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Piscine, nasce l’asse tra Agrisilos e Fluidra

Piscine, accordo Agrisilos-Astrapool

L’azienda italiana Agrisilos, proprietaria del marchio Piscine Laghetto, e la multinazionale spagnola Fluidra, proprietaria di Astrapool, hanno stipulato un importante accordo commerciale che consiste in un’operazione di co-branding destinata a presentare sul mercato internazionale prodotti ancora più innovativi e tecnologicamente competitivi nel campo delle piscine.

L’azienda, leader del settore dal 1974, è conosciuta sia per l’affidabilità del prodotto che per l’eleganza del design nelle tre aree, piscine fuoriterra, piscine interrate e wellness. Grazie a questo accordo si prevede per Piscine Laghetto un raddoppio del fatturato entro al massimo due anni. Astrapool, presente sul mercato dal 1969, è un punto di riferimento internazionale nella progettazione, fabbricazione e vendita di soluzioni e componenti per vasche residenziali, pubbliche e per il settore del wellness, tramite una vasta rete di uffici, produttive e magazzini propri in tutto il mondo. Fluidra opera in 44 paesi attraverso branch offices e siti produttivi. Il gruppo vanta 4.000 dipendenti e fattura circa 700 milioni di euro l’anno. Secondo questo accordo Piscine Laghetto equipaggerà la propria gamma e prodotti wellness con le tecnologie Astrapool e potrà avvalersi della loro organizzazione per la distribuzione logistica e assistenza in tutto il mondo, allargando così la propria penetrazione sui mercati esteri.

“Siamo molto soddisfatti di annunciare la partnership con il gruppo Fluidra, che potrà valorizzare i propri prodotti affiancandosi al colosso spagnolo che non solo ci apre a nuovi orizzonti di mercato, ma ci assicura la tecnologia migliore e una perfetta logistica. Un grande design italiano in cui batte un cuore forte” le parole soddisfatte di Luigi Spedini, amministratore delegato di Piscine Laghetto.

Piscine, accordo Agrisilos-Astrapool
Piscine, accordo Agrisilos-Astrapool

Edifici iridescenti, ultima frontiera degli involucri

L'istallazione di Hiro Yamagata, battezzata Quantum Field X3, al Museo Guggenheim di Bilbao
L'istallazione di Hiro Yamagata, battezzata Quantum Field X3, al Museo Guggenheim di Bilbao
L’istallazione di Hiro Yamagata, battezzata Quantum Field X3, al Museo Guggenheim di Bilbao

Siamo circondati da un mondo di colori luminosi e riflessi metallici: l’iridescenza delle bolle di sapone o l’arcobaleno in cielo dopo la pioggia, le tonalità brillanti che la natura ha dato agli animali e agli insetti come scudo protettivo per camuffarsi tra la vegetazione. Solo di recente l’industria a imparato a riprodurre gli effetti metallici dello scarabeo o di alcune tipologie di foglie o ancora dei bagliori delle ali della farfalla Morpho.  Ma il campo di applicazione è limitato perché sebbene riesca a sfruttare fenomeni fisici come l’interferenza e la diffrazione della luce, lo fa su una contenuta gamma di supporti. 

La farfalla Morhpeo blu
La farfalla Morhpeo blu

Uno di questi sono le nanostrutture, ossia degli strati materiali ultra sottili e trasparenti,  in grado di riflettere la luce sia dal lato inferiore e il lato superiore della superficie e interferire tra loro. Ecco dunque il fenomeno dell’interferenza, appunto, che esalta alcuni colori a dispetto di altri. La selezione dipende dallo spessore del materiale: più lo strato è sottile vicino alla fine dello spettro visibile, ossia al blu, più il colore emergerà. Strati di questo tipo possono essere riprodotti su scala industriale su superfici metalliche come le piastrelle e altri materiali da costruzione. I colori vivaci creati con questa tecnica, non solo assomigliano alla tonalità metallica e brillante che si trova in natura, ma sono spesso più duraturi e resistenti. Un buon esempio si trova negli strati di cromo-ossido applicati all’acciaio inossidabile: sono molto resistenti ed è assai difficile che sbiadiscano con il tempo.

Il museo Emp (Experience Music Project), progettato da Frank Gehry con la facciata in alluminio
Il dettaglio della facciata in alluminio el museo Emp (Experience Music Project), progettato da Frank Gehry a Seattle

Una ricerca condotta dalla Università di Sheffield indica che si possono ottenere tutti i colori dello spettro anche sui polimeri sottili variando le proporzioni dei due componenti. Infatti, hanno scoperto che nella nanostruttura degli schermi a cristalli liquidi colesterici, ossia i display dei computer per intendersi, le fibre birifrangenti microscopiche sono disposte in strutture a spirale e innescano il meccanismo dell’interferenza. Ma la riflessione generata è anche iridescente e a seconda dell’angolo di osservazione il colore si altera. La ricerca è ancora a livello di laboratorio, ma se confermata dalle successive prove, si potrà passare allo sviluppo per applicazioni industriali.

Il lavoro secondo i millennial

I millennial di tutto il mondo hanno risposto alla Survey di ManpowerGroup sulle loro prospettive di carriera, uno studio internazionale che ha preso in esame le velleità di 19mila giovani provenienti da 25 Paesi. Secondo il report finale le priorità peri i la cosiddetta generazione Y  sono la sicurezza dell’impiego e la possibilità di affrontare nuove sfide e dedicarsi a nuovi tipi di lavoro. Dallo studio emerge che:

  • Più della metà dei millennial prevede di lavorare fin dopo i 65 anni di età; il 27% prevede di lavorare anche oltre i 70 anni e il 12% dichiara che probabilmente lavorerà fino alla morte. In Giappone, quest’ultima cifra è superiore a un terzo.
  • I millennial stanno lavorando più a lungo e più duramente rispetto alle generazioni precedenti. L’84% prevede inoltre di interrompere temporaneamente l’attività lavorativa per un periodo superiore a quattro settimane. Anche se è probabile che le donne interrompano l’attività lavorativa per dedicarsi alla cura degli altri, (bambini, anziani) tanto gli uomini quanto le donne danno la priorità alle interruzioni dell’attività lavorativa per dedicarsi ad attività ricreative.
  • I millennial sono lieti di sconvolgere ed essere “sconvolti” da nuovi modi di lavorare. Anche se quasi tre quarti di loro oggi ha un lavoro a tempo pieno, oltre la metà dichiara di essere pronta ad adottare nuove modalità di lavoro in futuro: freelance, lavoro occasionale o carriera basati su diverse attività lavorative. A livello globale, il 34% sta prendendo in considerazione il lavoro autonomo.
  • Il 93% desidera dedicare il proprio tempo e/o denaro alla formazione. Il report mette in evidenza la correlazione positiva tra il successo nella carriera delle persone—essere più istruito, più preparato per il mondo del lavoro e meglio pagato— e la capacità e il desiderio di apprendere.
Il lavoro secondo i millennial
Il lavoro secondo i millennial

Questo il commento di Stefano Scabbio, presidente per l’Europa Orientale e l’Area Mediterranea di ManpowerGroup: “I Millennial hanno un tasso di scolarizzazione e di esposizione a stimoli che non si è mai visto nella storia. Stiamo parlando di persone che vivono i social network in maniera naturale, e per le quali aggregarsi, imparare dagli altri, lavorare per progetti, avere un equilibrio tra lavoro e vita privata rappresenta una cosa naturale. Questo deve far riflettere tutte le imprese che per attirarli, trattenerli e motivarli non possono che ingaggiarli sul fronte esperienziale per diventare loro stesse parte di quella formazione continua oggi più necessaria che mai. Come Gruppo siamo molto attivi nel supportare aziende e candidati sul fronte della formazione continua, con un occhio particolare a quella digitale e allo sviluppo delle competenze trasversali “.

L’albergo in legno più alto d’Europa fa il pieno di energia

L'hotel Nautilus sul lungomare di Pesaro

 

L'hotel Nautilus sul lungomare di Pesaro
L’hotel Nautilus sul lungomare di Pesaro

Nautilus, non è il sottomarino di capitan Nemo, ma un hotel e fa notizia perché è l’albergo in legno più alto d’Europa. Un 4 stelle della catena Eden Hotels & Resorts pensato per le famiglie recentemente inaugurato sul lungomare di Pesaro. Sette piani per 28 metri di altezza edificati utilizzando grandi pannelli in legno lamellare assemblati impiegando unicamente colle all’acqua, per realizzare una struttura eco-sostenibile. La costruzione, assicurano gli architetti, potrebbe resistere a una scossa tellurica di magnitudo 8 con una oscillazione del vertice dell’edificio di appena 3 centimetri. Non solo, il naturale potere isolante del legno, in questo caso, riduce al minimo l’utilizzo dell’aria condizionata in estate e del riscaldamento in inverno, mantenendo valori ottimali di umidità in ogni zona dell’edificio e abbattendo le spese di gestione energetica.

Il cantiere
Il cantiere

Infatti, il progetto firmato dall’architetto Marco Gaudenzi e dall’ingegnere Attilio Marchetti Rossi si caratterizza per gli elevati standard di risparmio energetico grazie anche all’installazione di due diversi impianti solari sulla copertura tecnica dell’edificio, inclinata a sud per sfruttare al meglio l’irraggiamento durante tutto l’arco della giornata. Il primo è un sistema fotovoltaico con una potenza di 19 Kwp e il secondo è impianto termico per la produzione di acqua calda in grado di garantire il 60% del fabbisogno dell’hotel. In questo modo ammonterebbe a oltre 21mila kW la produzione annuale di energia elettrica pulita, a fronte di un consumo che, nella stagione di massima affluenza, non dovrebbe superare i 20mila kW. Insomma, il necessario per ottenere il pieno pareggio energetico nel periodo estivo, di massima affluenza. In attivo anche la produzione di energia termica, con serbatoi di accumulo da 5.000 litri in grado di soddisfare ampiamente le esigenze degli ospiti che nei mesi estivi occuperanno le 111 stanze dell’hotel.  Nel periodo invernale il bilancio energetico sarà comunque coperto al 65% da fonti rinnovabili

City After the City, la Triennale ridà vita a Expo

L'orto urbano ad Expo , City After the City - Triennale

C’è ancora vita a Expo. L’area che ha ospitato l’Esposizione Universale dal 1 maggio al 31 ottobre continuerà a vivere anche grazie alla Triennale per diventare un polo del sapere, dell’educazione, della ricerca e dell’innovazione.

City After the City, Triennale - Expo
City After the City, Triennale – Expo

Già, perché questa fetta di Milano continua a fermentare in questa finestre temporale di transizione. L’area (ex) Expo si sta trasformando e consolidando in qualcosa di nuovo; il patrimonio creato nei sei mesi dell’evento è enorme, sia a livello materiale che immateriale, e rappresenta la base, o meglio la linfa, per fare di quest’area alla periferia cittadina un incubatore di idee e di cultura.

Expo, Triennale - City After the City, mostra
Expo, Triennale – City After the City, mostra

La XXI Esposizione Internazionale della Triennale va ben oltre a Viale Alemagna e colonizza, appunto, il centro fieristico di Rho: dal 27 maggio al 30 settembre – nella cornice della XX1T Design After Design – ecco City After the City, otto mostre allestite negli ex padiglioni Expo che riprendono le tematiche affrontate dall’Esposizione Universale meneghina.

L'orto urbano ad Expo , City After the City - Triennale
L’orto urbano ad Expo , City After the City – Triennale

Triennale ha dato il la ai lavori di predisposizione dell’area partendo dallo smantellamento delle strutture presenti all’interno del padiglione TCP3 e nella zona antistante al padiglione stesso, dove è stato realizzato l’Orto Planetario, il prato “brolo” e il trapianto di alberi d’alto fusto (anche nei pressi del padiglione TCP2).

City After the City - conferenza stampa
City After the City – conferenza stampa

Claudio De Albertis, presidente della Triennale, inaugurato la conferenza stampa di presentazione della manifestazione, esaltando la forza del made in Italy come spirito nazionale di cui andare orgogliosi e come strumento per migliorare il Paese. Sono dunque intervenuti, Giuseppe Bonomi, amministratore delegato di Arexpo, il vicesindaco Francesca Balzani, l’assessore Regione Lombardia Francesca Brianza e l’ideatore e direttore della mostra City After the City Pierluigi Nicolin.

L'orto urbano, City After the City, Triennale - Expo
L’orto urbano, City After the City, Triennale – Expo

Dicevamo delle otto sotto-mostre di City After the City, eccole: Landscape Urbanism, curata da Gaia Piccarolo; Urban Orchard, a cura di Maite Garcìa Sanchis; Expanded Housing di Matteo Vercelloni; People in Motion, curata da Michele Nastasi; Street Art, a cura di Nina Bassoli; Meeting-Bookroom di Sonia Calzoni; Backcloth, curata da Giovanni Chiaramonte e Joel Meyerowitz; Planetary Vegetable Garden, a cura di Maria Teresa D’Agostino.

Venerdì 27 maggio City After the City aprirà al pubblico: dal venerdì alla domenica, dalle 14 alle 23, fino al 30 settembre. L’ingresso? Libero.

L'orto urbano ad Expo - Triennale
L’orto urbano ad Expo – Triennale

Villa Ribota: ristrutturazione eco-sostenibile nelle Langhe

La villa Ribota con le finestre e porte finestre Novecento costruite da Navello

A Novello, tra i filari coltivati a Dolcetto e Barolo, una tipica cascina piemontese è stata ristrutturata mantenendo l’impianto originario del fabbricato. Il progetto, firmato dagli architetti di AlpineEco di Chamonix e realizzato dall’azienda costruttrice Effettotetto di Mondovì, si è focalizzato sopratutto sulla riqualificazione energetica. Quindi nuovi sistemi di riscaldamento, sono stati installati una caldaia a biomassa e pannelli solari termici per il riscaldamento dell’acqua, ma anche nuovi materiali, tra cui le finestre ad alto potere isolante fabbricate su misura da Navello, azienda specializzata nella produzione di serramenti in legno.

La villa Ribota con le finestre e porte finestre Novecento costruite da Navello
La villa Ribota con le finestre e le porte finestre Novecento costruite da Navello

La scelta dei serramenti è ricaduta sul modello Novecento perché pensato dal produttore proprio per l’edilizia eco-sostenibile: l’azienda piemontese ha realizzato 20 finestre e portafinestre in pino lamellare fj laccato Ral 1019,  vetro selettivo 33.1/12/33.1 con gas argon e 6 persiane modello “a stecca aperta” in pino lamellare fj Ral 1019. Non solo, la villa è completamente isolata grazie all’impiego di una miscela di tessuti e giornali riciclati e fibre di legno compressi e dispone di cinque camere da letto, quattro bagni, una piscina privata con vista sui vigneti.

una delle camere da letto della villa ristrutturata dallo studio di architettura AlpineEco
una delle camere da letto della villa ristrutturata dallo studio di architettura AlpineEco

I lavori di ristrutturazione hanno raddoppiato la superficie in uso, che ora è di circa 800 metri quadrati, all’interno della struttura che è lunga 40 metri, ma nonostante ciò i costi di gestione si sono ridotti del 55%. Insomma, una riqualificazione più che riuscita, tenuto conto che la villa ha mantenuto il suo carattere originale, e anzi ha evidenziato elementi chiave come i pilastri in mattoni o i ganci sulle pareti che venivano utilizzati nelle stalle per legare gli animali.Villa_RIbota2

La leggerezza di Neoisolbeton conquista il mondo dell’hotellerie

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La nuova ala del Db Hotel Verona Airport & Congress in costruzione

Neoisolbeton, protagonista dell’ampliamento del Db Hotel Verona Airport & Congress. Infatti, la nuova malta speciale alleggerita, termoisolante, acusticamente assorbente e confezionata con Neopor, il polistirene espandibile additivato con particelle di grafite prodotto da Basf, è stata scelta per garantire il massimo comfort abitativo. Il progetto consiste nella realizzazione di una nuova ala di tre piani, completamente in legno, che ospiterà 40 nuove stanze con l’obiettivo di ottenere un notevole efficientamento energetico e abbattere l’impatto dei rumori negli ambienti abitati.

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Rubner Objektbau, general contractor del Gruppo Rubner, azienda specializzata in grandi costruzioni in legno chiavi in mano, ha affidato i lavori al Consorzio Novaedil, in quanto fornitore e posatore di sottofondi alleggeriti e massetti tradizionali tramite postazioni mobili. L’opera di ampliamento iniziata il 3 agosto 2015, non ha interferito nella normale attività dell’albergo e la realizzazione di un sottofondo alleggerito è stata eseguita rispettando le specifiche tecniche dettate dall’azienda Rubner Objektbau, che richiedevano la densità minima del prodotto di 800 kg/m3 (notevolmente superiore rispetto allo standard di 350-400 kg/m3) e un valore di conducibilità termica almeno di 0,080 λ.

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Dopo un’attenta ricerca tra le aziende produttrici di calcestruzzi, è stata selezionata Betonrossi per il suo prodotto Neoisolbeton, ideale per sottofondi e riempimenti necessari per la successiva realizzazione dei massetti destinati alla posa di pavimenti in legno, materiale ceramico o lapideo. Grazie alla sua formulazione con Neopor di Basf, riduce le dispersioni di calore attraverso i solai permettendo un notevole risparmio sui costi di gestione ed inoltre mitiga l’impatto dei rumori prodotti negli ambienti abitati, apportando un totale miglioramento del confort abitativo.betonrossi4

L’estrema leggerezza dei sottofondi in Neoisolbeton, inoltre, consente di aumentare la resistività termica rispetto a quella di un rispetto a quella di un riempimento di pari spessore e garantisce prestazioni meccaniche a compressione tipiche di un materiale da riempimento (oltre 1 MPa a 28 giorni). Inoltre, la presenza di Neopor nella miscela, ne migliora la capacità isolante di oltre il 15% rispetto un prodotto con un tradizionale Eps, mentre il Consorzio Novaedil ha inserito nella miscela un accelerante che ha reso possibile l’asciugatura in tempi record, in giornate notevolmente umide, in cui la percentuale di umidità in cantiere ha raggiunto quasi il 100%, dando la possibilità di anticipare i getti dei massetti rispetto ai tempi previsti.

 

Pound Ridge House: la casa nella roccia. Invisibile

Una casa nel bosco, fatta di bosco. Il desiderio dei committenti è stato esaudito dallo studio KieranTimberlake, gli architetti che hanno firmato la nuova ambasciata Usa a Londra, con una costruzione fatta di specchi e vetri. E per portare la maestosità degli alberi dentro l’edificio senza appesantire o sensazione di accerchiamento sono stati usati dei materiali intelligenti. D’altra parte ricerca, provocazione e sostenibilità sono il marchio di fabbrica dello studio di Filadelfia. Così la Pound Ridge House è stata costruita su un crinale esposto a sud che si erge all’interno di una proprietà densa di boschi di 13 ettari nella contea di Westchester, a circa 80 chilometri da New York. Ma la villa che si estende per 1600 metri quadrati è difficile da scorgere perché la facciata è fatta quasi interamente di superfici specchiate.

Le pareti esterne infatti sono rivestite in acciaio inossidabile lucido e spazzolato, vetro e rame zincato e riflettono le immagini degli alberi e del cielo. Il rame riceve ombra, l’acciaio inossidabile spazzolato rifrange la luce del momento della giornata, quello lucido rispecchia esattamente la forma, la consistenza e il colore dell’esterno, mentre le vetrate sono il collegamento tra i due mondi. Un vialetto d’ingresso segue i contorni del terreno verso uno stagno che filtra attivamente l’acqua proveniente dal crinale e la pendenza a curve è stata sapientemente sfruttata come per dare l’idea di archi naturali che continuano tra resti di mura di una vecchia fattoria e rocce sporgenti.

Pound Ridge House
Pound Ridge House

E infatti anche all’interno la progettazione si concentra sull’armonia con il paesaggio e la materialità degli elementi. Il percorso continua oltre la porta d’ingresso, attraverso la fessura tra due camere scavate nella roccia collegate da ponte di vetro incassato. Il calore viene trattenuto dalla casa attraverso l’uso di pannelli coibentati strutturali altamente isolanti posati all’interno e l’uso misurato di tripli vetri con telaio in legno riduce al minimo i ponti termici. Inoltre, le finestre, posizionate per favorire la ventilazione trasversale nei mesi estivi e mantenere il calore nei mesi invernali, hanno un meccanismo per la gestione del calore. I materiali sono stati selezionati per le loro caratteristiche di lunga durata perché si tratta di una dimora a stretto contatto con la natura e quindi anche l’uso dell’energia deve essere il più contenuto possibile sfruttando la fonte di energia geotermica.Pound_ridge8

Isotec Parete: comfort abitativo e ricercatezza estetica a San Donato

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L’edificio rivestito con il sistema isolante Isotec Parete di Plastica Brianza

Geometrie variegate, rivestimenti in grès bicolore, terrazze aggettanti e balconi rientranti, aperture asimmetriche e uno skyline articolato. Ecco le caratteristiche del nuovo edificio residenziale a San Donato Milanese realizzato su progetto dello Studio WIP che ha curato anche la direzione lavori. La costruzione di 8 piani fuori terra, che con i suoi elementi originali ed eterogenei emerge in un contesto urbano intenso e in posizione chiusa fra edifici di pari altezza, ha una facciata ventilata con il sistema isolante portante Isotec Parete di Brianza Plastica abbinato ad un rivestimento in lastre di gres in due colorazioni. La scelta, effettuata dallo studio Fasten di Milano, che curato il progetto costruttivo della stessa, rispetto a un isolamento a cappotto tradizionale è motivata dalla semplicità di installazione: «L’obiettivo era quello di privilegiare un pacchetto che consentisse la realizzazione di: realizzare un involucro ventilato di Con una sola operazione, è stato possibile installare, contemporaneamente, una coibentazione continua altamente prestazionale, grazie al pannello in poliuretano espanso rigido, e una sottostruttura portante adeguata al rivestimento in grès, selezionato per la sua estetica ricercata rispetto alle finiture tradizionali», ha spiegato Matteo Brasca dello studio Fasten.Isotec_Parete8

L’intero involucro ventilato è stato dunque rivestito con i pannelli Isotec Parete in spessore 6 centimetri, utilizzati nel formato standard, tranne che per le fasce di compensazione marcapiano, in cui sono stati usati passi fuori standard di altezza 20 centimetri, per recuperare gli allineamenti di porte e finestre. I punti di congiunzione del sistema isolante con le aperture e davanzali sono stati efficacemente risolti con lattonerie opportunamente lavorate, mentre per i raccordi di attacco a terra e coronamento sono state impiegate lattonerie microforate per garantire la ventilazione, i cui effetti sono massimizzati dall’altezza dell’edificio. Grazie al correntino in acciaio integrato al pannello, si realizza con un’unica soluzione tecnica una efficace ventilazione e la struttura di supporto per il rivestimento, compatibile con tutte le tipologie di finitura sia leggere che pesanti.Isotec_Parete1

Per il fissaggio a secco delle tavelle al correntino sono stati utilizzati dei ganci a vista colorati in tinta e texturizzati per mimetizzarsi nell’estetica delle piastrelle. Inoltre, tali ganci sono stati fissati al correntino metallico con due tipologie di fissaggi: rivetti nella parte alta maggiormente esposta alla forza del vento e con semplici viti alle quote più basse, dimostrando la flessibilità del sistema, in grado di offrire le soluzioni più congeniali in funzione delle esigenze e della configurazione dell’edificio. Per soddisfare un livello estetico-architettonico di riduzione percettiva delle fughe, il correntino è stato rivestito con un nastro nero in grado di uniformare l’aspetto cromatico delle fughe orizzontali con quelle verticali.Isotec_Parete3

Non solo, Isotec Parete è stato facilmente integrato con altri sistemi ed elementi di dettaglio utilizzati nella risoluzione di alcuni nodi: per esempio i cassonetti degli avvolgibili monoblocco, emergenti rispetto alla superficie delle chiusure verticali, che sono stati perfettamente inglobati all’interno del sistema isolante di Brianza Plastica, dando così perfetta continuità all’isolamento. Il pannello, grazie alla battentatura a coda di rondine sui lati contrapposti, assicura una coibentazione continua dell’involucro edilizio che elimina i ponti termici e riduce le oscillazioni termiche. Inoltre, il processo di ventilazione che si crea tra isolante e rivestimento apporta benefici termoigrometrici in tutte le stagioni dell’anno.Isotec_Parete4

La posa del sistema isolante e del rivestimento in grès su una superficie complessiva di circa 1800 metri quadrati è stata ultimata in poche settimane. Fondamentale per il conseguimento del risultato realizzativo è stato il servizio di training di alcune giornate in cantiere e l’assistenza continuativa forniti dai consulenti tecnici di Brianza Plastica al personale dell’impresa che utilizzava per la prima volta. L’effetto finale, caratterizzato da una pregevole continuità materica e arricchito dal contrasto cromatico fra il colore chiaro e scuro del grès, è di grande impatto estetico ed offre all’edificio un design moderno e ricercato. Le prestazioni isolanti e igrometriche completano i benefit sostanziali, garantendo agli abitanti un apprezzabile risparmio energetico e un elevato comfort abitativo in tutte le stagioni dell’anno.Isotec_Parete7

Prefalz: curvature che uniscono e proteggono una villa in città

La villa edificata nel cuore del Nobelbezirk Mártonhegyi di Budapest
La villa edificata nel cuore del Nobelbezirk Mártonhegyi di Budapest

Il colpo d’occhio è notevole: da un lato una superficie continua in vetro e dall’altro un rivestimento in alluminio. Il gioco di contrasti della villa dell’artista e pittore ungherese Városi Gábor realizzata sulle colline di Budapest è opera degli architetti ungheresi Szabolcs Nagy-Miticzky e Sárkány Bence, di Tér-Stúdió. Il progetto, inizialmente nato per una collocazione sulla riva del lago Balaton, è stato adattato ai desideri del proprietario realizzando l’edificio in un’area boschiva urbana.HU_Budapest-1209

Così, nel cuore del Nobelbezirk Mártonhegyi di Budapest, l’architettura della villa sembra come decollare rispetto al carattere conservatore degli edifici circostanti. Sul lato nord che guarda la strada c’è un imponente facciata in alluminio di 400 metri quadrati rivestita con il nastro aggraffato in alluminio Prefalz di Prefa. Caratterizzata da finestre a feritoia e dalla curvatura tridimensionale, che si fonde perfettamente con il tetto senza soluzioni di continuità, ha comportato delle difficoltà architettoniche iniziali. «Una sfida vinta grazie anche a un prodotto come Prefalz, che è più facile da modellare rispetto a tutti gli altri materiali ad aggraffatura comparabili. La sua duttilità offre al progettista una varietà di usi creativi per il tetto e la facciata e consente di realizzare anche idee molto stravaganti», ha spiegato Szabolcs Nagy-Miticzky. Che sottolinea: «Non solo dal punto di vista progettuale, ma anche da quello pratico, la facciata tridimensionale curva e alta si è rivelata qualcosa di speciale.

HU_Budapest-1153E l’azienda di posa Ács-Bádogos-Szigetelő Kft, un collaudato partner di Prefa, ha fornito il perfetto know how e le competenze per affrontare questa sfida».  Infatti, nonostante il materiale sia facile da formare e dia la possibilità di realizzare connessioni impermeabili senza viti, colle o saldature la costruzione della facciata non era un gioco da ragazzi, ma è stato posato su un tavolato con uno strato di separazione adesivo di bitume, nel tempo record di un mese e mezzo. Non solo, poiché la superficie è ben visibile dalla strada e dall’ingresso, il proprietario ha voluto che le grandi superfici fossero completamente piane e il rivestimento scelto nel colore antracite P.10 non risultasse otticamente ondulato nemmeno nei più piccoli dettaglio», ha aggiunto dice Nagy-Miticzky. Al lato opposto della facciata in alluminio Prefa, che protegge dal vento, dalle intemperie e dagli occhi indiscreti dei passanti, sorgono a sud le pareti vetrate che invece mettono la casa in stretta relazione con il verde circostante in modo quasi indisturbato. Un’ariosa struttura in acciaio si estende come una rete intorno alla villa e ne evidenzia la divisione in due livelli. Nella struttura in acciaio è ancorata una tenda che ripara dalla luce del sole diretta.HU_Budapest-1185

Tecnocasa: investire in immobili ha fatto perdere fino al 46%

Secondo Tecnocasa, che pure vende immobili, investire in appartamenti e ville non rende. Anzi, complice la crisi, ha fatto perdere un sacco di soldi negli ultimi dieci anni. Secondo l’analisi del network immobiliare, dal 2007 a oggi Firenze e Milano sono le città dove i prezzi sono scesi relativamente meno: gli immobili fiorentini hanno perso solo il 29,6% e nel 2015 hanno messo a segno un risultato di stabilità (+0,1%). Milano, invece, ha visto i prezzi calare del -27,8%. I prezzi sono diminuiti ma in alcune zone come quelle centrali hanno retto decisamente meglio. La città meneghina chiude il 2015 con una diminuzione dei valori pari a -1,7%, grazie ad una buona tenuta sia del segmento ad uso residenziale sia di quello ad uso investimento.

Il resto delle città se la passa peggio: a Torino la contrazione dei valori nel 2015 è stata del -6,9% e le diminuzioni più importanti dei prezzi si sono registrate nel 2012 e nel 2013, rispettivamente -10,8% e -10,9%. Nel 2015 gli immobili di Roma hanno perso il -3,7%. L’anno più difficile per il mercato immobiliare della capitale è stato sicuramente il 2012, con un calo dei valori del 10,1%. Dall’inizio della crisi immobiliare il mercato romano ha perso il -33,8%. E’ il 2012 l’anno in cui a Napoli si attesta la discesa dei prezzi più importante (-12,7%). Nel 2015 il calo è stato del -5,6%.

Dall’inizio del trend ribassista gli immobili a Palermo hanno perso il 38,2%, mentre nel 2015 il capoluogo siciliano registra una diminuzione delle quotazioni pari al -3,5%. Gli immobili a Verona nel 2015 perdono il 3,0%. Dall’inizio della crisi immobiliare la contrazione è stata del 37%.

Bari, Genova e Bologna sono le tre città che hanno sofferto più delle altre la crisi del mattone. Genova e Bari infatti hanno perso il -46,1%. Genova è una realtà che a livello immobiliare ha sofferto in modo importante; dal 2012 la città ha dato forti segnali di contrazione, con una sofferenza accentuata soprattutto nelle zone periferiche e con un’offerta qualitativamente molto bassa. Nella città della Lanterna durante il 2015 la contrazione dei prezzi è stata dell’8,5% il peggiore risultato tra tutte le grandi città.

Nel 2015 i prezzi di Bari hanno fatto registrare un calo del -6,1%. Il 2011 ed il 2012 sono stati gli anni peggiori per il mercato del capoluogo pugliese; nel 2012 infatti i valori sono diminuiti del 13,7%, mentre adesso si vede un rallentamento del calo dei prezzi.

In fondo alla classifica c’è Bologna, che chiude il 2015 con -2,9%, un risultato migliorativo rispetto agli altri anni: il 2012 ed il 2013 sono quelli in cui c’è stato il ribasso più forte, rispettivamente -13,9% e -11,6%. Bologna è una tra le grandi città italiane che ha perso maggiore valore dall’inizio della crisi immobiliare: -46,0%.vendesi

Finestre da tetto, scatta l’operazione cash back di Fakro

Finestre Fakro, cash back

È ufficialmente salpata l’iniziativa cash back di Fakro, secondo player a livello mondiale nel settore delle finestre da tetto. L’operazione, rivolta ai privati delle provincie del Nord e del Centro Italia – durerà fino al 30 luglio, offrendo dunque un’importante, qualitativa ed economica opportunità a chi è alla ricerca di luce per la propria mansarda. Nel concreto, a quanti sceglieranno Fakro, l’azienda rimborserà ben 480 euro (più precisamente, fino a 80 euro per ogni serramento, per un massimo di sei).

Finestre Fakro, cash back
Finestre Fakro, cash back

Caratterizzate non solo da un pregevole appeal ma anche da un’elevata innovazione tecnologica, le finestre da tetto Fakro garantiscono una sicurezza ai massimi livelli, grazie all’innovativo sistema TopSafe. In virtù della combinazione di tre elementi (il sistema di fissaggio delle cerniere, il rinforzo del profilo e la barra metallica), TopSafe ostacola efficacemente i tentativi di effrazione anche con attrezzi da scasso.

Finestre - Fakro, cash back
Finestre – Fakro, cash back

Contraddistinti da superfici vetrate molto ampie, i serramenti sono realizzati in legno di pino accuratamente selezionato e impregnato sottovuoto (per rendere il legno resistente anche alle muffe più insidiose). In virtù del nuovo sistema di ventilazione V40, queste finestre permettono inoltre un ottimale ricambio d’aria anche a finestra chiusa, conferendo maggior salubrità agli ambienti. Facili e comodi da pulire grazie al battente che può ruotare fino a 180° e bloccarsi a fine rotazione, i serramenti dell’azienda possono essere infine dotati di automatizzazione.

Ceramica e laterizio: il Manifesto della casa mediterranea

La villa a Piazzola sul Brenta

La Federazione Ceramica e Laterizio ha presentato il nuovo paradigma del costruire: la casa mediterranea rappresenta una cultura, una filosofia, un modo di costruire, un know how e un’appartenenza tipica di uno specifico territorio, collocato in un determinato contesto climatico.

Il laterizio e la ceramica continuano tuttora ad essere protagonisti nei grandi progetti di architettura contemporanea, un ruolo di primo piano che si fonda su basi scientifiche e che spazia dagli aspetti bio-climatici a quelli sismici, dall’acustica fino al lato estetico.

La casa mediterranea si compone di materiali locali, prodotti sul territorio con materie prime a “chilometro zero” da industrie radicate sul territorio, opera in controtendenza ai modelli nordeuropei, tipici dei climi freddi, importati senza tenere conto della loro installazione nei climi caldi e miti. Gli elementi che contribuiscono alla sua realizzazione vengono scelti tenendo conto di tre fattori principali, interconnessi fra loro:

Efficienza energetica dell’edificio in un contesto climatico in cui la problematica del raffrescamento estivo, a causa delle sempre crescenti temperature, sono più impattanti rispetto al riscaldamento invernale
Comfort indoor, direttamente connesso alla qualità dell’aria e alla valenza estetica degli ambienti
–  Sostenibilità, resistenza al fuoco e sicurezza sismica delle costruzioni; la sostenibilità, valutata con l’approccio del ciclo di vita e con la forza della durabilità.

La casa mediterranea
La casa mediterranea

Novità imperdibili al Convegno YouTrade 2016

casino san pellegrino
Come si fa a correre sul filo dell’economia, sul bordo della crisi dell’edilizia, con la necessità di puntare sul sostenibile e allo stesso tempo mantenere un’azienda sana e proficua? Dove intervenire nella riorganizzazione dell’attività per riconquistare o aumentare i propri margini con i nuovi materiali? Quali sono le strade dell’innovazione capaci di incidere davvero su ricavi e utili nella distribuzione edile?
Quest’anno il nono appuntamento con il Convegno di YouTrade, organizzato da Virginia Gambino Editore, si pone un traguardo alto. Ma fondamentale. Tra sostenibilità e nuovo modo di costruire, consumo del suolo e riqualificazione, tecnologie e grande distribuzione, è tutto il sistema che ha bisogno di comprendere dove e come operare. L’appuntamento del 16 settembre a San Pellegrino Terme (Bergamo) ha le carte in regola per fornire gli strumenti adeguati.
Il convegno si aprirà, infatti, con una videoinchiesta tra Italia, Germania, Svizzera e Francia, che metterà a confronto le modalità di distribuzione a confronto con il concetto di sostenibilità. Non solo nel ristretto ambito delle rivendite, ma anche nella percezione generale dei diversi Paesi. La sostenibilità è il primo passo per una economia circolare, dove nulla si spreca, neppure i materiali per costruire: ne parlerà Federico Della Puppa, coordinatore scientifico Centro Studi Youtrade. Un intervento che farà anche da introduzione alla testimonianza di Meinhard Hansen, architetto di Friburgo specializzato nell’edilizia sostenibile, che lavora nella città più green d’Europa.
san pellegrino scalinata
Non ci sono, però, solo i sistemi tradizionali per rivoluzionare le costruzioni: la digital life è una stretta parente della digital green. L’impatto della nuova tecnologia con la sostenibilità sarà il tema affrontato da Roberto Di Lellis, giornalista Rcs, mentre Peter Erlacher (Naturno) metterà sotto la lente non solo l’utilizzo degli strumenti per rendere meno energivori abitazioni e uffici, ma anche gli skills necessari per riuscirci.
L’agenda del Convegno YouTrade è ancora più ricca. Dopo il lunch, ecco un momento atteso da molti addetti ai lavori: i dati congiunturali sul mercato dell’edilizia e le previsioni per i prossimi due anni. Saranno seguiti da un intervento che prende spunto da un sentiment diffuso: la sostenibilità fa davvero aumentare i margini? E come? Lo svelerà Alberto Bubbio, senior professor Planning & Control dell’Università Liuc. A chiudere la giornata è previsto anche un talk show sui nuovi modelli di business. Insomma, il programma è nutrito, l’appuntamento è imperdibile.
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Il programma del IX Convegno YouTrade

9.30 Registrazione e welcome coffee 

9.45 Apertura e saluti

10.00 Noi & Loro Inchiesta video: la sostenibilità nelle rivendite di Italia, Svizzera, Austria e Francia

10.20 Città ed economia circolare L’impatto positivo della rigenerazione edilizia sulla filiera delle costruzioni, Federico Della Puppa  (coordinatore scientifico Centro Studi Youtrade)

10.50 Il caso Friburgo Una città ricostruita in modo sostenibile, Meinhard Hansen (architetto)

11,30 Coffee break

12,10 Digital life, digital green Tecnologia e sostenibilità Roberto Di Lellis (giornalista Rcs)

12.30 L’edilizia verde, materiali e competenze Peter Erlacher Naturno (Fisica edile & Edilizia Sostenibile)

12.50 Lunch

14.00 Il mercato dell’edilizia 2017-2018 Dati congiunturali del Centro Studi YouTrade e previsioni, la Top 200 Federico Della Puppa (coordinatore scientifico Centro Studi Youtrade)

14,40 La sostenibilità fa aumentare i margini? Alberto Bubbio (senior professor Planning & Control, Università Liuc)

15,20 Talk Show I nuovi modelli di business

16,20 Domande & Risposte

Case in vendita troppo care? Soluzione: riqualificare

città

Due analisi puntano il dito sui freni amministrativi all’edilizia residenziale e sul prezzo delle case in vendita, salito troppo nelle città. La soluzione? Riqualificare gli immobili anche aggiungendo dei piani in più…

città

L’allarme lo ha lanciato tempo fa il settimanale britannico “The Economist”. Per una volta la Bibbia del liberismo mondiale ha dedicato un ampio servizio a un argomento che potrebbe piacere a Thomas Piketty, autore del libro Il capitale nel XXI secolo, considerato un punto di riferimento per l’area della sinistra liberal. Nel mirino del magazine economico sono finiti, in buona sostanza, gli impicci che frenano il settore delle costruzioni: è la difficoltà a costruire, in sostanza, la tesi che aumenta il gap tra il prezzo delle case in vendita e il costo relativo. In poche parole: con il costo più alto al metro quadro la gente ha meno possibilità di acquistare casa e il mercato langue. Per una non fortuita coincidenza, la stessa analisi è stata ripresa da uno studio di Robert Shiller, pubblicato sull'”American Economic Review“. Le due pubblicazioni affermano sempre lo stesso concetto, seppure argomentato in maniera differente: la maggiore difficoltà per gli operatori a edificare crea un divario artificiale tra il valore «materiale» dell’immobile e quello di mercato. Lo studio di Shiller, per esempio, indica che mentre negli ultimi 35 anni i costi di produzione delle abitazioni sono rimasti costanti in termini reali, il prezzo degli immobili è salito in media del 30%. Insomma, beati gli immobiliaristi, mentre i costruttori hanno visto i loro introiti calare in termini reali, e questo a prescindere dalla crisi dell’edilizia degli ultimi (quasi) dieci anni. E non è un handicap solo per le imprese: «Il problema è molto acuto in termini sociali, perché colpisce in proporzione maggiore i redditi più bassi, le nuove coppie e gli extracomunitari», hanno chiosato Marco Ponti, docente di Economia dei trasporti al Politecnico di Milano, e Andrea Boitani, professore di macroeconomia dell’Università Cattolica di Milano, che hanno commentato l’analisi.

Effetto immobilità

Di chi è la colpa se si costruisce meno, oltre ai freni posti dalle amministrazioni (problema non solo italiano, evidentemente)? Uno degli ostacoli è quello della mobilità. Come ha sottolineato l’Economist, c’è una stretta correlazione tra i prezzi delle case in vendita e il tempo di accesso. La diffusione del mezzo di trasporto privato, l’auto, negli anni Sessanta ha favorito lo sviluppo delle aree più esterne delle città, fattore che in quegli anni ha contribuito ad abbassare i prezzi degli alloggi. Insomma, le periferie hanno fatto da calmiere e, allo stesso tempo, hanno contribuito a sviluppare il mercato dell’edilizia. Successivamente i vincoli all’edificazione all’interno delle città hanno reso il «bene casa» molto più raro, con la conseguenza di sviluppare la rendita fondiaria nelle zone centrali e scoraggiare la riqualificazione degli edifici. Un fenomeno che coinvolge tutto il mondo: il settimanale britannico nella sua analisi ha preso in considerazione la Silicon Valley, ma anche Milano, Parigi e Bangalore.

Case in vendita: rendite e vincoli

A supportare questa tesi, secondo Ponti e Boitani, ci sono anche «le analisi comparative di Wendell Cox, basate sul numero di annualità di reddito medio necessari per l’acquisto di una abitazione standard: anche in queste emerge una stretta correlazione tra la costosità relativa al reddito della casa ed i livelli di vincolo all’edificazione». Questi lacciuoli dettati dalla burocrazia amministrativa o dalle politiche dei diversi Stati, sono nel mirino anche di un altro economista, anzi «econostar» vista la fama, Paul Krugman. Anche lui considera le pastoie gestionali all’origine dell’alto prezzo delle case in vendita in alcune città: in particolare negli Usa, ma il discorso vale anche per l’Europa. Il risultato è che pochi lavoratori possono vivere in città e sono costretti a spostarsi lontano dove costa meno. Si forma così una sorta di società di serie B, dove tutto costa meno, ma si guadagna anche in proporzione. Per la cronaca, se volete acquistare una casa e spendere poco rispetto al reddito medio vi conviene andare a Kansas City, dove infatti i vincoli di costruzione sono pressoché nulli. L’Italia si colloca invece, insieme a tutta l’Europa, su valori medio-alti.

Riqualificare per ripartire

Non va dimenticato, in ogni caso, che in Italia il valore del suolo non è uguale a quello della pianura del Mid West. Il valore paesaggistico di molte parti del territorio italiano è un bene in qualche caso riconosciuto come patrimonio dell’umanità e, non da ultimo, una risorsa per un’altra industria, quella del turismo. Come fare? Rispunta, nell’analisi dell’Economist , la ricetta di Le Corbusier: edifici grandi, alti, riducono il consumo di suolo e possono servire molti più utenti. Si tratta insomma di ridurre i vincoli all’edificabilità, ma in modo selettivo, favorendo la costruzione di edifici a più piani. E questo potrebbe anche incoraggiare la demolizione degli edifici vecchi oltre che la riqualificazione di quelli su cui si possono aggiungere nuovi piani in altezza. In questo modo si potrebbe contenere il consumo di suolo e allo stesso tempo ripartire la rendita fondiaria su un maggiore volume di costruito, con la conseguente riduzione del prezzo al metro quadro. La bibbia del liberismo, per la verità, propone anche una soluzione che certo non piacerà a molti: le tasse. In particolare, secondo il settimanale britannico bisogna tassare in proporzione di più l’edificato non utilizzato e l’edificabile non edificato, con l’obiettivo di aumentare l’offerta costringendo i proprietari a vendere a un prezzo più accettabile dal mercato. Ma questa strada, più impopolare, difficilmente potrebbe essere imboccata in Italia.

Micx: l’architettura sostenibile di Daniel Libeskind

Il Micx (Mons International Congress Centre), un nuovo centro congressi disegnato da Daniel Libeskind per la città belga di Mons, non è solo un punto di riferimento architettonico, ma un elemento chiave nel piano di rilancio economico del comune e un connettore tra il vecchio e il nuovo. Dalla sua terrazza si possono ammirare da un lato la torre Belfry nel centro storico della città che risale al 17 ° secolo, ed è classificata come Patrimonio dell’Umanità, e dall’altro la nuova stazione ferroviaria progettata da Santiago Calatrava sul fiume La Haine.mons1

Una struttura ellittica rivestita di legno di acacia e una rivestita di alluminio color champagne: forme geometriche differenti si snodano su una superficie di 12.500 metri quadrati che ospita una grande hall, tre auditorium, una sala polivalente eventi, sale conferenze, uffici, un ristorante, un parcheggio sotterraneo e una terrazza sul tetto, aperta al pubblico.mons3

Design dalle linee semplici, ma di grande impatto: da un lato muri composti da sottili lamine incurvate a nastro in alluminio anodizzato color champagne, che l’avvolgono fino alla punta in aggetto sulla strada a nord. Lungo le pareti inferiori doghe verticali di legno grezzo Robinia alludono agli alberi del vicino parco. Concepito come una spirale che sale avvolta su se stessa fino a terminare in un tetto verde piantumato e la terrazza pubblica, a livello della strada sul lato nord la facciata sembra sollevarsi fino a rivelare una vetrata d’ingresso, terminato con profonde montanti in alluminio blu.mons9

A nord, a livello della strada la facciata sembra sollevare fino a rivelare una vetrata d’ingresso, rifinita con montanti in alluminio blu scuro. Per mantenere l’integrità visiva del modulo, l’architetto inserito solo alcune finestre nei prospetti, che procedute da stecche vengono ruotate in modo da mantenere la visibilità e far penetrare la luce diurna. Le fasce blu che caratterizzano il lucido piazzale di cemento grigio chiaro intorno al centro continuano sulle pareti e verso l’interno formando un design irregolare ma unitario.mons4

Design intelligente ispirato a strategie di progettazione passiva come il tetto verde e il sistema di ombreggiatura, l’alto livello d’isolamento raggiunto con materiali durevoli e naturali, a cui si aggiungono un impianto fotovoltaico di 160 metri quadrati più una pompa di calore geotermica. Ecco le caratteristiche di sostenibilità per cui il Micx concorre all’assegnazione del Valideo B, l’equivalente belga di Leed Gold.mons5