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Come usare il riso per l’edilizia (si può fare)

Il tetto del Superstudio più
Il tetto del Superstudio più

Una risaia sul tetto? C’è poco da ridere: il riso è quello della bioarchitettura di novacivitas, studio che dal 2012 utilizza i sottoprodotti derivanti dalla lavorazione del riso (paglia e lolla) come elemento base per la costruzione di edifici completamente autonomi in completo equilibrio con i sistemi presenti in natura. La paglia di riso, per esempio, garantisce la perfetta traspirabilità dello spazio abitativo assicurando un ambiente di vita più sano. La lolla, invece, può costituire un’ottima alternativa all’utilizzo di materiali di origine petrolchimica come la plastica. Della tecnica di utilizzare gli scarti del riso nel settore edile e degli altri suoi impieghi si parlerà giovedì, a Milano. La serata è organizzata dalla Provincia di Vercelli e dalla Strada del Riso vercellese di Qualità, in collaborazione con novacivitas e Cittadellarte-Fondazione Pistoletto. Ovviamente l’incontro si svolgerà su un tetto, quello del Superstudio più.

Ad accompagnare la serata anche la musica dei →Pia-no-jaC←, eclettico duo giapponese dal sound sperimentale e del tutto inedito, impegnato nell’Euro Summer Tour 2015.

Ti racconto: la Risaia sul Tetto
Il riso da Vercelli a Tokyo… Passando per Milano
9 luglio dalle 18:30
roof del Superstudio Più
via Tortona 27, Milano

Il tetto del Superstudio più
Sull tetto del Superstudio più

Dagli Usa le super batterie per accumulare l’energia verde

Pannelli fotovoltaici sul tetto
Pannelli fotovoltaici sul tetto

Il sole può battere forte su un tetto, ma se non c’è modo per immagazzinare l’energia prodotta fino al picco della domanda, ossia la sera, il sistema non è certo efficace. Come dire che sebbene gli ostacoli a un’economia energetica verde siano in parte politici, la vera sfida è  tecnologica: finché gli accumulatori non disporranno di delle potenti e poco costose per accumulare e distribuire l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici c’è poco da illudersi. E mentre Eslo Musk, ceo di Tesla ha annunciato al mondo Powerwall, batteria domestica che dovrebbe essere in grado di risolvere tutto ciò, i ricercatori dell’Mit eM24 un’azienda di Cambridge, nel Massachusetts, hanno reinventato le batterie al litio per cambiare prospettiva: con i costi di produzione tagliati della metà e l’aumento della durata si aprono enormi opportunità per le energie rinnovabili.

Pannelli fotovoltaici sul tetto
Pannelli fotovoltaici sul tetto

Rivoluzione americana

Il processo messo a punto da Yet-Ming Chiang, professore all’Mit (Massachusetts Institute of Technology) e co-fondatore di 24M, utilizza un numero di elettrodo minore e più spessi rispetto a quelli delle batterie al litio tradizionali, e riduce la quantità di materiale non funzionale nella struttura della batteria del 80%. Non solo: possono essere piegate o perforate proiettili e continuare a funzionare: almeno 10 mila prototipi sono stati prodotti nello stabilimento 24M e sono in prova dai clienti dal dicembre 2014. Nelle stime di Chiang, poiché il capitale necessario per la costruzione di una fabbrica e l’espansione produttiva è significativamente inferiore a quella delle batterie al litio tradizionali, entro il 2020 saranno in grado di produrre batterie a meno di 100 dollari per kilowatt-ora, molto meno del costo attuale sul mercato. Gli esperti assicurano che se ciò avverrà, avrà la stessa portata di innovazione delle mini acciaierie sui grandi impianti integrati: piccole, più economiche, meno complesse e più efficienti.

La batteria prodotta da M24
La batteria prodotta da M24

PortoPiccolo con grande risparmio di energia

L'area di PortoPiccolo
L'area di PortoPiccolo

Come trasformare una ex cava di calcare in un borgo di lusso di classe energetica A. La riqualificazione ambientale è quella della ex-cava di calcare di Sistiana, costato 245 milioni di euro e durato circa 20 anni. PortoPiccolo (vicino a Trieste) è stato così ribattezzato la Piccola Montecarlo del Nord-est. È una mini città autosufficiente, destinata a richiamare oltre 2mila visitatori al giorno, per un totale di 900mila persone l’anno. All’interno si trovano 460 unità abitative, spiagge pubbliche e private, aree verdi, bar e ristoranti, botteghe d’eccellenza, hotel a 5 stelle, 124 posti barca e una spa di ampia superficie.

PortoPiccolo (Trieste)
PortoPiccolo (Trieste)

L’intero borgo è in classe di efficienza energetica  A, al cui raggiungimento ha contribuito il sistema di climatizzazione oceanotermico, dotato di oltre 600 unità di climatizzazione Clivet. La soluzione impiantistica di PortoPiccolo si basa sulla tecnologia dell’anello d’acqua, che utilizza come sorgente di scambio l’acqua di mare. L’impianto ha, inoltre, la predisposizione per lo sfruttamento dell’acqua di falda, che fuoriesce dalla frantumazione calcarea costituente il piano della cava e continua poi sul fondo marino. Questa risorsa rinnovabile e stabile nel tempo fornisce acqua a temperatura sempre favorevole all’anello tecnico, il quale serve tutta la baia con le 18 centrali termiche e frigorifere in essa dislocate, dotate di pompe di calore monoblocco acqua-acqua reversibili ad alta efficienza Clivet.

Le pompe di calore Clivet producono l’acqua calda e refrigerata, nonché l’acqua calda sanitaria per le diverse utenze: dall’hotel, alla spa, alle unità abitative, alle aree commerciali. Forniscono l’energia solo dove e quando serve secondo il principio della decentralizzazione e modulano il proprio funzionamento in relazione alle puntuali richieste di comfort e  alle condizioni esterne, sfruttando nelle stagioni intermedie anche la funzionalità del freecooling.

L'area di PortoPiccolo
L’area di PortoPiccolo

La distribuzione del fluido caldo o freddo all’interno dei diversi edifici avviene attraverso pavimenti radianti, fan coil Clivet ad alta efficienza e massima silenziosità, scaldasalviette.

Tutte le pompe di calore sono alimentate esclusivamente da energia elettrica, così come i fornelli ad induzione, eliminando completamente l’uso del gas o del gasolio. Nel borgo sono presenti inoltre 200 metri quadri di pannelli solari, posizionati sui tetti degli edifici in stile moderno, che contribuiscono al riscaldamento ad alta efficienza dell’acqua calda sanitaria.

Un impianto di Clivet
Un impianto di Clivet

«Tutte le case del borgo sono in Classe A e dotate di impianti geotermici per il riscaldamento e il raffrescamento, isolamento termo-acustico ai massimi livelli esistenti, ventilazione meccanica controllata, serramenti basso emissivi, tetti verdi, giardini pensili e parcheggi interrati. L’alta tecnologia è qui applicata al massimo comfort con il minimo impatto, tanto che PortoPiccolo ha ricevuto un importante attestato dal Ministero dell’Ambiente che ne certifica le bassissime emissioni in termini di sostanze inquinanti nell’aria e nell’acqua», spiega Stefano Longhi, di Sgm Consulting. La società ha curato la progettazione dell’impianto: i risparmi previsti, basati sulle analisi energetiche fatte e sull’elevata efficienza degli impianti installati, sono compresi tra il 30 e il 40% rispetto a un impianto tradizionale. Tali previsioni saranno oggetto di puntuale verifica nel corso delle prossime stagioni grazie ad un sistema di supervisione e contabilizzazione che fornirà i parametri energetici consuntivi.

In Italia le case costano il doppio che in Germania

Anni di reddito necessari per acquistare un appartamento di 70 metri quadri. Fonte: Deloitte
Anni di reddito necessari per acquistare un appartamento di 70 metri quadri. Fonte: Deloitte

I prezzi degli immobili in Italia sono il doppio di quelli della Germania, se raffrontati con la capacità di acquisto delle famiglie. Secondo lo studio Property Index di Deloitte, che analizza lo stato del mercato residenziale in Europa e ed evidenzia le differenze tra i vari Paesi, agli italiani occorrono in media 6,8 anni di stipendio lordo per acquistare una casa di dimensioni medie, ossia circa 70 metri quadri. Più dei 3,2 stipendi lordi annui necessari in Belgio, primo della cinquina dei più convenienti, e seguito Germania (3,4), Danimarca, Paesi Bassi e Spagna.

Anni di reddito necessari per acquistare un appartamento di 70 metri quadri. Fonte: Deloitte
Anni di reddito necessari per acquistare un appartamento di 70 metri quadri. Fonte: Deloitte

Consoliamoci, però: è molto meno dei 10 del Regno Unito e dei 12 di Israele. Non è dato di sapere se nella media inglese incidano anche i prezzi di Londra che si attesta come la città più cara del continente con una media di 14 mila euro al metro quadro, ma anche a livello nazionale risulta la più costosa con 4.929 euro, poi c’è Israele con 4.716 euro, la Francia con 3.932 euro, anche se Parigi i prezzi medi degli appartamenti nelle zone centrali hanno raggiunto la media di oltre 10 mila euro, poco più di 3 mila euro in Svezia e 2500 in Irlanda che però è la nazione che subito gli incrementi maggiori rispetto 2013 con un +31,5%. Che sia dovuto a un piccolo, ma positivo effetto della graduale ripresa economica sul mercato immobiliare?

Gli analisti lo confermano, soprattutto per il settore residenziale, perché i prezzi nel 2014 sono stati in crescita in 12 paesi contro i 5 nel 2013, anche se un timido ottimismo non è per tutti: per esempio in Italia il prezzo unitario medio di vendita per le abitazioni nuove è di circa 2.500 euro al metro quadro, in calo del 4% rispetto al 2013. Un dato negativo che si registra pure nello stock housing: se la media europea è di 452 unità ogni mille abitanti, in lieve calo rispetto all’anno precedente, nel nostro Paese è il 28% superiore al dato continentale, mentre la Spagna con 549 unità per mille abitanti è al 15% sopra la media europea, l’Irlanda, invece è in fondo alla classifica con 342 abitazioni ogni mille abitanti, in pratica sotto del 25%.piantina casa

Il capannone più verde è giapponese (ed è stato premiato in Italia)

Hotel Cycle a Onomichi, progettato dallo studio Suppose Design Office Co

La premiazione è stata fissata per il 9 luglio, ma i vincitori del Premio Internazionale Architettura Sostenibile, promosso dall’Università degli Studi di Ferrara e da Fassa Bortolo, si conoscono già. Tra gli oltre 130 studi di architettura di diversi paesi come Stati Uniti, Brasile, Cile, Corea del Sud, Singapore, Scozia, Repubblica Ceca, iscritti all’edizione 2015, l’undicesima, la medaglia d’oro è stata assegnata allo studio giapponese Suppose Design Office Co per il progetto Onomichi U2.

A dispetto del nome, che ricorda un po’ una band musicale, la motivazione del premio agli architetti Makoto Tanijiri e Ai Yoshida, per la rigenerazione di un capannone industriale, sta nell’aver re-interpretato una tipologia di spazio molto comune nel territorio, declinandolo sui bisogni del tessuto circostante con un utilizzo del suolo molto circoscritto e l’aumento degli spazi verdi. In pratica, un magazzino del 1943 nella cittadina di Onomichi a 45 miglia da Hiroshima e affacciato sul mare interno, è diventato un hotel per ciclisti che possono sostare con il loro mezzo in un’area dove la aree di carico e scarico sono state trasformate in spazi verdi e gli interno sono un prolungamento degli esterni e viceversa. Per la giuria,  composta dal  presidente Thomas Herzog, uno dei pionieri dell’architettura bioclimatica, e dagli architetti Muck Petzet di Monaco di Baviera, Philippe Samyn di Bruxelles, Luca Emanueli e Gianluca Frediani del dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara, si tratta di esempio dell’evoluzione del termine sostenibilità come capacità di integrarsi nel contesto, fornendo risposte alle necessità di vita dei fruitori. Insomma, un’idea di architettura che nasce dalla piena conoscenza dei luoghi e del loro funzionamento, nel rispetto della cultura locale.

Hotel Cycle a Onomichi, progettato dallo studio Suppose Design Office Co
Hotel Cycle a Onomichi, progettato dallo studio Suppose Design Office Co
La hall dell'Hotel Cycle
La hall dell’Hotel Cycle
Una delle stanze dell'Hotel Cycle
Una delle stanze dell’Hotel Cycle

Due medaglie d’argento ex aequo

Gli altri due progetti premiati sono: la scuola secondaria nel villaggio di Roongin in Cambogia realizzato da Asf (Architetti Senza Frontiere, Italia Onlus), costruita secondo le tecniche e i materiali locali, e di architettura sostenibile, per esempio il calcolo dei flussi e dei movimenti dell’aria e del sole per il corretto soleggiamento e ombreggiamento delle aule nelle ore più calde; la Casa Dcs, riqualificazione di un antico edificio in Ragusa, opera di Giuseppe Gurrieri e Valentina Giampiccolo, che l’hanno trasformato in una palazzina residenziale pienamente auto-sufficiente ed eco-sostenibile, sfruttando le conoscenze vernacolari dell’architettura locale.

La scuola secondaria a Roongin in Cambogia, progettata da Architetti senza frontiere
La scuola secondaria a Roongin in Cambogia, progettata da Architetti senza frontiere
Casa Dcs di Giuseppe Gurrieri e Valentina Giampiccolo a Ragusa
Casa Dcs di Giuseppe Gurrieri e Valentina Giampiccolo a Ragusa
Casa Dcs interno
Casa Dcs interno
Casa Dcs interno
Casa Dcs interno

In Piemonte c’è aria di ripresa per le costruzioni

Torino, skyline

Dove va la filiera delle costruzioni? La crisi ha aperto nuove prospettive, non sempre positive. Eppure le costruzioni potrebbero essere il motore per il rilancio economico dell’Italia. E, ovviamente, anche di realtà più circoscritte, come il Piemonte. Su questo tema Rete Imprese Italia ha organizzato a Torino un convegno, con l’obiettivo di ottenere non solo la registrazione di un elenco di desiderata e riflessioni, ma anche l’analisi di trend e una radiografia del settore edile a sette anni dall’inizio della crisi. Ha contribuito a rendere misurabili passato, presente e futuro una ricerca commissionata al Cresme e presentata dal direttore, Lorenzo Bellicini. A contorno, gli interventi del presidente pro tempore di Rete Imprese Italia-Piemonte, Franco Cudia, i vertici regionali di Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti, ognuno con idee e proposte per rivitalizzare il settore.

Le idee in campo

«Il nostro approccio per dare opportunità all’insieme della filiera delle costruzioni si basa su un’idea di non consumo del suolo, ma anzi di recupero e riqualificazione del patrimonio esistente, con una chiare anche di rigenerazione urbana e attrattività dei luoghi», ha spiegato Andrea Talaia (Cna). «È importante intervenire sul patrimonio residenziale pubblico ad uso privato. Nella sola provincia di Torino questa realtà è di oltre 37mila alloggi in condominio che necessitano di interventi di efficientamento energetico», ha sottolineato Giuseppina Desantis, assessore regionale alle Attività produttive e Innovazione. E per Ferruccio Dardanello, presidente di UnionCamere Piemonte, bisogna «costruire politiche di mantenimento e valorizzazione, dirette a recuperare ed esaltare quei caratteri di ricchezza che caratterizzano la storia, cultura e la tradizione delle nostre città, potenziandone l’attrattività dei centri urbani, con particolare riferimento ai centri storici. Chiediamo pertanto che vengano sostenute e sviluppate politiche di rilancio delle città basate su processi di riqualificazione urbana e rivitalizzazione economica, a partire dal rafforzamento delle proposte turistiche e da un riequilibrio della competizione nei confronti dei cosiddetti luoghi del commercio extraurbano».

Torino, skyline
Torino, skyline

Le previsioni del Cresme

Ma qual è la situazione e quali sono le prospettive? I numeri del Cresme sono stati chiari: «Nel 2006 il peso del settore era pari 26% del valore aggiunto della regione, nel 2014 questo peso è sceso al 15,9%», ha spiegato Bellicini. «Tra il 2004 e il 2014 il settore delle costruzione in Piemonte ha registrato una flessione del valore della produzione a prezzi deflazionati, pari al 35,8% nel complesso, ma la flessione è stata del 54,7% nelle nuove costruzioni e del 18,4% nell’attività di rinnovo». La crisi, però, sembra avere toccato il punto più basso e la svolta è percepibile: «Arrivano importanti segnali di ripresa: i tentativi di allentamento della asprissima crisi che ha colpito il mercato immobiliare residenziale regionale, che avevano iniziato a farsi sentire nel 2013, sono stati confermati dalla dinamica più recente. E se i dati a consuntivo per il 2013 indicavano solo un sensibile rallentamento del trend recessivo, quantificato da un tasso negativo che passava dal -26% del 2012 al -9% nel 2013, quelli relativi al 2014 disegnano una inversione della dinamica negativa: in Piemonte lo scorso anno le compravendite residenziali sono cresciute del +2,8%», ha spiegato Bellicini. Infine, le previsioni: le stime del Cresme sul mercato delle costruzioni piemontese sono positive e danno una crescita degli investimenti nel 2015 del 3,5%. «È il primo dato positivo dal 2008 e, come abbiamo visto, si riparte, nel complesso, dalla contrazione di un terzo del mercato tra 2008 e 2014 e del 55% per le nuove costruzioni. Il tasso di crescita è però ben superiore a quello della media nazionale (+0,3%)», ha concluso Bellicini.

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La casa verde di Armani sorgerà a Pechino

Il complesso residenziale Smart Hero-Central Park Plaza nel Central Business District di Pechino, progettato dall'architetto Ma Yansong

Armani/Casa Interior Design Studio porterà un assaggio di gusto italiano a Pechino, nel complesso residenziale Smart Hero-Central Park Plaza, progettato dall’architetto Ma Yansong, e definito dal Ministro della Cultura cinese uno dei dieci edifici contemporanei più rappresentativi della Cina. Il compito della divisione di arredamento del gruppo Armani sarà quello di disegnare gli spazi comuni, i servizi e un buon numero di appartamenti di lusso. «Sono molto felice di collaborare allo sviluppo di questo complesso di Pechino, una delle città più affascinanti del mondo», ha affermato pubblicamente Giorgio Armani. «Il concetto cinese di unione tra natura e uomo si adatta perfettamente l’estetica di Armani/Casa, che aspira sempre a creare un senso di armonia all’interno degli spazi interni nel rispetto delle loro contesto naturale. L’idea di abbinare un’estetica creata dall’uomo a materiali e forme naturali rappresenta per me il massimo del lusso contemporaneo».

Certo, le due torri asimmetriche, concepite da Ma Yansong come due montagne che si ergono verso il cielo grazie agli evidenti richiami a cime, pendii e crinali, le cui forme sembrano erose dal vento, si inseriscono perfettamente nel contesto del vicino parco urbano Chaoyang Park, il più grande del continente asiatico. Insomma, sono già un esempio di integrazione con l’ambiente, il problema è semmai il forte inquinamento della capitale cinese che certo non risparmia il Central Business District dove si trova il complesso: come affrontarlo con tutte quelle terrazze e spazi aperti? Con un sofisticato sistema di ventilazione e di filtraggio che aspira l’aria all’interno. In fondo anche questa è unione tra natura e uomo.

Il complesso residenziale Smart Hero-Central Park Plaza nel Central Business District di Pechino, progettato dall'architetto Ma Yansong
Il complesso residenziale Smart Hero-Central Park Plaza nel Central Business District di Pechino, progettato dall’architetto Ma Yansong
Il complesso Smart Hero-Central Park Plaza nel suo contesto urbano
Il complesso Smart Hero-Central Park Plaza nel suo contesto urbano

Isolmant FibroGommaPlus: anticalpestio per massetti a basso spessore

FibroGommaPlusTecnasfalti-Isolmant presenta il nuovo Isolmant FibroGommaPlus, materassino per massetti a basso spessore ideale per l’isolamento acustico da calpestio.

Adatto sia alle nuove costruzioni che nelle ristrutturazioni, Isolmant FibroGommaPlus si propone come soluzione innovativa per un elevato isolamento acustico di divisori orizzontali e strutture leggere, come per esempio i solai in legno, con massetti di spessore ridotto (4-5 cm), sia monostrato che bistrato.

Il materassino, di 8 mm di spessore, è composto da Isolmant 3 mm accoppiato sul lato inferiore a Fibtec XF1-EL (fibra tecnica agugliata ed elasticizzata ad alte prestazioni) e sul lato superiore a Isolmant TeloGomma EPDM da 0,7 mm, a sua volta rivestito da un velo di TNT che lo protegge dalla lacerazioni.

FibroGommaPlus ha un valore di isolamento al calpestio di ΔLw=34 dB (con massetto 100 kg/m2), un basso valore di rigidità dinamica (pari a 10MN/m³) e si in classe CP2 per il valore di comprimibilità.

Questo prodotto è già stato utilizzato in due importanti cantieri, entrambi nella città di Firenze: il primo presso l’Università Ecclesiastica di Via dell’Orto (curato dall’Impresa Polistrade), mentre il secondo è in un complesso residenziale.

Strip out a Milano con Bernardelli Group

bernardelli milano 2Solo due mesi sono serviti a Edilquattro Bernardelli Group per portare a termine l’intervento di strip out e decommisioning di un edificio precedentemente occupato dalla Regione Lombardia, adiacente al nuovo Palazzo della Regione, nel centro di Milano.

L’azienda bresciana che da anni opera nel settore dell’edilizia ha realizzato un minuzioso lavoro di rimozione selettiva e smontaggio di tutto ciò che costituisce l’involucro interno dell’edificio, compresi gli elementi d’arredo, controsoffitti, pavimenti flottanti, tessili e resilienti, rivestimenti in cartongesso, impiantistica.

L’intervento richiede un’attenta progettazione a priori, personale esperto e prevede anche il pick out di tutti gli elementi rimossi, in modo da non generare commistione tra i materiali, oltre che la precisa valutazione del volume dei rifiuti e il conseguente smaltimento.

I tredici piani dell’edificio, che ospitava alcuni degli uffici tecnici della Regione Lombardia, sono stati internamente smantellati partendo dalla copertura fino al piano terra. Lo stabile verrà riconvertito a uso direzionale secondo il progetto di Lombardini 22 che ha studiato, oltre a una nuova distribuzione interna, anche una nuova facciata.

L’edificio sarà inoltre certificato LEED, quindi anche la fase di decommissioning è subordinata a un preciso protocollo procedurale per il conseguimento del punteggio finale di attestazione.

Dubai, gli uffici del museo del futuro stampato in 3D

Il rendering del primo ufficio costituito in 3D da realizzare a Dubai

Dopo l’edificio più alto al mondo che svetta sullo skyline di Dubai, gli Emirati Arabi Uniti, che evidentemente amano primeggiare quando si tratta di architettura ed edilizia d’avanguardia, alzano l’asticella e annunciano la costruzione del primo edificio per uffici realizzato con elementi esclusivamente stampati in 3D. Il progetto è frutto di una joint venture tra WinSun Global, una società di tecnologia cinese, specializzata in stampa 3D, il governo di Dubai e investitori internazionali che hanno coinvolto l’azienda di ingegneria Gensler, e gli architetti Thornton Thomasetti, e Syska Hennessy. A loro il delicato compito di scrivere una pagina di storia dell’architettura. Infatti, sebbene non abbia niente a che fare con il gigantismo tipico delle nuove costruzioni di quelle latitudini, poiché si tratta di una struttura di 186 metri quadrati, avrà invece una valenza enorme per lo sviluppo della tecnologia 3D applicata all’edilizia. Perché non solo permetterà di abbattere costi e sprechi di materiale, ma il tutto avverrà in poche settimane: nel cantiere, che tra l’altro sorge vicino al Museo del Futuro appena inaugurato, verrà installata una stampante alta 6 metri che produrrà uno strato alla volta per essere assemblato in loco, dalle componenti strutturali, agli infissi ai mobili sarà tutto in 3D. Usare una tecnologia così nuova e immatura potrà apparire azzardato ma lo scopo è quello di accelerare i tempi di costruzione e ridurre i costi di produzione fino al 50 al 70% , e del lavoro del 50 al 80%. Senza contare che, di cono gli esperti, si potrebbero eliminare fino al 60% di rifiuti, rendendo la stampa 3D un’ alternativa ecologica ai metodi costruttivi tradizionali. Ancora non è stata fissata una data di avvio dei lavori, ma poiché l’intero processo si dovrebbe completare in 15 giorni, l’attesa per la sede operativa del Museo del Futuro, destinazione d’uso più che mai azzeccata, non dovrebbe essere lunga.

Il rendering del primo ufficio costituito da allenti stampati in 3D e realizzato a Dubai
Il rendering del primo ufficio costituito da allenti stampati in 3D e realizzato a Dubai

Per la sicurezza in casa la spesa è aumentata del 5%

Gli italiani non badano a spese per la sicurezza della propria casa. L’industria italiana delle tecnologie per la sicurezza ha fatto registrare un incremento del fatturato aggregato del 5%, espressione di un giro di affari complessivo di quasi 2 miliardi di euro. Si tratta di un risultato che deriva in primo luogo dal driver primario di sviluppo del settore, ovvero la presenza di un’offerta poliedrica e attenta alle nuove esigenze espresse dagli utenti. I picchi positivi fatti registrare da particolari settori (Videosorveglianza +10%; Antintrusione +7%; Rivelazione incendio +2%) sono quindi innanzitutto il frutto di una risposta alle richieste di mercati finali di sbocco quali la Pubblica amministrazione, il segmento Retail e quello Industrial. Numeri che sono stati commentati durante l’assemblea generale di Anie Sicurezza, l’associazione che all’interno della Federazione rappresenta le imprese attive nei comparti dell’antintrusione, del controllo accessi, della videosorveglianza, della rivelazione automatica incendio e della building automation. L’evento è stato occasione per tracciare il bilancio di un anno, il 2014, positivo sia per quanto riguarda i risultati economici di comparto registrati per le molteplici attività che hanno coinvolto gli associati. Altro punto d forza per le aziende del settore è l’export: in netta ripresa rispetto agli scorsi anni quello che si rivolge ad alcune aree principali, come i Balcani, il Nord Africa, l’Africa Subsahariana e il Medio Oriente.Sistema di allarme

Anfit: la beffa dell’Iva per i produttori di finestre

In Italia è possibile importare in maniera perfettamente legale prodotti da costruzione, come le finestre, provenienti da paesi dell’Unione Europea senza pagare l’Iva. La denuncia pubblica era apparsa a inizio di giugno sulla newsletter di Finco, la Federazione delle Associazioni delle Industrie per le costruzioni, di cui Anfit (Associazione nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy ) è socia. Se, per esempio, un’azienda polacca vende a un’azienda Italiana il lotto dei prodotti da costruzione senza l’aggravio dell’Iva, a sua volta l’azienda italiana si autofattura l’imposta dell’Iva ed entro il mese utilizza lo strumento del reverse charge fra Stati per annullare l’imposta. Il paradosso è causato da una normativa comunitaria che risale del 1993, pensata allora come norma transitoria, ma che è rimasta tuttora in vigore. A causa dell’allargamento dell’Unione a Paesi fortemente competitivi per costo di manodopera e di energia e tassazione, oggi quello strumento si sta rivelando punitivo per le aziende italiane della filiera delle costruzioni. Penalizzate due volte: dai prezzi fortemente competitivi dei prodotti dell’Est e dall’assenza di IVA nelle fatture dei produttori est europei. Un vantaggio che può raggiungere il 22%.

La denuncia di Finco, che ha raccolto le preoccupazioni dei soci di Anfit, si è trasformata qualche giorno dopo in una interpellanza al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, con il plauso della presidente di Anfit, Laura Michelini.finestra

Direttori di cantiere e ingeneri: le retribuzioni 2015

Ingegneri cercansi. Soprattutto se specializzati in attività come Oil&Gas, automotive e impiantistica. Hays Italia, una delle aziende leader nel recruitment, ha pubblicato una Salary Guide, indagine condotta su oltre mille professionisti e 270 aziende. Risultato: il mercato Engineering si presenta dinamico e attivo, con +20% nell’impiego di nuovi professionisti. Tra le figure più ricercate sono project manager, project engineering e discipline leader, ma anche il lean manager. Meno richieste, invece, nei settori energy, aerospace e il chimico. Qual è il profilo più richiesto? Le caratteristiche sono un forte know-how tecnico, disponibilità a progetti all’estero, tre lingue (imprescindibile l’inglese), e che abbiano alle spalle un eccellente percorso accademico in ingegneria. La retribuzione: nell’automotive i salari più elevati, soprattutto per figure come il direttore acquisti (90mila euro) o il plant manager (80mila). Più modeste, invece, le buste paga dei progettisti meccanici o dei project engineer, a un massimo di 55mila euro. Differenze sostanziali nei livelli salariali emergono, invece, a livello di macro aree: al Nord, grazie a una maggiore concorrenza e una presenza più capillare, le aziende elargiscono retribuzioni più alte rispetto al Centro e al Sud. Discorso più approfonditoper il settore Supply Chain, che dopo una forte flessione vede ora un trend positivo. Tra i profili più ricercati c’è anche quello di project manager per commesse estere in area construction, il property manager e il valuer in quello Real Estate. Anche in questo caso i pacchetti salariali dipendono dall’esperienza e dalle competenze dei professionisti: tra i più pagati i direttori di cantiere (70mila euro); tra le meno retribuite, invece, le figure di supporto e staff come gli addetti ai back office, i site manager e i broker. retribuzioni

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A Bologna la quarta tappa del roadshow Condominio Ok

L'intervento di Peter Erlacher
L'intervento di Peter Erlacher

Bologna ha accolto la quarta tappa di Condominio Ok, il roadshow organizzato da Virginia Gambino Editore. L’evento itinerante porta attraverso l’Italia il confronto su temi come la riqualificazione energetica e la gestione del condominio. L’appuntamento di Bologna, organizzato al Savoia Regency Hotel, ha seguito la traccia delle precedenti occasioni: un’analisi approfondita, con i dati inediti forniti dal Centro Studi YouTrade, della situazione immobiliare della città emiliana e provincia, seguita dagli interventi di esperti e rappresentanti di aziende, che sono entrati nel merito delle soluzioni destinate alle realtà condominiali. Che in Emilia Romagna sono una cospicua parte del patrimonio immobiliare: l’8% dei condomini italiani. «E nella sola Bologna il 71% delle abitazioni occupate si trova in edifici condominiali con cinque e più appartamenti per edificio: dunque, oltre il 70% della popolazione e delle famiglie di città e provincia vive in condominio», ha spiegato Federico Della Puppa, docente allo Iuav. Patrimonio, però, da riqualificare. Come? Le soluzioni per il risparmio energetico da riscaldamento, che rappresenta il 75% della spesa di un condominio, sono state osservate ai raggi x da Peter Erlacher esperto di Fisica edile & Edilizia sostenibile. Così come le tortuose contraddizioni della riforma legislativa di due anni fa, sono state l’oggetto del presidente di Unai, Rosario Calabrese e dell’esperto di condominio Umberto Anitori. Interesse (fuori e dentro la sala del convegno) anche per le soluzioni proposte da aziende come Airplast, Sicurlive, Fibrotubi e Eleni Decor, durante un talkshow che ha catturato l’attenzione degli intervenuti. Prossima tappa di Condominio Ok: Brescia.

L'intervento di Peter Erlacher
L’intervento di Peter Erlacher
L'analisi di Federico Della Puppa
L’analisi di Federico Della Puppa

L’immobiliare? Si risolleverà tagliando i consumi

Il quartiere di Woonwaard nei sobborghi di Amsterdam

La riqualificazione e la riduzione dei consumi di energia è la leva per rilanciare il settore dell’edilizia, su questo sono tutti d’accordo, non solo in Italia ma in Europa. Nel nostro Paese poi sono più di 18 milioni le abitazioni che avrebbero bisogno di un intervento migliorativo sotto il profilo energetico, estetico, funzionale, ambientale e della sicurezza sismica e d’uso. Resta da capire come far decollare una strategia che porti all’industrializzazione del riuso e della rigenerazione degli immobili in ambito progettuale e costruttivo. Secondo Habitech, il Distretto Tecnologico Trentino per l’energia e l’ambiente, e promotore del convegno annuale Rebuild sulla riqualificazione e gestione immobiliare, sarà proprio il mercato dell’energia con i suoi servizi all’utente finale, uno dei driver di sviluppo, e da qui la necessità di identificare processi in grado di garantire le prestazioni energetiche promesse e nuove tecnologie digitali applicate all’edilizia e ai piani urbani. In pratica, un modello nuovo dove le utilities giocano un ruolo di primo piano come partner dell’industria delle costruzioni: il risparmio generato dall’efficientamento diventa una risorsa economica da destinare agli interventi. Per esempio in Olanda il gruppo Energiesprong sta implementando nel quartiere di Woonwaard ad Amsterdam soluzioni capaci di riqualificare una casa in meno di 15 giorni con un costo che si ripaga con la riduzione dei consumi. Certo, c’è la collaborazione tra progettisti e uffici tecnici per monitorare in 3D il Bim (Building information modeling) della casa e ridurre i margini di errore durante le fasi di progettazione costruzione. Ma attenzione, Energiesprong non produce nulla crea solo le condizioni e il mercato per permettere alle imprese di costruzione di sviluppare le soluzioni. In pratica aiuta a ridurre il loro rischio sugli investimenti ingegneristici, sulla prototipizzazione delle soluzioni edili, sulla loro manutenzione. Il governo olandese su questo modello ha previsto un piano di retrofitting del valore di sei miliardi di euro per gli 111 mila alloggi popolari. Nel costo c’è anche la vacanza pagata per 15 giorni agli inquilini.

Il quartiere di Woonwaard nei sobborghi di Amsterdam
Il quartiere di Woonwaard nei sobborghi di Amsterdam

La città è donna a Expo con l’incoraggiamento di Italcementi

Le partecipanti al convegno Città donna
Le partecipanti al convegno Città donna,a Expo 2015

Alleanza al femminile tra WE-Women for Expo e arcVision Prize Women and Architecture, premio internazionale d’architettura istituito da Italcementi Group nel 2013 con l’obiettivo di promuovere le figure femminili che apportano con il proprio lavoro novità di carattere progettuale, teorico e pratico in ambito architettonico con una particolare interpretazione dei valori sociali. In occasione di Expo 2015 il concorso promosso da Italcementi ha annunciato la collaborazione con WE-Women for Expo, un progetto nato con la convinzione che la sostenibilità del Pianeta debba passare attraverso una nuova alleanza tra cibo e cultura e che le artefici di questo nuovo sguardo e nuovo patto per il futuro debbano essere le donne.

Le partecipanti al convegno Città donna
Le partecipanti al convegno Città donna,a Expo 2015

Segno tangibile dell’alleanza è stato il convegno Città donna, ospitato negli spazi dell’Expo. La città ricostruita al femminile. «Grazie all’incontro tra Arcvision Prize e WeWomenForExpo, la riflessione sul futuro dell’architettura sostenibile si intreccia ancora di più con la valorizzazione del ruolo della donna nella società e con il suo punto di vista sui necessari cambiamenti dei luoghi e dei tempi delle nostre vite. Da qui parte un’idea di rigenerazione urbana e sociale delle nostre città e dei nostri territori. Non solo le donne sanno dare sentimento e sensibilità all’architettura: la loro immaginazione ci aiuta a pensare e progettare città più vivibili, più attente ai bisogni della persona, in definitiva più umane», ha spiegato Carlo Pesenti, Consigliere Delegato Italcementi. Il convegno ha visto la partecipazione di Marta Dassù, presidente esecutivo di We Women for Expo: «Credo saranno sempre di più le donne che si occuperanno delle città. Una città sostenibile deve avere tempo e spazio per la vita di chi la abita. Le donne sono parte fondamentale del processo di innovazione». Emanuela Casti, docente all’Università di Bergamo, ha presentato il progetto Rirfo, sviluppato insieme a Italcementi per ripensare le città partendo dalla rigenerazione urbana: riqualificare le città, in particolare le periferie, recuperando edifici obsoleti e aree dismesse, mentre la ridefinizione del ruolo e dell’identità di territori complessi come Milano, sono stati al centro dell’intervento di Ada Lucia De Cesaris, vicesindaco di Milano: «Lo sviluppo di una città prevede diverse tecniche, ma deve sicuramente partire dall’analisi delle esigenze del vivere e dell’abitare. Il valore aggiunto della visione femminile è la capacità di capire che la città non è una cosa astratta e che le scelte di noi amministratori incidono sulla vita delle persone».

Carlo Pesenti introduce il convegno la Città è donna
Carlo Pesenti introduce il convegno la Città è donna

Tra gli interventi, anche quello di Luisa Fontana, finalista della prima edizione di arcVision Prize Women and Architecture, che ha sottolineato il contributo che le donne possono dare allo sviluppo delle città: «Noi dobbiamo trovare il coraggio di rivoluzionare i modelli. Oggi è più che mai necessario avere un approccio e una sensibilità diversi rispetto al mondo. Da progettista sento l’esigenza di partire dai bisogni veri, anche delle fasce deboli, in particolare quando si progettano spazi pubblici». Samia Nkrumah, componente della giuria arcVision Prize e Ambassador WE Women for Expo, anche alla luce della sua esperienza come prima leader femminile di un partito politico in Ghana, ha invece raccontato con le sue parole le leve necessarie per un cambiamento. «Bisogna impegnarsi per la felicità delle persone che vivono nelle città, creando ricchezza e benessere. In ogni cambiamento forte le donne sono presenti, ma occorre che accrescano sempre più la loro capacità di decidere».