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Rombi e vetro per il tetto che protegge dal sole

Il tetto della Den Haag Centraal a L'Aia

Un enorme tetto in vetro a rombi, che misura 120 per 96 metri, illumina l’interno della nuova stazione ferroviaria Den Haag Centraal a L’Aja (Olanda). Il progetto, firmato dallo studio olandese Benthem Crouwel Architects, si basa sull’uso della luce per creare piazza urbana coperta più che un punto di snodo dei trasporti: i 20 mila metri quadrati adibiti a terminal e a passaggi pedonali sono coperti da una superficie trasparente e suddivisa da una griglia diagonale forata da elementi geometrici, che aggiunge una serie di funzionalità al design del’ambiente. Infatti, i pannelli a forma di losanga sono stati scelti sia per la loro capacità di giocare con i raggi del sole e l’ombra nelle belle giornate, sia per la possibilità di lasciarli aperti in modo da fornire la giusta ventilazione quando fa caldo, smaltire il rumore e far uscire il fumo in caso di incendio. A sorreggere il tetto otto slanciate colonne che si ergono per 22 metri di altezza, ciascuna con quattro ramificazioni formano insieme alle altre un fitto reticolo.

Il tetto della Den Haag Centraal a L'Aia
Il tetto della Den Haag Centraal a L’Aia
In dettaglio il tetto visto dall'interno
In dettaglio il tetto visto dall’interno

La nuova e luminosa struttura, che ha sostituito quella costruita nel 1970, è stata progettata per rendere accessibili treni, tram e autobus a turisti e pendolari, con un’organizzazione flessibile dei flussi di traffico: i binari sono al piano terra mentre le linee del tram sono sopra elevate in prossimità dell’atrio, ed entrano nella stazione attraverso grandi aperture nelle facciate a sud-ovest e nord-est. La parte di ristorazione e dei negozi è stata ampliata e ha comportato l’aumento delle entrate che ora sono quattro con un collegamento diretto alla zona finanziaria della città Beatrixkwartier. Il risultato è che tutti i diversi tipi di trasporto e i servizi commerciali sono ben visibili da qualunque punto di osservazione, un dettaglio non da poco per un stazione che prevede di incrementare il numero dei passeggeri da 190mila a 240mila in quattro anni.

Una delle quattro entrate della Den Haag Centraal
Una delle quattro entrate della Den Haag Centraal

Rinnovare in bassi spessori con i pavimenti Architop effetto cemento

pavimenti-moderni

pavimenti-moderni

Adatta negli interventi di ristrutturazione, la nuova linea di pavimenti continui effetto cemento Architop di Ideal Work permette di realizzare rasature cementizie ad alta resistenza, di grande impatto estetico e a bassi spessori (3-4 mm). Una soluzione veloce per rinnovare una pavimento usurato, sia in interno che in esterno.

Spesso, proprio a causa degli alti spessori richiesti (6-7 cm), il ripristino di una pavimentazione esistente impedisce la realizzazione di un pavimento in calcestruzzo tradizionale. Basta pensare ai vincoli di peso per superfici come quelle dei solai, che impediscono la realizzazione di un ulteriore strato di pavimentazione. L’unica soluzione rimane quella di demolire la vecchia superficie o scegliere una soluzione che consenta di superare i limiti di spessore e di peso del calcestruzzo tradizionale.

Con Architop è invece possibile rinnovare le superfici senza demolire il pavimento preesistente ed ottenere una nuova pavimentazione continua e resistente. Specializzata nel settore delle pavimentazioni e degli intonaci stampati in calcestruzzo, Ideal Work propone al mercato una soluzione innovativa per realizzare pavimenti nuvolati, acidificati e pettinati. Architop è utilizzabile per rinnovare pavimentazioni già esistenti in calcestruzzo, ceramica, marmo o massetti in sabbia-cemento.

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Grazie alla sua elevata resistenza ed adesione, Architop è particolarmente al ripristino di grandi pavimentazioni industriali e commerciali e alle pavimentazioni soggette all’alto traffico. Per l’uso esterno garantisce resistenza agli agenti chimici ed atmosferici, all’abrasione, alla fessurazione e al gelo.

Disponibile in 29 colorazioni standard e diverse finiture a seconda del tipo di intervento: liscia per interni, semi-liscia o pettinata per esterni. Su richiesta, sono realizzabili textures e finiture personalizzate. Lavorabile sia a mano, con la spatola, sia con la macchina frattazzatrice (elicottero) su supporti solidi e privi di parti instabili.

La Svizzera riduce i consumi per scendere a 2000 Watt

Uno dei tre edifici del complesso Stöckacker Süd in costruzione a Berna

La Svizzera si prepara a diventare una società a 2000 Watt? Per affrontare il problema dei cambiamenti climatici, nell’ambito del Politecnico di Zurigo sviluppato è stato sviluppato negli anni Novanta un modello politico energetico che vede nell’approvvigionamento sostenibile ed equo una soluzione. Realizzabile raggiungendo un obiettivo di potenza continua pari a 2000 Watt, appunto. Ma la Confederazione Elvetica ha attualmente un valore di potenza continua tra i 5000 e i 6000 watt per abitante e, quindi, per raggiungere l’obiettivo si prevede la riduzione del consumo energetico medio giornaliero per persona da 5 kW a 2 kW. Due complessi residenziali che soddisfano questi standard sono già stati costruiti, mentre un altro è in cantiere in un sobborgo di Berna: Stöckacker Süd avrà tre edifici di cinque e quattro piani per un totale di 146 appartamenti. La prima struttura, che verrà completata ad agosto 2016 mentre le altre due entro luglio 2017 e tutte saranno costruite con calcestruzzo riciclato, con uno strato di isolante in più per soddisfare i requisiti Minergie-P-Eco, che si focalizza sull’involucro come criterio principale per l’autonomia energetica dell’edificio e i suoi bassi consumi. E infatti, il progetto prevede un condominio 38 kWh per metro quadrato all’anno.

Uno dei tre edifici del complesso Stöckacker Süd in costruzione a Berna

Il che comporterà per i futuri residenti, secondo la Radio Televisione Svizzera, alcune restrizioni sullo stile di vita: spazio vitale per persona sarà meno di 60 metri quadrati e si avranno solo 27 posti auto per edificio, di cui 15 riservati ai disabili. In compenso ci saranno 510 parcheggi per biciclette e facile accesso ai mezzi pubblici. Limitazioni che non sembrano aver scoraggiato possibili acquirenti e affittuari, visto che le domande superano le disponibilità, almeno stando alle dichiarazioni della municipalità di Berna. I funzionari pubblici a capo del progetto però sostengono che vivere a Stöckacker Süd non comporterà scelte radicali o privazioni, ma solo la possibilità di aumentare consapevolezza e avere di ridurre i consumi con piccoli ma significativi accorgimenti, per esempio utilizzando apparecchi con un’efficienza energetica ottimale. Insomma, non si tratta di diventare vegetariani hanno affermato con ironia, anche perché l’adozione dello standard 2.000 watt sembra destinato a diventare la norma: più di 100 comuni l’hanno incluso nei loro statuti o nelle strategie energetiche, e in alcuni luoghi come Zurigo, Zugo e Aarau, sono stati proprio i cittadini a volerlo. Non solo, con la certificazione di zona a 2000 watt è più facile ottenere il permesso di costruzione da parte del governo locale.

Nasce Big Card, la carta fedeltà per i clienti BigMat

bigmat-BigCard

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Nasce Big Card, la carta fedeltà per i clienti BigMat, titolari di partita IVA e non, che consente di accumulare punti a ogni acquisto (1 punto ogni 10 euro spesi presso i Punti Vendita aderenti). All’interno del catalogo premi sono circa le 140 proposte di grandi marchi del settore tecnologia, casa, tavola e cucina, benessere, tempo libero, animali e infanzia. L’elenco completo dei Punti Vendita aderenti all’iniziativa, il regolamento e il catalogo sono disponibili sul sito del Gruppo.

Dal 28 febbraio 2016, inoltre, sulle reti nazionali Mediaset e SKY, partirà la nuova campagna di comunicazione BigMat per pubblicizzare il Gruppo di distributori indipendenti di materiali edili. Tre i concetti alla base della campagna: professionalità, vicinanza e disponibilità. Le due campagne di e di fidelizzazione sono state realizzate in collaborazione con Key Adv e Acqua Loyalty, rispettivamente agenzia creativa e di fidelizzazione di Acqua Group, guidata da Davide Arduini e Andrea Cimenti.

Fondato nel 1981, BigMat è presente in Europa con 853 punti vendita (190 in Italia) in 8 paesi (Belgio, Francia, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna e dal 2015 anche a Malta) e ha un fatturato complessivo di 2 miliardi di euro. Il Gruppo si rivolge principalmente ai professionisti del settore dell’edilizia, ma anche ai consumatori privati, offrendo prodotti e sistemi costruttivi, dai materiali edili ai sistemi in legno, dalle finiture d’interni fino ai rivestimenti e arredi da esterno. Ha in media oltre 10mila referenze in pronta consegna selezionate e certificate a livello internazionale e nazionale.

La Babele linguistica del Regolamento Edilizio Unico

Totale, lorda, utile, accessoria, complessiva, calpestabile: sono le sei specifiche di superficie che insieme ad altri vocaboli costituiscono le 42 definizioni decise dal tavolo tecnico tra Ministeri delle Infrastrutture e della Funzione pubblica, Regioni e Comuni. Infatti, come accade in ogni regione per gli alimenti soprattutto carni e pesci, anche le amministrazioni locali hanno un lessico differente per quanto riguarda le superfici edificabili. Certo, meno diseguale rispetto agli alimenti, ma qualche confusione sull’interpretazioni delle norme in 8mila comuni la creano di sicuro. A cercare di dare una nomenclatura omogenea sul territorio italiano, almeno per quanto riguarda le istituzioni, ci pensa la legge di conversione del decreto Sblocca Italia. Infatti, nel testo è previsto che Governo, Regioni e autonomie locali concludano in sede di Conferenza unificata, gli accordi necessari per adottare uno schema di regolamento edilizio-tipo. Le definizioni dunque sono parte integrante del nuovo Regolamento Edilizio Unico e metteranno finalmente ordine negli uffici tecnici degli oltre 8 mila Comuni italiani. Così, tutti i piani fuori terra, seminterrati e interrati compresi nel profilo perimetrale esterno dell’edificio diventano superficie totale o il suo acronimo St, tutti i piani comprese nel profilo perimetrale esterno dell’edificio escluse le superfici accessorie invece delimitano la superficie lorda (Sl) oppure il carico urbanistico (Cu), ossia il fabbisogno di dotazioni territoriali di un determinato immobile o insediamento in relazione alla sua entità e destinazione d’uso. Il passo successivo è quello di perfezionare gli articoli del Regolamento Unico che regolano l’autonomia degli enti locali nel determinare le regole di attuazione dei piani urbanistici, che dovranno rispettare la normativa nazionale e regionale e le definizioni standardizzate. Dopodiché lo schema di Regolamento Unico verrà sottoposto alla Conferenza Stato Regioni per l’approvazione definitiva. Alle Regioni e agli enti locali sei mesi di tempo per recepirlo.lettere

Palazzo Marino, sede del Comune di Milano
Palazzo Marino, sede del Comune di Milano

Isolamento termico: nuovi elementi per Lecablocco Bioclima Zero

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I blocchi della famiglia Lecablocco Bioclima Zero di Anpel (Associazione Nazionale Produttori Elementi Leca) si ampliano con nuovi elementi ad alte prestazioni, utilizzabili sia per la realizzazione di tamponamenti, che di murature portanti armate anche in zona sismica.

Queste le novità:

  • il blocco Bioclima Zero18p, da oggi è disponibile anche in una versione per murature portanti armate, oltre che in quella destinata alla realizzazione di tamponamenti. Il sistema costruttivo, già composto da Architrave e Tavella Isolata per la correzione dei ponti termici in corrispondenza degli elementi costruttivi in calcestruzzo, si completa con Blocco Jolly e Blocco Angolo, pezzi speciali  necessari alla realizzazione degli irrigidimenti verticali in corrispondenza di angoli, aperture e in muratura corrente. Composto da una parte interna in calcestruzzo di argilla espansa Leca di 24,5 cm, un pannello isolante in polistirene espanso con grafite di 13,5 cm e una parte esterna a protezione del pannello isolante di 6 cm, adeguatamente preaccoppiati, Bioclima Zero18p raggiunge valori di trasmittanza termica U di 0,18 W/m2K. Inoltre, grazie alla sua elevata massa superficiale e al grande isolamento termico, ha una trasmittanza termica periodica YIE pari a 0,009 W/m2K (a fronte di un valore massimo consentito di 0,10 W/m2K) e uno sfasamento di oltre 17 ore
  • nasce Bioclima Zero 23p, nuovo blocco di 40 cm, costituito da una parte interna in calcestruzzo di argilla espansa Leca di 24,5 cm, un pannello isolante in polistirene espanso con grafite di 9,5 cm e una parte esterna a protezione della componente isolante da 6 cm. Le tre parti sono preaccoppiate in modo da avere pareti a posa singola, in grado di raggiungere una trasmittanza termica U di 0,23 W/m2K con intonaci tradizionali su ambo i lati. Al blocco Bioclima Zero23p sono stati affiancati gli elementi Architrave e Tavella Isolata, realizzando così un vero e proprio sistema costruttivo per consentire la continuità e la protezione dell’isolante lungo tutta la struttura. In particolare, l’elemento architrave permette di avere continuità del taglio termico anche in corrispondenza delle aperture, mentre l’elemento Tavella Isolata consente di coibentare il cordolo di solaio e i setti in calcestruzzo armato in modo continuo
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Bioclima Zero 23p

Adatta sia all’isolamento termico invernale che a quello estivo, la gamma Lecablocco Bioclima Zero dona un comfort interno ottimale in tutte le stagioni e si candida come soluzione costruttiva per gli edifici a “energia quasi zero” (nZEB) richiesti dalla Direttiva Europea 2010/31/CE entro il 2020 e in conformità al Decreto “Requisiti minimi” del giugno 2015.

A Verona torna ad ardere il Progetto Fuoco

di Santina Muscarà

Una festa al caminetto. E non solo: perché il fuoco è la fonte di calore più amata, ma anche importante dal punto di vista economico. Per questo festeggia dieci anni l’appuntamento internazionale che riunisce il settore della produzione di calore ed energia attraverso la combustione della legna. Fino al 28 febbraio, infatti, il quartiere fieristico di Verona ospita anche quest’anno Progetto Fuoco, che ha superato i 750 espositori provenienti da 36 diversi Paesi. «L’esposizione è visitata da 75 mila persone con una presenza di operatori stranieri di circa il 20%», spiega Raul Barbieri, direttore generale di Piemmeti, l’azienda che ha organizzato la manifestazione. «Siamo giunti a questa decima edizione con l’obiettivo di aumentare ulteriormente l’internazionalizzazione, non solo dal punto di vista dei visitatori, ma anche dei produttori presenti, perché Progetto Fuoco è il luogo di incontro principale, a livello mondiale, di chi produce stufe, caminetti e tutti gli impianti e le apparecchiature che funzionano attraverso la combustione della legna». Un settore che aveva bisogno di una visibilità autonoma e che, per questo motivo, dal 1999 si riunisce a Verona con cadenza annuale fino al 2000 e, poi, biennale.

Progetto Fuoco
Progetto Fuoco

Dai grandi impianti ai caminetti

La manifestazione occupa sette padiglioni del quartiere fieristico, per un totale di 105 mila metri quadrati. In particolare, due padiglioni sono stati dedicati ai grandi impianti, caldaie e prodotti derivati del legno per l’utilizzo nel comparto agricolo e industriale. Tre padiglioni sono stati riservati al prodotto domestico, ovvero stufe, termocamini e articoli simili. Ancora: un padiglione è riservato alle cucine e vede l’esposizione di barbecue, forni e tutto ciò che riguarda la cottura con la legna e, infine, un padiglione è stato destinato a canne fumarie, accessori e componentistica. Inoltre, sono presenti due grandi aree esterne con le macchine per la prima lavorazione del legno, cioè tutta la parte che precede la preparazione del combustibile (legna, pellet, cippato). I visitatori? «I principali sono quelli professionali, come rivenditori, agenti, importatori. Poi c’è il mondo della progettazione, dell’installazione e della manutenzione. Non trascurabile la presenza del visitatore generico, che si attesta attorno al 25-30% del totale ed è molto importante, perché permette di dare consensi e notorietà a un comparto che non ha ancora raggiunto la conoscenza che dovrebbe avere», osserva il direttore.

L’esposizione è visitata da 75 mila persone con una presenza di operatori stranieri di circa il 20%
L’esposizione è visitata da 75 mila persone con una presenza di operatori stranieri di circa il 20%

Stufa sostenibile

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La manifestazione occupa sette padiglioni del quartiere fieristico, per un totale di 105 mila metri quadrati

Non tutti sanno, infatti, che riscaldare la propria abitazione attraverso una stufa a legna rappresenta una soluzione che consente economicità nei consumi e sostenibilità. Il legno è una fonte di energia rinnovabile. La stufa, inoltre, ha gli incentivi previsti dall’accesso al Conto Termico. Spesso, invece, si pensa alla stufa o al caminetto come a qualcosa che riguarda la baita in montagna e non come a una soluzione attuale, ideale in ogni posto che necessiti di essere riscaldato. Inoltre, il legno comporta emissioni di polveri in misura minore rispetto ad altri combustibili utilizzati: «Quando i giornali ci invitano a spegnere le stufe per abbassare le emissioni, in realtà dovrebbero specificare che il problema dipende dalle performance delle apparecchiature. È evidente che la stufa della nonna, prodotta molti anni fa, non possa essere paragonata ai prodotti che ci sono oggi in commercio e per i quali le emissioni prodotte sono state ridotte al minimo. Bisogna quindi fare una distinzione precisa», sostiene Barbieri.

Oltre 50 appuntamenti

Per diffondere al massimo informazioni e conoscenza sui cambiamenti del settore Progetto Fuoco ospita più di 50 convegni, organizzati in collaborazione con l’Aiel (Associazione italiana energie agroforestali), le cui tematiche spazieranno dalle emissioni allo sviluppo del mercato, dall’internazionalizzazione alla corretta manutenzione e così via, raggiungendo tutti gli attori coinvolti. «Non esiste altro palcoscenico dove si possa trovare un’offerta così ampia, diversificata e completa del settore. Ormai è un appuntamento atteso e tutti sanno che a Progetto Fuoco sono presentate le novità, sia a livello di informazione sia in termini di prodotti e sistemi realizzati», continua il manager. «È un mondo con enormi margini di sviluppo: basti pensare che ci sono ancora circa 2-3 milioni di vecchie stufe da sostituire. Inoltre non tutti sanno che la stufa non è una semplice integrazione al proprio riscaldamento, ma può essere essa stessa un impianto di riscaldamento».

Ferrara città pilota del progetto Sunshine

La mappa energetica del centro di Ferrara

C’è l’energy manager e l’energy map: è quella tracciata a Ferrara città pilota del progetto Sunshine (Smart UrbaNServIces for Higher eNergy Efficiency), finanziato dall’Unione Europea. Partito tre anni, si basa su un servizio online che si pone l’obiettivo di migliorare notevolmente l’efficienza energetica sia negli edifici che nelle aree urbane. Si tratta di una piattaforma progettata per urbanisti, aziende, Pubblica Amministrazione e altri soggetti interessati come gli amministratori di condominio, che serve a valutare e mappare le prestazioni energetiche degli edifici ed è anche in grado di controllare l’illuminazione stradale a distanza. Testata in diverse città europee, è già riuscita a ridurre il consumo energetico:per esempio, a Ferrara (scelta anche per il fatto che la metà degli edifici pubblici sono collegati a una rete di teleriscaldamento tra le più grandi in Europa, mentre gli altri sono collegati alla rete del gas.)  sono stati risparmiati circa 2 milioni di euro di costi di certificazione energetica su 10mila immobili. Il risparmio annuale ovviamente varia a seconda delle tipologie di edificio, ma nel caso delle scuole è stato calcolato di circa 450 euro. Non c’è solo la città emiliana nella sperimentazione: in due progetti pilota, a Rovereto il consumo energetico è stato ridotto del 19-21%, mentre a Bassano del Grappa sono stati risparmiati 74 euro l’anno per ogni lampione stradale, che equivale a un taglio del 50% del consumo energetico e la bolletta elettrica annuale della provincia di Trento si è ridotta circa del 7-10%.

Il progetto ha creato delle ecomappe che delineano il consumo energetico attuale dell’ambiente urbano, per poi usarle nella valutazione del bisogno reale, segnalando dove intervenire per possibili risparmi consentendo la pre-certificazione energetica degli edifici su scala urbana, da qui il grande numero di immobili valutati a Ferrara. Inoltre, la piattaforma usa i dati meteo locali per pianificare un utilizzo efficiente dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento in modo da ridurre ulteriormente il consumo energetico urbano.

Un altro risultato, non previsto ma certamente ben accolto, è che Sunshine ha dimostrato di poter contribuire al miglioramento del processo decisionale municipale, di poter fornire informazioni per la creazione di nuove attività commerciali e start-up, oltre a migliorare la qualità della vita dei cittadini e a stimolare ulteriori investimenti nell’efficienza energetica. Così, i partner del progetto intendono nel breve termine intensificare i loro programmi di formazione con i funzionari pubblici e gli urbanisti.

La mappa energetica del centro di Ferrara
La mappa energetica del centro di Ferrara

Trattàti da Re 2016: aperte le iscrizioni del concorso Fila

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Venaria Reale

Aperte le iscrizioni per il concorso “Trattàti da Re 2016” rivolto ai trattatori di tutta Italia. Giunto alla 7° edizione, il concorso premia il migliore intervento realizzato con i sistemi di trattamento Fila.

Gli interessati potranno candidare tutti gli interventi di trattamento di superfici interne o esterne, in edifici pubblici o privati, ambientati in ogni tipologia di contesto: da palazzi storici, ville e castelli a progetti di edilizia residenziale di recente costruzione, aree urbane, centri commerciali e snodi come, aeroporti, metropolitane, stazioni. Basterà compilare la domanda di partecipazione, la scheda progetto e inviare il materiale completo di corredo fotografico alla segreteria organizzativa entro il 30 giugno 2016.

Selezionati da una giuria composta da esperti del settore, associazioni di categoria e firme dell’editoria di settore, tra i progetti pervenuti sarà nominato il vincitore. Alle prime tre opere classificate sarà assegnata un attestato o una targa di benemerenza.

Il concorso ha visto partecipare più di 100 progetti da tutta Italia. Tra le realizzazioni che hanno preso parte negli anni all’iniziativa, interventi su edifici di interesse storico-artistico come il recupero della Reggia di Venaria Reale (Torino), vincitore della 6°edizione di “Trattàti da Re”, i trattamenti svolti all’interno della Cappella barocca di San Severo (Napoli), della Palazzina di Caccia di Stupinigi o del Teatro Petruzzelli di Bari, a progetti in contesti più moderni come il Palafuksas nel cuore di Porta Palazzo a Torino o l’intervento che ha ridato splendore alla pavimentazione in mosaico di Piazza Candiani a Mestre.

Info e bando su: www.filasolutions.com

Wienerberger Brick Award 2016: ecco i finalisti italiani

Annunciati i nomi dei 50 finalisti dei Wienerberger Brick Award 2016, il premio biennale di architettura assegnato alle più innovative realizzazioni in laterizio, per le seguenti categorie:
residenziale, opere pubbliche, riconversione, riqualificazione urbana e applicazioni innovative. I criteri di valutazione includono il design esterno innovativo e l’uso sapiente del laterizio come materiale, la funzionalità, la sostenibilità e l’efficienza energetica. 

I vincitori, selezionati da una giuria internazionale di architetti composta da Laura Andreini, Johan Anrys, Matija Bevk e Alfred Munkenbeck ,  saranno proclamati a Vienna il 19 maggi0 2016.

Tra i progetti italiani finalisti per l’edizione 2016 dei Wienerberger Brick Award, tra gli oltre 600 progetti pervenuti da 55 paesi differenti, si sono candidati:

 – Shakesperian Theatre Gdansk, in Polonia, a cura dell’Architetto Renato Rizzi di Rovereto (Trento)

Primo teatro al mondo con tetto apribile, il teatro è pensatper offrire spazi per lo svolgimento dell’attività scenica anche al di fuori dell’edificio stesso. Le nervature murarie esterne, oltre a caratterizzare i volumi del”edificio,  si rivelano necessarie per assorbire la forza che le “ali” aperte del tetto scaricano sulle murature sottostanti. Il mattone scuro è stato scelto per richiamare il colore dell’ombra della vicina cattedrale e per la sua funzione di assorbimento della luce.

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Shakespeare Theatre Gdansk_ © Matteo Piazza

– Vellore House progettata in India dallo Studio di Architettura Made in Earth di Napoli

Residenza per bambini sieropositivi orfani o abbandonati nella località indiana Vellor, l’edificio è composto da cinque volumi che formano due piccole corti interne e al centro, sotto una spessa copertura, lo spazio comune può essere completamente aperto su entrambe le corti. La costruzione è stata realizzata in mattoni tradizionali prodotti nella fornace ubicata a 500 metri dal lotto. Tutti gli spazi rispondono alle esigenze climatiche locali in termini di orientamento e ventilazione naturale. Corti interne e stanze sono avvolte da un muro perimetrale la cui maglia di mattoni si dirada in alcuni punti a formare aperture per favorire illuminazione e ventilazione.

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Vellore House_©Alessandro Turchi

– Brick house over an old stone barn dello Studio di Architettura Bricolo Falsarella Associati di Sommacampagna (Verona)

Il progetto propone il riuso a fini abitativi di un vecchio fienile in pietra della settecentesca Villa Saccomani di Sommacampagna. Dopo l’eliminazione delle superfetazioni in cemento armato per mettere a nudo la costruzione originaria, si è proceduto alla realizzazione di un nuovo ampliamento in mattoni con finitura faccia a vista. Per ovviare invece al contrasto cromatico creatosi tra il grigio delle pietre e il rossiccio del mattone, tutte le superfici sono state coperte con una scialbatura in calce color beige, mentre per ridurre il contrasto materico tra la superficie mossa del basamento rustico in sasso e la linearità della nuova sopraelevazione in laterizio, si è proceduto con una disposizione dei lati lunghi dei mattoni leggermente ruotata, apparentemente disordinata, a formare delle rientranze asimmetriche con leggeri angoli concavi e convessi.

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– House G dell’Architetto Lorenzo Guzzini di Dizzasco (Como)

Il progetto della House G ha previsto invece la ristrutturazione di una villa abbandonata dal 1920, situata nel cuore di Como, attraverso la rielaborazione architettonica dei ricordi dei committenti, vissuti da sempre tra i borghi marchigiani costruiti prevalentemente in laterizio. Conservando l’originale struttura perimetrale in pietra e realizzando delle nuove pareti divisorie in mattoni portanti pieni, la costruzione risulta così dominata dal bianco delle pietre e dei mattoni che si contrappongono ai pavimenti, porte e mobili realizzati in legno massello, illuminati dagli effetti di luce naturale creati dalla presenza di mattoni di cristallo nei muri divisori.

 

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House G_© Valeria Bellora

La lista completa dei 50 progetti può essere consultata sempre sul sito www.brickaward.com.

Le argille di Possagno tra i vini Masi nella Tenuta Canova

Le mattonelle Cotto a Mano di Industrie Cotto Possagno nel wine bar della tenuta

Una storica azienda vinicola della Valpolicella ha scelto il pavimento Cotto a Mano di Industrie Cotto Possagno per la realizzazione della Masi Tenuta Canova, nella cornice del Lago di Garda, a Lazise (Verona). La combinazione tra la caratteristica colorazione chiara delle argille di Possagno, la superficie ruvida delle mattonelle, i bordi morbidi e irregolari uniti alle delicate sfumature del cotto si ottiene un prodotto unico nel suo genere, ideale per un luogo di ospitalità e cultura. Non solo, grazie alle sue caratteristiche di naturalità, salubrità (non trattiene la polvere perché non accumula cariche elettrostatiche) e alla capacità dell’argilla cotta di regolare l’umidità, è un prodotto particolarmente adatto nelle opere di ristrutturazione con un notevole effetto estetico e funzionale. In questo progetto, firmato dallo studio Architetti Mar, è stato posato con piastrelle di tre dimensioni differenti e non poteva mancare nel wine shop e nel wine bar, dove si può degustare un’ampia selezione di vini Masi in abbinamento a deliziosi stuzzichini. Ovviamente la Masi Wine Experience è un po’ ovunque nella tenuta: dal belvedere con vista sui vigneti, sulle dolci colline della Valpolicella fino alla montagna, al fruttaio, ossia il locale per l’appassimento delle uve, alla cantina dove viene affinato il celebre Campofiorin, uno dei simboli di Masi. La corte e l’uliveto sono attrezzati per pic-nic e degustazioni in pieno relax e adatti ad accogliere anche le famiglie.

Le mattonelle Cotto a Mano di Industrie Cotto Possagno nel wine bar della tenuta
Le mattonelle Cotto a Mano di Industrie Cotto Possagno nel wine bar della tenuta

Tasse: l’Italia è al 12esimo posto al mondo. Troppo

La buona notizia che riguarda le tasse: contrariamente a quanto si pensa, l’Italia non è il Paese più tartassato. La cattiva notizia: è sempre ai piani alti degli Stati più esosi. Certo, il livello di imposta è da confrontare con i servizi resi ai cittadini, ma c’è anche l’alto debito pubblico che si ciba di spesa per interessi. In ogni caso è bene saperlo: con un’aliquota del 65,4% l’Italia è al dodicesimo posto tra i Paesi con le tasse più alte del mondo. O, alemono, è quanto indica l’ultimo Rapporto sulla Competitività del World Economic Forum. Peggio di noi stanno i francese, con un carico complessivo pari al 66,6%. Anche se, bisogna aggiungere, i servizi pubblici in Francia godono di una fama migliore. L’altra buona notizia è che siamo scesi in classifica: nell’edizione 2014/2015 del rapporto, infatti, l’Italia occupava il decimo posto, con un’aliquota del 65,8%, lo 0,4% in più. Le tasse, quindi, sono diminuite seppure di poco. I nostri vicini francese, al contrario, hanno visto il carico fiscale complessivo salire di quasi 2 punti percentuali, dal 64,7% al 66,6%. La classifica elenca anche qualche paradosso, come l’Argentina, il Paese dove si pagano più tasse al mondo. Anzi, secondo il rapporto, la tassazione complessiva sarebbe addirittura superiore al 100% degli utili delle aziende. Ed è difficile credere che i servizi pubblici in Argentina siano meravigliosi. Al secondo posto sale invece la Bolivia, che nell’edizione precedente occupava il quarto posto. E un altro Paese da evitare è il Tajikistan, con l’80,9%. In generale, il fisco più severo è in America Latina: tra i primi 12 paesi più tassati ci sono la Colombia (quarta), il Brasile (che sale dall’ottavo al settimo posto nonostante l’eliminazione di una tassa del 20% sui salari delle aziende), il Nicaragua (decimo) e il Venezuela (undicesimo). Ma non si scherza neppure in Africa, con l’Algeria (quinta), la Mauritania (sesta) e la Guinea (ottava), che però nel 2014/2015 era al secondo posto. Insomma, i Paesi con alti servizi sociali, come Svezia e Danimarca, non sono i più esigenti in fatto di tasse, mentre si paga di più dove c’è poca industria e l’economia non è sviluppata. Un aspetto che fa riflettere.euro2325

Interbau vince l’appalto per l’aeroporto Fgv

L'aeroporto Friuli Venezia Giulia a Rochi dei Legionari

Le reti rendono le aziende più competitive e più forti non solo sul mercato, ma anche con la pubblica amministrazione e le banche. Interbau per esempio, si è aggiudicata l’appalto da 13 milioni di euro per la realizzazione del polo intermodale di Ronchi dei Legionari nei pressi di Gorizia, che potenzierà le infrastrutture dell’aeroporto del Friuli Venezia-Giulia aumentando le prestazioni del sistema di trasporto regionale. Questa organizzazione interregionale è costituita da ventuno società sparse tra Veneto, Friuli ed Emilia Romagna che insieme riescono a essere operative nei settori dell’edilizia, delle infrastrutture, dell’ambiente, dell’impiantistica e della sicurezza. Insomma, coprono i vari comparti delle costruzioni, un ambito dove la formula della rete d’impresa non è poi così scontata: «Infatti, rappresentano solo l’8% del totale non stante si tratti di una forma giuridica più snella rispetto alle realtà consortili stabili», conferma il consulente legale della rete, Alessandro Viotto.

I lavori, assegnati il 27 gennaio scorso, mirano a sanare l’insufficienza di collegamenti di cui soffre l’aeroporto, uno scalo internazionale che per la sua posizione dovrebbe soddisfare la domanda di un bacino d’utenza ampio e di particolari segmenti del traffico di merci. Non a caso, già nel 2011, Enac lo aveva segnalato per conto del ministero delle infrastrutture e dei trasporti nel piano per lo sviluppo dell’intermodalità, diventato poi d’interesse per l’intera politica trasportistica dell’Unione europea, che ha parzialmente finanziato l’appalto. Il nuovo polo di Ronchi metterà in collegamento lo scalo aeroportuale con la linea ferroviaria Venezia-Trieste, destinata a trasformarsi, con il concorso della Rfi (Rete Ferroviaria Italiana), in linea ad alta velocità entro i prossimi anni.

Il progetto, coordinato dal presidente di Interbau Claudio Zago con la consulenza tecnica dalla Proteco Engineering e del project manager Uberto Fortuna Drossi, potenzierà le strutture già esistenti, con la trasformazione di un’area complessiva di circa 83mila metri quadri. È prevista la realizzazione di una rete di viabilità interna, parcheggi, un’autostazione e una sopraelevata pedonale. Tutte le strutture saranno dotate di illuminazione a led a basso consumo ed è stato lasciato molto spazio alle aree verdi, corredate di pista ciclabile collegata al sistema ciclopedonale dell’area urbana. Alle imprese di Interbau si sono unite, in occasione della gara, Sech Costruzioni e City Design, leader europea dell’arredo urbano.

L'aeroporto Friuli Venezia Giulia a Rochi dei Legionari
L’aeroporto Friuli Venezia Giulia a Rochi dei Legionari

Domande strane: meglio box o appartamento?

Vendesi o affittasi?

Se si vuole investire in un immobile, è meglio un appartamento p un box? Ovviamente è un quesito con poco senso, dato che dipende quando si acquista, dove, la tipologia dell’immobile e, ovviamente, alle quotazioni di quando si rivende. Nonostante questo, tenta di rispondere Tecnocasa, che di mestiere vende immobili.
«Innanzitutto se si decide di investire in un box si ha il vantaggio di una gestione più semplice rispetto all’appartamento. La scelta del box presuppone la valutazione di una zona con un numero ridotto di parcheggi e di eventuali interventi di costruzione di nuovi box oppure di nuovi parcheggi in zona che andrebbero ad aumentare l’offerta. L’effetto sarebbe un’ ulteriore riduzione dei canoni di locazione. In questi ultimi anni di difficoltà di mercato immobiliare, una delle prime rinunce dei potenziali inquilini e acquirenti è proprio il garage, al fine di tagliare le spese», è la premessa di Tecnocasa. Secondo cui la decisione di affittare una casa presuppone la scelta di una zona con un’elevata domanda di immobili in locazione (ad esempio zone universitarie, ad alta presenza di aziende o uffici che attirano trasfertisti) ben servita e ben collegata.
I rendimenti annui lordi dei box sono mediamente più elevati di quelli degli appartamenti. Nelle grandi città siamo intorno a 5,9% del box contro il 4,6% di un bilocale. Ma un aspetto da considerare quando si investe sul mattone, che sia un appartamento o che sia un box, è la rivalutazione degli immobili nel tempo. L’analisi effettuata dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, che parte dal 2001, vede nelle grandi città una maggiore rivalutazione delle abitazioni rispetto ai box: 10,8% contro 7,5%. Senza dimenticare che è anche un vantaggio per chi vende immobili, dato che le commissioni per un appartamento sono più alte.

Vendesi o affittasi?
Vendesi o affittasi?

Vimar aderisce a Welfare Meet di Confindustria Vicenza

Vimar

Vimar

Vimar aderisce a Welfare Meet, il progetto promosso da Confindustria Vicenza volto alla creazione di una rete di aziende del territorio bassanese per favorire la crescita e l’arricchimento personale dei propri dipendenti.

L’iniziativa ha avuto inizio a metà febbraio e nello specifico promuove tre progetti:

“Arte e cultura”, che offre la possibilità ai dipendenti di ampliare i loro interessi grazie ad alcune facilitazioni, come ad esempio sconti negli ingressi ai più importanti musei del Triveneto o nell’acquisto di libri

“Sportello d’ascolto” che, oltre all’attivazione di un numero telefonico dedicato, prevede la possibilità per i dipendenti delle aziende aderenti di rivolgersi ad una figura professionale qualificata, in grado di offrire loro supporto per superare situazioni di disagio personale e familiare

“Sostegno al reddito” che, grazie al coinvolgimento di numerosi esercizi commerciali, si propone di promuovere il concetto di welfare inteso come salute, benessere e qualità e sostenere le attività commerciali legate al territorio.

Per i dipendenti Vimar, il primo passo è stata la consegna della tessera AreaArte Card, che consentirà loro di avere per tutto il 2016 sconti sugli ingressi presso i più importanti musei del Triveneto che aderiscono all’iniziativa.

Con Termit Bio, intonaci a prova di umidità nel Comune di Vigone

Il muro risanato
I muri ammalorati
Il muro ammalorato

Umidità e sgretolamento hanno reso necessario un intervento di risanamento nel palazzo del Comune di Vigone. L’edificio storico si trova al centro della città metropolitana di Torino, la parte ammalorata riguardava l’area coperta a nord della struttura: in questo spazio caratterizzato da grandi colonne circolari, un tempo adibito al mercato degli animali da cortile, ora c’è un parcheggio. Il muro presentava un elevato tasso di umidità di risalita e la presenza di sali che causavano il distacco e lo sgretolamento dell’intonaco. Per eliminare i danni si è deciso di procedere con la demolizione dell’intonaco ammalorato per un’altezza di 3,5 metri del manufatto e dopo opportuna pulizia è stato applicato l’intonaco traspirante TERMIT Bio macroporoso a base di calce idraulica naturale NHL 3.5 (certificata). La linea TERMIT è un marchio di Ambrosio edilizia, azienda fondata nel 1956 e specializzata nella produzione di materiali per la deumidificazione e il recupero nel settore delle costruzioni. Questi materiali hanno il vantaggio di essere biocompatibili per l’assoluta naturalità dei loro componenti, una caratteristica presente anche nelle finiture superficiali, che grazie all’alto valore estetico hanno restituito alla facciata la sobria eleganza.

Il muro risanato
Il muro risanato