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Eclisse, oltre alle competenze tecniche è necessario sviluppare competenze commerciali specifiche

Mariavittoria-Schincariol-Eclisse
Mariavittoria Schincariol | Responsabile formazione di Eclisse
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Mariavittoria Schincariol | Responsabile formazione di Eclisse

«Avere una figura dedicata esclusivamente alla formazione, che non sia un tecnico o un venditore, è una rarità nel nostro settore», afferma Mariavittoria Schincariol, responsabile formazione di Eclisse, azienda trevigiana specializzata in soluzioni avanzate per porte.

Qual è l’importanza della formazione per Eclisse e come si è evoluta nel tempo?

La formazione è parte integrante della nostra azienda da molti anni. Dal 2007, abbiamo modificato il nostro approccio per adattarci alle esigenze del mercato. Inizialmente, offrivamo corsi di 12 ore che coprivano tutti i prodotti in dettaglio.

Ora, ci concentriamo su una preparazione tecnico-commerciale più mirata, fornendo strumenti concreti per la proposta dei nostri prodotti. L’investimento in questo ambito è significativo, tanto che siamo probabilmente pionieri nel settore edile per quanto riguarda un processo formativo così strutturato.

Avete programmi specifici per i posatori?

Abbiamo recentemente avviato corsi dedicati ai posatori, riconoscendo l’importanza di una corretta installazione per prodotti di alta gamma. Questi programmi, che diventeranno sempre più performanti, mirano a creare posatori specializzati.

L’obiettivo è garantire ai nostri venditori la sicurezza di proporre soluzioni avanzate, come quelle filo-muro, sapendo di poter contare su una squadra di posa competente. Questo approccio riduce il rischio di contestazioni e reclami, ottimizzando l’intero processo di vendita e installazione.

Può fornire alcuni dati sui vostri corsi e sui risultati ottenuti?

Dal 2007, abbiamo tenuto circa 3 mila ore di aggiornamento professionale. Nel 2023, abbiamo formato oltre 380 venditori e 130 posatori. Un dato interessante è la differenza nelle vendite tra i clienti che hanno seguito i nostri corsi e quelli che non l’hanno fatto: nel 2023 i partecipanti hanno incrementato le vendite del 10% rispetto all’anno precedente, mentre gli altri hanno registrato un calo del 2%. Il grado di soddisfazione per i corsi è molto alto, con un punteggio medio di 4,79 su 5 nel 2023.

I vostri corsi non sono solo verticali, ma anche trasversali ai ruoli in azienda?

La formazione in Eclisse coinvolge diverse figure aziendali. Ci sono persone che tengono corsi dedicati a vari settori, a cui partecipano tutti i colleghi. La direzione ritiene importante che i dipendenti conoscano sia gli aspetti tecnici dei prodotti che quelli commerciali.

Inoltre, questi incontri offrono l’opportunità di interagire con i clienti, aspetto che considero fondamentale per l’azienda. Tutti i neoassunti, inclusi i responsabili di alto livello come quelli del settore estero, partecipano ai nostri corsi di formazione. Questo permette loro non solo di apprendere gli aspetti tecnici, ma anche di comprendere come l’azienda è percepita all’esterno e come i clienti ci conoscono.

Stanno cambiando gli ambiti della formazione nel settore in base alle nuove tecnologie e alle nuove sensibilità del consumatore finale?

Occupandomi principalmente di corsi per i clienti distributori, noto una forte richiesta nell’ambito commerciale, in particolare su come migliorare le tecniche di vendita. Abbiamo creato pillole formative online che trattano temi come la gestione delle obiezioni, delle resistenze, la conclusione dell’ordine e come emozionare il cliente. Questi argomenti suscitano grande interesse.

Nel modulo di feedback che utilizzo da tempo, uno degli ambiti di interesse più segnalati per i corsi futuri riguarda proprio la gestione delle resistenze e delle vendite. Ci si rende conto che essere un venditore efficace non è una predisposizione naturale, ma richiede specializzazione.

Nel settore edile, tradizionalmente focalizzato sugli aspetti tecnici, emerge la consapevolezza che per evolversi nelle vendite non basta più solo conoscere i prodotti, ma serve sviluppare competenze commerciali specifiche.

Che consiglio darebbe ai rivenditori nell’ambito dell’aggiornamento professionale?

Il mio suggerimento è di cogliere pienamente le opportunità offerte dalle aziende che investono sempre più nella formazione del personale. È fondamentale sfruttare queste risorse a tutto tondo, poiché sono strumenti preziosi: noi offriamo corsi online accessibili a chi partecipa alle sessioni in presenza, ma notiamo che non tutti ne approfittano pienamente.

Come azienda impegnata nella formazione mettiamo a disposizione diversi canali per un apprendimento il più completo possibile. Il nostro configuratore, per esempio, è molto apprezzato e utilizzato. Lo consideriamo il primo alleato di vendita, e vediamo che circa il 90% dei partecipanti lo sfrutta attivamente.

Certo, quando si tratta di corsi online o di esplorare nuovi prodotti attraverso risorse alternative, per l’adozione c’è ancora margine di miglioramento. Ma di sicuro l’aggiornamento continuo attraverso diverse piattaforme è essenziale per rimanere competitivi nel mercato attuale, in rapida evoluzione.

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4Bild, la formazione specializzata per artigiani e imprese edili per creare competenze distintive

Daniele-Moretti
Daniele Moretti General Office coordinator di 4Bild
Daniele-Moretti
Daniele Moretti | Coordinatore generale di 4 Bild

«La formazione è lo strumento più potente che abbiamo per creare valore», racconta Daniele Moretti, coordinatore generale di 4 Bild, il primo franchising nella distribuzione di materiali edili e finiture per la casa in Italia.

Con 22 punti vendita nelle province di Milano, Monza e Brianza e Como, il gruppo di rivendite affiliate ha fatto dell’educazione professionale un pilastro della propria strategia aziendale.

Che cosa vi ha spinto a creare la 4Bild Academy nel 2021?

La decisione nasce dalla volontà di investire sulle persone, offrendo un percorso di crescita mirato che riflette i nostri valori aziendali e potenzia le competenze richieste dal mercato attuale.

Questo progetto è stato il risultato di un importante processo di gestione del cambiamento, che ha ridefinito le priorità del nostro business. L’aggiornamento continuo ci permette di sviluppare competenze distintive, favorendo uno sviluppo trasversale e più competitivo.

Quali sono i principali benefici che avete riscontrato dall’implementazione di questo programma di apprendimento?

I vantaggi sono molteplici. Innanzitutto, ci consente di avere una squadra altamente preparata e competitiva, sempre al passo con le nuove tecnologie. Inoltre, rafforza l’attaccamento dei collaboratori ai valori aziendali e ci permette di inserire giovani talenti con competenze specifiche.

Rafforza anche i rapporti con i fornitori, che colgono più chiaramente le nostre esigenze.

Non da ultimo, crea il tratto distintivo di chi lavora in 4Bild, contribuendo a rafforzare la nostra reputazione e diventando una leva importante per l’attrattività del marchio come azienda dove lavorare.

Il target dei vostri clienti è cambiato nel tempo? E, in questo caso, ha inciso questo aspetto sui vostri programmi educativi?

Il target dei nostri clienti non è cambiato: è sempre rappresentato per la maggior parte da artigiani e imprese edili, oltre che da professionisti e privati. Questi ultimi si rivolgono soprattutto ai nostri 4Bild Casa, gli showroom di finiture per la casa.

La stabilità della nostra clientela ci ha permesso di affinare e specializzare i corsi, concentrandoci sulle esigenze specifiche dei diversi gruppi di clienti.

Può dare un’idea del numero di corsi?

Nel 2022 abbiamo fatto più di 2.500 ore-uomo e l’anno scorso siamo aumentati a 3.800.

A che cosa è dovuto l’incremento e quali sono i corsi che riscuotono maggior interesse?

L’aumento è direttamente correlato alla nostra crescita aziendale. Con l’espansione, abbiamo sentito la necessità di estendere la preparazione tecnica a tutti i collaboratori.

I corsi più apprezzati sono quelli dedicati allo sviluppo delle relazioni a tutto campo: con i clienti, i colleghi e i fornitori. Questo approccio ci consente di creare un linguaggio comune che unisce i diversi gruppi di lavoro e ruoli, facilitando una comprensione condivisa e l’adesione agli obiettivi e alle strategie aziendali.

Un consiglio da dare ai produttori?

Credo sia fondamentale che le attività didattiche proposte dai produttori sappiano integrare i temi tecnici legati ai prodotti con contenuti promozionali, commerciali ed esperienziali.

Questo approccio multidimensionale permette di ottenere una formazione più completa e coinvolgente, che va oltre la semplice conoscenza del prodotto e abbraccia aspetti più ampi del business.

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Mapei, anticipare le tendenze e cogliere le opportunità del Pnrr in ambito pubblico

Achille-Carcagnì-Mapei
Achile Carcagnì | Dirigente Mapei
Achille-Carcagnì-Mapei
Achile Carcagnì | Dirigente Mapei

Nel settore edile la formazione ha un ruolo trasversale: se per i dipendenti l’attenzione si concentra sulle metodologie di vendita per promuovere efficacemente i prodotti dell’azienda, all’esterno l’approfondimento specifico è funzionale alla diffusione della conoscenza tecnica specifica e approfondita.

«In un’epoca dominata dal digitale, non si può delegare questo compito al web o ai motori di ricerca e perciò le aziende devono assumere un ruolo proattivo, interagendo direttamente con le figure professionali che operano nel mondo», afferma Achille Carcagnì, dirigente Mapei, già direttore della filiale sud Italia e business coach. «In Mapei proponiamo un’ampia offerta di attività formative con la nostra Mapei Academy, in cui l’Assistenza Tecnica e gli specialisti Mapei mettono a disposizione la loro esperienza e competenza per formare i professionisti. I progettisti, per esempio, sono attivi fin dalle prime fasi della costruzione: oltre a realizzare il progetto, redigono il famoso elenco prezzi scegliendo nel dettaglio i materiali come piastrelle, colle, fughe, malte, pitture. Una formazione mirata non solo eleva il loro livello di competenza, ma crea anche un ecosistema di conoscenza condivisa, essenziale per l’innovazione e l’efficienza dell’intera filiera».

Quindi i progettisti sono il vostro interlocutore principale?

I progettisti sono uno dei target insieme ad architetti, ingegneri e geometri. Ci rivolgiamo a loro con molta assiduità perché la capacità di proporre soluzioni innovative e tecnicamente valide fin dalle fasi iniziali può influenzare significativamente l’intero processo costruttivo o di recupero edilizio. Negli ultimi anni si è assistito a un cambiamento significativo: sono stati introdotti sul mercato materiali nuovi, anche in un’ottica di sostenibilità.

Questi nuovi metodi e prodotti incidono soprattutto in termini di durabilità e di diminuzione degli interventi di manutenzione straordinaria. Allo stesso tempo, è diventato obbligatorio ottenere crediti formativi, trasformando la formazione da facoltativa a necessaria.

Dal 2014 Mapei, aderendo al Regolamento per l’aggiornamento e lo sviluppo professionale continuo (DPR n.137/2012), è accreditata come ente formatore riconosciuto dal Cnappc (Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori).

Ogni anno, in collaborazione con gli ordini professionali, offriamo seminari e convegni che permettono di acquisire crediti formativi.

Nei cantieri si assiste a una iper specializzazione dei compiti, perché gli operai con lunga esperienza, capaci di svolgere bene più attività sono introvabili. Anche la formazione segue lo stesso trend, molto verticale?

Sì, ma dipende anche dal fatto che i prodotti sono diventati molto performanti, spesso si tratta di sistemi che, per quanto eccellenti, richiedono un’applicazione corretta per garantire i risultati promessi.

Quindi, gli applicatori rappresentano la seconda categoria a cui ci rivolgiamo per la formazione. Come Mapei organizziamo corsi specifici per diverse tipologie professionali: dagli impermeabilizzatori ai posatori, agli imbianchini, che seguono ovviamente l’evoluzione della produzione in linea con la domanda del mercato.

Prendiamo come esempio concreto la posa di lastre di grande formato, oggi molto diffuse. La crescita delle dimensioni delle lastre arriva fino a 160×320 centimetri, ovvero una superficie unica di oltre 5 metri quadri senza interruzioni, che richiede tecniche, attrezzature e adesivi molto più performanti rispetto a quelli utilizzati per le piastrelle tradizionali.

In Mapei proponiamo anche vere e proprie scuole di posa per aiutare e formare i posatori. Un altro aspetto è la maggiore consapevolezza dei consumatori che influenza le scelte dei prodotti: l’incremento della domanda di prodotti sostenibili ad emissioni di CO2 interamente compensati, come la nostra Linea 0, ha spinto i posatori ad adeguarsi.

Naturalmente la formazione coinvolge anche gli addetti alle vendite nei negozi, che devono essere in grado di consigliare le soluzioni migliori, specialmente quando non c’è un progetto con un capitolato dettagliato. L’obiettivo è quello di creare opportunità per l’intera filiera.

Oltre alle imprese e agli applicatori, che ruolo hanno le rivendite?

La formazione negli open house per gli addetti vendita nei negozi è il terzo target. La preparazione dei banconisti e del personale incaricato di proporre i prodotti non si limita all’aspetto commerciale, ma include una componente tecnica essenziale.

Spesso, le imprese vincitrici di appalti o i privati si rivolgono direttamente alla rivendita, ed è perciò necessario che il personale abbia una preparazione adeguata per proporre prodotti durevoli ed efficaci. La formazione offerta da Mapei e altri produttori si estende anche alle figure interne alla rivendita, responsabili non solo della vendita, ma soprattutto della proposta di soluzioni ottimali.

Durante i corsi di formazione si coinvolgono anche i clienti e i posatori della rivendita stessa. Gli eventi possono essere seminari in location dedicate o possono essere organizzati tramite il rivenditore. In quest’ultimo caso, offriamo un servizio completo, formando sia il personale del rivenditore che i suoi clienti.

Che consiglio darebbe ai rivenditori?

L’esperienza del superbonus ha dimostrato l’importanza di anticipare le tendenze di mercato. Dunque, il mio consiglio è orientarsi verso le opportunità offerte dal Pnrr, mi riferisco a tutti i lavori che rientrano nei 50 miliardi di investimenti destinati ai comuni. Serve un approccio proattivo di scouting sul web per individuare i cantieri locali finanziati dal piano, concentrandosi su progetti accessibili alle rivendite locali piuttosto che sulle grandi infrastrutture.

In pratica, si tratta di non limitarsi ai confini del proprio showroom, ma esplorare nuove categorie merceologiche, capire le potenziali richieste e ampliare l’offerta includendo prodotti per l’arredo urbano, le piste ciclabili, il restauro delle scuole o il consolidamento di edifici pubblici.

Può essere vantaggioso anche investire nella formazione di operatori specializzati capaci di comprendere le esigenze specifiche dei nuovi cantieri. Dedicarsi a questa ricerca può fare la differenza tra un rivenditore statico e uno dinamico, orientato al futuro ed è in grado di stare sul mercato.

Tre parole chiave che ci accompagneranno nei prossimi anni?

Sostenibilità, durabilità e formazione. La scelta di prodotti sostenibili è in linea con la crescente consapevolezza ambientale.

La durabilità è direttamente collegata alla sostenibilità: un intervento che richiede il rifacimento dopo pochi anni vanifica qualsiasi beneficio ambientale. Infine, la formazione a tutti i livelli è essenziale per il salto di qualità del settore retail.

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Condominio S&C giugno luglio 2024

Condominio sostenibile & certificato

n° 57 | giugno-luglio 2024


Real Estate: valorizzare l’immobile al Convegno Anaci
Salvacasa: che cosa prevede il Decreto
Bonus addio?: come cambiano gli incentivi
Amministratori: come si tiene il Registro

 
 
 
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In Europa il mercato delle costruzioni si raffredda, ma in Italia si aprono nuovi cantieri

In Europa il settore del mercato delle costruzioni si raffredda, ma in Italia aumenta la fiducia delle imprese per ordini e apertura di cantieri.

A giugno gli indicatori delle attese dei mercati mostrano ancora una volta un andamento altalenante, questa volta positivo, con un significativo rimbalzo, che evidenzia ancora una volta l’andamento discontinuo dell’economia e del settore delle costruzioni in particolare.

Il sentiment, che a maggio evidenziava una stabilizzazione verso il basso della fiducia delle imprese, a giugno ha ripreso vigore a livello nazionale, mentre l’area euro mostra segnali di ulteriore flessione, che trascina verso il basso anche la fiducia a livello complessivo europeo dell’indice per l’Europa a 27 paesi.

In ripresa la fiducia delle imprese di costruzioni in Italia mentre rimane negativa nel resto d'Europa. Fonte Elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Eurostat.
In ripresa la fiducia delle imprese di costruzioni in Italia mentre rimane negativa nel resto d’Europa. Fonte Elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Eurostat.

Dunque, anche a giugno i Paesi con moneta unica rimangono più esposti alle incertezze alle fluttuazioni dei mercati internazionali e locali.

A livello nazionale il confronto tra gli indicatori relativi alla fiducia dei vari settori economici presenta solo il comparto delle costruzioni in ripresa netta, mentre tutti gli altri settori evidenziano una flessione ulteriore degli indicatori di fiducia, sia nel comparto industriale, sia in quello commerciale, così come in quello dei servizi.

In ripresa la fiducia delle imprese di costruzione in Italia mentre rimane negativa nel resto d'Europa. Fonte Elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Eurostat.
In ripresa la fiducia delle imprese di costruzione in Italia mentre rimane negativa nel resto d’Europa. Fonte Elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Eurostat.

Bisognerà attendere i prossimi mesi, ovviamente, per verificare la consistenza di questa ripresa della fiducia delle imprese di costruzioni ed escludere un rimbalzo positivo tecnico, in un panorama di generale stabilizzazione attorno ai valori positivi compresi tra 2 e 5 punti percentuali, ma in ogni caso il trend congiunturale sembra dare ossigeno e speranza a un mercato le cui attese, per il 2024, erano molto negative, dopo i tre anni di forte crescita dovuti al superbonus.

Prosegue il rimbalzo positivo per ordini e occupazione dopo il calo di aprile. Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat.
Prosegue il rimbalzo positivo per ordini e occupazione dopo il calo di aprile. Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat.

In generale l’economia italiana mostra comunque un attendismo e una incertezza data soprattutto dalla situazione politica internazionale e delle notizie economiche sulle esigenze di restrizione delle manovre, a causa dei deficit sul bilancio dello Stato innescati proprio dai bonus edilizi.

Nonostante questi attendismi, il settore delle costruzioni a maggio mostra una ripresa significativa non solo della fiducia, ma anche dei due indicatori previsionali, quello legato agli ordini e ai piani di costruzione delle imprese e quello alle aspettative occupazionali.

La prosecuzione del rimbalzo di maggio anche nel mese di giugno è del tutto evidente, dopo il forte calo di aprile, ed è coerente con la crescita dell’indicatore della produzione nelle costruzioni.

Prosegue la ripresa della produzione nelle costruzioni in maggio, superando di oltre 38 punti la media annua del 2021. Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat.
Prosegue la ripresa della produzione nelle costruzioni in maggio, superando di oltre 38 punti la media annua del 2021. Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat.

Questo indicatore, introdotto dal mese scorso su queste pagine, ricordiamo che per motivi statistici è legato alle rilevazioni Istat e dunque presenta un aggiornamento con un mese di scarto rispetto agli altri indici.

Dopo il calo dei primi mesi del 2024, dovuto all’overproduzione legata al superbonus con la chiusura dei lavori a dicembre 2023, i mesi di maggio e giugno mostrano una ripresa che porta l’indicatore ad un livello produttivo che supera di 38 punti il valore medio del 2021, che costituisce la base 100 dell’indicatore.

In questo scenario le buone notizie sul fronte inflazionistico contribuiscono ad aumentare la positività del momento per il settore delle costruzioni.

A giugno l’inflazione rimane stabile allo 0,8% a livello nazionale, mentre sale a 0,9% per l’indice Ipca europeo.

Inflazione stabile allo 0,8 nel mese di giugno, a conferma delle stime preliminari. Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat.
Inflazione stabile allo 0,8 nel mese di giugno, a conferma delle stime preliminari. Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat.

La stabilità dell’inflazione sottende andamenti contrapposti di diversi aggregati di spesa: in rallentamento risultano principalmente i prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +2,2% a +0,3%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,3% a +4,0%), dei Beni durevoli (la cui flessione si amplia da -0,7% a -1,0%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,4% a +2,2%); per contro, si attenua ancora la flessione dei prezzi degli Energetici non regolamentati (da -13,5% a -10,3%), accelerano quelli dei regolamentati (da +0,7% a +3,5%) e dei Beni alimentari lavorati (da +1,8% a +2,0%).

Nel mese di giugno l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, registra un calo, come anche quella al netto dei soli beni energetici (entrambe da +2,0% a +1,9%). L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,8% per l’indice generale e a +1,9% per la componente di fondo.

a cura del Centro Studi YouTrade

 

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Due nuovi ingressi in Cortexa

Stefano Deri, presidente di Cortexa
Stefano Deri, presidente di Cortexa

Ard Raccanello entra a far parte di Cortexa con la qualifica di socio. L’azienda propone un’articolata offerta di soluzioni, tra cui il sistema di isolamento termico a cappotto, proposto come kit e certificato Eta, secondo i rigorosi criteri di qualità di Cortexa. Il servizio di consulenza e assistenza tecnica risponde a tutte le esigenze di supporto tecnico, progettuale e di cantiere in tema di Sistema a Cappotto. Anche Rawlplug, azienda con oltre cento anni di storia specializzata nei sistemi di fissaggio, entra in Cortexa con la qualifica di Main Partner. Rawlplug offre un’ampia gamma di soluzioni dotate di certificazione ETta per il fissaggio del Sistema a Cappotto. Servizi e programmi di formazione innovativi completano il supporto agli operatori in tutte le fasi della progettazione e posa, assicurando elevati standard di efficienza.

Stefano Deri, presidente di Cortexa
Stefano Deri, presidente di Cortexa

“Nonostante il rallentamento sul fronte degli incentivi fiscali, nel mercato italiano resta molto elevato l’interesse nei confronti del Sistema a Cappotto, in quanto alleato principale negli interventi di riqualificazione energetica in edilizia”, sostiene Stefano Deri, presidente di Cortexa. “L’ingresso di nuove importanti realtà nella nostra compagine associativa è un’ulteriore prova della centralità delle tematiche che Cortexa tratta sin dal 2007 e del ruolo chiave che il Sistema a Cappotto continuerà a svolgere, anche alla luce degli impegni presi dall’Europa con la direttiva Case Green”.

Decimo appuntamento della filiera dell’edilizia Sercomated: opportunità e sfide non mancano

Convegno Sercomated

Decimo appuntamento organizzato da Sercomated per valorizzare la filiera dell’edilizia: esperti e operatori si sono trovati a Milano per discutere delle opportunità, in un settore che continua a trasformarsi. Le sfide non mancano.

Giuseppe Freri Presidente Fercomated
Giuseppe Freri | Presidente Fercomated

«Valore edilizia, come portare in alto il valore del prodotto edile»È stato questo il tema del convegno promosso da Sercomated, centro servizi per le imprese della distribuzione edile, a fine maggio.

Il decimo appuntamento è stato realizzato in simbiosi con Federcomated e ospitato da Confcommercio a Milano, dove i principali attori della filiera hanno parlato, affrontato temi, si sono confrontati, hanno tratto conclusioni e poi hanno messo in discussione il panorama che si sta delineando in questo 2024 nel settore. Un panorama frastagliato, incerto, tra conflitti mondiali e taglio dei bonus e agevolazioni poco chiare.

Un presente che, comunque, non scalfisce la forza d’animo di imprenditori, produttori e rivenditori, che si sono detti pronti a rimboccarsi le maniche e mettersi di nuovo in discussione per creare, appunto, valore nell’edilizia.

Its ed elettrico

Come valorizzare e rinnovare l’immagine della filiera? Sercomated ha proposto ai protagonisti del comparto, rivenditori e produttori di materiali edili, un approfondimento sulle diverse e nuove leve che consentono di portare in alto il valore del prodotto edile: dal sempre più importante ruolo dello store fisico ai nuovi modelli di offerta delle altre filiere, idrotermosanitario (Its) ed elettrico, che si intrecciano con la distribuzione, dai servizi digital alla sostenibilità e circolarità alle innovazioni dei materiali, fino alle partnership con i produttori.

Quali sono le dinamiche e trend del comparto e quali sono le aree di sviluppo e i servizi imprescindibili per una distribuzione moderna ed evoluta? Con l’estinzione dei bonus e la direttiva europea Case Green come sta cambiando il mercato e come si possono cogliere le nuove opportunità di business?

Luca Berardo
Luca Berardo

Ad affrontare queste tematiche sono stati relatori ed esperti, che hanno saputo raccontare i cambiamenti del settore e come la distribuzione edile può accrescere il proprio valore.

A fare gli onori di casa Giuseppe Freri, presidente di Fercomated, che ha parlato delle grandi opportunità di crescita sia nell’associazione che nell’intero settore in generale.

A seguire, il presidente Luca Berardo, tranchant nel far sentire la sua voce portando i dati del patrimonio edilizio italiano: «Un immobile in Europa in media ha una vita di 35 anni, in Italia 85. Quasi il 70% degli edifici nel nostro Paese (solo 21% in Francia) è in classe F e G e l’80% delle famiglie italiane è proprietaria dell’abitazione. Questo significa che ci sono 13 miliardi di metri quadri di abitazioni da ristrutturare. Chiunque sia al corrente di questi numeri deve capire che è un dovere riattivare le misure per poter fare questi interventi. Ridurre il bonus ristrutturazione dal 50 al 30% è un atto criminale. Spero che ciò venga derubricato e che ci sia una posizione forte di tutte le associazioni di categorie in merito. In Italia siamo troppo legati al passato, ma innovazione e creatività cambieranno approccio».

I relatori

Armando Branchini
Armando Branchini

Tra i relatori al convegno anche Armando Branchini (economista ed executive chairman di InterCorporate), Marco Squinzi (Mapei) Paola De Micheli (deputata Pd, vicepresidente della commissione Attività Produttive della Camera), Luca Delle Femine (Immobiliare.it Insights).

Come creare valore lo ha spiegato Branchini, che è stato presidente dell’associazione europea che rappresenta 580 imprese di lusso europee: «Il settore dell’edilizia è vitale, in continuo sviluppo e dentro convivono diverse realtà tra multipoint, consorzi, gruppi di acquisto. Come poter aumentare il proprio valore? Come mantenerlo, sopravvivere e avanzare? È fondamentale mantenere il proprio vantaggio competitivo, aumentando il valore e differenziandosi: l’impresa è competitiva solo se mantiene il vantaggio attraverso una strategia che le permetta di diversificarsi, innovando, imitando e avvicinandosi ai leader, fino a farne parte. L’obiettivo è passare dagli imitatori agli imitati. Bisogna essere innovatori, riorganizzando di continuo e al meglio la propria struttura produttiva, fondamentale la comunicazione, attraverso la quale è necessario trasmettere il proprio spirito, che è quella passione che passa attraverso gli occhi dei clienti, nei rapporti e anche nei punti vendita, dove si deve far vivere una vera esperienza emozionale».

Secondo l’esperto, uno dei nodi cruciali è appunto questo, specie per le rivendite: il magazzino deve diventare un luogo d’incontro, dove anche l’occhio vuole la sua parte.

«Meglio se abbinato a uno showroom: deve essere un posto dove ci si incontra, dove si vendono e si vedono materiali e prodotti, dove si offrono consigli tecnici ai clienti e i servizi vengono selezionati sulla base della conoscenza tecnologica.

Sono appassionato del concetto di un’edilizia tecnologica e innovativa, un modo contemporaneo di avanzare e produrre. Quelli che ancora non sono allineati devono portarsi avanti», ha aggiunto Branchini.

«Il rivenditore deve diventare partner del proprio cliente, del proprio fornitore. Fare politica di marca e offrire sempre più contenuti dal valore aggiunto, con una politica seria di marketing e comunicazione, continuando a distinguersi e a differenziarsi».

Le prospettive

Paola De Micheli
Paola De Micheli

Un altro aspetto è quello della strategia, perché bisogna considerare anche le prospettive economiche a medio e lungo periodo.

«La direttiva Case Green rappresenterà per l’industria italiana delle costruzioni quello che il boom del mercato cinese ha rappresentato per il settore lusso», ha aggiunto Branchini.

«Per aumentare la propria competitività e contribuire alla grande evoluzione del settore dell’edilizia, la distribuzione dei materiali può fare tesoro delle strategie e della cultura d’impresa che parecchie filiere italiane hanno sviluppato negli ultimi 50 anni: non solo moda e lusso, design e arredamento, ma anche farmaceutica, cantieristica, vini e alimentare.

A livello di singole imprese è indispensabile il salto da rivendita a retail, aggiungendo ai prodotti presentati, pacchetti di offerta costituiti da consigli e istruzioni, conoscenza tecnologica, ricerca di nuovi prodotti e servizi. Sarà fondamentale diventare partner del proprio cliente e, insieme, partner del proprio fornitore.

In questo modo la distribuzione edile potrà anche diventare parte attiva nell’integrazione, che è imminente, con la distribuzione Its e del materiale elettrico. Un’opportunità, non una minaccia. È il momento giusto quindi per impegnarsi a diventare più competitivi: le uniche certezze per vivere in un mondo incerto non possono che venire dalla mente e dal cuore di un imprenditore».

Luca Delle Femine
Luca Delle Femine

I nuovi modelli business

Quali sono le sfide della distribuzione al giorno d’oggi? All’evento di Sercomated ne hanno parlato Andrea Da Re, direttore della business unit sustanability di Sonepar Italia, Stefano Pizzato, direttore del Gruppo Mecstore, Gianluca Zanutta, ad dell’omonimo gruppo della distribuzione, Sandro Scarpari, direttore vendite di Itw e Ferdinando Napoli, Ceo Edilportale.

«I clienti sono più preparati, hanno più consapevolezza delle proprie esigenze e le piattaforme online creano in loro aspettative elevate», ha esordito Da Re.

«Bisogna agire con preparazione e strategia: la disintermediazione tramite i canali digitali permette di raggiungere l’utente finale in maniera più diretta e completa, più spersonalizzata, ma gli antidoti sono preparazione ed efficienza. E l’arma vincente è consulenza e supporto personale».

Secondo Pizzato è importante anche l’aggregazione.: «Un hub logistico dove si distribuiscono articoli come in un grande supermercato, marketing centralizzato e investimenti sulla digitalizzazione sono i nostri capisaldi. Ci poniamo sul mercato come unico marchio, servendo più di 70 aziende.

Per diversificarci abbiamo inserito recentemente il segmento dell’elettrico. Questa è la strada». D’accordo anche Zanutta: «Dobbiamo essere specializzati e intersettoriali, noi lo facciamo dal 2001: se rimaniamo ancorati a una sola specializzazione si rischia l’estinzione, come i dinosauri. Il segreto per sopravvivere? Stare di più dietro al bancone, ascoltando le esigenze dei clienti».

«Bisogna riflettere sulla progressiva integrazione, che è molto più evidente e marcata di come potrebbe sembrare. Noi come produttori e fornitori abbiamo un certo peso e notiamo lo spostamento delle merceologie nei vari settori: determinati lavori che faceva l’elettricista, oggi sono a carico dell’impresa edile, il committente ormai chiede un servizio unico», ha puntualizzato Scarpari.

«Elettrico e Its hanno più sinergie, ma l’edile sarà più integrato di quello che può sembrare. Bisogna andare verso un facility management: gestione integrata degli edifici, dal cambiare la lampadina a buttare la spazzatura».

Dagli scarti all’economia circolare

Il ruolo dell’edilizia nell’economia circolare è un tema ricorrente, interessante e quanto mai attuale. Il consorzio Rec (raccolta e riciclo di materiali per l’edilizia) lo sa bene. Ma come sarà possibile riciclare in futuro e che percorso si intravede?

Il tema è stato affrontato da Francesco Freri, presidente del consorzio Rec, Viola Turini, responsabile commerciale EdilViola di Firenze, Claudio Fantinato, presidente di Epiù, Luca Maestri Head of circular economy and platform Circularity Società Benefit. Freri si è mostrato ottimista:

«Rec è acronimo di Recupero di edilizia circolare. Le piattaforme di raccolta e per il riciclo sono sempre meno simili a una discarica, ma assomigliano sempre più a uno showroom di materiale. Questo è un mercato che non ci si aspettava, ma che sta incalzando. Nel 2018 abbiamo raggiunto il primo obiettivo di creare un deposito preliminare nelle aziende e sono stati diversi gli imprenditori che hanno voluto allestire le piattaforme nei loro centri.

Un’innovazione di processo importantissima, date le direttive green che siamo stati tutti chiamati a seguire. E in arrivo ci sono telecamere programmate con l’intelligenza artificiale, per facilitare l’individuazione dei volumi dei rifiuti, determinandone il peso e dove conferirli. Il goal finale che ci siamo prefissati è fare in modo che gli scarti arrivino ad acquistare valore: sono tante le aziende che ci stanno seguendo in questa direzione. Come gruppo vogliamo crescere, conviene a tutti».

A sostegno della tesi è intervenuta Turini, che è anche presidente Federcomated Arezzo e che con la sua azienda ha aderito al consorzio Rec, inaugurando una piattaforma di raccolta, fra le prime a sposare il progetto: «Con questa mossa abbiamo avuto riconoscimenti importanti anche con le tassazioni. Siamo convinti di proseguire su questa linea, l’impatto sulla rivendita funziona», ha confermato.

Una testimonianza l’ha portata anche Fantinato, di Epiù, azienda di distribuzione di materiali, attrezzature e servizi per il mondo delle costruzioni in Veneto: «Da sempre eroghiamo il servizio di ritiro delle macerie, abbiamo iniziato negli anni Ottanta, anche se lo scopo era diverso da quello di adesso: ora ci siamo adeguati a un nuovo sistema, maturando la consapevolezza che quello che rimaneva sul territorio sarebbe stata un’eredità per chi veniva dopo di noi.

Non è stato facile entrare in un rinnovato business a causa della burocrazia, delle restrizioni e del genericismo, poiché spesso i rifiuti sono considerati tutti nella stessa maniera, anche quelli più pericolosi. Con l’ingresso nel consorzio Rec vedo una notevole semplificazione di questa attività: ci stiamo spingendo verso un’economia circolare, adeguando le nostre filiali in centri di raccolta e stoccaggio autorizzati per poter convogliare quanto raccolto ai centri di trasformazione per il successivo recupero. Sarà il futuro, le rivendite devono prendere coraggio».

Inevitabile, anche in questo campo, l’utilizzo della tecnologia, come ha spiegato Maestri. Circularity è una start up che è diventata società benefit e che supporta le imprese per integrare i principi dell’economia circolare nel proprio modello di business, trasformandolo in sostenibile.

«Nel 2018 abbiamo sviluppato Circularity Platform, un sistema digitale pensato per le aziende e che raggruppa in un unico ambiente tutti gli strumenti utili ad integrare la sostenibilità e l’economia circolare nel proprio modello di business», ha raccontato Maestri.

«La digitalizzazione dei servizi mediante la piattaforma permette alle aziende registrate di monitorare il proprio percorso nella transizione verso l’economia circolare, misurare agevolmente il proprio livello di sostenibilità, utilizzare un unico strumento per tutti i servizi. Abbiamo istituito anche un’area di simbiosi industriale, per valorizzare i propri scarti di produzione, utilizzare materie prime e seconde, e misurare il proprio impatto ambientale.

È una piattaforma rivolta a produttori, trasportatori, impianti, imprese. Nel corso del nostro sviluppo siamo diventati partner tecnologici di Rec e abbiamo costruito una piattaforma digitale che permette ai centri preliminari di raccolta il monitoraggio e l’avvio al recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione.

I benefici sono la costruzione di un network, distribuito in tutta Italia che permette di ottimizzare la raccolta e incentivare l’economia circolare nel settore dell’edilizia in tutta trasparenza. La vera innovazione è rappresentata dall’integrazione della piattaforma Rec con quella di Circularity, estendendo quindi il network a diversi partner: tutti avranno a disposizione un motore di ricerca, generando incontri e match fra i vari anelli della catena.

Si potranno monitorare anche tutti i benefici, dando vita a una catena virtuosa e di risparmio. È fondamentale cooperare per competere».

Luca Maestri Franceco Freri Viola Turini Claudio Fantinato
Luca Maestri | Franceco Freri | Viola Turini | Claudio Fantinato

Business a noleggio

Connesso al tema della sostenibilità, a chiusura del convegno, è stato affrontato il tema del noleggio: un’area di business sempre più importante, che passa esclusivamente attraverso la rivendita edile. Il noleggio è in forte crescita grazie ai lavori collegati al Superbonus e al Pnrr e al nuovo stile di utilizzo e di consumo condiviso di macchine e attrezzature.

Lo ha spiegato Lorenzo Moretti (nella foto), responsabile comunicazione Assodimi-Assonolo: «Il noleggio professionale rappresenta un’importante opportunità per la rivendita edile, che può così aggiungere un servizio al cliente a fianco delle proprie attività aziendali. La crescita del renting comporta un’espansione anche a settori in cui precedentemente si ricorreva esclusivamente alla vendita.

Molte sono le aziende clienti che ne fanno uso come scelta strategica e sempre di più sono le aziende che decidono di inserire il noleggio tra i propri servizi sfruttando punti di forza e marginalità».

Lorenzo Moretti
Lorenzo Moretti

Tra pnrr e direttiva case green

Nel corso del convegno Marco Squinzi (a sinistra), amministratore delegato di Mapei e Stefano Roncan (a destra), direttore commerciale di Heidelberg Materials, sono stati chiamati a commentare le prospettive di Pnrr e della direttiva Casa Green: due grandi chance per l’edilizia.

«Si aprono sicuramente nuove opportunità nel settore, ci sono tanti obiettivi fissati dalla Comunità europea. Sicuramente troppo, alcuni irraggiungibili, ma sicuramente grandi. Ci aspettiamo grosse opere dal Pnrr e dal Green Deal. Una cosa, però, in questo mondo di incertezze, è certa: le rivendite che si organizzano possono andare avanti.

Organizzarsi significa cambiare il modo di lavorare: oggi bisogna progettare, vendere il lavoro in maniera diversa, ristrutturare con un’ottica (quella della sensibilità) differente e saper scegliere pianificando con attenzione e qualità, non facendo mancare i servizi», ha spiegato Squinzi.

Marco Squinzi Stefano Roncan
Marco Squinzi e Stefano Roncan

E Roncan è stato diretto: «Il senso di urgenza che stiamo vivendo deve essere pressante: in Europa c’è una crisi a doppia cifra, il residenziale è crollato, l’organizzazione non esiste, gli anticipatori di acquisto hanno chiuso negativamente, dovremo fare i conti con un calo dei volumi.

Per l’Italia il Pnrr può essere molto positivo, perché consente di frenare una caduta con l’impatto sulle infrastrutture. Quello che ci siamo detti oggi, dopo tre anni positivi, è importante e va portato avanti».

Luca delle Femine, head of strategy Immobiliare.it Insights, ha fotografato lo stato del patrimonio immobiliare, tra classi energetiche basse, banche, tassi e statistiche: «Sono 15 milioni le unità immobiliari su cui lavorare, è stato previsto tutto, ma bisogna capire dove trovare i soldi».

di Alice Fugazza

I dati sul mercato dell’edilizia in Calabria: impiegati solo il 14% dei fondi Pnrr

Federico Della Puppa
Federico Della Puppa, coordinatore del Centro Studi Youtrade

I dati sul mercato dell’edilizia nella regione indicano un andamento lento negli ultimi decenni, con un’accelerazione recente legata al super incentivo. Anche le province segnano differenti velocità. Ora gli occhi sono puntati sul Piano di resilienza.

Se si osservassero i numeri puri della distribuzione edile in Calabria, si potrebbe scoprire che questa regione è la quarta in Italia, dopo Sicilia, Campania e Lazio, per numero di aziende: 1.100 per la precisione. Ma con una media di addetti per punto vendita, assieme alla Campania, che è la più bassa d’Italia, pari a 1,6 addetti.

Praticamente un valore che è la metà della media che si trova in Umbria e un terzo di quella del Trentino Alto-Adige, territori anch’essi con forte presenza di colline e montagne e con una distribuzione dei nuclei abitati in piccoli comuni e in piccole frazioni.

Questa struttura distributiva, dove peraltro sono comunque presenti alcune aziende più strutturate e con fatturati molto interessanti anche a livello nazionale, è uno dei punti deboli di una regione che, dal punto di vista edilizio e delle costruzioni, ha avuto un forte impulso negli ultimi anni dagli incentivi legati al superbonus 110%, anche se con effetti meno importanti nella dinamica dei fatturati, rispetto ad altre regioni, ai quali si affiancano oggi gli investimenti attesi in termini di Pnrr.

I numeri del 110%

Sono quasi 3,5 miliardi gli investimenti, dei quali oltre 3,4 ammessi a detrazione, realizzati con il superbonus 110% in questi tre anni e mezzo di validità. Di questi, 230 milioni sono ancora da spendere per concludere i lavori asseverati. In totale gli edifici interessati erano a quota 15.891 al 30 aprile 2024.

Di queste asseverazioni, quelle dei condomini sono 4.125, pari al 26% degli edifici, ma al 60,9% della spesa, per un totale di 2,1 miliardi di euro ammessi a detrazione.

Gli unifamiliari sono, invece, 8.510 pari al 53,6% degli edifici, ma al 29,4% della spesa, per un totale di 1 miliardo di euro ammesso a detrazione. Ci sono, inoltre, anche 3.256 unità immobiliari funzionalmente indipendenti, pari al 9,7% della spesa per un totale di 334 milioni di euro ammessi a detrazione.

Le prospettive

Anche in Calabria la fine del superbonus, che in realtà appunto non è ancora finito del tutto, avendo ancora alcuni soggetti la possibilità di utilizzarlo con un residuo di investimenti (i citati 230 milioni), apre alla nuova stagione del Pnrr, che in questa regione finora ha impiegato solo il 14% dei fondi previsti a livello regionale.

Sono quasi 11 mila i progetti avviati in Calabria, dei quali ad oggi (ovvero alla data del 30 novembre 2023, ultimo dato ufficiale disponibile) solo 6.465 erano stati validati, mentre altri 4.454 erano e sono in corso di validazione.

Complessivamente, il Pnrr in Calabria vale oltre 5,5 miliardi di euro, in pratica 2 miliardi in più di quanto a oggi si è speso per il superbonus 110%, anche se solo un terzo di questi fondi andranno all’edilizia.

Dell’importo complessivo, solo 1,4 miliardi riguardano progetti effettivamente avviati, dei quali circa la metà, 772 milioni di euro, effettivamente appaltati e aggiudicati.

La percentuale di aggiudicazione è dunque del 14%, un valore di poco superiore a quello medio nazionale. Ovviamente, a questa cifra mancano gli investimenti previsti su più regioni e gestiti a livello centrale, la cui spesa è la più bassa a livello nazionale, pari al 4,5%.

In Calabria ancora 230 milioni da spendere

Le potenzialità

Questi dati, ancorché rappresentare un problema nel raggiungimento della spesa complessiva entro il mese di giugno 2026, evidenziano anche una grande potenzialità, perché significa che in Calabria nei prossimi due anni oltre alle attività ordinarie legate all’edilizia e alle costruzioni, si riverseranno buona parte di queste risorse.

Circa un terzo dei fondi Pnrr sono destinati all’edilizia e alle costruzioni e, dunque, in assenza di dati certi, si può ragionevolmente stimare che poco meno di 1,5 miliardi di euro arriveranno sui mercati calabresi dell’edilizia nel prossimi due anni, un valore inferiore alla spinta del superbonus registrata tra il 2021 e il 2023, ma utile a costruire una sorta di atterraggio morbido per il settore e le sue imprese dopo questi tre anni straordinari a tutti i livelli, sia per i produttori di materiali che per i distributori, per le aziende di costruzione, artigiane e non, e i progettisti e i vari tecnici impegnati nelle asseverazioni e nelle altre incombenze burocratiche che il superbonus ha attivato.

Crotone sprint

Analizzando l’andamento della produzione del settore delle costruzioni in Calabria, valutato in base al valore aggiunto, e mettendola a confronto con la media nazionale e delle altre regioni del Sud, emerge come a partire dal Duemila le regioni del Sud abbiano avuto un andamento più lento rispetto a quello del resto d’Italia, con la Calabria in dinamica ancora più lenta.

In entrambi i casi la ripresa post 2020 è stata molto significativa, anche se la Calabria mostra comunque un andamento più lento anche in questa fase. Ma non in tutte le province calabresi si legge questo andamento lento.

Mettendo a confronto i dati Istat sul valore aggiunto delle costruzioni a livello provinciale, disponibili nella successione 2000-2021, emerge come rispetto alla media calabrese (rappresentata dalla linea tratteggiata nel grafico) vi siano due province molto lente, come Vibo Valentia e Cosenza, ma con due dinamiche distinte.

Vibo Valentia è più sonnacchiosa già dai primi anni del nuovo secolo, mentre Cosenza è stata più vivace fino al 2007, anno di inizio della crisi, che poi sconta fino agli anni più recenti, con una ripresa solo nel 2021.

Stesse dinamiche, ma con valori migliori rispetto alla media regionale, sono rilevati per le province di Catanzaro e Reggio di Calabria, con andamenti pressoché simili, mentre Crotone più di tutte si stacca dalle altre e mostra i dati più rilevanti, unica a crescere anche in anni meno recenti e a superare di 40 punti percentuali nel 2021 il livello di valore aggiunto prodotto vent’anni prima.

Più velocità

Queste dinamiche evidenziano come il mercato edile in Calabria abbia sofferto più di altri, con l’eccezione della provincia di Crotone, della lunga crisi delle costruzioni, ma anche di come la ripresa post 2020 abbia avuto esiti diversificati e significativi solo per tre province, con Catanzaro e Reggio di Calabria, che grazie all’avvio del superbonus sono state in grado di superare il valore indice del Duemila, mentre Cosenza e Vibo Valentia mostra segnali di ripresa, ma non sufficienti a ritornare sui livelli produttivi del passato.

La Calabria, dunque, è una regione a più velocità, nella quale le costruzioni hanno giocato un ruolo rilevante nella crescita economica fino al 2008, anno in cui grazie alla crisi inizia un percorso di riduzione della capacità di generare valore aggiunto nel settore, mentre l’economia regionale soffre la crisi ma in misura minore.

Il Pil regionale, infatti, ha segnato un forte picco negativo nel 2014 e poi ancora nel 2020, per poi riprendere in modo significativo la crescita nel 2021 e nel 2022. Tra il 2008 e il 2020, invece, il settore delle costruzioni calabrese mostra una dinamica di costante riduzione della produzione di valore aggiunto, a eccezione degli ultimi due anni per i quali si hanno a disposizione i dati che mostrano una ripresa vigorosa, con una crescita e soprattutto una velocità della crescita molto più rilevanti di quella del Pil, segno di una ritrovata vitalità di questo settore, che tuttavia va differenziata come abbiamo visto a livello provinciale.

Il quadro del Pnrr in Italia e in Calabria

Nuove opportunità

Questi dati, associati alle prospettive di sviluppo che il Pnrr potrà sostenere in questa prossima fase biennale, permettono di asserire che la Calabria oggi può ritrovare nuovi stimoli e nuove opportunità prima dagli investimenti che metterà in campo il Pnrr, e soprattutto dalle opportunità delle nuove normative europee in termini di case green, che potranno rappresentare un ulteriore stimolo, con dinamiche meno rilevanti e pronunciate di quelle del superbonus, per il settore delle costruzioni e l’edilizia in generale.

a cura del centro studi Youtrade

Heidelberg Materials: tappa a Castrovillari per dare voce alle rivendite

I-partecipanti-del-roadshow-in visita-alla-cava-di-Castrovillari
I partecipanti del roadshow in visita alla cava di Castrovillari

Il roadshow di Heidelberg Materials, per confrontarsi con i rivenditori di materiali edili, ha fatto tappa a Castrovillari (Cosenza), dove sorge un impianto dell’azienda. Focus su sviluppo al Sud, ambiente e cemento sostenibile.

Le dinamiche dell’edilizia al Sud, la trasformazione green dell’industria del cemento sostenibile, le opportunità per la distribuzione edile: Heidelberg Materials, con la collaborazione di YouTrade, ha deciso di affrontare questi temi in un roadshow che tocca i siti produttivi italiani del gruppo.

Un’occasione per comprendere e migliorare il rapporto tra produttore e distributore, ma anche un’opportunità per aggiornare le competenze e la propria crescita professionale. Ed è quanto avvenuto a Castrovillari, vicino a Cosenza, dove sorge un impianto del gruppo cementiero.

Attorno a un tavolo si sono trovati Massimo De Tomaso, Plant production coordinator dell’impianto di Heidelberg Materials a Castrovillari; Francesca Proietti, Marketing Analyst; Michele Vassallo, Sales Area manager Sicily and Calabria; Luigi Esposito, Product Specialist; Vincenzo Gallo, Sales Representatives Calabria, tutti di Heidelberg Materials, assieme a un panel di distributori composto da Massimo D’Ingianna, titolare Edilgarden di Castrovillari; Massimo Fontana, titolare di Fontana a Cetrara (Cosenza); Rocco Alfano, ad di Alfano ad Amantea (Cosenza); Massimiliano Margiotta, presidente Consorzio Rivass di Catanzaro; Paolo Coschignano, titolare di Crt di Corigliano (Cosenza), Virginia Gambino, editore di YouTrade, e Federico Della Puppa, coordinatore del Centro Studi della rivista leader per la distribuzione edile.

Numeri e proposte

L’evento è stato denso di numeri, prospettive, previsioni dell’edilizia, ma anche un’opportunità per un aggiornamento sulla politica di investimenti di Heidelberg Materials, che sta spingendo verso la sostenibilità dei propri impianti produttivi e dei prodotti.

Il confronto è risultato utile e il roadshow di Heidelberg Materials con i distributori proseguirà con altre tappe in Sicilia, Lombardia, Sardegna e Lazio. Obiettivo: dare voce alle rivendite. Insomma, cercare strategie comuni, capire come trasmettere al cliente il valore aggiunto di Heidelberg Materials, presentando prodotti sempre più sostenibili.

Ma questo traguardo convince i rivenditori e, soprattutto, il cliente finale? Secondo i presenti alla tavola rotonda, ci sarebbero azioni da mettere in atto e la prima è proprio iniziare a fare una formazione ficcante.

Guidati dalla moderazione di Virginia Gambino, i rivenditori presenti a Castrovillari, hanno parlato con chiarezza e sincerità ai rappresentanti del colosso della produzione di cemento: il valore aggiunto viene percepito, ma bisogna insistere a livello di conoscenza e di formazione culturale.

Investimenti e impegno

La sostenibilità non è solo uno slogan, ma un impegno concreto che si è tradotto con investimenti, studi e ricerche, per cambiare rotta, per essere diversi e compatibili con l’ambiente. Un’esigenza sociale che il colosso del cemento ha ben compreso.

L’obiettivo di Heidelberg Materials è ambizioso: dopo il rebranding (da Italcementi a Heidelberg Materials), il traguardo è abbattere le emissioni di CO2 entro il 2050, anche grazie alla digitalizzazione. La gamma dei prodotti e dei servizi di Heidelberg Materials si sta evolvendo per guidare la trasformazione del settore.

Il nuovo marchio, rappresentativo, incisivo e globale, vuole dare un volto e un punto di riferimento a questo cambiamento radicale. La struttura industriale dell’azienda in Italia è formata da dieci impianti per la produzione del cemento.

Quattro, invece, sono i centri di macinazione, tra cui Castrovillari, e oltre 120 gli impianti di produzione di calcestruzzo in grado di servire i clienti sull’intero territorio nazionale.

Quello che conta al momento è che i siti produttivi hanno ottenuto la certificazione ambientale Iso 14001 a cui si aggiunge, in alcune aree geografiche, la certificazione Csc, che certifica il processo di approvvigionamento responsabile su tutta la filiera di produzione, secondo i principi base della sostenibilità.

Le tappe

Questo, però, è solo l’inizio. «L’industria del cemento è chiamata a investimenti enormi per raggiungere nei prossimi anni la neutralità carbonica dei propri processi produttivi. Un obiettivo che richiede di sviluppare e adottare tecnologie pionieristiche come la Carbon Capture and Storage (Ccs), che cattura la CO2 prodotta negli impianti per stoccarla a grandi profondità, oppure per riutilizzarla mettendola a disposizione di altri processi industriali», spiega Michele Vassallo, Sales Area Manager Sicily and Calabria.

«Tali soluzioni richiedono capacità e investimenti importanti che l’azienda ha già messo in campo: Heidelberg Materials ha annunciato target chiari e ambiziosi in merito, come il dimezzamento delle proprie emissioni di CO2 entro il 2030 e il raggiungimento dell’obiettivo net-zero entro il 2050. Questa rivoluzione riguarda i processi, ma anche gli stessi prodotti e servizi: saranno sviluppati e realizzati sempre più materiali che innoveranno radicalmente il cemento, imprimendo a questa risorsa il più grande cambiamento dell’ultimo secolo e mezzo. Grazie all’utilizzo di risorse provenienti dall’economia circolare e alle innovazioni di processo si avranno infatti prodotti carbon neutral: di qui la scelta di andare oltre la parola cemento.

Oggi l’impronta carbonica dell’azienda è di 750 chili ogni tonnellata, entro il 2030 dobbiamo arrivare alla metà. E farlo solo con prodotti sostenibili. Il sito produttivo di Castrovillari è uno dei siti più all’avanguardia in materia: il 30% del prodotto è consegnato in sacco. E’ una base solida dove si svolgono incontri e riunioni strategiche, rifornisce rivendite di tutto il Sud, con particolare attenzione ai prodotti speciali per Campania e Sicilia. I cementi sono in sacchi, speciali e alla loppa, dove riusciamo ad arrivare sotto al 50% del clinker emesso in atmosfera. E anche qua si promuove, ovviamente, il nostro ultimo nato: evoZero. Non solo parole, soprattutto fatti».

Il sostegno ai rivenditori e l’innovazione sono palpabili. Lo ha testimoniato Luigi Esposito, Product specialist, che ha illustrato il prodotto i.idro Drain e i.build, business unit per pavimentazioni.

«Una gamma di soluzioni per ogni tipologia di pavimentazione a cui si aggiunge un nuovo approccio: dalla collaborazione nella fase progettuale alla scelta dei materiali, dalla finitura superficiale sino alla posa in opera in cantiere. Il calcestruzzo rappresenta il materiale ideale per realizzare una vastissima gamma di pavimentazioni. Resistenza alla compressione, resistenza all’usura, lavorabilità, durabilità, possibilità di lavorazioni superficiali sono solo alcune delle proprietà che ne consentono l’impiego in pavimentazioni con differente destinazione d’uso: industriali, estetiche, architettoniche e molto altro.

Pavimentazioni ben progettate e realizzate hanno una lunga vita utile e bassi costi di gestione. Le pavimentazioni in calcestruzzo, inoltre, essendo per loro natura chiare, hanno una maggiore luminanza rispetto all’asfalto dunque, soprattutto in ambiente urbano, consentono di ridurre le spese di illuminazione sia per i costi di installazione (meno punti luce) sia per i costi di gestione (lampade meno potenti).

Soprattutto nelle grandi città questa scelta comporterebbe in poco tempo significativi risparmi”. Fra questi anche i.idro Drain, un’innovativa formulazione di calcestruzzo per pavimentazioni continue con un’altissima capacità drenante. Un’accurata selezione degli aggregati e l’azione del legante cementizio gli permettono di raggiungere una capacità drenante 100 volte superiore a quella di un normale terreno», specifica Esposito.

L’opinione dei rivenditori

«Vogliamo dare voce al cliente, la sua opinione è fondamentale e influente: la tavola rotonda itinerante è il posto giusto per avere un momento di confronto in questa fase, di rebranding e investimenti in materia di sostenibilità», ha aggiunto Francesca Proietti.

«La visita in questo stabilimento, la spiegazione sul ciclo produttivo e il dialogo ci hanno resi ancora più consapevoli dell’impegno di Heidelberg Materials nell’investire sulla sostenibilità e sulla sicurezza del prodotto. Un enorme valore aggiunto che permette di distinguersi nella filiera, e che noi dobbiamo trasferire ai nostri clienti: abbiamo bisogno di far conoscere loro il funzionamento della catena produttiva, far toccare con mano una realtà che sul territorio nazionale è un fiore all’occhiello», è stata, in sintesi, l’opinione di Alfano, Margiotta, Fontana e D’Ingianna.

«Siamo influenti sulla scelta d’acquisto dei nostri clienti: spieghiamo loro che cementi e calcestruzzi Heidelberg Materials sono una garanzia, esaltiamo la qualità, la resistenza, la durabilità del prodotto, sottolineiamo le caratteristiche eccezionali di quello che vendiamo loro. Ma si può fare di più, per questo chiediamo aiuto per arrivare dove non riusciamo. Abbiamo percepito la necessità di dover essere più performanti nell’imprimere a fondo il messaggio: per esempio, facendo conoscere l’impianto di Castrovillari anche fuori dai confini regionali. È vero che il sito è molto all’avanguardia, e tutti lo conoscono in Calabria, ma è necessario sottolineare anche fuori dai confini l’importanza di avere questo presidio, per diffondere le potenzialità», è il messaggio arrivato dai rivenditori.

Ci vuole supporto

«Abbiamo bisogno di corsi di formazione, non solo con i clienti, ma anche con i diretti operatori, concentrati sulla pratica: come trattare i prodotti nel concreto e quali vantaggi trarne. Per esempio, sarebbe utile per il legante Plastocem: chi già utilizza questo prodotto non lo cambia, ma chi non lo conosce dovrebbe provare nel concreto l’applicazione. Anche gli open day negli impianti possono essere d’appeal: nei luoghi dedicati alla produzione si spiega la sicurezza e la valenza di ciò che si acquista La nostra funzione è quella di spingere i prodotti, ma avremmo bisogno di più supporto», hanno sottolineato all’unisono Margiotta, Fontana, Alfano e D’Ingianna.

«Tuttavia, spiegare perché conviene acquistare questi prodotti al posto di altri è difficile, la questione della sostenibilità e delle linee dedicate è stata presa in considerazione, ma bisogna ancora lavorare per rendere il concetto affermato, bisogna insistere molto di più». Esigenze che sono state recepite dai rappresentanti Heidelberg Materials, in prima persona da Francesca Proietti e Michele Vassallo: «Sensibilizzazione, digital marketing e formule che trasmettano il valore: si può fare», hanno commentato.

Arriva evoZero, a bilancio zero di CO2

Arriva evoZero, il primo cemento a bilancio zero di emissioni di Co: è stato presentato in anteprima ai rivenditori durante l’evento di Castrovillari e successivamente ai principali attori della filiera.

È un prodotto rivoluzionario al quale Heidelberg Materials ha lavorato è su cui ha investito moltissimo, 3 miliardi di euro, nell’ottica di raggiungere quanto prima la decarbonizzazione nell’industria del cemento.

Per arrivare all’obiettivo zero Co₂ è stata scelta una tecnologia pionieristica come la Carbon Capture and Storage (Ccs), che cattura l’anidride carbonica dal processo produttivo per stoccarla nel sottosuolo, oppure la riutilizza mettendola a disposizione di altre lavorazioni industriali.

Il risultato concreto di questo impegno è evoZero, che sarà disponibile sul mercato italiano a metà 2025. Per produrre il cemento saranno utilizzati i crediti green maturati dall’impianto di Brevik in Norvegia, dove avverrà la vera e propria cattura dell’anidride carbonica. Grazie a un sistema di certificazione che sfrutta le potenzialità della blockchain il prodotto sarà venduto in Italia.

La soluzione caratterizza il prodotto come net-zero carbon alla consegna: chi acquisita evoZero potrà in questo modo sfruttare i vantaggi portati dalle migliori performance di sostenibilità, assumendo un ruolo di leadership nel settore e raggiungendo alcuni degli obiettivi misurati da protocolli riconosciuti, come il Science Based Targets Initiative. Una soluzione che i rivenditori riuniti a Castrovillari hanno accolto con vivo interesse. 

Come funziona la partnership con i rivenditori

Massimiliano-Margiotta
Massimiliano Margiotta | Presidente del consorzio Rivass

Massimiliano Margiotta, presidente del consorzio Rivass (Catanzaro). «Il consorzio Rivass è nato cinque anni fa con 15 associati, oggi ne conta 39: si tratta di una sinergia commerciale che riunisce le rivendite edili presenti sul mercato e che si sta espandendo in tutta Italia, non solo in Calabria. Nell’ultimo anno abbiamo acquisito soci, otto per la precisione, dopo aver chiuso un vantaggioso accordo con Idronext, gruppo nazionale che lavora in particolare nel settore della termoidraulica. I nostri punti di forza sono dinamicità, servizi e gioco di squadra con gli associati, fra tutti vogliamo creare una sinergia perfetta. I prodotti e la loro qualità sul territorio contano tantissimo, siamo dei grandi sostenitori dell’economia circolare, noi e Heidelberg Materials siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Il nostro rapporto con l’azienda è molto stretto: è stata una delle prime società che ha dato fiducia al nostro consorzio e sapere che sono molto attenti all’impatto ambientale non solo con slogan, ma con prodotti certificati, per noi è motivo non solo di vanto, ma rende sempre più salda la partnership. Noi e gli associati siamo in perfetta sintonia».

Massimo-Fontana
Masssimo Fontana | Titolare Fontana Srl

Massimo Fontana, titolare della Fontana Srl – Gruppo Made di Cetrara (Cosenza). «Lavoriamo principalmente a Cosenza e in provincia, l’edilizia pesante per noi vale il 30% del nostro fatturato, che si aggira attorno a 1,8 milioni di euro. I prodotti di Heidelberg Materials sono molto richiesti, specialmente il Tecnocem, il cemento bianco, il rapido, Plastocem, Murace e 3.25. Quest’ultimo va per la maggiore. Heidelberg Materials per noi rappresenta non solo tradizione, ma anche qualità, quindi una garanzia per i nostri clienti. Ci troviamo molto bene».

L’azienda è nata nel 1973 come impresa artigiana di lavorazione marmi, grazie alla tenacia di Michele Fontana e Giovannina Occhiuzzi. Un anno dopo è diventata rivendita di materiale idraulico e di finiture.

Oggi l’azienda è guidata dai tre figli, la seconda generazione, ed esercita la propria attività nel settore della lavorazione di marmi, graniti nazionali ed esteri e nella vendita di materiale edile. Nel 2010 è entrata nel gruppo Made come socio.

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Rocco Alfano | Titolare della Alfano Spa Amantea

Rocco Alfano, titolare Alfano spa Amantea (Cosenza). «Se si vuole dare valore al prodotto è importante conoscerlo. Heidelberg Materials è un’azienda di valore, una garanzia sul nostro territorio che dà sicurezza e che si cura dell’ambiente, insieme alla qualità di quello che vendono e dei propri clienti. Lo hanno dimostrato con le scelte ambiziose e rivoluzionarie recenti, tra cambio di nome e l’aver sposato appieno l’economia circolare, non facendo mai mancare l’impegno. Purtroppo, non tutti i nostri clienti sono sensibili alle certificazioni del prodotto e alla sostenibilità e il prezzo può essere una discriminante: è necessario formare e informare, oltre che motivare, perché negli anni il cemento è rimasto povero di valore. Ultimamente registriamo un calo nei laterizi e nell’isolante, mentre sono in aumento i sistemi a secco, il colore e i premiscelati. Con il Pnrr penso che la richiesta di cemento rimarrà stabile».

Da decenni presenti sul mercato per la commercializzazione di materiale edile, l’azienda di Amantea (socio BigMat) è un pilastro in Calabria nel settore, attiva in due importanti e strutturati punti vendita. Con Heidelberg Materials la collaborazione è attiva da anni, senza ripensamenti.

Paolo-Coschiniano
Paolo Coschiniano | Titolare di Crt di Corigliano

Paolo Coschiniano, titolare di Crt di Corigliano (Cosenza). «Il cemento più richiesto da noi è quello di Heidelberg Materials. Collaboriamo da cinque anni, il marchio è molto richiesto e prestigioso e abbiamo deciso di avviare la partnership per la serietà che li contraddistingue, la motivazione soprattutto per la qualità dei prodotti e l’attenzione alla salute. Il rebranding dell’azienda ha stupito sia noi sia i clienti, ma se si tratta di green, specialmente nei fatti, siamo favorevoli».

Crt si occupa di materiali edili e alla commercializzazione di tre marchi registrati: Bricasa (edilizia e bricolage), Futurcasa (importazione e distribuzione casalinghi) e Evo Energetica (importazione e distribuzione fotovoltaico). Vicini al porto di Corigliano, sono degli specialisti sul territorio dell’edilizia pesante.

Massimo-d'ingianna
Massimo D’ingianna | Titolare Edilgarden

Massimo d’Ingianna, titolare di Edilgarden. «Siamo clienti storici di Heidelberg Materials, già all’epoca di Italcementi: ci troviamo a soli 2 chilometri dallo stabilimento. Per noi è un pezzo della nostra quotidianità, un pilastro anche del nostro tessuto sociale: io ho iniziato a caricare i sacchi di cemento che rifornivano all’azienda di mio padre quando ero solo un bambino. Il rebranding e l’impegno verso l’economia circolare sono stati d’impatto, con i clienti bisogna lavorare per far percepire l’importanza di questa operazione. Bisogna far conoscere la realtà, l’azienda e il prodotto, per far comprendere gli investimenti e l’impegno, oltre che la qualità dei prodotti, sempre impeccabili. Da noi, il più richiesto è il 3.25».

Edilgarden è un’azienda di Castrovillari, proprio il luogo dove si è tenuta la tavola rotonda, e si occupa da molti anni della vendita di materiale edile, tratta colori, ferramenta, cartongesso, arredo giardino e servizio gru. L’azienda è guidata dalla seconda generazione e nella cittadella calabrese è un punto di riferimento.

Ambiente più tutelato con il Consorzio rec

All’insegna della circolarità e della sostenibilità, sempre. Questo il motto di Heidelberg Materials, che ha deciso di fare un ulteriore passo verso l’economia circolare. L’azienda ha deciso di aderire al Consorzio Rec (Recupero Edilizia Circolare).

L’iniziativa, che ha suscitato interesse da parte di tutti gli attori della filiera delle costruzioni, offre possibilità ai punti vendita di materiali edili associati di poter ritirare i rifiuti da costruzione e demolizione all’interno dei propri store.

In questo modo gli artigiani e le piccole imprese hanno a disposizione molti punti, distribuiti sul territorio, a cui conferire gli scarti delle attività di demolizione e costruzione.

Dopo una attenta valutazione e un opportuno trattamento, questi materiali possono essere riutilizzati da Heidelberg Materials come materie prime seconde nel ciclo di produzione del cemento o del calcestruzzo, attivando così un processo virtuoso di economia circolare.

di Alice Fugazza

Perché Ursula è una good news per l’edilizia

Ursula von der Leyen
Ursula von der Leyen

I pessimisti sono sempre più felici degli ottimismi, perché tutto quello che va nel verso giusto diventa un regalo insperato. Quanto bisogna essere contenti, quindi, di ciò che è avvenuto a Strasburgo? Per il mondo dell’edilizia, inutile nasconderlo, le notizie sembrano buone. D’accordo, per ora sembrano solo, perché poi sarà la prova dei fatti a confermare o smentire le aspettative. Però è inutile nascondere che chi costruisce o riqualifica edifici, singole unità abitative, fino a interi quartieri, non può che tirare un sospiro di sollievo con la conferma di Ursula Gertrud von der Leyen (questo il nome completo della riconfermata presidente della Commissione Ue).

Il motivo è semplice: nel suo discorso programmatico la tedesca che guiderà per un altro mandato i commissari europei a Bruxelles ha confermato l’impegno per il Green Deal. Potrà piacere o meno (per esempio, non piace l’incaponirsi europeo sull’auto elettrica, che non conquista i cuori degli utenti), ma comunque l’obiettivo comprende anche l’impegno per la riqualificazione del patrimonio immobiliare. Musica per le orecchie del settore dell’edilizia. Non solo: la casa sarà inserita esplicitamente tra le responsabilità di uno dei commissari di prossima nomina e sarà presentato un piano dell’Unione Europea per abitazioni sostenibili. Non è solo una musichetta, insomma, ma una sinfonia.

La bandiera dell'Unione Europea
La bandiera dell’Unione Europea

La presidente della Commissione lo ha detto esplicitamente: «Rivedremo anche le regole sugli aiuti di Stato per sostenere gli investimenti nell’edilizia abitativa, in social housing, e aiuti all’efficienza energetica». Tradotto: i vari Paesi potranno utilizzare bonus. E un’altra strada potrebbe essere un Pnrr bis esplicitamente dedicato alla riqualificazione degli immobili. Potrebbe essere la via più semplice: il programma delineato a Strasburgo sembra richiedere che sia ripetuta l’esperienza di finanziamento con debito europeo comune iniziata con il Next Generation Eu (cioè il nostro Pnrr). Che la festa continui.

Le premesse sono buone, insomma, anche se poi sarà tutta da verificare la possibilità pratica nel raggiungere gli obiettivi prefissati. Non bisogna dimenticare che c’è una guerra in corso alle porte della Ue e gli investimenti per la Difesa, complice anche la quasi certa elezione di Donald Trump, saranno per forza aumentati. Ma, in ogni caso, sempre meglio avere degli obiettivi green per l’edilizia, piuttosto che negarli in partenza. Certo, l’Italia si è presentata divisa proprio di fronte a questo traguardo e una parte dei rappresentanti tricolori al Parlamento ha bocciato Ursula a causa della conferma del Green Deal annunciata nel discorso di programma. Una posizione che non tutti hanno compreso e che potrebbe non giovare al peso del nostro Paese nelle decisioni che saranno prese, in primo luogo con l’attribuzione di ruoli e deleghe.

Sesto congresso Anit: si apre il dibattito sulla direttiva case green

Green business ESG management tool to save world future concept model case idea to deal with bio carbon waste cycle data for better day of city life while building jobs, money

La nuova Epbd IV rappresenta un ulteriore passo che l’Europa intende compiere nella lotta ai cambiamenti climatici, in considerazione della situazione energetico-ambientale dell’Unione. Durante il 6° Congresso Anit, che si terrà il 21 e 22 novembre 2024, nella prima sessione tecnica in sala 1, si discuterà del futuro dell’efficienza energetica degli edifici con esperti della Commissione europea, del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica e dell’Enea.

Questo documento approfondisce gli obiettivi e le scadenze della direttiva Europea Case Green, seguendo un primo articolo che ne presentava i punti salienti e i risvolti sociali.

Premessa

Il 25 settembre 2015 l’Assemblea generale dell’Onu ha pubblicato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, comprendente 17 obiettivi, tra cui il Goal 7 Energia pulita e accessibile. Questo obiettivo include due target fondamentali per gli edifici: aumentare notevolmente la quota di energia da fonti rinnovabili e raddoppiare il tasso globale di miglioramento dell’efficienza energetica. Questi due punti diventano prioritari per le strategie internazionali e europee. Nella Renovation wave strategy dell’Unione europea di ottobre 2020 viene infatti richiesto di:

  • raddoppiare il tasso annuo di rinnovamento energetico degli edifici entro il 2030 e promuovere ristrutturazioni profonde di più di 35 milioni di edifici e la creazione di fino a 160 000 posti di lavoro nel settore edile;
  • ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra dell’intera economia dell’Unione di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Tra gli strumenti previsti all’interno del pacchetto legislativo Fit for 55 è parte integrante anche la revisione dell’Epbd.

Revisioni Epbd

Epbd significa Energy Performance of Building Directive. La prima direttiva, la n. 91 del 2005, era focalizzata principalmente sull’aspetto energetico degli edifici. Oggi diventano fondamentali anche altri concetti come la sostenibilità ambientale e il comfort interno.

Le direttive europee sono documenti redatti dal Parlamento europeo che stabiliscono un obiettivo che i Paesi Ue devono conseguire. Spetta poi ai singoli Paesi definire attraverso disposizioni nazionali come conseguirlo.

Schema delle precedenti Epbd

Direttiva 2002/91/Ce-> decreto legislativo 19 agosto 2005 n.192, dm 26 giugno 2009
Direttiva 2010/31/Ue-> legge 3 agosto 2013 n. 90, dm 26 giugno 2015
Direttiva 2018/844/Ue-> decreto legislativo 10 giugno 2020, n. 48
Epbd IV- direttiva 2024/1274/Ue

L’art. 1 comma 1 prevede come obiettivo principale che venga raggiunto un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050, tenendo conto delle condizioni locali, delle condizioni climatiche esterne, delle prescrizioni relative alla qualità degli ambienti interni e dell’efficacia sotto il profilo dei costi.

Laddove con “edificio a emissioni zero” si intende (art. 2 comma 2) un edificio ad altissima prestazione energetica, determinata conformemente all’allegato I, con un fabbisogno di energia pari a zero o molto basso, che produce zero emissioni in loco di carbonio da combustibili fossili e un quantitativo pari a zero, o molto basso, di emissioni operative di gas a effetto serra conformemente all’articolo 11.

Scadenze e obblighi

Per raggiungere il traguardo 2050 sarà necessario un programma che dovrebbe prevedere oltre che obblighi anche tutele sociali e garanzie finanziarie per tutelare i più deboli. Ogni Stato membro prepara una proposta di Piano nazionale di ristrutturazione degli edifici, che contiene una tabella di marcia (con traguardi intermedi), una rassegna delle politiche previste e una stima degli investimenti necessari e la trasmette alla Commissione europea entro il 31/12/2025.

La Commissione valuta la proposta con dei commenti. Il Piano nazionale definitivo che tiene conto dei commenti viene inviato entro il 31/12/2026 e viene successivamente rielaborato ogni 5 anni.

I nuovi edifici dovranno essere a zero emissioni:

  • dal 1° gennaio 2028 edifici pubblici;
  • dal 1° gennaio 2030 tutti gli edifici;
  • fino a quel momento, i nuovi edifici devono essere a energia quasi zero.

Gli edifici esistenti dovranno essere a zero emissioni entro il 2050. Tale indicazione si vedrà come sarà recepita dal governo italiano tenendo conto delle deroghe e impossibilità tecniche eventuali.

Per raggiungere questo obiettivo si chiede ai Paesi dell’Ue di prevedere che il consumo medio di energia primaria in kWh/(m2.a) dell’intero parco immobiliare residenziale:

  • diminuisca di almeno il 16 % rispetto al 2020 entro il 2030;
  • diminuisca di almeno il 20-22 % rispetto al 2020 entro il 2035;
  • entro il 2040, e successivamente ogni cinque anni, sia equivalente o inferiore al valore determinato a livello nazionale derivato da un progressivo calo del consumo medio di energia primaria dal 2030 al 2050 in linea con la trasformazione del parco immobiliare residenziale in un parco immobiliare a emissioni zero.

Gli Stati membri provvedono affinché almeno il 55 % del calo del consumo medio di energia primaria di cui al terzo comma sia conseguito mediante la ristrutturazione del 43% degli edifici residenziali con le prestazioni peggiori.

Ape emessi fino al 31/12/2023 | Si riscontra una riduzione del 6,22 % con l’andamento riportato nel grafico con proiezioni al 2035

Da un’analisi degli attestati energetici registrati sul Siape nel 2020-2021-2022-2023 si evince come la situazione degli edifici sia molto scarsa, nel 2021 più del 50% degli edifici residenziali risulta sotto la classe D. Si segnala che tale analisi però è assolutamente parziale ma i dati Enea possono aiutarci a capire quanto è stato fatto a livello di riduzioni di fabbisogno negli ultimi anni.

Prendendo come riferimento EPgl,nren medio pesato (kWh/m2), calcolato sulla base degli Ape emessi fino al 31/12/2019 e quello calcolato sulla base degli Ape emessi fino al 31/12/2023 si riscontra una riduzione del 6,22 % con il seguente andamento riportato nel grafico con proiezioni al 2035.

Si evince che se la riqualificazione degli immobili avesse lo stesso trend che ha avuto negli anni del superbonus (2020-2023) si potrebbero raggiungere i risultati richiesti con -16% al 2030 e -22% al 2035. Ma con il blocco quasi totale degli incentivi riteniamo che sia praticamente impossibile.

Come si potranno raggiungere le indicazioni dell’Epbd IV?

Per il parco edilizio non residenziale dovrà essere ristrutturato:

  • il 16% degli edifici con le peggiori prestazioni entro il 2030;
  •  il 26% degli edifici con le peggiori prestazioni entro il 2033.

Gli Stati membri possono stabilire e pubblicare criteri per esentare singoli edifici non residenziali dai requisiti di cui al presente paragrafo, alla luce del previsto uso futuro di tali edifici, alla luce di grave difficoltà o in caso di valutazione sfavorevole dei costi e dei benefici.

Qualora la ristrutturazione globale necessaria per conseguire le soglie di prestazione energetica di cui al presente paragrafo, sia oggetto di una valutazione sfavorevole dei costi e dei benefici per un determinato edificio non residenziale, gli Stati membri esigono che, per tale edificio non residenziale, siano attuate almeno le singole misure di ristrutturazione con una valutazione favorevole dei costi e dei benefici.

La situazione degli immobili non residenziali però, è attualmente poco nota: meno del 13% è presente nel Siape e quindi sarà assolutamente necessario uno studio approfondito per poter garantire il percorso richiesto.

Prossimi step

La nuova Epbd IV deve essere recepita dagli stati dell’Unione entro il 29 maggio 2026. Per quella data ci saranno diversi ambiti su cui lavorare. Tra questi, due in particolare: la nuova classificazione energetica e l’indicatore limite sul Gwp globale per l’intero ciclo di vita dell’edificio.

Infatti, entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della direttiva, l’attestato di prestazione energetica è conforme al modello di cui all’allegato V della stessa direttiva che prevede:

  • la classe di prestazione energetica dell’edificio su una scala chiusa che usa solo le lettere da A a G.
  • la lettera A corrisponde agli edifici a emissioni zero.
  • la lettera G corrisponde agli edifici con le prestazioni peggiori del parco immobiliare nazionale al momento dell’introduzione della scala.
  • Gli Stati membri provvedono, affinché sia calcolato il Gwp nel corso del ciclo di vita dell’edificio e reso noto nell’attestato di prestazione energetica dell’edificio:
  •  
    • a) a decorrere dal 1º gennaio 2028, per tutti gli edifici di nuova costruzione con superficie coperta utile superiore a 1 000 m2;
    • b) a decorrere dal 1º gennaio 2030, per tutti gli edifici di nuova costruzione.

    Entro il 1º gennaio 2027 gli Stati membri pubblicano e notificano alla Commissione una tabella di marcia che specifica l’introduzione di valori limite del Gwp totale cumulativo nel corso del ciclo di vita di tutti gli edifici di nuova costruzione e fissano obiettivi per gli edifici di nuova costruzione a partire dal 2030.

     

     

  • Per il calcolo del Gwp nel corso del ciclo di vita degli edifici di nuova costruzione a norma dell’articolo 7, paragrafo 2, il Gwp totale nel corso del ciclo di vita è comunicato sotto forma di indicatore numerico per ciascuna fase del ciclo di vita espresso in kgCO2eq/(m2) (di superficie coperta utile), calcolato per un periodo di studio di riferimento di 50 anni.La selezione dei dati, la definizione degli scenari e i calcoli, sono effettuati conformemente alla norma En15978 (En 15978:2011 Sostenibilità delle costruzioni Valutazione della prestazione ambientale degli edifici Metodo di calcolo) e tenendo conto di eventuali norme successive relative alla sostenibilità delle costruzioni e al metodo di calcolo per la valutazione della prestazione ambientale degli edifici.
  • Conclusioni e Pniec

    È difficile prevedere le azioni del Governo per recepire in modo rigoroso la direttiva Epbd IV. A oggi il Pniec presentato a Bruxelles non mostra una chiara volontà di promuovere la riqualificazione degli edifici o di sostenere nuovi edifici efficienti. Le linee di indirizzo parlano di necessaria revisione totale delle detrazioni che affronti con un approccio integrato ed efficiente le opere di riqualificazione degli edifici residenziali esistenti.

    La riforma dovrà avere una durata almeno decennale per rispondere agli sfidanti obiettivi previsti per il settore residenziale e in particolare, essa dovrà:

    • essere indirizzata prevalentemente alle unità immobiliari soggette all’obbligo della direttiva 1275/2024 cosiddetta Case green (prime case, unità immobiliari con classe energetica bassa, situazioni di povertà energetica,…);
    • garantire benefici distribuiti in un massimo di 10 anni;
    • ammettere interventi sia singoli, sia di riqualificazione energetica profonda (combinazione di più interventi);
    • garantire i benefici ridotti per gli interventi singoli e, per gli interventi di riqualificazione energetica profonda, benefici crescenti in funzione della performance energetica raggiunta, tenendo anche conto delle performance sismiche per le aree ad alto rischio. Gli interventi energetici saranno “trainanti” rispetto a tutti gli altri interventi;
    • garantire costi massimi specifici omnicomprensivi sia per singoli interventi, sia per interventi di riqualificazione energetica profonda, di semplice verifica e univoci per l’intero territorio nazionale;
    • essere affiancata da strumenti finanziari di supporto, ad esempio finanziamenti a tasso agevolato, anche a copertura totale dei costi di investimento, con condizioni di favore per le persone in condizioni di povertà energetica. In tale ambito, sono in previsione anche l’individuazione di sinergie con la riforma del Fondo nazionale efficienza energetica.

    A questo punto dobbiamo attendere e capire come questa sfida potrà essere vinta anche in considerazione dell’obiettivo finale al 2050 di edifici a energia zero. Auspichiamo che nell’attuazione di queste revisioni sia primario il concetto che l’energia più green è quella non consumata e che sprecare inutilmente fonti rinnovabili in edifici colabrodo è insostenibile.

    di Ing. Valeria Erba | Presidente Anit

Showroom Habimat anche a Settimo Vittone (Torino)

Showroom Habimat Dov.Edil a Settimo Vittone (Torino)
Showroom Habimat Dov.Edil a Settimo Vittone (Torino)

Successo per la nuova sala mostra Habimat di Dov.Edil inaugurata a Settimo Vittone (Torino), che ha già accolto in poche settimane molti architetti e progettisti d’interni. Habimat è l’insegna di BigMat dedicata agli showroom d’interni, che si aggiunge ai 40 già presenti su tutto il territorio nazionale. Dov.Edil Srl di Donnas (Aosta) è un’azienda a conduzione famigliare guidata da Marco Doveil, affiancato dai genitori e dalla moglie Anna Planaz, con uno showroom a Pont Saint-Martin e ora anche a Settimo Vittone. Il nuovo showroom è frutto di un lungo lavoro di ristrutturazione iniziato nel 2020, come racconta il titolare Marco Doveil: «Nel 2018 abbiamo aperto a Pont Saint-Martin il nostro primo negozio di finiture e abbiamo subito deciso di investire in questo comparto cercando uno spazio più ampio. Nel 2020 è arrivata l’occasione di un immobile da ristrutturare a dieci minuti di distanza e l’abbiamo colta iniziando subito i lavori per poi nel 2023 aderire al Gruppo BigMat e scegliere l’insegna Habimat per la nuova sala mostra». La nuova sala mostra si sviluppa su una superficie di 450 metri quadrati, disposti su un livello, dove poter trovare un’ampia gamma di pavimenti e rivestimenti, piastrelle, laminati e parquet, ma anche arredobagno, sanitari, carta da parati, resine e tutto il mondo colore con Habimat Color Collection, la collezione di toni esclusivi ideati da Habimat per gli ambienti domestici.

«Habimat è il format per gli showroom perfetto per la nostra nuova sala mostra perché ci permette di posizionarci come partner di architetti e progettisti d’interni proponendoci come trend setter dell’interior design», sottolinea Doveil.

Materiali in esposizione
Materiali in esposizione

Il nuovo showroom, che si trova a pochi minuti dal punto vendita di edilizia BigMat Dov.Edil, è stato progettato seguendo totalmente il concept sviluppato dal team Habimat, in collaborazione con lo studio di architettura Del Monaco+Lorenzoni di Milano, e si presenta con un’esposizione innovativa e moderna, studiata per offrire un percorso immersivo ed esperienziale alla scoperta di ambientazioni ispirate ai trend del momento e che possono essere personalizzate sulle esigenze del cliente.

Materie e materiali sono organizzati in moodboard che raccontano stili e abbinamenti di texture, materiali, tonalità cromatiche, formati e tipologie di posa, da cui lasciarsi ispirare e da cui prendere spunto per costruire, assieme al professionista dell’interior design o al privato, l’ambiente su misura dei bisogni e desideri del cliente.

Area bagno
Area bagno

«Habimat è uno dei concept BigMat che ci è piaciuto fin da subito per la sua estrema versatilità», spiega Anna Planaz. «Ci permette di allestire con facilità un’esposizione sempre aggiornata e personalizzata sui gusti dei nostri clienti, ad esempio grazie a questo allestimento riusciamo a proporre anche materiali difficili per la nostra zona, come i marmi, accostandoli a legni e a materiali dall’aspetto rustico. Accostare texture, colori e materiali in abbinamenti di tendenza pronti da proporre al cliente è sicuramente un modo efficace e coinvolgente di presentare le finiture ai privati ma anche ai professionisti a cui vogliamo rivolgerci con sempre maggiore attenzione».

Sono due i membri dello staff di Habimat Dov.Edil, una figura commerciale dedicata all’ampliamento del portfolio clienti e un consulente alla vendita, pronti ad accompagnare e guidare l’architetto, il designer e il privato con una consulenza specializzata (pre e post- vendita) a supporto di tutte le esigenze di ristrutturazione e costruzione, offrendo un servizio di rilievo in cantiere e progettazione 3D, con realtà virtuale per un’esperienza immersiva, di consegna e di posa per progetti chiavi in mano.

Area living
Area living

Un salto di qualità per crescere e ampliare i propri orizzonti ma anche intercettare un nuovo mercato è quello che la famiglia Doveil vuole fare con lo showroom Habimat andando a integrare sinergicamente l’attività del magazzino edile BigMat.

«Dopo una precedente esperienza in una realtà consortile abbiamo scelto di entrare in BigMat perché ne apprezziamo lo spirito di condivisione, il supporto, i servizi offerti ai soci, in particolare i concept come Habimat appunto, e non per ultimo il profondo confronto con altri colleghi a livello regionale e nazionale da cui emergono idee e stimoli per migliorare il proprio business», conclude Marco Doveil.

Polyglass lancia la nuova linea di isolanti acustici Sonic per dire stop al rumore

Polyglass | Sottomassetto su nuovo solaio

Polyglass, leader nella produzione di materiali innovativi per l’edilizia, è orgogliosa di annunciare il lancio della sua nuova linea di isolanti acustici per il rumore da calpestio, Sonic.

Questa nuova gamma di prodotti risponde alla crescente esigenza di comfort acustico nei contesti urbani moderni, caratterizzati da un’alta densità abitativa e un aumento delle fonti di disturbo sonoro. 

Polyglass | Sottomassetto con pavimento radiante

L’importanza del benessere acustico è ormai riconosciuta come un requisito fondamentale nell’edilizia. Il decreto dpcm 5/12/97, «Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici», stabilisce infatti i parametri minimi di isolamento acustico necessari per garantire ambienti abitativi confortevoli in base alla loro destinazione d’uso. 

La linea Sonic

La linea Sonic si distingue per le sue performance eccellenti, facilità di posa, sicurezza e contributo alla salute degli ambienti interni. Il sistema modulare di isolamento acustico per il rumore da calpestio comprende soluzioni sia per sottomassetto che per sottopavimento, garantendo una protezione acustica ottimale e un comfort senza compromessi. 

Polyglass | Sottopiastrella su pavimento esistente

I prodotti della linea Sonic sono ecologici, conformi ai requisiti Cam (Criteri Ambientali Minimi), Voc free e progettati per minimizzare l’impatto ambientale. In particolare, Sonic Roll Plus ha il contenuto di riciclato certificato da Icmq, confermando l’impegno di Polyglass per la sostenibilità. 

La gamma Sonic per l’isolamento acustico è completa di soluzioni sottomassetto, sottopavimento e accessori per realizzare in maniera efficace i dettagli costruttivi e garantire il comfort abitativo. 

Soluzioni per sottomassetti galleggianti

Sonic Roll Plus: isolante anticalpestio, con battentura autoadesiva, composto da polietilene espanso reticolato ad alte prestazioni, accoppiato sul lato inferiore a fibra di poliestere e sul lato superiore a un film alluminato.

Quest’ultimo ha funzione di barriera vapore, protegge dai graffi e dalle sollecitazioni meccaniche. L’isolante Sonic Roll Plus è dotato di certificato Icmq, per il suo contenuto di materiale riciclato. 

Sonic Roll: isolante anticalpestio in materiale resiliente, accoppiato sul lato inferiore a fibra di poliestere e sul lato superiore a un geotessile, che offre protezione meccanica e resistenza alla lacerazione, con battentatura per facilitare e garantire l’adesione in fase di sovrapposizione. 

Sonic Roll Easy: materassino in polietilene espanso per l’abbattimento acustico, semplice da installare. 

Soluzioni per sottopavimento

Sonic Comfort Sa: isolante acustico autoadesivo a basso spessore per applicazioni sottopavimento, con funzione desolidarizzante per l’isolamento anticalpestio su pavimentazioni esistenti. 

Sonic Comfort Glue: isolante acustico a basso spessore con funzione desolidarizzante per applicazioni sottopavimento o sottomassetto a basso spessore, compatibile anche con pavimenti radianti. 

Gli accessori

Sonic Band: fascia perimetrale per l’isolamento acustico sottomassetto, utilizzata per completare l’isolamento acustico tra piano e verticale; 

Sonic Roll Angolo: angolo interno ed esterno per l’isolamento acustico sottomassetto, da utilizzare con Sonic Band per completare l’isolamento acustico tra piano e verticale; 

Sonic Tape: nastro per sigillare i teli dei materassini acustici sottomassetto; 

Sonic Wall: fascia tagliamuro ideale per desolidarizzare i tramezzi verticali. 

Grazie alla linea Sonic, Polyglass offre al mercato edilizio soluzioni tecnicamente avanzate che coniugano elevate prestazioni acustiche e sostenibilità ambientale. Progettisti, imprese e committenti possono ora contare su prodotti che migliorano significativamente la qualità della vita negli edifici moderni, riducendo l’impatto acustico e rispettando le normative vigenti. 

Tre nuovi ingressi nel Gruppo Made

gruppo-made

La Sicilia è ancora fra le regioni protagoniste della continua fase di sviluppo di Grupppo Made. In pochi mesi sono state 14 le rivendite edili che hanno aderito al network Made, un Gruppo che oggi ha abbondantemente superato i 200 punti vendita in 18 regioni italiane.

Angelo Ferrante
Angelo Ferrante

Ferrante Techno Costruzioni. Nasce a Palermo come impresa edile e, nel 2013, amplia il suo core business con una rivendita di materiali edili, ulteriormente arricchita negli ultimi anni con prodotti e soluzioni per i settori della termoidraulica e il settore elettrico. L’offerta per l’edilizia è quanto mai ampia e comprende sistemi a cappotto, edilizia leggera, utensili ed elettroutensili, oltre che i tintometri per il colore per interni ed esterni. Più recentemente, è stato aperto un settore dedicato alla show-room per finiture, ceramiche e arredobagno. Oggi, confida Angelo Ferrante, l’azienda è pronta per fornire al cliente un servizio completo chiavi in mano, grazie alla completezza dell’offerta merceologica e alla professionalità dell’impresa edile che opera da anni sia nel mercato del nuovo che in quello della ristrutturazione. La scelta di entrare a far parte di Gruppo Made nasce dalla convinzione che il Gruppo sia sinonimo di forza, ma anche una opportunità di crescita professionale. Una condivisione di intenti che verrà presto sancita dalla nuova insegna che vedrà agganciati il tradizionale logo aziendale con quello del Gruppo.

Emanuele Maugeri
Emanuele Maugeri

Ma.Em. Di Emanuele Maugeri. Ha una storia ultra centenaria a Catania e di continua trasformazione effettuate da tre generazioni di imprenditori. Inizialmente impresa puramente edile, è diventata magazzino e impresa con la seconda generazione per poi, circa vent’anni, trasformarsi nella attuale attività che commercializza finiture, arredobagno, pavimenti, rivestimenti e rubinetterie per un pubblico quasi essenzialmente composto da privati. Il personale della show-room è molto qualificato e può vantare una importante specializzazione nella progettazione in 3D, sicuramente molto impattante di fronte alle richieste dei clienti. Per Emanuele Maugeri la scelta di entrare in Gruppo Made è stata dettata dalla considerazione che oggi far parte di un Gruppo di livello nazionale possa portare solo benefici, soprattutto in una zona dove la presenza della Gdo è molto avvertita. Per questo occorrono il supporto e i servizi del Gruppo.

Staff L'Edilizia
Staff L’Edilizia

L’Edilizia. A Canicattì (Agrigento) è attiva dal 2006 ed è un magazzino edile tradizionale che propone anche colore per esterni e una show-room finiture. Vi lavorano sei collaboratori oltre al titolare, Vincenzo Tolone, che è stato il convinto promotore dell’ingresso dell’azienda in Gruppo Made: l’obiettivo dichiarato è quello di far crescere la sua impresa commerciale utilizzando tutti i servizi che il Gruppo mette a disposizione dei suoi aderenti, partendo dal programma formativo, ma anche per poter avere un accesso facilitato a nuove linee di prodotti e di categorie merceologiche, utili per il reale sviluppo dell’attività.

Comfort e salubrità indoor con il trattamento dell’aria Rbm

Rbm | Il dispositivo Airflat per la purificazione dell'aria

Dagli edifici di nuova costruzione alle ristrutturazioni, dai locali di grandi dimensioni a stanze singole, l’ampia gamma Vmc (ventilazione meccanica controllata) dell’azienda bresciana Rbm offre soluzioni in grado di soddisfare qualsiasi esigenza per trattare l’aria, purificarla e calcolare il reale bisogno di ricambio degli ambienti chiusi.

Rbm | Il dispositivo Airfresh

Considerando che l’aria indoor può essere molto più inquinata di quella esterna, garantirne livelli ottimali genera comfort e tutela la salute, oltre a mantenere in buone condizioni lo stabile, sia esso un’abitazione privata o un ufficio, è fondamentale.

Una casa isolata ed efficiente dal punto di vista energetico è sicuramente utile ma non garantisce che anche l’aria interna sia qualitativamente buona, anzi, e certo non è sufficiente (né efficiente sotto il profilo del risparmio energetico) aprire una finestra per avere un ricambio rapido.

La soluzione ideale? La ventilazione meccanica controllata (Vmc), un sistema che ricambia e filtra l’aria in modo continuo e automatico, migliorando la Indoor Air Quality-Iaq.

Il commento di Luca Vittuari | Direttore generale di Rbm

«La ventilazione meccanica controllata è un paracadute per tutti. Garantisce efficienza energetica e al tempo stesso salubrità e benessere abitativo per le persone. E tutela i costruttori da eventuali contestazioni da parte del cliente finale.

La Vmc funziona trattando l’aria che proviene dall’esterno: la purifica, calcola il reale bisogno di ricambio e la immette negli ambienti interni migliorando il comfort delle persone e dell’edificio stesso.

In inverno l’aria prelevata dall’ambiente esterno viene preriscaldata attraverso uno scambiatore mentre in estate la Vmc fa l’operazione inversa, raffreddando l’aria, e permettendo all’impianto di non lavorare troppo, il che si traduce in risparmio energetico.

Forte della sua lunga expertise nel settore dell’impiantistica, Rbm ha progettato soluzioni di trattamento aria altamente efficaci e in grado di soddisfare anche i progetti più complessi.

Due i sistemi di applicazione, pensati per interventi con caratteristiche diverse (nuove realizzazioni o edifici già esistenti) ma entrambi in grado di risolvere i problemi di umidità, cattivi odori e bassa qualità dell’aria che si respira negli ambienti chiusi: i sistemi di ventilazione centralizzata e i sistemi di ventilazione decentralizzata».

I due sistemi di ventilazione

Airflat e Airfresh

I sistemi di ventilazione centralizzata a doppio flusso sono costituiti da una macchina monoblocco che consente una distribuzione uniforme dell’aria all’interno degli ambienti, assicurando massimo comfort, risparmio energetico e bassa rumorosità. I filtri dell’aria sono in grado di trattenere il particolato anche più fine.

La gamma Airflat – disponibile sia nella versione orizzontale che verticale – offre soluzioni all’avanguardia per il trattamento dell’aria, specifiche per ambienti di diverse dimensioni.

La gamma Airfresh – anch’essa disponibile nelle versioni orizzontale e verticale integra la funzione deumidificazione, per questo è particolarmente adatta per essere integrata in impianti radianti in caldo/freddo. Nel nuovo catalogo Rbm (disponibile anche online) le due gamme sono illustrate nelle caratteristiche principali.

Rmb | Sistemi per migliorare la qualità dell’aria

I sistemi di ventilazione decentralizzata sono posizionati su pareti esterne e rappresentano la soluzione ideale in edifici già abitati e nei quali l’intervento deve essere quindi il meno impattante possibile.

Tali sistemi sono infatti privi delle canaline di distribuzione dell’aria e sono progettati per migliorare il ricambio dell’aria all’interno di ambienti specifici come singole stanze o locali. Di facile installazione e applicazione, sono un’ottima scelta soprattutto in caso di ristrutturazioni.