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Le gioie (e i dolori) del settore fieristico

Fiera di Padova

Stazionario il quadro di salute del settore fieristico italiano. Secondo il 28° Osservatorio Congiunturale AEFI (Associazione Esposizioni e Fiere Italiane) sul settore fieristico, nel primo trimestre 2016 si conferma il trend assestato.

L’indagine ha coinvolto 25 poli fieristici italiani ed evidenzia un andamento generale positivo nonostante il neo del numero delle manifestazioni, in calo. Questo dato  è anche conseguenza del fatto che diversi eventi si sono concentrati nel 2015 per cogliere gli effetti di Expo.

Si conferma inoltre stabile, con un saldo nullo, l’andamento degli espositori, con una lieve crescita (+ 4%) degli italiani e degli europei. La superficie espositiva occupata registra un leggero aumento, mentre sono incoraggianti le performance relative ai flussi di visitatori: in aumento per il 48% degli associati coinvolti nell’indagine, invariato per il 28% e diminuito per il 24%. Il saldo, pari al +24%, rimane ampiamente positivo anche se meno brillante sia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno che a fine anno.

Lo spaccato della provenienza dei visitatori indica una crescita più significativa degli italiani, pari al +20%, seguiti dagli europei (saldo +12%) e da quelli provenienti dai Paesi extra Ue che registrano un saldo positivo del +8%. Infine, a sottolineare la fase di assestamento della ripresa, anche l’andamento del fatturato, che risulta stabile. Le aspettative per i prossimi mesi, continuano ad essere positive per tutti gli indicatori considerati.

Fiera di Padova
Fiera di Padova

Garavaglia: la nostra metamorfosi continua

Garavaglia showroom, Casorezzo

Dal mattone fino a uno showroom dedicato alle finiture d’interni ed esterni. Garavaglia nasce, nel 1984 a Casorezzo, vicino a Milano, nel solco dell’edilizia tradizionale e da lì si è sempre trasformata per stare al passo del mercato. Attilio Garavaglia racconta l’anima e le sfide (vinte) della sua azienda (ora socia di Gruppo Made) fatta di dinamismo e flessibilità: perché se rincorri la novità, raggiungi il successo.

Attilio Garavaglia
Attilio Garavaglia

Domanda. Iniziamo dalla storia della sua azienda. 

Risposta. La nostra rivendita edile nasce nel 1984 come magazzino specializzato nella fornitura – sia all’ingrosso che al dettaglio – di materiali da costruzione edilizia. Siamo partiti dal cemento e dai mattoni e poi, man mano, abbiamo ampliato la nostra offerta merceologica così da adeguarci alle evoluzioni del mercato e alle nuove esigenze della clientela.

D. Entriamo nel merito di questa evoluzione.

R. Fino al 2000 e rotti siamo stati rivenditori edili “tradizionali”, dunque ci siamo evoluti, potenziando i nostri servizi: al piazzale dei materiali edili si sono aggiunti le finiture d’interni (piastrelle e parquet), l’arredo bagno, sanitari e anche la ferramenta, ultima arrivata.

D. Come avete affrontato e vissuto il rinnovamento?

R. È stato un cammino graduale di inserimento dei nuovi articoli e il nostro lavoro è stato ripagato. Nel 2005 è stato aperto il primo showroom a Casorezzo, specializzato appunto in pavimenti e rivestimenti. Siamo abituati da sempre a non fermarci mai e allora si è iniziato a pensare al magazzino nuovo: nel 2011 infatti abbiamo cambiato sede, con tanto di nuovo capannone e di nuovo showroom (quest’ultimo nel 2012), continuando sempre a implementare gli articoli: finiture d’esterni, un reparto specializzato in porte e finestre per tetti e una nuova divisione colore.

Showroom Garavaglia, a Casorezzo
Showroom Garavaglia, a Casorezzo

D. La nuova casa quali e quanti vantaggi ha portato?

R. È stata una svolta a 360 gradi. Ci ha dato, e continua a darci una spinta enorme – visti gli anni no dell’edilizia -, portandoci anche a guadagnare spazio nel mercato dei privati. Ci rivolgiamo a loro mettendoli nella miglior condizione possibile per muoversi in comodità ed efficacia.

D. Ci spieghi.

R. Su un area totale di 10 mila metri quadri, ne abbiamo 1250 metri di capannone adibito allo stoccaggio di tutti quei materiali che non possono stare all’aperto. Per cui se piove, un privato che arriva da noi non ha la noia di sporcarsi le scarpe! E poi abbiamo puntato molto sulla scelta qualitativa dei materiali: miriamo alla fascia-medio alta.

D. Perché quella medio-bassa è già satura causa Grande distribuzione organizzata?

R. Lottare con la Gdo è molto impegnativo e con grande umiltà bisogna riconoscere che, se non si ha la forza di competere, è meglio andare su un target di cliente diverso e lavorare per coinvolgerlo il più possibile con le presentazioni dei prodotti. E questa nostra strategia sta pagando.

Garavaglia showroom, Casorezzo
Garavaglia showroom, Casorezzo

D. E qual è il target che Garavaglia ha messo nel mirino?

R. Esemplificando, abbiamo un’impostazione più centrata sugli architetti. La Garavaglia vuole i professionisti, ecco.

D. A livello di settori merceologici quali sono i trend?

R. Il capitolato e l’edilizia tradizionale arrancano, non una novità insomma. Detto ciò continuiamo a non trascurarli perché, per esempio, il segmento risanamento-ristrutturazione (che noi trattiamo a livello di interni) si difende.

Showroom Garavaglia
Showroom Garavaglia

D. Ma immagino che se dovesse campare solo sulla vendita dei metri quadrati di piastrelle non le basterebbe.

R. Esatto, un rivestimento di un bagno sono 20-30 metri quadrati. A questi però noi ci aggiungiamo tutto il resto: sanitari, rubinetteria, box doccia, arredo bagno e accessori. Ecco che arriva allora un fatturato importante. Abbiamo prodotti di qualità che comunque sono sempre ricercati. Insomma, lo showroom tira.

D. Chiudiamo tornando sul fronte edilizio: un suo esempio che renda bene l’idea della stagnazione?

R. Prima della crisi facevamo 50 mila metri quadrati di solai, ora se ne facciamo 7 mila è un successo.

FotorCreated

Costruzioni: India nuovo leader, ma l’Italia cresce

Mercato mondiale delle costruzioni, India nuovo leader

Il mercato delle costruzioni va a Oriente. Il nuovo leader mondiale di riferimento per il settore è l’India: +5,3% di investimenti (nel corso del 2015 contro il +4% della Cina. Nuova Delhi ha messo la freccia e superato Pechino.

I dati, presentati in occasione del secondo SaMoTer Day (a Verona) certificano lo storico passaggio di consegne nel continente asiatico. Lo scenario consuntivo del 2015 registra la leggera ripresa dei mercati del Nord America (+2,5%), dell’Europa occidentale (+1,1%) e del Giappone (+0,6%) e la continua recessione di America Latina (-2,6%) ed Europa orientale (-0,7%). Il baricentro del mercato  in 15 anni si è quindi progressivamente spostato in Oriente, con la quota degli investimenti globali detenuta dai paesi avanzati passata dal 70% al 43%, in favore dei due giganti: India e Cina. E il momento positivo per gli Stati Uniti continua anche nel primo trimestre 2016: negli USA è in espansione anche l’edilizia commerciale (+10,8%) e soprattutto le opere stradali (+14,9%). Spostandosi in Europa, nei primi tre mesi del 2016, si assiste ad un forte recupero degli investimenti in Germania (+2,3%), ad un lento riavvio del ciclo delle costruzioni in Francia (+0,4%), mentre sono ancora in calo Regno Unito (-0,5%) e Spagna (-0,2%).

Mercato mondiale delle costruzioni, India nuovo leader
Mercato mondiale delle costruzioni, India nuovo leader

E l’Italia?

Per quanto concerne  il panorama delle costruzioni in Italia – mercato che vale oltre 135 miliardi di euro -, la leggera frenata (-0,5%) registrata nel primo trimestre di quest’anno, non dovrebbe influire sul percorso di ripresa iniziato nel 2015 che, secondo le stime chiuderà il 2016 con una crescita dell’1,6%, e dell’1,9% nel 2017. La ripresa è legata a doppio al mercato di riqualificazioni e ristrutturazioni (57,6 miliardi euro nel 2015/+2% sul 2014) e al rilancio delle opere pubbliche, in cui gli investimenti continueranno a salire nel biennio: +2,7% nel 2016 e +4,2% nel 2017.

Costruzioni e macchine movimento terra

Strettamente connesso al mondo delle costruzioni, il mercato delle macchine movimento terra, capace di chiudere il 2015 con 628 mila unità vendute: calo del 14% sul 2014. Dall’Outlook SaMoTer-Veronafiere emerge che cambiano anche le tipologie di macchine richieste nei cantieri: in 5 anni gli escavatori cingolati sono passati dal 33% al 24%, mentre i mini-escavatori sono saliti dal 15 al 24%. Dal 2010 al 2015 sono mutati anche gli equilibri geografici tra le quote di mercato: Il Nord America ha raddoppiato le proprie (dal 14% al 28%), la Cina le ha viste calare dal 35% al 12%, mentre l’Europa occidentale ha risalito la china, dal 15% al 20% del totale. E l’Italia? Primo trimestre 2016 nel segno della crescita, con 612,39 milioni di euro di esportazioni (+5,9%) e 155 milioni di euro di importazioni (+21,3%) per quanto concerne le macchine movimento terra: l’export e l’import rispondono presente.

SanMarco Terreal: l’architettura riscopre i laterizi. L’intervista ad Alberto Libero

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L’architettura “riscopre” i laterizi. E SanMarco Terreal, azienda che ha sempre saputo coniugare tradizione e innovazione, tiene il passo. Tra le nuove proposte, per esempio, ci sono listelli con nuove dimensioni, colori e tessiture, in linea con i trend del mercato. Perché se da una parte il laterizio rimane un materiale tradizionale, dall’altra è in grado di soddisfare le odierne esigenze di durabilità e prestazioni energetiche. Senza dimenticare l’aspetto estetico.

YouTrade ha intervistato Alberto Libero, responsabile vendite Italia SanMarco Terreal, che racconta le ultime novità dell’azienda e le nuove frontiere del laterizio.

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Alberto Libero, responsabile vendite Italia SanMarco Terreal

Per SanMarco, nuove nuance e spessori più sottili 

«L’evoluzione e la modernità del laterizio derivano dalla sua capacità di adattarsi e cambiare pelle. Le aziende come la nostra che negli ultimi anni hanno fatto grandi investimenti, hanno fatto sì che oggi sia possibile realizzare nuovi prodotti, mantenendo il controllo della qualità dell’argilla e permettendo a un materiale antico di rimanere attuale», racconta Alberto Libero. Un impegno che contempla anche investimenti significativi: è dell’anno scorso il rinnovamento dello stabilimento di Castiglion Fiorentino, in provincia di Arezzo, uno dei più avanzati in Europa nella produzione di mattoni faccia a vista e coperture.

«Oggi gli elementi proposti sono sempre più sottili e, dal tradizionale mattone di circa 12 centimetri, si è arrivati anche a 1 centimetro. Si sono inoltre aggiunti colori nuovi, le cui nuance fino a qualche anno fa erano impensabili, così come la tessitura stessa: prima il mattone era solo in formato classico sabbiato, ora si gioca anche sulla rugosità e la non linearità dell’elemento», osserva il manager.

Le nuove frontiere dei laterizi SanMarco

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Linea Desigual SanMarco: elementi sottili a pasta molle ideali per gli interni

Il fascino del laterizio ha conquistato chi si occupa di facciate e coperture, ma oggi si ricorre sempre più al mattone anche per rivestire gli ambienti domestici: una parete, una scala, un caminetto. L’effetto del cotto assicura una sensazione di calore e familiarità e i nuovi colori conferiscono modernità e un tocco di stile all’ambiente.

«Per rispondere a questa esigenza abbiamo lanciato in questi mesi la linea Disegual che, con i suoi elementi sottili a pasta molle da 1,5 a 2,5 centimetri e con i suoi formati innovativi, è ideale per gli interni. La sua caratteristica principale è la non uniformità, con un effetto estetico particolarmente interessante: la luce vibra sulle sporgenze e dà complessità ed articolazione alle superfici. Al momento è di colore grigio, ma prossimamente aggiungeremo altre tonalità», aggiunge il manager.

Un’altra soluzione che permette di rivestire gli ambienti interni con listelli sottili faccia a vista incollati alla parete è rappresentata dalla linea Decor, lanciata circa un anno fa: «Quando abbiamo capito che c’era la possibilità dal punto di vista produttivo di lavorare con elementi sottili, abbiamo creato la linea Decor, elementi in cotto da 1 centimetro di spessore, disponibili anche nella versione angolare. Inoltre, l’esigenza era renderlo facile da posare ci ha spinti a pensare anche alla colla per l’incollaggio che commercializziamo nella pratica confezione sac-à-poche pronta ad un uso anche “fai da te e, infatti, è sufficiente incollarlo e stuccarlo.

Attenzione anche al packaging

Abbiamo reso semplice anche la reperibilità dei materiali per il nostro cliente rivenditore grazie al nostro servizio con corriere e senza necessità di ordinare un quantitativo minimo». «Con le linee Decor e Disegual vogliamo offrire ai rivenditori un approccio commerciale innovativo per un materiale comunque tradizionale: non bancali di materiale, ma abbiamo pensato di inserire all’interno di scatole dal design accattivante i listelli nel quantitativo equivalente a mezzo metro quadrato di superficie, scatole che può portare direttamente a casa anche il cliente privato, sempre più frequentatore delle rivendite”. Siamo quindi riusciti a trasformare un elemento tradizionale come la pasta molle in un prodotto di più largo consumo», dichiara il responsabile.

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Confezioni di laterizi SanMarco Terreal

Lo stabilimento di Noale, tra tradizione e innovazione

Entrare nello stabilimento SanMarco Terreal di Noale, in provincia di Venezia, significa trovarsi nel bel mezzo della storia aziendale, della tradizione, della cultura, dell’artigianalità del laterizio. Sì, perché SanMarco, depositaria di un sapere produttivo antico ha scritto pagine importanti nella storia dell’evoluzione di questo materiale. Sviluppato intorno alla vecchia fornace di inizio Novecento, oggi lo stabilimento lavora su tre linee di produzione: manuale, semi-manuale e industriale, e al suo interno ospita il Museo degli stampi a mano.

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Alcuni stampi a mano utilizzati nella vecchia fornace SanMarco di inizio Novecento

«Fondamentale nella produzione di Noale è il contatto con la materia, cioè la produzione a mano, che costringe a conoscere i comportamenti del materiale pensando all’elemento che si ricaverà quando sarà cotto e alla sua posizione nel manufatto», afferma Francesco Stangherlin, responsabile del sito produttivo di Noale. Qui, oltre al mattone industriale, si creano pezzi speciali e si dà spazio alla vocazione stessa del laterizio, ovvero la sua flessibilità: «La produzione si adegua al linguaggio architettonico della domanda e i manufatti che ne risultano possono essere considerati delle vere e proprie opere d’arte. E l’esperienza del fatto a mano viene trasferita anche nella produzione industriale. Abbiamo macchine con capacità produttive pari a quelle di impianti meccanizzati ma che presentano stampi intercambiabili per la realizzazione di formati diversi. Quindi le caratteristiche estetiche dei manufatti sono personalizzate e quelle tecniche rispondono alle normative in vigore», spiega Stangherlin. La grande forza di SanMarco nasce dalla collaborazione tra i vari attori: dal progetto alla realizzazione della soluzione in cotto.

Francesco Stangherlin, responsabile del sito produttivo di Noale (Venezia)
Francesco Stangherlin, responsabile del sito produttivo di Noale (Venezia)

Efficienza energetica: il mattone è performante

«Per l’anno in corso il nostro obiettivo è quello di continuare a essere leader dei nostri mercati di riferimento. L’introduzione di nuovi prodotti, oltre alle nuance e alle dei mattoni si aggiungono anche le nuove tegole Olimpia e Coppo Max provenienti dal rinnovato stabilimento di Castiglion Fiorentino, e l’aggiornamento dei sistemi in laterizio in linea con le recentissime normative ci permette di aprire sempre più il nostro ventaglio di clienti.

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Thermoreal SM, rivestimento in laterizio per cappotto, premiato a Klimahouse 2016

Per quanto riguarda i criteri di costruzione di oggi e la richiesta di efficienza energetica, il mattone ha un buon comportamento, in quanto la sua massa favorisce l’isolamento», continua Libero. E un segnale significativo è arrivato con la premiazione del pannello Thermoreal SM per il rivestimento a cappotto, in occasione di Klimahouse 2016: «Era la prima volta che partecipavamo alla fiera di Bolzano e il premio è stato una sorpresa. Per noi è importante continuare a investire in questo mercato, supportati dal continuo confronto tra parte tecnica, commerciale e comunicazione, che trovano in SanMarcoLab un collettore di idee e un generatore di soluzioni, con sede a Noale. A Tolosa si trova il centro di sviluppo e ricerca, a cui fanno riferimento tutte le società del gruppo Terreal».

Che cosa riserva il futuro? «Nei prossimi anni vedo un ritorno del laterizio, che rimane il materiale su cui si fonda la tradizione italiana e con cui sono stati realizzati i grandi edifici storici che il resto del mondo ci invidia», conclude il manager.

Ceramica, I Love XXL di Quartarella e Ornamenta: ecco il vincitore

Alessio Zanzarella è il vincitore di I Love XXL - Quarterella & Ornamenta

I Love XXL nasce da una voglia di novità e, parallelamente, per promuovere il settore ceramico lato sensu. E poi, diciamolo, lanciare un contest che promuove il la ceramica non è certo cosa che si vede tutti i giorni”. Così Renee Quartarella, responsabile comunicazione del Centro Edile Quartarella, tira le somme dell’iniziativa I Love XXL, un concorso di idee per la realizzazione di una linea di ceramiche, organizzato insieme a Ornamenta, brand della Gamma Due: “L’azienda giusta, per dimensioni e per carica innovativa – anche grazie ai tanti giovani nelle sue fila – capace peraltro di realizzare qualsiasi grafica.

Quartarella, premiazione I Love XXL
Quartarella, premiazione I Love XXL

Il bacino d’utenza? Puglia e Basilicata (tutte le provincie delle due regioni) per coinvolgere professionisti come architetti e designer, ma anche studenti provenienti da scuole e accademie di arte e design. Un solo neo: “Purtroppo gli studenti non hanno risposto molto positivamente. Su 119 iscritti totali, 15 sono studenti, ma solo 4 di questi hanno presentato il progetto finale. Insomma, poca partecipazione studentesca. Ci dispiace”.

I Love XXL: il perché del nome

Prima di svelare il vincitore, spieghiamo il motivo della particolare dicitura del concorso: “La tendenza di oggi è quella di andare sulle grandi superfici, quindi la nostra intenzione è quella di insistere sulle grandi superfici a livello di decoro, un metro per un metro. Un decoro non frammentato, ma appunto su larga scala, XXL appunto” precisa Renee Quartarella

Il vincitore

Bene, il vincitore è L’architetto Alessio Zanzarella, con il suo Oplus. Oplus è stato scelto come progetto più originale, di design e coerente con l’immagine Ornamenta. Zanzarella si porta a casa la messa in produzione del progetto, la stipulazione di un contratto con Ornamenta e la conseguente visibilità internazionale, vista la presenza subito al Cersaie, l’immediata esposizione e la messa a catalogo.

Alessio Zanzarella è il vincitore di I Love XXL - Quarterella & Ornamenta
Alessio Zanzarella è il vincitore di I Love XXL – Quarterella & Ornamenta
Alessio Zanzarella è il vincitore di I Love XXL - Quarterella & Ornamenta
Alessio Zanzarella è il vincitore di I Love XXL – Quarterella & Ornamenta
Premiazione Concorso I Love XXL / Showroom Quartarella - photo: © Pierangelo Laterza
Premiazione Concorso I Love XXL / Showroom Quartarella – photo: © Pierangelo Laterza

Angelo Gazzoni country manager di Hexagon Safety & Infrastructure

Angelo Gazzoni
Angelo Gazzoni

Angelo Gazzoni, 41 anni, ingegnere, entra in Hexagon Safety & Infrastructure come country manager Italia. Sarà responsabile della gestione operativa delle attività di Hexagon Safety & Infrastructure nel nostro Paese e riporterà direttamente al senior vice president Emea Maximilian Weber. Con oltre 15 anni di esperienza in aziende software, consulenza strategica ed information services, Gazzoni ha rivestito ruoli commerciali e di strategic account management fino a coordinare team globali per la gestione di importanti clienti italiani ed internazionali nei settori Aerospazio & Difesa, Oil & Gas, Utilities ed Ambiente. Tra le caratteristiche che lo hanno reso il candidato ideale per il ruolo di country manager Italia, oltre al background tecnico e la esperienza commerciale, ci sono il profilo fortemente business-oriented e rilevante nei settori in cui opera la divisione Hexagon Safety & Infrastructure. Gazzoni ha lavorato in precedenza per Ihs, Frost & Sullivan, Autonomy Systems ed Ebsco Information Services. Sta completando un Executive Mba alla Bologna Business School.

Angelo Gazzoni
Angelo Gazzoni

Niederstätter: ferramenta si nasce, leader si diventa

Niederstätter, filiale di Brunico

Da ferramenta di Bolzano ad azienda leader in Italia nella vendita e nel noleggio di macchine e apparecchiatura per l’edilizia e di container. Questa è la storia e la realtà di Niederstätter raccontata proprio da chi, dopo averla messa al mondo (nel 1975), continua ad accudirla e a crescerla, Maria Niederstätter.

Maria Niederstätter
Maria Niederstätter

Domanda. Iniziamo dalle origini: ci racconti come è nata Niederstätter, magari con un aneddoto simpatico legato alla sua fondazione.

Risposta. La Niederstätter è nata nel 1975, quando ho acquisito una ferramenta a Bolzano. Un particolare interessante: all’epoca si diventava maggiorenni solo a 21 anni. Quindi ho dovuto richiedere una dichiarazione di abilitazione da parte del Tribunale, versando inoltre un’imposta di 300 mila lire, pari a circa due stipendi mensili.

D. Da un ferramenta alla realtà attuale: cos’è diventata Niederstätter e cosa rappresenta oggi sul mercato? 

R. Oggi siamo l’azienda leader in Italia nella vendita e nel noleggio di macchine e apparecchiature per l’edilizia e di container. Da semplici commercianti di macchinari edili ci siamo evoluti fino a diventare prestatori di servizi. Forniamo infatti consulenza ai nostri clienti, visitiamo cantieri, facciamo manutenzione alle macchine e addestriamo gli operatori, solo per citare alcuni dei nostri ambiti operativi. Tutto ciò è possibile solo grazie al nostro personale, eccezionalmente competente e addestrato.

Niederstätter, filiale di Brunico
Niederstätter, filiale di Brunico

D. Qual è il suo quid in più, il suo tratto peculiare e riconoscitivo rispetto alla concorrenza?

R. Spesso siamo stati pionieri nell’adeguarci alle reali esigenze del mercato. Esempio più recente: l’istituzione di Niederstätter Academy, programma di formazione nel campo della sicurezza sul lavoro e per conduttori di macchine per l’edilizia. A breve offriremo un nuovo corso per operatori di gru, assolutamente unico in Italia.

D. Qual è il vostro trend di mercato?

R. La flessibilità e la rapidità nella fornitura di macchinari e pezzi di ricambio sono sempre più richieste. In questo ci aiutano i rapporti particolarmente stretti con i fornitori. Il nostro responsabile dell’officina, ad esempio, spesso riceve i pezzi di ricambio già entro la mattinata seguente. In questo modo la macchina, gru o escavatore che sia, può tornare subito a lavorare. Per i nostri clienti significa un risparmio di tempo e denaro.  Attualmente molte grandi aziende sono più attive sui mercati esteri perché in Italia, semplicemente, manca il lavoro. Un fenomeno che ovviamente avvertiamo anche noi. Tuttavia si comincia ad avvertire un’inversione della tendenza: in Italia, negli anni a venire, dovrebbe registrarsi una seppur lieve ripresa dell’attività edile.

Niederstätter,escavatori - pale gommate
Niederstätter,escavatori – pale gommate

D. Quali settori merceologici vanno meglio e quali peggio?

R. Vanno molto bene i settori dei container e delle costruzioni chiavi in mano. Il motivo, secondo me, è che questi ambiti non dipendono tanto dall’edilizia: i nostri clienti sono le pubbliche amministrazioni, l’agricoltura, l’industria e il settore degli eventi. Debole, invece, rimane appunto il settore dell’edilizia.

D. Rispetto al 2014, quali gli aggiornamenti sui dati di fatturato-punti vendita-impiegati? Sono aumentati, rimasti invariati o diminuiti?

R. Nel 2015 abbiamo registrato un aumento di fatturato del 17,2%, risultato reso possibile da un aumento delle vendite. Decisivo è stato il fatto di servire anche clienti al di fuori del settore edile. Per esempio posso citare una vendita di 300 container a un’azienda industriale, i cantieri navali Fincantieri. Il numero dei collaboratori è salito leggermente, arrivando a 52 persone, ma quest’anno ci prepariamo ad aumentarlo ulteriormente.

Niederstätter, macchina al lavoro
Niederstätter, macchina al lavoro

D. Avete adottato nuove strategie per rafforzare la presenza sul territorio?

R. Certamente: negli ultimi anni abbiamo assunto la rappresentanza per Verona, Vicenza e Padova delle gru a marchio Liebherr. Da poco siamo anche importatori generali delle pale gommate Kramer e delle tecnologie per l’edilizia Lissmac. Per riuscire ad affrontare al meglio tutti questi incarichi, abbiamo completamente riorganizzato la nostra azienda, suddividendola in diversi ambiti che hanno acquisito competenze specifiche di altissimo livello. Anello di congiunzione tra questi ambiti è il reparto vendite, che coinvolge i reparti specializzati a seconda delle esigenze individuali del cliente. In questo modo siamo in grado di sostenere i nostri clienti nel miglior modo possibile.

D. Parliamo dunque del noleggio macchine: quale volume ha negli affari dell’azienda?

R. Il noleggio e l’assistenza compongono circa il 50% del fatturato.

Niederstätter, formazione professionale
Niederstätter, formazione professionale

D. Passiamo al fronte delle partnership con i rivenditori/fornitori di macchine edili: quanto sono sviluppate?

R. Soprattutto negli anni scorsi abbiamo notato quanto siano importanti i fornitori di alto livello. Solo i migliori sul mercato, infatti, investono ogni anno in ricerca e sviluppo. Siamo orgogliosi di avere nel nostro assortimento marchi noti e rinomati con Liebherr  Atlas Copco. Affianchiamo a questa offerta il nostro eccellente servizio di assistenza e rappresentiamo quindi il collegamento ideale tra produttore e cliente finale.

D. Chiudiamo liberando un po’ la testa. Squadra del cuore?

R.La…“squadra” di Merano Arte, che organizza meravigliose esposizioni.

Niederstätter, Steg dall'alto
Niederstätter, Steg dall’alto

D. E la canzone alla quale è più legata?

R. Broken Islands del compositore gardenese Eduard Demetz.

D. Libro del cuore o che ha sul comodino?

R. Switch: How to Change Things When Change Is Hard di Chip e Dan Heath.

D. Hobby?

R. Bicicletta e scialpinismo.

Niederstätter, ufficio-steg
Niederstätter, ufficio-steg

Fornoni: l’edilizia riparte dalle (nostre) macchine

Gru - Fornoni

La crisi del 2008 si è riversata a cascata sull’edilizia e su tutti i suoi attori. Tra questi Marco Fornoni, titolare della Fornoni, rivendita di macchine per l’edilizia che si è ritrovata nelle sabbie mobili della stagnazione, rischiando di andare a fondo. Ecco che cosa ha passato e come ne è uscita. E ora? “E ora ripartiamo”.

Marco Fornoni
Marco Fornoni

Domanda. Quando è nata la Fornoni?

Risposta. L’azienda è stata fondata nel 1962. Mio padre Giancarlo, che già lavorava nel settore dell’edilizia, decise di mettersi in proprio, creando la sua piccola azienda. Per i primi anni la portò avanti da solo, poi arrivarono i primi agenti.

D. E poi arrivò lei.

R. Io, dopo aver studiato elettronica e meccanica, ho aperto l’officina di assistenza: erano appena arrivati gli anni Ottanta. Abbiamo iniziato subito con il noleggio, che si è sviluppato bene, dando nuova linfa all’azienda. Poi è arrivato il fatidico 2008.

Fornoni
Fornoni

D. Quanto avete subito la crisi?

R. Ci ha devastati, senza mezzi termini. Eravamo un’azienda in piena espansione e ci siamo trovati a dover fronteggiare un verticale crollo delle vendite e un drastico aumento degli insoluti (compresi alcuni fallimenti).

D. Quantificando?

R. In sei mesi il nostro fatturato si è dimezzato (da 8 a 4 milioni di euro) e purtroppo abbiamo dovuto ridurre l’organico per far fronte a impegni importanti con i leasing delle macchine. Da 33 dipendenti interni – senza contare le squadre esterne di montatori e artigiani – ci siamo ridotti oggi a una decina. E il fatturato odierno è sotto i 2 milioni di euro.

Ponteggio, Fornoni
Ponteggio, Fornoni

D. Com’era composto il fatturato pre-2008 e com’è costituito invece quello attuale?

R. Le voci si sono completamente ribaltate: pre-crisi 10% noleggio, 20% assistenza e 70% vendita. Oggi è il contrario: 10% assistenza e 10% vendita e 80% noleggio.

D. Entriamo nel merito del noleggio. Quali sono le richieste predominanti?

R. Prima eravamo forti su gru, ponteggi, casseforme ed escavatori. Ora va il piccolo-movimento terra.

Fornoni, ponte
Fornoni, ponte

D. Quali sono state le armi usate per far fronte a tutte le difficoltà?

R. Innanzitutto, grazie al buon nome della Fornoni sul mercato, gli istituti di credito non hanno infierito, anzi: ci hanno aiutato accettando pagamenti molto dilazionati. Io, dalla mia, mi sono rimboccato le maniche e ho restituito tutto all’azienda, dopo che questa per anni mi aveva dato molto. Poi, come detto, il taglio dei costi è stato inevitabile. Insomma, abbiamo grattato tutto il possibile sul fondo del barile pur di rimanere in piedi. E adesso ripartiamo, ridimensionati, ma ripartiamo!

D. Ora come va il mercato?

R. Premetto che di previsioni non ne faccio più neanche una. Detto questo, fino all’anno scorso ci siamo dovuti difendere, arrangiandoci in ogni modo. Adesso, per la prima volta, qualcosa si sta muovendo e voglio essere ottimista, ma rimango guardingo, perché la ripresa è ben lontana. Vero è che abbiamo notato un incremento dei lavori di ristrutturazione nel pubblico (scuole, musei, chiese, enti) a livello di adeguamento alle norme sismiche.

Fornoni, ristrutturazione chiesa
Fornoni, ristrutturazione di una chiesa

D. E invece il privato?

R. Al momento, poca roba. Salta fuori qualche lavoro di bonifica da eternit e di ristrutturazione per tutti quelli che hanno tirato lungo fino a farsi piovere dal tetto.

D. Facciamo un confronto tra la Fornoni del passato e quella del presente: quanto e cosa è cambiato in questi anni?

R. Tante cose, a partire da una gestione più puntigliosa e attenta. Mi spiego: vista l’esperienza di affidare a terzi il controllo della gestione ed essermi più che scottato, oggi la gestione la curiamo noi direttamente e internamente. Ecco, più oculatezza: non si fanno investimenti senza aver la certezza di tutte le coperture del caso. Poi abbiamo in cantiere una serie di progetti e proposte ai clienti per permettere loro di affrontare meglio le rigidità del mercato. Ma più di così non mi sbottono.

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D. Sbottoniamoci sulle sue passioni, distraiamoci.

R. Sono appassionato d’arte e di musica: da poco ho scoperto la classica ed è stata una rivelazione. Poi ho un hobby importante che è quello della motocicletta da enduro: seguo mio figlio Umberto sui campi da motocross e poi viaggio molto.

FotorCreated

Minerva 01 Seregno

gel 008

L’eco-sostenibilità è di casa nei 25 metri quadri di Biosphera 2.0

Biosphera 2.0, Milano

Un’abitazione perfettamente funzionante, energeticamente autonoma ed eco-sostenibile in appena 25 metri quadri? È possibile e si chiama Biosphera 2.0, la casa dell’energy revolution di Rockwool.

Biosphera 2.0, Milano
Biosphera 2.0, Milano

Si tratta di un modulo abitativo a consumo zero di energia e a misura d’uomo: è infatti suddiviso in zona giorno, zona notte e bagno (come qualsiasi casa!) e di una centrale termica che soddisfa tutto il fabbisogno energetico della struttura, senza doversi attaccare a rete esterne di energia. E non mancano i comfort: illuminazione a led, cucina a induzione, elettrodomestici, riscaldamento e raffreddamento (la temperatura rimane compresa tra i 21° in inverno e i 25° in estate), oltre a sistemi di isolamento termico ed acustico all’avanguardia ed estremamente performanti.

Biosphera 2.0, zona giorno
Biosphera 2.0, zona giorno

Il progetto (a livello scientifico e tecnologico unico al mondo) è stato lanciato a Courmayeur a marzo e dopo una seconda tappa ad Aosta, il gioiellino firmato Rockwool è approdato sotto la Madonnina: dal 10 maggio al 30 giugno Biosphera 2.0 è ai Giardini Pubblici Indro Montanelli di Milano. Se vuoi scoprirla, hai tempo ancora due settimane! Il road show ha un senso ben preciso: sottoporre la casa ad un nuovo stress, immergendola questa volta in un contesto metropolitano (dopo le alture e le temperature di Courmayeur e Aosta). Dopo MIlano sarà la volta di Riccione (test importante per la struttura a livello di monitoraggio dell’efficienza energetica). Torino e Lugano. Nel corso del suo tour, la casa viene abitata per giorni da “volontari” che vogliono sperimentare la vita nella biosphera. E qui troviamo tutta la tensione alla biofilia: chi vive all’interno del modulo viene monitorato da un braccialetto che rileva costantemente al qualità delle vita delle persone all’interno dell’ambiente. Così, in 25 metri quadri, l’energy revolution di Biosphera 2.0 cambia l’abitare.

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La Sassonia studia la logistica 4.0

Traffico su un'autostrada in Sassonia
Traffico su un'autostrada in Sassonia

Tedeschi in campo contro il traffico. Il Land federale della Sassonia-Anhalt presenta progetti pionieristici per la logistica sostenibile alla fiera internazionale per la logistica e la mobilità Transport logistic China in corso a Shanghai. Le sfide per i sistemi orientati al futuro di gestione del traffico sono enormi. È necessaria una infrastruttura che limiti il traffico nelle grandi città, freni l’inquinamento ambientale. Inoltre, le mutate esigenze di mobilità causate dai cambiamenti demografici richiedono soluzioni innovative. Per questo in Sassonia-Anhalt, scienziati ed economisti stanno lavorando insieme per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie per la gestione intelligente del traffico. In futuro, le opzioni di mobilità locali saranno collegate tra loro e in rete con i dati del traffico stradale via satellite. Ci saranno anche sistemi innovativi nel campo del car-to-infrastrutture e la gestione del traffico sostegno car-to-car comunicazione. Le vie di trasporto esistenti e mezzi possono essere utilizzati meglio in futuro, sia in termini di quantità di volume di traffico e soluzioni di trasporto a bassa emissione di Co2.

Traffico su un'autostrada in Sassonia
Traffico su un’autostrada in Sassonia

Un risultato che sarà possibile ottenere grazie ai sistemi come il Gps, Galileo e Glonass. Galileo in Sassonia-Anhalt è gestito dalla Otto-von-Guericke University di Magdeburgo, che sta sviluppando soluzioni applicative orientate per la mobilità del futuro e la logistica in collaborazione con l’Istituto Fraunhofer per lo sviluppo dell’infrastruttura digitale. La digitalizzazione della mobilità e la ricerca applicata aprirà un potenziale innovativo per la flessibilità, l’automazione e il networking. Un tram è già stato dotato di un sistema di registrazione dei dati di misurazione, con un ricevitore satellitare altamente preciso e sensori. Il sistema consente un modello di percorso 3D e ulteriori informazioni sui dintorni urbani, che serviranno a creare banche dati, che saranno poi recuperati attraverso diversi canali di comunicazione.

Rustici in ribasso, ma con eccezioni. Ecco dove

Rustico ristrutturato in Piemonte

Un rustico, una casa rurale da risistemare come seconda abitazione, è in calo. Ma ci sono delle eccezioni, sostiene Tecnocasa, network immobiliare che vende, appunto, case. In contro tendenza sono la zona delle Langhe, dichiarate  patrimonio dell’Unesco, Umbria, Puglia, e persino Lombardia. In Puglia la zona più ambita è quella dei trulli della Valle d’Itria, vicino a Locorotondo. Chi desidera acquistare il trullo si orienta su una tipologia di 4-5 coni (due camere da letto, soggiorno e angolo cottura) in condizioni abitabili e con circa 1000-1200 metri quadri a cui destinare non più di 100-110 mila euro. Chi cerca trulli già ristrutturati è disposto a spendere fino a 150-160 mila euro. In Piemonte, nelle Langhe, sono ricercatei rustici di oltre 200 metri quadri e con terreno di almeno 2-3 ettari. I prezzi possono partire da un minimo di 200 mila euro per soluzioni da ristrutturare in zone panoramiche per superare anche il milione. Non sono da sottovalutare i costi della ristrutturazione dal momento che occorre utilizzare materiali tipici per ottenere l’approvazione della commissione paesaggistica. In Lombardia va bene il mercato immobiliare nella zona della  Franciacorta, nel Bresciano, soprattutto per villette di testa, case indipendenti, piccoli rustici e porzioni di cascina indipendenti. I prezzi nella zona di Gussago e Cellatica vanno da un minimo di 300 euro al metro quadro per immobili completamente da ristrutturare (a volte da radere al suolo) a 2800-3000 per le soluzioni posizionate nelle zone più belle e panoramiche e per immobili con finiture di pregio.

In Umbria cresce la richiesta di casolari e rustici nell’area di Gualdo Tadino nel 2015. In particolare per quanto riguarda i casolari con terreno si registra una forte domanda da parte di stranieri che, grazie al ribasso dei prezzi degli ultimi anni e grazie a internet, acquistano casolari con terreno da trasformare in B&B oppure da utilizzare come casa vacanza. Si tratta di olandesi, inglesi, francesi, tedeschi e anche australiani in cerca di casolari da ristrutturare il cui valore è compreso tra 50 e 220 mila euro in base alle dimensioni dell’immobile e del terreno circostante. La domanda di casa di campagna interessa soprattutto le soluzioni da ristrutturare di circa 100 mq con circa un ettaro di terreno.

Rustico ristrutturato in Piemonte
Rustico ristrutturato in Piemonte

Rubin (Vanoncini spa): creiamo edilizia sostenibile

Vanoncini Spa, capannone-magazzino

“Creiamo edilizia sostenibile”. È questo il claim di Vanoncini Spa, costruttore e rivenditore di materiali per l’edilizia. Della doppia anima dell’azienda parla Valerio Rubin, direttore del settore marketing e comunicazione: la formazione interna e l’organizzazione aziendale i punti di forza, che hanno permesso di affrontare la crisi in atto.

Valerio Rubin
Valerio Rubin

Domanda. Partiamo dalla origini: ci racconta un po’ la storia della Vanoncini Spa?

Risposta. Siamo nati nel 1981 come azienda installatrice di sistemi costruttivi a secco (cartongesso e tutti i suoi derivati) all’interno di cantieri importanti su tutto il territorio italiano.  Tante le tappe fondamentali del nostro cammino: da Expo 1992 a Genova – dove abbiamo realizzato gli interni dei magazzini del cotone – fino al Bosco Verticale di Milano, passando per la sede del Corriera della Sera, il polo fieristico di Rho-Pero, il Pala Hockey di Torino e ancora, giusto per rimanere a Milano, la nuova zona di City Life.

D. Ma Vanoncini si sente più rivenditore o costruttore?

R. Tutte e due! Abbiamo una doppia anima, ben bilanciata.

D. Doppia anima e doppio mercato?

R. Oltre a essere costruttori, oggi abbiamo quattro magazzini che propongono al mercato tutte le componenti dei sistemi costruttivi a secco (profili, stucchi, lastre, viti) e tutti gli accessori e le attrezzature per costruire.

Vanoncini Spa, capannone-magazzino
Vanoncini Spa, capannone-magazzino

D. I magazzini dove sono dislocati?

R. A Mapello, dove abbiamo anche la nostra sede, poi Pantigliate (a sud di Milano), Rho e Carate Brianza.

D. E qual è il vostro target di riferimento?

R. Trentacinque anni di esperienza, tantissimi cantieri condotti con soddisfazione, ricerca&sviluppo in stretta collaborazione con le più prestigiose Università ci rendono oggi l’interlocutore ideale per tutti i target di riferimento. Chiunque sia interessato a una modalità costruttiva tecnologica e sostenibile trova in noi ciò che cerca.

D. Come impresa di costruzioni operate in tutta Italia?

R. Sì e non solo: ci capita spesso di fare puntate all’estero. Detto questo, buona parte del nostro fatturato è realizzato nel Nord Italia: Piemonte, Lombardia e Triveneto. Ma abbiamo realizzato anche cantieri a Roma, in Francia, in Svizzera, in Africa, in Kazakistan, Germania.

Vanoncini Spa, palazzina uffici
Vanoncini Spa, palazzina uffici

D. C’è differenza tra il committente italiano e quello straniero?

R. No, le esigenze italiane ed estere sono sostanzialmente le stesse: qualità, lavori ben fatti che rispettino i preventivi, precise tempistiche di cantiere e un eccellente livello di finitura.

D. Qual è il vostro tratto distintivo?

R. L’organizzazione dell’azienda, che ci permette di approcciare cantieri di grandi dimensioni con una forza strutturata per farlo. Ciò significa essere efficienti, garantire i tempi di consegna nel rispetto della qualità del lavoro finale.

D. Dal 2007 a oggi come è cambiata la vostra impresa?

R. È interessante analizzare come la congiuntura economica non abbia intaccato il nostro organico, che si è arricchito di nuove risorse. Una conoscenza approfondita del sistema a secco, inoltre, ci ha permesso di mantenere la nostra quota di mercato e, anzi, di implementarla.

Palazzina uffici, Vanoncini Spa
Palazzina uffici, Vanoncini Spa

D. Qual è il numero del personale in forza all’azienda?

R. Siamo circa 80 dipendenti dislocati tra sede e magazzini. Nei cantieri è presente una forza lavoro di oltre 200 persone gestite e coordinate dai nostri tecnici e maister.

D. Quanto tempo dedicate alla formazione interna?

R. Per noi è un pilastro, cui dedichiamo oltre un migliaio di ore all’anno. Abbiamo due appuntamenti fissi settimanali: uno commerciale e uno tecnico. Periodicamente sono pianificati incontri formativi che interessano tutti i settori aziendali; mi piace sottolineare anche che grande importanza viene data alla formazione specifica sulla sicurezza per i lavoratori.

D. Quali sono le vostre previsioni per il 2016?

R. Difficile dirlo, perché il mercato oscilla tra alti e bassi. Noi, dalla nostra, abbiamo un trend positivo e un buon portafoglio ordini che ci inducono a sperare in una chiusura d’anno soddisfacente.

Formazione professionale alla Vanoncini Spa
Formazione professionale alla Vanoncini Spa

D. Tra tutte le linee di prodotto che trattate quali vanno meglio e quali, invece, possono migliorare?

R. La gamma di prodotti in dote ai nostri magazzini è orientata a rendere più efficienti gli edifici, al loro comfort acustico, alla protezione passiva al fuoco e ai sistemi antisismici. Tutti questi prodotti riscuotono sempre grande interesse da parte del mercato.

D. Domanda da 1 milione di dollari: cosa si dovrebbe fare in Italia per sbloccare lo stallo dell’edilizia?

R. Anche da 100 milioni di dollari, direi. Sarebbe opportuno che fossero mantenuti gli incentivi fiscali e che fossero possibilmente prorogati, affinché tutti possano comprenderne il valore e servirsene. Troverei utili anche misure volte alla diminuzione del costo del lavoro e del cuneo fiscale.

Vanoncini Spa, magazzino
Vanoncini Spa, magazzino

D. Quali progetti avete sulla rampa di lancio o già in cantiere?

R. Al momento stiamo costruendo la nuova sede di Kasanova ad Arcore e siamo impegnati in vari lavori tra cui la realizzazione di tutti gli interni del nuovo quartier generale Lavazza di Torino e dell’Hotel Hilton di Como.

D. Dulcis in fundo, il sogno nel cassetto di Vanoncini?

R. Ci piacerebbe che in futuro tutti i protagonisti del settore edilizio fossero animati da un approccio etico volto alla sostenibilità e da una particolare attenzione alla tecnologia, la vera alleata oggi per chi desidera coniugare efficienza con il massimo comfort abitativo.

Per ingegneri e architetti matrimonio a Lecco

Nasce a Lecco il primo esempio italiano di collaborazione professionale tra ingegneri e architetti: il connubio tra progettisti e costruttori è possibile. Cosa è accaduto? Gli ordini degli architetti e degli Ingegnerie di Lecco e provincia hanno inaugurato la nuova sede congiunta degli ordini, così da suggellare l’accordo professionale stretto.

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Entriamo nel merito dell’intesa fra ingegneri e architetti. L’unione fa la forza e la coralità è più ficcante per far sentire la propria voce e le proprie istanze anche alla forze politiche territoriali e nazionali. Nella cornice dell’edificio progettato da Mario Botta, le due realtà – rappresentate dall’architetto Maria Elisabetta Ripamonti e dall’ingegnere Antonio Molinari – hanno sottolineato la necessità di un dialogo fra figure professionali diverse, diventato imprescindibile per un reciproco arricchimento di conoscenze in un contesto di lavoro quotidiano comune in cantiere e non solo. Infatti, una posizione condivisa a livello istituzionale ed economica porta anche nuove soluzioni per il territorio: insieme si riesce a incidere maggiormente sulla gestione della città con proposte di pianificazione e di utilizzo di aree dismesse.

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In concreto, si dà vita a una progettazione integrata in accordo anche con i costruttori consentendo di raggiungere quell’eccellenza oggi richiesta agli edifici contenendone i costi. Grazie al lavoro corale tra diverse figure volte a un obiettivo comune di sicurezza, comfort e qualità architettonica, infatti, si possono raggiungere livelli pregevoli senza eccessivi esborsi economici in un risparmio di tempo e denaro nelle varie fasi di progettazione e realizzazione. Che il sodalizio professionale abbia inizio.

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La casa del futuro? Un prefabbricato costruito in 48 ore (dai robot)

La casa del futuro, tra prefabbricato e robot

Il prefabbricato è il futuro del mercato immobiliare e dell’edilizia residenziale. Già, perché le case del futuro si costruiscono in fabbrica in meno di 48 ore grazie ai robot. A delineare le nuove frontiere abitative è Thomas Bock, professore della Tum University di Monaco di Baviera, riconosciuto a livello internazionale come pioniere nel mondo della ricerca e della robotica. Direttore di dipartimento e responsabile di numerosi progetti di robotizzazione nelle costruzioni, studia da anni le nuove tipologie costruttive completamente robotizzate, oltre ad aver  già realizzato robot e sistemi in ausilio agli anziani per consentire loro di vivere nella propria casa con un continuo monitoraggio da parte di centri di assistenza medica.

La robotica industriale (o meglio, la produzione di case a livello industriale) è il futuro del mercato dell’edilizia. In Giappone, già dal 1992, è stata inaugurato la produzione in serie delle abitazioni: la casa viene prodotta in serie, su una catena di montaggio, come fosse un semplice oggetto. A rendere possibile tale ciclo produttivo ci pensano i robot. Già oggi, in appena 45 ore ( meno di due giorni!) viene completato un prefabbricato.

La casa del futuro, tra prefabbricato e robot
La casa del futuro, tra prefabbricato e robot

Per di più tali prefabbricati vengono costruiti secondo uno procedimento estremamente razionale: qualora sorgesse un problema nella produzione, si ferma tutta la macchina produttiva, si risolve l’intoppo (che ha riguardato a cascata tutta la produzione) e dunque si procede fino al termine assicurando il risultato: in questo modo il livello di collaudo è estremo e tutti i prefabbricati sono sfornati perfettamente, dopo appunto verifiche molto rigide. Il sistema produttivo occidentale corre invece in modo diametralmente opposto: il controllo viene fatto solo alla fine.

Una casa di 50 metri quadri, prodotta come detto in 45 ore, sarà assemblata in meno di 4!  E ancora, queste case presentano un ulteriore grosse vantaggio: possono essere riportare in fabbrica e modificate (per non parlare del processo di demolizione facilitato). E il passo successivo sarà quello di customizzare il prodotto, ovvero adattarlo alle richieste del cliente.  In più, le sfide che ci presenta il futuro – per non dire presente – hanno un denominatore comune: la qualità delle abitazioni e dunque qualità della vita. In Giappone il 90/95% delle case è prefabbricata in legno è la qualità estetica non è certo la prima peculiarità di un prodotto in serie, quando invece il concetto di bellezza e la pietra sono dominanti in Occidente.

Ferrari: FCF è rock e riesce a vincere la crisi

FCF Edile - Gruppo Made

La crisi dell’edilizia è profonda, inutile nascondersi dietro un dito. Franco Ferrari, titolare della Ferrari Carlo & Figlio, rivendita di materiali fondata nel 1964 dal padre, ora socia di Gruppo Made, affronta le difficoltà a viso aperto: “Bisogna rimboccarsi le maniche, lavorare e lottare, sempre”.  Ed è più facile se spalleggiati. I suoi alleati? I figli, un sano realismo e la carica rock dei Rolling Stones e di Gianna Nannini.

Franco Ferrari
Franco Ferrari

Domanda. Partiamo dalle origini: quando è nata la Ferrari Carlo & Figlio?

Risposta. La fondò mio padre nel 1964. Nacque come una piccola azienda, poi col tempo ci siamo aggiornati e così siamo cresciuti, perché o si nuota o si va a fondo. Se una volta il magazzino edile era calce, cemento, forati e ferro, oggi questi prodotti li trattiamo molto meno, viste le richieste del mercato odierno.

D. Dopo aver raccolto il testimone da suo padre lo passerà ai suoi figli?

R. Certamente, la staffetta non si ferma! Già mi affiancano e gestiscono i diversi rami dell’azienda.

D. Prima ha accennato al mercato. Ecco, rispetto la passato, quali settori avete aggiunto e quali, invece, avete abbandonato?

R. Abbiamo aggiunto tanto (vernici, ferramenta, la show-room Livingmade, il noleggio) senza abbandonare niente.

FCF Edile - Gruppo Made
FCF Edile – Gruppo Made

D. Veniamo dunque ai comparti merceologici: la medaglia d’oro delle vendite e la maglia nera?

R. Vanno bene le finiture, come porte e finestre, facciate interne- esterne e pittura interna. Detto questo, non è stato certo facile trovare il giusto fornitore e anche posatori in grado di garantire una certa qualità negli interventi, per mantenere sempre alti i nostri standard qualitativi. Il fanalino di coda è il mercato tradizionale dell’edilizia che continua a perdere valore anno dopo anno.

D. Ci spieghi.

R. Le faccio un esempio che rende bene l’idea: dai 60mila quintali di cemento che trattavamo dieci anni fa, siamo ridotti a 16-17 mila quintali. Idem per il ferro: a livello di magazzino si vendeva con un ritmo di uno- due autotreni al mese, ora ne facciamo uno all’anno.

D. Voi siete una realtà di Limbiate, Monza e Brianza. Se la locomotiva si ferma anche qui…

R. Il mercato tradizionale è crollato, c’è poco altro da dire. Ecco, a Milano e provincia e in Lombardia tiene la ristrutturazione e noi ci siamo buttati su questo fronte. Ma alla fin fine, se non riparte l’edilizia, non si va da nessuna parte. A tal proposito vorrei precisare una cosa.

Ferrari Carlo&Figlio Srl
Ferrari Carlo&Figlio Srl

D. Prego.

R. Al di là dei proclami di Renzi e Padoan, il settore è fermo al palo. L’edilizia vera non riparte con l’Expo e le sue costruzioni: l’evento non ci ha portato alcun vantaggio come distribuzione edile. Non abbiamo venduto nemmeno un chiodo. Ancora una cosa…

D. A lei.

R. Chi ha lavorato per l’Expo se n’è pentito amaramente: conosco grossi fornitori di calcestruzzo che devono ancora prendere i soldi e chissà quando arriveranno.

D. Se dovesse dare una definizione della sua azienda e individuarne il punto di forza?

R. Siamo una media impresa che non corre sempre dietro al prezzo. Vorrei che la gente capisse prima che la qualità deve venire prima di tutto, anche a costo di spendere qualcosa in più. È anche vero che però, oggigiorno, si deve forse cedere un po’ sul costo. Ma come parte di Gruppo Made io posso vantare una Logistica efficiente, che mi permette di gestire al meglio la rotazione delle scorte e di non caricare eccessivamente il mio magazzino.

Ferrari FCF - Gruppo Made
Franco Ferrari, FCF Edile – Gruppo Made

D. Per tornare al mercato, in questo grigio panorama qual è il vostro trend di mercato?

R. Le dico quello che dicono tutti, dai politici a Carlo Sangalli (Presidente Confcommercio, ndr): stiamo tenendo. Rimaniamo a galla, ma restiamo immersi in un tracollo generale spaventoso. La crisi è davvero pesante e il confronto con i risultati di un decennio fa sono impietosi. Ma c’è anche un altro grande problema: il mercato è un bel po’ condizionato dai pagamenti e da politiche commerciali e finanziarie quantomeno dubbie. Mi domando, per esempio, come faccia un mio concorrente a vendere i miei stessi prodotti con prezzi più bassi anche del 40%. Poi scopro che questo concorrente ha fatto “buchi” per milioni di euro, e il fornitore continua a servirlo. Oggi la mia concorrenza è questa gente.

D. Non è molto ottimista.

R. Sono realista, purtroppo o per fortuna! Comunque bisogna sempre rimanere ottimisti, altrimenti chiudi domani mattina: bisogna sempre lottare, rimboccarsi le maniche e lavorare, lavorare e lavorare.

Ferrari FCF Srl
Franco Ferrari – FCF Edile

D. Cambiamo musica e rilassiamoci un po’. Squadra del cuore?

R. Da buon milanese, Inter. Ecco, non che mi faccia troppo rilassare ultimamente!

D. La canzone alla quale è più legato?

R. Sinceramente non ne ho una preferita. Nel mio ufficio la radio è sempre accesa. Ho un’anima rock: sono più che legato ai Rolling Stones, mentre di musica italiana mi piace molto Gianna Nannini

D. Il libro?

R. I pilastri della terra di Ken Follett.

D. Ultimissima: hobby?

R. Vado ancora a San Siro a vedere l’Inter, augurandomi tempi migliori. Poi, beh, la Ferrari e Valentino Rossi li seguo con grande passione italiana.

I bilanci del settore edile – novembre 2015

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