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Chistè: la Steldo è una famiglia allargata

Steldo, la sede a Riva del Garda

L’unione fa la forza. Lo sa bene la Steldo, nata nel 2012 sulla riva del Lago di Garda (Trento) dalla fusione di due famiglie e di due aziende storiche del Trentino-Alto Adige: Edilmateriali Chistè e Parolari Gildo. Oggi, dopo appena quattro anni di vita, la Steldo è leader provinciale ed esempio imprenditoriale da esportare in tutta la penisola. Enrico Chistè, socio e amministratore, svela l’anima dell’impresa e la sua ricetta contro la crisi: “razionalizziamo le rivendite”.

Steldo, la sede a Riva del Garda
Steldo, la sede a Riva del Garda

Domanda. La Steldo compie quattro anni di vita, ma ha radici ben lontane.

Risposta. Proprio così, la nuova realtà nasce nel 2012 dalla fusione di due aziende storiche del Trentino: la Edilmateriali Chistè e la Parolari Gildo (il nome Steldo è appunto una crasi tra i due cognomi), da sempre molto note e radicate sul territorio.

D. Ci racconti il perché di questa fusione.

R. L’idea è nata per caso in fiera a Bologna da due dei quattro soci che si stavano confrontando su quale fosse la soluzione migliore per far convivere le proprie aziende in un territorio non molto vasto, ma molto complesso, come il Trentino.

D. Un aneddoto relativo alla fondazione?

R. È curioso come quattro fratelli, due per famiglia (Parolari e Chistè, NdR), si siano “sposati” così facilmente e abbiano avuto insieme la capacità di creare un’unica forte azienda, dove potessero convivere le diverse anime, personalità e competenze. Il tutto finalizzato a un bene (comune) superiore. D’altronde l’unione fa la forza.

D. E che cosa è cambiato?

R. Premetto che avevamo già cominciato a spostare le nostre forze verso mercati nuovi: l’edilizia pesante in difficoltà ci aveva fatto cercare nuovi scenari. Ma bisognava cambiare per intraprendere questa strada e noi lo abbiamo fatto. La Steldo ha dunque virato con ancor più decisione verso finiture, pavimenti e rivestimenti, sanitari ed arredo bagno, porte, recinzioni e tutto quello che concerne il mercato crescente delle ristrutturazioni e del cliente privato.

D. Avete parallelamente abbandonato l’edilizia tradizionale?

R. No, ma si è ristretta sensibilmente da sola: di costruzioni nuove se ne vedono sempre meno. Non abbiamo dunque perso l’interesse per il tradizionale, semplicemente abbiamo spostato le nostre forze (e i nostri sforzi) verso i segmenti di mercato in espansione, che tirano di più, secondo una logica di rinnovamento necessario.

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Steldo, showroom

D. Con quali atti concreti?

R. Per esempio, potenziando i nostri showroom e inserendo il reparto colori e cornici,  tutte azioni mirate a creare un’azienda proiettata alle nuove esigenze del mercato, perché andare a spingere su fronti in compressione non ha alcun senso.

D. Che cosa rappresenta la Steldo per il Trentino?

R. L’azienda numero uno nelle rivendite edili della provincia di Trento: primeggiamo per fatturato, per punti vendita e per copertura territoriale. Non disdegnando comunque puntate nelle provincie limitrofe aiutati dal passaparola della nostra clientela.

D. Qual è il trend del mercato regionale?

R. In questi ultimi due anni si è molto ridotto nelle vallate, mentre resiste meglio nelle località a vocazione turistica, dove alberghi e seconde case si difendono. Noi siamo molto votati al turismo, soprattutto sul lago di Garda, e riusciamo così a essere stabili, contenendo il netto calo del residenziale e dell’industriale.

D. Allarghiamo lo sguardo all’intero Paese.

R. L’edilizia in Italia non accenna a uscire dalla crisi e le prospettive, purtroppo, non sono molto incoraggianti. L’unica cosa che, a mio parere, potrebbe aiutare la situazione, per anticipare il futuro e non doverlo subire, sarebbe intraprendere il cammino che già il resto d’Europa ha completato: razionalizzare le rivendite, eliminando quelle che non servono e dando di conseguenza maggior respiro a quelle rimanenti.

D. Spieghi bene.

R. Al momento il mercato è composto di una miriade di piccole aziende sparse sul territorio, spesso di natura familiare. Il trend del mercato richiede competenze e strutture che poco si sposano con questa realtà: il mercato porterà nei prossimi anni ad avere un numero minore di punti vendita ma con dimensioni e personale più consistenti e competenti. Questo perché la clientela vuole tutta una serie di servizi che una piccola azienda non può dare, mentre sa farlo (e bene) un multipoint.

Sala mostra Steldo
Sala mostra Steldo

D. Voi stessi avete agito in quest’ottica?

R. L‘anno scorso, proprio in quest’ottica di razionalizzazione, abbiamo chiuso un punto vendita: da sei siamo passati a cinque. Anche se questo trend era per noi già una regola prima della fusione, avendo acquisito e chiuso più punti vendita negli anni passati. Ci stiamo impegnando tuttora in questo senso relazionandoci con realtà locali per continuare a perseguire l’obiettivo.

D. La vostra marcia in più rispetto alla concorrenza?

R. Il nostro motto è “un’azienda al servizio del cliente”. Se un cliente vuole appoggiarsi a noi, siamo in grado di seguirlo a partire dalle fondamenta fino al colore di finitura, senza mai essere lasciato solo. Seguiamo tutto, dall’inizio alla fine con professionalità e competenza.

D. Il vostro target di riferimento?

R. Non abbiamo un target esclusivo ma puntiamo a lavorare in sinergia con le imprese a tutto campo, non tralasciando però l’utente finale a cui competono spesso le finiture.

D. Una domandina sul fatturato: il 2016 è come procede?

R. I primi sei mesi del 2016 sono in linea con il 2015, mentre il 2015 rispetto al 2014 era leggermente in calo. Negli ultimi anni, adeguandoci alle esigenze del mercato, siamo riusciti a contenere la tendenza negativa del mercato.

D. Avete adottato ulteriori nuove strategie?

R. Quest’anno stiamo rafforzando la rete vendita esterna per supportare meglio la clientela ed allargare leggermente il nostro raggio di azione. Abbiamo inoltre inserito, con personale interno, il servizio di fornitura e posa di basculanti, porte e portoni.

Magazzino Steldo
Magazzino Steldo

D. Chiudiamo in leggerezza: la sua squadra del cuore?

R. La Steldo, che domande! La nostra azienda è come una grande famiglia in cui lavorare e divertirsi tutti i giorni.

D. Invece il cantante? Dire Steldo non vale…

R. Allora dico Vasco Rossi.

D. E  invece un libro punto di riferimento?

R. Naturalmente YouTrade, che leggo sempre con grande attenzione.

D. Dulcis in fundo, i suoi hobby?

R. Le moto, di tutti i tipi: dal trial all’enduro, ma anche come mezzo di tutti i giorni.

Leggi anche l’intervista a Giuseppe Vantusso, titolare di Vanedile (Milano) e presidente del Gruppo Made

Tutte le istruzioni di posa per i listelli in cotto

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Listelli in cotto

Un nuova e aggiornata guida per la posta dei listelli in cotto. Tutte le istruzioni sono fornite dalla connection tra Andil (Associazione Nazionale Industriali dei Laterizi) e Formedil (Ente per la formazione e l’addestramento professionale all’edilizia): frutto del loro lavoro congiunto è “Listelli in cotto. Istruzioni di posa”, strumento operativo per la progettazione e la messa in opera degli oggetti in essere. La guida sarà distribuita in anteprima in occasione delle Giornate nazionali della bilateralità edile, organizzata a Roma il 6 e il 7 luglio.

Andil e Formedil, di nuovo insieme, vogliono esaltare la qualità di posa dei prodotti e dei sistemi in laterizio, con il fine comune di promuovere la traduzione costruttiva del nostro Paese tra i muratori, gli apprendisti, i progettisti e le imprese: insomma, tutti gli operatori di cantiere e i giovani che si indirizzano al settore edile, diffondendo così la cultura professionale del laterizio come materiale fondante per un’edilizia sostenibile, salubre e sicura e che contribuisca alla riduzione delle emissioni nemiche del clima, contenendo dunque i consumi energetici sia in inverno che d’estate.

Per Andil i listelli in laterizio ben si prestano al rivestimento delle pareti e sono in grado di soddisfare le più svariate esigenze architettoniche e di design nelle nuove realizzazioni e nel recupero. Ideali per la finitura, vengono utilizzati per il rivestimento interno o esterno. Sono disponibili in svariati formati e colorazioni, costituiscono una soluzione ideale quando è richiesto un posizionamento facile e veloce e consentono massima libertà di applicazione e utilizzo. Mentre per Formedil la pubblicazione fornisce un supporto pratico ed agevole ad imprese, progettisti e maestranze, mettendo ordine e facendo chiarezza sulle corrette tecniche e fasi di posa dei materiali complementari al laterizio.

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Listelli in cotto

In particolare, come evidenziato dalle ricerche promosse Andil, l’uso sempre più frequente dei “listelli in laterizio” negli interni, sia nel nuovo che nelle ristrutturazioni, attribuisce alle pareti un’ottima capacità termica interna, contribuendo a mantenere bassi i consumi estivi, garantendo elevate condizioni di comfort (senza dover ricorrere agli energivori impianti di climatizzazione) e, grazie alle capacità di moisture buffering, ad assicurare salubrità degli ambienti limitando l’insorgere di muffe. Efficientamento energetico e sostenibilità in edilizia, temi che sono al centro di numerosi progetti europei.

La risultanza è una risposta efficace al modello della “casa mediterranea”, che pone al centro la persona, il suo benessere e le sue necessità socio-economiche e si basa di conseguenza su materiali, componenti e sistemi edilizi, legati al territorio, a basso impatto ambientale, dalla spiccata durabilità nel tempo e in grado di garantire elevate prestazioni in modo passivo, cioè ricorrendo ad un uso moderato degli impianti.

Testo unico bancario: cosa dice l’art. 119 sulla richiesta della documentazione

Direttiva europea Epbd

legge

L’articolo 119, quarto comma, del Testo unico bancario (decreto legislativo 385/1993) stabilisce che il cliente, colui che gli succede a qualunque titolo o che ne subentra nell’amministrazione, ha diritto di ottenere, a proprie spese (solo costi di reperimento e produzione della documentazione), entro il termine di 90 giorni dalla richiesta, copia della documentazione inerente singole operazioni poste in essere negli ultimi dieci anni.

Anche il garante può richiedere la documentazione delle operazioni bancarie dell’obbligato principale/soggetto garantito, per verificarne la regolarità. Allo stesso modo hanno accesso alla documentazione bancaria anche gli eredi del cliente, nonché il curatore fallimentare che, ex articolo 31 legge fallimentare, è subentrato nell’amministrazione del patrimonio del fallito, mentre resta incerto se il curatore abbia diritto alla documentazione bancaria del fideiussore.

La pretesa alla documentazione bancaria si configura quale diritto autonomo che, pur derivando dal contratto, è estraneo alle obbligazioni tipiche che ne costituiscono lo specifico contenuto. Esso nasce dall’obbligo di buona fede, correttezza e solidarietà, che è accessorio di ogni prestazione dedotta in negozio e consente alla parte interessata di conseguire ogni utilità programmata, anche oltre quelle riferibili alle prestazioni convenute, comportando esso stesso una prestazione, cui ognuna delle parti è tenuta, in quanto imposta direttamente dalla legge.

L’articolo 119 del Testo unico bancario pone a carico dell’istituto di credito l’obbligo di periodica comunicazione di un prospetto che rappresenti la situazione del momento nel rapporto con il cliente e accorda a questi il diritto di ottenere, a sue spese, limitatamente agli ultimi dieci anni, indipendentemente dall’adempimento del dovere di informazione da parte della banca e anche dopo lo scioglimento del rapporto, la documentazione di ciascuna operazione registrata sull’estratto conto.

Ai fini del reperimento della documentazione non è necessario che il richiedente indichi specificamente gli estremi del rapporto a cui si riferisce la documentazione richiesta in copia, essendo sufficiente che l’interessato fornisca alla banca gli elementi minimi indispensabili per consentirle l’individuazione dei documenti richiesti, per esempio, i dati concernenti il soggetto titolare del rapporto, il tipo di rapporto a cui è correlata la richiesta e il periodo di tempo entro il quale le operazioni da documentare si sono svolte.

L’inadempimento della banca alla richiesta di produzione della documentazione bancaria è censurabile sotto il profilo dei criteri di sana e prudente gestione, nonché di correttezza e buona fede che devono orientare i rapporti banca-cliente, come raccomandato dalla Banca d’Italia. Appare dunque appropriato, operativamente, che il mancato adempimento dell’istituto bancario agli obblighi dell’articolo 119, quarto comma del Testo unico bancario, sia portato a conoscenza dell’Organo di vigilanza (oltre che del Collegio sindacale della banca), al fine di sollecitarne l’intervento e finalmente ottenere la documentazione richiesta, nonché, in presenza di reiterati inadempimenti, eventuali sanzioni.

(di Ludovico Lucchi del Foro di Milano)

Ecobonus anche per gli incapienti: detrazioni fiscali cedute ai fornitori

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I condomini incapienti Irpef potranno cedere le detrazioni fiscali ai fornitori. La Legge di Stabilità 2016, infatti, ha introdotto un’interessante novità in merito all’ecobonus del 65%, come risulta dalla guida aggiornata pubblicata all’Agenzia delle Entrate.

I contribuenti che abitano in condominio e che si trovano nella «no tax area» (incapienti, che non pagano l’Irpef perché hanno redditi bassi) avranno la possibilità di cedere il corrispondente credito d’imposta ai fornitori che hanno eseguito i lavori. Finalmente viene posto rimedio a una grave ingiustizia sociale che la precedente normativa perpetrava in pratica consentendo le agevolazioni soltanto ai condomini benestanti e penalizzando i meno abbienti.

Attenzione però: vale solo per le spese sostenute nel 2016 per le parti comuni degli edifici condominiali, per interventi di riqualificazione energetica. Quindi, con la dichiarazione che verrà effettuata nel 2017 e con modalità che saranno stabilite dall’Agenzia delle Entrate. L’agevolazione consiste in una detrazione dall’Irpef in dieci anni. In questo modo, anche gli incapienti possono avere dei benefici dall’intervento di riqualificazione. Cedendo la detrazione fiscale all’impresa infatti, questa può applicare subito uno sconto al condominio cliente.

Rimangono alcuni dubbi in merito alle modalità di applicazione della normativa, sia in merito alle formalità da seguire per cedere il credito fiscale, sia a come materialmente i fornitori dovranno comportarsi. Infatti, il credito che viene ceduto è spalmato in dieci anni mentre, la riduzione dovrà essere applicata sulla somma da incassare dal condominio. Tutta la pratica dovrà gioco forza essere gestita dall’amministratore del condominio che quindi dovrà versare al fornitore una somma detratta dell’importo del credito ceduto. Dubbi persistono anche su come potrà essere gestita la ritenuta d’acconto a cui sono soggette le aziende fornitrici.

(di Umberto Anitori – Ex segretario nazionale Anaci)

Distribuzione edile: a Brescia il meeting dei gruppi e consorzi

I partecipanti al meeting dedicato a Gruppi e Consorzi della distribuzione edile

I dati (non troppo brillanti) della congiuntura dell’edilizia, analizzati e anticipati per pochi: presidenti e responsabili dei gruppi e consorzi della distribuzione edile. Virginia Gambino Editore ha organizzato a Brescia un meeting ristretto per anticipare alcuni dei temi che saranno trattati al IX Convegno di YouTrade il 16 settembre. E, nello stesso tempo, per analizzare quelli che sono prospettive e problemi dei rivenditori di materiali, nelle parole (e nei numeri) del coordinatore del Centro Studi YouTrade, Federico Della Puppa.

Una categoria che, ha spiegato Alberto Bubbio, professore emerito e consulente d’impresa, non può più essere identificata come quella di distributori di commodity. Al contrario: c’è bisogno di un salto di qualità che adegui la distribuzione edile a quelle che sono le esigenze del mercato. Un’opinione condivisa da tutti i partecipanti. Ma quella di Brescia non è l’unica occasione per gettare uno sguardo sulla realtà distributiva dell’edilizia: il numero di luglio/agosto di YouTrade, infatti, sarà interamente dedicato a una radiografia del settore, con le schede relative a gruppi e consorzi italiani, commenti, analisi e approfondimenti. Assicurati la tua copia!

I partecipanti al meeting dedicato a Gruppi e Consorzi
I partecipanti al meeting dedicato a Gruppi e Consorzi
Alberto Bubbio
Alberto Bubbio
Federico Della Puppa
Federico Della Puppa

Italcementi entra ufficialmente in casa Heidelberg

Italcementi va ad Heidelberg

Oggi, primo luglio 2016, Italcementi è diventata Heidelberg. Si è dunque concretizzato il closing della cessione ai tedeschi  della Heildelberg Cement del pacchetto di Italcementi detenuto da Italmobiliare.

Dopo il via libera dalle autorità Antitrust di Unione Europea e Stati Uniti, Italmobiliare e HeidelbergCement hanno definito gli ultimi dettagli per il perfezionamento della cessione della quota del 45% del capitale di Italcementi detenuto dalla holding della famiglia Pesenti, fondatori dell’impresa nata nel 1860 nella bergamasca.

Un’operazione che ha un valore complessivo di oltre 1,6 miliardi di euro volta a creare un colosso mondiale negli aggregati, nel cemento e nel calcestruzzo. L’accordo prevede l’assegnazione a Italmobiliare, come parte del corrispettivo di acquisto, di una quota del capitale della nuova HeidelbergCement compresa fra il 4% e il 5,3%, che corrisponde a un controvalore tra i 560 e 760 milioni.

Italcementi va ad Heidelberg

 

Su YouTrade di giugno la parola ai rivenditori

Sempre attenta al mondo della distribuzione, YouTrade lascia la parola ai rivenditori. Su questo numero otto protagonisti del settore ci raccontano le sfide della loro attività, tra un’edilizia in stand by e la voglia di continuare a guardare avanti.

YouTrade di giugno presenta inoltre due dossier speciali dedicati al drenaggio e alle macchine e attrezzature per il cantiere, con interviste ai principali attori del settore e una rassegna delle novità più interessanti delle aziende.

Non mancano approfondimenti sui temi della finanza e del commercio, con i consigli del consulente Marco Siracusa, presidente della società di consulenza Dinamica Result Based Consulting, per affrontare il mercato in un’era di clienti sempre connessi e informati, e su uno degli argomenti più invisi alle aziende: la burocrazia. Secondo una ricerca del Centro Studi Confindustria, l’Italia è al 45esimo posto nel mondo per facilità di fare impresa. I tribunali regionali sono sommersi da 174 ricorsi al giorno, e per le imprese che partecipano agli appalti la spada di Damocle del blocco dei lavori è un danno difficilmente sopportabile.

Su questo numero parliamo anche di nuove tecnologie. Una nuova legge, infatti, già approvata in prima lettura, prevede incentivi economici alle piccole imprese che adotteranno sistemi di tracciabilità dei propri prodotti per «farli parlare» al cliente. E ci sono aziende che propongono soluzioni per portare la realtà aumentata anche negli oggetti in vendita.

Imperdibile ogni mese, poi, la rubrica YouTrade Casa dedicata questa volta al bagno, con 25 progetti di design tutti da ammirare.

Buona lettura!

Confindustria Ceramica, le novità su codici doganali e norme tecniche

Nuovi codici doganali e norme tecniche delle piastrelle di ceramica: tutte le novità del settore saranno protagoniste del prossimo convegno di Confindustria Ceramica. A fronte di importanti cambiamenti che saranno introdotti nel 2017 in materia di codici doganali e norme tecniche delle piastrelle di ceramica – modifiche che avranno ripercussioni sul piano tecnico e commerciale -il 1° luglio alle 10 si terrà presso la sala conferenze di Confindustria Ceramica un incontro allo scopo di illustrare la natura e le conseguenze dei nuovi regolamenti.

Dopo l’introduzione di Alfonso Panzani, Presidente della Commissione Normazione Tecnica dell’Associazione, il vicedirettore Luciano Galassini, in qualità di Membro della Delegazione Italiana ai Comitati Tecnici Europei Cen e Iso, spiegherà alcune delle modifiche effettuate ai codici doganali delle piastrelle di ceramica. La principale novità riguarderà il sistema di codifica a sei cifre che identifica i nostri prodotti ai fini statistici e daziari a livello mondiale. Inoltre, i nuovi codici si baseranno sulla classificazione dei prodotti stabilita negli standard internazionali fondata sulle classi di assorbimento.

A seguire, l’intervento della Direttrice del Centro Ceramico, Maria Chiara Bignozzi, che illustrerà il nuovo metodo per la determinazione dell’assorbimento d’acqua: non sarà più quello ad ebollizione usato finora ai fini della classificazione, bensì il vacuum (deprimometro) che, come noto, non dà risultati sovrapponibili all’ebollizione. Nella recente revisione della norma base Iso 13006 sono state altresì introdotte alcune altre novità: Davide Carra, anch’esso Membro della Delegazione Italiana ai Comitati Tecnici Europei Cen e Iso, relazionerà sulle caratteristiche dimensionali che dovranno avere i prodotti rettificati e sui requisiti e modalità di misurazione dell’ortogonalità. L’incontro si concluderà toccando altri due temi oggetto d’intervento: le modifiche al campo di applicazione della norma En 14411, con conseguenti effetti sulla marcatura CE (dichiarazione obbligatoria, rilasciata dal fabbricante di un prodotto regolamentato nell’Unione europea, che il prodotto è conforme ai requisiti di sicurezza previsti dalle direttive applicabili.); e la distinzione tra prodotti smaltati (Gl) e non smaltati (Ugl) che nei nuovi codici doganali scomparirà, mentre continuerà ad esistere nelle norme tecniche.

Ceramica, tutte le novità su dazi doganali e norme tecniche
Ceramica, tutte le novità su dazi doganali e norme tecniche

Knauf Insulation, la crescita continua (oltre la crisi)

Daniele Cerruti

Knauf Insulation è un’azienda del Gruppo Knauf, player leader a livello mondiale nella produzione di materiali per l’edilizia e di soluzioni per l’isolamento. Il suo fatturato complessivo nel 2015 è stato superiore a 1,6 miliardi di euro, conta oltre 5.500 dipendenti e più di 40 stabilimenti produttivi dislocati 15 Paesi. Con un’esperienza di quasi 40 anni nel settore dell’isolamento termico oggi Knauf Insulation offre una gamma completa di soluzioni per l’isolamento termico, acustico e per la protezione dal fuoco degli edifici e applicazioni tecniche per il settore industriale.

L’azienda è impegnata da anni nello sviluppo di prodotti e soluzioni che permetteranno di realizzare un ambiente edilizio sostenibile ed energeticamente efficiente. Per questa ragione le soluzioni Knauf Insulation sono realizzate in lana minerale con una esclusiva resina di origine vegetale Ecose eccezionalmente forte che lega le fibre senza ricorrere alla formaldeide e ai fenoli normalmente presenti nelle resine tradizionali. L’azienda offre una gamma completa per ogni progetto in cui si desidera raggiungere un eccellente livello di comfort, risparmio energetico e protezione acustica. La mission di Knauf Insulation si riassume nell’impegno continuo profuso nel soddisfare la crescente richiesta di soluzioni costruttive energeticamente efficienti ed ecologicamente sostenibili sia nelle abitazioni di nuova costruzione che di quelle esistenti, negli edifici non residenziali e nelle applicazioni industriali.

 Per rafforzare ulteriormente la strategia di crescita dell’azienda, Knauf Insulation ha nominato da aprile 2016 il Daniele Cerutti come Direttore Generale per l’intera area del Mediterraneo (Italia, Spagna Portogallo, Africa del Nord e Sud America). Laureato in Economia aziendale, il  Daniele Cerutti vanta oltre venti anni di esperienza in posizioni dirigenziali di grandi aziende multinazionali e dunque una maturata e approfondita conoscenza delle strategie di gestione e marketing management nel settore delle costruzioni.

Daniele Cerruti
Daniele Cerutti

L’impegno di Knauf per un futuro sostenibile

I prodotti Knauf Insulation sono riconosciuti dal mercato di riferimento come i migliori della categoria in termini di sostenibilità, e grazie ai continui investimenti nella ricerca l’azienda ha sviluppato e messo a punto una tecnologia rivoluzionaria che ha segnato il passo: Ecose Technology per leganti privi di formaldeide, grazie alla quale Knauf Insulation è stata la prima azienda a conseguire l’ambito certificato Eurofins Indoor Air Comfort Gold per i prodotti in lana di vetro. L’impegno di Knauf Insulation è costantemente rivolto alla riduzione dell’impatto dei prodotti sull’ambiente. Inoltre la spinta tecnologica mira a ridurre sempre più i consumi energetici per la produzione, offrendo al tempo stesso un alto livello di riciclabilità alla fine del ciclo di vita.

The floating piers, c’è anche Italcementi nell’opera di Christo

The floating piers

C’è un (bel) po’ di Italcementi nell’opera di Christo sul lago d’Iseo, la  passerella galleggianteThe floating piers“. L’installazione dell’artista bulgaro rimarrà aperta fino a domenica 3 luglio e si appresta, con l’arrivo del fine settimane, a sfondare il tetto del milione di visitatori.

Dicevamo di Italcementi. Già, perché è un cemento speciale Italcementi ad assicurare stabilità alla passerella arancione, ancorandola al fondo del lago. Il gruppo si conferma così, ancora una volta, player leader nell’innovazione, questa volta anche artistica. Dopo il successo dell’Expo e forte dell’esperienze messa a punto nel 2013 in occasione del recupero della Costa Concordia (quando fornì prodotti con performance specifiche per l’acqua), da i.lab, centro ricerca e innovazione di Italcementi, è uscito i.tech Ultracem, un prodotto in grado di garantire altissime prestazioni in termini di resistenza e di sicurezza.

The floating piers
The floating piers

Le 150 tonnellate di cemento, prodotto dalla cementeria di Rezzato (Brescia), sono state utilizzate per la realizzazione di 171 zavorre realizzate dalla Moretti Construction di Erbusco (sempre Brescia), azienda specializzata nel settore delle costruzioni e storica cliente di Italcementi, e posizionate sul fondale del lago dove sono ancorati i tiranti che tengono ferma The floating piers, per poi essere rimosse una volta conclusa l’iniziativa. La strategia di Italcementi, basata non solo sulla fornitura di semplici prodotti, ma sulla capacità di offrire soluzioni e performance adatte alla soddisfazione dei diversi bisogni da parte del mercato, si conferma ancora una volta una scelta vincente.

Le zavorre Italcementi per The floating piers
Le zavorre Italcementi per The floating piers

Wienerberger, una scuola tra le Alpi in classe A+

Wienerberger - Scuola materna con asilo nido, San Vito di Cadore

La scuola dell’infanzia Papa Luciani di San Vito di Cadore (Belluno) è stata certificata in Classe A+ grazie alle caratteristiche di isolamento e inerzia termica delle soluzioni in laterizio Porotherm Bio Plan di Wienerberger Italia. Nel 2015 in Italia sono stati investiti circa 64 milioni di euro per interventi a favore degli edifici scolastici, questi i dati rilevati nel rapporto Energy Efficiency Report, dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano. Un dato decisamente positivo che testimonia l’attenzione del nostro Paese verso l’edilizia scolastica, grazie anche al Decreto Scuole Belle (d.l 42/2016). Sessantaquattro i milioni di euro a disposizione fino al 30 novembre 2016 per attività di manutenzione e ristrutturazione, per garantire il decoro e la funzionalità degli immobili scolastici. Non solo scuole belle, ma anche scuole innovative: a maggio 2016 il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ha lanciato un concorso internazionale di idee, per architetti e ingegneri, per la progettazione di 52 scuole sostenibili, da nord a sud, all’avanguardia e a misura di studente: edifici innovativi da un punto di vista architettonico, impiantistico, tecnologico, energetico, della sicurezza strutturale e sismica e che rispondano alle esigenze di comfort abitativo.

Wienerberger - Scuola materna con asilo nido, San Vito di Cadore
Wienerberger – Scuola materna con asilo nido, San Vito di Cadore

Il progetto Wienerberger

 La scuola realizzata è una costruzione su due piani.  Al piano terra il volume  è articolato su due  allineamenti ortogonali, lungo le direzioni ovest e sud, così da riparare  il  parco  esterno dai  venti del  nord  e  ottenere  la  migliore  esposizione  solare  con  benefici  in  ordine all’illuminazione naturale degli spazi interni e al contenimento dei consumi energetici.  Il piano è dedicato alla scuola d’infanzia, all’asilo nido e ai locali di servizio. Nel volume architettonico le zone dell’apprendimento del relax  e della socializzazione, realizzate e arredate per essere  adeguabili e  adattabili ai progetti educativi, presentano stanze con differenti altezze che determinano situazioni volumetriche nelle quali  i  bambini  possono  sperimentare  inconsuete  situazioni  spaziali.  Gli  spazi  della  scuola  dedicati  alle attività dei bambini sono collegati con il parco, in un continuo scambio di relazioni. Il  parco  inerbito  è  realizzato  da  due  piani  orizzontali  su  due  livelli, raccordati  da  una  superficie  inclinata con  andamento  curvilineo.  Il  livello  superiore,  alla  quota  del  piano  terra,  è  dedicato  alle  attività  motorie e può essere attrezzato con giochi da esterno. Il livello inferiore è stato concepito per mettervi a dimora alcune piante autoctone e consentire ai bambini di vivere l’esperienza di coltivare un piccolo orto. Il seminterrato è dedicato alla scuola di musica ed  è organizzato con sei aule insonorizzate per gli esercizi con  gli  strumenti,  una  stanza  per  i  saggi  musicali  e  due  locali  di  servizio.  La  fascia  coincidente  con  il seminterrato contiene il terreno modellato a parco e oggi definisce il profilo del rinterro con il quale quarant’anni fa è stato costruito il sito.

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Wienerberger per una scuola in classe A+

Uno  degli  aspetti  interessanti  del  progetto  risiede  nel  basso  consumo  energetico  dell’edificio  dovuto  all’elevata coibentazione della struttura.  Il fabbricato,  infatti, in base alla forma e all’orientamento  permette di captare   la   radiazione   solare   invernale,   garantendo   sistemi   di   produzione,   accumulo   e   distribuzione energetica  improntati all’uso  di  energie  alternative.  I  sistemi  adottati  inoltre,  permettono  il  recupero  di calore  a  bassa  temperatura,  consentendo  all’edificio  di  necessitare  di  una  ridotta  quantità  di  energia  per  il suo funzionamento. Pertanto,  dal  punto  di  vista  architettonico,  il  complesso  scolastico  è  stato  concepito  per  contenere  le dispersioni  termiche,  orientato  per  offrire  vantaggi  con  lo  sfruttamento  passivo  dell’energia  solare  in inverno,  con  superfici  vetrate  prevalentemente  a  sudest e  sudovest,  dotate  di  schermatura  estiva.  Le strutture che costituiscono l’involucro dell’edificio, sono caratterizzate da elevate prestazioni di isolamento termico,  grazie  all’utilizzo  dei  laterizi  porotherm Bio Plan Wienerberger. Infine  sono  stati  installati  un  sistema  di  ventilazione  meccanica  controllata  e  caldaie  a  condensazione collegate in batteria che producono energia ad alto rendimento, con basse emissioni in atmosfera. Tutte queste scelte progettuali hanno consentito all’edificio di ottenere la certificazione di classe energetica A+, con un consumo annuo di 6,6 KWh/m3 anno.

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FotorCreated

130 anni di sicurezza secondo Betafence. L’intervista a Ruggero Carpentiere

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Ruggero Carpentiere, direttore commerciale Betafence Italia

Cancelli, soluzioni per la sicurezza e molto altro. Betafence è un gruppo leader, presente in un centinaio di Paesi del mondo. Come racconta in questa intervista a YouTrade Ruggero Carpentiere, direttore commerciale di Betafence Italia.

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Ruggero Carpentiere, direttore commerciale Betafence Italia

Betafence ha una lunga storia. Come è nata?
Betafence vanta una storia e un’esperienza di oltre 130 anni. Nata nel 1880 e costantemente evolutasi sino a oggi, il gruppo offre il più elevato grado di specializzazione a livello mondiale nel settore delle recinzioni e delle soluzioni globali per la sicurezza perimetrale. L’azienda, la cui sede centrale è situata in Belgio, è attualmente presente in ben cento mercati, dispone di otto stabilimenti produttivi e di 30 uffici commerciali dislocati in Europa e nei mercati d’esportazione, offrendo occupazione in tutto il mondo a 1.500 persone. Attraverso le filiali locali, commercializza i propri prodotti destinati al settore residenziale, professionale e di agricoltura e allevamento; l’azienda produce inoltre semilavorati per l’industria. Betafence Italia possiede un proprio stabilimento produttivo ed un magazzino, estesi su un’area di 36mila metri quadri e situati a Tortoreto (Teramo).

Che cosa continua ancora oggi?
La continuità è data da una forte vocazione alla qualità e all’innovazione.

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Betafence Zenturo Super, parete riempita decorativa per villa privata

Quali sono gli ambiti di attività di Betafence oggi e dove opera?
Betafence offre soluzioni per la sicurezza della casa, delle infrastrutture, degli impianti sportivi, delle aree commerciali, industriali, militari, pubbliche, dei siti sensibili e degli eventi con grande affluenza di pubblico e ancora di siti petroliferi, gasdotti e parchi fotovoltaici.

La sicurezza è un problema sempre più sentito anche in Italia. Che cosa offre Betafence?
Sicuramente la sicurezza è un tema di interesse crescente e Betafence presenta un’ampia gamma di soluzioni di recinzione e protezione perimetrale con applicazioni nei più diversi settori. In Italia, Betafence mantiene una posizione di primo livello su tutta la filiera distributiva nazionale specializzata (grossista, rivenditore specializzato), che continua ad essere uno dei partner storici di riferimento per i sistemi di recinzione tradizionali, e per le nuovissime soluzioni di design dedicate all’utenza residenziale di alto livello che ricerca prodotti di pregio.

Betafence è inoltre il riferimento principale di un network di installatori specializzati e delle principali imprese del settore per quel che riguarda le installazioni professionali di alta e altissima sicurezza che coinvolgono figure specializzate nella posa della protezione perimetrale. L’altissima sicurezza, infine, richiede spesso un approccio diretto, con soluzioni progettate direttamente con il cliente. In questi casi, Betafence è in contatto con il cliente finale fin dalle fasi iniziali della concezione del sistema, la progettazione di massima, l’industrializzazione e la messa in opera.

Si sta assistendo ad una crescente domanda di sicurezza nelle protezioni perimetrali da parte di tutti i grandi enti del paese: dall’energia alle telecomunicazioni, alle infrastrutture di trasporto, agli enti ministeriali, etc.., realtà importanti con le quali Betafence opera sempre in massima sinergia. Oggi in particolare si riscontra una crescente esigenza di sicurezza legata ai grandi eventi ed alle aree sensibili. In quest’ambito, Betafence si distingue per un’offerta di alto valore aggiunto: si cita a titolo di esempio la soluzione brevettata Publifor, moduli di recinzione temporanea ad alta sicurezza. Nato per il prefiltraggio negli stadi in rispetto alle normative sportive, oggi Publifor viene impiegato per la protezione di luoghi e persone, in tutti gli eventi temporanei ad alto rischio, scioperi e manifestazioni, siti sensibili, grandi opere e monumenti.

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Betafence Parapetto Elevabile Trasparente, nuova versione a norma per impianti sportivi

Quali sono i prodotti Betafence proposti nei diversi ambiti?
Betafence progetta e produce rotoli di rete, pannelli e recinzioni temporanee, in grado di garantire performance d’eccellenza, elevata sicurezza, massima visibilità, resistenza e durata, unendo un design moderno e accattivante. Recentemente, Betafence ha inserito nella gamma anche nuove soluzioni che prevedono l’integrazione dei sensori di allarme.

In grado di trasformare la recinzione da semplice oggetto di perimetrazione passiva a sensore di allarme antintrusione per tutta la lunghezza del perimetro, tali sensori possono intercettare qualunque tentativo di effrazione (scavalcamento, taglio, etc.…), attivando il sistema di allarme collegato. Grazie alla proposta di prodotti unici sul mercato, tecnologicamente evoluti e coperti da brevetto (ad esempio il Parapetto Elevabile) Betafence è divenuta riferimento di settore ad esempio nell’impiantistica sportiva. Sull’esperienza specifica dell’ambito sportivo, l’impegno di oggi è orientato a creare nuovi standard anche in altri settori relativamente alla sicurezza di opere infrastrutturali, autostrade, porti, aeroporti, ferrovie, carceri e in quei progetti complessi che prevedono automazione, controllo accessi, rilevatori, come ad esempio quelli inerenti la protezione di siti fotovoltaici.

Come si sceglie il prodotto giusto per le proprie necessità?
Con il supporto di un team di consulenti tecnici e di progetto vengono definite le specifiche esigenze del progetto. Betafence proporrà la soluzione più adatta in base alla peculiarità di ciascuna situazione, al livello di sicurezza richiesta ed alla valutazione dei rischi.

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Betafence Publifor per lo Juventus Stadium

Come si misura la qualità dei prodotti Betafence?
Innovazione tecnologica, qualità industriale, ricercatezza estetica, possibilità di integrazione con altri materiali e tecnologie, resistenza e durata nel tempo. Betafence ha da sempre un approccio innovativo orientato all’eccellenza qualitativa. Le soluzioni Betafence sono fatte per durare nel tempo: severi test di resistenza alla corrosione ne comprovano l’alta qualità. Si consideri che i rivestimenti dei prodotti Betafence sono garantiti per dieci anni dalla corrosione in normali condizioni ambientali, secondo le più rigide normative (EN 13438 – ISO 9227).

La vostra azienda fornisce anche un servizio di consulenza nel corso di un progetto?
Betafence da sempre coopera con la committenza pubblica e privata a partire dalla definizione degli standard prescrittivi per arrivare fino al progettista, offrendo un servizio di consulenza completo, rispondente a tutte le normative vigenti, utile a gestire al meglio le problematiche specifiche di ogni area da proteggere.

L’azienda fornisce supporto tecnico e apporto progettuale ed una consulenza che si esplica anche nella fase di installazione consentendo di proporre le soluzioni più idonee alle esigenze del cliente. Soprattutto per i medi e grandi cantieri, è fondamentale il ruolo della divisione di progettazione ed ingegneria. Il team pluri-specializzato comprende diverse figure: ingegneri, tecnici di cantiere, esperti di settore e funzionari tecnico-commerciali.

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Betafence Zenturo Super

Nel caso di un’area residenziale le recinzioni badano anche all’aspetto estetico?
Da qualche anno, Betafence si sta dedicando allo sviluppo di soluzioni capaci di coniugare al meglio esigenze funzionali ed estetiche. In Italia, il mercato è molto sensibile e attento al valore estetico ed al design delle proposte, anche per quel che riguarda la recinzione. Per Betafence, la recinzione va considerata elemento estetico facente parte integrante dell’abitazione.

Dalla cura assoluta del dettaglio, da uno studio rigoroso delle linee e delle forme nascono dei pannelli che non sono più semplici barriere e divisori, ma divengono elementi decorativi, sempre con l’idea di rendere più architettonico un prodotto industriale. Su questo puntano le nostre ultimissime proposte, quali Canova, Picasso, assolute innovazioni nell’ambito delle recinzioni in grado di offrire una qualità industriale senza rinunciare ad estetica e personalizzazione ai massimi livelli.

Il concetto d’integrazione con altri materiali o altre tecnologie è un altro dei nostri driver. In questo senso, uno dei prodotti sviluppati recentemente è il palo di fissaggio B-LUX. Questo innovativo palo di design, sviluppato con lo Studio Rigo di Scorzè (PD), integra le funzioni di palificazione strutturale della recinzione con quelle funzionali di illuminazione e servizi video, integrabili a tutti gli effetti nel palo stesso, attraverso dispositivi Led, micro-videocamere per sistemi di sorveglianza etc. O pensiamo al prodotto di maggior successo, Zenturo, un originale pannello di design multifunzionale che può essere utilizzato come pannello di recinzione, come supporto alle piante rampicanti e con inserti vari in plastica quale parete decorativa da giardino. Zenturo può essere anche riempito con vari materiali (sassi, pietre, legno e molteplici riempimenti ornamentali) per ottenere un effetto “muro” in grado di assicurare la massima privacy, senza rinunciare ad un risultato estetico piacevole e distintivo.

Per presentare l’innovativa proposta di soluzioni in cui la componente estetica è primaria, Betafence ha realizzato una brochure. Con una grafica accattivante, immagini di forte impatto visivo ed emozionale, simboli che richiamano eleganza, lusso, stile tutti italiani, la brochure design Betafence illustra al meglio le soluzioni più raffinate, creative ed originali della gamma.

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Betafence BLUX

Si parla sempre più spesso del rispetto per l’ambiente. Come interpretate questa esigenza?
Come azienda, Betafence, nel rispetto degli standard della certificazione ISO 9001:2008, assicura qualità e sicurezza impiegando solo materie prime certificate e provenienti da cicli produttivi controllati e certificati. Betafence Italia opera secondo il Sistema di Gestione Ambientale, in conformità alla certificazione ISO 14001:2004.

In linea con quanto previsto dalla normativa, Betafence ha messo in atto una serie di linee guida per l’utilizzo razionale delle materie prime e delle risorse energetiche: riduzioni delle emissioni ed immissioni limitando al minimo l’impatto ambientale; risparmio energetico; tutela delle acque e del territorio, controllo fumi; abbattimento delle emissioni di polveri e rumore; gestione dei rifiuti e degli imballaggi; miglioramento dell’ambiente di lavoro e tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.

La stessa attenzione è riservata ai rivestimenti dei prodotti che sono privi di piombo, cadmio, cromo ed altri plastificanti nocivi. Eco-compatibili perché atossici, innocui e non inquinanti sono conformi a quanto previsto dalla normativa Reach (Registration, Evaluation and Authorisation of Chemicals).

Tecnocasa: chi ha investito in immobili ha perso il 38,7%

Case a Milano

Investire in immobili è una fregatura o, perlomeno, una pessima scelta. La tesi arriva, un po’ a sorpresa, da chi gli immobili li vende: Tecnocasa. Secondo il network immobiliare, dal primo semestre del 2007 al secondo semestre del 2015 a livello nazionale i valori immobiliari sono diminuiti del 38,7%. Insomma, chi ha acquistato dieci anni fa ora si ritrova con un valore sceso quasi del 40%: non è stato un buon affare. Certo, le grandi città hanno perso un po’ meno, ma si tratta pur sempre di una drastica sforbiciata. A Milano, per esempio, gli immobili hanno lasciato sul terreno il 27,8% del loro valore, Firenze il 30%, Roma il 33,3%, Verona il 36,3% e, infine, Palermo il -38,2%. Ma il peggior risultato è quello di Genova con -47,2%. Non si salva, anche se riduce le perdite, chi ha pagato a caro prezzo gli immobili nelle are centrali. A Milano le quotazioni nelle aree centrali sono scese «solo» dell’8,1%, ma bisogna tenere conto che sono state pagate anche a peso d’oro e, quindi, la diminuzione pesa di più. Ancora: il centro di Firenze ha visto nello stesso arco temporale una contrazione del 18,3%, maggiore di quella di Milano, e a Roma le case in centro sono scese del 19,6%, mentre a del -22,2%. Per fortuna, sostiene sempre Tecnocasa, il 2016 è iniziato con buone speranze. Ma non certo di recuperare quel 38% di valore perso per strada.

Case a Milano
Case a Milano

Andrea Villa entra nel consiglio direttivo di Avr

Ugo Pettinaroli resta alla presidenza della Avr (Associazione Costruttori Valvolame e Rubinetteria), mentre Andrea Villa, amministratore delegato di Auma Italiana, è stato eletto nel consiglio direttivo dell’associazione per il prossimo biennio 2016-2018. «Considero un onore e un impegno far parte del direttivo dell’associazione che da anni annovera Auma tra i propri associati nel sottogruppo Costruttori Valvole Industriali ed Attuatori», ha cemmentato Andrea Villa. «Poter contribuire alla promozione di un settore così importante per la manifattura italiana è sicuramente una grande sfida, soprattutto in momenti così difficili per la nostra economia; ma sono altresì convinto che l’Associazione abbia molte frecce al proprio arco per poter contribuire fattivamente al successo della meccanica nazionale». Nel direttivo di Avr siedono anche Andrea Bighinzoli (Giacomini), Renato Brocchetta (Rubinetterie Bresciane Bonomi), Marco Caleffi (Caleffi), Maurizio Huber (Huber Cisal Industrie), Andrea Latorraca (Rubitor) e Ambrogio Perego (Cvb Valves).

Andrea Villa
Andrea Villa

Cantieri fai da noi: Leroy Merlin lancia la catena di solidarietà  

Cantieri fai da noi - Leroy Merlin

Ristrutturazioni solidali: grande distribuzione all’attacco

L’ultima frontiera del costruire sono i cantieri “fai da noi”. Perplessi, vero? Bene, dalla perplessità si passa in fretta alla stupore di meraviglia. Si tratta della nuova iniziativa targata Leroy Merlin, promotore del “chain sharing” per una progettualità concreta e partecipata. Entriamo nel merito: si possono risolvere le problematiche dell’abitare, facendo rete nelle comunità e creando valore sociale? Sì, e Leroy Merlin ci è riuscito: ha lavorato su questi obiettivi e ha dato vita a “Cantieri Fai da Noi”. Il progetto, che è appena sbarcato a Roma, vuole sostenere lavori di ristrutturazioni abitative solidali a favore di enti no-profit o di privati in difficoltà, generando valore sociale sul territorio.

Individuato l’ente partner, Leroy Merlin mette a disposizione una “borsa cantiere” che comprende sia i materiali necessari ai lavori sia un aiuto finanziario, ma anche il know-how dell’azienda e l’expertise dei propri collaboratori. Conclusa la ristrutturazione, i beneficiari dovranno a loro volta attivarsi in un’iniziativa analoga presso altre abitazioni o strutture di accoglienza, creando quindi un cantiere “tandem” e fornendo la loro disponibilità in una logica di reciprocità. In questo modo si genera valore sociale per la comunità locale in un’ottica di “chain sharing”: una vera e propria catena di attivazione, grazie al coinvolgimento di partner efficienti e radicati sul territorio.

Cantieri fai da noi - Leroy Merlin
Cantieri fai da noi – Leroy Merlin

Le parole di Luca Pereno, Coordinatore Sviluppo Sostenibile Leroy Merlin Italia: “Cantieri Fai da Noi è un progetto che ha l’obiettivo ambizioso di creare una rete di partecipazione autentica. Come azienda abbiamo deciso di mettere a disposizione a titolo gratuito materiali ed expertise dei nostri collaboratori per chi vive in condizioni di disagio. Non si tratta di una semplice donazione dell’azienda, ma di una sorta di micro-credito, in cui le persone potranno usufruire di questa opportunità, ma a loro volta restituiranno la borsa attivando altri cantieri. L’obiettivo è quello di creare una catena che genera ad ogni passaggio benefici concreti, voglia di fare e valorizzi i beneficiari”. Pereno conclude con una promessa: “Non ci fermeremo qui! I Cantieri Fai da Noi prenderanno presto vita in altre città italiane tra cui Milano e Torino, grazie al contributo dei nostri collaboratori e dei partner locali che abbiamo identificato: un progetto continuativo nel tempo, per cui invitiamo enti e associazioni no-profit a candidarsi per cooperare”.

Il Cantiere Fai da Noi di Leroy Merlin sarà avviato a Roma con il coinvolgimento di Frati Minori Lazio Onlus, nell’ambito del progetto di accoglienza R.I.P.A.-Rinascere Insieme Per Amore. I lavori avranno luogo nel Convento di San Francesco a Ripa a Trastevere che ospita persone senza fissa dimora. Il cantiere, partito nel mese di giugno, sarà a beneficio degli ospiti permanenti della struttura che verranno formati dai collaboratori di Leroy Merlin per realizzare i lavori di decorazione delle 14 stanze e del corridoio della zona destinata all’accoglienza. Nell’ottica dell’abitare sostenibile e di rispetto per l’ambiente, verranno installate esclusivamente lampadine a led con illuminazione a risparmio energetico e tutti i rubinetti saranno attrezzati con riduttori per limitare i consumi. Terminato il cantiere, gli ospiti che hanno beneficiato dei lavori saranno coinvolti nel “cantiere tandem” per la riqualificazione del dormitorio per i senza fissa dimora, dei laboratori artigianali e di alcuni spazi comuni come la cucina.