Innovazione e sostenibilità si incontrano nella nuova linea di isolanti in fibra di legno, progettata per garantire efficienza energetica, comfort abitativo e rispetto per l’ambiente.
Soprema, leader mondiale nelle soluzioni per l’edilizia nell’impermeabilizzazione e nell’isolamento termico e acustico, è orgogliosa di annunciare il lancio della nuova gamma Pavatex.
Questa moderna linea di isolanti in fibra di legno rappresenta un passo significativo verso l’eccellenza in termini di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica, due pilastri fondamentali per la costruzione del futuro.
La nuova gamma Pavatex
La nuova gamma Pavatex è stata sviluppata per rispondere alle esigenze di un mercato sempre più attento alla sostenibilità. Lo stabilimento di produzione rappresenta un modello di innovazione tecnologica e attenzione all’ambiente.
Soprema | La nuova gamma Pavatex
La produzione si avvale di materie prime provenienti da foreste locali gestite in modo sostenibile, garantendo l’uso responsabile delle risorse naturali. Queste foreste sono curate secondo i più alti standard ambientali, dettati dalla certificazione internazionale Pefc, assicurando che il legno utilizzato sia rinnovabile e la biodiversità sia protetta.
Prestazioni al top
L’approccio di Pavatex non solo riduce l’impatto ecologico dell’azienda, ma assicura anche che i suoi prodotti offrano adeguate prestazioni per un isolamento termico e acustico ottimale, contribuendo a edifici più efficienti e rispettosi dell’ambiente.
Grazie alla loro innovativa capacità di accumulare calore durante il giorno e rilasciarlo gradualmente durante la notte, i pannelli garantiscono un comfort termico efficace, riducendo al contempo le dispersioni di calore e migliorando l’efficienza energetica degli edifici.
Normative ambientali
La nuova gamma Pavatex risponde anche alle normative ambientali più stringenti.
Questi isolanti, infatti, aiutano a ridurre le emissioni di gas serra, rendendo gli edifici più sostenibili e in linea con i Criteri Ambientali Minimi (Cam) richiesti dal mercato italiano.
La gamma è dotata anche di Certificazioni Epd (Dichiarazione Ambientale di Prodotto).
Conducibilità termica e versatilità
Dal punto di vista tecnico, i pannelli Pavatex si distinguono per la loro buona conducibilità termica. Inoltre, la struttura densa e porosa dei pannelli offre un efficace isolamento acustico, proteggendo gli ambienti interni dal rumore esterno.
Soprema | La nuova gamma Pavatex
Queste caratteristiche rendono Pavatex una soluzione ideale non solo per nuove costruzioni, ma anche per interventi di ristrutturazione, garantendo un comfort abitativo superiore e un notevole risparmio energetico.
La facilità di installazione e la versatilità di applicazione della gamma Pavatex, inoltre, la rendono la scelta ideale per architetti, ingegneri e costruttori che cercano di coniugare efficienza energetica, sostenibilità e design innovativo.
I pannelli sono disponibili in una varietà di formati per soddisfare diverse esigenze progettuali, permettendo un’integrazione armoniosa in qualsiasi progetto architettonico.
Winkler | Le membrane impermeabilizzanti innovative e sostenibili
Winkler | Le membrane impermeabilizzanti innovative e sostenibili
Soluzioni pronte all’uso, altamente performanti con un ottimo rapporto qualità-prezzo. I prodotti impermeabilizzantiWinkler, tutti a base acqua e senza solventi, offrono innovazione e semplicità di utilizzo, ma soprattutto la garanzia di risultati certi e duraturi nel tempo.
Le membrane liquide 2021 e 2021 Fiber
Nella vasta gamma di soluzioni specialistiche per l’impermeabilizzazione create da Winkler, le membrane liquide 2021 e 2021 Fiber occupano un posto di grande rilievo.
Racchiudono infatti tutta la tecnologia dei prodotti Winkler in termini di caratteristiche qualitative e prestazionali con un eccellente rapporto qualità – prezzo che le rende molto apprezzate dai professionisti dell’impermeabilizzazione.
2021
2021 è una membrana liquida elastomerica, colorata, a base acqua, resistente al ristagno per la protezione di superfici dove siano richieste ottime caratteristiche di impermeabilizzazione ma anche un gradevole aspetto estetico.
Protegge e impermeabilizza calcestruzzo, fibrocemento, legno, pietre naturali, manti bituminosi ammalorati, manufatti in calcestruzzo e mattoni.
2021 offre eccezionale resistenza ai raggi UV e alle alte o basse temperature.
È pronto all’uso e garantisce un impatto ambientale pressoché nullo.
2021 Fiber
2021 Fiber è una membrana liquida elastomerica fibrorinforzata a base acquosa, colorata e resistente al ristagno.
Winkler | 2021 Fiber
La versione Fiber rappresenta in sostanza l’evoluzione tecnica della membrana 2021. Le fibre, perfettamente bilanciate con i polimeri speciali, permettono l’impermeabilizzazione di sottofondi scabri e anche soggetti a movimenti, senza la necessità di laboriosi interventi di armatura. Il prodotto è totalmente privo di solventi organici, a tutto vantaggio dell’ambiente e della salute dell’uomo.
2021 Fiber è un prodotto specificatamente formulato per applicazioni anche in mano unica, su superfici che presentano alterazioni che, per essere risolte, richiederebbero numerose applicazioni per realizzare un sufficiente strato impermeabilizzante.
Le sue caratteristiche uniche assicurano un’ottima applicabilità anche ad alto spessore e conferiscono al film una struttura interna perfetta per distribuire in modo omogeneo le tensioni del sottofondo anche nelle condizioni di esercizio più difficili.
Anche il 2021 Fiber è applicabile su tetti in calcestruzzo, lastre in fibrocemento, pannelli di legno, balconi e terrazze non transitabili, tettoie in calcestruzzo, vecchi manti bituminosi e solai.
La tecnologia Winkler Safe
Come tutti i prodotti Winkler, anche le membrane liquide 2021 e 2021 Fiber sono state formulate seguendo i principi della filosofia Winkler-Safe: soluzioni a base acqua senza solventi che hanno a cuore la salute dell’uomo e dell’ambiente.
Soluzioni a basso impatto ambientale che sono apparsi per la prima volta nel mercato nel lontano 1996, permettendo a Winkler di anticipare quelli che sarebbero diventati i principi della transizione ecologica.
Winkler | Membrane innovative e sostenibili
Negli anni Winkler non si è limitata alla realizzazione di questi prodotti, ma è intervenuta anche sulla catena di produzione scegliendo le materie prime più avanzate e investendo in impianti produttivi che permettessero un ciclo produttivo con zero impatto ambientale. I prodotti Winkler sono oggi apprezzati in tutto il mondo anche grazie alla soddisfazione delle più stringenti certificazioni tecniche e ambientali.
Lo scorso sabato 5 ottobreEclisse ha festeggiato 35 anni di attività con un evento esclusivo dedicato ai dipendenti e alle loro famiglie.
Eclisse | Festa per i 75 anni di NOI
Un’occasione speciale che ha visto la partecipazione di oltre 500 persone e ha reso omaggio al contributo dei collaboratori, confermando il legame profondo che unisce l’azienda alla comunità e al territorio.
Porte aperte alle famiglie
L’azienda, specializzata nella produzione di controtelai per porte a scomparsa e filomuro, ha aperto per un giorno le porte di tutti i propri stabilimenti ai dipendenti e alle loro famiglie. Durante la giornata si sono tenuti tour guidati in cui si potevano visitare i reparti produttivi dove nascono tutte le soluzioni d’avanguardia per porte e finestre.
Eclisse | Festa per i 75 anni di NOI
L’evento NOI – Nuovi Orizzonti Insieme – si è concluso in serata con una grande festa presso il nuovo stabilimento di Pieve di Soligo. La serata ha visto la partecipazione di numerosi ospiti con spettacoli e intrattenimenti anche per i più piccoli.
Costruire ogni giorno qualcosa di grande
Daniela De Faveri, Amministratrice Delegata di Eclisse, ha dato inizio alla serata con un discorso di ringraziamento rivolto ai dipendenti:
«Oggi celebriamo un traguardo importante: i 35 anni di Eclisse. Questa festa è un riconoscimento per voi che con il vostro impegno avete reso possibile questo successo. Stiamo progettando il futuro insieme, guardando oltre con fiducia e determinazione. NOI significa scegliere di costruire ogni giorno qualcosa di grande».
Eclisse | Festa per i 75 anni di NOI
Sostegno al territorio e sostenibilità
Durante l’evento, non solo sono stati celebrati i traguardi dell’azienda, ma è stato ribadito l’impegno verso la sostenibilità e il sostegno al territorio.
In linea con questi valori, l’azienda supporta attivamente oltre 70 associazioni sportive e culturali, confermando il suo ruolo come parte integrante della comunità locale.
Eclisse | Festa per i 75 anni di NOI
In occasione di questo evento, Eclisse ha avviato una collaborazione con Vaia, la startup nata in risposta alla devastante tempesta del 2018. L’azienda ha acquistato oltre 200 dispositivi Vaia Cube, amplificatori per smartphone realizzati con il legno recuperato dalle foreste devastate. Ogni dispositivo contribuirà alla riforestazione delle Dolomiti, con la piantumazione di un albero per ogni amplificatore distribuito.
Questa iniziativa fa parte di un percorso più ampio verso un modello di business che permetta non solo il sostentamento dell’impresa nel lungo periodo, ma che sia attento anche all’ambiente e al benessere sociale.
Il nuovo stabilimento
La serata è stata anche l’occasione per presentare il nuovo stabilimento, 12 mila metri quadri di superficie dove nuove idee, progetti e soluzioni prenderanno forma. Non solo un investimento infrastrutturale, ma un complesso che vedrà la nascita di una mensa aziendale di 900 metri quadri e di un’ala per bambini di 300 metri quadri per le attività dopo scuola con un’area verde dedicata.
Eclisse | Festa per i 75 anni di NOI
Oltre alla sede italiana, Eclisse è presente con filiali in Francia, Polonia, Austria, Repubblica Ceca, Spagna, Slovacchia, Brasile, Germania, Romania e Regno Unito. Il gruppo ha chiuso l’esercizio 2023 con un fatturato globale pari a oltre 80 milioni di euro.
Appartenuta alla famiglia dei conti Nogarola, Villa Nogarola a Castel D’Azzano (Verona) è stata recentemente oggetto di un intervento di ristrutturazione che ha interessato la copertura dell’ala Nord costituita da un’orditura in legno e tavelline in laterizio di epoche diverse.
In base a un attento studio preliminare si è intervenuti realizzando interventi consolidanti alle capriate e alle strutture principali e secondarie recuperabili, mentre gli elementi lignei compromessi sono stati sostituiti con travi di equiparabile fattura, operando un risanamento conservativo rispettoso della storicità del manufatto.
Eseguita dalla ditta Lavelli Costruzioni di Peschiera del Garda su commissione del Comune di Castel D’Azzano, con la Direzione dei lavori dell’architetto Adolfo Butturini, la ristrutturazione ha visto la sostituzione integrale dell’orditura di travetti su cui poggiano le tavelline in laterizio, che risultavano ammalorate e sottodimensionate per i canoni attuali.
Le tavelle forate di tipo industriale anni ‘70 sono state completamente sostituite da tavelline in cotto tipo “fatte a mano” per ridare dignità al sottotetto, che potrà così essere lasciato a vista per gli utilizzi futuri.
Il sottotetto prima dell’intervento
Le tavelle storiche in buono stato sono state invece recuperate e riutilizzate in due locali del corpo centrale, ricreando l’effetto antico e privilegiando la coerenza nell’aspetto a vista degli ambienti sottotetto.
Sulla struttura portante della copertura restaurata, previa stesura del telo traspirante Elytex-N, è stato posato il sistema termoisolante ventilato Isotec di Brianza Plastica, di spessore 80 millimetri e passo 36,5 centimetri, al cui correntino sono stati agganciati bicoppi di canale.
I bicoppi, abbinati a coppi di coperta anticati, sono stati scelti per la loro maggiore stabilità sia in fase di cantiere – facilitando la pedonabilità – che per la successiva fase in opera, come fermo supporto per i coppi di coperta.
Il sistema Isotec ha permesso di procedere speditamente nell’esecuzione del pacchetto di copertura poiché, con un unico passaggio di posa, consente di realizzare un impalcato portante, isolante e ventilato, che funge da seconda impermeabilizzazione in caso di rottura accidentale del manto, oltre ad assolvere la funzione di supporto per le tegole.
«Il sistema Isotec, posato completamente a secco, con le opportune accortezze inerenti la regolazione dei tirafondi consente di gestire con semplicità la non perfetta planarità delle strutture di coperto, nate per le tavelline e non per un assito, e quindi non perfettamente piane, ottenendo un’opera eseguita a regola d’arte», spiega l’architetto Bruno Maffezzoli, Direttore tecnico per i restauri dell’impresa Lavelli Costruzioni.
«Inoltre consente di lavorare in sicurezza sul piano in tavelline di cotto, perché, partendo con la posa dei pannelli dalla gronda e risalendo verso il colmo, le maestranze possono muoversi sul piano appena posato anziché sul fragile piano in cotto, evitando danni allo stesso e possibili infortuni».
«Un’altra particolarità dell’opera», continua Maffezzoli» è certamente la presenza del tratto di merlatura sulla testa del corpo costruttivo, che ha richiesto un trattamento particolare per gestire il deflusso delle acque meteoriche, con la realizzazione di una scossalina di lattoneria molto larga e alta, per far sì che la pioggia possa facilmente essere incanalata agli scarichi o, nel caso di intasamento degli stessi, possa tracimare all’esterno della merlatura prima di infiltrarsi sotto i manti impermeabilizzanti. La larga fascia in lattoneria, che ha richiesto l’eliminazione dei correntini dei pannelli per mantenerla sul piano di scolo dell’acqua, facilita future manutenzioni (pulizia guano, etc.) senza che sia necessario il calpestìo dei coppi».
Il sistema Isotec, grazie alle sue prestazioni termiche λD=0,022 W/mK, consente di realizzare un performante isolamento termico, coadiuvato dagli effetti benefici della ventilazione sottotegola.
Per creare il passaggio costante d’aria vengono utilizzati i vari elementi di completamento del sistema, come le staffe portacolmo al vertice delle falde. La ventilazione naturale favorisce la rapida asciugatura degli elementi in laterizio d’inverno e il rapido deflusso di umidità e condensa, mentre d’estate fa scorrere via il calore in eccesso originato dall’irraggiamento solare diretto. Il risultato è un clima abitativo protetto e piacevole negli ambienti sottotetto.
Completa la lavorazione la posa di coppi anticati, che contribuiscono a rendere piacevole e armonico l’effetto finale della copertura.
LA SCHEDA
Tipologia: Edificio storico Intervento: Intervento di ripristino e efficientamento energetico della copertura Ubicazione: Castel D’Azzano (VR) Committenza: Comune di Castel D’Azzano (VR) Progetto e Direzione lavori: Arch. Adolfo Butturini Impresa: Lavelli Costruzioni snc, Peschiera del Garda (VR) Direttore tecnico dell’impresa: Arch Bruno Maffezzoli, Lavelli Costruzioni snc Isolamento copertura: Isotec di Brianza Plastica – spessore 80 mm – passo 36,5 cm Rivestimento di copertura: Bicoppo di canale con dentelli e coppi di coperta anticati
Business intelligence attraverso l’implementazione di nuovi strumenti per l’analisi dei dati aziendali. Un progetto ambizioso quello annunciato da Thomas Kerschbaumer, presidente Deus, che festeggia i 20 anni di attività, rivela i segreti del successo e le novità didattiche e formative. Infine spiega l’andamento del 2023 e le previsioni per il 2024.
Quali iniziative avete già introdotto o volete intraprendere per il 2024?
Il 2024 è un anno importante per Deus perché quest’anno il nostro consorzio celebra i suoi 20 anni di attività e guarda già ai prossimi 20 anni consapevole che la crescita e lo sviluppo, primo e costante obiettivo del nostro consorzio, sono possibili solo con la costante formazione, che permette di acquisire sempre nuovi strumenti e competenze.
Per questa ragione nel 2024 Deus ha introdotto una importante novità: un calendario di attività formative dedicato alle rivendite del gruppo.
Come è andato il fatturato 2023?
Anche il 2023, come il 2022, è stato un anno peculiare per il nostro mercato, che ha visto una crescita generale ed un aumento di fatturato.
Quali sono le vostre aspettative per quest’anno?
Nel 2024 si prevede una generale leggera flessione.
Avete progetti e/o investimenti in programma?
Abbiamo in programma, oltre allo sviluppo della proposta formativa e di nuovi servizi per i nostri soci ed affiliati, anche un importante progetto di business intelligence attraverso l’implementazione di nuovi strumenti per l’analisi dei dati aziendali.
Ci sono tensioni sui prezzi o su qualche materiale?
La fine del 2023 è stata anche la fine del superbonus e, quindi, per questo 2024 ci aspettiamo un calo dei prezzi, ma per smaltire le rimanenze bisognerà diventare ancora più competitivi.
Quanti dei vostri associati lavorano su progetti legati al Pnrr?
Il comparto delle costruzioni è il destinatario principale dei fondi del Pnrr, tutto il nostro settore ne ha beneficiato e naturalmente anche molti dei nostri soci e affiliati.
C’è qualche criticità che vi preoccupa?
Una delle principali criticità del nostro settore è trovare personale formato. Le competenze necessarie sono molteplici ed è quindi importante informare e formare.
Anche per questo motivo la formazione è il tema cardine che abbiamo scelto per le attività di comunicazione Deus di quest’anno e con il quale abbiamo messo a disposizione delle nostre rivendite il calendario di attività formative.
Punti vendita Deus Italia
Perché una rivendita dovrebbe scegliere di entrare nel vostro consorzio?
Deus crede nel valore delle aggregazioni, ma anche nella tutela delle particolarità territoriali e soprattutto nel valore dei rapporti umani.
Deus lavora con coesione e trasparenza alla ricerca della convergenza nella filiera distributiva e verso i distributori soci e affiliati offre servizi di efficienza e coordinamento di accordi di fornitura e si pone anche come riferimento nelle tematiche di innovazione e sviluppo commerciale.
Quali sono i principali servizi che offrite ai vostri associati?
Deus migliora l’efficienza e l’efficacia delle strutture organizzative dei propri soci e affiliati centralizzando alcune attività primarie come la gestione degli accordi con i fornitori, la ricerca e lo sviluppo dei prodotti, i servizi tecnico-amministrativi e il marketing strategico e operativo.
Avete una piattaforma e-commerce?
No, la gestione e le iniziative di vendita online restano in capo ai singoli gruppi.
A che punto è la digitalizzazione del gruppo?
Deus è consapevole che il futuro delle aziende dipenderà in larga parte dalla capacità di adattarsi alle sfide e alle opportunità del mercato soprattutto in tema di digitalizzazione.
Per questa ragione stiamo lavorando allo sviluppo e alla implementazione di nuovi strumenti informatici e di analisi dei processi ma anche sulla comunicazione e sulla formazione in tema di digitalizzazione.
Quante ore di formazione dedicate all’anno agli associati?
Il calendario formativo Deus 2024 raccoglie le proposte di approfondimenti formativi messi a disposizione, di volta in volta, dai fornitori partner. Ogni settimana Deus aggiorna i propri soci e affiliati sulle novità relative alle proposte formative disponibili a calendario.
Quali argomenti riscuotono più interesse?
Gestione del magazzino, aggiornamenti bonus edili, innovazione digitale, ricambio generazionale.
Identikit
Ragione sociale completa: D.E.U.S. scpa
Sede centrale: Via Monte Baldo 10 – 37062 Dossobuono di Villafranca di Verona (Verona)
Tel: 045 8600920
Fax: 045 8617915
Mail generale: info@deusitalia.it
Dipendenti (del gruppo/consorzio): 3
Fornitori partner: 126
Sito internet: www.deusitalia.it
Tipologia di aggregazione: società consortile per azioni
A sinistra Silvia Chiassai Martini Presidente della Fondazione Cer Italia e sindaco di Montevarchi e, a destra, Luca Beghelli Direttore Marketing e Comunicazione del Gruppo Beghelli
A sinistra Silvia Chiassai Martini Presidente della Fondazione Cer Italia e sindaco di Montevarchi e, a destra, Luca Beghelli Direttore Marketing e Comunicazione del Gruppo Beghelli
E’ stato siglato l’accordo tra Beghelli e Fondazione Cer Italia, un concreto impegno comune a sostegno della partecipazione attiva nelle comunità energetiche da parte di enti locali, cittadini e aziende che si uniscono per generare, consumare e condividere localmente energia rinnovabile, perseguendo l’obiettivo di una parziale autosufficienza energetica.
Obiettivo: autosufficienza energetica
La Fondazione Cer Italia, istituita su iniziativa del Comune di Montevarchi ed Energy Montevarchi Srl, a seguito dell’emanazione del decreto Cacer e delle regole del Gse è la prima Cer ad agire a livello nazionale.
Si può aderire da ogni parte d’Italia, come semplici consumatori, beneficiando di un risparmio fino al 30% sulla bolletta energetica, e come prosumer – produttori e consumatori di energia – se si dispone di superfici su tetti o capannoni per l’installazione di un impianto fotovoltaico, riducendo i costi energetici fino al 60%, grazie all’energia prodotta e autoconsumata e a quella immessa nella Cer ed incentivata.
Beghelli fornirà agli aderenti alla Fondazione la possibilità di usufruire dei servizi di progettazione, realizzazione, collaudo e manutenzione ordinaria di impianti fotovoltaici, a condizioni economiche riservate.
Grazie a questo sistema di condivisione, si crea un tessuto comunitario che ottimizza l’utilizzo di energia rinnovabile, producendo un generale beneficio economico, ambientale, culturale e sociale.
Il presidente Cer e il direttore marketing di Beghelli
«Accolgo con grande entusiasmo la partnership con Beghelli. Il protocollo d’intesa che è stato firmato segna un’opportunità significativa nella promozione di una partecipazione attiva di tutti per la produzione, il consumo e lo scambio di energia provenienti da fonti rinnovabili per tutti e su tutto il territorio nazionale», dichiara la Presidente della Fondazione Cer Italia e Sindaca di Montevarchi Silvia Chiassai Martini.
«Un sentito ringraziamento a Beghelli, da sempre al fianco delle necessità dei cittadini per il miglioramento della qualità della vita, che ha saputo riconoscere il valore della nostra Fondazione e ha deciso di offrire un supporto concreto ai membri della nostra Comunità Energetica, aiutandoli nella scelta più adeguata per i loro impianti fotovoltaici».
«È fondamentale continuare a diffondere la cultura della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Supportiamo le Comunità Energetiche e attraverso partner autorevoli come Fondazione Cer Italia confermiamo il nostro impegno attivo per la transizione verso un futuro energetico sostenibile», afferma Luca Beghelli, Direttore Marketing e Comunicazione del Gruppo Beghelli.
«La nostra tecnologia combina gli impianti fotovoltaici con sistemi di accumulo e domotica. In questo modo si ottimizza la produzione ed il consumo consapevole di energia. Tutto ciò si traduce in autosufficienza energetica, sostenibilità e tutela dell’ambiente».
Secondo il sito di affari immobiliari Idealista, nel terzo trimestre del 2024, i canoni di locazione in Italia hanno continuato a crescere, seppur con un ritmo più moderato rispetto ai periodi precedenti. L’incremento segnalato è dell’1,1%, con un prezzo medio di 14,3 euro per metro quadratio. Su base annua, l’aumento è stato ancora più significativo, con un balzo del 9,8% rispetto allo stesso trimestre del 2023.
Secondo Vincenzo de Tommaso, Responsabile dell’Ufficio Studi di idealista, “nonostante un andamento più lineare dei prezzi a livello nazionale nel trimestre estivo, il mercato delle locazioni è ancora in crisi, in particolare nelle aree urbane e turistiche. Qui, la domanda continua a superare l’offerta disponibile, spingendo i prezzi verso livelli spesso insostenibili. Sebbene il dato trimestrale possa suggerire un equilibrio ritrovato tra domanda e offerta, la realtà è che le difficoltà persistono, evidenziando la necessità di adottare misure per incentivare i proprietari a mettere le loro case sul mercato. È fondamentale rendere il rapporto tra proprietari e inquilini più flessibile ed equilibrato, garantendo al contempo maggiore sicurezza giuridica ai proprietari. Solo in questo modo potremo ampliare rapidamente il patrimonio immobiliare in affitto”.
Case a Milano
Dove costa di pù
Nel terzo trimestre del 2024, il 69% dei 106 capoluoghi italiani ha visto un aumento nei canoni di locazione. Le fluttuazioni di prezzo maggiori verso l’alto si sono registrate a Massa (14,5%), Biella (9,5%) e Piacenza (9%), con altri 43 capoluoghi che hanno riportato aumenti superiori alla media nazionale del periodo (1,1% tra giugno e settembre). All’opposto, gli indici di ribasso più marcati si sono osservati a Potenza (-11,4%), Cuneo (-9,3%), Arezzo e Imperia (-7,1 entrambe) che guidano il gruppo di 22 città con cali dei prezzi dopo i mesi estivi.
Tra i principali mercati, Firenze (6,1%), Palermo (5%), Genova (3,2%), Roma (2,7%) e Bologna (2,1%) hanno registrato ancora significativi aumenti nei canoni di affitto. Torino (1,1%) è in linea con la variazione media italiana del periodo, mentre Napoli (-1,4%), Catania (-0,8%), Milano (-0,4%) e Venezia (-0,3%) hanno mostrato cali nei prezzi.
Nonostante un lieve calo, Milano resta la città più cara d’Italia per gli affitti, con una media di 23 euro per metro quadrato, seguita da Firenze (21,1 euro per metro quadrato), Venezia (19,9), Bologna (17,5) e Roma (16,9). Sul versante opposto, le città più economiche per affittare casa sono Cosenza (6 euro per metro quadrato), Reggio Calabria (5,6) e Caltanissetta, che con 4,9 euro per metro quadrato si conferma la città più conveniente.
La maggior parte delle province monitorate da idealista (63 su 105) ha registrato un aumento dei canoni di affitto rispetto al trimestre precedente. I rialzi più significativi si sono verificati a Rimini (38,9%), Verbano-Cusio-Ossola (19,2%), Caltanissetta (14,9%), Salerno (11,8%) e Como (9,7%), dove le fluttuazioni dei prezzi sono influenzate principalmente dalla domanda turistica o temporanea, come quella generata da lavoratori stagionali o studenti universitari. Questo spiega le variazioni più marcate in queste aree durante questo periodo dell’anno.
Rialzi più moderati si sono registrati nell’hinterland delle principali città metropolitane, con Torino che segna un +2,4%, Roma +2,1%, e Napoli e Milano entrambe a +0,3%.
Al contrario, alcune province hanno visto un forte calo dei canoni, come Arezzo (-21,1%), Teramo (-13,6%) e Gorizia (-10,1%), dove l’alta volatilità dei valori ha fatto scendere sensibilmente i prezzi. In termini di prezzi, Lucca è la provincia con gli affitti più cari d’Italia, con una media di 32,6 euro al metro quadrato, seguita da Belluno (32,1 euro per metro quadrato) e Rimini (29,7). Anche in altre 14 province, i canoni superano la media nazionale di 14,3 euro per metro quadrato, con valori che vanno dai 22,9 euro di Grosseto ai 14,5 di Como. Sul versante opposto, le province più economiche per l’affitto sono Avellino (5,9), Caltanissetta (5,8) ed Enna (5,2).
Regioni
Trentino-Alto Adige (-0,5%), Abruzzo (-1,8%), Molise (-2,7%) e Marche (-5,9%) sono le uniche a vedere una flessione dei prezzi. Aumenti nel resto delle macroaree con i rialzi maggiori in Basilicata (4,3%), Umbria (4%), Veneto (3,4%), Piemonte (3,2%) ed Emilia-Romagna (3,1%). Nelle altre 12 regioni, le variazioni oscillano tra il 2,2% della Campania e lo 0,3% della Calabria.
Il Pnrr svolge un ruolo importante nel mitigare il calo del settore delle costruzioni, che stanno affrontando un decremento significativo della produzione complessiva: secondo il Cresme gli investimenti in rinnovo residenziale crolleranno del 26,5%, mentre la produzione totale scenderà del 7,7%.
Il Pnrr invece prevede un aumento dell’11,4% degli investimenti in opere pubbliche. Nel 2024, 279,1 miliardi di euro saranno destinati a investimenti, manutenzione ordinaria e impianti per le energie rinnovabili.
Tra i progetti molti coinvolgono l’edilizia scolastica, come quello della costruzione della scuola Salvo D’Acquisto a Tortona un esempio di edilizia sostenibile, reso possibile anche grazie al Pnrr.
Esterno
Curato dallo studio di architettura Colucci&Partners, il progetto rientra in un ampio intervento di rigenerazione urbana che prevede la demolizione e ricostruzione dell’edificio scolastico preesistente, con l’obiettivo di realizzare una struttura NZEB con materiali rispondenti alle integrazioni sui Criteri Ambientali Minimi.
Nel progetto intervengono le soluzioni wienerberger per la realizzazione delle pareti perimetrali opache. In particolare sono stati utilizzati i blocchi in laterizio rettificato Porotherm Bio Plan che si è rivelata la soluzione ottimale grazie alla capacità del materiale di coniugare resistenza strutturale e durabilità, garantendo stabilità e sicurezza nel tempo.
Grazie alle proprietà di isolamento termico e acustico, Porotherm Bio Plan contribuisce a migliorare l’efficienza energetica degli edifici, riducendo il consumo energetico per il
riscaldamento e il raffreddamento, e a creare ambienti interni più silenziosi e confortevoli, caratteristiche essenziali per un ambiente scolastico.
Inoltre, i blocchi in laterizio rettificato sono progettati per una facile e veloce posa in opera, riducendo i tempi di costruzione e i costi associati. In più sono conformi ai CAM e contribuiscono alla riduzione delle emissioni di CO2.
«La produzione sostenibile dei blocchi in laterizio, legata all’uso di materiali riciclabili, garantisce il rispetto del progetto nei confronti delle tematiche di sostenibilità ambientale, particolarmente sensibili e di grande attualità, rendendoli una scelta ecologica e responsabile anche nei confronti dell’ambiente», conferma l’architetto Matteo Becucci dello Studio di Architettura Colucci&Partners.
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Caratteristiche del progetto della scuola Salvo D’Acquisto a Tortona
Il nuovo edificio scolastico Salvo D’Acquisto a Tortona si sviluppa su tre livelli e occupa una superficie coperta di 1.435 mq.
Progettato con un’attenzione particolare all’abbattimento delle barriere architettoniche e al comfort degli spazi, risponde ai più elevati standard di sostenibilità ambientale.
Ingresso
Il progetto include sistemi avanzati per l’efficienza energetica tra cui un impianto di riscaldamento a pannelli radianti, pompe di calore per la climatizzazione e un sistema di recupero dell’acqua piovana.
Biblioteca
Inoltre, l’edificio è dotato di un impianto di ventilazione dell’aria primaria per garantire un ambiente sano e confortevole per gli studenti e tutto il personale scolastico.
Il verde è bello, specialmente se è gratis. Secondoi risultati della ricerca commissionata a SWG3 da Casavo, azienda del settore immobiliare, gli italiani hanno aspettative duplici rispetto alla direttiva Casa Green approvata dal Parlamento europeo: riconoscono l’opportunità per il rinnovo del patrimonio residenziale (64%), ma temono rincari sugli interventi e svalutazione delle classi più basse. Il 73% pensa che sarà più costoso ristrutturare un’abitazione (dato in crescita del 7% rispetto al 2023). Inoltre, il 68% ritiene che le case con una classe energetica tra la E e la G subiranno una forte perdita di valore.
Sfide di settore, di fatturato e anche in merito alla digitalizzazione. Tra Gruppi e Consorzi, Baugroup si staglia nel panorama della filiera con piglio deciso: un direttivo nuovo, composto da giovanissimi, i festeggiamenti dei 25 anni di attività, gestire la tensione sui prezzi per un futuro che si prevede difficile.
Quali novità hanno interessato il gruppo Baugroup nel 2023?
Da ottobre 2023, un nuovo consiglio di amministrazione guida le sorti del Gruppo Baugroup, con Philipp Unterhofer come presidente, Irene Sparber, come vicepresidente e Peter Mahlknecht, come membro effettivo del consiglio di amministrazione.
Il nuovo consiglio di amministrazione, composto da giovani imprenditori, porta una ventata di freschezza al gruppo storico altoatesino, puntando non solo su rapporti a medio-lungo termine con fornitori, ma soprattutto sullo scambio continuo di informazioni tra gli associati e relativa coesione.
Quali sono le iniziative del 2024?
Festeggeremo il 25esimo anniversario del gruppo.
Come è andato il fatturato 2023?
Nel 2023 si è registrato un leggero calo a causa del trend negativo delle quotazioni di materiali da costruzione e della domanda piuttosto debole, particolarmente evidente nel terzo e quarto trimestre.
Quali sono le vostre aspettative per quest’anno?
A causa della mancanza di investimenti nel settore pubblico e privato, il 2024 non sarà certamente un anno facile.
A un inizio titubante sono seguiti due mesi forti, ma caratterizzati da una dura guerra dei prezzi. L’obiettivo sarà quello di mantenere i fatturati del 2019.
Come giudicate la redditività del vostro gruppo?
La redditività del nostro gruppo aumenta con la crescente cooperazione tra i singoli membri. In effetti, cresce costantemente da diversi anni.
Nel corso del 2023 avete aggiunto nuovi prodotti o servizi?
No.
Avete investimenti in programma?
All’inizio dell’anno abbiamo investito in una soluzione informatica basata sul cloud, che poi è stata implementata nel giro di poche settimane.
Questo ci ha permesso di ottimizzare la sicurezza dei dati, di consentire un accesso esterno sicuro (home office) e di velocizzare i processi interni.
Il collegamento in rete di tutti i membri tramite il cloud sarà implementato prossimamente e ci permetterà di ottimizzare ulteriormente la comunicazione.
Dettaglio dei punti vendita Baugroup
Rilevate tensioni sui prezzi o su qualche materiale?
Come già accennato, la tensione sui prezzi c’è. È causa della mancanza di investimenti sia nel settore pubblico che in quello privato.
Il superbonus non solo ha fatto esplodere i prezzi di isolanti in maniera esorbitante ma, vista l’estrema domanda, ha anche aperto le porte a produttori stranieri che adesso hanno messo piede sul mercato italiano e non vogliono rinunciare alla loro fetta di torta.
Le poche gare che ci sono perciò sono battaglie all’ultimo centesimo. La crisi in Germania e Austria, poi, contribuisce non di poco, in quanto produttori tedeschi e austriaci si allargano anche sul mercato altoatesino.
Come gestite i listini?
I listini vanno gestiti in autonomia dai singoli associati. L’obiettivo però è quello di centralizzare non solo le condizioni d’acquisto, ma anche i prezzi di vendita.
I bonus si sono ridotti drasticamente: quale impatto vi attendete?
L’impatto si è già rivelato nel secondo semestre del 2023. Il primo quadrimestre è stato caratterizzato da una battaglia per ogni cantiere che secondo noi continuerà almeno fino a metà del 2025.
Quanti dei vostri associati lavorano su progetti legati al Pnrr?
Nessuno.
C’è qualche criticità che vi preoccupa?
La paura di investire che si manifesta ormai da mesi comporta una paralisi del mercato. Tassi di interesse troppo elevati, costi della vita aumentati del 20% nel giro di pochi anni, stipendi stagnanti… Vendere materiali di qualità diventa quasi impossibile: decide solo il prezzo.
Perché una rivendita dovrebbe scegliere di entrare nel vostro gruppo?
Perché siamo un gruppo composto da aziende di madrelingua tedesca, caratteristica che ci consente di lavorare direttamente con l’estero e importare prodotti e tecnologie innovative, che potrebbero interessare e fare la differenza rispetto alle proposte italiane.
Quali sono i principali servizi che offrite ai vostri associati?
I servizi più apprezzati dai nostri associati sono la fatturazione centralizzata, le trattative con i fornitori e la comunicazione in tempo reale di qualsiasi informazione.
Avete una piattaforma e-commerce?
No. A causa della vicinanza e del contatto personale con i nostri clienti, non abbiamo ancora pianificato nulla in merito a una piattaforma e-commerce.
Inoltre, siamo convinti che la consulenza personale in sede sia il modo migliore per fidelizzare i clienti.
A che punto è la digitalizzazione del gruppo?
Diciamo che siamo a un buon punto. I prossimi passi saranno la connessione dei singoli soci al gestionale centrale, che in parte è già stato realizzato.
Quante ore di formazione dedicate all’anno agli associati?
Avendo a che fare con strutture piuttosto snelle, ma assai efficienti la disponibilità da parte degli associati ovvero il tempo che rimane per corsi di formazione è molto ridotto.
C’è però chi organizza in maniera autonoma delle giornate di formazione per progettisti e imprese, in collaborazione con i fornitori.
Quali argomenti riscuotono più interesse?
Gli argomenti che attirano molta attenzione sono prodotti tecnici, anche di nicchia, con potenziale di crescita e di massima marginalità nella vendita.
E poi, ovviamente, la questione della sostenibilità nell’edilizia (e non solo) sta diventando sempre più importante e interessa non solo progettisti e imprese, ma anche privati.
Identikit
Ragione sociale: BAUGROUP SPA
Sede centrale: Via Isarco 1 – 39040 Varna (Bolzano)
Tel: 0472.200508
Mail: info@baugroup.com
Dipendenti(del gruppo/consorzio): 3
Sito internet: www.baugroup.com
Tipologia di aggregazione: Gruppo d’acquisto
Anno di fondazione: 1999
Presidente: Philipp Unterhofer
Responsabile ufficio acquisti: Boris Longo
Fatturazione centralizzata: sì
Aree geografiche servite: Trentino Alto Adige
Numero rivenditori associati: 2021: 12 2022: 13 2023: 12
Le tavole rotonde di Heidelberg Materials, organizzate da Virginia Gambino Editore, non si fermano: in Sardegna, nell’imponente stabilimento di Samatzai (Sud Sardegna), si è tenuto a inizio ottobre un nuovo incontro.
La Sardegna è una terra che non lavora solo con il turismo, ma anche (e molto) con l’edilizia, un settore che oggi ha la possibilità di introdurre nel proprio Dna il fattore sostenibilità.
Non èsolo una filosofia, ma un’esigenza che l’Europa ha previsto espressamente, con il dimezzamento entro il 2030 delle emissioni di CO2 nell’ambiente. C’è ancora tanto su cui lavorare.
Anche i produttori di cemento devono fare la propria parte, ed Heidelberg Materials ha fatto un primo, grande, importante passo per invertire la rotta, investendo su prodotti ecosostenibili e stabilimenti all’avanguardia. Ed è questo uno dei focus su cui si concentrano gli incontri con i distributori.
La tavola rotonda
Alla tavola rotonda di Samatzai erano presenti i rappresentanti del colosso del cemento: Mario Bartolucci, sales area manager con la rete commerciale sarda, Francesca Proietti, marketing analyst, Roberto Crescimbeni, Samatzai plant manager e Luigi Cerci, plant production manager.
Per i rivenditori erano presenti Giampiero Dessole, socio I&G Dessole Materiali Edili, Michele Cossu, di Uniedil dei Fratelli Cossu, Giuseppe Ghiani, di Edilteam, Alessandro Falqui Cao, gestore comparto rivendita di Frem Group, Claudio Dessì, socio di Dessì Commerciale, Cesare Manca, titolare della Cesare Manca, e Alessandro Angioni, gestore del punto vendita, e Pier Cadelano, titolare di Cadelano Ferro.
Tavola rotonda
Accanto a loro Federico Della Puppa, coordinatore del Centro Studi YouTrade, e Virginia Gambino nel ruolo di moderatrice.
Federico Della Puppa, coordinatore del Centro Studi YouTradeVirginia Gambino, editore e direttore responsabile di YouTrade
Il programma
Il confronto è stato aperto da Crescimbeni, Bartolucci, Cerci e Proietti, che hanno illustrato la storia della cementeria e sottolineato come Heidelberg Materials si stia impegnando nei propri stabilimenti, Samatzai incluso, per il cambiamento ambientale.
«In questi anni Heidelberg Materials ha attuato diversi miglioramenti a livello aziendale. Siamo passati dallo storico brand di Italcementi ad Heidelberg Materials, un nome forte, un’azienda globale, che vuole crescere, coinvolgere ed essere in prima linea per quanto riguarda i temi di attualità, uno fra tutti la sostenibilità: abbassare le emissioni, ridurre l’inquinamento, rendere l’aria più pulita e riciclare.
Non sono solo slogan, ma una necessità. Per questo abbiamo fortemente voluto un confronto con i clienti del sacco. Come state vivendo questo momento?», ha chiesto Proietti ai riveditori, avviando la discussione.
Le difficoltà
Subito sono stati evidenziati i principali problemi del territorio: l’inflazione, la difficoltà a smaltire i rifiuti all’interno delle rivendite e lo scarso interesse da parte dei clienti a essere più green. Almeno per il momento.
Alessandro Falqui Cao, direttore generale di Frem Group, ha spiegato che la sua rivendita crede fortemente nella rivoluzione ecosostenibile.
«La sostenibilità ci interessa, vogliamo intraprendere azioni mirate. Da qualche anno abbiamo chiesto assistenza ai fornitori e ai produttori con più informazioni in merito ai prodotti che commercializziamo, sulle composizioni, sulla provenienza.
Abbiamo cercato di capire anche come smaltirli meglio, sono stati fatti diversi sforzi per ottenere comportamenti più corretti nei confronti dell’ambiente, ma abbiamo notato che l’interesse generale da parte degli attori della filiera sul territorio non è stato pari al nostro.
Abbiamo capito che la sostenibilità è un enorme contenitore, che racchiude ciò che si vuole far sapere, ma anche quello che non si vuol far sapere. Nel nostro intento non demordiamo, dobbiamo lavorare per cambiare la mentalità».
Si sono ritrovati nella medesima situazione anche Alessandro Angioni di Cesare Manca, Giuseppe Ghiani di Edilteam e Michele Cossu, socio Uni Edil F.lli Cossu.
Competitività
«Nella nostra rivendita abbiamo marchi che ci permettono di essere altamente competitivi nel mercato, ma per quanto riguarda la sostenibilità sono scettico», ha aggiuntoGhiani. «Nel nostro territorio, una delle maggiori difficoltà riguarda proprio lo smaltimento dei rifiuti. Dell’argomento si parla tanto, difficile pensare ad altre azioni dato che non riusciamo a ottenere nemmeno i bidoni per il secco. E il cliente, fra tutti questi ostacoli, non recepisce».
«È vero, non ci sono segni di interesse: forse sarebbe opportuno avviare un servizio pensato ad hoc per i rivenditori»,ha chiosato Angioni.
«Il periodo storico si presta a profonde riflessioni», ha argomentato Claudio Dessì «L’ecosostenibilità tocca tutti, ma oltre allo smaltimento, è necessario comprendere le dinamiche di prezzo. In Sardegna i nostri clienti stanno vivendo l’inflazione…».
«La nostra azienda esiste dal dopoguerra, il problema dello smaltimento è sentitissimo e noi siamo vicini alla città», ha spiegato Giampiero Dessole.
«Vendiamo i prodotti Heidelberg Materials da sempre, crediamo nel marchio e nella serietà dell’azienda, siamo qui anche per studiare soluzioni e nuove proposte».
La qualità
Reputazione e qualità dei prodotti sono i cardini principali di qualsiasi azienda, ha fatto notare Virginia Gambino. E Heidelberg Materials è un marchio di garanzia, anche nella sostenibilità.
«È un punto di riferimento, difficilmente i clienti chiedono altro», hanno convenuto i presenti.
«Per cambiare rotta ci vorrà del tempo, dobbiamo lavorare per confrontarci, fare rete fra noi, promuovere prodotti all’avanguardia e combattere contro una grande distribuzione organizzata che oggi ha acquisito un atteggiamento d’assalto», hanno concordato Manca, Dessole, Cossu e Falqui Cao.
«Non solo fra di noi, ma anche fra noi e i nostri clienti e poi insieme con il produttore, per studiare, informarci e costruire un futuro dove è possibile lavorare insieme».
L’impatto? Diventa Zero
Roberto Crescimbeni, direttore della cementeria di Samatzai, ha illustrato ai rivenditori la mission di Heidelberg Materials.
Roberto Crescimbeni, direttore della cementeria Heidelberg Materials di Samatzai
«Un’azienda che è diventata una garanzia nei decenni e che non smette di innovare. Nel 2023, da Italcementi, storico marchio che rimane ancora impresso nelle menti dei rivenditori, c’è stata la svolta con il brand Heidelberg Materials: uno dei principali produttori integrati di soluzioni e materiali per le costruzioni al mondo, nel settore del cemento, inerti e calcestruzzo preconfezionato.
Un nuovo nome quindi, seguito dall’annuncio di una nuova mission, poiché l’azienda ha deciso di volgere lo sguardo all’evoluzione tecnologica e, soprattutto, all’impegno verso la sostenibilità.
C’è stata, ed è ancora in corso, una rivoluzione di gamma di prodotti e servizi, con cementi sostenibili studiati per dimezzare le tonnellate di CO2 emesse dall’azienda entro il 2030. L’ambizioso obiettivo è quello di annullarle totalmente nel 2050.
Oltre a promuovere un futuro circolare e resiliente, dove si stanno mettendo in atto azioni per riutilizzare materiali e ridurre l’utilizzo delle risorse naturali, i cambiamenti coinvolgono ogni singolo impianto», ha spiegato il manager.
Fra i fiori all’occhiello di Heidelberg Materials c’è il progetto dell’impianto di Brevik, in Norvegia, con la conseguente produzione del primo cemento net-zero carbon captured al mondo, ovvero evoZero.
Mario Bartolucci, responsabile commerciale della zona tirrenica di Heidelberg Materials, ha sottolineato come a Samatzai l’impegno per il rispetto del territorio e ad abbassare le emissioni sia forte.
Mario Bartolucci, responsabile commerciale della zona tirrenica di Heidelberg Materials
«Non solo parole, ma soprattutto fatti: Heidelberg Materials si occupa ogni volta, dopo un intervento estrattivo, di effettuare un ripristino dei siti, esigendo un utilizzo responsabile delle acque e delle risorse, nella piena sicurezza dei lavori e della comunità locale.
I valori sono trasmessi specialmente tramite la formazione dei nostri dipendenti e sono alla base delle nostre azioni quotidiane.
I nostri sforzi si combinano per arrivare al net-zero, zero emissioni di CO2, per questo in Norvegia l’azienda ha investito e sta lavorando all’impianto di Brevik, dove l’anidride catturata sarà stoccata in siti dedicati (ex giacimenti di gas esausti). Non si tratta di uno slogan, ma di un reale cambiamento».
Uno stabilimento certificato
La cementeria di Samatzai è tra i più importanti asset industriali della Sardegna, un impianto che ha contribuito alla realizzazione di grandi opere e infrastrutture dell’Isola e che, negli anni, ha offerto occupazione a molte famiglie e imprese locali, sia per il lavoro diretto, sia attraverso l’indotto, ha spiegato Pierluigi Cerci, da 20 anni responsabile di produzione dell’impianto di Samatzai.
Pierluigi Cerci, responsabile di produzione dell’impianto di Samatzai
La cementeria ha iniziato la produzione nel settembre del 1973, con clinker e prodotti finiti, mentre tre anni dopo ha ricevuto la certificazione di qualità Iso 9002 e nel 2023 la certificazione ambientale Iso 14001.
Nel 2011 l’impianto ha ottenuto l’Autorizzazione Integrata Ambientale e, appunto per la tutela ambientale, nel 2013 Italcementi ha siglato un Protocollo di Intesa con i Sindaci dei Comuni di Samatzai, Serrenti e Nuraminis e i Presidenti delle Province di Cagliari e Sud Sardegna per l’adozione di iniziative congiunte, volte a valorizzare il territorio e promuovere lo sviluppo sostenibile, nell’ottica del costante dialogo e dell’intesa tra l’azienda e le istituzioni territoriali.
A partire dal 2015 la cementeria ha realizzato importanti interventi di ammodernamento, tra cui la costruzione del nuovo capannone per lo stoccaggio di alcuni combustibili, le nuove vasche per il primo trattamento delle acque piovane e una serie di interventi per il contenimento delle emissioni che hanno permesso alla cementeria di adeguarsi alle attuali Bat, ovvero alle migliori tecnologie sul mercato in questo ambito.
All’attività di estrazione nelle cave, una di calcare e una di argilla, si affianca un uso responsabile delle risorse per contribuire alla riduzione degli impatti ambientali attraverso la stesura di piani di recupero in tutte le cave attive, con grande attenzione alla conservazione della biodiversità e degli ecosistemi, ha aggiunto Cerci, con recupero finalizzato a garantire stabilità, sicurezza e qualità dell’ambiente naturale, anche in vista di usi futuri. Ma non solo.
«È stata attivata sul sito del Comune di Samatzai un’area dedicata alla qualità dell’aria, nella quale è possibile consultare tutti i dati di emissione relativi e il monitoraggio in continuo della cementeria.
L’iniziativa fa parte di una serie di azioni finalizzate a informare e a mettere a disposizione documentazione e dati ambientali in un’ottica di trasparenza e comunicazione con la comunità locale», ha precisato il manager.
«La capacità produttiva ammonta a 950 mila tonnellate di cemento all’anno. Per il cemento sfuso i clienti possono accedere direttamente a punti di carico muniti di pesa carrale e controllo automatico del riempimento.
Per il cemento in sacchi sono installati impianti completamente automatizzati. Sono consegnati sacchi da 25 chili su pallet.
La copertura con polietilene dei pallet consente di realizzare bancali sigillati e di garantire di conseguenza una migliore protezione da agenti atmosferici, una maggiore stabilità durante il trasporto e una più facile movimentazione in cantiere. L’evoluzione ecosostenibile dei prodotti è sempre più efficace».
C’è attenzione, insomma, per i lavoratori e per tutte le persone che operano nell’impianto. L’insieme delle iniziative intraprese ha portato, dal 2000, a una riduzione dell’indice di frequenza degli infortuni con assenza dal lavoro di circa l’80%.
Il risultato è frutto di un percorso strutturato che ha visto negli anni numerose azioni nell’implementare un innovativo approccio globale che, attraverso i temi fondamentali della leadership, della motivazione, dell’organizzazione e degli standard per la sicurezza operativa ha coinvolto tutto il personale dell’azienda.
La strada è lunga per la sostenibilità
Giampiero Dessole, I & G.Dessole
L’azienda Dessole nasce a Sassari nel dopoguerra e ad oggi, continua la sua attività in tutto il territorio sardo.
«Oltre ai materiali per l’edilizia da noi si trova di tutto, tra infissi, sanitari, rubinetteria, arredo bagno e tutto quello che occorre per gli ambienti che fanno casa, con marchi d’eccellenza. Siamo molto pronti anche sotto il profilo tecnico, offrendo una puntuale assistenza e consulenza in cantiere. Eravamo preparati al cambio di nome di Italcementi, ormai Heidelberg Materials, ma nella zona si usa ancora la prima denominazione, che rimane sinonimo di marchio di qualità. Siamo stati preparati dall’azienda a spiegare la novità alla nostra clientela. Come prodotto, il loro, rimane leader».
Giampiero Dessole
Michele Cossu, Uni Edil
Uni Edil nasce nel 2006, fondata da due fratelli e si occupa di edilizia, commercio al dettaglio, materiali, legnami e sanitari. Tutto quello che serve per l’abitazione lo si trova in provincia di Oristano.
«Commercializziamo maggiormente il cemento in sacchi, gli inerti, la sabbia, i laterizi per la costruzione e serviamo quasi esclusivamente piccole imprese artigiane. La competenza tecnica conta, a mio avviso, moltissimo, tuttavia, non sono in molti che la pensano così: ai corsi ho registrato un calo di partecipazione ed è davvero un peccato. Per quanto riguarda il cemento, in questa materia non c’è bisogno di grande formazione, quanto di un’attenzione ai materiali utilizzati. Noi ci riforniamo da Heidelberg Materials con soddisfazione. Purtroppo, la svolta sostenibile non è apprezzata, anche se noi ci impegniamo in tal senso».
Michele Cossu
Giuseppe Ghiani, Edilteam
Edilteam si trova ad Assemini (Cagliari) si occupa di edilizia pesante, noleggio di mezzi e tratta materiali, attrezzature e macchinari per l’edilizia, avendo come unico cliente le imprese.
Un’azienda fortemente strutturata, dove il cliente viene assistito a 360 gradi: dalla vendita, alle tecniche pratiche per la costruzione e per la riparazione, all’assistenza commerciale, fino al servizio di noleggio, molto richiesto.
«Da noi sono richiesti materiali per la costruzione, ci fermiamo prima delle finiture. Il cemento sostenibile non è compreso dal mercato, poiché non è percepito né preso in considerazione. La mentalità oggi è ancora troppo acerba. Noi ci impegniamo per far passare il messaggio, ma il cliente non è interessato. I sacchi di Heidelberg Materials con il nuovo logo non hanno avuto un impatto diverso, l’importante è che non cambi la qualità».
Giuseppe Ghiani
Alessandro Falqui Cao, Frem Group
Dall’armatura alla struttura. Da 40 anni Frem Group, in provincia di Cagliari, e con un’altra sede a Melegnano (Milano) si occupa di materiale edile, quindi edilizia pesante, presagomatura dell’acciaio (controllato e quindi sostenibile) e di un servizio di noleggio a freddo di macchinari e attrezzature.
«Le linee di prodotto di Heidelberg Materials più vendute sono il Duracem 325, il Tecnocem 425, il Plastocem e Aly Easy. Di Heidelberg Materials apprezziamo molto il brand: il nome è la loro garanzia. Ma anche il fatto che l’azienda investa molto nell’edilizia sostenibile, nel divulgare un’etica sostenibile e nel tenere alti i propri valori. Per questo chiediamo loro di supportarci con la tracciabilità dei loro prodotti per lo smaltimento: sono tanti i clienti che ci chiedono come fare per smaltirli correttamente. Tuttavia, la sostenibilità non è poi così importante per i nostri clienti diretti, quanto per quelli indiretti. Ci impegniamo affinché la percezione cambi».
Alessandro Falqui Cao
Claudio Dessì, Dessì
Dessì, in provincia di Cagliari, è un’azienda che da 50 anni opera in tutta la Sardegna ed è in continua evoluzione: materiali edili, poi brico e tutto quello che serve per la casa e la ristorazione.
«Siamo quattro fratelli, quattro soci, che lavorano in un territorio fortemente turistico. Ci occupiamo di edilizia nelle strutture ricettive e per la ristorazione, fino ai servizi per le seconde case. I clienti non sono ancora molto attenti alle certificazioni di prodotto, proviamo sempre a spiegarlo. Non è semplice far passare il cemento sostenibile come un valore aggiunto. Di Heidelberg Materials è interessante l’approccio alla sostenibilità e gli investimenti nei prodotti, ma nelle nostre zone urge un cambio di mentalità, per sganciarsi dalla logica del prezzo e concentrarsi sulla qualità».
Claudio Dessi
Alessandro Angioni, Cesare Manca
La Cesare e Andrea Manca è un’azienda in provincia di Cagliari che si è ingrandita negli anni, pur mantenendo dinamiche familiari. Acquistano e vendono materiali per l’edilizia. Recente l’acquisizione di tre ulteriori punti vendita. Ha tutto il necessario per abitazioni ed edifici.
«Siamo cresciuti perché abbiamo saputo cogliere le occasioni giuste al momento giusto, nonostante le crisi di mercato che si sono succedute. Acquistiamo e rivendiamo materiale per l’edilizia, cercando di fornire al cliente un servizio ottimale, preciso e veloce, potenziato ovviamente dalla logistica, con mezzi adeguati, consegne puntuali e un magazzino sempre ben fornito. Per il cemento il brand conta a seconda della posizione del territorio e della rivendita. Per esempio, per noi Heidelberg Materials è un marchio importante, conosciuto nel cagliaritano e che si identifica bene con il territorio. La sostenibilità ambientale non è ancora ben percepita dalla clientela. A noi interessa poiché abbiamo a cuore determinati aspetti, e ci impegneremo nel far permeare il messaggio».
Il mercato edile sardo vale poco meno di 4 miliardi di euro all’anno, con la provincia di Sassari che somma la percentuale maggiore, pari al 35,7%, seguita da Cagliari con il 29,8% e Sud Sardegna con il 15,3%, Nuoro somma l’11,2% e Oristano l’8,0%.
In questo quadro prima il superbonus e il poi il Pnrr rappresentano due eccezionali vettori per lo sviluppo del mercato.
Il superbonus110%, nei quattro anni di validità, secondo i dati pubblicati il 30 di settembre da Enea, ha prodotto 15.923 asseverazioni per interventi di riqualificazione e rigenerazione energetica, per un totale di quasi 2,9 miliardi di investimenti attivati, dei quali 2,8 ammessi a detrazione.
Si tratta, nella media, di un mercato aggiuntivo di circa 700 milioni di euro all’anno, pari a circa il 20% di incremento medio annuo rispetto al periodo pre-superbonus.
Complessivamente attraverso il superbonus sono stati riqualificati quasi 1.900 condomini, pari al 42,6% degli investimenti totali, oltre 10.800 edifici unifamiliari, per un totale pari al 45,5% degli investimenti, e 3.192 unità immobiliari funzionalmente indipendenti, quasi il 12% degli investimenti.
Condomini e villette sono stati dunque i principali oggetti della spesa, con valori medi di intervento pari a 643 mila euro per singolo intervento in condominio, oltre 120 mila euro per le vilette e case unifamiliari e oltre 107 mila euro per le altre unità immobiliari funzionalmente indipendenti.
Atterraggio morbido
Su questo mercato, che con la fine degli incentivi al 110% certamente subirà una riduzione della consistenza, anche se le detrazioni al 50% rimangono comunque ancora un sistema di defiscalizzazione conveniente ed efficace per il mercato privato, l’impatto dei lavori del Pnrr avrà ulteriori effetti positivi, considerando che dei 6,8 miliardi di euro previsti come spesa complessiva, dei quali 5,1 afferenti effettivamente ai fondi Pnrr e altri 1,7 miliardi relativi ad altri fondi, circa un terzo sono previsti per interventi afferenti al settore dell’edilizia e delle infrastrutture.
Per la Sardegna, a patto che tutti gli interventi vengano effettivamente realizzati, visti i tempi stretti della loro attuazione, si tratta potenzialmente di un mercato aggiuntivo per il 2024-2026 di oltre 2 miliardi di euro, pari a una media di circa 600-700 milioni all’anno.
Dunque, finito il superbonus, il Pnrr potrà garantire una continuità operativa e una sorta di inizio di atterraggio morbido, dopo le forti crescite di fatturato delle imprese che si sono registrate in questi anni di attività straordinaria legata agli incentivi fiscali nel mercato privato.
Certamente il Pnrr cambia le regole del gioco, in quanto si sposta l’ago della bilancia dal privato al pubblico: molti interventi in realtà non riguardano solo infrastrutture, ma anche riqualificazione di edifici in ambiti di proprietà comunale (scuole, asili) o per servizi legati alla sanità.
Per esempio, oltre alla realizzazione di interventi di infrastrutturazione per la mobilità dolce, come le piste ciclabili, tutte attività dove il settore della distribuzione di materiali edili può avere un ruolo importante nel supportare gli interventi.
La nuova stagione
Finita la stagione del superbonus si apre dunque quella del Pnrr, alla quale, non va dimenticato, si associa una ulteriore e interessante prospettiva di intervento e riqualificazione legata al mercato degli alloggi turistici e alla crescita della domanda di alloggi per affitti brevi.
Un mercato difficile da quantificare, ma di estremo interesse nell’evoluzione dell’offerta di alloggi in Sardegna, in particolare legata al nuovo turismo non solo del mare, ma anche della scoperta del territorio interno e delle sue bellezze.
Inoltre, in questa grande crescita di mercato nel mondo del microrinnovo a scopo turistico non dobbiamo dimenticarci del mercato ordinario del futuro, che oggi vede sette abitazioni su dieci aver raggiunto la soglia dei 40 anni di età, con evidenti necessità di intervento al di là delle opportunità degli incentivi fiscali, e delle opportunità di cambiamento epocale nel mercato date dalla forte crescita delle demolizioni e ricostruzioni, con lo sviluppo del mercato del recupero dei materiali da demolizione, favorito dalla recente approvazione del nuovo Regolamento End of waste, composto da nove articoli e tre allegati, che ha abrogato il dm 152/2022.
Una nuova opportunità anche per i rivenditori edili che vorranno attivare presso le proprie sedi attività di recupero, riciclo e riuso dei prodotti da demolizione.
Dal punto di vista delle prospettive future nel lungo periodo, non dimentichiamo infine la direttiva europea Epbd, altrimenti chiamata direttiva Case green, e le potenzialità che verranno dalla sua applicazione a livello nazionale, che vedrà la luce probabilmente nel 2026.
Federico Della Puppa, coordinatore del Centro Studi YouTrade
Cagliari e Sassari meglio
Dal punto di vista della dimensione e delle tendenze del mercato edile sardo, analizzando le dinamiche di mercato a livello provinciale, si può osservare come la dinamica negli ultimi vent’anni sia stata particolarmente vivace nelle province di Cagliari e Sassari, che assieme rappresentano oltre il 65% del mercato edile sardo, entrambe sopra la media sarda anche negli ultimi anni, mentre più lente appaiono le altre province, con il caso di Nuoro, quella che nell’arco degli ultimi vent’anni ha presentato le dinamiche di crescita meno consistenti.
In questo quadro complessivo, analizzando il mercato sardo dal punto di vista delle dinamiche di mercato dei rivenditori edili, la base dati delle analisi di bilancio del Centro Studi YouTrade conta dieci aziende analizzate per un totale di 131,7 milioni di euro di fatturato nel 2022, con una crescita del 28,3% rispetto al 2021 e dell’80,7% rispetto al 2020.
Ma se le performance di crescita appaiono migliori di quelle medie nazionali, è negli indicatori di redditività che si notano alcune debolezze del sistema della distribuzione di materiali edili della Sardegna.
Infatti, le dinamiche del fatturato mostrano come a livello nazionale la crescita del 27,6% sia stata superata dal +28,3% del dato sardo. Dinamiche simili anche per il valore della produzione e nel valore aggiunto, che presenta addirittura oltre 6 punti percentuali di scarto positivo rispetto alla media nazionale.
Forti crescite per margini e utili sono segnali certamente positivi, ma analizzando il peso di alcuni indicatori sul fatturato emerge una debolezza sulla quale agire in futuro per migliorare le redditività delle aziende. A fronte di un cash flow sul fatturato pari al 7,7% a livello nazionale, la Sardegna presenta un valore medio del 5,9%.
I margini tra il 2021 e il 2022 sono saliti dal 6,2% al 7,8% rispetto al valore della produzione, ma il gap con le medie nazionali rimane elevato, esattamente come nel caso degli utili sul fatturato, passati dal 3,4% al 4,5% tra il 2021 e il 2022, ma distanti dai valori medi nazionali pari al 4,7% e al 6,1% negli stessi anni.
Questi indicatori evidenziano una minore capacità delle imprese di distribuzione di materiali edili della Sardegna di avere denaro pronta cassa e una redditività che consenta azioni innovative e di investimento, utili oggi a ridefinire il ruolo, il peso e l’operatività delle aziende nel nuovo quadro di mercato post superbonus, che presenta comunque buone opportunità di consolidamento delle attività nel futuro prossimo.
Una buona base per pianificare lo sviluppo delle aziende da qui ai prossimi anni, quando il mercato subirà una riduzione fisiologica e nel quale la competizione sarà più accesa e dove saranno le aziende più pronte e preparate a poterla affrontare con fiducia e determinazione.
È giunto alla sua sesta tappa il ciclo di tavole rotonde Heidelberg Materials, organizzato da Virginia Gambino Editore, dedicato al confronto tra rivenditori e manager dell’azienda sui temi dell’edilizia sostenibile e della distribuzione.
Focus del nuovo appuntamento il mercato del Lazio, regione in cui sorge lo stabilimento Heidelberg Materials, ex Italcementi, di Colleferro Scalo (Roma), che ha ospitato l’evento il 1° ottobre 2024 e ha visto come protagonisti per l’azienda Mauro Ranalli, Colleferro plant manager, Francesca Proietti, marketing analyst, e Mario Bartolucci, sales area manager Tirreno e i colleghi della rete commerciale di zona.
Il fronte delle rivendite e delle imprese ha invece accolto Carmela De Masi, titolare De Masi (Roma) e presidente Area De; Stefano Paolelli dell’ufficio acquisti F.lli Paolelli (Civita Castellana, Viterbo); Amedeo Innocenti e Andrea Bottaccini della Ditta Grotta 1873 (Tivoli); Alessio e Luca Romani della Sap società autotrasporti Paliano di Paliano (Frosinone); Alessio Corbi, referente commerciale di Corbi-Area De (Velletri, Roma); Emiliano Ciccotti, referente canale imprese Ciccotti FF (Roma); Stefano Donati, responsabile comunicazione e marketing di Edil Piemme – D-Marka (Roma); Claudio Orazi, titolare ForEdil (Roma).
Virginia Gambino, direttore responsabile della rivista YouTrade e moderatrice della tavola rotonda
Virginia Gambino Direttore responsabile della rivista YouTrade e moderatrice della tavola rotonda
Mario Bartolucci, sales area manager Tirreno Heidelberg Materials
Federico Della Puppa, Centro Studi YouTrade
Mauro Ranalli, responsabile dello stabilimento di Colleferro
La storia della cementerai di Colleferro Scalo
Nata a inizio Novecento, la cementeria di Colleferro è stata la prima in Italia a produrre leganti idraulici pozzolanici. L’attività ha portato alla costituzione nel 1921 della Società italiana per la produzione di calce e cementi di Segni, acquistata nel 1972 da Italcementi.
«L’impianto possiede due forni, di cui attualmente solo uno è operativo. La cava di proprietà di calcare San Bruno è attiva nel vicino comune di Segni», ha raccontato in apertura alla tavola rotonda MauroRanalli, responsabile dello stabilimento di Colleferro.
«Nella cava San Bruno il materiale viene preparato, poi caricato in due frantoi, uno primario e uno secondario: il primario lo riduce di pezzatura, il secondario lo riduce a una finezza tale da essere gestito in stabilimento», dove viene trasportato tramite sei nastri lunghi complessivamente 4.300 metri.
Centrale operativa
Nello stabilimento di Colleferro «abbiamo inoltre un deposito materie prime, dotato di due carri ponte; un mulino farina operativo; un mulino per la produzione di carbone macinato, che è il combustibile che utilizziamo per la produzione di clinker.
Abbiamo poi due magazzini per lo stoccaggio del calcare, uno in stabilimento e uno in cava; un sito di stoccaggio del clinker; i silos di stoccaggio della farina, per 4 mila tonnellate, e i silos cemento per 30 mila tonnellate».
La capacità produttiva della cementeria di Colleferro in un anno arriva circa a 1,5 milioni di tonnellate di cemento: per lo sfuso, i clienti possono accedere direttamente a punti di carico, per il cemento in sacchi sono installati impianti completamente automatizzati.
«Nel 2023 il rapporto percentuale tra i prodotti è stato dell’80% per lo sfuso e del 20% per il sacco, sceso al 17,7% nel 2024», ha aggiunto Ranalli. «Per il cemento in sacco sia nel 2024 che nel 2023 ha primeggiato il IV/B (P) 32.5 N-SR; II/B-LL 32.5R, II/B-LL 42.5R».
Alcune immagini dello stabilimento di Colleferro
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Stabilimento di Colleferro
Stabilimento di Colleferro
Colleferro è solo un tassello della struttura industriale di Heidelberg Materials in Italia, nuova ragione sociale di Italcementi, che ha assunto lo scorso anno il nome della casa madre tedesca.
Decarbonizzazione
L’operazione di rebranding coinvolge non solo il nome, ma la vision stessa del business, che prende una direzione sempre più sostenibile e digitale.
«Il rebranding è stato un’operazione importante. Il passaggio da Italcementi ad Heidelberg Materials ha significato entrare in un gruppo sempre più internazionale, con una forza maggiore necessaria per affrontare le sfide della decarbonizzazione», ha sottolineato lamarketing analyst dell’azienda, Francesca Proietti.
«Ci siamo impegnati in un percorso significativo per ridurre le quote di Co2 degli stabilimenti e per produrre materiali sempre più sostenibili. Dopo aver comunicato il rebranding, nel corso del 2024 abbiamo deciso di promuovere degli incontri con i distributori sotto forma di un tour itinerante nei territori in cui siamo presenti. L’obiettivo è quello di avviare un confronto con i distributori, per capire come il mercato sta vivendo questo impegno e come sostenere la nostra clientela nel cambiamento».
A sottolineare il valore dell’evento è intervenuto anche Mario Bartolucci, sales area manager Tirreno Heidelberg Materials: «Incontrarsi e comunicare i valori che transitano nell’azienda è molto importante perché viviamo una fase di grandi cambiamenti.
L’arrivo della Gdo ha rappresentato un momento di presa di coscienza della distribuzione che ha messo in atto azioni di difesa e strategie virtuose di differenziazione per cambiare il paradigma di distribuzione del cemento».
In un mondo in cui i cambiamenti sono accelerati, «è necessario dedicare del tempo per capire dove sta andando il settore e la propria azienda, e quali investimenti sono necessari per il futuro. Questo discorso riguarda non solo il cemento ma investe a 360 gradi i distributori. Conoscenza, fare rete, investire nella comunicazione e nella formazione credo siano asset importanti e valori da far arrivare a tutti gli attori che lavorano in rivendita», ha incoraggiato il manager.
Meno CO2 per Heidelberg Materials
Il percorso Heidelberg Materials verso la sostenibilità passa attraverso quattro driver, riassunti così da Bartolucci: «Riduzione della Co2, rispetto delle persone, economia circolare e rispetto delle biodiversità attraverso ad esempio il recupero delle cave esaurite.
Focalizzando l’attenzione sul processo di decarbonizzazione, abbiamo ridotto significativamente le emissioni, passando da 750 chili di Co2 per tonnellata di cemento nel 1990, a 551 nel 2022, fino ad arrivare nel 2023 a 534 chili, mantenendo inalterata la qualità del cemento.
Questo risultato è stato possibile grazie alla riduzione della percentuale di clinker con la formulazione di cementi in miscela che utilizzano materie prime seconde in grado di mantenere inalterate le prestazioni del cemento e del calcestruzzo. Il percorso non si ferma qui, ma traguarda il 2030 e il 2050, arrivando fino alla famosa soglia net-zero».
Ma come è possibile produrre cemento senza emettere Co2? «Nel processo produttivo del cemento», ha spiegato Bartolucci, «due terzi delle emissioni derivano da un processo di trasformazione chimica, quindi sono ineliminabili. Il restante terzo invece viene generato dal processo di combustione.
Heidelberg Materials per prima ha sviluppato e sta portando a conclusione una tecnologia, che prevede la cattura della Co2 proveniente dal processo di produzione, attraverso la trasformazione in forma liquida dei fumi catturati nelle torri di raffreddamento. Questi viaggiano sottoterra attraverso pipeline fino a delle navi che successivamente li immettono nel sottosuolo marino in siti dedicati, come i giacimenti di gas esauriti.
Questa operazione è a impatto zero, perché nel tempo la Co2 stoccata diventa parte costituente della roccia», ha spiegato il manager.
Esempio norvegese
Partito nella cementeria di Brevik, in Norvegia, che punta a diventare il primo impianto a livello mondiale di produzione del cemento net-zero, il progetto dovrebbe diventare operativo nel settembre 2025.
Ma anche in Italia si lavora, tanto che di recente è stato annunciato l’avvio del medesimo programma per la cementeria di Rezzato (Brescia), che diventerebbe così il primo impianto decarbonizzato del nostro Paese.
«Questo impegno sul fronte della sostenibilità sta avendo un impatto anche sul fatturato. Nel 2023 l’incidenza dei prodotti sostenibili è stata del 39%, la previsione al 2030 è di arrivare al 50%.
Consideriamo sostenibile un cemento che possiede all’interno della propria composizione un tasso di clinker inferiore a quella dei cementi tradizionali. Stiamo riuscendo ad abbassare notevolmente le percentuali utilizzando materie prime seconde alternative.
Per quanto riguarda nello specifico la cementeria di Colleferro, Heidelberg Materials produce diversi prodotti sostenibili tra cui IV/B (P) 32.5 N-SR; II/B-LL 32.5R
Cemento sostenibile
Continua Bartolucci: «A fronte di una domanda in calo, nel corso degli anni Novanta Italcementi ha rivisto pesantemente la struttura del proprio asset produttivo.
Nei primi anni 2000 la domanda di cemento ha toccato il picco di 47 milioni di tonnellate, ora è da quattro-cinque anni che siamo intorno ai 18-20 milioni. Questo calo ha generato un riassetto industriale e ha visto la nascita dei primi depositi di sacco sfruttando le cementerie dismesse.
Questa operazione ha consentito a Italcementi, ora Heidelberg Materials, di rimanere vicina ai propri clienti, dando loro la possibilità di avere una fonte di approvvigionamento sul territorio.
Tutto ciò è anche sostenibile: attraverso il trasferimento del cemento presso questi depositi riduciamo gli spostamenti dei clienti, in più utilizziamo i trasporti di ritorno per la consegna dei materiali».
A completamento della gamma dei cementi sostenibili intervengono anche i prodotti solfo-alluminosi, come Ali Flash e Ali Easy prodotti nella cementeria di Guardiaregia in Molise, Duracem e Pavi Forte.
«In ultimo, i.idro Drain, il nostro calcestruzzo drenante che consente la realizzazione di pavimentazioni continue, in grado di unire la solidità di un calcestruzzo con la capacità drenante di una ghiaia, oltre ad avere un alto valore estetico», ha concluso il manager.
Visita allo stabilimento di Colleferro
La tavola rotonda con i rivenditori
L’impegno verso la sostenibilità di Heidelberg Materials è innegabile. Ma quanto di questo impegno viene percepito e apprezzato dai clienti finali?
L’azienda ha voluto chiederlo direttamente ai rivenditori di materiali per edilizia che, lavorando ogni giorno a contatto con imprese, architetti e privati, sono la vera cartina di tornasole del mercato, che non sembra ancora particolarmente sensibile a questa tematica.
I distributori si sono confrontati in una tavola rotonda moderata da Virginia Gambino, che ha dato loro la parola per capirne il punto di vista.
«Le nuove generazioni sono molto più sensibili al tema della sostenibilità e dell’economia circolare, anche se secondo una recente ricerca più del 70% della popolazione fa valutazioni sulla sostenibilità dei prodotti che acquista, non solo dal punto di vista ambientale», ha aperto il dibattito Stefano Donati, responsabile comunicazione e marketing Edil Piemme (D-Marka).
Stefano Donati | Responsabile comunicazione e marketing Edil Piemme
Attiva dal 1982, Edil Piemme dispone di quattro punti vendita e showroom a Roma. Oltre alle imprese di costruzione, si rivolge anche a studi di architettura e ingegneria, sia su scala locale che nazionale.
«Il cliente oggi dà per scontata la qualità del prodotto, quindi va a vedere chi e cosa ci sta intorno. Quindi oggi è necessario dare maggiore attenzione al concetto di valore, che passa non solo attraverso la consulenza dei nostri collaboratori ma anche dai servizi di postvendita e dal rapporto dell’azienda col territorio. Questi sono i temi cruciali, che vanno oltre il prodotto».
Ma come si trasferisce il valore al cliente? «È un lavoro complesso: va creato un legame col territorio, deve esserci un lavoro di comunicazione, va fatta formazione sui prodotti. Occorrerebbe fare attività insieme ai fornitori. Ogni giorno i nostri punti vendita sono il terminale delle richieste dei clienti, con i quali facciamo un costante lavoro di intermediazione e consulenza».
Diego Labonia, Commerciale Heidelberg Materials
Gdo
La tavola rotonda è proseguita con l’intervento di Carmela De Masi, titolare De Masi e presidente Area De (Deus). Dal 1972 De Masi opera nella vendita di materiali da costruzione e finiture con un punto vendita e uno showroom a Roma. Con l’adesione al consorzio Rec offre anche un servizio di ritiro e smaltimento dei materiali di risulta.
«Rimango sempre molto sorpresa delle percentuali di ricarico di alcuni colleghi. Dobbiamo cambiare atteggiamento nei confronti del mercato. Dovremmo intervenire non tanto sul valore del prodotto, che è innegabile, ma far capire al mercato, mi riferisco in particolare a quello romano, che deve remunerare il nostro lavoro.
Spesso ci capita di vendere a prezzi più elevati della Gdo. Non è solo un problema dei rivenditori, ma anche di come il fornitore si rapporta con la Gdo. Il secondo problema sono le modalità di pagamento che si stanno allungando fortemente».
Carmela De Masi | Titolare De Masi e presidente area Deus
A De Masi ha risposto Bartolucci di Heidelberg: «Il nostro patrimonio sono le rivendite tradizionali. Nel periodo del covid, dove c’è stato un deficit di produzione accompagnato da una richiesta di materiali molto sostenuta, c’è stato un generalizzato miglioramento degli indici di incasso delle rivendite, che si è riversato anche nel mondo delle aziende.
Se da un lato la Gdo crea un problema sui margini di ricarico, dall’altro ha inaugurato il paradigma del pagamento immediato. Questo dovrebbe aver creato una nuova consapevolezza nelle imprese e rappresenta per i rivenditori uno stimolo di miglioramento».
Competitività
«Le rivendite sono spesso aziende famigliari, che si interfacciano direttamente con la clientela costruendo un rapporto personale che, se da una parte è un bene, dall’altra crea problemi sotto tanti punti di vista, a partire dai pagamenti», ha aggiuntoEmiliano Ciccotti, referente del canale imprese della Ciccotti FF.
Emiliano Cicotti | Referente del canale imprese della Cicotti FF jpg
Fondata da Bernardino Ciccotti a inizio Novecento come azienda produttrice di calce e derivati. Oggi Ciccotti FF distribuisce materiali per l’edilizia all’ingrosso. Oltre al punto vendita di Roma, dispone di un deposito a Colleferro dove effettua anche il confezionamento di materiali inerti.
«In quanto imprenditori dovremmo cercare il più possibile di slegarci dalla gestione di certe mansioni e demandarle a persone capaci e determinate. Come aziende generaliste la nostra unica possibilità di rimanere sul mercato è dare margine a quello che vendiamo ai clienti», ha spiegato.
Qual è dunque la chiave per restare competitivi in un mercato in continua evoluzione? Amedeo Innocenti, titolare e socio Ditta Grotta1873, che vanta una storia secolare nell’edilizia.
«Siamo ormai alla sesta generazione alla guida dell’azienda e stiamo cercando sempre più di essere competitivi dal punto di vista del servizio.Siamo generalisti, riusciamo a fornire dalle fondamenta al tetto, ma la scommessa per il futuro sono i servizi: trasporti, noleggio di attrezzature, prodotti e servizi inerenti all’economia circolare. La Gdo sembrava un moralizzatore del nostro settore, ma secondo me non è così.
Amedeo Innocenti | Titolare e socio ditta Grotta 1873
Sicuramente hanno la possibilità di fare determinati prezzi, ma non sempre riescono a dare un servizio. Per questo è importante differenziarci, anche se non è facile. Noi abbiamo aperto un nuovo punto vendita proprio sulla base di questi concetti andando verso il green e i materiali naturali. Per il cemento la sostenibilità conta, anche se è fondamentale capire che cosa significhi a livello di prezzi, perché alla fine ci scontriamo sempre con le richieste dei nostri clienti».
Sostenibilità
«Quello verso la sostenibilità è un processo che abbiamo iniziato tanti anni fa. Ma quanto i vostri clienti percepiscono questo impegno?», ha chiesto Francesca Proietti, marketing analyst Heidelberg Materials, ai rivenditori nel corso della tavola rotonda.
Innocenti ha rilanciato: «Le imprese non sono molto sensibili a questa tematica, mentre gli studi di progettazione e di ingegneria sì. Bisogna inoltre dividere tra giovani e meno giovani.
Noi rivenditori dobbiamo essere bravi ad argomentare per proporre il cemento sostenibile, ma alla fine andiamo sempre a competere sui prezzi. Per aiutarci i produttori dovrebbero stringere partnership più importanti».
Come? Stefano Paolelli, Ufficio Acquisti della F.lli Paolelli, 110 anni e quattro generazioni nel settore edile, con tre punti vendita nel viterbese, ha le idee chiare: «Heidelberg dovrebbe andare presso gli studi tecnici per far conoscere il prodotto e veicolare questa ecosostenibilità».
Stefano Paolelli | Ufficio acquisti della F.lli Paolelli
Una richiesta che è emersa anche durante le altre tavole rotonde organizzate in Italia. Tuttavia, «il collante fra gli studi di progettazione e Heidelberg Materials restano i rivenditori», spiega Proietti.
«Negli ultimi mesi», ha sottolineato Andrea Bottaccini della Ditta Grotta 1873 (Tivoli) «la percezione del mercato è più negativa. Le richieste di progettazioni e costruzioni di edilizia verde stanno crescendo a livello importante, ma per quanto riguarda l’aspetto prettamente edile c’è una stagnazione importante».
Andrea Bottaccini
Consulenza
Sul tema della consulenza come arma di differenziazione dalla Gdo è tornato Alessio Romani, direzione Sap società autotrasporti Paliano.
Nata come società di autotrasporti Paliano, il Gruppo Romani con sedi operative a Paliano, Colleferro e Roma con la presenza di due showroom è specializzata nel settore edile dal 1976 e garantisce forniture e servizi edili a tutto campo ai grandi costruttori così come ai privati.
Alessio Romani | Direzione Sap società autotrasporti paliano
«Non riusciamo ad avere la potenza di acquisto della Gdo ma la nostra forza è la consulenza al cliente, è ciò che ci contraddistingue. La nostra azienda ha un comparto che si occupa esclusivamente di capitolati per le imprese. I fornitori si dovrebbero concentrare nel fare promozione e sensibilizzare i prescrittori.
Stiamo cercando di bypassare la decrescita del sacco con la consulenza e l’offerta di prodotti più prestazionali come i.idro Drain e lo sfuso.
Il vantaggio di riuscire a dare la completezza delle forniture è quello di monitorare il cantiere: arrivare per primi non ci dà la certezza di completare la fornitura, ma ci offre l’opportunità di fornire anche prodotti correlati».
Un esempio di come la consulenza può diventare il segreto del successo è Foredil. Nata nel 2006 dall’esperienza di agenti del settore edile, nel 2014 si è evoluta in deposito di materiali edili e in pochi anni ha decuplicato il suo fatturato.
«Siamo partiti da zero», ha raccontato il titolare Claudio Orazi. «Non abbiamo una esperienza storica su cui fare affidamento, ma abbiamo il fiuto e siamo in grado di cogliere le opportunità del momento.
Claudio Orazi | Titolare Foredil
Stiamo facendo selezione quotidiana per inserire persone fidate all’interno del nostro organico e abbiamo di recente investito in un secondo punto vendita, acquisendo un’altra azienda presente già da diversi anni sul mercato.
Su Roma si stanno affacciando realtà importanti della Gdo che fatturano milioni di euro, che hanno procedure e capienza di materiale a cui noi rivenditori non potremmo arrivare.
Dobbiamo combattere e dobbiamo colmare le lacune degli altri: alle rivendite storiche manca il ricambio generazionale, alla Gdo il servizio».
Ma il servizio quanto costa? «Aumentando fatturati e i volumi è necessario integrare personale qualificato e offrire consulenza tecnica. Al momento stiamo puntando tanto su fotovoltaico, pompe di calore e solari, Vrf, perché abbiamo capito che il futuro del mercato è nell’edilizia a secco e negli impianti.
Per quanto riguarda i fornitori abbiamo scelto aziende che conoscevamo. Il rapporto deve essere bilaterale basato su fiducia e rispetto».
Come quella che lega Corbi (Area De) con Heidelberg Materials. «Proprio allo stabilimento di Colleferro mio nonno veniva a caricare i sacchi da 50 chili di cemento», ha ricordato Alessio Corbi, referente commerciale della rivendita che dal 1984 si dedica alla commercializzazione e alla distribuzione di materiale per l’edilizia all’ingrosso, con una sede commerciale e un deposito di cemento a Velletri.
Alessio Corbi | Referente commerciale
«Negli anni abbiamo introdotto anche la distribuzione di cemento in sacco e nel corso del tempo ci siamo evoluti allargando la gamma dei prodotti. I prodotti che vanno di più sono il famoso 32,5 pozzolanico, che da queste parti è molto conosciuto, poi gli altri cementi 42,5, il cemento bianco, il cemento a pronta presa, e adesso il Pavi Forte per i massetti.
Da noi l’impresa trova tutto ciò di cui ha bisogno con prezzi all’ingrosso, rapida disponibilità, velocità di consegna e consulenza tecnica, oggi più che mai indispensabile».
A tirare le fila della tavola rotonda è intervenuto Mario Bartolucci,sales area manager Tirreno di Heidelberg Materials: «In un mondo in cui i cambiamenti sono accelerati, diffondere la conoscenza, fare rete, comunicare, fare formazione sono valori importanti da far arrivare a tutti gli attori che compongono la rivendita», ha concluso.
«Il mio consiglio è quello di dedicare del tempo per capire dove sta andando il settore e la propria azienda. Il messaggio non riguarda solo il cemento ma si porta dietro tanti altri prodotti, e riguarda in generale quale organizzazione e quali investimenti fare per risultare vincenti sul mercato».
La parola ai rivenditori
Stefano Donati, responsabile comunicazione e marketing Edil Piemme – D-Marka
«È innegabile che, vista la situazione contingente con il Giubileo alle porte, sia per le opere pubbliche sia per i privati che vogliono cavalcare il momento convertendo le unità abitative in attività ricettive, stiamo affrontando una richiesta maggiore nel comparto edile e nelle ristrutturazioni.
Questo è però un trend momentaneo quindi, anche dal punto di vista strategico, stiamo lavorando per il futuro a prescindere da queste situazioni volatili.
Puntiamo sulla capacità di dare una consulenza di alto livello affiancata a un prodotto di qualità, senza dimenticare gli aspetti di sostenibilità che saranno cruciali per ogni impresa che vuole rimanere sul mercato».
«Heidelberg è un fornitore affidabile che ci permette di fornire i cantieri in tutta Italia con una gamma di prodotti che soddisfa tutte le nostre richieste. Per il cemento credo sia importante che venga prestata particolare attenzione alla sostenibilità.
Anche le direttive europee ci indicano che dobbiamo proseguire su questa strada. Scegliamo fornitori che adottano questo tipo di processo. Non scegliamo un prodotto solo per il prezzo ma anche per la qualità».
Claudio Orazi | Titolare ForEdil
Alessio Romani, direzione Sap società autotrasporti Paliano
«Nell’ultimo periodo il mercato del cemento si è trasformato anche grazie alla presenza di molti progetti del Pnrr che richiedono questo materiale in cantiere.
Nell’ultimo anno il cemento ha subito una piccola défaillance di fatturato ma la crescita sta tenendo, anche se non ci sono più i bonus».
Alessio Romani | Direzione Sap società autotrasporti
Amedeo Innocenti, titolare e socio Ditta Grotta 1873
«Abbiamo da decenni rapporto con Italcementi, ora Heidelberg Materials, e ultimamente questo rapporto si è molto rafforzato.
Quello che apprezzo sono le persone sempre disponibili e professionalmente molto preparate, a cui si aggiunge lo sguardo all’ecosostenibilità e alla velocità del servizio, oltre alla qualità del prodotto.
Quando parliamo di cemento è fondamentale che abbia caratteristiche serie e che siano rispettate».
Amedeo Innocenti | Titolare e socio Ditta Grotta 1873
Alessio Corbi, referente commerciale Corbi – Area De
«La sostenibilità per il cemento può essere una qualità in più. La presenza di materiali sostenibili in rivendita sta crescendo e continuerà a crescere perché le indicazioni che ci sta dando l’Europa ci spingono in questa direzione. Attualmente però la fanno da padrone ancora i vecchi metodi di costruzione».
Alessio Corbi | Referente commerciale Corbi – Area De
«L’innovazione di prodotto è di primaria importanza anche perché crea un valore aggiunto, anche economico, alla rivendita. Tuttavia deve andare di pari passi con la facilità di applicazione, altrimenti il mercato non la recepisce in modo positivo».
Emiliano Ciccotti | Referente canale imprese
Stefano Paolelli, ufficio acquisti F.lli Paolelli
«Credo che siamo ormai davanti a un’economia satura. Le imprese nella mia zona sono praticamente ormai al collasso perché piene di crediti che non possono cedere.
Non hanno più liquidità, per questo nonostante partecipino ai bandi del Pnrr vengono scartati perché insolvibili».
Stefano Paolelli | Ufficio acquisti F.lli Paolell
Carmela De Masi, titolare De Masi – Presidente Area De
«I criteri Cam sono necessari per legge ma non tutti i clienti li richiedono, anche se noi tendiamo a proporli.
Non so se il mercato nel Lazio si sia evoluto, ma posso dire che l’opportunità dello sconto in fattura e del superbonus hanno fatto sì che alcune attività abbiano sviluppato delle capacità nuove.
Probabilmente questo ha comportato l’inserimento di nuove figure all’interno delle aziende e una maggiore competenza di cui hanno usufruito anche i punti vendita».
Carmela De Masi | Titolare De Masi – Presidente Area D
Dalle energie rinnovabili ai servizi in ottica di sostenibilità, dall’ampliamento delle famiglie merceologiche fino alle nuove campagne di comunicazione dei brand attraverso lo sport: nel 2024, per BigMat nuove sfide e tanti investimenti. Lo racconta Alessandro Cerbai, presidente del Gruppo.
Quali novità hanno interessato il gruppo BigMat nel 2023?
Il nostro network è cresciuto ancora nel 2023 con 243 rivendite e 159 soci in 19 regioni lungo tutta la Penisola.
Novità importante è stata la creazione, a metà 2023, della nostra holding: Bmh spa. Un progetto che coinvolge oltre 70 aziende di BigMat Italia, le quali si sono unite per concretizzare un progetto innovativo che vuole agevolare passaggi generazionali e/o cessioni di aziende con l’obiettivo di supportare i punti vendita del Gruppo che vogliono acquisire magazzini o anche estendere la loro attività in nuove province.
Quest’anno stiamo analizzando una serie di operazioni e di modalità di funzionamento che riteniamo fondamentali a medio periodo.
Il tema finanziario che riguarda la concentrazione e il passaggio generazionale rappresenta un’importante sfida strategica per il futuro.
Quali iniziative avete già introdotto o volete intraprendere per il 2024?
Abbiamo messo le basi nel 2023 e nel 2024 saremo ancora più impegnati su diversi fronti che ruotano attorno a pilastri strategici per il Gruppo BigMat: il business delle energie rinnovabili, i servizi in ottica di sostenibilità e le nuove campagne di comunicazione del brand attraverso lo sport.
Infatti, abbiamo scelto di ampliare le famiglie merceologiche fornite sviluppando accordi e partnership con importanti nuovi fornitori, andando a investire in una maggiore profondità di gamma per alcuni comparti come serramenti e finiture, ma anche introducendo in punto vendita nuove aree merceologiche legate all’efficientamento energetico (fotovoltaico e pompe di calore) che oggi rappresentano una fetta potenziale di mercato da coprire.
Il nostro format per il noleggio BigRent assume nel 2024 una posizione di maggior rilievo nel punto vendita, non solo attività complementare ma una business unit perfettamente integrata in rivendita.
Il nostro marchio dedicato al noleggio professionale di piccole e medie attrezzature viene potenziato e strutturato in un format efficiente che valorizza il negozio BigMat come punto nevralgico e logistico della filiera, uno strumento per fidelizzare i clienti abituali ma anche per intercettarne di nuovi, senza dimenticare l’impatto positivo, a livello di sostenibilità, che il noleggio può portare nella filiera.
Novità di rilievo nel 2023 all’interno delle attività di comunicazione del brand è stato l’accordo pluriennale di sponsorizzazione di Federazione Italiana Pallavolo (Fipav) e quindi delle Nazionali italiane di pallavolo. Il primo appuntamento importante è stato proprio nel 2023 con la partecipazione ai Campionati europei.
Quest’anno, nell’attesa di vedere i risultati olimpici, il gruppo è stato anche Title Sponsor dei tornei dedicati ai giovani talenti del volley italiano: le Nazionali Giovanili di Pallavolo che nel 2024 sono appunto firmate BigMat, sempre in collaborazione con Fipav.
Prosegue poi anche quest’anno la partnership a livello internazionale con Uci (Unione Ciclistica Internazionale): BigMat sarà official partner dei Mondiali di ciclismo dal 2024 al 2027, i primi appuntamenti nel 2024 sono con i Campionati mondiali su strada che si terranno in Svizzera e quelli su pista in Danimarca, a seguire nel 2025 sarà la volta dei Mondiali su strada in Rwanda e di quelli di ciclocross in Francia e poi ancora nel 2026 dei Mondiali su strada in Canada e di quelli di Mountain Bike in Trentino fino al 2027, quando BigMat sarà official partner dei Campionati del mondo in Francia.
Un’attività di comunicazione importante per portare il brand BigMat in Europa e nel mondo grazie all’alta copertura mediatica di questi eventi.
Come è andato fatturato 2023?
Nel 2023 abbiamo superato il miliardo di euro di fatturato (1.004.130.573 euro), numero che conferma il dinamismo del Consorzio, con una crescita del fatturato del 12% nel 2023 e un valore di fatturato medio, delle ragioni sociali, pari a 6,5 milioni di euro.
Abbiamo raggiunto un obiettivo rilevante e per il 2024 ci aspettiamo una crescita costante del network con l’ingresso di altre realtà imprenditoriali qualificate e serie che scelgono BigMat per i suoi servizi e progetti.
Quali sono le vostre aspettative per quest’anno?
Dal punto di vista del fatturato sicuramente la fine del superbonus e l’impatto macroeconomico comporterà una contrazione di cui è ancora difficile stabilire l’entità, ma su scala nazionale ipotizziamo –10%, da compensare con varie azioni.
Come giudicate la redditività del vostro gruppo?
La redditività è certamente positiva, in particolare quella degli ultimi due anni grazie anche alla congiuntura economica cavalcata dagli incentivi.
Quest’anno ci aspettiamo una tensione che porterà e tenderà a comprimere i margini, ma siamo moderatamente ottimisti che si possano comunque ottenere dei risultati positivi.
A prescindere dagli accadimenti degli ultimi anni, la redditività delle aziende del Gruppo è stata tenuta sotto controllo grazie a una riclassificazione e comparazione dei bilanci dei soci, suddivisi per macro-zona e livelli dimensionali.
I principali indicatori condivisi permettono ai nostri soci un valido benchmarking che agevola il controllo.
I valori medi di redditività dei nostri soci, sia per la qualità degli stessi nella selezione a monte sia per il percorso legato all’integrazione nel Gruppo, è molto valida.
Nel corso del 2023 avete aggiunto nuovi prodotti e/o servizi?
Stiamo ampliando e sviluppando la gamma di categorie merceologiche grazie ad accordi con nuovi partner del settore per offrire alle rivendite opportunità commerciali vantaggiose su un ventaglio di prodotti sempre più esaustivo e ampio.
Come già detto, stiamo investendo per dare profondità alla gamma di soluzioni per l’efficientamento energetico e sul noleggio con un’espansione dei partner e del parco macchine e attrezzature che il punto vendita potrà mettere a disposizione delle imprese e dei professionisti.
Il comparto dei prodotti vernicianti è sicuramente in crescita e stiamo quindi lavorando per aumentare il nostro livello di specializzazione e la gamma di prodotti.
Anche i prodotti green sono una tendenza che corrisponde a una necessità e come Gruppo stiamo sviluppando questo tema con l’obiettivo di avere un nostro catalogo dedicato alle soluzioni ecosostenibili.
GreenMat, attraverso un’attenta analisi delle proposte dei nostri fornitori e partner, cerca di spingere sul mercato i prodotti green più adatti, cercando di anticipare la domanda.
A supporto della vendita proponiamo promozioni sempre più frequenti che seguono i trend del mercato per un piano commerciale efficace e costante.
Avete progetti e/o investimenti in programma?
Certamente sì, investiamo trasversalmente e in maniera pervasiva in tutti i campi: dai servizi alla formazione, dalle risorse umane ai progetti di comunicazione, dalla consulenza allo sviluppo di format per i punti vendita e gli showroom fino ai progetti dedicati alla digitalizzazione.
BigMat è un consorzio che ha come fine il supportare le aziende associate per fare business sul proprio territorio, gli investimenti sono quindi continui e molteplici.
Il nostro Gruppo distribuisce premi assolutamente di rilievo, ma è solo una delle attività e non un fine, ad essere importante è proprio l’investimento continuo nel supportare le nostre aziende.
Scenari di mercato
Rilevate tensioni sui prezzi o su qualche materiale?
Per quanto riguarda i prodotti abbiamo rilevato nel 2024 una tensione dei prezzi generale, ma non su una specifica singola gamma merceologica, con un orientamento al ribasso in alcune categorie.
Tra le tendenze del momento abbiamo visto sicuramente una maggiore richiesta per le categorie merceologiche che riguardano la ristrutturazione di interni e le finiture, quindi pavimenti e rivestimenti, arredobagno e termoarredo, sanitari e serramenti.
In calo, invece, la domanda di sistemi isolanti e di prodotti per il rinforzo strutturale, un rientro alla normalità dopo il boom dei lavori intrapresi con gli incentivi del superbonus.
Come gestite i listini a livello di consorzio?
Il Consorzio offre agli associati la possibilità di accedere ad accordi commerciali con oltre 250fornitori nazionali del settore dell’edilizia, delle finiture e delle energie rinnovabili, a cui si aggiungono contratti regionali e internazionali.
È poi disponibile una linea di 400 prodotti professionali privatelabel. Ogni socio è autonomo nella gestione dei suoi listini e nelle attività promozionali e di scontistica. La gestione commerciale di ogni associato è totalmente indipendente dal Gruppo.
I bonus si sono ridotti drasticamente: quale impatto vi attendete?
Superbonus e bonus edilizia hanno rappresentato un potente traino per il settore delle costruzioni nonostante i contraddittori e repentini cambiamenti legislativi; tutto il settore ne ha beneficiato ampiamente con inevitabili distorsioni e contraccolpi da gestire.
Fin dai primi incentivi, risalenti al 2020, il Gruppo ha sempre sviluppato piattaforme dedicate ai clienti delle proprie rivendite per cedere i crediti originati dagli sconti in fattura a istituti di credito, senza tuttavia coinvolgere direttamente (e oculatamente) i propri cassetti fiscali se non in percentuali molto ridotte.
Nel 2023 abbiamo assistito a un inevitabile rallentamento del Superbonus dovuto alle decisioni governative ma la coda si è protratta con effetti positivi nel fine anno arrivando al primo trimestre del 2024.
Tra i bonus interessanti, che nel 2023 ha rappresentato un ultimo stop and go, c’è anche il bonus barriere architettoniche, dall’importante valenza sociale e che le nostre rivendite hanno colto finché non è stato notevolmente ridimensionato.
Adesso bisogna guardare alla declinazione della direttiva europea Case Green come un’opportunità per intervenire sul patrimonio immobiliare del nostro Paese in chiave di ristrutturazione ed efficientamento. L’auspicio è che la politica sappia interpretare in maniera strutturale e graduale il necessario accompagnamento.
Quanti dei vostri associati lavorano su progetti legati al Pnrr?
Il Pnrr è sicuramente una fonte di investimenti importante per le infrastrutture e le grandi opere, ma abbraccia anche tutti gli interventi delle amministrazioni pubbliche in contesti più locali e territorialmente più contenuti.
Vediamo certamente delle opportunità che possiamo cogliere offrendo i nostri servizi, ma anche la nostra expertise tecnica e specializzata che ci rende competitivi a tutti i livelli.
Il Pnrr è un mondo da cui non possiamo restare tagliati fuori e anche se la ricaduta sui nostri punti vendita è solo una parte ridotta degli enormi investimenti a disposizione è comunque un’opportunità significativa.
Il nostro network, con la sua riconoscibilità e capillarità, rappresenta certamente un punto di riferimento per le imprese che si muovono sul territorio e che dovranno seguire questi lavori.
Molti dei nostri associati hanno già all’attivo partnership con imprese edili e contractor per poter intercettare gli appalti potendo offrire un’ampia gamma di fornitori di alto livello a cui rivolgersi per identificare la soluzione più innovativa, nell’ottica anche di un’ottimizzazione dei tempi che sono sempre serrati quando si parla di opere pubbliche e grandi lavori.
C’è qualche criticità che vi preoccupa?
Le attuali condizioni geopolitiche ed economiche influenzano inevitabilmente anche il nostro comparto e da questo, così come a seguito dell’estinzione o della forte riduzione degli incentivi, possono nascere preoccupazioni per un calo del mercato e una diffusa tensione finanziaria.
Servizi
Perché una rivendita dovrebbe scegliere di entrare nel vostro consorzio?
Entrare in BigMat significa aver scelto di aderire a un vero e proprio progetto imprenditoriale che va al di là del mero gruppo d’acquisto.
In BigMat vengono sollecitate tutte le corde strategiche di un’azienda: la politica commerciale, i progetti di comunicazione e marketing, la formazione, la realizzazione di nuovi format, la strategia di sviluppo del mercato e tutto sempre mantenendo la propria indipendenza imprenditoriale e beneficiando della forza del Gruppo.
Scegliere BigMat significa poter accedere a un confronto leale con altri imprenditori e costruire insieme a loro un “edificio” più grande di cui la rivendita fa parte; significa guardare oltre la propria area per confrontarsi a livello nazionale ma anche internazionale.
L’imprenditore sceglie BigMat e BigMat sceglie imprenditori lungimiranti e dall’approccio consortile, che sanno quindi stare in Gruppo e che fondano la loro attività su serietà aziendale e commerciale potendo contare su un fatturato e un contesto lavorativo sano; aziende che grazie al loro posizionamento sono punti di riferimento per il territorio o hanno le potenzialità per esserlo grazie anche al supporto di BigMat.
Non conta la dimensione del network, che è fine a sé stessa, ma piuttosto la qualità della rete perché BigMat è per molti ma non per tutti e viceversa.
Quali sono i principali servizi che offrite ai vostri associati?
Il Gruppo BigMat mette a disposizione del socio aderente un team dedicato a supporto di ogni area di sviluppo del business: con accordi commerciali, configurazione e allestimento degli spazi, comunicazione istituzionale (attraverso campagne di marketing multicanale con advertising tv e radio) strategia web e social declinabili dai punti vendita, senza dimenticare l’implementazione dei format di vendita (HABIMAT per gli showroom, BigRent per il noleggio professionale, libero servizio), la formazione, ma anche i nuovi progetti di digitalizzazione come il marketplace per avviare un e-commerce e la piattaforma per la digitalizzazione dei listini DPrice.
Come siete organizzati sul fronte logistico e dei trasporti?
I singoli soci e le aziende sono indipendenti nella gestione logistica della propria realtà: ordini e consegne con fornitori e clienti sono gestiti in autonomia da ogni ragione sociale. Da rilevare che i volumi della logistica stanno diminuendo poiché la tendenza dei nostri magazzini è quella di tenere meno stock.
Avete una piattaforma e-commerce?
BigMat sviluppa diverse piattaforme e-commerce che permettono ai soci interessati di attivare dei negozi online in assoluta autonomia attraverso un sistema di gestione dei contenuti e della posizione su Google Maps per una migliore geolocalizzazione.
Oggi sono oltre 50 i soci che hanno implementato uno shop online e che lo utilizzano attivamente come canale di vendita.
A che punto é la digitalizzazione del gruppo?
Il Gruppo BigMat da molti anni utilizza, per la funzionalità del Consorzio, un sito interno come repository di tutta la documentazione commerciale e come formula di comunicazione interna, inoltre mette a disposizione un sito specifico e personalizzato per ciascun socio come vetrina anche già predisposto per implementare l’e-commerce.
A questo si accompagna il sistema di comunicazione social tramite piattaforma specifica che consente di supportare i soci nella gestione professionale dei propri account.
La grande sfida su cui ci siamo messi in moto è quella tipica e cronica del nostro settore, la digitalizzazione uniforme dei listini e relativa codifica: abbiamo quindi deciso di aderire alla piattaforma di settore DPrice, spinta e coordinata dall’associazione di categoria Sercomated-Federcomated.
Chiediamo quindi ai nostri fornitori di aderire per consentire finalmente anche al nostro settore di ottenere quella fluidità che la distribuzione di altri settori conosce da tempo.
Quante ore di formazione dedicate all’anno agli associati?
La Scuola BigMat propone corsi per la formazione e l’aggiornamento professionale rivolta ai titolari dei punti vendita e loro collaboratori e dipendenti.
Sono decine le giornate organizzate in tutta Italia con docenti di primissimo livello su strategie di marketing, tecniche di vendita, organizzazione aziendale e logistica, nuove tecnologie digitali e software ma anche i trend dell’interior design, colore e molto altro.
Il training si sviluppa, inoltre, in modo continuo anche su temi strategici e trasversali come le risorse umane e la gestione del personale, il financial management e il business development attraverso un supporto organizzativo e formativo costante sulle business unit che le rivendite possono attivare come un paio di esempi fra tutte: il format per il noleggio o l’area libero servizio.
Identikit
Ragione sociale completa: BIGMAT ITALIA S.C.P.A.
Sede centrale: Via Roma 74 – 20051 Cassina de’ Pecchi (Milano)
Tel: 02.95344836
Mail: info@bigmat.it
Fornitori partner: oltre250
Fatturato totale: 1.004.130.573 euro
Sito internet: bigmat.it; habimat.it
Tipologia di aggregazione: Consorzio
Anno di fondazione: 2004
Presidente: Alessandro Cerbai
Direttore: Matteo Camillini
Responsabile ufficio acquisti: Marco Palermo
Fatturazione centralizzata (sì, no): No
Aree geografiche servite: Italia
Numero rivenditori associati: 2021: 114 2022: 126 2023:153 2024:159
BigMat Icos è un importante punto di riferimento per la rivendita edile a Torino: l’azienda vanta storia e prestigio da oltre 40 anni, ma anche dimensioni imponenti, oltre 80 mila metri quadrati, dove all’interno si trova di tutto. Icos è sinonimo, infatti, di cittadella dell’edilizia e della casa: materiali e soluzioni edili, ferramenta ed elettroutensili, centro colore, piastrelle, arredo bagno, insieme a porte e finestre.
A corredo un servizio di noleggio per attrezzature e macchinari per l’edilizia e uno per la gestione di rifiuti e trasporti. Una solida realtà raccontata dal titolare, Mario Colombino.
Qual è stato il percorso della vostra azienda?
Icos nasce nel 1984: è stata fondata da mio padre e mio zio, grazie all’attività della nostra cava di inerti. Hanno deciso di aprire poi una rivendita e un magazzino edile, che negli anni è cresciuto sempre di più con l’inserimento di tutte le categorie merceologiche, fino allo smaltimento delle macerie e al noleggio.
Un percorso di crescita, quindi, che ci ha permesso di farci chiamare la cittadella dell’edilizia e della casa. La nostra area, formata da un punto vendita, conta 80mila metri quadrati a Torino.
Perché avete aderito a BigMat?
Il nostro ingresso in BigMat, avvenuto due anni fa, è parte di una strategia di sviluppo: volevamo crescere e abbiamo deciso di farlo insieme a nuovi soci.
Abbiamo aperto la società Decos con le famiglie Bechis e De Tommasi, per rafforzare la presenza in città, in provincia e non solo, e un Gruppo così forte faceva proprio al caso nostro. I valori e lo spirito imprenditoriale, allineati con i nostri, ci hanno convinto ancora di più. I risultati si vedono.
Quale tipo di clienti avete?
Quando abbiamo iniziato il 100% erano imprese. Oggi, con l’apertura di diverse aree di business, contiamo per il 75% imprese e artigiani, 20% privati e 5% progettisti e architetti.
Vendete anche prodotti per il colore?
All’interno del nostro punto vendita si può trovare un’offerta completa e specializzata proprio in questo ambito: disponiamo infatti di cinque tintometri per soddisfare le esigenze della nostra clientela professionale e di un’area dimostrativa del colore per accompagnare i privati nella scelta.
Quali sono i prodotti più richiesti per la finitura?
Artigiani e clienti privati propendono per il prodotto lavabile in quanto più pratico. Un altro dei nostri best seller sono le finiture per facciate e cappotti che rispondono alle attuali richieste in ambito di risparmio energetico.
Per gli interni, invece, il focus è il total look degli ambienti con un accento sui prodotti ecologici sempre più richiesti dai privati.
Il cliente tipo chiede direttamente una marca e un prodotto o sceglie in base ai vostri consigli?
Il cliente privato tendenzialmente ascolta i nostri consigli. L’impresa lo fa se deve avviare grossi lavori o se non ha richieste specifiche di capitolato.
Lo fa anche il decoratore, anche se è più fidelizzato alle marche dei prodotti.
La classificazione green di un prodotto è considerata oppure è il prezzo a fare la differenza?
Al momento notiamo poca sensibilità: l’impresa, se obbligata sì, altrimenti il prezzo rimane la prima discriminante.
Con il privato la mentalità è differente: i prodotti ecosostenibili sono molto ricercati, specialmente fra i giovani, che hanno una cultura differente.
Qual è il tipo di supporto che arriva da BigMat?
Nella selezione dei fornitori c’è sicuramente una grande attenzione, così come nell’attuare iniziative di marketing importanti, creare comunicazione e promozione per il sell out in maniera coordinata e condivisa.
Terra-Fix, il nuovo accessorio che permette di posare su terra o erba
Eterno Ivica ha presentato un poker di soluzioni per la posa dei pavimenti sopraelevati esterni e rivestimenti outdoor. Tra le innovazioni spiccano il supporto Pedestal Prime Pr0 e Terra-Fix, accessorio che consente l’installazione direttamente su erba o terra senza necessità di scavo o calcestruzzo.
Eterno Ivica ha presentato a Cersaie 2024 una ricca offerta di novità per i pavimenti sopraelevati. Tutti i prodotti presentati sono disponibili nel catalogo aggiornato dei Sistemi di Posa 2025.
Da sinistra, Andrea Ceretta, responsabile commerciale Italia, Elisabetta Balzani, responsabile marketing e Roberto Ghiaroni, responsabile commerciale estero.
Tra le innovazioni spicca il supporto per pavimenti sopraelevati esterni Pedestal Prime PR0, ideato per coprire altezze da 15 a 30 millimetri e in grado di compensare il 2,5% di pendenza.
Pedestal Prime PR0 è disponibile con testa bicomponente autolivellante con alette per la posa di piastre, e la nuova testa universale autolivellante Ø 110, bicomponente PP e gomma, per travetti in alluminio e legno. Quest’ultima è compatibile con i supporti Woodeck System delle linee Pedestal Prime, Eterno e New Maxi.
Installazione Pedestal Prime, diffidate dalle imitazioni
Tra le altre novità dell’azienda c’è Terra-Fix, accessorio che consente di posare la pavimentazione direttamente su erba o terra.
Grazie alla posa diretta sul terreno non è necessario un sottofondo in cemento e non richiede scavo o calcestruzzo. Inoltre, le teste autolivellanti dei supporti non necessitano che Terra-fix sia livellato durante l’installazione.
Una volta posati Terra-Fix e supporti, la struttura del deck può essere costruita con i travetti in allumino Woodeck System di Eterno Ivica o con qualsiasi altro travetto in alluminio o legno disponibile sul mercato.
Terra-Fix, il nuovo accessorio che permette di posare su terra o erba
Altra innovazione di rilievo è il distanziatore perimetrale a sbalzo, un profilo in acciaio zincato, lungo 86,2 centimetri, da applicare sulla testa dei supporti a ridosso delle pareti verticali.
Grazie alla sua particolare forma, questa soluzione ha una doppia funzione: quella di sorreggere le lastre in ceramica e quella di distanziatore perimetrale, creando una fuga di un centimetro dalla parete verticale.
Infine, last but not list, la nuova clip universale per la posa di listoni in legno su travetto di alluminio o legno.
Clip universale per la posa di listoni in legno su travetto di alluminio o legno.
Questa soluzione è composta da due particolari clip in nylon (poliammide), progettate per inserirsi al di sopra del travetto in alluminio Eterno Ivica.
Sono inoltre compatibili con travetti in legno o altro materiale. Le clip permettono la posa di doghe in legno in modo da creare fughe da 4 o 8 millimetri.