locali oggetto d’intervento. Potremmo suddividere le modalità d’intervento in due categorie:

  • contropareti pesanti in laterizio
  • contropareti leggere in gesso rivestito (anche detto cartongesso)

Partendo dalla parete esistente si procederà alla posa in opera dei pannelli di materiale adibito ad assorbimento acustico per poi erigere una nuova parete in laterizio di spessore a piacere (solitamente 8 centimetri o massimo 12 centimetri) addossata ai pannelli precedentemente posati e nuovamente rivestita di intonaco civile.

Per quanto riguarda i materiali si suggerisce di procedere con tipologie di laterizio alveolato, cioè dotati di una percentuale di foratura del blocco non superiore al 45%. Per i pannelli la scelta dovrà essere effettuata privilegiando materiali aventi costituzione spaziale di tipo fibroso.

Saranno quindi idonei i materiali tipo:

  • pannelli di fibra di vetro con densità 50 kg/m3
  • pannelli in lana di roccia con densità 70 kg/m3
  • pannelli in fibra di poliestere con densità 20 kg/m3

Partendo sempre dalla parete esistente, verrà posata la struttura metallica di sostegno della contro-parete leggera, disponibile negli spessori 50 millimetri, 75 millimetri o 100 millimetri, avendo cura di mantenere staccata la struttura dalla parete esistente (bastano 5 millimetri o 1 centimetro) per evitare il trasferimento delle vibrazioni dal telaio.

la soluzione leggera a secco in lastre di gesso rivestito montate su struttura metallica, è decisamente migliore rispetto alla soluzione pesante in laterizio, sia sotto il profilo della prestazione, che sotto l’aspetto del peso e delle tempistiche esecutive. La soluzione leggera è sempre da preferirsi rispetto all’alternativa in laterizio.

La soluzione in cartongesso risulta vincente sotto il profilo del minore peso, che esclude problematiche di sovraccarico sui solai, della maggiore velocità di esecuzione, dovuta alla tecnica costruttiva a secco e della prestazione isolante acustica, doppia rispetto alla versione in laterizio.

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Controsoffitto

Quando il disturbo da rumore proviene dal piano superiore all’alloggio le tecniche d’intervento si differenziano in base alla tipologia di rumore: se sono di tipo aereo (vociare, radio, Tv) si procederà all’edificazione di un controsoffitto (aderente all’esistente o pendente in base alla disponibilità di spessore ed ai limiti imposti dall’altezza minima interna).

Mentre, nel caso in cui i rumori provenienti dai vicini siano dovuti a percussione o calpestio la tecnica del controsoffitto può non essere sufficiente a fornire il corretto livello di confort. Questo dipende dalla tipologia delle pareti che sostengono il solaio, per parete molto massicce sarà necessario prevedere ulteriori interventi direttamente da eseguirsi sul piano di calpestio del solaio soprastante.

Per quanto riguarda la tecnica esecutiva del controsoffitto i materiali saranno molto simili a quelli usati per le contropareti leggere. Si sfrutterà quindi una struttura metallica addossata o pendente dal soffitto, la cui intercapedine verrà riempita di pannelli fibrosi a base minerale, naturale o sintetica e placcata con due lastre di gesso rivestito tradizionali.

La bonifica

Operativamente i passi da seguire saranno dapprima il fissaggio meccanico dei pendini e delle guide a soffitto che sosterranno il telaio creando l’orditura primaria atta a limitare
il possibile passaggio di vibrazioni attraverso la struttura.

Il secondo passaggio riguarda il fissaggio dell’orditura secondaria con passo pari a 60 centimetri, come precedentemente eseguito per la controparete.

Terminato il riempimento dell’intercapedine del controsoffitto si procederà alla posa delle lastre di gesso rivestito (o gesso-fibra) sempre procedendo con la modalità di posa a giunti sfalsati come precedentemente riportato.

Nel caso lo spessore disponibile per l’intervento sia molto elevato (30 centimetri, per esempio, per le abitazioni dei primi del Novecento) sarà possibile procedere alla medesima operazione, sfruttando un maggior spessore dell’intercapedine grazie alla posa di pendini dotati di molla (o gomma).

A livello prestazionale il guadagno ottenibile con un controsoffitto leggero in lastre di gesso rivestito su struttura metallica riempita di pannelli fibrosi è approssimativamente di 10÷20 dB a seconda degli spessori impiegati e dei materiali impiagati.

I materiali

Per sfruttare al massimo la grande capacità isolante delle lastre in gesso
rivestito è stato ideato un controsoffitto speciale, che si potrebbe definire a doppia membrana, interponendo un ulteriore strato di lastre tra l’intradosso del soffitto esistente e le lastre di chiusura sottostanti.

Nel caso di ristrutturazione la tecnica di bonifica che sta dando maggiori risultati come isolamento dai rumori di percussione o calpestio si basa nell’inserimento di un materiale poco deformabile a compressione e di basso spessore (2÷4 millimetri) direttamente al di sotto del nuovo pavimento.

Tale tecnica è applicabile nel caso sia prevista la demolizione e il rifacimento del pavimento esistente o nel caso si debba procedere in sovrapposizione al pavimento esistente.

La crisi del vento nella transizione green

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Federico Mombarone | Giornalista

Tutti amano l’ambiente, ma la transizione green da un’economia basata sul consumo di fossili (carbone, petrolio) a un sistema che ricava l’energia da sole, vento e acqua non è facile.

La transizione green più che una passeggiata, in effetti, sembra più simile a un viaggio-avventura. Senza nulla  togliere a chi spinge per l’utilizzo di rinnovabili, non vanno neppure nascoste le insidie di un cambiamento epocale.

L’eolico, per esempio, si è rivelata una fonte di energia meno semplice da gestire di quanto i commenti degli amanti del green sui social, a base di cuoricini, facciano pensare.

Anche se l’energia eolica, cresciuta dell’18%, ha superato il gas. Eppure il maggiore sviluppatore di campi offshore per l’energia eolica, la multinazionale danese Ørsted posseduta per il 50,1% dal governo, ha deciso il taglio di 800 posti di lavoro e il ritiro dai mercati di Spagna, Portogallo e Norvegia.

Motivo: costi in crescita, problemi tecnologici di gestione delle pale, ricavi in calo. L’azienda ha anche ridotto il suo obiettivo di installare una capacità energetica di 50 gigawatt entro il 2030 a 35-38.

E non è solo l’azienda danese a essere in difficoltà: secondo i dati di WindEurope, lobby Ue del settore, gli investimenti in nuovi parchi eolici nel Vecchio continente si sono fermati a 17 miliardi di euro, il livello più basso dal 2009.

Costi alti, regolamentazione e redditività scarsa sono alla base della crisi del vento, che pure contribuisce per il 14% alla produzione di energia in Europa. Senza contare la crisi legata alla realizzazione industriale della turbine, che vede l’Europa competere con la Cina per la leadership globale.

A proposito di Cina: neppure il solare sembra esente da problemi. In Europa solo il 3% dei pannelli solari installati l’anno scorso sono stati prodotti da aziende Ue, mentre oltre l’80% del mercato è controllato da produttori cinesi che li vendono a un prezzo che è la metà di quello delle aziende europee.

Secondo la Ue, i costi dei pannelli cinesi sono tenuti  artificialmente bassi grazie ai sussidi dello Stato e all’uso di lavoro nello Xinjiang, dove sono stati documentati casi di abusi dei diritti umani.

L’utilizzo di energia solare, insomma, è un ostaggio di Xi Jinping, che da Pechino può manovrare le leve del mercato dei pannelli fotovoltaici in Europa. E siamo solo alla prima tappa del viaggio-avventura.

di Federico Mombarone

UI Solutions, un bollino blu per la salubrità

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Franco Saro | Giornalista

Non basta costruire edifici che consumano meno energia, è importante anche salvaguardare la salute di chi li abita. Per questo, accanto al bollino blu di edificio risparmioso con una delle tante certificazioni, per esempio Leed, si fanno strada gli attestati di salubrità degli ambienti (vedi la classifica a pagina 226), come UI Solutions

Un esempio è quello che arriva da Ui Solutions, grande gruppo che si occupa di sicurezza con sede a Northbrook, Illinois (Usa).

L’azienda è una delle numerose realtà abilitate per eseguire test di sicurezza dall’agenzia federale statunitense Occupational Safety and Health Administration.

Tra tutte, Ul Solutions è l’organizzazione di sicurezza e certificazione dei prodotti più conosciuta a livello globale. Ora l’azienda ha lanciato un nuovo marchio: Ul Verified Healthy Building, destinato alle nuove costruzioni.

Il servizio di verifica consente ai professionisti del settore edile di differenziare i loro nuovi progetti di costruzione e supportare la salute e il benessere dei futuri occupanti o, perlomeno, di garantire la vendita di immobili che non abbiano difetti o siano nocivi. Naturalmente, il servizio aggiungerà valore all’immobile, più di quanto costi la certificazione.

Il nuovo certificato è disponibile per vari progetti di nuova costruzione, riqualificazione o miglioramento, per edifici residenziali  commerciali, industriali e villette plurifamiliari.

Ul Solutions incoraggia i professionisti dell’edilizia a fare scelte chiave per ottimizzare la salute e il benessere dell’ambiente interno all’edificio fin dalle prime fasi di un progetto.

In questo modo si possono evitare modifiche  più costose e dispendiose in termini di tempo dopo aver completato la costruzione o attraverso la necessità di ristrutturazioni.

Chi vuole ottenere il certificato può scegliere tra quattro opzioni: Edificio sano verificato Ul per nucleo e involucro esterno di nuova costruzione, oppure Edificio sano certificato Ul per l’aria, per aria interna e acqua, o per nuove costruzioni residenziali.

Il processo di verifica incorpora misurazioni in loco e ispezioni visive con un approccio scientifico e guidato da esperti alla qualità dell’ambiente interno.

Le placche green della serie Linea di Vimar

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Placche Vimar della serie Linea

Le placche green della serie Linea sono progettate per ottimizzare l’utilizzo delle risorse energetiche grazie alle tecnologie del sistema connesso View Wireless e del sistema domotico By-me Plus.

Domotica + riSparmio energetico. È quanto propone Vimar con le placche della serie Linea, che vanta 24 brevetti depositati, in grado di unire l’estetica alla tecnologia.

Le placche sono progettate per ottimizzare l’utilizzo delle risorse energetiche grazie alle tecnologie del sistema connesso View Wireless e del sistema domotico By-me Plus.

Entrambi i sistemi permettono di soddisfare in tempo reale le esigenze di chi abita la casa, regolando in modo intelligente l’accensione, lo spegnimento e la regolazione dell’intensità delle luci, creando scenari personalizzati, fino a realizzare automazioni avanzate nella gestione della temperatura anche multi-zona, assicurando così un consumo energetico ottimale, con riSparmi che oscillano tra il 30 e il 60%.

Le placche, grazie al profilo estetico, si presentano come un complemento d’arredo, discreto, distintivo e progettato in ottica sostenibile, frutto di una meticolosa ricerca e di un approfondito studio del design.

Inoltre, grazie all’ottimizzazione dei processi produttivi, all’utilizzo di plastiche da fonti rinnovabili o riciclate, alla gestione efficiente delle volumetrie di prodotti e all’utilizzo di packaging ecosostenibili certificati Fsc, la serie Linea fa registrare una riduzione di oltre 80% della Co2 equivalente prodotta, con un riSparmio di circa 500 tonnellate di Co2 all’anno.

E il 97% della produzione di Linea contiene plastiche da fonti rinnovabili e riciclate provenienti da una filiera certificata Iscc Plus (bilancio di massa), contribuendo a diminuire significativamente l’impatto ambientale.

Con Linea numerose sono quindi le azioni atte a ridurre l’impatto ambientale, per questo rappresenta per Vimar un chiaro impegno verso un futuro sostenibile, rendendo concreta la propria energia positiva.

di Stefano Lavori

La copertura si realizza a regola d’arte iniziando dalla linea di gronda

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Tetto Terreal Italia

Un tetto che protegge, ma è anche capace di isolare e offrire comfort, inizia dalla linea di gronda. Per questo, accanto al laterizio è necessario utilizzare gli accessori che sono più adeguati.

Per costruire un tetto a regola d’arte bisogna cominciare dalla linea di gronda. Ma, poi, per realizzare un tetto adeguato e in linea con i più elevati standard costruttivi bisogna proseguire l’opera.

L’obiettivo è godere di un maggior comfort all’interno degli ambienti di casa, con un vantaggio considerevole in termini di isolamento e, quindi, con la temperatura giusta assieme a un riSparmio energetico.

Investire sul tetto della propria abitazione, optando per materiali da costruzione di qualità e posatori d’esperienza, garantisce un sicuro ritorno nel tempo sotto forma di minor richiesta di manutenzione, minor esborso per interventi di natura ordinaria e straordinaria, maggiore durevolezza nel tempo.

Attenzione alla posa e alla linea di gronda

Per realizzare un tetto a regola d’arte, quindi, bisogna prestare attenzione alla linea di gronda e a come si posizionano e dispongono gli elementi discontinui lungo tutta questa fila.

La posa dei manti di copertura prevede sempre il posizionamento del primo elemento in corrispondenza della gronda in basso a destra o sinistra (in funzione del prodotto che si sceglie di posare) e di proseguire verso la linea di colmo seguendo una direzione diagonale. Vediamo quali accorgimenti utilizzare e applicare.

Dimensionamento dei listelli

Per poter posare correttamente gli elementi discontinui è necessario realizzare la listellatura di supporto degli stessi, nonché uno strato di micro ventilazione, che va sempre previsto indipendentemente dallo schema di funzionamento igrometrico.

Per la posa delle tegole è generalmente utilizzata la listellatura detta alla lombarda, ossia listelli in legno o metallo disposti parallelamente alla linea di gronda.

Per i manti realizzati con i coppi, invece, è possibile scegliere se utilizzare in alternativa una listellatura alla piemontese, che prevede la creazione di una sede stabile per i coppi di canale con una doppia orditura di listelli (una perpendicolare e una parallela alla linea di gronda).

Le tipologie di listelli utilizzabili sono:

  1. Listellatura in legno fissata alla struttura portante. Le grandezze dei listelli devono essere dimensionate in funzione della struttura alla quale vengono fissati e in funzione dell’orditura delle travi portanti (in caso di tetti in legno). Le misure più comunemente usate sono 3×4 centimetri e 4×4 centimetri
  2. Listellatura in metallo (per esempio, acciaio) trattato per la corrosione. Le dimensioni di questo tipo di listelli più comunemente utilizzate sono con altezze comprese tra i 2,5
    centimetri e i 4 centimetri. Sono sempre forati o micro forati per permettere il passaggio d’aria
  3. Pannelli o lastre con incorporati elementi di supporto

Listellatura

La listellatura lungo tutta le falde deve seguire le indicazioni delle schede tecniche dei singoli prodotti. Diversamente, avviene per il primo listello in corrispondenza della linea di gronda per il quale devono essere attuati due accorgimenti fondamentali per la corretta posa della prima fila di tegole/coppi in linea di gronda:

  1. L’altezza del listello. Deve sempre essere usato un listello più alto di almeno 2 centimetri, per le tegole in cotto e almeno 2,5 centimetri, per le tegole in cemento, rispetto a quelli usati lungo la falda. In alternativa, il rialzo del primo listello può essere ottenuto anche con un sovra-listello di circa 2 centimetri da fissare sopra le staffe che accolgono il canale di gronda al fine di vincolarle meglio. Questo accorgimento serve per andare a sopperire la mancanza di un elemento inferiore e per avere la stessa pendenza di esercizio degli altri elementi discontinui.
  2. Distanza tra i primi 2 listelli. Il passo tra il primo listello e quello immediatamente successivo è inferiore a quello standard per permettere la sporgenza della prima fila di tegole di un valore di circa un terzo della bocca del canale di gronda e comunque non maggiore di 7 centimetri.

Fissaggi degli elementi in cotto

Il fissaggio degli elementi varia in funzione della pendenza delle falde, della zona geografica, della zona carico di vento e delle condizioni climatiche localizzate.

Tuttavia, visti i cambiamenti climatici e le sempre più frequenti raffiche di vento, bombe d’acqua e grandine, è consigliabile fissare sempre tutti gli elementi lungo il perimetro delle falde.

Diverso è se si posano i coppi. In questo caso, infatti, il fissaggio meccanico con appositi ganci dei coppi di coperta è sempre obbligatorio e avere una griglia di gronda sagomata e micro-forata permette di:

  • Facilitare la posa degli elementi dettando il passo laterale e il corretto distanziamento tra le fila
  • Permettere l’entrata del flusso d’aria lasciando libera da ostruzioni la linea di gronda
  • Facilitare il fissaggio della prima fila di coppi grazie all’impiego di appostiti ganci di dimensione 50×16 / 50×20

Quando si utilizzano listelli in legno è necessario prevedere un’interruzione di 3-4 centimetri ogni 1,5-2 millimetri. Se, invece, vengono utilizzati i listelli metallici micro-forati, non è necessario prevedere tale interruzione in quanto i micro-fori permettono il corretto passaggio d’aria.

Il sistema

Affinché tutto sia efficace è tuttavia necessario che chi la pensa (il progettista, insieme al termotecnico) e chi esegue concretizzino un insieme di strati differenti che interagiscono tra loro e concentrano in un pacchetto tutte le funzioni di protezione, di sicurezza, di isolamento e di salubrità.

Il tetto Terreal Italia è, da questo punto di vista, completo progettato e costituito in modo da essere composto da diversi strati, ognuno con funzione differente e sinergica.

L’azienda propone, oltre all’ampia gamma di tegole e coppi, un’offerta completa di accessori studiati per realizzare un tetto di alte prestazioni, salubre e sostenibile sotto tutti punti di vista.

di Franco Saro

L’intelligenza artificiale è già un business

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Robot e intelligenza artificiale

L’Intelligenza artificiale è già un business che cresce, anche in Italia. Secondo una ricerca del Politecnico di Milano, nel 2023 i l businesse dell’Ia è aumentato de +52%, a 760 milioni  di euro, dopo che già nel 2022 aveva registrato +32% rispetto all’anno precedente.

La gran parte degli investimenti riguarda soluzioni di analisi e interpretazione testi per ricerca semantica, di classificazione, sintesi e spiegazione di documenti o agenti conversazionali tradizionali, mentre sono ancora limitati al 5% (38 milioni di euro) i progetti di Generative AI.

Sei grandi imprese italiane su dieci hanno già avviato un qualche progetto di Intelligenza artificiale, almeno a livello di sperimentazione, e due su tre hanno già discusso internamente delle applicazioni delle Generative Ai e tra queste una su quattro ha avviato una sperimentazione (il 17% del totale).

Formazione digitale al primo posto

La transizione verso un’economia digitale e sostenibile ha buone chance. Secondo un report del Capgemini Research Institute, il business relativo è destinato a raddoppiare entro il 2028, raggiungendo quasi 33 mila miliardi di dollari a livello mondiale. Secondo la ricerca, oggi l’Italia rappresenta l’1,5% dell’economia eco-digitale globale, anche se il suo potenziale realizzato è più alto rispetto alla media (32% rispetto a 25%). Nel dettaglio, l’automatizzazione dei processi e dei flussi di lavoro rappresenta la priorità principale in tema di investimenti per il 75% dei manager, seguita dalla formazione della forza lavoro, che rappresenta un’area strategica d’investimento per il 60% del campione italiano.

Bonifici europei in 10 secondi

Grazie al digitale, la Ue ha introdotto un nuovo regolamento per garantire che i bonifici bancari siano più rapidi e sicuri, sia tra gli Stati membri sia in quelli dell’area euro, specialmente per le piccole e medie imprese. Le banche e i prestatori di servizi di pagamento dovranno ora elaborare i bonifici istantaneamente. Il regolamento aggiorna le norme dell’area unica dei pagamenti in area euro (Sepa). Ora i bonifici istantanei dovranno essere processati senza ritardi, con i fondi che dovranno raggiungere il beneficiario entro dieci secondi.

Inoltre, il pagatore riceverà una conferma dell’esecuzione del pagamento nello stesso lasso di tempo. Anche gli Stati membri al di fuori della zona euro dovranno adottare queste norme, se i loro conti bancari consentono operazioni in euro.

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Robot umanoidi e intelligenza artificiale

Robot umanoidi per microsoft e openai

Figure è un’azienda che progetta e propone robot umanoidi dotati di Intelligenza Artificiale. Non è fantascienza: il robot è ideato non solo per svolgere compiti generici, ma anche per imparare da solo. Per questo Bmw sta già sperimentando i robot di Figure in una catena di montaggio. L’idea piace anche ad altre aziende.

Microsoft e OpenAI, per esempio, hanno previsto un forte investimento in Figure. Il punto a favore di Figure riguarda proprio l’utilizzo della Ia. Finora i robot erano progettati per svolgere bene un solo compito o una serie limitata: per cambiare dovevano essere riprogrammati.

Con l’apprendimento automatico, invece, i robot possono osservare per migliorare prestazioni e comportamento e imparare a fare nuove attività.

Secondo l’agenzia Bloomberg, le trattative riguarderebbero un nuovo round di finanziamenti da 500 milioni di dollari a Figure: Microsoft sarebbe intenzionata a partecipare in Figure per una somma di 95 milioni, mentre OpenAI per 5 milioni di dollari.

Volkswagen-usa-l'intelligenza-artificiale
Volkswagen usa l’intelligenza artificiale

Anche volkswagen guida con l’intelligenza artificiale

Il Gruppo Volkswagen ha creato una società specializzata, AI Lab, che sarà un centro di competenza e incubatore che utilizza l’intelligenza artificiale per identificare nuove idee di prodotto. L’idea è di semplificare la collaborazione con le aziende tecnologiche per sfruttare
al meglio il potenziale innovativo e la velocità del settore Ai.

Secondo il Gruppo tedesco, c’è un notevole potenziale nel riconoscimento vocale ad alte prestazioni e nei servizi che collegano gli ambienti digitali degli utenti con il veicolo.

Altrettanto importanti saranno le funzioni estese, come cicli di ricarica elettrica delle batterie ottimizzati dall’intelligenza artificiale, la manutenzione predittiva e la connessione in rete dei veicoli con le infrastrutture, incluso il collegamento con la casa smart dell’utente.

Habimat di BigMat Pesciarelli Edilizia riunisce progettisti, architetti e tecnici

BigMat | Pesciarielli
BigMat | Festa Pesciarelli

Pesciarelli Edilizia ha recentemente organizzato un evento esclusivo presso la prestigiosa Villa Buitoni di Perugia, in collaborazione con due aziende leader del settore: Samo Lineabeta specializzata nella produzione e distribuzione di accessori e complementi per il bagno e Internorm produttore di serramenti di pregio, ad elevata efficienza energetica.

Il nuovo showroom Habimat

«L’incontro, dedicato a progettisti, architetti e tecnici del territorio, ha avuto l’obiettivo di rafforzare i legami tra i professionisti e le aziende, dimostrando ancora una volta il ruolo cruciale della BigMat Pesciarelli Edilizia come collante tra queste realtà e quello di far conoscere il nuovo Showroom Habimat che è in corso di ultimazione presso la più ampia sede espositiva di Magione dove design e materia trovano la loro ideale collocazione», ha dichiarato Valentino Pesciarelli Amministratore titolare della BigMat Pesciarelli Edilizia.

La serata è stata un successo. L’elevato profilo professionale dei 70 architetti presenti e la forza dei brand Samo e Internorm ha creato un clima positivo e di grande spessore. Le nuove tendenze e le migliori soluzioni innovative nel campo dell’edilizia e dell’architettura sono stati i principali argomenti trattati.

L’unione di produttori e tecnici

Grazie all’efficace organizzazione dell’evento la forza vendita è riuscita a unire produttori e tecnici, facilitando lo scambio di idee e promuovendo collaborazioni future. Lo spessore dei servizi offerti dalla BigMat Pesciarelli Edilizia è emerso in numerosi case history che i professionisti hanno raccontato con approvazione.

Gli interventi delle direzioni commerciali di Samo rappresentata da Davide Cavallaro e quella di Internorm rappresentata da Luca Pennacchini presenti al meeting tecnico hanno evidenziato la fiducia riposta nel nuovo progetto Habimat Pesciarelli Showroom e che fa seguito alla tradizionale professionalità e competenza espressi nel mondo interiors dalla organizzazione Pesciarelli.

BigMat | Festa Pesciarelli

Un tocco di eleganza è stato aggiunto dall’accompagnamento musicale del Four Seasons Swing Soul Quintet, che ha intrattenuto gli ospiti con una performance eccezionale, creando un’atmosfera raffinata e piacevole.

BigMat | Festa Pesciarelli

Un’opportunità straordinaria

«Questo evento è stato un’opportunità straordinaria per dimostrare quanto sia importante il rapporto tra aziende e professionisti nel nostro settore. Siamo orgogliosi di aver creato un momento di connessione e collaborazione, che sicuramente porterà a nuove idee e progetti innovativi», dichiara Michelangelo Pesciarelli, titolare della BigMat Pesciarelli Edilizia.

BigMat | Michelangelo Pesciarelli

Bigmat Pesciarelli Edilizia continua a impegnarsi nel promuovere iniziative che favoriscano la crescita e lo sviluppo del settore edilizio, mettendo sempre al centro la collaborazione e l’innovazione.

Irsap: tutta l’eleganza di radiatori modulari e a sezione ridotta

La collezione Ellipsis di Irsap
La collezione Ellipsis di Irsap

Irsap propone una gamma completa di radiatori composti da elementi a sezione ellittica di 30 mm, in cui il design rigoroso ed essenziale sposa appieno i contesti contemporanei e soddisfa gli spazi più ridotti garantendo sempre una resa ottimale per qualsiasi ambiente.

Eleganza e modularità a sezione ridotta

Ellipsis 30, termoarredo che nasce dall’esperienza Irsap, riassume in un’unica soluzione la capacità di adattarsi a qualsiasi impianto di riscaldamento e una presenza estetica discreta e sofisticata.

Questa proposta dalle linee pulite si sviluppa in una serie completa di modelli a sezione ovale ridotta a soli 30 mm; un’idea perfetta per contesti moderni e di recupero edilizio, ricca di soluzioni singole e doppie sia in versione orizzontale che a sviluppo verticale.

Design e performance

Largo al design, dunque, ma senza dimenticare le performance: questi radiatori modulari, infatti, sono stati attentamente studiati dall’azienda per lavorare in modo ottimale a basse temperature, al fine di offrire un prodotto capace di soddisfare appieno le nuove esigenze edilizie. Essi, inoltre, lavorano alla perfezione con le pompe di calore e le caldaie a condensazione più evolute, consentendo un’alta efficienza energetica.

Ellipsis di Irsap | I radiatori di design

Ellipsis 30 è straordinariamente camaleontico: disponibile in ben 44 finiture, tra cui anche la nuovissima proposta Grigio Antracite Opaco, e declinabile in 3 superfici – glossy, matt e rough – è il termoarredo che sa accompagnare ogni stile, inserendosi sapientemente in locali dalle nuance e dalle architetture più differenti.

Ellipsis 30, il nuovissimo radiatore modulare a sezione ridotta, è una delle proposte di Irsap, azienda leader in Italia e tra i top player europei nel comparto del riscaldamento, punto di riferimento del mercato e pioniere nel campo del termoarredo. Ancora una volta l’azienda ha saputo rendere il radiatore un elemento funzionale capace di completare con discrezione l’interior design della casa.

Moonshine, la collezione Tonino Lamborghini in esclusiva mondiale da Glass Design

Moonshine | La collezione di lavabi Glass Design

Moonshine è la collezione bagno Tonino Lamborghini, prodotta e distribuita in esclusiva mondiale da Glass Design, che pone l’accento sull’alluminio come materiale identificativo. Materiale tra i più diffusi in natura, leggerissimo, resistente alla corrosione e riciclabile al 100%.

Lavabi

I lavabi da appoggio Moonshine, di forma semisferica, presentano un’eleganza innata proprio grazie alla scelta di questo nobile materiale. Minimalisti, essenziali, intriganti, presentano uno spessore di soli 2 mm che conferisce loro una naturale leggerezza garantendo, al tempo stesso, durata e solidità.

Moonshine | La collezione di design di Glass Design

Altamente funzionali, i lavabi Moonshine si confermano i lavabi più sottili e leggeri attualmente disponibili sul mercato.

Nelle loro varianti cromatiche Blue, Grey, Rosa Sahara e Copper, diventano punto focale di una sala da bagno di carattere, contemporanea, altamente distintiva e di design dove l’anima Tonino Lamborghini si evince dall’innovazione e dall’estetica applicata a questa nuova collezione.

Misure: MOONSHINE mm Ø 435xH220 – Alluminio AL 20/10 – Certificazione UNI EN 2409

Acqua potabile dal mare: la risposta alla crisi idrica di Culligan

Culligan | Depurazione dell'acqua all'Isola d'Elba
L’impianto di depurazione Culligan

Innovazione e tecnologia stanno facendo passi da gigante per riuscire a risolvere i problemi legati alla scarsità dell’acqua e per incentivare una sempre più corretta ed efficiente gestione del “tesoro blu”.

Tra le ultime soluzioni, spicca la tecnologia per la desalinizzazione di Culligan in grado di trasformare l’acqua di mare in una risorsa vitale, nel rispetto dell’ambiente e con costi di esercizio sostenibili.

Il caso dell’Isola d’Elba

Il cambiamento climatico, con gli eventi metereologici estremi che lo caratterizzano, ha spinto Governi e imprese pubbliche e private a riflettere sul futuro della nostra risorsa idrica, rivolgendosi alla scienza e alla tecnologia per trovare una risposta efficace.

Il recupero di acqua potabile da mari e oceani è una delle soluzioni che cominciano a prendere piede nei Paesi più minacciati dalla mancanza di acqua potabile, come per esempio gli Emirati Arabi, ma non mancano modelli europei, come Spagna, Cipro, Malta e la Grecia. Anche in Italia si possono contare numerose applicazioni delle tecnologie di dissalazione a osmosi inversa per ottenere acqua dolce e di qualità dal mare per numerosi impieghi, industriali o di servizio, come ad esempio l’acqua delle piscine in ambito hospitality oppure per ottenere acqua da bere per chi abita in aree particolarmente soggette alla siccità come le zone insulari, le comunità isolate, ma anche i camping e strutture ricettive.

I bisogni e le tipologie di utenza che possono trarre giovamento dalle tecnologie di desalinizzazione a osmosi inversa sono numerosi e configurano scenari complessi, che richiedono soluzioni personalizzate. Per questo il processo di filtraggio dell’acqua va affrontato con un approccio integrato, che prenda in considerazione, accanto alla conservazione, riutilizzo e trattamento dell’acqua di mare, anche i costi di gestione e la sostenibilità ambientale. In particolare, in questo settore, è importante affidarsi a un partner tecnologico di comprovata esperienza e di caratura globale, che possa realmente rispondere alle emergenti esigenze per una corretta ed efficiente gestione della risorsa idrica.

La dissalazione a osmosi inversa porta una serie di vantaggi diretti e indiretti per le comunità o le imprese che scelgono di avvalersene: tra questi, rendersi indipendenti dal prelievo di acqua dalla rete. L’impatto positivo si riverbera sulla collettività, poiché la preziosa risorsa dell’acqua rimane disponibile per le altre utenze che potrebbero non poter disporre di questa tecnologia.

Dalla tecnologia arriva la risposta vincente

Culligan, azienda di riferimento a livello mondiale nei sistemi di trattamento dell’acqua in ogni ambito applicativo, dagli acquedotti municipali agli ambiti ospedaliero, medicale e industriale, dall’hotellerie alla croceristica, fino agli impianti domestici, ha scelto di puntare sulla tecnologia di desalinizzazione a osmosi inversa Culligan SW EVO, come risposta per la salvaguardia della risorsa idrica.

Questa soluzione permette di recuperare fino al 50% dell’acqua di processo, è programmabile per un impiego flessibile e personalizzato, con applicazione sia su piccola che larga scala, inoltre le nuove tecnologie di recupero dell’energia permettono di ridurre al massimo consumi e costi operativi. Inoltre, è modulare, per una messa in opera rapida.

Tutte queste caratteristiche rendono questa tecnologia adatta a contesti altamente impegnativi quali le applicazioni residenziali, industriali e nella pubblica amministrazione. I dissalatori Culligan sono disponibili in 7 modelli, con portate da 5 a 40 m3/h, per trattare acque con salinità fino a 3.000 ppm di TDS. Il sapiente utilizzo dell’osmosi inversa, considerata tra le tecnologie più efficaci per il recupero di acqua potabile dal mare, permette a Culligan di ridurre la salinità da 37.000 ppm a circa 320 ppm, paragonabile a quella dell’acqua oligominerale. Il filtraggio e rimozione del sale e dei contaminanti (tra cui minerali disciolti, batteri, particolato e altre impurità) è pari al 99%, per un’acqua potabile sicura.

La tecnologia, inoltre, ottimizza il pH con l’effetto di proteggere le membrane dell’impianto da incrostazioni e mantenere la qualità e il gusto dell’acqua.

«L’emergenza idrica è un tema che tocca tutti, non solo i professionisti del trattamento delle acque. Culligan ha scelto di impegnarsi concretamente per favorire il risparmio dell’acqua, rigenerarla e rimetterla in circolo, attraverso la campagna divulgativa Save Water, rivolta ad aziende, progettisti e decision maker della Pa, oltre che al pubblico», spiega Lauro Prati. «La corretta gestione dell’acqua è un tema che riguarda davvero tutti noi. Fare cultura della sostenibilità significa prima di tutto coinvolgere le persone, ma anche offrire loro tecnologie a basso impatto e consumi ridotti, coniugando risparmio idrico ed economico».

Un esempio da replicare: la desalinizzazione per l’Isola d’Elba

Culligan Iw Evo ha trovato già concreta applicazione in numerosi contesti, tra i quali spicca per portata e rilievo il caso dell’Isola d’Elba: 31 mila residenti e d’estate un picco di presenze che sfiora i 3 milioni di turisti. Per l’isola Culligan ha progettato e prodotto 4 linee di osmosi inversa per la desalinizzazione dell’acqua di mare e la sua conversione in acqua potabile, con una capacità di 80 litri al secondo, pari a 288 m3/h, la quantità sufficiente a soddisfare le richieste di abitanti e turisti in estate.

L’acqua ottenuta presenterà livelli di salinità e di Boro inferiori a quelli stabiliti dalle normative italiane (Decreto legislativo 18/2023 e 31/2001), grazie all’impiego di membrane LG Chem NanoH2= di seconda generazione, con una reiezione del sale pari al 99,89-99,88%, la più alta del settore, e una reiezione del Boro del 93%.

Una soluzione che oltre a garantire la qualità dell’acqua è anche a basso impatto ambientale e basso consumo energetico: per ridurre i consumi, questo sistema sfrutta l’accoppiata tra una pompa a pistoni, più efficiente rispetto alla classica pompa a centrifuga e un recuperatore isobaro con pompa booster. Rilevante anche il corretto dimensionamento dell’impianto e l’impiego di sistemi per il recupero dell’energia, vantaggi che si possono attribuire all’elevata specializzazione e capacità di customizzazione di Culligan.

Il caso dell’Isola d’Elba dimostra quanto la tecnologia di dissalazione a osmosi, se opportunamente applicata e gestita, possa rappresentare una soluzione concreta e replicabile al problema della mancanza di acqua potabile, in ogni contesto dove sia possibile accedere all’acqua del mare.

Imoon debutta a Architect@Work a Roma nel mondo dell’illuminazione architetturale

Grazie a competenze interne multisettoriali e a una spiccata capacità di customizzazione, Imoon si propone di ridefinire gli spazi attraverso soluzioni di illuminazione innovative, dimostrando come la luce possa trasformare l’esperienza degli spazi.

Imoon debutta alla fiera di Roma

Imoon, leader nel settore dell’illuminazione professionale, annuncia con entusiasmo il proprio esordio alla fiera Architect@Work di Roma, il 12 e 13 giugno, segnando un importante passo avanti nella sua espansione nel campo dell’illuminazione architetturale. Rivendicando la propria leadership nel retail, Imoon ora punta a essere riconosciuta per l’eccellenza anche nell’illuminazione non-food, nell’hospitality, nel residenziale e nel terziario.

Marco Antonacci, responsabile commerciale della divisione retail di Imoon e Filippo Squillace, architectural division manager, guidano un team che incarna l’evoluzione dell’azienda verso una prospettiva più ampia nell’illuminazione.

«La nostra partecipazione a Architect@Work è un tassello strategico per dimostrare come Imoon superi i confini del retail, proponendosi come un interlocutore indispensabile anche nell’illuminazione architetturale», dichiara Antonacci.

Imoon si presenta quindi a questa Fiera con l’intento non solo di esporre i propri prodotti, ma soprattutto di mostrare come il suo approccio innovativo e la sua tecnologia Led possano rivoluzionare la percezione degli spazi, migliorando l’estetica e la funzionalità degli ambienti illuminati. «Attraverso la nostra esperienza e la capacità di customizzazione, intendiamo offrire ai visitatori una nuova visione dinamica ed innovativa dell’illuminazione», sottolinea Squillace.

Illuminazione e progettazione

L’azienda si distingue per l’uso di Led specialistici e per una progettazione veloce ed efficace, elementi che le permettono di rispondere con precisione alle esigenze dei clienti e di distinguersi sul mercato. Il progetto illuminotecnico per l’NH Hotel Colleoni a Milano è infatti un esempio concreto dell’eccellenza raggiunta da Imoon, dimostrando la sua capacità di superare complesse sfide progettuali e di realizzare soluzioni su misura che valorizzano gli spazi attraverso la luce.

«La capacità di utilizzare Led specialistici, unita alla velocità di risposta e di progettazione, rappresenta il nostro punto di forza distintivo», afferma Antonacci, evidenziando in che modo Imoon si distacca per la strategia innovativa e l’eccellenza delle proprie risposte.

La partecipazione di Imoon a Architect@Work non è solo l’occasione per far conoscere i prodotti Led all’avanguardia dell’azienda, ma un manifesto della sua visione: essere riconosciuta come un player trasversale nel mondo dell’illuminazione. «La nostra partecipazione all’esposizione segna un istante fondamentale nella nostra tattica di espansione: desideriamo dimostrare come la nostra competenza nel dominio dei Led, combinata con la possibilità di personalizzazione e un servizio di prim’ordine, possa distinguersi anche nell’ambito dell’illuminazione architetturale», ha dichiarato il designer Matteo Piedi, mente creativa dietro la concezione dello stand di Imoon.

Concezione e ispirazione dello stand

Lo spazio espositivo di Imoon offre un percorso coinvolgente che conduce il visitatore in un’esperienza dedicata alla tecnologia Led.

«Abbiamo realizzato un ambiente tridimensionale che indaga l’interazione tra illuminazione e materiali mediante cinque tipologie di luce distinte», ha sottolineato Piedi.

La sfida è stata quella di gestire la luce per illuminare la materia in modo appropriato, evidenziandone le caratteristiche in base alla temperatura di colore del Led.

«L’intento è fornire un’esperienza percettiva che dimostri come lo stesso oggetto possa apparire differente sotto varie illuminazioni», ha aggiunto Piedi, evidenziando la dedizione di Imoon nel proporre soluzioni che superano la mera funzione di illuminazione per generare ambientazioni ed emozioni.

Prodotti in esposizione: la famiglia Lori

I prodotti presentati nello stand fanno parte della collezione Lori, un assortimento di dispositivi Led ideati per rispondere alle esigenze di un’illuminazione architetturale che privilegia la purezza delle forme e una straordinaria qualità visiva. Il concetto di “alta definizione a bassa tensione” evidenzia la capacità dei Led specialistici di Imoon di esaltare materiali e cromie, proponendo soluzioni avanzate per vari settori di impiego, dall’industria della moda all’accoglienza, fino all’ambito domestico anche nella tecnologia a 48 V. La serie Lori rappresenta uno dei fulcri dell’esibizione, illustrando come la tecnologia Led di Imoon possa essere impiegata per creare progetti di illuminazione architettonica di alto livello e notevole effetto visivo.

Guardando al futuro, Imoon mira a consolidare ulteriormente la sua presenza nel settore dell’illuminazione architetturale, puntando a una maggiore riconoscibilità e a espandere il suo portafoglio clienti. La partecipazione a eventi di settore come Architect@Work gioca un ruolo fondamentale in questa strategia, permettendo all’azienda di presentarsi a un pubblico qualificato e di dimostrare le sue competenze uniche.

«Speriamo che ogni visitatore del nostro stand porti con sé l’ispirazione e la consapevolezza delle infinite possibilità offerte dalla luce», conclude Squillace.

Caratteristiche tecniche della collezione Lori, 48 V:

LORI P 55

Disponibile in due dimensioni: da 40 mm, per una esigenza di prossimità, da 55 mm, per flussi luminosi più elevati. In aggiunta alla declinazione Led standard, Lori è disponibile con i Led specialistici Imoon Spark Neutral e Spark Cold, 3000 Hd e 4000 Hd, Full Colour e Fashion, in grado di enfatizzare colori e materiali, metalli, tessuti e arredi, così da garantire un risultato professionale in diversi ambiti applicativi, dalla moda all’ospitalità fino al residenziale.

 LORI F

Stile minimalista per un’integrazione discreta in ogni tipo di ambiente. Disponibile nelle versioni fissa, trimless e orientabile.  In aggiunta alla declinazione LED standard, Lori è disponibile con i LED specialistici Imoon Spark Neutral e Spark Cold, 3000 Hd e 4000 Hd, Full Colour e Fashion, in grado di enfatizzare colori e materiali, metalli, tessuti e arredi, così da garantire un risultato professionale in diversi ambiti applicativi, dalla moda all’ospitalità fino al residenziale. Riflettori con apertura fasci da 15° a 60°.

 LORI  UP

Corpo illuminante Led nato per essere integrato nella parte superiore dei binari 48v ad H così da poter combinare luce puntuale e diffusa oppure sfruttare solo la parte superiore per un binario che diventa oltre che tecnico anche elemento decorativo. In aggiunta alla declinazione LED standard, LORI è disponibile con i Led specialistici Imoon Spark Neutral e Spark Cold, 3000 Hd e 4000 Hd, Full Colour e Fashion, in grado di enfatizzare colori e materiali, metalli, tessuti e arredi, così da garantire un risultato professionale in diversi ambiti applicativi, dalla moda all’ospitalità fino al residenziale.

Italia ottava nella top 10 leed

Edilizia-sostenibile
Edilizia sostenibile

Nella top 10 leed, campionato mondiale di edifici green, l’Italia è solo ottava, battuta da Paesi come Brasile, Arabia o Turchia. In compenso è davanti a quasi tutti i Paesi europei. È quanto emerge dalla classifica dello US Green Building Council (Usgbc), che ha annunciato i dieci principali Paesi per edifici classificati Leed nel 2023.

Il ranking mette in evidenza i Paesi e le regioni al di fuori degli Stati Uniti che stanno facendo passi da gigante nella progettazione, costruzione e gestione di edifici sostenibili.

Top 10 leed

Il rapporto Top 10 evidenzia i progressi compiuti nella riduzione delle emissioni di gas serra, dell’impatto sulla salute e dei costi operativi negli edifici di tutto il mondo. Ancora una volta e la Cina la più virtuosa, con 1.563 progetti Leed certificati, che comprendono oltre 24,5 milioni di metri quadrati lordi.

Il Canada si è classificato secondo con 280 progetti, che rappresentano quasi 8 milioni di metri quadrati lordi. L’India completa i primi tre posti con oltre 7,2 milioni di metri quadrati lordi.

La classifica stilata dall’Usgbc vede l’ingresso in classifica della Turchia: è al quarto posto con 36 progetti certificati Leed, che comprendono oltre 2,9 milioni di metri quadrati lordi. Tra i progetti di più alto profilo del Paese, per esempio, c’è l’Ospedale di formazione e ricerca Okmeydani di Istanbul. Il ruolo degli edifici nell’affrontare il cambiamento climatico continua a essere al centro dell’attenzione.

Durante la Cop 28 dello scorso anno a Dubai, più di due dozzine di Paesi, compresi gli Stati Uniti, hanno aderito al Buildings Breakthrough: una partnership che si impegna a perseguire la visione secondo cui gli edifici resilienti con emissioni prossime allo zero diventeranno la nuova normalità entro il 2030.

Il rapporto Top 10 è utilizzato per sviluppare l’elenco che classifica i paesi in base allo Spazio totale certificato Leed tra il gennaio e dicembre 2023. Gli Stati Uniti non sono inclusi nella classifica, ma rimangono il mercato più grande al mondo per Leed, con più di 556 milionidi  quadrati certificati nel 2023. Nel 2023 si contavano più di 6 mila progetti commerciali Leed in tutto il mondo.

di Paolo Caliari

La ricetta per edifici bio? Utilizzo di pannelli di paglia precompressa

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Materiali naturali, riciclabili o riutilizzabili uniti alle moderne tecnologie di produzione permettono di immettere sul mercato nuovi prodotti

Lo studio di progettazione sostiene l’utilizzo degli scarti della lavorazione del cereale, come fibra e lolla, utili per ottenere pannelli di paglia precompressa, oppure un termointonaco naturale. Ecco come.

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Tiziana Monterisi, architetta e co-fondatrice di RiceHouse

Tiziana Monterisi è un’architetta attiva nella diffusione dell’architettura naturale, che si è data la mission di realizzare nuovi modelli abitativi.

Dal 2016 si focalizza sul tema della valorizzazione dei prodotti secondari della coltivazione del riso e a questo scopo è cofondatrice di Ricehouse, studio di progettazione e e oggi si può fare anche con il riso.

Nel suo catalogo prodotti, Ricehouse ha inserito non solo pannelli isolanti prefabbricati, ma anche intonaci di fondo, massetti e sottofondi, tutti made in Italy e realizzati a partire dagli scarti della lavorazione del riso.

Si tratta di prodotti sani, formaldeide free, altamente termici e traspiranti che, a fine vita, non vanno a impattare sull’ambiente perché sono biocompostabili e biodegradabili.

Si tratta di isolanti 100% naturali, derivanti da materia prima rigenerativa e conformi ai requisiti Cam. Ce ne sono di diverso tipo: dal pannello in fibra di paglia precompressa alla lolla di riso per insufflaggio fino al termointonaco in calce e lolla.

Questi materiali, applicati nello spessore idoneo a seconda dell’edificio esistente, portano l’immobile alla massima classe di efficienza energetica (classe A4 o nZeb) e rappresentano un vantaggio per l’ambiente, in quanto evitano che si immetta Co2 nell’atmosfera.

Riprendendo il concetto introdotto dal biologo tedesco Karl Ernst nel 1975, la casa deve diventare una terza pelle, dev’essere capace di respirare, di avere cioè continui interscambi con l’ambiente esterno al fine di fornire un ambiente interno salubre.

E l’unico modo di fare ciò è adottare soluzioni capaci di ridurre al minimo l’impatto ambientale. In questo modo potremo dare vita a una casa attiva in grado di produrre una quantità di energia superiore a quella utilizzata».

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Utilizzando materiali presenti in natura non è necessario estrarre altra materia prima

La casa passiva

Le case di riso ben progettate rientrano a pieno titolo negli edifici nZeb (Near Zero Energy Building), cioè gli edifici a energia quasi zero. Questo è possibile perché i materiali naturali che vengono utilizzati sono in grado di assicurare il benessere termico con una minima fonte di energia, prodotta con fonti rinnovabili, senza necessità di introdurre alcun impianto di riscaldamento convenzionale.

Le case di riso rispettano i canoni della bioedilizia, sfruttando il calore generato dall’utilizzo generale dell’edificio, compensando in tal modo le minime perdite invernali e massimizzando l’efficienza energetica dell’involucro.

L’isolamento termico è l’intervento principale da fare, se si vuole migliorare la classe energetica di un edificio, e oggi si può fare anche con il riso. Nel suo catalogo prodotti, Ricehouse ha inserito non solo pannelli isolanti prefabbricati, ma anche intonaci di fondo, massetti e sottofondi, tutti made in Italy e realizzati a partire dagli scarti della lavorazione del riso.

Si tratta di prodotti sani, formaldeide free, altamente termici e traspiranti che, a fine vita, non vanno a impattare sull’ambiente perché sono biocompostabili e biodegradabili.

Si tratta di isolanti 100% naturali, derivanti da materia prima rigenerativa e conformi ai requisiti Cam. Ce ne sono di diverso tipo: dal pannello in fibra di paglia precompressa alla lolla di riso per insufflaggio fino al termointonaco in calce e lolla.

Questi materiali, applicati nello spessore idoneo a seconda dell’edificio esistente, portano l’immobile alla massima classe di efficienza energetica (classe A4 o nZeb) e rappresentano un vantaggio per l’ambiente, in quanto evitano che si immetta Co2 nell’atmosfera.

Che cosa si può fare con gli scarti?

È possibile creare un’opportunità da uno scarto? Sì: da 1 ettaro di risaia si ricavano 7 tonnellate di riso, ma anche 5 tonnellate di paglia, 2 tonnellate di lolla, 1.400 tonnellate di argilla e 1 tonnellata di pula.

L’uso di questi sottoprodotti promuove lo sviluppo di un’economia circolare in cui i materiali di scarto sono riutilizzati per la costruzione di case durevoli ed economiche. La lolla, per esempio, è la buccia del riso ricavata dal processo di sbramatura del riso grezzo. La sua percentuale in peso rispetto al risone è del 30%.

Leggera e voluminosa, ha una densità che varia tra i 120 e i 140 chilogrammi per metro cubo, non marcisce ed è inattaccabile dagli insetti. La sua composizione ha uno scarsissimo contenuto di nutrienti (4%) mentre il resto è costituito da lignina, cellulosa e per il 21% da silice. La paglia, invece, è ciò che risulta dalla pianta del cereale dopo la fase di essiccazione, che avviene alla fine della maturazione.

Possiede elevate prestazioni energetiche, con un valore di conducibilità termica pari a circa 0,04 W/mK, è un ottimo isolante acustico e ha un eccellente calore specifico (1900 J/KgK) che si traduce in 23 ore di sfasamento.

Per sua natura ha buone qualità di controllo dell’umidità, è anallergica, biodegradabile e annualmente rinnovabile. Il suo riutilizzo ha un’impronta ecologica nettamente inferiore rispetto al suo smaltimento (è quindi un materiale Co2 riduttore). Ma come possono essere
impiegati questi materiali, in concreto, nella bioedilizia e nella bioarchitettura?

Coibentazioni termiche

Le caratteristiche e le proprietà della paglia di riso e della lolla rendono questi prodotti particolarmente adatti per la coibentazione degli edifici, sia interna che esterna. La normativa italiana non consente di utilizzare la paglia come struttura portante, ma è possibile ovviare a questo divieto utilizzando un telaio in legno (questo sì, materiale portante) e riempiendolo con le balle di paglia.

In questo modo è possibile costruire case ecologiche o trasformare un edificio esistente in un immobile in classe energetica più elevata, ottenendo ottimi risultati in termini di isolamento e con prestazioni energetiche eccellenti, arrivando fino a veri e propri edifici passivi, con fabbisogno energetico inferiore ai 15 kWh/m2/a.

Le eccezionali performance acustiche, termiche e abitative di queste materie prime seconde garantiscono agli edifici un elevato comfort abitativo e rendono la casa il luogo ideale per il benessere psicofisico e per la salute di tutta la famiglia.

Le certificazioni del riso

Una delle validazioni principali, per i materiali isolanti, riguarda le certificazioni. In primis c’è il rispetto dei requisiti Cam (Criteri ambientali minimi) che hanno introdotto delle limitazioni nell’uso di materiali particolarmente inquinanti allo scopo di ridurre l’impatto ambientale sulle risorse naturali e promuovere il recupero dei rifiuti, con particolare riguardo per i rifiuti di demolizione e costruzione.

A tal proposito i prodotti Ricehouse realizzati a partire dagli scarti del riso rispondono ai criteri di disassemblabilità, assenza di sostanze pericolose, materiali isolanti e utilizzo di materie prime rinnovabili.

A questa si aggiungono altre certificazioni che, se presenti, contribuiscono ad assicurare la qualità dei prodotti, come la certificazione Solar Impulse, un marchio assegnato a prodotti, servizi e/o processi che combinano prestazioni ambientali ed economiche credibili, superando al contempo le opzioni tradizionali del mercato di riferimento e che rappresentano quindi le soluzioni ideali per favorire la transizione ecologica.

Naturale vuol dire…

Vantaggi tecnologici. Isolamento termico altamente performante, inerzia alla combustione, alta durabilità, ottimo isolante acustico. Resistenza ad aggressione di agenti biologici e muffe.

Vantaggi estetici. miscele in un perfetto connubio estetico tra attraente organicità ed elegante tenacia, naturale esaltazione dei dettagli materici degli intonaci e delle finiture.

Vantaggi ambientali. Riduzione delle emissioni della combustione degli scarti, riduzione del consumo energetico, basso impatto ambientale e riduzione dell’energia grigia.

Vantaggi sociali. Creazione di un’economia a km 0 in aree sensibili, aumento di consapevolezza sociale armonizzando il sistema territoriale di filiera produttiva.

Salubre e sano. Miglioramento del comfort degli ambienti interni, regolazione dell’umidità,  traspirabilità delle pareti, riduzione dell’impatto di Co2 nell’ambiente.

Rapido e semplice. Prodotti semplici e di facile applicazione, utilizzando le tecniche tradizionali di posa, senza uso di macchinari particolari.

Cinque cose da fare per una casa salubre

Migliorare la qualità dell’aria: utilizzando piante da interno per purificare l’aria e assicurarsi di avere una buona ventilazione. Utilizzare materiali naturali: scegliere materiali naturali e non tossici per mobili, pavimenti e vernici ma anche per l’isolamento termico delle pareti.

Massimizzare la luce naturale: progettare gli Spazi interni per massimizzare l’esposizione alla luce naturale. La luce solare può migliorare l’umore e il benessere generale, oltre a ridurre la necessità di illuminazione artificiale e riscaldamento. Usare prodotti eco-sostenibili: scegliere prodotti per la pulizia ecologici e sostenibili, privi di sostanze chimiche nocive per la salute.

Ridurre gli sprechi, a partire già dal cantiere. Quando si costruisce una casa ex novo o si ristruttura, assicurarsi di privilegiare materiali riciclati o riciclabili. La paglia di riso, ad esempio, a fine vita può essere smaltita con il compostaggio in quanto biodegradabile, oppure essere tritata per realizzare nuovo prodotto, perché riciclabile.

di Livia Randaccio

Zanutta apre a Monfalcone

Lo store Zanutta a Monfalcone
Lo store Zanutta a Monfalcone

Era dal 2017 che Zanutta non inaugurava un nuovo punto vendita in Friuli. Per l’esattezza dal 17 giugno, quando venne tagliato il nastro della filiale di Cervignano alla presenza di autorità e istituzioni. Ora apre i battenti la nuova sede di Monfalcone, che segna il passaggio di consegne dal prestigioso marchio di Pragotecna, molto conosciuto sul territorio e partner di aziende simbolo del monfalconese, ma con clienti anche all’estero.

Lo store Zanutta a Monfalcone
Lo store Zanutta a Monfalcone

Il punto vendita cambia impronta e, ovviamente look, mantenendo fede allo stile deciso e accattivante proposto già in altre filiali, colorate di verde-blu, però è la sostanza che da sempre fa la differenza nel cosmo Zanutta. Il passo più sostanziale di questa operazione è l’apertura di un esercizio nell’ultima provincia della regione che ancora era priva di filiali, ovvero quella di Gorizia. «Stavamo cercando una location nella zona di Monfalcone in modo da offrire copertura di servizio a tutti i nostri clienti. In questa sede saranno presenti tutte le categorie merceologiche e stiamo già sviluppando una rete di contatti con i cantieri navali per quanto riguarda la fornitura di finiture per imbarcazioni di ogni dimensione. In questo momento ci sono già dieci dipendenti all’opera, ma il numero è destinato ad aumentare progressivamente con lo sviluppo del volume d’affari. Ci aspettiamo di raddoppiare il personale a stretto giro»,  spiega l’ad, Vincenzo Zanutta.

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Vincenzo Zanutta

Oggi Zanutta eredita da Pragotecna un’azienda con alle spalle un grande patrimonio di conoscenze e una lunga esperienza in grado di offrire un servizio qualificato sia alla piccola che alla grande impresa, in Italia e all’estero, con la professionalità di tecnici qualificati e la qualità dei propri prodotti.

Numeri importanti per il gruppo Zanutta che prosegue nel solco tracciato nel 2023, con un fatturato consolidato di oltre 300 milioni e un numero di dipendenti superiore agli 800. Ora, con quasi 50 filiali, l’azienda sta seguendo un percorso di espansione in tutto il nord Italia, con diverse aperture in Piemonte e Lombardia, dove a brevissimo si concluderanno nuove operazioni di acquisizione in zona Cuneo e Milano.

Il ristrutturato punto vendita di Monfalcone ora offre anche un’offerta del tutto innovativa in termini di ceramiche e arredo bagno con l’introduzione di nuovi marchi inseriti a listino nei settori della termoidraulica, edilizia e ferramenta. Fornitori vecchi e nuovi si ritroveranno sotto lo stesso tetto in via Forza Armata 2 in un punto vendita che si estende per oltre 10 mila metri quadri.

Terrazzi e balconi, l’abitazione è più grande con il design

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Terrazzi e balconi

Terrazzi e balconi sono uno Spazio sempre più desiderato dagli italiani. Anche perché possono diventare estensioni in cui vivere, oppure da trasformare in un locale di servizio. A patto di mantenere estetica e comfort.

Più luce in casa con la veranda minimal. La primavera è alle porte, è tempo di pensare (o ripensare) alle verande. Si riafferma il trend nato nel 2020: la casa cambia, si trasforma, e diventa sempre di più lo specchio di chi ci abita, Spazi esterni compresi.

Che, anzi, a maggior ragione si trasformano un’estensione dell’indoor, sradicando la tradizione e diventando tutti da vivere.

Una volta i terrazzi erano uno Spazio per stare esclusivamente all’aria aperta, fra piante e vegetazione per chi ne aveva la possibilità, ma solamente durante la bella stagione. A volte erano bistrattate e utilizzate come ripostiglio d’inverno.

Da qualche anno a questa parte, invece, si è rivoluzionato il concetto e la veranda per terrazzi e balconi si è trasformata in un’estensione, un’altra stanza della casa, diventando quasi protagonista al pari degli altri ambienti, sia per l’estate che per l’inverno.

Il trend

Le verande di oggi hanno tendenze specifiche, come i capi d’abbigliamento, per diventare qualcosa che possa durare nel tempo. Per il 2024 le caratteristiche sono state già definite:  lo Spazio che una volta apparteneva all’outdoor ora può essere chiuso (ma pronto ad aprirsi
all’occorrenza), e luminoso.

Le linee degli infissi e dei serramenti devono essere sottili, quasi impercettibili e pulite, quindi resistenti a ogni avversità atmosferica, come vento, pioggia e grandine. E gli Spazi è meglio se sono anche insonorizzati per garantire la totale tranquillità.

E, preferibilmente, con un sistema antifurto. Ultimo, ma non meno importante, l’aspetto legato alla sostenibilità: dai materiali, di riciclo ed ecosostenibili, al riSparmio energetico con isolanti, per mantenere sia il caldo che il freddo in base alle esigenze.

La veranda, insomma, può trasformarsi in qualsiasi cosa il padrone di casa voglia: una serra per accogliere le piante per chi ha il pollice verde, un salotto dove far accomodare gli ospiti, una stanza relax che si può aprire per immergersi ancora di più nella natura
del proprio giardino, o per respirare aria fresca sul balcone. Un’area relax per la famiglia o per stare soli.

Oppure anche un’estensione della cucina, per chi vuole uscire dal resto della casa, ma stare ai fornelli. Ancora: la veranda può trasformarsi in una stanza giochi per i più piccoli, in un ufficio per mettersi al lavoro in tutta pace. Sono tante, insomma, le soluzioni che sono state pensate e altrettante offerte, per godere del comfort della propria abitazione a 360 gradi.

Finstral: penta, cubo e classic

Tre diversi stili, funzioni ad hoc e versatilità: Finstral con le verande ci sa fare e ha proposto tre soluzioni che possono accontentare tutti i clienti, anche quelli più esigenti. Penta è essenziale, con profili sottili e un tetto in vetro: gli angoli realizzati con lastre di vetro strutturale a gradino permettono un efficace deflusso dell’acqua ed evitano l’accumulo di polvere. La veranda ha una struttura in alluminio, con eccezionali valori isolanti grazie ai profili dal nucleo in Pvc, caratteristica che solo l’azienda offre.

All’esterno utilizza l’alluminio, mentre per il lato interno si può scegliere tra metallo e Pvc. Le aperture con estetica a tutto vetro, inoltre, conferiscono alla veranda un design essenziale e moderno e sono facili da pulire.

Lo spessore dei profili è di soli 5 centimetri. Altra soluzione è Cubo, con profili sottili e si presenta con un tetto piano, perfettamente termoisolato e che eventualmente può essere prolungato a copertura della terrazza e (a scelta) dotato di aperture. All’esterno presenta un rivestimento in alluminio, sul lato interna la veranda offre la possibilità di scegliere tra alluminio, Pvc, legno o ForRes.

Per entrare e uscire agevolmente dalla veranda sono proposte grandi aperture scorrevoli o a libro, disponibili anche con estetica a tutto vetro. I sistemi oscuranti ideali sono regolabili: vetri isolanti di elevata qualità, frangisole integrati, persiane scorrevoli.

La versione Classic è elegante, versatile e disponibile in numerose forme: grande, piccola o ad angolo. Con questa tipologia di veranda le variabili possono essere tante. Presenta finestre con listelli dall’estetica tradizionale, vetri satinati per il tetto o ferramenta di sicurezza.

L’ultima parola spetta al cliente, che decide per l’aspetto. Il rivestimento in esterno è sempre in alluminio, mentre sul lato interno i profili sono in Pvc goffrato o satinato nella gamma di colori Finstral.

Questa tipologia può adattarsi al meglio sia agli edifici moderni sia a quelli tradizionali: i profili dalle linee sottili si integrano armonicamente a tutto.

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Salotto e interni

Le soluzioni per terrazzi e balconi di internorm

Finestre, infissi e materiali: Internorm ha tutto e si adatta a qualsiasi costruzione, che va a pari passo con i desideri di chi vuole chiudere la propria veranda per ricreare una stanza. Pvc, Pvc-alluminio, legno-alluminio, doppie finestre sono le alternative proposte: è possibile ottenere ottenerle nelle più svariate soluzioni e design.

Per esempio, finestre con telaio a scomparsa, telai complanari oppure squadrati, oppure affacci con profili arrotondati di telaio e battente, per adattarsi a ogni stile architettonico e al design della vostra casa.

Tutte le proposte hanno un’elevata protezione antieffrazione, ottimo isolamento termico e sono antirumore. Internorm pone grande enfasi sul design sofisticato e la ricerca della qualità in ogni dettaglio.

Basti pensare ai numerosi accessori per finestre offrono innumerevoli possibilità di progettazione, con maniglie in un’ampia varietà, ma anche ferramenta di design. Non solo estetica, ma anche praticità, garantendo una facile pulizia del prodotto.

Internorm realizza anche elementi architettonici di grandi dimensioni e personalizzati. Grazie ai materiali più appropriati, le finestre si possono realizzare in diversi stili. Studio è il nome della linea con questo stile architettonico minimalista e stile abitativo ridotto all’essenziale.

Home Pure è il nome per infissi che puntano a creare Spazi inondati di luce come all’aperto, con linee nette e design moderno. E le finestre della linea Home Soft puntano al comfort abitativo, anche per abitazioni al di fuori dallo Spazio cittadino.

di Alice Fugazza

Lo stucco decorativo che dà colore alle superfici ceramiche

Fugabella-Color-Kerakoll
Fugabella Color Kerakoll

Fugabella Color è una resina-cemento decorativa per la finitura e la stuccatura di ceramiche, mosaici e pietre naturali. Disponibile in 50 colori contemporanei e 16 nuove tonalità offre infinite possibilità progettuali, dagli effetti tono su tono alle audaci fughe a contrasto.

Le 50 tonalità di Fugabella Color presentano una finitura a granello fine, ottenuta grazie all’impiego di puro carbonato di calcio.

Resina-cemento è la tecnologia ibrida ideata da Kerakoll per rispondere alla necessità, nella finitura decorativa delle superfici, di coniugare prestazioni prossime agli standard degli stucchi epossidici con la facilità di applicazione dei migliori stucchi cementizi. La tecnologia resina-cemento è stata progettata anche per garantire uniformità e durabilità al colore.

Fugabella-Color-Kerakoll
Fugabella Color, Il colore che da vita alle superfici

Resina-cemento è la tecnologia ibrida ideata da Kerakoll per rispondere alla necessità, nella finitura decorativa delle superfici, di coniugare prestazioni prossime agli standard degli stucchi epossidici con la facilità di applicazione dei migliori stucchi cementizi.

Fugabella Color fa parte della gamma Color Fill di Kerakoll, il sistema completo di stucchi e sigillanti per la finitura decorativa che soddisfa le esigenze estetiche e prestazionali del mondo delle superfici.

La formulazione è priva di cemento Portland, sostanza che determina frequenti difetti estetici di sbiancamento delle fughe.

Gli speciali pigmenti utilizzati donano intensità e omogeneità ai colori, consentendo di ottenere una varietà di gradazioni irraggiungibile con il comune cemento Portland.

La matrice ibrida di Fugabella Color è stata sviluppata a partire da materie prime selezionate, che permettono di raggiungere prestazioni di bassa permeabilità e ridotto assorbimento d’acqua, eliminando totalmente il rischio di formazione di efflorescenze saline e calcaree e riducendo la macchiabilità delle fughe.

Il particolare sistema legante si integra perfettamente con la parte inerte purissima, garantendo una resistenza superiore all’abrasione e una totale omogeneità e stabilità del colore a lungo termine.

Fugabella Color presenta una consistenza morbida e plastica, con l’aspetto di un gel tixotropico, che garantisce un’ottima lavorabilità in un ampio range di temperature e condizioni ambientali.

Grazie alla tecnologia ibrida Resina-cemento, l’impasto è soggetto a un addensamento controllato, che agevola il riempimento totale della fuga e il successivo lavaggio, senza provocarne un parziale svuotamento.

Fugabella Color raggiunge caratteristiche di idrorepellenza, ridottissimo assorbimento d’acqua, alta durezza superficiale, elevata resistenza alle sostanze acide più comuni e totale uniformità del colore. I principali vantaggi sono:
  • Elevata uniformità e profondità cromatica
  • Idrorepellente
  • Igienizzabile ‑ Facile pulizia e manutenzione
  • Flessibilità superiore
  • Evita la proliferazione di batteri e muffe (ISO 846 2019: Method A/B/C)
  • Testato CATAS per la durabilità del colore in esterno
  • Disponibile in 50 colori

Scopri di più sul sito Kerakoll.com.