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La casa del futuro: non sempre smart equivale a utile

Molte delle innovazioni tecnologiche degli ultimi anni sono state introdotte con l’obiettivo di semplificare la vita degli utenti. Anche nelle case. Così con un sensore e un click o schiacciando un pulsante, ecco che anche il più banale degli elettrodomestici è connesso e smart. Ma quanto intelligentemente? Non sempre smart equivale a utile, infatti a volte è più facile e veloce accendere le luci di casa dall’interruttore che dall’applicazione scaricata sullo smartphone per il controllo remoto. E il risultato è che se non serve veramente, la tecnologia non sarà un successo commerciale. Per questo si sta facendo avanti una nuova tendenza che punta a eliminare i dispositivi separati e a prevedere sensori integrati con il sistema: sempre usando l’esempio di impianto di illuminazione, ecco che le luci in soggiorno si accendono quando l’impianto rileva la presenza di una persona. Anche sotto il profilo della sicurezza l’interfaccia deve cambiare, non è possibile pensare che la serratura intelligente che apre e chiude casa sia nell’app del cellulare protetto solo dal pin. La chiave di casa nel futuro sarà biometrica, come accade nei film, l’occhio o la pelle del dito che interagiscono con la domotica senza intermediari. E ancora, come le persone, anche i sistemi impareranno con l’esperienza, e gli algoritmi che li governano, giorno per giorno tracceranno i comportamenti dei residenti per scoprire abitudini e preferenze. Insomma, le cose, i dispositivi gli elettrodomestici diventeranno con il tempo sempre più intelligenti, al punto di essere capaci di prevedere i nostri comportamenti. E quindi non sarà nemmeno necessario programmare orari o temperature perché l’impianto domotico conosce già i nostri movimenti. E ancora, i sistemi renderanno alcune componenti obsolete o poco sostenibili. Per esempio i vetri smart che si scuriscono automaticamente quando c’è troppo sole, manderanno in soffitta le persiane. Perché un simile scenario diventi realtà diffusa gli analisti sono convinti si debba aspettare almeno 15 anni. La Mattel intanto ha già fiutato l’inarrestabile cambiamento e ha dotato la Barbie di una smart home per le future padrone di casa.futurehouse

 

 

 

L’italiana Building Energy sui tetti dell’Università di Cornell

I pannelli sul tetto della Klarman Hall

Sono italiani i due impianti fotovoltaici installati su altrettanti tetti green fatti di piante e vetro nel campus dell’Università di Cornell. Il progetto è di Building Energy, la multinazionale italiana attiva come Global Integrated IPP nel settore delle energie rinnovabili, che in questo caso è proprietaria e gestisce gli impianti solari dell’Università in partnership con Distributed Sun. Infatti, in cima alla Klarman Hall, la recente costruzione del College of Arts & Sciences dell’ateneo, si trovano 64 pannelli fotovoltaici in grado di generare complessivamente 20MWh all’anno. Altri 228 panelli, che produrranno 70MWh all’anno, sono invece sulla sommità della School of Human Ecology, che in onore al suo nome è anche il primo edificio certificato Leed Platinum del campus, grazie anche all’impianto fotovoltaico. Già nel 2014 l’azienda specializzata nella filiera delle rinnovabili dallo sviluppo di progetti alla vendita di energia, aveva realizzato per la prestigiosa istituzione americana un impianto solare dalla potenza di 2.1MW vicino all’aeroporto regionale Tompkins di Ithaca. E altri progetti sono in corso: un sistema fotovoltaico da 2.8MW, montato a terra è attualmente in fase di realizzazione nel College of Agriculture and Life Sciences di Geneva. Nel suo primo anno di attività produrrà oltre 3 GWh, pari al 40% del fabbisogno energetico della New York State Agricultural Experiment Station (Nysaes) dell’Università di Cornell a Geneva. A questo si aggiungono sempre nel 2016 altri due impianti fotovoltaici per i centri di ricerca per l’agricoltura a Ledyard e Harford, città nello Stato di New York. Insomma, con la produzione di energia solare, l’Università di Cornell ridurrà di oltre 250.000 tonnellate le sue emissioni di CO2 nei prossimi 30 anni.

I pannelli sul tetto della Klarman Hall
I pannelli sul tetto della Klarman Hall

BigMarket 2016 Firenze: nuove opportunità di business

bigmarket-firenze

bigmarket-firenze

Due giorni per confrontarsi su un mercato complesso come quello dell’edilizia. Si è conclusa alla Fortezza da Basso di Firenze la seconda edizione di BigMarket, l’appuntamento del gruppo BigMat che mira a rafforzare la partnership tra produttori e punti vendita, all’insegna della condivisione delle reciproche competenze e dello sviluppo di nuove opportunità di business.

Svoltasi il 18 e 19 marzo 2016, la manifestazione ha visto la partecipazione di 94 fornitori e 105 soci BigMat, da 19 regioni d’Italia. All’interno dei 114 stand presenti i titolari dei punti vendita hanno potuto incontrare direttamente le aziende produttrici ed allacciare preziosi rapporti di collaborazione.

bigmarket-firenze

Le due giornate si sono arricchite con un ricco programma di iniziative collaterali, tra cui una working dinner durante la quale sono stati premiati i quattro vincitori delle borse di studio BigMat Vass Technologies, rivolte alle facoltà di architettura di tutta Italia, e dedicate agli autori di tesi sui sistemi costruttivi in legno per abitazioni residenziali. I quattro progetti vincitori sono stati selezionati e valutati da un’apposita commissione formata da un membro dell’ordine degli architetti, dal presidente di BigMat Italia, Rocco Alfano, e dall’amministratore delegato di VASS Technologies, Giuseppe Gianolio. I premiati vincono 1.000 euro e un periodo di formazione presso la VASS School di Cellarengo (Asti).

Di seguito i nomi dei vincitori e titoli delle tesi:
– Paola Maria Periti, tesi di laurea “Moduli prefabbricati a struttura lignea e loro impiego in clima mediterraneo”, Politecnico di Milano;
– Alessandra Baraiolo, Maria Cristina Barone e Debora Cosmai, tesi di laurea “Approccio sistematico all’ingegnerizzazione di un edificio residenziale con valutazione comparativa delle tecniche e tecnologie costruttive”, Politecnico di Milano;
– Giovanni Cinquini e Martina Ranieri, tesi di laurea “Abitare i margini: sperimentazione di housing sociale a Viareggio”, Università Degli Studi di Firenze;
– Barbara Frigerio, Giulia Fumagalli e Matteo Pasqualotto, tesi di laurea “HUG. Strutture abitative per la Comunità di San Patrignano”, Politecnico di Milano.

Fondato nel 1981, BigMat è presente in otto paesi (Belgio, Francia, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna e dal 2015 anche a Malta), con 867 Punti Vendita (190 in Italia). Specializzata in materiali per costruire, ristrutturare e rinnovare casa, BigMat si rivolge principalmente ai professionisti del settore dell’edilizia, ma anche ai consumatori privati.

Abi: i mutui a tasso variabile rilanciati dalla Bce

Il nuovo rapporto dell’Abi (associazione delle grandi banche) sancisce la ripresa del mercato immobiliare, che nelle previsioni dovrebbe consolidarsi quest’anno. Secondo l’Abi, le mosse della Bce, che fornisce liquidità aggiuntiva al mercato, impegna gli istituti di credito a sostenere l’economia per evitare le perdite conseguenti ai tassi negativi. Per questo gli istituti saranno incentivati a concedere mutui per l’acquisto di immobili. Che potrebbero cambiare: mentre la tendenza è scegliere il tasso fisso, che non prevede improvvise variazioni, quello variabile legato ad una scadenza mensile potrebbe ora tornare in auge, visto che permette di ottenere prestiti a prezzi più convenienti. Le misure della Bce potrebbero, insomma, tornare spingere il tasso legato al costo del denaro e all’inflazione. Secondo l’Abi, a febbraio il tasso che sintetizza l’andamento di quelli fissi e variabili è risultato pari al 2,40%, nuovo minimo storico dal 2,49% di gennaio (un punto in meno rispetto a febbraio 2014).euros

Bilancio positivo per l’edizione 2016 di Mce

Una edizione di Mce
Una edizione di Mce

Chiusa con soddisfazione la Mostra convegno expoconfort, si pensa già alla prossima.Il bilancio sembra confortante: 2.100 espositori (40% esteri), 155mila visitatori (dall’estero +5,5%). E, soprattutto, un settore, l’idrotermosanitario, che va nonostante la crisi dell’edilizia, come hanno evidenziato i dati del Cresme. Nel 2015 l’installazione degli impianti in Italia ha prodotto un valore di quasi 46 miliardi di euro, collocando il nostro Paese al terzo posto in Europa. Di questi, quasi 19 miliardi vengono dall’idrotermosanitario, con un incremento rispetto al 2014 del 2,2% (dati Anima) e un +1,4% previsto per il 2016. Una quota cospicua, oltre il 60%, viene dall’export, dato che conferma non solo l’utilità ma anche la necessità di una manifestazione come Mce capace di creare valore reale per il business dei propri espositori. «Il risultato dell’edizione 2016 ci rende particolarmente orgogliosi del lavoro svolto al servizio del mercato, reso possibile anche grazie alla stretta collaborazione con le principali Associazioni di categoria tra le quali Aicarr, Angaisa, Anima, Assistal», è il commento di Massimiliano Pierini, managing director di Reed Exhibitions Italia, che ha organizzato Mce. «Il nostro impegno prosegue per essere ancora e sempre di più uno strumento strategico per lo sviluppo del business del settore, che rappresenta un’eccellenza italiana e un elemento di traino per l’economia del Paese». Anche That’s Smart, l’area espositiva e convegnistica dedicata alle soluzioni e tecnologie più avanzate, ha offerto un calendario ricco di workshop formativi e informativi, organizzati con il supporto di un Comitato Scientifico appositamente costituito e di Federazione Anie, per una formazione capace di soddisfare i bisogni di ogni operatore. Formazione per chi già lavora ma anche per chi si appresta ad essere l’operatore di domani. Ecco quindi il concorso Labgrade sustainable competition, una competizione progettuale che ha coinvolto 50 studenti master del miglior livello formativo, provenienti dalle università più qualificate di tutto il mondo.

Mce
Mce

Massetto più protetto con il nuovo Politerm Blu, in collaborazione con Winkler

massetto-politerm-blu

massetto-politerm-blu

Politerm Blu di Edilteco si rinnova con una nuova formula applicativa, nata in collaborazione con Winkler. Aggregato leggero dalle elevate proprietà termoisolanti grazie alle perle di polistirene additivate con E.I.A (EdiltecoInsulating Additive), Politerm Blu consente all’impasto fresco di scongiurare il rischio di aggressioni delle acque meteoriche e garantire una puntuale protezione nel lasso di tempo che intercorre dalla posa della malta alla posa del successivo manto di impermeabilizzazione.

“Nel periodo che passa dalla posa all’asciugatura, ossia almeno 28 giorni, un massetto tradizionale corre il rischio di assorbire acqua. Acqua che poi si trasforma in vapore e causa inopportuni distacchi – spiega Paolo Ghezzi, sales director Winkler – Aggiungere l’additivo made in Winkler all’innovativa soluzione tecnologica targata Edilteco significa scongiurare questa eventualità dagli effetti nefasti”. Inoltre, grazie al binomio Edilteco-Winkler, alla malta isolante posata in copertura è possibile applicare la guaina con notevole anticipo rispetto al previsto.

Recentemente il nuovo Politerm Blu è stato impiegato nella realizzazione dell’intervento di manutenzione del materiale rotabile del Deposito ATM Rogoredo, nella linea della metropolitana di Milano. Costruito nel 1990, il deposito occupa un’area di 381mila mq, e rappresenta oggi il più grande ricovero ferroviario mai realizzato, votato ad ospitare un massimo di trentaquattro treni.

L’impiego di Politerm Blu per la realizzazione di massetti alleggeriti con maggiori proprietà isolanti rispetto ad un massetto tradizionale (conducibilità termica compresa, a seconda del prodotto da 0,043 ÷ 0.176 W/mK) contribuisce a ridurre la trasmittanza dell’involucro opaco migliorando la prestazione energetica dell’edificio, che non sarà soggetto a fenomeni di condensa.

Microtopping si fa in quattro e la casa sembra più ampia

L'esterno della prima abitazione

Due unità abitative indipendenti speculari accomunate da una stessa progettazione e organizzazione degli spazi e circondate da un ampio spazio verde. Una moderna villa bifamiliare estesa su 350 metri quadrati, che lo Studio SPAZIO VOLUME COLORI di Paola Aceti ha progettato come una residenza fuori dagli schemi, originale, fresca ed attuale ma al contempo non troppo lussuosa e ricca di orpelli.

L'esterno della prima abitazione
L’esterno della prima abitazione

Nella prima abitazione lo spazio è minimale ma naturale caldo e accogliente, con una percezione dell’ampiezza dal un sapore vintage. Fulcro della casa un living molto ampio e luminoso con una cucina isolata che non rinuncia però completamente all’idea dell’open space. In senso orario l’ingresso, delimitato con l’elemento divisorio dogato, la zona pranzo, divisa però dalla cucina con l’ampia porta scorrevole a scomparsa totale e con il camino tri-facciale, il bagno giorno e la lavanderia, ed infine la zona tv, ripassando poi per l’ingresso. Procedendo verso l’interrato la scala concepita come corpo centrale, circondata da tutti i servizi: ingresso da garage, zona tecnica, disimpegno con ampio armadiatura, cantina, bagno con ampia doccia (pensata per le esigenze del cliente), zona benessere, salotto e living alternativo.

Soggiorno della prima abitazione
Soggiorno della prima abitazione

La zona notte, situata al primo piano, vede un piccolo ballatoio che si affaccia sulla zona tv, un bagno comune e la camera matrimoniale, dotata di bagno indipendente. Il fatto di aver mantenuto il volume del bagno distaccato dal tetto mansardato ha contribuito ad ampliare lo spazio percepito. Al piano terra è stato utilizzato Microtopping effetto cemento, la soluzione più innovativa di Ideal Work che riveste pavimenti, superfici e complementi d’arredo in soli 3 millimetri. Con il suo aspetto neutro uniforme e opaco, Microtopping si presta particolarmente a fare da sfondo ad oggetti usurati, imperfetti o particolarmente lavorati. Al piano interrato spicca una pavimentazione in abete sbiancato che illumina l’ambiente, mentre al primo piano il rovere grezzo spazzolato ben si abbina a Microtopping in tonalità grigia, utilizzato come rivestimento per i bagni e per la vasca integrata. Nella zona bagno il rivestimento polimerico-cementizio è stato trattato con un protettivo idrorepellente per meglio resistere ad acqua e umidità.IdealWork3

Nella seconda abitazione la cucina è aperta sul living con il classico bancone cucina trifacciale che dà direttamente sulla sala pranzo; è stato necessario poi dividere il disimpegno da quest’ambiente, utilizzando le colonne cucina trifacciali, valorizzate come volume architettonico indipendente grazie al muro di fondo con porta completamente a scomparsa, realizzato con lo stesso legno del pavimento. La camera matrimoniale mantiene il concetto di bagno come “volume-elemento d’arredo”, ma si presenta in modo molto diverso. Per filtrare luce direttamente all’ingresso della camera è stata creata una feritoia in vetro sulla parete del bagno, aumentando la percezione di spazio all’interno del bagno stesso.

IdealWork2Una percezione favorita anche dall’uso di Microtopping che viene utilizzato in tutti i piani della casa per ottenere quest’effetto “ampliamento”: al piano terra a scaldare ed impreziosire l’ambiente in modo raffinato e naturale è stata scelta una pavimentazione in legno naturale di rovere; l’idea concettualmente opposta all’altra unità abitativa è quella di introdurre su questo sfondo neutro elementi semplici con superfici opache e uniformi quali l’acciaio del piano cucina, il legno verniciato opaco o il tavolo rivestito in Microtopping, un mobilio elegante, pulito e discreto ma non banale. Al piano interrato la pavimentazione continua in Microtopping insieme a complementi d’arredo neri ha definito gli altri elementi in legno rovere naturale rustico dando vita ad un ambiente caldo, accogliente e sempre elegante. Per il primo piano è stata riproposta la stessa pavimentazione del piano terra in gioco cromatico con Microtopping grigio usato come rivestimento per i bagni e la vasca integrata. Lo stesso materiale ricopre la scala

Ingenius Alpac: ventilazione meccanica controllata integrata al monoblocco

ventilazione-meccanica-controllata-alpac

ventilazione-meccanica-controllata-alpac

La qualità dell’aria in casa è spesso peggiore di quella dell’ambiente esterno. A volte aprire le finestre non basta a garantire il necessario ricircolo d’aria e l’abbattimento degli agenti inquinanti indoor. Per questo Alpac ha studiato una soluzione di ventilazione meccanica controllata in grado di favorire un ricambio d’aria adeguato e migliorare la qualità della vita. Non a caso la mancanza di un efficiente sistema di ricircolo dell’aria è alla base di molti casi di Sindrome dell’Edificio Malato, (SBS – Sick Building Syndrome), malattia riconosciuta dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, che presenta una serie di sintomatologie riconducibili alla presenza di elementi tossici all’interno degli ambienti domestici e di lavoro.

Il sistema si chiama Ingenius VMC e permette di rinnovare costantemente l’aria all’interno degli ambienti domestici, eliminado l’aria viziata, contrastando la formazione di muffe, abbattendo la CO2 e altre sostanze nocive come radon e formaldeide, oltre all’umidità in eccesso e agli odori.

Ingenius VMCdi Alpac è un sistema entalpico con doppio flusso incrociato controcorrente integrato nel monoblocco al foro finestra. Frutto del lavoro di un team di ingegneri dell’azienda, il sistema ha il vantaggio di essere decentralizzato, adatto nelle ristrutturazioni e negli interventi di efficientamento energetico così come nelle nuove progettazioni. Oltre a consentire il ricambio dell’aria, Ingenius garantisce il risparmio energetico grazie al recupero del calore contenuto nell’aria esausta in uscita.

L’aria è costantemente pulita grazie al doppio filtro G4/F7 che eliminando polveri, pollini e altre sostanze inquinanti in entrata, e filtra anche l’aria in uscita, preservando le prestazioni dello scambiatore di calore. La diffusione dell’aria è indiretta, per evitare fastidiose correnti d’aria.

Con Schüco la sicurezza è più conveniente

Ritornano le iniziative Schüco Italia per promuovere la sicurezza della casa, il risparmio sui consumi e il design degli interni con le vantaggiose soluzioni di finanziamento a Tasso Zero sugli infissi antintrusione. Infatti, dal 1 marzo al 31 luglio 2016, acquistando una finestra in alluminio Schüco SimplySmart con sistema antintrusione in classe RC2 (o superiore) e qualsiasi tipologia di apertura (esclusa quella a vasistas), sarà possibile ottenere uno sconto pari a 100 euro per ogni singolo serramento, su ordini confermati entro il 31 luglio 2016.Schuco

Gli esperti suggeriscono l’installazione di serramenti con resistenza antieffrazione che raggiungano almeno la classe RC2, in modo da permettere all’infisso di resistere non solo a tentativi di rottura basati sulla forza fisica, come calci o spallate, ma anche a tentativi di scasso effettuati con tenaglie, cacciaviti e cunei. Vero concentrato di design e innovazione, le finestre Schüco SimplySmart integrano all’interno dei profili specifici meccanismi antintrusione modulabili e a scomparsa, che garantiscono da un lato elevati livelli di sicurezza – in quanto più difficili da individuare e scassinare – e dall’altro un aspetto estetico pulito e lineare, senza alcun elemento in vista ad eccezione della maniglia.Schuco2

Scegliendo l’installazione di una finestra in alluminio Schüco SimplySmart, inoltre, fino al 31 dicembre 2016 è possibile beneficiare anche della detrazione fiscale del 65% destinata agli interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Tutte le soluzioni SimplySmart, infatti, consentono di incrementare significativamente il comfort e le prestazioni termiche dell’abitazione, garantendo un effettivo risparmio sui consumi e sulle emissioni di CO2.Schuco3

Per agevolare ulteriormente il consumatore nell’acquisto di finestre, porte e scorrevoli in alluminio Schüco, l’azienda italiana ha infine scelto di stipulare una partnership con Fiditalia per offrire alle famiglie soluzioni di finanziamento a Tasso Zero, (TAN 0.00% e TAEG 0,00%) per importi a partire da 8mila Euro da dilazionare in 20 mesi. Grazie all’accordo, è possibile godere della qualità degli infissi in alluminio Schüco senza preoccupazioni. Ad esempio, un importo finanziato di 10.000 Euro potrà essere restituito in 20 rate da 500 Euro, con prima rata a 30 giorni. Il cliente rimborsa quindi esclusivamente il prezzo del bene acquistato. L’offerta è valida fino al 31 Maggio 2016.

Con RureGold i rinforzi strutturali non temono il fuoco

Come intervenire sulla struttura in cemento armato di un capannone a volta in latero-cemento, se per installare dei macchinari bisogna ricollocare e ripristinare alcuni pilastri? È successo in un mobilificio di proprietà Alpi a Fermignano vicino a Pesaro. La struttura, realizzata negli anni 70’ è formata da più corpi, separati tra loro da un semplice giunto di costruzione di qualche millimetro, e si sviluppa per un unico piano fuori terra con copertura a volta in latero-cemento gettato in opera con tiranti.Ruderil5

La conseguenza dello spostamento del pilastro si ha un aumento della luce della trave e quindi un aumento delle azioni flettenti in appoggio, in corrispondenza del nuovo pilastro, e nella mezzeria della campata che risulta accorciata ed adiacente al nuovo pilastro.

Ruderil4La trave è stata rinforzata con un’armatura inferiore aggiuntiva con getto di betoncino colabile Exocem G2 per far fronte all’aumento della flessione in mezzeria, mentre si è scelto il sistema Frcm (Fiber Reinforced Cementitious Matrix) con Ruregold Xp Calcestruzzo di Ruredil  in configurazione a U per far fronte all’aumento del taglio nella zona adiacente all’appoggio. Il pilastro è stato rinforzato con applicazione del sistema RureGold Xp Calcestruzzo. Ruderil3

La scelta delle malte e del sistema Frcm è stata fatta tenendo presente la necessità di non modificare il già elevato carico di incendio esistente per la presenza del legname, stante il fatto che i sistemi Frcm, costituiti dall’accoppiamento di una rete di fibra a elevate prestazioni e di una matrice inorganica stabilizzata impiegata con la funzione di adesivo, a differenza degli Frp con resine epossidiche, sono classificati come reazione al fuoco di classe A2.Ruderil2Ruderil

Scavolini e la sua tecnologia su misura a Manhattan

Una cucina Scavolini a vista

L’alta tecnologia di Scavolini per One West End, uno dei progetti residenziali più prestigiosi Manhattan: sono 250 le cucine commissionate da Elad Group in partnership con Silverstein Properties, al gruppo marchigiano. Così l’eccellenza del real estate americano si rivolge a un’eccellenza del made in Italy per completare l’arredo di 246 luminosi appartamenti con due splendide penthouse che sorgeranno nella torre residenziale tra la tra 59esima strada e West End Avenue a New York . Infatti, l’architettura è curata dallo studio Pelli Clarke Pelli Architects, mentre gli interni sono di Jeffrey Beers e il paesaggio a opera della società Matthews Nielsen Landscape Architects.

La torre residenziale di One West End Avenue
La torre residenziale di One West End Avenue

Si tratta del più grande edificio di nuova costruzione ( 42 piani) ad avere aperto le vendite a Manhattan nel 2015, che è stato selezionato dall’International Property Awards come Top Project di Torre Residenziale a New York nel 2015, aggiudicandosi il 5 Star Award, il massimo del riconoscimento in questa categoria.

Una cucina Scavolini personalizzata da Jeffrey Beers
Una cucina Scavolini personalizzata da Jeffrey Beers

Fra i confort offerti, un centro fitness con spazi dedicati a yoga, pilates e personal training; una piscina di 20 metri; sale per trattamenti termali; una sala multimediale e biliardo; un’area giochi per bambini; una sala giochi; una lounge dotata di camino e un’area dedicata alla convivialità con cucina a vista per showcooking e ampia sala da pranzo. Il tetto ospiterà una terrazza di 1000 metri quadrati con aree barbecue per i momenti di relax.

Una cucina Scavolini a vista
La cucina Scavolini a isola in acciaio e marmo

All’interno anche le cucine “su misura”personalizzate da Jeffrey Beers  in legno noce, utilizzato per le strutture e il rivestimento delle ante, si combina perfettamente con la presenza dei vetri opachi – rigorosamente  temprati – color champagne o bianco, con le isole in acciaio – proposte con finitura personalizzata – e con i marmi  usati per i piani e gli schienali. Gli armadi, che nascondono piani estraibili e piccoli elettrodomestici, aggiungono funzionalità a un ambiente organizzato e allo stesso tempo elegante.

Una cucina Scavolini con marmi per gli schienali
La cucina Scavolini con marmi per gli schienali

Oltre la Classe A: il futuro delle case è al Mce

Alla 40esima Mostra Convegno Expocomfort (Mce), che si tiene alla Fiera Milano, c’è un vero e proprio edificio intelligente in scala reale, all’interno dell’area espositiva “Oltre la Classe A”, dotato di tecnologie capaci di gestire i fabbisogni energetici e idrici assicurando allo stesso tempo il massimo risparmio. Un sistema in grado di controllare e gestire le soluzioni all’insegna di efficienza, sostenibilità e automazione.

Insomma, Oltre la Classe A è un esempio arredato e accessoriato di una casa connessa, in cui gli oggetti d’uso quotidiano, dal termostato al frigorifero, dall’allarme di casa alle luci, sono capaci di parlare tra di loro. In pratica una casa che “ci segue ovunque”, perché si può programmare e controllare da remoto. Infatti tramite un’interfaccia intuitiva di utilizzo, con tre scenari – buongiorno, vita diurna, buonanotte – consente di regolare, in modo personalizzato, temperature, riscaldamenti, condizionamenti, umidità, illuminazione, consumi lettrici e sicurezza. Per esempio, il termostato potrà rilevare le condizioni meteo e organizzare il funzionamento della caldaia per assicurare il massimo comfort; e per chi teme di arrivare in ritardo, la radiosveglia si attiverà prima in caso le condizioni della viabilità siano critiche.

Di fronte alla casa, un ufficio, una piazza e anche un piccolo parcheggio con le colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici, per rendere ancora più evidente il nuovo modo di concepire l’edificio come un nodo intelligente di connessione al quartiere e alla città, intesa come Smart City. Perché non solo le infrastrutture impiantistiche termoidrauliche ed elettriche possono essere connesse grazie alle tecnologie ICT, alle mobile app, ai sistemi cloud e all’informatica.Mce

Nel Galles si spalancano i portoni al Gruppo Hörmann

Il Gruppo Hörmann, specializzato nella produzione di chiusure civili e industriali, punta sul mercato britannico e amplia gli stabilimenti della propria filiale IG Doors Un sito produttivo ultramoderno, battezzato Oakdale Business Park, distribuito su una superficie di oltre 18.000 metri quadrati, su un’area di dieci ettari di terreno a Oakdale, vicino a Caerphilly, nel Galles. La nuova sede di IG Doors non sarà solo più grande, ma sarà anche dotata di impianti di produzione tecnologicamente avanzati e completamente automatici, in grado di rendere i processi di lavorazione più efficienti e sostenibili, ha spiegato Christoph Hörmann, socio accomandatario del Gruppo Hörmann. La nuova struttura sorgerà a circa 20 chilometri di distanza dall’attuale sede di Cwmbran, dove l’azienda produce porte d’ingresso e porte per interni in acciaio dal 1935. A credere fermamente nel futuro di IG Doors è anche il Governo del Galles, che ha deciso di dare il proprio contributo allo svolgimento dei lavori di costruzione con un investimento di circa 1,4 milioni di Euro. Dopo il completamento della nuova sede, è intenzione di IG Doors creare ulteriore occupazione nella zona, impiegando nuovi lavoratori.H_IG_Doors

I colori di San Marco per Aldo Manuzio e il Rinascimento a Venezia

Venezia dedica una mostra al Cinquecento e alla figura di Aldo Manuzio, pioniere degli stampatori e primo editore moderno, inventore del carattere corsivo, che contribuì a ispirare numerosissimi artisti attraverso la diffusione dei grandi classici greci e latini. E Colorificio San Marco, produttore di pitture e vernici per l’edilizia professionale, conferma ancora una volta il proprio impegno nella promozione dei beni culturali e mette a disposizione le proprie tinte per l’allestimento della mostra che sarà inaugurata sabato 19 marzo. Per mettere in evidenza i grandi capolavori internazionali che saranno esposti negli spazi delle Gallerie dell’Accademia, tra i quali opere di Giorgione, Bellini, Tiziano, Dürer e altri grandi del Rinascimento, il fondo scelto è l’idropittura murale lavabile per interni Antartica.

«Siamo lieti di contribuire alla realizzazione di un evento culturale così importante per Venezia, dedicato a un grande protagonista della storia della nostra città», ha commentato Federico Geremia, presidente del Colorificio San Marco. Che aggiunge:«Per un’azienda come la nostra, che ha nella ricercatezza del colore, nella qualità e dell’estetica i propri punti di forza, supportare iniziative come questa è una vocazione naturale, così come investire risorse ed energie per promuovere il restauro e la valorizzazione di importanti edifici e monumenti».

La mostra “Aldo Manuzio, il rinascimento di Venezia”, curata da Guido Beltramini, Davide Gasparotto e Giulio Manieri Elia e promossa dal Comitato per il V Centenario della morte di Aldo Manuzio, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia e dal World Monuments Found di New York, potrà essere visitata fino al 19 giugno. Con questa partnership tecnica Colorificio San Marco è ancora una volta protagonista nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio artistico italiano.

Intermezzi tipografici , progetto editoriale di Aldo Manuzio custodito alla Biblioteca Marciana
Intermezzi tipografici , progetto editoriale di Aldo Manuzio custodito alla Biblioteca Marciana

Lino e resine naturali per il primo pannello prefabbricato biocomposito

Il sistema BioBuild

Le facciate degli edifici, i muri divisori e i controsoffitti sono caratterizzati da un livello di energia grigia estremamente elevato. La sostituzione di acciaio, mattoni, cemento e persino plastica rinforzata con fibre con altri materiali più sostenibili sotto il profilo dell’embodied energy, finora non ha dato risultati soddisfacenti per la suscettibilità all’umidità e alla biodegradazione che determina una riduzione del ciclo di vita di questi materiali più verdi, soprattutto se posati in esterno. L’obiettivo del progetto Biobuild (High performance, economical and sustainable biocomposite building materials) durato tre anni e mezzo e concluso recentemente, era quello inventare dei prodotti a base di fibre naturali capaci di ridurre l’energia grigia di almeno il 50% rispetto a quelli tradizionali senza aumentare i costi di produzione. Il risultato è stato sistema di facciata in biocompositi battezzato ovviamente BioBuild, che ha vinto il JEC Innovation Award nella categoria Costruzione.BioBuild5_900x600

Come sono riusciti gli scienziati, insieme ai partner industriali Arup e GXN Innovation a migliorare la sostenibilità e le prestazioni delle fibre di lino, canapa e iuta? Con dei trattamenti di acetilazione per renderle più idrorepellenti, e poi sono stati rinforzati con due tipi di resine, poliestere insature e a base di alcol polifurfurilico (Pfa) realizzate con il sottoprodotto di lavorazioni agricole di mais, canna da zucchero e altre colture. Questi rivestimenti non solo le rendono più resistenti all’umidità, ma permettono una migliore adesione degli additivi ritardanti di fiamma. Da questo lavoro con l’aiuto dei partner è scaturito un pannello concepito per la costruzione di edifici direzionali, alto 4 metri e largo 2,3 metri, dotato di parti vetrate. Si tratta di un prefabbricato costituito da due laminati in biocomposito di lino e resine, uno con verniciatura trasparente che lascia intravedere la fibra e l’altro dipinto di bianco, in mezzo uno strato di materiale isolante. Tutte le componenti del sistema sono facilmente smontabili possono essere riciclate o riutilizzate alla fine del loro ciclo di vita.

Il sistema BioBuild

Migliori prestazioni e packaging per lo stucco Fugenfüller di Knauf

Fugenfuller-kNAUF

Fugenfuller-kNAUF

Knauf lancia il nuovo Fugenfüller, lo stucco in polvere a base gesso, reso più performante grazie ai miglioramenti introdotti nella sua formulazione. “Abbiamo aggiunto qualità e caratteri da leader, rafforzando ancor più la sua immagine e la sua presenza sia nei cantieri che nella mente dei professionisti del settore, perché vogliamo che, oggi più di ieri, per indicare “lo” stucco si dica “Fugenfüller” spiega Luca Saladino, Product Manager di Knauf.

I vantaggi del nuovo Fugenfüller si mostrano anche nella migliore lavorabilità, nella maggiore scorrevolezza nella rasatura, e in una finitura di alta qualità.

Più semplice da usare anche grazie al nuovo packaging: i nuovi sacchi riportano contenuti e informazioni complete di soluzioni iconografiche e testuali che assicurano la massima leggibilità, la comprensione delle indicazioni di uso e conservazione, le istruzioni in doppia lingua. Le confezioni riportano inoltre con la massima evidenza le marcature ISO, CE e di conformità a tutti i requisiti normativi di sicurezza.

Fondata nel 1977, Knauf Italia è specializzata nelle costruzioni a secco. In Toscana possiede due stabilimenti di produzione di sistemi a secco e intonaci a base gesso. L’azienda investe inoltre molto sulla formazione, particolarmente con i Centri polifunzionali di Milano e Pisa, dove offre corsi, seminari e servizi ai professionisti dell’edilizia.