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Movimento terra: cresce il segmento dei compatti

Di dimensioni ridotte, efficiente, adatta ad operare anche nei cantieri in mezzo al traffico delle grandi città e sempre meno inquinante: nel mondo delle macchine movimento terra è la categoria dei “pesi piuma” a guidare la ripresa. Minipale e miniescavatori fino a 6 tonnellate continuano a guadagnare quote di mercato a livello mondiale, passate dal 15% delle vendite totali nel 2010 al 24% nel 2015.  Una tendenza che trova riscontro anche in Italia, come certificano i dati dell’Osservatorio Samoter di Veronafiere, realizzato in collaborazione con Prometeia e con il contributo informativo di Unacea.

Nel Paese, da gennaio a luglio 2016, sono stati acquistati 3.935 miniescavatori, il 24% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In crescita anche il comparto delle minipale gommate con 342 unità vendute (+44%) e delle minipale cingolate con 286 unità (+41%).  Si tratta di numeri importanti che vanno comunque contestualizzati in uno scenario – come quello del movimento terra italiano – che ha perso dall’inizio della crisi del 2009 fino all’82% del proprio valore. In ogni caso è un segnale positivo per il settore, in vista dell’appuntamento con la 30ª edizione di Samoter, il più importante salone nazionale dedicato a macchine movimento terra, da cantiere e per l’edilizia, in programma alla Fiera di Verona dal 22 al 25 febbraio 2017.

Proprio al prossimo Samoter, il segmento “mini” sarà ben rappresentato da Eurocomach-Sampierana, Ihimer, Kubota(Gruppo E-Mac), Takeuchi (Midi Europe) e Yanmar, marchi internazionali leader che hanno già ufficializzato la presenza tra gli espositori.  Miniescavatori e minipale rispondono sempre meglio alle esigenze delle opere di manutenzione nei moderni contesti altamente urbanizzati di Europa e Stati Uniti. Servono infatti macchine efficienti per interventi poco invasivi, in grado di lavorare in spazi ristretti e in cantieri della durata di due o tre giorni. Il tutto senza dimenticare la sostenibilità: le nuove generazioni di mezzi possono abbattere di oltre il 90% il particolato dei gas di scarico, rispetto ai motori montati prima del 1996.

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Paletti (Rescasa Lombardia): Ospitalità 4.0 e flessibilità

Alla ricerca della concertazione tra i player del settore turistico, inteso a livello di ricettività in strutture alberghiere e appartamenti. Nell’era della sharing economy è più che mai un’urgente necessità. Lo sa bene Raffaele Paletti, presidente di Rescasa Lombardia: “Siamo un’associazione di categoria che aderisce a Confcommercio e che ha come missione la tutela degli interessi di tutti gli imprenditori attivi nel turismo in appartamento: ci facciamo portavoce delle loro istanze dialogando con la Regione Lombardia per il riassetto delle normative e il contrasto all’abusivismo. Negli ultimi tempi abbiamo preso atto dei cambiamento in atto e stiamo vivendo un processo innovativo per diventare sempre più il punto di riferimento lombardo del settore”. La parola d’ordine di Paletti è flessibilità: “È un concetto chiave che dobbiamo essere capaci di insegnare ai nostri stessi figli; il mondo sta cambiando con una velocità talmente alta che avere delle idee flessibili ti porta a capire in anticipo dove va il mercato, specialmente quello internazionale. Ecco, il problema è che le leggi non hanno la velocità intrinseca per stare al passo: le leggi nascono e sono già vecchie perché il contesto è già mutato nel frattempo”. Insomma forma mentis allenata e sguardo periferico sempre attivo. E poi c’è il capitolo sulla legislazione regionale sul turismo in tali strutture: “Io dico sempre che una legge che non accontenta nessuno è una buona legge”. E Paletti si riferisce  al regolamento per strutture ricettive non alberghiere di cui è primo firmatario Mauro Parolini, Assessore al Commercio, Turismo e Terziaro di Regione Lombardia: “Ha dato regole senza accontentare nessuno e va benissimo così. Significa che è una buona legge”. D’altronde non ci si può rifiutare di legiferare su un mercato perché questo è in continua evoluzione, bensì bisogna proprio approvi dei paletti chiari che provino a dare coordinate. Infine, la calda questione Airbnb: “Sono apertissimo. Guardi, recentemente sono stato a New York per la maratona e un tassista si lamentava di Uber. Non si può essere sempre contro a qualcosa o a qualcuno: facciamo un passo in avanti e andiamo verso le cose. Questa è flessibilità”.

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Il II Forum della ricettività in appartamento “L’ospitalità tra Locazione e Turismo” ha visto protagonisti proprio Raffaele Paletti e Mauro Parolini, ma anche Giovanni Bort (presidente Rescasa), Giorgio Spaziani Testa (Presidente Confedilizia), Maurizio Naro (presidente Associazione Albergatori di Milano) e Simona Pigini (Unione Nazionale Consumatori), che sono intervenuti nella prima parte dell’appuntamento, discutendo proprio della legislazione di Regione Lombardia circa il turismo. Una legge che definisce i servizi, i requisiti strutturali, gli standard qualitativi igienico sanitari e le dotazioni minime obbligatorie degli ostelli per la gioventù, delle case e appartamenti per vacanze, delle foresterie lombarde, delle locande, dei bed and breakfast e dei rifugi alpinistici ed escursionistici. Un provvedimento molto atteso dal comparto, che va a normare alcune nuove tipologie ricettive con l’obiettivo di aumentare competitività della nostra offerta ricettiva, per di più in un momento particolarmente significativo e strategico per il turismo in Lombardia”. Sono infatti circa 20 mila gli appartamenti in Lombardia presenti sui portali (da Airbnb a Homeaway) e hanno bisogno di linee guida. “Si è andati a intervenire colmando un vuoto legislativo e abbiamo dato delle regole, che sono meglio del nulla”. Sia Maurizio Naro che Simona Pigini hanno plaudito al lavoro di Parolini, mentre molto critico Giorgio Spaziani testa, presidente Confedilizia: “Mi pare ingiusto che chi esercita il legittimo diritto di mettere a reddito il proprio immobile sia soggetto a tali trafile burocratiche. L’eccesso di regolamentazione va contro la libertà di esercitare i propri sacrosanti diritti”. Gli ha fatto eco Alessandro Tommasi (Public policy Manager di Aitbnb Italia), che ha comunque accolto con interesse la nuova regolamentazione regionale, riconoscendone i nobili intenti. Tuttavia ha posto l’accento sulla questione dell’eccessiva regolamentazione, che rischia di trasformarsi presto in eccessiva e insormontabile burocrazia per gli host. Host che Milano, per esempio, sono la bellezza di 10.400, per un totale di 426.000 persone ospitate negli ultimi 12 mesi, quando il fatturato totale di Airbnb in Italia è di 3,5 miliardi di euro, lo 0,22% del PIL. Insomma, una legge che non mette d’accordo tutti. Sarà la legge giusta?

Oikos, un ponte fra cultura e impresa

Oikos Venezia, produttore di porte blindate e leader nel settore dell’alto di gamma, organizza un incontro formativo nel nome del dialogo tra cultura e impresa. Venerdì 11 novembre l’azienda ospiterà presso la sua sede di Portogruaro la prima edizione della Oikos Convention, momento di incontro con esponenti del mondo aziendale, culturale e universitario.

Coerente con l’etica dimostrata e gli obiettivi raggiunti nei 30 anni di attività, Oikos Venezia vuole ancora una volta sottolineare come al centro di una politica aziendale di successo non ci siano solo prodotto, innovazione e profitto, ma anche e soprattutto individui e relazioni, il vero capitale. Oikos, forte di una fabbrica automatizzata, produce in stabilimenti organizzati magistralmente per garantire la perfezione industriale su un prodotto altamente artigianale. Le sue porte sono gioielli di tecnica ed estetica esportati in tutto il mondo e scelti da archistar internazionali. Eppure con Oikos Convention vuole parlare d’altro, della sua altra anima. Quella profonda e viva, che muove da sempre i suoi passi. Si andrà al cuore delle cose. Sarà infatti un momento di aggregazione e confronto senza precedenti l’appuntamento dell’11 novembre. Un palcoscenico dove proclamare il valore delle persone e della conoscenza attraverso la testimonianza di personalità simbolo nei vari ambiti di competenza.

 La color designer internazionale Francesca Valan parlerà della storia del colore. Il noto commentatore televisivo ed ex rugbista Vittorio Munari tratterà argomenti quali la componente motivazionale, la gestione delle risorse umane e la leadership. Poi scenderà in campo la cultura, grazie alla collaborazione con l’Università Ca’ Foscari che porterà il teatro in azienda: verrà presentata in forma teatrale una case history che ha visto Oikos Venezia protagonista nella messa in sicurezza della porta settecentesca del museo Christchurch Mansion di Ipswich (Inghilterra) in un altro “gioco di squadra vincente”. Giornalisti, clienti, agenti, collaboratori interni ed esterni saranno invitati a vivere con Oikos Venezia questo singolare evento in un clima di partecipazione, crescita e condivisione.

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Riday 2016: riqualifichiamo tutto (e facciamo presto)

Fonte: Capturing the Multiple Benefits of Energy Efficiency
Fonte: Capturing the Multiple Benefits of Energy Efficiency

Renovate Italy, ristrutturare l’Italia. Più che uno slogan – e il nome del comitato promotore di iniziative volte a stimolare strumenti e approcci innovatici per ridurre lo spreco energetico degli edifici, proponendo alternative di sostenibilità nel settore dell’edilizia – è un’urgenza. E non la si può più rimandare. Già, la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare italiano è un’impellenza non più procrastinabile: ne va della sicurezza, della crescita economica e della salute del mondo e del nostro futuro.

A Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, si è tenuta la III edizione del RIday, convegno che ha messo sotto la lente di ingrandimento il vetusto patrimonio edilizio italiano, troppo spesso privo della necessaria manutenzione, cosa che a un impatto negativo sull’ambiente e, di rimbalzo, sulla salute dei cittadini. Una giornata di studio che ha approfondito anche natura economica e sociale del problema, così da valutare gli effetti positivi della riqualificazione energetica sulla qualità dell’aria, la salute e l’ambiente, la sicurezza e, last but not least, le finanze pubbliche.

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I recenti accordi sul clima della COP21 di Parigi hanno rimodulato gli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto (1997), concordando di ridurre la produzione di ossido di carbonio il più presto possibile e di impegnare a contenere il surriscaldamento globale sotto i 2 gradi rispetto all’epoca pre-industriale. Promesse che non possono più essere disattese. E nel mentre l’Europa è stata in grado di avanzare proposte concrete per una strategia continentale di riqualificazione energetica degli edifici capace di trainare positivamente la quarta rivoluzione industriale.

Abbattere i consumi, di acqua e di energie fossili” è la parola d’ordine di Lorenzo Pagliano, professore e direttore dell’Efficiency Research Grop del Politecnico di Milano. “L’obiettivo è quello di intervenire su edifici per renderli capace di adattarsi alle quattro stagioni, al giorno e alla notte. Solo così un edificio diventa meno energivoro, solo così si riducono i consumi. Come? Nel nome del condizionamento passivo, con involucri solari e ventilazione notturna: in Svizzera già lo fanno” spiega. D’altronde è sempre tutta questione di fabbisogno energetico: “Chiamiamola edilizia smart, strutturalmente intelligente: bisogna costruire case che richiedono energia solo quando ne hanno bisogno. E se poi vanno ad attingere da fonti rinnovabili, ancora meglio. L’obiettivo è il 100% rinnovabili e non è più un’utopia, perché asta volerlo: la sinergia tra la tecnologia e le persone è tutto. Se educhiamo la cittadinanza in questo verso, nulla è impossibile”.

I numeri di Riday
I numeri di Riday

Dei benefici dell’efficienza energetica, in chiave Ue, ha parlato Yamina Saheb, di Openexp, ricordando come la transizione energetica del patrimonio edilizio europeo sia questione prioritaria in agenda della presidenza di Jean-Claude Juncker. I green jobs sono incentivati (creano ricchezza e posti di lavoro), così come la decarbonializzazione – la volontà è quella di tagliare del 27% – e l’industrializzazione dell’innovazione energetica. Dall’Unione Europea a Liverpool, che Europa però più non sarà dopo la Brexit: la città inglese – circa 450 mila abitanti – è una best practises da fare invidia. Il comune ha lanciato un programma sperimentale di riqualificazione energetica per ridurre i costi sanitari: infatti – come spiegato da Ian Watson dell’Healthy Homes Programme – prevede di risparmiare 55 sterline per ogni sterlina investita in interventi di riqualificazione.

Poi, il rapporto Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) presentato da Monica Pantaleoni ha ben evidenziato il problema del riscaldamento residenziale, fonte primaria di emissioni delle PM10 e  principale causa dell’inquinamento insieme alla combustione industriale. “Si sta mettendo mano, si stanno riducendo le emissioni civili e industriali, ma bisogna intervenire in maniera più ficcante nei prossimi anni”. E infine la “buona informazione sul buon consumo dell’energia”. Antonio Disi, responsabile della campagna nazionale Enea “Italia in Classe A” ha spiegato l’importanza della comunicazione, o meglio dell’educazione “perché si può educare al cambiamento comportamentale in materia risparmio  energetico. Si deve instillare una cultura dell’efficienza energetica“. Disi ha raccontato dell’iniziativa di coinvolgimento diretto”No lift day”,  che ha chiesto ai dipendenti di un’azienda con sede in un palazzo a più piani di non utilizzare l’ascensore (per un mese) e di prendere bensì le tanto odiate scale.  Bene, nel corso del mese in questione l’uso dell’ascensore  è calato del 22%, cosa che ha permesso di risparmiare, oltre che beneficiare in salute i lavoratori, sottoposti a test fisici prima e dopo. Una comunicazione diversa per una cultura diversa. Perché la componente umana, come sempre, è fondamentale.

Fonte: Capturing the Multiple Benefits of Energy Efficiency
Fonte: Capturing the Multiple Benefits of Energy Efficiency

Il business mondiale della Sanità cambierà in sette anni

Sala chirurgica

Il settore sanitario globale raggiungerà quota 2,69 trilioni di dollari di entrate entro il 2025, ma avrà un aspetto radicalmente diverso rispetto a oggi. La crescita a un ritmo di 5,6% annuo trasformerà il settore. Ma, prevede la società di ricerche Frost & Sullivan, se attualmente l’Europa è il secondo mercato della sanità più grande del mondo, l’Asia è destinata a prendere il suo posto entro il 2025. Il Nord America dovrebbe rappresentare il più grande mercato della sanità fino al 2028 circa, quando l’Asia probabilmente guadagnerà il primo posto.

La crescita della regione Asia-Pacifico nella spesa sanitaria (come percentuale del Pil) è destinata ad essere maggiore rispetto a quella di Nord America ed Europa, sostenendo la forte crescita del mercato. Ed entro il 2025, l’America Latina è destinata a superare il Giappone diventando il quarto mercato della sanità a livello globale.

L’invecchiamento della popolazione in tutto il mondo metterà alla prova i sistemi sanitari esistenti dal punto di vista finanziario e richiederà risultati migliori in ambito sanitario. Ciò provocherà uno spostamento verso cure basate sul valore e richiederà un cambiamento radicale delle politiche nazionali. Anche la crescita della consumerizzazione porterà a modelli di assistenza sanitaria incentrati sul paziente.

Inoltre, i progressi tecnologici sbloccheranno valori e segmenti prima inaccessibili. Tra gli altri, le interfacce cervello-computer, gli avatar digitali, i dispositivi indossabili e la medicina di precisione si affermeranno come tecnologie di punta. Il settore dell’informatica sanitaria assisterà alla crescita più rapida, crescendo a un tasso fenomenale del 16,1% fino al 2025.

La nuova analisi di Frost & Sullivan, intitolata Vision 2025 – Future of Healthcare, fa parte del programma Advanced Medical Technologies Growth Partnership Service ed esplora i modi in cui si prevede che si evolverà il panorama della sanità. Identifica inoltre 18 tecnologie che avranno un forte impatto su questo settore, sottolinea le aree chiave di crescita all’interno di ogni segmento e si focalizza sulle sfide che le diverse regioni dovranno affrontare per ottenere migliori prospettive future per la sanità.

Sala chirurgica
Sala chirurgica

Finestre Finstral: sostituzione serramenti senza opere murarie

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Adatte agli interventi di ristrutturazione, le finestre e porte-finestre Finstral permettono di raggiungere elevati livelli di comfort abitativo e isolamento termo-acustico, senza la necessità di costosi lavori di muratura. Grazie ai particolari vetri utilizzati e agli ottimi valori di isolamento raggiunto, i serramenti Finstral permettono di realizzare costi energetici ridotti, in quanto utilizzano materiali isolanti di prima qualità.

Il vecchio serramento non viene sostituito: si conserva il telaio, che viene completamente rivestito con quello nuovo, facendo funzione di controtelaio, mentre particolari profili provvedono a coprire le fughe rimanenti, tanto sul lato interno che sul quello esterno del serramento.

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Senza danneggiare muri, davanzali o piastrelle,  l’intervento di sostituzione è semplice, pulito e sicuro. Finstral garantisce l’esecuzione a regola d’arte, potendo contare su materiali di qualità, una vasta gamma di forme e colori, e un’ampia scelta di forme, profili telaio e colori che consentono di riprendere gli elementi stilistici tradizionali locali o dello stile architettonico dell’edificio.

Aperture e chiusure comode e moderne, protezione antieffrazione massimizzata, a partire dalle versioni standard, oltre ad una ridotta necessità di manutenzione, assicurano una lunga vita ai serramenti.

Bankitalia: vendite di case in rialzo, prezzi fermi

Casa a Milano
Casa a Milano

I dati di Bankitalia confermano quello che è ormai un trend affermato per il mercato immobiliare: i prezzi delle case sono stabili, diminuiscono i tempi di vendita e si accendono più mutui. Il trend si ricava dal Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia del terzo trimestre 2016. L’andamento del mercato, però, non è uguale ovunque: aumenta il numero di operatori che indicano prezzi fermi (64% contro il 54,4% dell’ultima indagine). Al contrario, chi indica una diminuzione dei prezzi è sceso al 34,6% dal 51,5% di un anno fa. Ma, un po’ a sorpresa, a cambiare sono stati gli andamenti delle città nell’Italia centrale. Ovviamente i dati precedono il terremoto. Si riduce anche lo sconto che spunta chi acquista: ora è in media del 13% da 14,5% del secondo trimestre. Cala anche il tempo di vendita dell’immobile, ora a 8,9 mesi da 9,4 nell’indagine precedente. Inoltre, in città ci si mette in media due mesi in meno. Gli acquisti finanziati con mutuo ipotecario sono all’80,2% (da 77,1 dell’indagine precedente). Aumenta anche il rapporto tra prestito e valore dell’immobile a quota 74,7%, il livello più elevato dal 2009. Che cosa cambierà? Le aspettative sono ottimistiche.

Casa a Milano
Casa a Milano

Costruzioni, i Millennials lanciano lo sguardo oltre la crisi

Costruzioni a Milano
Costruzioni a Milano

Mettere in sicurezza non può essere sinonimo di emergenza, bensì di pianificazione. Serve un grande piano di rigenerazione, prevenzione sismica, sicurezza idrogeologica dei territori. Al centro la qualità delle costruzioni e la sostenibilità ambientale in Italia e nel Lazio. Da queste premesse nasce il convegno Ri-Generazione! sostenibilità, prevenzione, politiche industriali, promosso da Ance Giovani Lazio e Ance Giovani Frosinone. Un’iniziativa (in programma il 18 novembre presso la Prefettura di Frosinone) che si inserisce nelle attività di confronto di Ance Giovani nazionale che riguarda la rigenerazione dei borghi e delle città dal punto di vista delle nuove generazioni dei costruttori. La riqualificazione, ovvero l’obiettivo del consumo di suolo zero, che vuol dire cambiare il modo di costruire: demolizione e ricostruzione, edilizia di sostituzione, riqualificazione strutturale, Deep Regeneration. Formule e proposte che la  presidente nazionale di Ance Giovani Roberta Vitale presenterà alla Ministra Marianna Madia per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, in rappresentanza del Governo. Una riflessione, dunque, sulle opportunità offerte dalle politiche del Governo e della Regione rispetto alla concreta realtà del mercato, individuando soluzioni e potenzialità in una fase in cui la crisi del settore è ancora dirompente anche se alcuni indicatori fanno sperare in scenari di miglioramento.

Nel Lazio gli investimenti nel settore delle costruzioni ammontano a 12.938 milioni di euro e costituiscono  il 7, 1% di quelli nazionali. E c’è un comparto che dimostra segnali di ripresa: quello delle compravendite residenziali. Queste ultime sono state 48.744 nel 2015. Mentre nel primo semestre 2016 ammontano a 27.108. Sono quindi cresciute, rispetto all’anno scorso, nello stesso periodo, del 15%. Una percentuale che tende al dato nazionale ma non lo eguaglia, in cui il mercato delle compravendite residenziali ha registrato nel primo semestre del 2016 un incremento del 22, 9% (dati Istat) rispetto allo stesso periodo del 2015. Nella provincia di Frosinone tra il 2015 e il 2016 si nota un miglioramento della tendenza rispetto agli anni precedenti. Dal 2011 infatti la compravendita di immobili residenziali ha avuto sempre il segno negativo. Dopo un crollo costante dal 2012, nel 2015 si registra un +3,8 rispetto al 2014. Mentre nel primo semestre del 2016 un + 14,6 rispetto allo scorso anno nello stesso periodo (2015).

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“Assumiamo questi primi, ancora flebili, segnali positivi per dare slancio al presente e al futuro”, commenta il presidente di Ance Giovani Frosinone Gaetano la Rocca che aprirà il convegno. “Abbiamo deciso di titolare questo nostro incontro Ri-Generazione RI-GENERAZIONE! nella convinzione, da un lato che ci sia bisogno di nuove idee e di proposte innovative da parte di chi come noi giovani imprenditori è proiettato  verso il futuro;  e dall’altro che sia essenziale un cambiamento di passo e di prospettiva. Con l’ambizione – aggiunge –  di un grande progetto di rigenerazione urbana e territoriale che valorizzi o tutte le potenzialità presenti in un settore come le costruzioni, nevralgico per lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese”. Azioni necessarie se si considera che il settore registra ancora una pesante crisi soprattutto in un indicatore importante come quello del lavoro. Gli occupati nelle costruzioni del Lazio nel 2015 sono stati 135 mila l’anno scorso (Frosinone 16.800; Roma 95.600; Latina 12500; Viterbo 6.500; Rieti 3.700). Nel primo semestre del 2016 ammontano, invece, a 127 mila. In questi sei mesi, quindi, si registra una flessione degli occupati del 14, 7% . “Se da sempre nel Lazio l’industria edile costituisce un settore importante dell’economia regionale, la situazione di difficoltà in cui versano le imprese richiede politiche mirate con cui passare da azioni parcellizzate a un grade piano di rigenerazione”, commenta Fabrizio dell’Uomo, presidente Giovani Ance Lazio. “Bisogna porre al centro la sicurezza sismica e idrogeologica di territori e patrimonio edificato. E ci vogliono norme che aiutino l’iniziativa privata così come vanno rimossi i troppi vincoli burocratico amministrativi”, conclude dell’Uomo.

Oltre alla Ministra Madia, alla Presidente Vitale e ai presidenti dei Gruppi Ance Giovani del Lazio e di Frosinone,  al convegno interverranno Anna Cinzia Bonfrisco, Presidente Commissione Parlamentare di vigilanza Cdp; Maurizio Stirpe, Vice Presidente Confindustria; Filippo Delle Piane, Vice Presidente Ance; Alessandro Cattaneo, Presidente Anci Patrimonio;  Andrea Benedetti, Università degli studi di Bologna; Andrea Bonifacio, Vice presidente Gruppo Giovani Imprenditori Ance. Un’attenzione specifica verrà dedicata alla situazione del Lazio e della provincia di Frosinone con interventi di  Michele Civita, Assessore Politiche del territorio e Mobilità Regione Lazio; Emilia Zarrilli, Prefetto di Frosinone; Giovanni Betta, Rettore dell’Università di Cassino; Maria Chiara Giglio, Responsabile Investimenti Area Roma e Lazio Cassa Depositi e Prestiti; Francesco Raffa, Presidente Legambiente Lazio. Il punto di vista imprenditoriale sarà espresso anche da Stefano Petrucci, Presidente Ance Lazio e da  Domenico Paglia, Presidente Ance Frosinone.

Costruire antisismico: intervista a Guido Magenes

In attesa dell’ arrivo della classificazione sismica degli edifici e del nuovo sisma bonus, serve una progettazione competente, il rispetto delle normative e dare un valore economico agli edifici più sicuri. Mentre l’Italia continua a tremare, Guido Magenes, professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura di Pavia ed esperto di progetto e analisi delle costruzioni in zona sismica, fa chiarezza su cosa voglia dire costruire antisismico e dice la sua su come fare per accelerare la messa in sicurezza degli edifici italiani.

Guido Magenes
Guido Magenes

Le costruzioni progettate in epoca moderna, secondo le ultime normative in materia e molte di queste in muratura portante, durante il sisma del 2012 si sono comportate in maniera egregia: i danni nella stragrande maggioranza dei casi sono stati assenti oppure minimi, a crollare sono quasi sempre edifici vecchi, non mantenuti o con altezze o luci elevate. I danni da sisma sugli edifici sono abbastanza indipendenti dal tipo di struttura orizzontale presente: i crolli e i danni significativi sembrano quasi sempre riconducibili alla bassa qualità muraria dovuta principalmente a leganti di qualità molto scarsa, non tanto al tipo di strutture orizzontali, più o meno pesanti, più o meno rigide. Tant’è che non solo gli edifici in calcestruzzo si sono ben comportati durante gli eventi sismici ma anche le costruzioni ad esempio in laterizio, ovviamente se edificate secondo le più recenti normative e a regola d’arte. L’importanza della Classificazione sismica degli edifici, in arrivo al massimo entro il 28 febbraio 2017, secondo Magenes dovrebbe determinare anche una fetta del valore economico dell’edificio alla stessa stregua della classificazione energetica.

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“Una progettazione competente, che rispetti le normative sismiche vigenti, unita all’utilizzo di materiali di qualità e a una messa in opera a regola d’arte: sono questi gli ingredienti fondamentali per la costruzione di edifici sismicamente efficienti”. A dirlo è Guido Magenes in un’intervista voluta da Wienerberger, leader mondiale nella produzione di laterizi, azienda sempre in prima linea nello studio e nella ricerca di materiali tecnologicamente all’avanguardia sia in termini di resistenza sismica sia in quelli di prestazioni energetiche.  Secondo Magenes, insomma, una casa può essere tranquillamente costruita – ad esempio – in laterizio e, se correttamente progettata, presentare un’ottima capacità di resistenza alle azioni sismiche. Lo ha dimostrato il terremoto del 2012 in Emilia Romagna: “Gli edifici in muratura crollati in quell’occasione sono stati per lo più edifici rurali particolarmente vulnerabili o non mantenuti, oppure edifici vecchi o con altezze o luci elevate, caratterizzati da una certa flessibilità, come chiese e campanili, che possono aver risentito molto anche delle caratteristiche particolari del moto del terreno. Quello che però possiamo dire con certezza – spiega l’esperto – è che costruzioni progettate in epoca moderna, secondo le ultime normative in materia e molte di queste in muratura portante, durante il sisma del 2012 si sono comportate in maniera egregia: i danni nella stragrande maggioranza dei casi  sono stati assenti oppure minimi”.

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Progettazione attenta, qualità dei materiali e attenzione nella posa in opera sono fondamentali. Il terremoto che lo scorso agosto ha colpito i comuni di Accumoli, Amatrice e Arquata del Tronto lo conferma. “È ancora presto per avere un quadro significativo dal punto di vista statistico di quello che è successo sulla popolazione degli edifici di Amatrice, Accumoli e delle altre aree colpite, ma sicuramente chi come me ha fatto numerosi sopralluoghi in diverse zone colpite dal sisma ha potuto notare alcuni fatti ricorrenti. Certamente la grande maggioranza dei danni è concentrata sugli edifici vecchi, costruiti in muratura di pietra disordinata, pietrame, pietra sbozzata, e il problema sembra risiedere soprattutto nella qualità della malta, estremamente scarsa. Insomma, i danni in questi casi sono abbastanza indipendenti dal tipo di struttura orizzontale presente: i crolli e i danni significativi sembrano quasi sempre riconducibili alla bassa qualità muraria dovuta principalmente a leganti di qualità molto scarsa, non tanto al tipo di strutture orizzontali, più o meno pesanti, più o meno rigide. Certamente la presenza di catene migliora sensibilmente il comportamento dell’edificio, ma se la qualità muraria nel suo insieme è troppo scadente le sole catene non sono sufficienti e si possono avere collassi anche con solai e coperture leggere». Ma anche in Lazio le progettazioni moderne pare si siano comportate bene: “Effettivamente anche ad Amatrice e Accumoli ho potuto vedere numerosi casi in cui la costruzione in pietra di scarsa qualità e obsolescente è completamente crollata, mentre la costruzione a fianco, costruita o manutenuta recentemente, ha subito danni lievi. È chiaro quindi che interventi di manutenzione o miglioramento sismico hanno avuto i loro benefici”. Ma non si può generalizzare; ristrutturazioni eseguite senza un’attenta e consapevole progettazione dell’intervento possono essere inefficaci o addirittura controproducenti.

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Un elemento è comunque chiaro, come precisa Magenes: “Dobbiamo ricordarci che quella di Amatrice è stata una scossa molto forte. Le massime accelerazioni del terreno registrate sono state attorno ai 0.45g; per quanto riguarda le accelerazioni spettrali si è arrivati anche a 1,0g ÷1,5g, cioè una volta e mezza l’accelerazione di gravità. Questo dà l’idea dell’intensità della scossa e corrisponde tra l’altro ad accelerazioni spettrali che, facendo un parallelo con la normativa sismica e le azioni sismiche di progetto, per le strutture rigide hanno un tempo di ritorno del migliaio di anni, quindi vicino a quello che si ritiene essere a grosso modo la massima intensità possibile del moto per quelle zone. Questa è sicuramente un’altra causa dei forti danni subiti dagli edifici in muratura più vecchi”.

Man with safety helmet touching bare brick wall
Man with safety helmet touching bare brick wall

Anche per quanto riguarda gli edifici di moderna costruzione è difficile generalizzare: “Nel complesso – fa sapere l’esperto – la sensazione è che ancora una volta, come nel caso del terremoto dell’Emilia Romagna, gli edifici costruiti secondo i criteri moderni di progettazione e costruzione in zona sismica si siano comportati  bene e abbiano avuto danni limitati se non nulli. Viceversa, edifici costruiti in assenza di queste norme antisismiche tendono a mostrare problemi importanti. Il grande problema endemico del nostro territorio è soprattutto quello della muratura in pietra di bassa qualità che effettivamente costituisce una tipologia molto vulnerabile”.

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Del resto va anche tenuto presente che le conoscenze nell’ambito dell’ingegneria sismica sono evolute significativamente in tempi anche relativamente recenti: “La classificazione sismica del territorio italiano è cambiata drasticamente negli ultimi decenni: negli anni ’60 e primi anni ’70 quasi tutto il nostro Paese non era ancora ritenuto a rischio sismico, oggi invece è praticamente il contrario. Anche le conoscenze sulla resistenza sismica degli edifici si sono molto evolute nel corso degli anni. Si parla molto della ricostruzione post-terremoto del Friuli (era la fine degli anni ’70), dicendo che in quel caso è stato fatto tutto bene. In realtà è più corretto pensare che sia stato fatto il meglio che si poteva fare con le conoscenze che si avevano a disposizione in quel periodo: credo però che tutti i miei colleghi possano concordare con me sul fatto che le conoscenze nell’ambito dell’ingegneria sismica di fine anni ‘70 e degli anni ‘80 non siano quelle attuali. Oggi abbiamo fatto tanti passi avanti, abbiamo competenze maggiori e più terremoti dietro le spalle da cui abbiamo imparato molto. Quando si parla quindi di edifici mal costruiti e mal progettati, bisogna sempre contestualizzarli all’epoca in cui sono stati progettati e costruiti e allo stato delle conoscenze di quel periodo. Certo, ci possono essere edifici costruiti anche recentemente che non sono adeguati, ma ancora una volta dico che va esaminato caso per caso senza fare generalizzazioni superficiali”.

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Anche la qualità degli strati superficiali del suolo ha la sua importanza, perché cambia la frequenza e l’ampiezza delle onde sismiche: “Non è da escludersi – fa sapere infatti Magenes – che anche ad Amatrice ci siano stati problemi legati ai cosiddetti effetti di sito. In generale un’attenta valutazione delle caratteristiche del sito su cui si va a costruire è molto importante”. Il futuro della progettazione sismica, alla luce delle conoscenze attuali, verterà su due punti cardine. Il primo è quello della limitazione del danno. «In una società moderna e sviluppata come la nostra – spiega Magenes – in cui il territorio e l’ambiente costruito hanno un elevato valore economico, la protezione della vita umana è sicuramente l’obiettivo primario, ma anche la riduzione del danno è molto importante, affinché non ci siano conseguenze economiche eccessive sul territorio. L’esempio dell’Emilia Romagna in tal senso è piuttosto significativo: il numero di vittime è stato abbastanza limitato rispetto alla popolosità del territorio, ma a livello di danni economici, specialmente sulle realtà produttive, l’impatto è stato enorme». A questo si riferisce il cosiddetto approccio prestazionale già introdotto dalle normative più moderne: “Il concetto è che alle nostre costruzioni si richiede di garantire diverse prestazioni in corrispondenza di diversi livelli di scuotimento del terreno, a loro volta associati a diversi periodi o tempi di ritorno. Se si considera il massimo terremoto che si può fisicamente sviluppare in una certa zona, come conseguenza di quelli che sono i meccanismi sismogenetici, ecco che per questi sismi forti o fortissimi magari ci si può anche accontentare, nel caso di un edificio residenziale, di prevenirne il collasso e di preservare la sicurezza delle persone. Per terremoti sempre forti, ma con un periodo di ritorno più basso, attorno ai 500 anni (riferimento convenzionale per la progettazione sismica), si può cercare di puntare anche alla limitazione del danno o alla riparabilità dello stesso. Infine per terremoti con periodo di ritorno dell’ordine di un centinaio di anni o meno si può pensare di chiedere al nostro edificio di non danneggiarsi e di mantenere la sua funzionalità. Queste prestazioni possono essere differenziate a seconda della destinazione d’uso dell’edificio. Chiaramente si devono chiedere prestazioni più elevate a un ospedale, ad esempio o a una caserma dei vigili del fuoco, inferiori ad altri tipi di strutture”.

24/8/2016 - Amatrice - Rieti - Italy - The earthquake that destroyed the historic city of Amatrice

Altro punto cardine, per quanto riguarda la riduzione e la prevenzione del danno, riguarda le parti non strutturali. “In questo caso – fa sapere Magenes – le norme e le conoscenze non sono così approfondite come per il comportamento strutturale: ci si preoccupa oggi molto, e abbiamo strumenti molto raffinati per farlo, di come progettare la struttura, ma non si è prestata finora molta attenzione al comportamento sismico di componenti edilizi come ad esempio l’involucro, o le partizioni, o più in generale il contenuto degli edifici. Questa, a mio avviso, è la nuova frontiera dell’ingegneria sismica”. Quali sono, quindi, le priorità imprescindibili delle nuove costruzioni in ottica antisismica? “Affidarsi a progettisti competenti e seguire le norme tecniche. Altra priorità è quella di stare attenti a come si progettano e costruiscono le parti non strutturali dell’edificio, che costituiscono una fetta molto importante nel costo di una costruzione. Noto che il mondo tecnico, scientifico e della produzione edilizia si stanno dando più da fare in questo senso da qualche anno”. Fondamentale sarà l’entrata in vigore, al più tardi entro il 28 febbraio 2017, della cosiddetta Classificazione sismica degli edifici, che utilizzerà un modello simile a quello usato per la certificazione energetica: sei livelli, dalla A alla F, che consentiranno di dire quanto un edificio è in grado di resistere alle sollecitazioni di un terremoto. Ci ha lavorato una commissione presieduta dal provveditore alle Opere pubbliche di Lombardia ed Emilia Romagna, Pietro Bartono.

Tramite la classificazione saranno modulate le detrazioni fiscali del nuovo “sismabonus” e, soprattutto, saranno individuate quelle situazioni nelle quali è prioritario intervenire. “È certamente una cosa interessante – spiega il professore -. Non mi permetto di entrare nel merito e nel dettaglio specifico di come verrà fatta questa classificazione, ma ritengo in generale che sia un passo avanti soprattutto per quel che riguarda il problema, che tutti ci poniamo, di come ridurre il rischio sismico delle nostre case. Il problema interessa due ambiti diversi: il pubblico e il privato. Per il pubblico è evidente che la riduzione del rischio è legato alle risorse dedicate, che devono essere allocate in modo saggio, seguendo criteri di priorità definiti con attenzione. Questo processo è stato avviato già a seguito del terremoto del Molise del 2002 e sta tuttora procedendo, un po’ troppo lentamente però». Per quanto riguarda il privato, invece, secondo Magenes sono due i problemi fondamentali: “Il primo è la percezione del rischio sismico da parte delle persone, altissima quando avviene un terremoto, ma poi presto svanita. Il secondo è di natura economica: prima ancora di parlare di spese di intervento, bisogna considerare che ci sono da dedicare risorse per far valutare il proprio edificio, un’operazione che non è a costo zero; una volta ottenuto l’esito c’è l’impatto della valutazione stessa sul valore dell’immobile e sul proprietario in termini di investimento per adeguamento/miglioramento. Personalmente ritengo che finché il livello di sicurezza strutturale/sismica di un edificio non avrà un impatto concreto e visibile sul valore del bene dell’immobile è abbastanza improbabile che un privato cittadino decida di spendere dei soldi per fare un adeguamento sismico“. La soluzione? Esattamente come per l’adeguamento energetico, che assegna una quotazione economica più elevata a un immobile in classe A rispetto a uno in classe B o C, così anche la classificazione sismica dovrebbe accrescere maggiormente il valore dell’immobile: “Solo così, a mio avviso – conclude Magenes – possiamo pensare a una svolta significativa nella direzione dell’adeguamento sismico, nel volgere di qualche decina di anni. Lo Stato può e deve prevedere incentivi e defiscalizzazioni, ma non può prendersi completamente carico della messa in sicurezza di tutte le nostre abitazioni, devono essere anche i privati a occuparsene in modo consapevole nel momento in cui hanno le risorse per un investimento sulla casa, sapendo che un investimento in sicurezza porta anche a un maggior valore del proprio immobile”.

L’ABC dei rubinetti: risparmio di acqua ed energia con Nobili

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Efficienza idrica ed energetica per ABC di Nobili Rubinetterie, una collezione che si caratterizza da un’elevata sensibilità ambientale, disponibile sia nella versione bagno che cucina. I miscelatori sono realizzati con tecnologie innovative che garantiscono il massimo risparmio nel consumo di acqua grazie al regolatore dinamico di portata. La tecnologia Nobili WaterSaving dimezza infatti il consumo d’acqua frenando l’apertura della leva in corrispondenza con la metà della portata; superata la lieve resistenza, il miscelatore sarà libero di erogare la totalità della portata.

ABC di Nobili Rubinetterie è inoltre caratterizzato da un limitatore di temperatura (Nobili EcoFresh), che evita pericolosi rischi di scottatura diminuendo al contempo il consumo di acqua calda, e da un limitatore di energia (Nobili EnergySaving), che permette l’apertura dell’erogazione con leva in posizione centrale direttamente in acqua fredda, anziché miscelata, evitando l’accensione della caldaia ed il consumo di acqua calda.

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ABC utilizza la cartuccia Nobili Widd da 35 millimetri e un sistema a frizione dei dischi ceramici (Nobili LiveDrive) che evita il frizionamento dei dischi quando la leva di miscelazione viene ruotata in posizione di chiusura, riducendo l’usura delle piastrine e garantendo un movimento morbido della leva.

La collezione Sky è equipaggiata con componenti di prima qualità, come l’aeratore Neoperl Cascade che assicura una miscelazione ideale tra acqua ed aria aumentando la forza del getto pur riducendo la quantità di acqua erogata (nella confezione presente un secondo aeratore con portata limitata a 5 litri/minuto).

I valori di cromatura superiori allo standard offrono al prodotto una finitura brillante e lucente, impreziosita dalla finitura effetto metallico del nuovo flessibile in plastica Parigi Parinox Softpex, dalle superiori proprietà igieniche interne, dall’ottima resistenza a temperatura e pressione, e maggiore flessibilità rispetto ai tubi in PE-X tradizionale. La particolare superficie liscia evita l’attorcigliamento tipico dei flessibili tradizionali.

Una flangia di supporto accompagna tutti i miscelatori cucina, aumentando sensibilmente la stabilità e riducendo le eventuali oscillazioni causate da superfici particolarmente sottili.

Giambellini nel consiglio dei Termoidraulici di Confartigianato

Giacinto Giambellini
Giacinto Giambellini

Il vicepresidente di Confartigianato Imprese Bergamo e rappresentante dell’Area Impiantistica Giacinto Giambellini è stato eletto nel consiglio Nazionale dei Termoidraulici di Confartigianato Imprese. La nomina è avvenuta in occasione dei rinnovi delle cariche della Federazione Confartigianato Impianti e dei Gruppi di Mestiere, che hanno visto anche l’elezione di Claudio Pavan alla Presidenza della Federazione Confartigianato Impianti per i prossimi quattro anni. Alla presidenza dei termoidraulici è stato eletto Dario Dalla Costa (Veneto), mentre i consiglieri, oltre a Giambellini, che è anche presidente regionale della categoria, sono Fabio Bosticco (Piemonte), Luigi Ficelo (Puglia), Filippo Luna (Marche). Grande soddisfazione è stata espressa a Giambellini da tutta la dirigenza di Confartigianato Imprese Bergamo.

Giacinto Giambellini
Giacinto Giambellini

Accordo tra Finco e Sace per l’internazionalizzazione

Carla Tomasi

Export e internazionalizzazione per le piccole e medie imprese al centro dell’accordo tra Sace e Finco, la Federazione industrie prodotti impianti servizi ed opere specialistiche per le costruzioni e la manutenzione. L’intesa agevolerà le aziende associate a Finco nella fruizione dei servizi offerti da Sace e Simest, Polo unico per l’export e l’internazionalizzazione del Gruppo Cdp. L’intento è favorire la crescita internazionale delle aziende associate attraverso iniziative congiunte volte a garantire un più facile accesso ai prodotti assicurativo-finanziari offerti da Sace, attrarre nuovi buyers esteri e favorire il coinvolgimento delle imprese aderenti in progetti di export di filiera. Finco, con 38 associazioni federate, rappresenta oltre 5.000 aziende, prevalentemente pmi, che tramite l’accordo, avranno accesso a prodotti e servizi di Sace, anche per progetti di export di filiera, tra cui finanziamenti per l’internazionalizzazione; agevolazioni sui tassi d’interesse; assicurazione delle vendite dal rischio di mancato pagamento; partecipazione al capitale per piani di sviluppo esteri; sostegno e protezione degli investimenti esteri; garanzie fideiussorie per gare e commesse; anticipazione dei crediti vantati verso i clienti italiani ed esteri tramite il factoring.

«L’ accordo avvalora l’importanza della sinergia tra il mondo imprenditoriale e le società del Gruppo Cdp», secondo il presidente di Sace Beniamino Quintieri. «Le imprese aderenti alle Associazioni federate hanno una dimensione media ridotta», ha rilevato la presidente Finco, Carla Tomasi. «Al momento la quota lavori svolti all’estero è di poco superiore al 10%. Confidiamo che tale percentuale possa raddoppiare nel triennio».

Carla Tomasi
Carla Tomasi

Festival Edilizia Leggera, Fassa Bortolo c’è

Fassa Bortolo sarà in prima linea al Festival Edilizia Leggera di Vicenza, in programma da venerdì 11 novembre a domenica 13, portando novità importanti sul risparmio energetico e il restauro. Per il mondo delle finiture, l’appuntamento di Vicenza è considerato uno dei più importanti da segnare in calendario. Fassa Bortolo, che al colore ha dedicato gran parte della sua ricerca, tanto per gli spazi abitativi interni quanto per le facciate esterne, non poteva di certo mancare alla kermesse. E lo fa in grande stile, presentando l’ultimo nato “Sfide d’arte”, il nuovo ambizioso progetto che prevede una linea di decorativi per interni, facili da applicare, che permettono di arricchire, impreziosire e rendere unici gli spazi in cui viviamo.

“Sfide d’arte “si compone di due linee: “Ricordi”con i suoi “Materia”, “Marmo” e “Stucco”, tutte finiture decorative minerali a base calce, ad elevata traspirabilità; e “Desideri”, con i suoi “Luce”, “Perla”, “Cristallo”, “Minerale” e “Velo”. Gli ambienti prendono vita grazie a colorazioni che spaziano da tinte neutre ad accese, da sfumature minimali a più eccentriche con i più svariati effetti materici. Nell’ambito del colore, Fassa presenta anche Green Vocation, la linea di finiture per interni “solvent free”, studiata nel rispetto del privato utilizzatore, degli applicatori e dell’ambiente. Tra i vari prodotti, spicca Pothos 003, un’innovativa idropittura “mangia formaldeide”, frutto della ricerca e innovazione dell’azienda. Nel settore del risparmio energetico, Fassa presenta invece la nuova Lastra Silvertech 031 In Eps additivata con grafite, che permette di migliorare le prestazioni termiche anche utilizzando spessori ridotti, e Mastrosistema, un’interpretazione di restauro in chiave energetica.

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Con Fakro un pozzo di luce naturale in casa

Quattro finestre da tetto inondano di luce lo spazio principale di una villa di nuova costruzione: anche questa volta Fakro è protagonista di una soluzione architettonica personalizzata. Situata in posizione panoramica sui colli ai piedi delle Alpi Carniche e Giulie, la compatta villa unifamiliare recentemente realizzata in località Qualso, a Reana del Roiale (Udine), è un esempio di come l’uso di serramenti da tetto possa trasformare radicalmente l’ambiente domestico. L’edificio presenta un impianto regolare e si sviluppa su due livelli, di cui quello superiore è quasi interamente occupato da un luminoso living con caminetto, aperto verso l’ampia cucina: sopra il pavimento grigio, le candide pareti proseguono con l’orditura del tetto in legno, anch’essa completamente bianca per esaltare la luce che penetra dall’alto.

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L’elemento caratterizzante della composizione sono le quattro aperture presenti sulla copertura, che inondano il principale spazio della vita quotidiana con una piacevole e calda luminosità, mettendo in risalto componenti d’arredo scelte con cura, negli stili moderno e tradizionale. La presenza di un foro rettangolare sul pavimento, chiuso da una vetrata calpestabile, porta la luce del sole fino al disimpegno sottostante. L’intera casa sembra organizzarsi attorno a questo vero e proprio “pozzo” di luce naturale, che la attraversa in verticale creando la sensazione di trovarsi all’aperto pur restando all’interno. “La ricerca della massima luminosità negli ambienti domestici è stata la principale richiesta del committente”; spiega il progettistaPaolo Gervasi, che aggiunge: “Abbiamo perciò pensato di sfruttare le potenzialità della copertura in legno, che caratterizza il salone della villa, inserendo quattro finestre – una per ciascuna delle falde – in prossimità del colmo. La luce zenitale enfatizza le qualità dello spazio interno, mettendolo in diretta comunicazione con il cielo. Grazie al foro praticato nel pavimento siamo riusciti anche a illuminare il locale cieco sottostante, creando una suggestiva continuità visiva fra tutti i livelli dell’edificio”.

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Come sono state le finestre? “L’impresa incaricata dei lavori ha proposto di utilizzare i prodotti Fakro, che si sono rivelati ideali per questo tipo di installazione, molto curati dal punto di vista tecnico e ben inseriti nel contesto architettonico. Data la loro altezza abbiamo optato per la motorizzazione radiocomandata del sistema di apertura. Il committente è estremamente soddisfatto della soluzione realizzata e, come professionista, ritengo che queste finestre Fakro siano all’altezza delle aspettative anche sotto il profilo della funzionalità e della sicurezza. Aggiungo che sono state installate altre due finestre dello stesso modello, una in corrispondenza del portico e l’altra sulla copertura del garage”.

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Tecnologia all’avanguardia per la massima praticità d’uso

Adatte per l’installazione su falde di copertura con pendenza compresa fra 15° e 90°, le finestre a bilico Fakro Ftu-V U3 sono tutte prodotte con legno di pino di altissima qualità, incollato a strati e impregnato sottovuoto, protette esternamente con tre mani di rivestimento poliuretanico di colore bianco che crea una superficie duratura e perfettamente liscia. Caratterizzate da un’estetica pulita ed accattivante, queste finestre presentano l’innovativo sistema topSafe che, oltre a rinforzare la struttura, svolge un’imprescindibile funzione anti-effrazione, a tutela della sicurezza degli abitanti. L’anta dispone del sistema di ventilazione automatico V40P, che assicura un ricambio dell’aria fino a 49 m³/h senza la necessità di aprire la finestra. Anche il sistema di movimentazione è estremamente evoluto: Fakro Ftu-V U3 è infatti dotata del sistema domotico Z-Wave che, tramite radiocomando, permette l’apertura e la chiusura nonché la gestione degli accessori.  Oltre al sensore pioggia, che aziona la chiusura automatica del battente, le quattro finestre del salotto sono in più accessoriate con l’avvolgibile esterno elettrico ARZ Z-Wave, che svolge ulteriori funzioni: protegge dal calore eccessivo in estate, consentendo anche il totale oscuramento del vano, e limita le perdite di calore in inverno riducendo al contempo i rumori dall’esterno. Il vetrocamera 4H-16-4T – riempito di gas nobile argon e dotato di vetro esterno temperato – e le 4 guarnizioni di tenuta incrementano le già notevoli prestazioni, tanto che  FTU-V U3 giunge a garantire una trasmittanza termica (Uw) di 1,2 W/m²K e un isolamento acustico (Rw) di 32 dB.

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Giffoni Multimedia Valley, la star è l’argilla espansa Leca

Le soluzioni Leca per la Giffoni Multimedia Valley. Una nuova struttura di oltre 40mila metri quadrati, unica in Europa, per fare del Salernitano una vera e propria culla per l’arte e la cultura. Il Giffoni Film Festival sta per concretizzare un sogno con il contributo delle soluzioni leggere, isolanti e resistenti a base di argilla espansa Leca, scelte appositamente per offrire prestazioni al top per quanto riguarda isolamento termico, acustico e resistenza al fuoco. Sebbene la sua storia affondi le radici nell’epoca dell’Impero Romano, il Comune di Giffoni Valle Piana (provincia di Salerno) è conosciuto in Italia e nel mondo soprattutto per il Giffoni Film Festival. Ideata nel 1971 dall’allora diciottenne Claudio Gubitosi, che ne è ancora oggi il direttore artistico, la kermesse cinematografica è anche una delle più floride attività economiche per questa cittadina di poco più di 12.000 abitanti. Ogni estate, il flusso di turisti e l’attenzione mediatica va in crescendo, quindi dal 2009 il brand dell’evento è stato aggiornato in Giffoni Experience, che secondo Gubitosi ne esprime meglio le varie sfaccettature del suo potenziale.

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Il cantiere

La Giffoni Multimedia Valley è un progetto al quale Gubitosi lavora addirittura dal 1980. All’indomani del disastroso terremoto che colpì la Campania e la Basilicata, il patròn del Festival chiese di destinare parte dei fondi stanziati per la ricostruzione alla realizzazione di un centro polivalente, capace di accogliere i giovani, ma anche gli uffici della rassegna, provvisoriamente trasferiti a casa sua. Per oltre 35 anni, la marcia verso la realizzazione di quello che in origine era solo uno schizzo fatto a mano libera da Gubitosi sul foglio di un quaderno a righe è proseguita con un’estenuante serie di annunci, approvazioni e stop improvvisi.  L’ultimo, in ordine di tempo, si è avuto lo scorso anno; l’ennesimo intoppo è andato a gravare su un cantiere aveva già subito dei ritardi a causa del ritrovamento di alcuni resti di mura antiche durante gli scavi; la vicenda politica si è quindi sbloccata nel maggio 2016 con l’elezione del nuovo Sindaco di Giffoni Valle Piana. Attualmente, lo stato di avanzamento dei lavori è tra il 70% e l’80%, quindi Gubitosi conta di tagliare il nastro di inaugurazione per la prossima edizione, in programma nell’estate del 2017.

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Vista del cantiere dall’alto

Quella in via di costruzione sarà infatti la più grande area di creatività e cultura nel Sud d’Italia, un incubatore di idee e progetti innovativi, che si estenderà su una superficie di oltre 40.000 , suddivisi in due segmenti. Un edificio su tre livelli che prevede due sale cinematografiche, la prima di 392 m², con 238 posti a sedere, e una di 280 m², con 171 posti. Nella struttura è prevista la realizzazione, al secondo piano, di due sale espositive, rispettivamente di 340 m² e 280 m². Vi saranno, inoltre, una biblioteca di circa 300 m², una mediateca e una sala multimediale di altri 240 m². “Entrambe le sale cinematografiche – spiega Gubitosi – saranno dotate dei più moderni e sofisticati impianti acustici e di proiezione. Una delle due, infatti, sarà attrezzata con un impianto Dolby Atmos, di qualità eccellente e presente in pochissime strutture in Italia, mentre l’altra con un impianto Dolby 7.1, anch’esso di ottima qualità. La seconda struttura, denominata “cannocchiale” in quanto richiama simbolicamente un cannocchiale che scruta Giffoni, si sorregge interamente su “tripodi” in acciaio alti circa 10 m, mentre l’intera struttura avrà un’altezza di circa 23 m. Per costruire questa struttura serviranno, complessivamente, 20.000 bulloni e circa 400.000 kg di acciaio. All’interno dell’area, su due livelli, vi saranno il Museo, la Cineteca, sale polifunzionali ed un centro direzionale con uffici per il personale”.

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Operaio al lavoro

Un’opera veramente ambiziosa, progettata dalla società di Ingegneria Stcv srl di Napoli. I lavori sono affidati all’Ati composta da Rrc Costruzioni di Sarno (Sa) e Cicalese Impianti di Salerno. Nella realizzazione della nuova Giffoni Multimedia Valley, l’impresa appaltatrice Rcm Costruzioni ha fatto ricorso a diverse soluzioni a base di argilla espansa Leca: murature ad alte prestazioni in Lecablocco (produzione LecaSistemi),  massetti e sottofondi leggeri e isolanti (produzione Laterlite).  I prodotti a base di argilla espansa Leca sono stati scelti per coniugare esigenze fondamentali in questa realizzazione quali le prestazioni statiche, termiche, acustiche e di comportamento al fuoco, quest’ultime due di cruciale importanza in un edificio destinato a fare da polo di attrazione per varie forme di spettacolo. L’impresa esecutrice dei lavori ha scelto i prodotti Leca sia per la loro riconosciuta qualità, già nota per averla testata in cantieri precedenti, sia al fine di ottenere per ogni singolo aspetto dell’intervento il massimo livello di prestazioni disponibili. A questo si aggiunge il valore che Leca offre all’impresa per quanto riguarda l’assistenza tecnica e la consulenza sia nella fase di esame del progetto che successivamente in cantiere nella fase di realizzazione dell’opera.

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La malta universale LecaLite

Per quanto riguarda i prodotti Laterlite da sottofondo e massetto, gli ambiti applicativi più significativi sono stati due: in copertura e nei solai interpiano.  In copertura è stata utilizzata l’argilla espansa sfusa Leca in granulometria 3-8, abbinata ad uno strato di pannelli polistirene espanso avente funzione di strato isolante, per circa 480 m3 complessivi di materiale sfuso. Pompata in sede con facilità grazie alla sua leggerezza, l’argilla espansa Leca sfusa garantisce ottimi valori di resistenza meccanica. Il suo impiego è estremamente interessante nella realizzazione di strati di isolamento termico grazie al basso valore di conducibilità termica certificato (λ = 0,09 W/mk). Nella realizzazione dei solai interpiano – per una superficie complessiva di circa 3.000 m² – è stato utilizzato il classico “pacchetto completo” Laterlite, composto da Lecacem Mini per il sottofondo, Calpestop Super 5 come isolante acustico, Lecamix Forte per il massetto di finitura. Per la realizzazione del sottofondo, alleggerito e resistente, sono stati utilizzati circa 350 m3 di Lecacem Mini, premiscelato leggero ed isolante ad elevata resistenza alla compressione e particolarmente adatto anche per gli impegni più gravosi. Per garantire l’isolamento acustico al calpestio è stato impiegato Calpestop Super 5 su tutti i 3.000 m2 di superficie interessata, materassino elastico in polietilene espanso reticolato chimicamente a cellule chiuse studiato appositamente per completare la prestazione del sistema sottofondo Laterlite. Per il massetto di finitura, infine, sono stati usati circa 220 m³ di LecaMix Forte, prodotto le cui elevate prestazioni lo rendono ideale per pose monostrato e per la realizzazione di ampie superfici senza l’uso di reti e/o di giunti di contrazione.

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LecaCem Mini e Leca Mix Forte

Le murature perimetrali e le tramezzature interne dell’intera nuova struttura sono in Lecablocco, blocchi di argilla espansa Leca. Vista la destinazione d’uso della struttura e i relativi regolamenti antincendio cui ottemperare, sono stati scelti gli elementi Lecablocco Tagliafuoco Facciavista, nel formato B15x20x50 nelle versioni sia “due fori” che “tre pareti” per complessivi 1.500 m2 circa di muratura. Lecablocco Tagliafuoco Facciavista è un elemento modulare costituiti da calcestruzzo alleggerito con argilla espansa Leca studiato per realizzare murature ad elevate prestazioni di resistenza al fuoco; la finitura Facciavista presenta una superficie finita che non necessita di intonaco o altro. Nel caso specifico i due elementi hanno Classe di resistenza al fuoco di, rispettivamente, Ei 90 ed Ei 120, e quindi permettono di ottemperare ai requisiti imposti dalla legislazione vigente in materia.     Per quanto riguarda le tramezzature interne, invece, sono sati utilizzati gli elementi Lecablocco Tramezza Lecalite, nei formati Lecalite T8x28x55sp e Lecalite T10x28x55sp, entrambi nella versione “semipieno”, utilizzati per circa 1.000 m2 di pareti. Il Lecablocco Tramezza Lecalite è un manufatto in calcestruzzo alleggerito con argilla espansa Leca studiato in basso spessore (8-10-12 cm) e con un sistema di collegamento ad incastri su tutti e quattro i lati (la cui planarità della superficie e l’assenza di giunti di posa permettono di costruire una parete in modo facile e veloce) con una molteplicità di caratteristiche tecniche adatte a diversi impieghi. Tra le caratteristiche principali, solidità e robustezza, alte prestazioni di resistenza al fuoco in bassi spessori, alto potere fonoisolante, leggerezza e facilità di posa.

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Il progetto del Giffoni Multimedia Valley

Il cantiere di Giffoni e le scelte dell’impresa sottolineano la qualità e le prestazioni dell’argilla espansa Leca, l’inerte leggero e isolante per eccellenza, materiale naturale, ecologico ed inalterabile nel tempo. Grazie all’estrema flessibilità d’impiego e alla facilità d’applicazione, sia gli elementi costruttivi che i premiscelati leggeri, resistenti e isolanti a base di argilla espansa Leca offrono soluzioni in grado di soddisfare pienamente i requisiti di prestazione acustica e di comportamento al fuoco richiesti dalla legislazione vigente per questo tipo di interventi. A tutto questo, la leggerezza intrinseca del prodotto e le modalità di fornitura dei diversi prodotti apportano vantaggi anche alla fase di posa in opera e in generale più praticità in cantiere. Il progetto di Giffoni dimostra, ancora una volta quindi, l’eccezionale versatilità dei prodotti leggeri, resistenti e isolanti a base di argilla espansa Leca, uno strumento prezioso per la realizzazione di opere ad elevato tasso di complessità tecnica.

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Uno scorcio di quel che sarà il Giffoni Multimedia Valley

 

(Per le immagini si ringraziano il Giffoni Film Festival e l’impresa Rcm Costruzioni)