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Torna a crescere il business delle fiere

Una passata edizione di Made Expo
Una passata edizione di Made Expo

Riprende a crescere il numero di manifestazioni fieristiche (il 42,30% dei quartieri coinvolti nell’indagine ha ospitato più rassegne e il 38,48% ha registrato stazionarietà evidenziando la tenuta del sistema). 

La trentunesima rilevazione trimestrale sulle tendenze del settore fieristico condotta dall’Osservatorio congiunturale di AEFI per il periodo ottobre-dicembre 2016 indica un quadro complessivo positivo, confermando l’andamento del trimestre precedente e un miglioramento rispetto al corrispondente periodo del 2015. L’evoluzione del comparto e l’avvio della ripresa delineata nei trimestri precedenti, è confermata dalle aspettative fiduciose degli associati per il 2017 che sembrano indicare che il periodo più difficile sia passato e lasciano spazio a una nuova situazione di crescita.

Made Expo 2015
Made Expo 2015

L’indagine qualitativa, che ha coinvolto 26 poli fieristici italiani associati Aefi, mostra attraverso i saldi positivi e negativi definiti in base alle risposte degli associati che hanno partecipato all’analisi, un trend positivo per tutti gli indicatori considerati: numero di manifestazioni, espositori e visitatori complessivi, superficie occupata e fatturato totale. Diminuiscono in particolare le situazioni di stazionarietà a favore di un maggior ottimismo. Il saldo pari al +23%, uguale a  quello di fine 2015, è particolarmente significativo se confrontato con quello del trimestre precedente (+8%). 

In decisa crescita il numero degli espositori: il 57,71% dei 26 associati che hanno partecipato all’indagine hanno infatti segnato un aumento, nonostante una componente importante di coloro che hanno registrato una contrazione (30,76%).

Il saldo del +27% – risultato della differenza tra coloro che prevedono un aumento e coloro che prevedono una diminuzione – conferma l’andamento positivo sul trimestre precedente, e migliora rispetto a fine 2015 (+23%). Dall’analisi della provenienza degli espositori, emergono in ripresa gli italiani e gli europei, entrambi con un saldo del +27%, rispetto alla crescita meno dinamica degli stranieri extra Ue che fanno registrare un saldo del +12% . Come conseguenza dell’aumento del numero di manifestazioni e degli espositori, cresce anche la superficie occupata: il 61,55% dei partecipanti all’indagine registra un incremento. Il saldo, pari al +31%, migliora sia rispetto al trimestre precedente, quando si attestava a +23%, che rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+19%).

Il maggiore contributo alla superficie complessiva occupata proviene dagli espositori italiani, con un saldo del +27%, seguiti dagli europei con un saldo del +23%. Le aree occupate dagli espositori stranieri registrano invece un saldo del +12%. Particolarmente positivi i dati relativi ai flussi di visitatori: in aumento per il 61,56% degli intervistati, invariato per il 11,57% e diminuito per il 26,91%. Il saldo del +42%, al netto della componente stazionaria, è leggermente inferiore rispetto a fine settembre 2016, ma in miglioramento rispetto alla chiusura 2015 (+35%).

Lo spaccato dei visitatori evidenzia un incremento sostenuto degli europei, con un saldo del +38%, seguiti dagli italiani (saldo +31%) e dai visitatori provenienti dai Paesi extra UE che registrano un saldo pari al +23%. 

Mapei sbarca in Colombia con l’acquisizione di Productos Bronco

Giorgio Squinzi, presidente di Mapei
Giorgio Squinzi, presidente di Mapei

Mapei sbarca in Colombia. Il Gruppo italiano, infatti, ha annunciato l’acquisizione di Productos Bronco, società che ha sede a La Estrella, vicino a Medellín. L’operazione rientra nella strategia di internazionalizzazione ddi Mapei: maggiore vicinanza alle esigenze locali e ottimizzazione della logistica. Productos Bronco, fondata nel 1983, è specializzata nella produzione di impermeabilizzanti, sigillanti e finiture. Gode di una riconoscibilità e autorevolezza nel mercato di riferimento per la qualità dei suoi prodotti, il servizio al pubblico e una efficiente rete distributiva in tutta la Colombia. 

Con questa acquisizione, Mapei rafforza la sua presenza nel mercato sudamericano, tra i più promettenti, dove la Colombia si distingue per gli interessanti tassi di crescita e gli alti standard qualitativi. La gamma dei prodotti  Bronco sarà ampliata con l’introduzione di alcuni prodotti Mapei. La struttura della società verrà rapidamente potenziata soprattutto negli aspetti tecnici, per poter beneficiare delle ampie sinergie con il Gruppo Mapei.

Giorgio Squinzi, presidente di Mapei
Giorgio Squinzi, presidente di Mapei

Milanesi in cerca di privacy e sicurezza

Case a Milano, zona CityLife
Case a Milano, zona CityLife

Che cosa vogliono i milanesi quando cercano casa? Risponde Giuseppe Sciarrillo, Amministratore Delegato di Roseto, società specializzata nel settore delle locazioni immobiliari, che con il brand Roseto Prestige opera sul segmento luxury della città. «Tra i desiderata dei nostri clienti vi è in primis la localizzazione dell’immobile. La zona è quella che fa la differenza nella scelta di coloro che decidono di vivere a Milano. I due nuovi principali sviluppi residenziali della città la fanno da padrone. Stiamo parlando di CityLife e Porta Nuova. Spostandoci sulle unità abitative, la prima valutazione che viene fatta riguarda il contesto: privacy e sicurezza sono al primo posto. Le richieste più ricorrenti riguardano essenzialmente la zona giorno, dove si gradiscono saloni di rappresentanza e cucine decisamente abitabili e la zona notte con predilezione per unità con master bedroom con grande cabina armadio e bagno en-suite. Per quanto riguarda i canoni medi mensili, i nostri immobili variano da 2.000 a 3.500 euro per appartamenti con superfici di circa 60-100 mq, mentre le soluzioni di ampia metratura dai 250 a 500 mq hanno cifre che partono da 6.000 fino ad arrivare a 30.000 euro al mese».

Case a Milano, zona CityLife
Case a Milano, zona CityLife

Unicmi versus Delrio: no agli appalti con in house

Graziano Delrio

Unicmi versus ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio. Una lettera dell’associazione esprime le forti preoccupazioni dell’intera filiera industriale rappresentata da Unicmi riguardo all’articolo 177 del Codice degli Appalti Pubblici (recepito dall’articolo 65 della bozza di revisione), ovvero alla questione dell’esclusione delle manutenzioni ordinarie dal limite del 20% massimo di lavori da tenere in house nel perimetro delle concessioni.  

La lettera Unicmi punta il dito contro «le ambiguità che risiedono nella posizione sindacale di esclusiva difesa degli interessi dei lavoratori dipendenti dei concessionari ignorando le conseguenze che l’in house produrrebbe non tanto ai bilanci delle imprese specialistiche di settore (argomento che spesso il sindacato tende a non ritenere rilevante) quanto ai livelli occupazionali delle imprese stesse».

Secondo l’Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell’ Involucro e dei serramenti, dal momento che i soggetti concessionari menzionati all’art. 177 comma 1, hanno ottenuto la concessione senza aver vinto una gara, gli stessi, al fine di evitare una elusione delle norme europee in materia di procedura di affidamento dei contratti e delle concessioni pubbliche, dovrebbero avere l’obbligo di affidare all’esterno, attraverso una procedura di gara ad evidenza pubblica, non già solo l’80%, bensì il 100% dei contratti di lavori, servizi e forniture, senza neanche il limite dei 150.000 euro.

«Conseguentemente, Unicmi e Finco ritengono essenziale eliminare totalmente il fenomeno dell’in house presso i concessionari». Inoltre, Unicmi ritiene necessario fare chiarezza sulla definizione di manutenzioni ordinarie. L’Associazione, infatti, reputa che il testo di legge avrebbe dovuto e debba farsi carico di definire in maniera insindacabile il campo entro il quale si individuano gli interventi ammissibili in questa categoria, restringendo l’elenco ai soli interventi che non necessitano di investimenti da parte dei concessionari (compresi quelli determinati dalla concessione stessa), bensì rientrino in una programmata attività manutentiva gestibile da magazzino. Tutto ciò, sia per ovvie ragioni di tutela del comparto industriale rappresentato da Unicmi, ma anche per l’affermazione di gestioni trasparenti e tracciabili dei lavori assegnati ed eseguiti, a beneficio del paese, della qualità dei processi edilizi e degli utenti che utilizzano le infrastrutture date in concessione.

Graziano Delrio
Graziano Delrio

 

Anie, Quintani presidente del gruppo smart metering

Vincenzo Quintani
Vincenzo Quintani

Promuovere le innovative tecnologie di misura statiche e il concetto di Smart Metering System quale infrastruttura critica per le smart city. È l’obiettivo del gruppo Smart Metering di Csi, che ora ha un nuovo coordinatore: Vincenzo Quintani. L’associazione, all’interno della Federazione Anie, rappresenta le imprese costruttrici di componenti e sistemi per impianti. Quintani è amministratore delegato della filiale Italiana della Landis+Gyr, gruppo leader nello smart metering e soluzioni smart grid attivo da più di 120 anni. Laureato in Ingegneria Elettronica, ha conseguito un Master in Business Adiministration al Cuoa e ha in curriculum esperienze professionali in diversi settori high-tech, tra cui Ict, biomedicale ed energia. È stato anche consigliere del direttivo Gifi, la più grande associazione industriale del fotovoltaico oggi confluita in Anie Rinnovabili. 

Il gruppo Smart Metering di Csi ha come obiettivo quello di promuovere l’impiego delle tecnologie statiche di misura, divulgandone gli aspetti tecnico-scientifici e normativi per far comprendere a tutti gli attori della filiera, compresi i consumatori finali, quali siano i vantaggi di una sempre maggiore apertura del mercato alle nuove tecnologie di misura, di comunicazione e gestione dei dati metrologici.

Lo Smart Metering Group si occupa di contatori gas statici, contatori elettrici, contatori acqua statici e le relative infrastrutture di comunicazione, un comparto industriale fortemente innovativo, che rileva ingenti investimenti in Ricerca e Sviluppo di prodotti sempre più intelligenti e performanti. Realizzare un sistema di Smart Metering significa realizzare una rete intelligente attraverso la quale si promuove un sistema di misurazione evoluto (Advanced Measurement Infrastructure), efficiente e ad elevate prestazioni, in grado di attuare automazioni, telecontrollo e telegestione dei contatori d’utenza e non solo.

«Un sistema di Smart Metering è un infrastruttura cardine su cui innestare servizi caratteristici delle smart city, ancor di più nell’ottica di un paradigma IoT verso il quale ci stiamo evolvendo», ha spiegato Quintani. «La diffusione delle tecnologie statiche è pre requisito essenziale per massimizzare le prestazioni dei dispositivi, fare efficienza energetica e conseguire vantaggi tangibili per i consumatori finali. Sono molto orgoglioso di assumere il ruolo di coordinatore del gruppo di lavoro di Anie perché credo fortemente in questa tecnologia. Continueremo a presidiare dal punto di vista normativo lo sviluppo tecnologico del settore e ci impegneremo in una intensa attività di divulgazione e di promozione tecnico-scientifica con pubblicazioni, seminari, giornate di studio. Il nostro obiettivo è accreditarci sempre di più come riferimento nazionale sul tema nei confronti di enti ed istituzioni di interesse pubblico».

Tra i punti programmatici di Quintani anche la creazione di una piattaforma digitale, come contenitore delle posizioni del gruppo e spazio di confronto e la creazione di una Smart Metering academy per la valorizzazione del know-how e la formazione diffusa di personale che permetta di sfruttare tutte le potenzialità delle innovative tecnologie di Smart Metering.

Vincenzo Quintani
Vincenzo Quintani

Immobili, l’Istat conferma la ripresa delle compravendite

Casa a Milano
Casa a Milano

Si conferma la fase di ripresa delle compravendite immobiliari. Nel terzo trimestre 2016 si è registrata una crescita del 19,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo rileva Istat sulla base dei dati di fonte notarile da cui emerge che nel periodo preso in esame le compravendite per unità immobiliari sono state 172.301.
    Nel dettaglio, la crescita delle transazioni immobiliari è pari al 17,7% per le unità ad uso abitativo e al 57,9% per i trasferimenti di immobili ad uso economico. L’aumento delle compravendite immobiliari coinvolge tutte le aree del Paese, ma gli incrementi più marcato si registrano nel Nord-Est (+29,3%) e nel Nord-Ovest (+21,3%). Più contenuta la crescita nel Centro (+17,7%), nelle Isole (+12,8%) e al Sud (+12,0%). Complessivamente, nei primi tre trimestri del 2016 le compravendite di immobili crescono del 19,8% rispetto allo stesso periodo del 2015.

Casa a Milano
Casa a Milano

Appalti, arrivano le modifiche al Codice. Basteranno?

Cantiere a Milano
Cantiere a Milano

È stato invocato, poi approvato e, infine, contestato: il nuovo Codice degli Appalti è entrato in vigore nel giugno scorso. Ed è stata subito polemica: le imprese hanno contestato la transizione a loro dire troppo veloce. In effetti, il passaggio dal vecchio sistema a quello nuovo, seppure considerato migliorativo anche dalle aziende, ha provocato nella seconda parte dello scorso anno un blocco dei lavori. Ora, però, il governo ha deciso di porre rimedio con una una raffica di modifiche (54 articoli e 245 correzioni) che dovrebbero alleggerire il trauma del passaggio. In aggiunta, si preannuncia una discussione aperta con gli attori in campo, prime tra tutte le imprese, che discuteranno eventuali modifiche alle modifiche. Insomma, una linea collaborativa, frutto dell’iniziativa del ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio. Tra le modifiche proposte, l’eliminazione del divieto di appalto integrato, le gare sul progetto definitivo saranno ammesse per opere a prevalente contenuto tecnologico, e le pubbliche amministrazioni potranno riproporre i progetti approvati prima della riforma e bandire le gare. Altra modifica: il periodo di riferimento per ottenere i requisiti salirà da cinque a dieci anni (in pratica si passa al  pre-crisi delle costruzioni). Non sarà più obbligatorio ottenere un giudizio dall’Anac (Autorità anti corruzione), ma se richiesto, farà guadagnare punti, ovviamente con un giudizio positivo. Per il subappalto il tetto del 30% si applicherà solo a lavori prevalenti e non su tutto il valore delle opere, ma è sottoposto alla decisione delle amministrazioni. La parola d’ordine, insomma, sembra quella della flessibilità. Tutta da verificare in sede di discussione.

Cantiere a Milano
Cantiere a Milano

Il video-reportage di YouTrade al Klimahouse 2017

Klimahouse 2017

Klimahouse 2017

Klimahouse 2017 è stato scandagliato da cima a fondo da YouTrade, che con un video-reportage ha raccolto le novità portate in fiera dalle aziende. Ventinove video per altrettanti nuovi prodotti, tutti da scoprire: si inizia dalla “B” di Betonrossi e si finisce con la “Z” di Zehnder, dopo essere passati per tutto l’alfabeto e le più importanti imprese.

Ecco la playlist dei video: basta un click!

Il 17% di chi compra casa non è italiano

Case a Milano
Case a Milano

Aumenta il numero di stranieri che acquista casa. Secondo il Gruppo Tecnocasa, nel nostro Paese vengono finanziati principalmente cittadini italiani (l’83% dei mutui è stato erogato a persone di origine italiana). Ma, allo stesso tempo, sale la percentuale degli stranieri: attualmente quasi il 13% è rappresentato da cittadini di altri Paesi del Vecchio Continente e il 4,1% da immigrati extra-europei. Le nazionalità più rappresentate sono quelle rumena (31,2% del totale degli stranieri), albanese (16,5%) e moldava (10,8%). Tra i non-europei, invece, i più presenti sono i peruviani (3,6%), seguiti da marocchini (2,5%) e da indiani (2,3%).

Osservando la provenienza del mutuatario nell’ambito delle macroaree italiane e confrontando i risultati tra loro, si evince che gli istituti di credito tendono a finanziare i cittadini non italiani maggiormente nel Nord Italia (in particolare, più di un terzo dei soggetti finanziati nel Nord-Est non è italiano).Area-Provenienza-mutuatario-Isem2016---Gruppo-Tecnocasa

Riscossa della logistica per il settore immobiliare

L'interno di un magazzino di Amazon
L'interno di un magazzino di Amazon

In tre anni, da settembre 2017, saranno circa 1.200 i dipendenti richiesti da Amazon per il nuovo centro di distribuzione di Passo Corese a pochi passi da Roma, dando nuove prospettive di crescita all’economia reatina e del Lazio. Un capannone di 61 mila metri quadrati, acquistato dal colosso americano alla cifra di 150 milioni di euro, tra i più grandi in Europa, che costituirà il secondo stabilimento dell’azienda in Italia (dopo il mega hub piacentino di Castel San Giovanni). Mentre l’Emilia si conferma un’area strategica e nevralgica per la logistica e il mercato immobiliare correlato. In attesa che a Parma parta la riqualificazione in versione cargo dell’aeroporto Giuseppe Verdi, infatti, si parla di un nuovo grande polo nel piacentino e di un’operazione di una multinazionale immobiliare, controllata da un fondo di Singapore, su un’area di circa 960mila metri quadrati per conto forse di Alibaba, colosso cinese dell’e-commerce. 

Da queste considerazioni lo Studio Legale Apollo & Associati accende il faro sul settore immobiliare legato alla logistica, con investimenti che nel 2016 si sono avvicinati a 650 milioni di euro. In Italia, come nel resto d’Europa, seppur in misura minore, a sostenere la domanda sono le attività degli operatori logistici, la grande distribuzione, il retail e in primis lo sviluppo costante del business dell’e-commerce, che cuba nel nostro Paese ormai 20 miliardi di euro l’anno. «Un mercato tendenzialmente stabile, quello dell’immobiliare legato alla logistica, che mostra però segnali e sviluppi interessanti», spiega Davide Apollo, fondatore e socio dello Studio Legale, esperto di tematiche legali nel settore real estate. «Uno fra tutti: i big dell’e-commerce stanno investendo nel nostro Paese. Non semplici operazioni immobiliari, ma creazione di valore per il territorio». 

L'interno di un magazzino di Amazon
L’interno di un magazzino di Amazon

Secondo il legale, «è prevedibile che anche le quotazioni comincino a crescere gradualmente, già a partire da quest’anno, soprattutto nel Nord Italia. Con il rischio, però, che l’interesse degli investitori internazionali vada di conseguenza ad attenuarsi, se non in presenza di asset davvero appetibili, in grado di assicurare velocità di consegna della merce e contenimento dei costi». Gli immobili ritenuti particolarmente interessanti per il mercato dall’e-commerce, inoltre, devono rispondere ad esigenze particolari, in termini di metrature (almeno 40mila mq), collocazione (vicini ad infrastrutture viarie e ai principali poli di consumo) e soluzioni innovative per lo stoccaggio e la conservazione ottimale della merce in deposito. 

La metà degli italiani ristruttura prima la cucina

Nuova cucina, nuovo stile di vita più salutare. È quanto emerge dallo studio di Houzz, la piattaforma online leader mondiale nell’arredamento, progettazione e ristrutturazione d’interni e d’esterni, che ogni anno scopre i nuovi trend di design in ambito cucina. La ricerca è stata condotta su un campione di proprietari di casa che stanno rinnovando, hanno appena rinnovato o hanno intenzione di rinnovare la propria cucina a breve e ha rivelato che, quasi la metà delle persone che hanno ristrutturato questo spazio, sposano successivamente uno stile di vita più sano (44%). Questo significa cucinare più pasti a casa (29%): nove persone su dieci dichiarano infatti di preparare cinque o più pasti a casa a settimana (95%). Le abitudini sane post-ristrutturazione includono anche un aumento di comodi pasti da seduti a tavola (25%), meno richieste di cibo da asporto (23%) e un consumo maggiore di frutta e verdura (21%).  Nella maggior parte dei casi (78%), la ristrutturazione della cucina prevede un cambiamento del suo stile. In cima alle preferenze degli italiani troviamo lo stile moderno e contemporaneo (entrambi 31%), seguiti dallo stile industriale, country e scandinavo (tutti al 6%). A spingere gli italiani verso il rinnovo è principalmente il desiderio di personalizzare una casa acquistata di recente (46%), la volontà di modernizzare una cucina ormai vecchia e deteriorata (19%) e, infine, un momento favorevole di disponibilità economica (18%).

“La ricerca di Houzz dimostra che, dietro la ristrutturazione della cucina, spesso non c’è la volontà di rivalutare il valore dell’immobile”, ha dichiarato Mattia Perroni, Managing Director di Houzz Italia. “Si registra una tendenza crescente ad abitare sempre più a lungo nella stessa casa, quindi il ritorno di investimento derivante dal rinnovo della cucina è un dato poco rilevante. Al contrario, la ristrutturazione genera una tendenza ad assumere abitudini quotidiane più salutari e a trascorrere più tempo in convivialità con amici e familiari”.  Dallo studio di Houzz si scopre anche che tra gli accessori utilizzati per organizzare meglio gli spazi, i più richiesti sono quelli dedicati a posate e stoviglie (68%), contenitori estraibili per la raccolta differenziata (64%), cassetti con divisori (59%) e organizer per pentole e padelle (49%). Tre quarti degli intervistati scelgono accessori interni su misura per sfruttare meglio gli spazi (74%), per limitare il disordine (51%) e trovare più facilmente gli oggetti cercati (47%).

Ricerca Cucina 2017 - Houzz Italia

Altri dati interessanti:

  • Budget considerevoli: nel 2016, quasi un terzo degli italiani ha speso più di 10.000€ per il rinnovo della cucina (31%). Il 35% ha speso invece tra i 5.000€ e i 10.000€.
  • Mobiletti personalizzati: la scelta dei mobiletti per la cucina ricade per il 67% degli italiani su soluzioni su misura e personalizzabili. Il 19% sceglie, invece, mobiletti prefabbricati e il solo 13% opta per soluzioni in pronta consegna.
  • Cucine più grandi e aperte: è sempre diffuso il desiderio di open space. Il 52% delle cucine rinnovate sono più aperte verso le stanze adiacenti e la loro superficie viene ampliata (51%). Grazie a spazi più ampi e accoglienti, la cucina diventa un luogo di raccolta: il 46% degli italiani ci trascorre più tempo, anche in compagnia dei familiari.
  • Colori classici: i colori prescelti sono quelli che non stancano con il passare del tempo, questo include elettrodomestici in acciaio inox (59%), mobili bianchi (40%) e pavimentazione grigia (20%).
  • L’aspetto dei materiali conta: per i piani di lavoro è prioritario scegliere materiali facili da pulire (50%), mentre altre motivazioni alla scelta del materiale sono la durabilità (38%) e l’aspetto e sensazione al tatto (36%). Per la pavimentazione è invece importante l’impatto visivo (64%), la praticità nel pulire (53%) e la durevolezza (50%).
  • Professionisti coinvolti: la maggioranza degli italiani assume professionisti per seguire la ristrutturazione della cucina (80%), inclusi tecnici specializzati (42%), architetti (29%) e progettisti di cucine (29%).

Qui è possibile scaricare il report completo

[Il sondaggio è stato inviato agli utenti Houzz in Italia nel mese di novembre 2016 e hanno risposto un campione di 578 proprietari di casa]

Haulotte partecipa alla First Lego League

Il binomio Haulotte-Kohler non è più una novità  da quando, lo scorso anno, l’azienda francese leader mondiale nel settore delle piattaforme aeree e dei sollevatori telescopici ha scelto il motore KDI 3404 per alcuni modelli della gamma di sollevatori telescopici HTL, nelle versioni destinate ai mercati soggetti alle normative Stage IV/Tier 4 Final. Una soluzione, questa, posiziona i telescopici Haulotte in linea con le più restrittive normative in materia di emissioni delle macchine off-road.

Kohler First Lego League 8

Le relazioni fra le due aziende hanno vissuto recentemente anche un momento di simbolico rafforzamento in un’occasione dai risvolti decisamente inusuali. Campo da gioco, la First Lego League, il campionato mondiale di scienza e robotica nato nel 1998 negli Stati Uniti da un accordo tra il colosso danese dei mattoncini e First, associazione americana che si occupa di valorizzare la scienza e la tecnologia, coinvolgendo bambini e ragazzi in attività formative di apprendimento scientifico per aiutarli a scoprire il mondo della tecnologia attraverso i famosi mattoncini Lego. Teatro della tappa italiana del calendario 2017 è stato infatti il quartier generale di Reggio Emilia di Kohler Engines, che ha messo a disposizione della manifestazione gli spazi della propria sede. Ed è proprio in questi stessi spazi che nei due giorni dell’evento ha fatto bella mostra di sé una delle macchine Haulotte.

Kohler First Lego League 5

All’ingresso del campo di gara, infatti, il sollevatore telescopico Haulotte HTL 4017 è stato una presenza dal forte valore simbolico, con cui Haulotte ha voluto ribadire anche in un contesto inusuale, ma proprio per questo particolarmente significativo, la proficua collaborazione fra i due brand. “La scelta di essere presenti a un’iniziativa di valore educativo come questa – ha dichiarato Nicola Violini, Direttore Generale di Haulotte Italia – non è naturalmente casuale. Rappresentare simbolicamente, attraverso uno dei nostri modelli di maggiore successo, i risultati che la collaborazione fra due aziende ognuna leader nel proprio mercato consente di raggiungere è una scelta di comunicazione precisa, con la quale abbiamo inteso ribadire la nostra sensibilità e attenzione a quanto di più avanzato la tecnologia può oggi offrire”. Una testimonianza di impegno importante, quella di Haulotte, che nel quadro di un evento dedicato alle generazioni di domani assume un significato ancor più forte.

Haulotte First Lego League 1

Illuminazione pubblica: alti costi, cittadini insicuri

Sei milioni di italiani hanno regolarmente paura del buio o della cattiva illuminazione pubblica di strade, piazze e giardini, mentre 29,3 milioni di persone si sono sentite, negli ultimi 12 mesi, insicure in un luogo pubblico a causa della scarsa illuminazione.  È  quanto emerge dalla ricerca condotta da Censis per conto di Gewiss, azienda italiana che opera a livello internazionale nella produzione di soluzioni e prodotti per la domotica, l’energia e l’illuminotecnica per i settori residenziale, terziario e industriale, che ha indagato l’opinione degli italiani sull’illuminazione degli spazi pubblici e della sua qualità.

I numeri del sondaggio

La ricerca rivela che a temere maggiormente il buio sono le giovani donne (il 76,2%, il 15,8% in più rispetto alle altre donne), gli abitanti delle grandi città (il 71,5%, il 13,6% in più rispetto alla media nazionale), quelli delle Sud e delle Isole (62,6%) e gli abitanti del Centro (58,5%). Secondo gli italiani, nella classifica dei luoghi pubblici con un’illuminazione non adeguata prevalgono le strade fuori dal contesto urbano (secondo il 68,6% degli intervistati) con – a seguire – giardini, parchi e parcheggi (per il 57,6%) e le strade del contesto urbano (con il 37,4%). La questione riguarda anche le strutture sanitarie: sono 9,2 milioni, infatti, gli italiani che dicono di essere stati nell’ultimo anno in ospedali e altre strutture male illuminate. Gli ospedali con cattiva illuminazione vengono denunciati di più nelle regioni del Sud (26%, +17,5% rispetto al Nord-Est e +7,9% rispetto alla media nazionale) e nelle grandi città (22,2%, +4,1% rispetto alla media nazionale).  Riferiscono di luci inadeguate nelle scuole anche 2,6 milioni di genitori di alunni. L’insufficiente illuminazione coinvolge in particolare le scuole delle regioni del Sud (28,5%, +9,9% rispetto al Nord-Ovest e +5,5% rispetto al totale nazionale). Molto diversa l’esperienza degli italiani in luoghi emblematici del commercio, come i centri commerciali e i supermercati: infatti, solo il 6,4% ne ha visitati di male illuminati.  Infine, l’82% degli italiani ritiene che illuminare monumenti, statue, palazzi e opere architettoniche sia un modo per valorizzarli e farli visitare di più. Una sensibilità particolare sul tema della cattiva illuminazione è dimostrata, infine, dalla categoria dei cosiddetti Millennial, che giudicano assolutamente inefficiente l’illuminazione dei luoghi pubblici e di lavoro (70,6%) e dai laureati (64,5%).

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Risultati paradossali, se si tiene in considerazione che la cifra annuale spesa dai comuni italiani per l’illuminazione pubblica è pari a 1 miliardo di euro (nello specifico 18,7 Euro pro capite), cifra record rispetto alla media dei Paesi europei a eccezione solo della Spagna. Dall’analisi Censis/Gewiss risulta che il consumo annuo pro capite per illuminazione pubblica in Italia è 107 kWh: oltre il doppio della Germania con i suoi 50kWh, della Gran Bretagna con 42kWh e un terzo in più della Francia. Tale cifra è conseguenza dell’installazione di una potenza troppo elevata nei punti luce, con un consumo normalizzato per popolazione di 105 chilowattora, mentre nella Ueè in media di 51 chilowattora. Ciò significa che l’Italia ha una potenza installata per superficie urbanizzata più che doppia rispetto alla maggior parte dei Paesi europei. L’illuminazione pubblica del nostro Paese, sottolinea la ricerca, è uno dei servizi che porta maggiormente con sé il “marchio socioculturale del passato”. È invece fondamentale ripensare un servizio di illuminazione pubblica che tenga in considerazione la sicurezza dei cittadini, la qualità estetica e funzionale degli spazi e  nuovi vincoli di bilancio. Un buon governo dell’illuminazione pubblica, oltre che essere uno dei pilastri della politica di sicurezza, consentirebbe di aumentare la qualità della vita e di ridurre sprechi e impatti ambientali.  Diviene pertanto prioritario il ricorso a soluzioni smart, peraltro già disponibili sul mercato, che possano abbattere i costi (per esempio dando luce solo ed esclusivamente quando e dove serve) e allo stesso tempo corrsipondano alle aspettative, in termini di qualità e di sicurezza, dei cittadini. Occorre far sì che l’illuminazione pubblica possa diventare punta avanzata di una “Smart City” sempre più all’altezza dei reali bisogni dei suoi abitanti. La rivoluzione della luce passa da una sola via: quella della sostenibilità e della qualità ambientale.

Schermata 2017-02-02 alle 11.45.25

“Questa ricerca, sottolinea Aldo Bigatti, Sales & Marketing Director Business Unit Lighting Gewiss, evidenzia come sia molto forte l’aspettativa dei cittadini nei confronti di progetti più di illuminazione delle città in grado non solo di ottenere importanti riduzioni dei costi, ma di fornire benefici diretti ai cittadini migliorando la qualità della luce (ad esempio luci più calde da 3000k), aumentando il senso di comfort e valorizzando il  tessuto urbano  con nuovi servizi connessi come wi-fi, telecamere, ecc. L’illuminazione deve essere uniforme e ben distribuita per consentire una buona visibilità a breve distanza con maggiore senso di sicurezza delle persone. Oggi questa opportunità esiste, grazie alla tecnologia LED, affidandoli a figure professionali adeguate, per esempio quella del lighting designer. L’auspicio è dunque che le amministrazioni locali vogliano impegnarsi a investire in progetti di ristrutturazione degli impianti di illuminazione esistenti con la tecnologia LED. Sarebbe davvero un contributo concreto – e molto apprezzato dai cittadini – nella direzione delle tanto ambite Smart City”.

Aldo Bigatti_Sales&Marketing Director Business Unit Lighting Gewiss

Cinque consigli per trovare lavoro nel 2017

Mercato del lavoro - La classifica delle professioni più ricercate in Italia

Dopo la pubblicazione dei dati relativi alla disoccupazione giovanile in Italia, che ha superato la soglia “psicologica” del 40%, è ancora più forte la preoccupazione tra i giovani per il proprio futuro nel Bel Paese. Per vincere la crisi Chiara Grosso, presidente e Ceo di FourStars, società accreditata dal Ministero del Lavoro e specializzata nei tirocini formativi, rivela i 5 consigli per trovare lavoro nel 2017 nonostante le difficoltà. “L’era del tutto è dovuto non esiste più, né quella del posto fisso – spiega Grosso -, possiamo vedere però questa situazione in positivo, come opportunità per fare esperienze diverse, mettersi in gioco, non avere paura di perdere un lavoro e trovarne un altro, potendosi reinventare senza timore. Per fare questo, in primis, consiglio di potenziare la conoscenza delle lingue straniere. Essere in grado di parlare in inglese in maniera fluente è davvero fondamentale, ma è altresì importante avere la capacità di parlare una terza lingua. Molto importante è anche cominciare a svolgere degli stage sin dal primo anno di università, per presentarsi ai futuri colloqui con un background lavorativo già solido e appetibile agli occhi dei recruiter”. Ma tutto questo non basta, servono anche altre qualità ed esperienze per avere maggiori probabilità di trovare lavoro nel corso del 2017: “Sarà importante anche lavorare su se stessi, concentrandosi su alcune delle soft skills più importanti come l’adattabilità, la capacità relazionale e la flessibilità, che faciliteranno non di poco l’ingresso nel mondo del lavoro. Altro aspetto fondamentale sono le esperienze all’estero, vissuti in grado di arricchire moltissimo il bagaglio culturale e lavorativo del candidato, ad esempio in paesi come gli Usa, la Cina e la Gran Bretagna. L’ultimo dei miei 5 consigli, che mi sento di dare ai giovani per trovare lavoro nel 2017, è un motto: esigere, ma non pretendere – conclude Chiara Grosso – Una buona filosofia di vita per centrare gli obbiettivi che si sono prefissati per il loro futuro”.

Chiara Grosso
Chiara Grosso

La famiglia Orsolini si allarga: nuovo showroom a Terni

Orsolini, storica azienda di Roma, ha riqualificato uno stabile di Maratta (Terni, Umbria) e assunto i giovani della città. Il nuovo spazio espositivo apre le porte il 4 febbraio, ore 16:00: segnato in agenda? Bene, la struttura è divisa in due reparti, Showroom e Professional:  nel primo si potrà trovare tutto il meglio per arredo bagno, cucine, pavimenti, porte e finestre, mentre la zona dedicata ai professionisti della casa, assicura un’ampia scelta per edilizia, ferramenta e termoidraulica. Il nuovo punto vendita Orsolini di Terni è stato pensato per diventare un punto di riferimento sia per chi sta ristrutturando casa, che per gli architetti, le imprese e gli artigiani. Oltre al vasto assortimento di materiali, per consigli e consulenze gratuite saranno a disposizione interior designer ed esperti di lungo corso, ma anche giovani di Terni formati e preparati per affrontare ogni tipo richiesta ed esigenza. L’80%  dei nuovi assunti per il punto vendita di Terni, infatti, proviene direttamente dalla città perché da sempre l’obiettivo della famiglia Orsolini è instaurare un rapporto forte e duraturo con la comunità. Anche per questo invece di cementificare una nuova area di verde, l’aziende – fondata 1880 e con showroom in Toscana, Lazio e Umbria (Trevi, Marsciano e Terni appunto) – ha preferito provvedere alla riqualificazione di un immobile storico e in disuso in zona MarattaRiqualificazione e ristrutturazione saranno, infatti, le parole chiave di questo 2017 per il nuovo centro di Terni dove Orsolini vuole incentivare sia le famiglie che le imprese e i professionisti alla ristrutturazione edilizia e alla riqualificazione energetica. In questo senso sono due le iniziative messe in campo: la prima è un buono acquisto da 500 euro dedicato alle famiglie e alle giovani coppie utilizzabile per l’acquisto di cucina, bagno, pavimenti, porte e finestre; la secondo è l’Operazione inverno, una selezione di prodotti dedicata ai professionisti della casa a prezzi insuperabili.

Rino Orsolini, titolare Amedeo Orsolini Spa
Rino Orsolini, titolare Amedeo Orsolini Spa

 

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Italcementi rinfresca i marciapiedi e progetta il verde

Le soluzioni sostenibili e high-tech di Italcementi per l’arredo urbano e la progettazione delle aree verdi saranno in mostra alla terza edizione di Myplant&Garden, il più importante Salone Internazionale dedicato al mondo della progettazione, del paesaggio, dell’edilizia e del verde in Italia, in programma dal 22 al 24 febbraio alla Fiera di Rho Milano. Protagonista della manifestazione è i.idro Drain (al Pad. 20 Stand 34), la soluzione drenante in calcestruzzo per pavimentazioni. È un prodotto le cui caratteristiche soddisfano le necessità di chi progetta e si occupa di garden design, florovivaismo e paesaggio. L’attenzione all’ambiente e al tema dell’acqua come risorsa da preservare, trova in i.idro Drain di Italcementi un prodotto specifico con una capacità drenante cento volte superiore a quella di un terreno naturale, garantendo in questo modo, il recupero dell’acqua in falda.

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Quali sono i vantaggi per un progettista o per un’amministrazione comunale nell’utilizzo di i.idro Drain? Dal punto di vista funzionale le pavimentazioni in i.idro Drain offrono un sistema alternativo per la gestione delle acque meteoriche, favorendo il drenaggio naturale e l’invarianza idraulica. Dal punto di vista economico, invece, è possibile una riduzione dei costi di manutenzione, una maggiore durabilità, una minore incidenza del costi legati alla captazione e gestione delle acque meteoriche. Inoltre, le pavimentazioni in calcestruzzo, essendo per loro natura chiare, hanno maggiore luminosità rispetto all’asfalto dunque, soprattutto in ambiente urbano, consentono di ridurre le spese di illuminazione sia come costi di installazione (meno punti luce) che come gestione (lampade meno potenti): specialmente nelle grandi città tale scelta comporterebbe in poco tempo, significativi risparmi.

Parco Frutti Guidonia_web

Un’ulteriore performance di i.idro Drain che sta riscuotendo sempre maggiori consensi da parte degli architetti e i florovivaisti, è la capacità di ridurre l’effetto “isola di calore”. Questa caratteristica, tipica delle superfici chiare o comunque riflettenti si definisce in termini tecnici Effetto Albedo, trova perfetta applicazione nella riduzione della cosiddetta “isola di calore”, tipico dei luoghi fortemente urbanizzati. Misurazioni empiriche in laboratorio hanno mostrato come una pavimentazione i.idro Drain riesca, in condizioni di insolazione diretta nel periodo estivo, ad abbassare anche di 30°C la temperatura superficiale rispetto a una pavimentazione in asfalto.

i.idro DRAIN - Pista Ciclabie

Attualmente nei progetti la scelta dei materiali è diventata un elemento qualificante, (green procurement) e iniziano a comparire criteri “green” sui materiali: i.idro Drain di Italcementi consente di rispondere a queste esigenze grazie alle sue caratteristiche e al possesso dell’EPD (Dichiarazione ambientale di prodotto), ovvero un documento di tracciabilità dei contenuti e degli impatti ambientali del prodotto. Il prodotto è stato utilizzato da progettisti e amministrazioni per la realizzazioni di aree di sosta, ciclovie e di aree verdi. Nel 2016 sono stati realizzati oltre 150.000 mq di pavimentazioni di vario tipo in i.idro Drain, con l’obiettivo di preservare il ciclo naturale dell’acqua.

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