Home Blog Pagina 362

Ceramica, anche Abk Group al Coverings di Chicago

Ceramica, Sensi - Pietra Grey

Chicago sta ospitando (18-21 aprile) la nuova edizione di Coverings, la più importante fiera internazionale nel mercato della ceramica e delle pietre naturali. Per l’appuntamento Abk Group ha realizzato un progetto espositivo che ospita le novità dei tre marchi Abk, Flaviker e Ariana, in un percorso che accompagna i visitatori alla scoperta delle nuove collezioni dedicate a marmo, legno, pietre e resine.

Ceramica, Sensi - Pietra Grey
Ceramica, Sensi – Pietra Grey

Sensi di Abk, Place 2B e No_W di Faliver, Concrea di Ariana sono caratterizzata dall’originalità del design e dalla tecnologie innovative che caratterizzano sempre più lo stile e la ricerca Made in italy del Gruppo Abk.

Ceramica, Dublin Smoking
Ceramica, Dublin Smoking

Sensi, il nuovo progetto ceramico firmato Abk trasmette e ricrea due differenti tipologie di lavorazione: la sabbiatura manuale e la levigatura. Con Place 2B Flaviker lancia un nuovo contenitore dedicato ai legni ceramici in estetica e design trionfano.  NO_W è invece la nuova proposta Flaviker che traduce in chiave moderna il fascino delle antiche pavimentazioni in pietra recuperando l’elemento.  La fusione stilistica di resine e cementi dà vita ad un’originale rilettura in chiave ceramica firmata Ariana: Concrea è una collezione completa per pavimenti e rivestimenti, con ampie potenzialità di utilizzo, aperta alla contaminazione degli stili e ideale per incontrare ogni esigenza d’arredo.

Ceramica, Place 2B, Havana Lux
Ceramica, Place 2B, Havana Lux

Italia-Iran, arriva la firma per l’accordo commerciale

Accordo Italia-Iran, la firma Animp-Apec

Il 18 aprile Italia e Iran hanno firmato un importante accordo commerciale: l’associazione nazionale di imprenditoria industriale (Animp) e l’associazione iraniana di ingegneria petrolifera e di costruzione (Apec) hanno stretto una collaborazione strategica che permetterà alle oltre trecento imprese associate a Animp di acquisire una maggior comprensione delle opportunità del mercato iraniano, attivando così migliori relazioni con le aziende del Paese asiatico attive nel settore oil&gas.

L’intesa raggiunta prevede inoltre l’organizzazione di programmi di formazione e corsi per l’industria petrolifera e del gas al fine di trasferire le conoscenze necessarie per operare nel settore e la promozione in modo congiunto di partnership e joint-venture per lo sviluppo della filiera. Il commento soddisfatto di Claudio Andrea Gemme, presidente Anie Confindustria: “Quello tra Animp e Apec è un accordo strategico di primaria importanza che accrescerà concretamente le possibilità di sviluppo del business per le imprese italiane in Iran attraverso una sinergia che potrà essere la chiave d’accesso anche verso altri mercati”.

Accordo Italia-Iran, la firma Animp-Apec
Accordo Italia-Iran, la firma Animp-Apec

I pilastri del rapporto brand-consumatore? Autenticità e privacy

Brand, la fiducia dei consumatori

L’agenzia globale di comunicazione Chon&Wolf ha presentato la prima edizione di Authentic 100, indice annuale dei marchi classificati secondo la percezione di autenticità da parte dei consumatori. Lo studio, per la prima volta, definisce le peculiarità che determinano l’autenticità di marca e se la presenza o meno di questi attributi comporti variazioni nelle decisioni dei consumatori. La ricerca identifica un importante “authencity gap” tra brand e consumatori, con un 75% dei quasi 12.000 consumatori intervistati in 14 mercati che dichiarano un problema di credibilità per marchi e aziende.

Veniamo dunque alle principali evidente riscontrate. Innanzitutto un elevato scetticismo globale: quello dei consumatori è  più alto in Europa Occidentale con solo il 7% degli intervistati nel Regno Unito, Francia, Germania e Spagna (9% per l’Italia) – e solo il 5% in Svezia che descrivono i marchi come “onesti e trasparenti”. Nei Paesi meno scettici – Cina e Indonesia – il numero si assesta sul 36% e il 35%, rispettivamente. Gli Americani (+23%) si collocano a metà strada e più vicini alla media globale del 22%. Spicca poi l’importanza della privacy: la preoccupazione rivolta verso la protezione dei dati sensibili viene considerata una componente fondamentale dell’autenticità del brand per i consumatori. A livello globale, “proteggere i dati dei clienti e la loro privacy” è il quarto più importante attributo di autenticità. Ecco dunque l’opportunità dell’autenticità: quasi 9 consumatori su 10 sono disposti a premiare un marchio per la sua autenticità, il 52% lo consiglia ad altri e un 20% sarebbe disposto a mettere mano alla tasca e a investire in un marchio in grado di dimostrare la sua autenticità. Sono tre gli elementi chiave dell’autenticità: affidabilità, rispettabilità e verità.  E ancora, i consumatori hanno bisogno ogni giorno di riscontri reali che dimostrino loro di poter contare sui marchi. Nel definire l’autenticità, danno priorità alla “qualità” (66%) e alla “capacità di mantenere le promesse” (70%) rispetto a misure più valoriali quali la “responsabilità sociale” (57%) e la “responsabilità ambientale” (55%).

Queste le parole di Donna Imperato, amministratore delegato di Cohn&Wolfe: “Le regole della comunicazione sono irrevocabilmente cambiate, e si può chiaramente vedere che oggi i consumatori ricompensano quei brand che meglio sanno entrare in relazione con loro in maniera aperta e onesta. I consumatori possono anche perdonare il passo falso occasionale di un’azienda, a patto che si dimostri sincera e affronti la questione in maniera diretta. I brand in cima alla classifica di Authentic100 l’hanno capito, e hanno dimostrato con costanza e coerenza che tengono più a un dialogo sincero con i propri clienti che ai propri numeri”.

Brand, la fiducia dei consumatori
Brand, la fiducia dei consumatori

Ristrutturazioni e impegno sociale, Leroy Merlin lancia i video tutorial

I video tutorial di Leroy Merlin

Leroy Merlin presenta Tutorial For Good, la nuova iniziativa che ribadisce l’impegno dell’azienda francese a livello sociale. I video tutorial non si limitano solo a insegnare come, per esempio, si modifica una muro in cartongesso o si tinteggia una parete: dimostrano che ognuno di noi può costruire qualcosa di importante, in qualsiasi contesto. Infatti, i Tutorial For Good sono stati girati in occasione della ristrutturazione della sala comune di Casa della carità, realizzata dai suoi ospiti (che una casa non ce l’hanno) insieme al supporto dei dipendenti Leroy Merlin.

I video tutorial di Leroy Merlin
I video tutorial di Leroy Merlin

L’iniziativa fa parte del progetto “Bricolage del cuore”, che vede ogni anno centinaia di dipendenti dedicare una giornata lavorativa ad attività di volontariato a favore di organizzazioni non profit, scuole e centri di aggregazione sociale. L’obiettivo, centrato in pieno, è quello di contribuire concretamente al miglioramento della vita delle comunità locali, di riqualificare strutture di interesse del territorio e di insegnare competenze a chi è senza un lavoro.

I video tutorial by Leroy Merlin
I video tutorial by Leroy Merlin

L’impegno preso da Leroy Merlin non si ferma qui, bensì si realizza con nuove progettualità quali i Cantieri fai da noi, nel quale i beneficiari non restano individui passivi, ma diventano soggetti attivi coinvolti in una logica di reciprocità verso la comunità e, ancora, con il proseguimento del progetto di business sociale La Casa Ideale. I Tutorial For Good rappresentano la prima iniziativa del nuovo sito dell’azienda dedicato alla responsabilità sociale di Leroy Merlin che in un’ottica di condivisione, progettazione e confronto, vuole proporsi come luogo virtuale di incontro.

I video tutorial, Leroy Merlin
I video tutorial, Leroy Merlin

I nuovi video tutorial mettono al centro la condivisione con le comunità e il saper fare per far nascere la voglia di fare casa attraverso la valorizzazione delle persone, che imparando il lavoro manuale si sentono vive e capaci di creare qualcosa con le proprie mani.

Finestre, la promozione di primavera di Internorm

Finestre Internorm - promozione di primavera

Continua non stop la promozione Internorm, che in questa primavera offre l’opportunità di poter acquistare la sue finestre, prodotto leader a livello europeo, a prezzi competitivi. L’iniziativa si protrarrà fino al 29 maggio e si concentra sulle  finestre KF200 e HF210: è possibile avere il triplo vetro con il 50% di scontro sul sovrapprezzo, avendo così la possibilità di dotare la propria finestre con un triplo vetro termico e acustico spendendo la metà di quanto è normalmente previsto. Occasione allettante per cambiare i vecchi serramenti o pensare alla finestra della nuova casa con modelli Internorm di altissima qualità ad un prezzo inferiore rispetto all’alto valore, anche in termini di risparmio sui consumi di riscaldamento e di condizionamento che un serramento a triplo vetro e tre guarnizioni di fascia alta può consentire.

Finestre Internorm - promozione di primavera
Finestre Internorm – promozione di primavera

La promozione si applica su dieci vetri con differenti caratteristiche: consente dunque di dotare la propria finestra di proprietà altamente performanti per prestazioni ai vertici della categoria. KF200 è il modello entry llevel della gamma in PVC Internorm che coniuga isolamento termico e acustico di elevato livello con un costo già di per se molto interessante. Mentre HF210 è  la finestra in legno-alluminio di Internorm che offre il vantaggio del profilo in legno e del guscio in alluminio esterno nei colori a scelta che offre, quindi, la massima personalizzazione estetica.

I punti di forza sono la tecnologia Fix-O-Round di serie su tutti i prodotti e le tre guarnizioni che consentono livelli di isolamento fino a 0,74 W/m2K per il KF 200 e fino a 0,67 W/m2K per l’HF 210, la ferramenta nascosta, la qualità generale di ogni lavorazione e finitura, e i 30 anni di funzionalità assicurata del serramento.

Finestre Internorm - promozione primavera
Finestre Internorm – promozione primavera

Daliform Group sulla rampa di lancio del nuovo aeroporto di Istanbul

Antimo Riccardo Albertini, presidente Daliform Group

È Daliform Group, azienda specializzata nell’ideazione e nella produzione di manufatti in plastica per il settore delle costruzioni, a chiudere l’accordo con Istanbul Grand Airport (Iga) e ad aggiudicarsi una fornitura ultramilionaria per il più grande hub aeroportuale del mondo nelle vicinanze di Istanbul. Il nuovo aeroporto avrà inizialmente una capacità di 90 milioni di passeggeri all’anno e sorgerà nella parte europea della città a 35 chilometri dal centro, vicino al Mar Nero. Quando tutte le fasi di espansione dello scalo saranno completate l’aeroporto, con le sue sei piste e tre terminal, sarà in grado di garantire gli spostamenti aerei a 200 milioni di passeggeri. Iga, il consorzio dei cinque contractor-leader turchi, concessionario della costruzione e gestione del nuovo aeroporto di Istanbul, ha commissionato dopo una complessa trattativa, la fornitura iniziale di 186mila metri quadrati del sistema costruttivo Atlantis, una variante del più conosciuto Iglù, per la realizzazione di un pavimento industriale di notevole sopraelevazione nel cantiere dell’aerostazione. La motivazione della scelta sta nella capacità di risolvere svariate e complesse problematiche strutturali grazie alla qualità e flessibilità del sistema e alla professionalità del team ingegneristico dell’azienda. «Questa è solo l’ultima di numerose commesse internazionali ottenute dall’azienda che ne conferma il ruolo di apprezzato supplier & partner per innovazione, valenza dei prodotti ed elevata competenza dei nostri ingegneri», ha dichiarato Antimo Riccardo Albertini presidente della Daliform Group.

Antimo Riccardo Albertini, presidente Daliform Group
Antimo Riccardo Albertini, presidente Daliform Group

L’Eclisse che separa i bagni dalle camere al Matthiol Boutique Hotel

Il Matthiol Boutique Hotel è struttura a 4 stelle in stile chalet realizzata nel 2008 che rimanda all’archetipo delle costruzioni in pietra e legno tipiche del luogo in cui si trova: Zermatt. L’edificio, composto da due corpi di fabbrica distinti su quattro piani fuori terra, raccordati da un edificio centrale alto un solo piano è stato recentemente rinnovato per ottimizzare la funzionalità e la redditività della struttura: un maggior numero di stanze e tipologie insieme a un aumento dei posti nell’area ristorante. Il progetto, firmato dall’architetto Francesca Esposito dello studio GA e Associati si basa su un approccio sostenibile che punta a conservare quanto più possibile dell’esistente dandogli una nuova veste. Così, dalle 23 stanze esistenti iniziali si è passati alle 33 in progetto, in parte rese collegabili tra loro, mentre i posti a sedere del ristorante sono stati quasi raddoppiati. Migliorata anche la funzionalità e l’organizzazione spaziale dei servizi dell’hotel, sia per una migliore fruizione da parte degli ospiti, sia per rendere più fluida la logistica del servizio.Hotel_Matthiol2

Due le fasi di restyling: nella prima si è provveduto ad effettuare un intervento negli spazi comuni e nelle camere e a spostare l’ingresso principale in una posizione più ampia e maggiormente rappresentativa. Inoltre, sono state realizzate le relative opere di sistemazione esterna e modificate alcune finestre esistenti per la rispondenza alle nuove realtà interne. La seconda fase ha previsto la realizzazione di un vialetto di accesso con veicoli elettrici fino al nuovo ingresso dell’hotel e di un percorso pedonale di acc esso, con allestimento del giardino e posizionamento di igloo per vivere l’esperienza di pranzare e cenare all’esterno d’inverno tra la neve, in un ambiente particolare e riscaldato.Hotel_Matthiol

Anche gli ambienti della cura personale, bagni e home spa sono stati modificati con porte di separazione dalle camere: sono stati installati i sistemi scorrevoli e a battente della linea Eclisse Syntesis Collection. Entrambe le tipologie di aperture, prive di qualsiasi finitura esterna, si caratterizzano per le linee minimali e raffinate. Sia nella variante scorrevole che in quella a battente sono stati adottati gli stessi pannelli porta in vetro e alluminio modello Silk. L’alluminio, materiale leggero e luminoso, è utilizzato per integrare armoniosamente maniglia e sistema di chiusura mentre all’interno del pannello porta, la scelta del vetro satinato favorisce il passaggio della luce naturale e non, preservando al tempo stesso la privacy di chi è all’internoHotel_Matthiol1

La casa degli italiani: cucina con vista ed elettrodomestici che arredano

La casa dei giorni nostri

Come sì è evoluta la casa degli italiani dagli ’50 a oggi? Sicuramente sono cambiati gli elettrodomestici, ma anche la disposizione degli spazi. Lo rileva l’analisi condotta dal Centro Studi di Casa.it in collaborazione con Lg: dalla sala da pranzo con il tubo catodico che trasmetteva in bianco e nero Carosello, alla zona living dove brillano i colori della Tv Oled sintonizzata su un film in 4k. E le lavatrici a cestello con comando manuale, collocate nell’unico bagno dell’appartamento, sono state sostituite da macchine così piccole e silenziose, da poter essere installate perfino nel bagno en suite.

La casa tipica degli anni '50
La casa tipica degli anni ’50

La ricerca evidenzia anche il ruolo dominante della zona living, più ampia in media del 45% che accoglie la cucina, anche questa quindi en suite. Insomma, il cibo come un momento di grande socialità rimane un concetto forte nella cultura italiana, ma la cucina che prima ricopriva una porzione piccola e separata, ora è a vista. Minore spazio invece per le camere da letto, mentre cresce l’esigenza di più bagni anche in ambienti piccoli. Allo stesso tempo l’innovazione tecnologica anticipa questo mutamento proponendo soluzioni di design e di arredo: se da un lato aumentano le dimensioni di Tv e frigorifero, vero e proprio oggetto di design esposto in bella vista nella zona più frequentata della casa, ossia il living, per altri elettrodomestici come la lavatrice, aumenta la capacità rimanendo in dimensioni standard.

La casa dei giorni nostri
La casa dei giorni nostri

Questa veranda non ha più pareti, ma vetri (e sistemi in alluminio Schüco)

La veranda della villa a Frascati realizzata con i sistemi Schüco Fw 60+, abbinati ad apribili in copertura Schüco Aws 57 Ro motorizzati

Il cielo in una stanza, anzi in veranda, grazie ai sistemi in alluminio Schüco. Elementi che si stagliano sul soffitto, sostituiscono intonaco e mattoni e diventano parte integrante del progetto di ristrutturazione firmato dallo Studio Rosa Fedele Ercolani per un’abitazione unifamiliare degli anni 70’ a Frascati. Si comincia dalla sostituzione degli infissi per migliorare le performance tecniche e si arriva a ridefinire i volumi con strategici tagli di luce e scorci prospettici. Ecco un esempio di come una riqualificazione in chiave energetica porta a una riorganizzazione degli spazi e modifica la struttura in ottica di compenetrazione tra architettura e paesaggio.

La veranda della villa a Frascati realizzata con i sistemi Schüco Fw 60+, abbinati ad apribili in copertura Schüco Aws 57 Ro motorizzati
La veranda della villa a Frascati realizzata con i sistemi Schüco Fw 60+, abbinati ad apribili in copertura Schüco Aws 57 Ro motorizzati

Le vetrate cristalline che caratterizzano tutta la zona giorno, al piano inferiore, rispecchiano una scelta orientata all’eliminazione delle murature per dare continuità tra interni ed esterni, mentre le superfici trasparenti previste dai prospetti originari sono state mantenute invariate, pur essendo state integrate con serramenti ad elevato isolamento termico. I nuovi infissi, realizzati con i sistemi in alluminio Schüco, in particolare con i profili Ads 65 per porte, i profili Aws 70 HI (High Insulation) per finestre e i profili Ass 70 HI per scorrevoli, hanno portato ad un incremento notevole non solo delle performance termiche dell’edificio, ma anche del livello di sicurezza di tutta l’abitazione, poiché sono stati realizzati in classe antieffrazione Rc2.

Altri scorci prospettici
Altri scorci prospettici

Ma è la veranda, pensata inizialmente come giardino d’inverno, il fulcro di tutta la casa: costruita senza alcun intervento sui prospetti originari (la zona sismica non consente modifiche strutturali o ulteriori aperture), poggia per un intero lato sull’edificio preesistente, ampliandone considerevolmente la superficie. Realizzata dal serramentista Dimensione Alluminio con i sistemi in alluminio Schüco Fw 60+, abbinati ad apribili in copertura Schüco Aws 57 Ro motorizzati, ha trasformato un ambiente rigoroso in open space ampio e luminoso dagli asimmetrici giochi di volume.

Meccatronica, nasce il nuovo centro di ricerca Watts Water Technologies

Nasce a Rovereto il nuovo polo di ricerca di Watts Water Technologies

Watts Water Technologies, colosso della componentistica termoidraulica e nelle soluzioni per l’efficienza e il risparmio energetico, dà vita a un nuovo centro di ricerca nel Polo della Meccatronica, all’interno della Business Innovation Centre di Rovereto (Trento). Sarà attivo da maggio.

Il progetto Bic punta a promuovere l’innovazione e la ricerca, mettendo in sinergia le risorse del territorio, le eccellenze produttive italiane e le competenze scientifiche di giovani professionisti. L’obiettivo è quello del progetto è quello di fare del centro un catalizzatore di idee e soluzioni per il miglioramento dell’ambiente abitativo delle persone. Sono queste le ragioni che hanno spinto Watts Water Technologies a investire su questo nuovo centro oltre 500 mila euro.

Nasce a Rovereto il nuovo polo di ricerca di Watts Water Technologies
Nasce a Rovereto il nuovo polo di ricerca di Watts Water Technologies

Le innovazioni che verranno sviluppato riguarderanno principalmente le applicazioni relative agli impianti di riscaldamento e di condizionamento, con un focus anche alla centrale termica e alla distribuzione nelle reti. In più, sarà data una certa attenzione allo studio sull’applicazione di materiali come ottone sinterizzato da polveri e polimeri speciali.  Comune denominatore sarà lo sviluppo di soluzioni che rendono più performanti gli impianti, con l’obiettivo di garantire l’ottimizzazione sinergica di efficienza e risparmio energetico, performance e impatto ambientale.

Centro di ricerca di Watts Industries - firma
Centro di ricerca di Watts Industries – firma

Queste le parole soddisfatte di Fabrizio Fedrizzi, amministratore delegato di Watts Industries Italia: “L’apertura di questo centro di ricerca è una tappa importante nella nostra storia. Perché dà prova del nostro costante impegno per innovare e proporre prodotti e servizi in grado di anticipare le tendenze e soddisfare bisogni emergenti. La scelta di entrare a far parte di un BIC non è casuale: sono hub ad alto tasso di innovazione che rispecchiano la nostra visione. Mi auguro inoltre che possano nascere sinergie nuove e collaborazioni positive con altre realtà già presenti e, nel prossimo futuro, con l’Università di Trento”.

Centro ricerca Watts Industries - firma
Centro ricerca Watts Industries – firma

Milano Design Award, vince il riciclaggio degli scarti

Milano Desing Award, Shit Evolution di Luca Cipelletti

In concomitanza con la chiusura del Salone del Mobile 2016 si è tenuta la premiazione del Milano Design Award, il primo e unico premio rivolto ai migliori allestimenti della design week milanese, ideato e organizzato da Elita-Enjoy Living Italy, in collaborazione con Fuorisalone.it, il comitato Fuorisalone, l’lstituto Europeo di Desing e il Comune.

Milano Design Award, Shit Evolution di Luca Cipelletti
Milano Design Award, Shit Evolution di Luca Cipelletti

Il vincitore della sesta edizione è Luca Cipelletti, che ha presentato “Shit Evolution”, centrato sul problema degli scarti generati dalla società. Questa la motivazione della giuria: “Per il racconto di un processo di grande complessità e innovazione, capace di destabilizzare la percezione comune. Il percorso didattico scardina tutti gli stereotipi didascalici per proporre un’esperienza sensorialmente rilevante, che promuove una nuova visione della cultura del progetto”.

Milano Design Award, il vincitore Luca Cipelletti Shit Evolution
Milano Design Award, il vincitore Luca Cipelletti Shit Evolution

Milano Design Award, gli altri premi

Inoltre sono state premiate anche altre categorie: Best Concept (Boring Collection ­ Lensvelt Contract), Best Technology (Data Orchestra ­Jelle Mastenbroek),  Best Storytelling (The Nature of Motion ­ Nike), Best Engagement (Imagine new days – Aisin di Masaru Suzuki/Hideki Yoshimoto/Setsu&Shinobu Ito) e People’s Choice (KUKAN – Panasonic di Shuichi Furumi, Masao Ochiai).

La cerimonia di premiazione
La cerimonia di premiazione

Salone del Mobile.Milano, un record di presenze. Dentro e fuori

Per le strade tra via Tortona, zona Ventura e il Brera District non si è ma vista così tanta gente, impossibile persino camminare. Dentro la fiera record di presenze: 372.151 visitatori, con un incremento del 4% rispetto all’edizione 2014, anno delle biennali dedicate alla Cucina e al Bagno. Insomma, la 55a edizione del Salone del Mobile.Milano è stata un vero successo: « Questa edizione con la presenza del 67% di operatori esteri, la maggior parte di alto profilo e con forte potere di acquisto, secondo i commenti degli espositori, ha confermato, ancora una volta, la forte vocazione internazionale e l’importanza dell’export come elemento ormai imprescindibile del settore», ha dichiarato Roberto Snaidero, Presidente del Salone del Mobile.Milano». salone-del-mobile

Un Salone dunque sempre più internazionale, con presenze qualificate da tutto il mondo, attratte dall’eccellenza creativa e produttiva della nostra filiera, riconoscendo il valore della produzione made-in-Italy e dell’arredo di qualità. Che si tratti di un vero e proprio evento e non una semplice fiera, lo dimostra la folla che segue gli appuntamenti del SaloneSatellite, un circuito di grande rilievo per l’economia della città, e il numero di ingressi, 41.372, registrato tra sabato e domenica, alla manifestazione. Non solo, la presenza di numerose figure istituzionali rappresentanti di tutti gli schieramenti politici, tra tutte il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha visitato la manifestazione presenziando alla cerimonia di premiazione del 7° SaloneSatellite Design Award mercoledì 13 aprile, denota la rilevanza del settore.

Salone del Mobile
Salone del Mobile

Tra gli appuntamenti più apprezzati quello dedicato al tema “Nuovi materiali> Nuovo design/New Materials> New Design” ha visto grande affluenza di pubblico per scoprire i 650 i giovani under 35. Oppure Before Design: Classic, reinterpretazione dell’arredo classico in chiave contemporanea con la direzione artistica di Ciarmoli Queda Studio e un video del regista Matteo Garrone. Per chi non ha potuto partecipare, ha tempo fino al 12 settembre per vedere alla Triennale di Milano, nell’ambito della XXI Triennale International Exhibition, la mostra “Stanze. Nuove filosofie dell’abitare”, a cura di Beppe Finessi: lo stato dell’arte dell’architettura degli interni.

Impresa e arte, insieme al Muse di Trento

La mostra di Marzio Tamer
La mostra di Marzio Tamer

Arte e impresa. Riunite in un museo. Avviene al Museo delle Scienze di Trento (Muse) con la mostra Nature. The Art of Marzio Tamer. In scensa le opere di uno dei maggiori pittori figurativi contemporanei, ma anche l’incontro con il territorio tramite Inaz (produzione software ed erogazione servizi per l’amministrazione e la gestione delle risorse umane), main sponsor dell’evento assieme a Isvi, Istituto per i Valori d’Impresa, binomio che si è manifestato in apertura della mostra con un convegno, Cultura, sviluppo territoriale e spirito d’impresa. «Dall’incontro tra arte, scienza e imprenditorialità nasce una riflessione profonda sul ruolo che la valorizzazione del territorio e dei beni culturali giocano per il futuro del nostro Paese», commenta Linda Gilli, presidente di Inaz e di Isvi. L’Italia, soprattutto, deve rendersi conto che il territorio è un bene comune da mettere a frutto, e non da sfruttare. Salvare il territorio, inteso come insieme delle bellezze naturali e dei beni culturali opera dei nostri padri, significa salvare le radici dello sviluppo economico».

Nature. The art of Marzio Tamer, curata da Stefano Zuffi e Lorenza Salamon, sarà visitabile fino al 25 settembre 2016.

La mostra di Marzio Tamer
La mostra di Marzio Tamer

Casa, auto e città: il futuro (e il presente) è smart

Internet of Things - Bicocca

Il mercato dell’Internet of Things, a fine 2015, ha raggiunto quota 2 miliardi di euro facendo registrano una crescita del 30% rispetto al 2014. Il forte impulso è arrivato grazie sia alle applicazioni consolidate che sfruttano la connettività cellulare che da quelle che si servono di altre tecnologie (Wireless M-Bus o Bluetooth Low Energy).  Per il 2016 le previsioni sono rosee: si prevede infatti una crescita sensibile anche per il versante SmartHome , Smart City e Smart Car.

Internet of Things - Bicocca. Il futuro è smart
Internet of Things – Bicocca. Il futuro è smart

Insomma, il mercato italiano degli oggetti interconnessi vale 2 miliardi di euro ed è trainato in primis dai contatori gas (per il 25%) e dalle auto connesse (24%) che insieme sfiorano il tetto del miliardo di euro. La più grossa fetta di mercato è rappresentata infatti dalle soluzioni cosiddette Smart Metering (i contatori intelligenti per la misura dei consumi) e di Smart Asset Management nelle utility (ovvero la gestione da remoto per rilevare guasti, manomissioni, geo-localizzazione), sostenute da obblighi normativi. Ecco dunque la Segue la Smart Car, con 5,3 milioni di auto connesse in Italia, un settimo del totale parco circolante: nella maggior parte dei casi (88% dei veicoli) la connettività è garantita da Gps/Gprs per la localizzazione e la registrazione dei requisiti di guida. Troviamo inoltre le soluzioni di Smart Building (18%), in particolare per la videosorveglianza e la gestione degli impianti fotovoltaici, quelle di Smart Logistics (11%) per la gestione di flotte aziendali e anti-furti satellitari, quelle di Smart City Smart Environment (9%). E ancora la Smart Home (7%), soprattutto con applicazioni di anti-intrusione e termostati controllati a distanza, e lo Smart Asset Management (5%) per gestire da remoto ascensori e distributori automatici.

A fine 2015 sono circa 10,3 milioni quelli connessi in Italia tramite rete cellulare (+29%), a cui si aggiungono quelli che sfruttano altre tecnologie di comunicazione. Sono questi ii risultati della Ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano presentati alla Bicocca. Secondo Alessandro Perego, direttore scientifico degli Osservatori Innovation del Politecnico di Milano, «questi numeri denotano una crescita esplosiva dell’Internet of Things in Italia, ma il cambio di passo del 2015 non è racchiuso solo nella crescita del mercato. Ancor più importante è il consolidamento delle basi per lo sviluppo su tutti i fronti: città, consumatori e imprese. L’installazione di nuove reti di comunicazione dedicate all’IoT nelle prime città italiane, l’evoluzione dell’offerta in ambito Smart Home, sempre più integrata con servizi assicurativi e pronta a sbarcare anche nelle catene della grande distribuzione, i servizi innovativi per l’Industry 4.0 costituiscono presupposti importanti per il futuro». Gli ha fatto eco Angela Tumino, direttore dell’Osservatorio: «Uno degli aspetti chiave per lo sviluppo futuro dell’Internet of Things è la valorizzazione dei dati raccolti, su cui ancora non ci sono strategie consolidate. I dati possono essere sfruttati nei processi interni all’azienda, riducendo i costi e migliorando l’efficacia verso i clienti, oppure possono generare valore all’esterno con la vendita a terzi, aprendo a nuove opportunità di business. La disponibilità di dati puntuali rende possibili nuove strategie di prezzo pay-per-use, che iniziano a interessare non solo i servizi, come l’assicurazione auto che varia in base alla percorrenza annua, ma anche i prodotti, come gli pneumatici pagati in base ai chilometri percorsi. In alcuni casi la vendita è addirittura incentivata proprio per avere accesso a nuovi dati, che costituiscono fonte di valore per le aziende».

Internet of Things - Uni Bicocca
Internet of Things – Uni Bicocca. Il futuro è smart

La smart home

Il 79% dei consumatori italiani è disposto ad acquistare prodotti per la Smart Home, il 33% in più rispetto all’anno precedente, un chiaro segnale di svolta. Tuttavia solo un consumatore su cinque dispone già di almeno un oggetto intelligente nella propria abitazione e le intenzioni di acquisto vanno a rallentatore: solo il 25% di chi dichiara di voler comprare un prodotto lo farà entro 12 mesi. L’Osservatorio ha identificato tre tipologie di utenti che differiscono per familiarità verso la tecnologia, profilo socio-demografico e conoscenza della Smart Home: i Conservatori, i Fruitori e i Tecnofili. Conservatori e Fruitori si orientano verso soluzioni consolidate e prediligono funzionalità di risparmio energetico e anti-intrusione, i Tecnofili sperimentano installando in autonomia i prodotti e sono interessati principalmente al comfort e al benessere. A tal proposito si è espresso Giovanni Miragliotta, direttore dell’Osservatorio: «Il passaggio dal prodotto al servizio è la chiave di volta per trasformare il potenziale interesse dei consumatori in concrete opportunità di mercato. L’offerta inizia a esserne consapevole: se sono ancora poche le soluzioni sul mercato che vanno oltre la mera gestione di dati in cloud, numerose start-up stanno iniziando a cogliere questa esigenza. E questo è strettamente correlato alle opportunità di valorizzazione dei dati raccolti».

La smart city

Il 60% dei comuni italiani con popolazione superiore a 20 mila abitanti ha avviato almeno un progetto Smart City negli ultimi tre anni, mentre il 75% sta programmando iniziative per il 2016. Ma le città italiane sono ancora lontane dal poter essere definite realmente smart. I progetti infatti consistono spesso in piccole sperimentazioni e meno di un comune su tre li ha avviati all’interno di un programma strutturato per migliorare vivibilità, sostenibilità e dinamismo economico. Gestione della mobilità e Illuminazione intelligente sono gli ambiti prioritari per i comuni, a cui si aggiungono applicazioni per il turismo e la raccolta rifiuti. Le applicazioni di gestione della mobilità principalmente raccolgono informazioni sui flussi di veicoli, per comunicazioni sul traffico ai cittadini e ottimizzare i cicli semaforici, ma sono diffuse anche le soluzioni per il trasporto pubblico per informazioni sui tempi di attesa, mentre sono rare le integrazioni tra più soluzioni di mobilità. Aumentano i progetti di illuminazione intelligente, con una riduzione dei consumi energetici di oltre il 40% e dei costi di manutenzione di circa il 25% per chi li installa. Crescono i progetti multifunzionali, in cui la rete per l’Illuminazione intelligente è utilizzata per raccogliere informazioni da altri oggetti, come sensori di inquinamento acustico o sensori di occupazione dei parcheggi.

Internet of Things - Università Bicocca
Internet of Things – Università Bicocca. Il futuro è smart

Londra vuole un altro grattacielo. In legno

Il rendering della Oakwood Tower

Anche Londra vuole il suo grattacielo, epitome della città moderna, in legno. Il progetto presentato dallo studio Plp Architecture, insieme ai ricercatori dell’Università di Cambridge e agli ingegneri di Smith and Wallwork prevede una struttura battezzata Oakwood Tower di 80 piani per 300 metri di altezza. Molto più imponente di Treet, la costruzione in legno più alta del mondo di Bergen in Norvegia, con i suoi 14 piani e una struttura portante che si poggia su fondamenta in calcestruzzo, e come rinforzo ha tre solette in calcestruzzo sopra il quarto, il nono e l’ultimo piano. E ancora più alta di quella che sulla carta era destinata a surclassarla: HoHo, un edificio in cantiere a Vienna di 24 piani e una struttura portante alta 84 metri che funge da nucleo di ancoraggio aperto e verticale al vano scale, agganciato alla costruzione in legno.

Il rendering della Oakwood Tower
Il rendering della Oakwood Tower

Insomma, sembra proprio che l’uso del legno per gli edifici multipiano sia destinato a diventare una tendenza nel settore edile (https://youtradeweb.com/2016/02/costruire-in-legno/ ). Ancor di più se il sindaco della capitale inglese darà il suo assenso a questa proposta. I rendering mostrano una coppia di torri contigue con gli angoli smussati e rinforzi a vista, le cui fondamenta poggiano su una superficie di 93mila metri quadrati, capaci di ospitare mille nuovi appartamenti e terrazze a diverse altezze. Secondo Simon Smith di Smith e Wallwork il legno è l’unico materiale da costruzione rinnovabile che nella sua forma ingegnerizzata si può utilizzare accanto all’acciaio e al cemento per estendere e rivitalizzare le città.

Le tre torri Hyperion di Jean Paul Viguier per Bordeaux
Le tre torri Hyperion di Jean Paul Viguier per Bordeaux

Non a caso, l’architetto francese Jean Paul Viguier ha vinto un concorso indetto per la città di Bordeaux con un progetto battezzato Hyperion di tre torri in legno alte 57 metri, mentre lo studio svedese Tham & Videgård Arkitekter ha elaborato per la città di Stoccolma un complesso residenziale, Wooden Highrise, composto da blocchi di appartamenti sviluppati in altezza il cui materiale principale è il legno massiccio. E ancora altri progetti in giro per il mondo (https://youtradeweb.com/2015/07/a-parigi-vogliono-costruire-un-grattacielo-quasi-di-legno/ ), fanno dichiarare ad alcuni osservatori che se l’acciaio, il vetro e il cemento hanno rivoluzionato l’architettura dei due secoli scorsi, il legno sarà l’innovazione del 21esimo secolo. Altri invece, mettono in dubbio la reale fattibilità di questi progetti. Chissà chi sarà il primo sindaco ad avere il coraggio di trasformarli in capitolati tecnici.

Wooden Highrise progettato da
Wooden Highrise progettato da Tham & Videgård Arkitekter

L’architettura partecipata e sostenibile della tecnica nubiana

Edificare nuove case in alcuni zone può essere un rischio: il costo non è sostenuto da un mercato troppo povero e in più si immobilizzano troppo a lungo risorse, non solo economiche, perché è un lavoro che richiede tempo. Per questo in Africa, alcune comunità stanno ripiegando su un’antica metodologia costruttiva che permette di costruire edifici sostenibili senza doversi svenare con la banca. Infatti, dal 2000, l’Associazione la Voûte Nubienne  ingaggia prevalentemente muratori esperti della tecnica nubiana di costruzione con la terra cruda, che hanno anche il compito di formare gli operai della prossima generazione.Kodeni_vcantiere

Ciò contribuisce a ridurre la dipendenza delle comunità da materiali costosi come le travi di legno massiccio, le lamiere ondulate o il cemento, mentre i mattoni utilizzati dall’associazione e dai suoi costruttori sono realizzati dalla terra locale e acqua e poi essiccati al sole. Un modo per edificare abitazioni economiche in una zona dove la carenza di alloggi è cronica pur rispettando sufficienti standard qualitativi, infatti mantengono il calore durante la notte e rimangono fresche nelle ore più calde.Voute_nubienne_egypte

Secondo Alex Dembele, coordinatore nazionale dell’Associazione la Voûte Nubienne, oltre al risparmio dei costi di costruzione ci sono altri due vantaggi: la possibilità di avere un clima molto stabile durante tutto l’anno e dare lavoro alla comunità. Aspetto quest’ultimo confermato anche dai numeri: da settembre 2015 in Burkina Faso, Mali, Senegal, Benin, Ghana e Mauritania sono stati costruiti più di 1800 edifici in 700 località e formati 380 nuovi muratori con un impatto economico di oltre 2 milioni di euro. Non solo, secondo i dati rilasciati dall’associazione sono circa 20mila le persone destinatarie di una nuova abitazione e la tecnica nubiana ha evitato di generare circa 55mila tonnellate di CO2 che altrimenti con metodi diversi sarebbero ora disperse nell’atmosfera.voute_nubienne