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Celle fotovoltaiche senza griglie frontali Aiko: casi di studio nel mondo

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Nel 2021 AIKO ha introdotto le celle fotovoltaiche al silicio monocristallino ABC (All-Back Contact) senza griglie frontali. Nel 2023 AIKO Zhuhai ha avviato una linea di produzione di celle e moduli ABC da 10 GWp, sancendo il vero ingresso del settore nella produzione su larga scala della tecnologia ABC n-type.

Il modulo ABC è per sua natura progettato per ottenere un’elevata efficienza, con una resa energetica superiore del 6%-10% rispetto al modulo TOPCon a parità di superficie.

Grazie all’ ottimizzazione dell’ombreggiatura parziale, a migliori coefficienti di temperatura e a tassi di degradazione più bassi, la tecnologia ABC garantisce una maggiore resa energetica per Watt.

Con un numero sempre maggiore di installazioni in diversi contesti a livello mondiale, i moduli AIKO ABC dimostrano di offrire prestazioni migliori in termini di potenza, dando un esempio concreto delle loro capacità.

Grazie alla disponibilità di sempre maggiori dati provenienti da test effettuati in tutto il mondo, i moduli ABC di AIKO dimostrano una produzione di energia al top rispetto alle altre soluzioni presenti sul mercato.

Con incrementi di potenza sempre costanti, i moduli AIKO ABC ad alta efficienza continuano a offrire un valore aggiunto e a migliorare significativamente i rendimenti dei clienti durante il ciclo di vita di un impianto fotovoltaico.

Fotovoltaico Aiko: casi di studio reali nel mondo 

Yinchuan, Ningxia (Cina)

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  • Posizione: Longitudine 106°16′ E, Latitudine 38°27′ N
  • Installazione: 12 moduli bifacciali doppio vetro AIKO ABC (630Wp ciascuno) e 14 moduli TOPCon (590Wp ciascuno) installati sul tetto del Ningxia Electric Power Design Institute Co. Le due tipologie di moduli sono state fissate alla stessa angolazione e parzialmente ombreggiate in determinate ore del giorno.
  • Prestazioni: Per un periodo di 84 giorni, i moduli AIKO ABC hanno ottenuto risultati migliori e hanno prodotto il 9,55% in più di elettricità per kilowatt rispetto ai moduli TOPCon.
Tipo ABC TOPCon
Produzione di energia per kWp [kWh] 364,37 332,60
Incremento del rendimento energetico 9,55% riferimento

 

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Zhanjiang, Guangdong (Cina)

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  • Posizione: Longitudine 109°40′ E, Latitudine 21°14′ N
  • Clima: Clima monsonico tropicale
  • Installazione: Confronto tra i moduli ABC a doppio vetro da 635Wp e i moduli TOPCon a doppio vetro da 570Wp in condizioni di pieno sole e ombra.
  • Prestazioni: In pieno sole, i moduli ABC hanno ottenuto una produzione di energia per kilowatt superiore dell’1,95% nel periodo in cui è stato effettuato il test.
Tipo ABC doppio vetro 635Wp TOPCon doppio vetro 570Wp Vantaggio
Produzione di energia per kWp [kWh] 34,60 33,94 1,95%
Produzione cumulativa di energia [kWh] 263,64 232,13 13,57%

 

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Inoltre, in un altro test in cui era presente l’ombreggiatura degli alberi, i moduli ABC hanno dimostrato un notevole incremento del 12,04% nella produzione di energia per kilowatt rispetto ai moduli TOPCon.

 

Tipo ABC doppio vetro 635Wp TOPCon doppio vetro 570Wp Vantaggio
Produzione di energia per kWp [kWh] 10,54 9,41 12,04%
Produzione cumulativa di energia [kWh] 80,33 64,36 24,81%

 

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Zhuhai, Guangdong (Cina)

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  • Posizione: Longitudine 113°34′ E, Latitudine 22°16′ N
  • Clima: Clima tropicale monsonico marino
  • Installazione: Sono stati condotti due test

Test 1: Confronto tra i moduli ABC monovetro da 600Wp e i moduli TOPCon monovetro da 580Wp installati con un’inclinazione di 3° e un accumulo di polvere sui bordi corti.

  • Prestazioni 1: i moduli ABC hanno generato il 4,94% in più di elettricità per kilowatt.
Tipo ABC monovetro 600Wp TOPCon monovetro 580Wp Vantaggio
Produzione di energia per kWp [kWh] 46,55 44,35 4,94%
Produzione cumulativa di energia [kWh] 27,93 25,92 7,75%

 

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Test 2: Ė stata messa a confronto la produzione effettiva di energia in condizioni di ombreggiamento dinamico che simulano le ombre dei camini.

  • Prestazioni 2: i moduli ABC hanno mostrato un incredibile aumento del 50,72% nella produzione di energia per kilowatt rispetto ai moduli TOPCon.
Tipo ABC monovetro 600Wp TOPCon monovetro 580Wp Vantaggio
Produzione di energia per kWp [kWh] 45,27 30,03 50,72%
Produzione cumulative di energia [kWh] 27,24 17,53 55,36% 

 

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Giappone

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  • Installazione: Test sui moduli ABC a 54 celle confrontati con i moduli TOPCon per un periodo di 72 giorni in un ambiente non ombreggiato.
  • Prestazioni: I moduli ABC hanno ottenuto una produzione di energia per kilowatt superiore del 2,6%.

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Pedestal Prime Pro rivoluziona le pavimentazioni sopraelevate

Eterno Ivica

Nel 2021 Eterno Ivica è stata la prima azienda a presentare un prodotto esclusivo come Pedestal Prime: supporto innovativo, con base sagomata brevettata e prolunga integrata, per pavimentazioni sopraelevate esterne.

La soluzione, infatti, non richiede aggiunte come anelli o tubi, poiché la prolunga è integrata ed ergonomica.

Pedestal Prime è semplice da utilizzare, resistente e dal design curato e integra tutti gli elementi necessari per una posa facile e veloce: con pochi prodotti si riescono a coprire tutte le altezze da 15 a 420 millimetri.

Pedestal Prime, il supporto innovativo
Pedestal Prime, il supporto innovativo

Dal 2025 sarà disponibile anche la versione Pro, ideata per coprire altezze da 15 a 30 millimetri. Il nuovo supporto è disponibile con: testa bicomponente autolivellante con alette per la posa di lastre e la nuova testa universale basculante per travetti in alluminio e legno.

Pedestal Prime Pro è un supporto unico, adattabile ai diversi utilizzi: utile per ristrutturare terrazzi o creare pavimentazioni che rispettino altezze ridotte (da 15 a 30 millimetri), e allo stesso tempo bordo piscina, terrazzi o camminamenti che richiedano diverse altezze, anche elevate.

La versione Pro ideata per coprire altezze da 15 a 30 mm
La versione Pro ideata per coprire altezze da 15 a 30 mm

 

Misure diverse

 

I supporti Pedestal Prime possono raggiungere sommità pari a 945 millimetri, grazie alla prolunga per grandi altezze, un elemento che si inserisce facilmente tra la prolunga integrata e la vite, adattabile al supporto PR3.

Possono essere aggiunte fino a tre prolunghe, per raggiungere in progressione le altezze di 595, 770 e 945 millimetri. Questo elemento è dotato del blocco di sicurezza, sia nella parte inferiore sia in quella superiore, in totale sicurezza sempre con la garanzia Pedestal by Eterno Ivica.

Un prodotto unico, che nasce autolivellante e diventa fisso, grazie alla sola aggiunta del blocco testa, in grado di compensare fino a 5% di dislivello del suolo.

Insomma, i vantaggi sono diversi: meno spazio di stoccaggio in magazzino, minore spesa di trasporto da sostenere grazie alla prolunga integrata nel supporto ed è compatibile con tutti gli accessori delle linee Pedestal, Woodeck e Grf System. Oltre che a essere unico nel suo genere.

di Alice Fugazza

Gli enti montani chiedono emendamenti alla legge di Bilancio

Panorama alpino
Panorama alpino

Proposte di emendamento per la legge di Bilancio 2025 di Uncem, Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani. Primo punto, l’eliminazione dell’articolo 104 che contiene, secondo Uncem, troppi tagli a carico degli Enti locali. Uncem nel documento chiede investimenti. Sulla Strategia delle Green Communities, visti i 160 progetti strategici presentati da oltre ottocento Comuni insieme (riuniti in aree omogenee) da territori alpini e appenninici. Uncem chiede di aumentare il finanziamento del fondo montagna, Fosmit, per il quale oggi vi sono 200 milioni di euro e una legge nazionale che dovrà trattenere a livello centrale parte di quei fondi che oggi vanno interamente alle Regioni.

Uncem chiede anche la riduzione dell’aliquota Iva sul pellet, da portare stabilmente al 5%. E incentivi per i negozi che aprono nei territori montani. Iva agevolata anche per le opere contro il dissesto idrogeologico, per ottimizzare le risorse economiche disponibili per investimenti. Uncem chiede anche, come hanno già fatto diversi Parlamentari, di incrementare le risorse del Piano per i piccoli Comuni, quello a seguito della legge 158 del 2017: ci sono oltre 1100 Comuni con progetti (e altrettanti maldestramente esclusi dalla graduatoria, ma con progetti di grande efficacia) che aspettano di essere finanziati. Uncem chiede azioni anche per Segretari e Vicesegretari: in attesa di una riforma del Tuel, che modifichi anche lo status dei Segretari (rendendoli finalmente meno burocrati e più manager della PA), Uncem chiede una più efficace organizzazione per consentire ai Comuni e alle Unioni montane di disporre del Segretario.
Infine, Uncem dice no ai tagli e anche alla riduzione del turn over del personale negli Enti locali, previsto nella prima versione della legge di bilancio 2025. Gli Enti hanno bisogno di più personale e di sostituire in tempi rapidi tutte le persone che vanno in pensione. No a ogni riduzione del turn over: punirebbe le Autonomie e il lavoro che si sta facendo per attuare progetti del Pnrr e dei fondi strutturali europei.

Con Industria 5.0 opportunità per le costruzioni

macchine-cantiere

Il settore edile sarà uno dei più interessati dalle novità di Industria 5.0, perché introduce un completo ripensamento degli edifici: materiali ecocompatibili e a basso impatto ambientale, soluzioni costruttive intelligenti, ricorso a intelligenza artificiale, robotica avanzata e stampa 3D. Lo sostiene Assigeco, società di brokeraggio assicurativo.

Secondo la società, anche la gestione energetica ne esce rivoluzionata: sistemi IoT per ottimizzare il consumo energetico e ridurre le emissioni di CO₂ e uso di fonti rinnovabili, andando verso la creazione di smart city. Cambiamenti in vista non solo per le costruzioni, ma anche per i costruttori. Verranno, infatti, erogati incentivi, sotto forma di crediti di imposta, a quelle aziende che li potranno usare in compensazione e che investiranno entro il 31 dicembre 2025 in progetti di efficientamento energetico, sia per quanto riguarda la produzione che gli impianti di energia rinnovabile.

Lavoro in cantiere
Lavoro in cantiere

Per poter accedere a questa agevolazione, è però obbligatorio un sistema di controlli che prevede due perizie tecniche asseverate, che possono essere svolte solo da determinate figure professionali specifiche, tra cui ingegneri e periti industriali. Questi professionisti sono tenuti a redigere una perizia prima dell’inizio dei lavori, per dimostrare l’ammissibilità del progetto, certificando i risparmi che si prevede si possono ottenere, e una seconda perizia deve essere eseguita al termine, per certificare che gli investimenti siano stati fatti effettivamente secondo quanto dichiarato dalla perizia iniziale.

Il decreto legislativo 19/2024 stabilisce che i professionisti abilitati a rilasciare queste perizie sono tenuti a dotarsi di idonee coperture assicurative, stipulando una specifica polizza di assicurazione della Responsabilità Civile, con massimale adeguato al numero delle certificazioni rilasciate e agli importi dei benefici derivanti dai progetti di innovazione, cui si riferiscono le certificazioni garantendo all’impresa e al bilancio dello Stato il risarcimento dei danni eventualmente provocati dall’attività prestata.

Il quadro normativo è ancora in evoluzione, ma è già necessario che gli ingegneri e i periti industriali possano usufruire di coperture assicurative conformi alle nuove disposizioni di legge. Per questo, alcune compagnie hanno già iniziato a lavorare alle nuove coperture.

“Abbiamo sempre cercato di proporre alla nostra clientela soluzioni di copertura efficaci e il più possibile conformi alle legislazioni vigenti, adattando di volta le nostre assicurazioni che proponiamo online, proprio per essere sempre pronti ad aggiornarle immediatamente man mano che le leggi si modificano”, commenta Osvaldo Rosa, Managing Director di Assigeco. “Anche in un momento di evoluzione normativa come questo del piano di transizione energetica 5.0, possiamo affermare di offrire coperture assicurative adeguate e conformi al decreto vigente, per poter soddisfare sempre di più i nostri 100.000 clienti che ci hanno scelto e ci considerano un partner sicuro e affidabile per la protezione dai loro rischi professionali”.

Adesivi cementizi di Cugini per ogni esigenza

Adesivi cementizi

Prodotta da Cugini, Adekoll è la linea di adesivi cementizi per uso professionale perfetta per la posa, a pavimento e a parete, di piastrelle ceramiche di ogni tipo e formato, sia in ambienti interni sia esterni, con tempo aperto prolungato e scivolamento verticale nullo.

Adekoll linea di colle per piastrelle a base cementizia
Adekoll, la linea di colle per piastrelle a base cementizia

L’ultimissima novità della linea Adekoll è S1 Extreme, un adesivo cementizio ad alte prestazioni, classificato C2 Te S1, molto versatile, ottimo anche per la posa di piastrelle su pavimenti riscaldanti e in sovrapposizione su vecchie pavimentazioni.

La linea comprende anche Adekoll AS100 Eco, formulato direttamente nei laboratori di Ricerca & Sviluppo Cugini con l’obiettivo di favorire la sostenibilità ambientale.

Adekoll As100 Eco contiene, infatti, materiale riciclato (Certicato Icmq n. P419, norma di riferimento Uni En Iso 14021) che contribuisce a raggiungere i Cam in edilizia e permette di soddisfare i requisiti presenti nei principali schemi di certificazione per la sostenibilità degli edifici (come Leed, Breeam, Hqe).

Completano la linea Adekoll i prodotti AS100 Extra Flex, AS20 Super Flex e AS10 Super Fix, in grado di offrire soluzioni per tutte le esigenze di posa, anche le più complesse e garantire un risultato duraturo nel tempo.

 

«Tutti i prodotti della linea Adekoll sono classificati A+ in termini di emissioni indoor (a 28 giorni) di sostanze pericolose e soddisfano ampiamente i requisiti Cam previsti per gli adesivi», spiega il direttore generale, Luca Garancini.

«I bassi livelli di emissioni raggiunti permettono di ottenere un punteggio premiante al professionista che utilizza la nostra colla, secondo quanto previsto nel decreto Cam del 2022.

Inoltre, per tutti i prodotti Adekoll, è prevista l’innovativa chiusura della valvola del sacco, che viene saldata, permettendo di eliminare le dispersioni di materiale durante il trasporto, azzerare gli sprechi, eseguire lavori in ambienti civili senza sporcare e migliorare la conservazione del prodotto stesso».

di Alice Fugazza

Pavimento sopraelevato antibatterico NewFloor

Pavimento sopraelevato

NewFloor ha fornito alla Alto Trevigiano Servizi, che cura l’approvvigionamento idrico di 52 Comuni, 500 metri quadrati di pavimento sopraelevato tipo G30AAK, dotati di trattamento antibatterico Protect.

La ceramica destinata a pavimenti necessita di alte performance tecniche ed estetiche, come resistenza all’abrasione, al calpestio, all’usura del tempo e ai prodotti chimici.

Un altro elemento che contraddistingue il prodotto ceramico è l’aspetto igienico sanitario: oggi i materiali possono vantare anche caratteristiche chimico-fisiche che rendono la ceramica capace di neutralizzare microbi e batteri, grazie alla presenza di specifiche sostanze che possono trovarsi nel corpo o nella superficie della piastrella.

Sono due le modalità per rendere il materiale ceramico antibatterico e/o con proprietà antibatteriche: inserimento della protezione attraverso l’uso di principi attivi a base di ioni d’argento o di metalli specifici come il biossido di titanio all’interno della massa del materiale o nello strato di finitura finale.

Una soluzione adottata da Alto Trevigiano Servizi, azienda che gestisce il servizio idrico integrato di 52 Comuni del Trevigiano, per un totale di quasi 250 mila utenze, in un bacino territoriale di 1.374 chilometri quadrati.

Pavimento sopraelevato in ceramica NewFloor
Pavimento in ceramica NewFloor

Massima igiene

ATS si occupa di prelevare l’acqua dalle fonti di produzione, renderla potabile e distribuirla a tutte le utenze, domestiche e non solo. Il lavoro continua anche dopo che l’acqua è stata utilizzata, per farla defluire nella rete fognaria, depurarla negli appositi impianti e, infine, restituirla pulita all’ambiente. In tutti questi passaggi, la qualità dell’acqua è controllata costantemente, grazie alle analisi effettuate dai tecnici nei laboratori.

Per la ristrutturazione degli uffici della sede di Montebelluna, in provincia di Treviso, Newfloor ha fornito circa 500 metri quadrati di pavimento sopraelevato tipo G30AAK: pannelli in solfato di calcio con spessore 30 millimetri e dimensioni 60×60 centimetri, alta densità 1.100 chilogrammi per metro cubo, rivestimento inferiore con foglio di alluminio e finitura superiore in gres porcellanato Lea Ceramiche collezione Cliffstone, colore White Dover, finitura lappata con trattamento antibatterico Protect.

Pavimenti di ceramica ad alte prestazioni con proprietà antibatteriche
Pavimenti di ceramica ad alte prestazioni con proprietà antibatteriche

La finitura

La finitura antibatterica, richiesta specificatamente dal committente, è un’efficace tecnologia che viene integrata già in fase di produzione creando uno scudo antibatterico agli ioni d’argento incorporato nelle piastrelle, che elimina fino al 99,9% dei batteri dalla superficie.

Il risultato è una superficie che rimane più pulita e igienica tra una pulizia e l’altra, per tutta la vita utile del prodotto.

Panariagroup ha scelto di sviluppare i prodotti Protect assieme a Microban, brand leader mondiale nella tecnologia antibatterica.

La struttura in acciaio zincato fornita per questo progetto è di tipo Snfl, con traversi leggeri e piedini di regolazione 130-185 millimetri, per raggiungere un’altezza di pavimento finito di 20 centimetri.

di Franco Saro

Anie-Cresme calcolano l’impatto delle nuove tecnologie impiantistiche negli edifici

La tavola rotonda di Annie-Cresme svoltasi alla fondazione Cariplo

Nuove tendenze, sfide e opportunità di un settore, quello dell’edilizia, destinato a profondi cambiamenti che in questi anni ha registrato una crescita nel mercato delle opere pubbliche, un incremento della spesa nelle tecnologie impiantistiche e un positivo andamento occupazionale.

È stata una sessione intensa quella che si è svolta a Milano, ieri, giovedì 7 novembre 2024, nella sala congressi della Fondazione Cariplo nell’ambito del convegno «Tecnologie evolute per l’edificio».

Tecnologie digitali, innovazione dei materiali e nuove soluzioni impiantistiche rappresentano il futuro dell’edilizia italiana. È quanto emerge dal Rapporto Anie Confindustria-Cresme con cui si è voluto analizzare il ruolo e l’evoluzione delle tecnologie elettrotecniche ed elettroniche nel settore dell’edilizia italiana, ponendo l’accento sull’impatto di soluzioni innovative nel miglioramento dell’efficienza energetica, della sostenibilità e della sicurezza delle costruzioni.

Il rapporto, realizzato in collaborazione tra Anie Confindustria (Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche) e Cresme (Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l’Edilizia e il Territorio) illustra uno spaccato dello stato delle dotazioni impiantistiche presenti in Italia e realizzate negli ultimi anni da parte dei professionisti, le propensioni di acquisto e i macro trend passati e futuri visti con gli occhi dei protagonisti del settore.

L’indagine, realizzata a cavallo tra il 2023 e il 2024, è stata condotta intervistando i vari attori della filiera edile, dagli installatori elettrici ai progettisti, passando per gli amministratori di condominio e le famiglie.

Mercato delle costruzioni: l’analisi del Cresme

Il settore delle costruzioni ha raggiunto nel 2022 il culmine con una dimensione di 309 miliardi di euro, trainata da incentivi alla riqualificazione e investimenti in opere pubbliche.

Il mercato sta affrontando ora un rallentamento, con una previsione di calo del 26,5% nel 2024.

A fronte della diminuzione degli investimenti nella riqualificazione edilizia, le opere pubbliche stanno acquisendo maggiore rilevanza, segnando un aumento del 19,8% nel 2023 e un ulteriore 11,4% previsto per il 2024.

Il ruolo dell’impiantistica negli edifici

Nel 2023, la spesa per impiantistica ha rappresentato il 37% della spesa edilizia totale, un dato in lieve calo rispetto al 39% del 2019, principalmente influenzato dalla composizione degli investimenti incentivati, come il superbonus, che ha visto prevalere gli interventi per l’isolamento termico rispetto agli impianti.

Nonostante ciò, il settore impiantistico ha registrato una crescita media annua del 9,4% tra il 2021 e il 2023, a fronte dell’11,1% complessivo per l’edilizia.

L’occupazione e le imprese nel settore elettrotecnico

Nel 2022, le imprese attive nell’installazione di impianti elettrici in Italia erano quasi 66 mila, impiegando circa 251.000 addetti, numero in crescita dell’8,4% rispetto al 2012 evidenziando una maggiore solidità strutturale e competitività delle imprese.

Il mercato dell’elettrotecnica ed elettronica nel settore delle costruzioni

Nel periodo 2018-2023, il settore dell’industria elettrotecnica ed elettronica italiana nel mercato delle costruzioni ha mostrato una resilienza significativa, nonostante la fluttuazione dei valori produttivi.

In particolare, il valore della produzione del settore è passato da circa 16 miliardi di euro nel 2018 a oltre 21,8 miliardi nel 2023. Questo evidenzia come l’edilizia stia integrando sempre più tecnologie innovative.

I dati dell’indagine Anie-Cresme

Il rapporto Anie-Cresme presenta, inoltre, i dati di survey suddivisa fra vari stakeholder. Nel dettaglio:

Installatori elettrici

L’indagine condotta su un campione di 500 installatori ha rivelato che nel 2023 il 62% degli interventi ha interessato gli impianti elettrici delle abitazioni, mentre per il restante 38% si è trattato di interventi su impianti elettrici non residenziali.

Gli installatori segnalano che la funzionalità degli impianti elettrici nelle unità immobiliari residenziali e terziarie da loro gestite mostra una situazione abbastanza positiva, ma con ampi margini di miglioramento sebbene permangano alcuni elementi di criticità.

Il rapporto evidenzia una crescente adozione di tecnologie evolute, quali i sistemi domotici e i prodotti afferenti al settore energetico (fotovoltaico, sistemi di accumulo, colonnine di ricarica).

Questi interventi non solo contribuiscono alla sostenibilità ambientale, ma rispondono anche alle esigenze di efficienza energetica e riduzione dei costi di gestione.

Consumatori e professionisti

Il rapporto include un’analisi dettagliata delle indagini condotte su un campione di 1000 famiglie, da cui  emerge che il 40% delle abitazioni italiane ha subito interventi sugli impianti elettrici, con un’attenzione crescente verso le tecnologie evolute, come impianti fotovoltaici, domotica e colonnine di ricarica.

Purtroppo la consapevolezza sulle specifiche degli impianti elettrici è ancora bassa: solo il 31,2% conosce la classificazione degli impianti in tre livelli di performance, poco meno della metà non ha o non sa di avere la Dichiarazione di conformità (Di.Co.).

Questi dati indicano come il processo di ammodernamento del parco installato italiano ed il livello di consapevolezza degli utenti finali sia sicuramente a buon punto, ma preveda ancora ampi margini di miglioramento e quindi ottime opportunità di sviluppo e di crescita per tutto il settore elettrico.

Progettisti e amministratori di condominio

I progettisti di impianti elettrici stanno riscontrando una crescente richiesta di soluzioni avanzate e di alta qualità, con un’attenzione particolare rivolta alla sicurezza, all’efficienza energetica e alla distribuzione dati.

La loro progettazione spesso include l’integrazione di tecnologie innovative come la domotica e i sistemi di gestione energetica, che offrono maggior controllo e ottimizzazione dei consumi.

D’altra parte, gli amministratori di condominio sottolineano l’importanza cruciale della manutenzione regolare e dell’adeguamento normativo degli impianti elettrici. Essi evidenziano come interventi mirati possano migliorare significativamente la sicurezza degli edifici e ridurre i consumi energetici, contribuendo così alla sostenibilità ambientale e al contenimento dei costi di gestione.

Le opinioni dai vertici di Anie e Cresme

«Il settore elettrotecnico ed elettronico nell’edilizia – ha dichiarato Franco Villani, Delegato Presidenza Anie all’ambito Building – continuerà a giocare un ruolo chiave nel prossimo futuro. Le nostre tecnologie contribuiranno in modo significativo al raggiungimento degli edifici green, a migliorarne l’efficienza energetica, la sicurezza, il comfort abitativo e la funzionalità, incrementando la qualità della vita degli occupanti.

«Negli ultimi trent’anni, l’evoluzione tecnologica nel settore automobilistico è stata straordinaria. L’integrazione di sistemi avanzati di sicurezza, connettività e automazione hanno trasformato radicalmente il modo in cui ci spostiamo: le automobili moderne sono diventate vere e proprie “macchine intelligenti”.

La trasformazione dei nostri edifici non ha seguito lo stesso ritmo. Le cosiddette “smart home” offrono oggi soluzioni per l’automazione domestica, innovazioni che non sono ancora così pervasivamente diffuse o integrate come quelle automobilistiche. Nella maggior parte delle abitazioni la tecnologia rimane spesso frammentata, non del tutto automatizzata o troppo complessa da installare e utilizzare per un pubblico generalista.

L’abitazione è percepita ancora come un luogo di stabilità, dove il cambiamento tecnologico avviene più lentamente, rispetto al settore automobilistico, dove l’innovazione è una delle pre-condizioni per essere competitivi».

«Il mondo dell’energia guarda al processo di elettrificazione – dichiara Lorenzo Bellicini Direttore del Cresme – come uno dei modelli strategici da seguire per affrontare la transizione green legata alla riduzione delle emissioni di CO₂.

Parallelamente, la transizione digitale avvicina il settore elettrico a quello dell’informazione e dell’automazione, disegnando nuove funzionalità e efficienze. Come famiglie, amministratori di condominio, progettisti e installatori reagiscono a queste potenzialità è stato oggetto dell’indagine svolta da Anie e Cresme.

Dai risultati della ricerca emerge come l’abitudine e la non conoscenza rappresentino sovrastrutture frenanti allo sviluppo delle innovazioni. Si rivela quindi necessaria un’azione più incisiva, non solo di comunicazione, ma di dimostrazione dei vantaggi e dei miglioramenti che le nuove soluzioni tecnologiche possono apportare in termini di consumi e qualità della vita, per far evolvere la mentalità della filiera».

Cerved: più ritardi dei pagamenti, ma non per tutti

Ritardo dei pagamenti
Ritardo dei pagamenti

Secondo uno studio di Cerved relativo al secondo trimestre 2024, si avvertono scricchiolii nel sistema economico italiano. Non è crisi, ma qualche segnale congiunturale meno positivo c’è. Ma il problema per ora non sembra riguardare in particolare l’edilizia. Secondo Cerved, le imprese italiane continuano a dare segnali di sofferenza, in un contesto caratterizzato da incertezza e rallentamento economico. Tra queste spie ci sono i mancati pagamenti, che hanno ripreso lievemente a salire (+0,2%) nel secondo trimestre 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023, sia per le Pmi sia per le grandi aziende (ma non per le micro). L’andamento però non è uniforme nei vari settori: se nell’industria i mancati pagamenti sono cresciuti sia nel 2023 (+0,6%) sia nel 2024 (+0,2%, passando dal 7,9% del 2022 all’8,7% attuale), nelle costruzioni, comparto con il livello più alto di fatture non saldate (12,6%), sono in calo dell’1,4%. Restano stabili nei servizi. Dal punto di vista geografico, in 13 regioni su 20 si osserva una diminuzione, mentre crescono in Sicilia (+1,4%), Valle d’Aosta (+0,7%), Lombardia e Friuli-Venezia Giulia (+0,4%), Umbria (+0,3%), Lazio (+0,1%).grafico pagamenti cerved

“I dati sui pagamenti sono un indicatore importante per comprendere lo stato di salute del nostro sistema imprenditoriale. Dai dati emerge un leggero incremento dei mancati pagamenti per PMI e grandi imprese e una diminuzione per le micro”, commenta Carlo Purassanta, presidente Esecutivo di Cerved. “Inoltre, sussistono notevoli differenze fra i diversi settori produttivi: la siderurgia segna l’aumento più consistente (+3,2%), seguita da informazione e intrattenimento (+2,9%), energy e utilities (+1,6%). Diminuzioni si registrano nel largo consumo (-3,0%), nell’agricoltura (-2,3%) e nella chimica-farmaceutica (-1,9%). Tutto ciò evidenzia una situazione eterogenea del sistema economico italiano che necessita di un’analisi puntuale e approfondita dei dati”.

Carlo Purassanta
Carlo Purassanta

A livello geografico, rispetto al secondo trimestre 2023 i mancati pagamenti crescono in Sicilia (+1,4%), Valle d’Aosta (+0,7%), Lombardia e Friuli-Venezia Giulia (+0,4%), Umbria (+0,3%) e Lazio (+0,1%), mentre nelle altre regioni sono in calo. In cifra assoluta, è al Sud che storicamente, e a tutt’oggi, si registrano i livelli più alti di fatture non saldate: 18,5% Sicilia, 14,1% Calabria, 13,2% Lazio, 13% Puglia, 12,9% Sardegna, 12,5% Campania.

In calo i tempi di pagamento, sia per le PMI che per le grandi imprese

Un altro dato tenuto sotto osservazione riguarda i tempi di pagamento: sulla base delle fatture registrate, Cerved raccoglie informazioni sui giorni concordati tra cliente e fornitore e su eventuali ritardi nel saldo. Lo studio riscontra una generale riduzione dei tempi effettivi di pagamento per le PMI (di circa 2.5 giorni) e per le grandi imprese (di circa 1,5 giorni). Questo a causa di un accorciamento sia dei termini contrattuali che dei ritardi. In ogni caso, permane il fenomeno generale per il quale le grandi aziende, grazie a un maggiore potere contrattuale, possono contare su 64 giorni medi per effettuare i loro pagamenti, contro i 54 delle piccole e i 42 delle piccolissime.cerved pagamenti

Le microimprese, da parte loro, sembrano aver ottenuto un miglioramento delle condizioni contrattuali, avendo ora a disposizione in media due giorni in più rispetto a due anni fa. Il loro ritardo medio è stazionario (circa 10 giorni), ma più alto di quello delle PMI e, marginalmente, delle grandi. Il dato medio nasconde però una estrema varietà: nel gruppo delle microimprese sono infatti relativamente numerose sia quelle che pagano con un ritardo grave (4.8% del totale, una percentuale maggiore di quella osservata nelle altre classi dimensionali), sia quelle che invece sono puntuali (56%, ben più che nelle PMI e nelle grandi aziende). A livello geografico, quasi il 7% delle imprese del Sud paga in ritardo grave rispetto ai termini concordati (oltre 60 giorni) contro una media nazionale del 4,7%. Al Centro la percentuale è del 4,5%, a Nord Ovest del 3,5% e a Nord Est del 3,1%.

Le porte blindate Dierre per il Waterfront di Levante (Genova)

Porte blindate

Le porte blindate Sleek di Dierre, scelte dallo studio Renzo Piano Building Workshop per il Waterfront di Levante, complesso che si affaccia sul mare di Genova, si apre a 180 gradi e ha elevate prestazioni isolanti.

Dettaglio delle porte interne del condominio di Levante Ph A. Lercara
Dettaglio delle porte interne del condominio di Levante Ph A. Lercara

Una porta super sicura tra la nuova Genova e il suo mare. Il nuovo Waterfront di Levante si presenta come una delle opere capaci di rinnovare il volto della città ligure, con un progetto firmato dallo studio Renzo Piano Building Workshop e Obr.

Si tratta di un progetto strategico, destinato a diventare uno dei poli di attrazione della città, con residenze a impatto zero e un parco urbano da 16 mila metri quadrati, che darà vita a un nuovo affaccio sul mare, nell’area dell’ex Fiera.

L’intervento è particolarmente innovativo ed è stato sviluppato secondo l’approccio nZeb (Nearly Zero Energy Building) e certificato Leed Gold.

Porte blindate, più sicurezza

Per garantire la sicurezza degli edifici a forma di scafo lo studio Rpbw di Renzo Piano ha scelto le porte blindate Dierre Sleek. Gli edifici si presentano come fossero grandi navi cristalline pronte a salpare.

Rendering degli edifici residenziali del Waterfront di Levante
Rendering degli edifici residenziali del Waterfront di Levante

«Le porte Dierre ormai non sono solamente sinonimo di sicurezza, ma anche di grande architettura, perché sempre di più spesso sono scelte dai progettisti per le loro prestazioni e le caratteristiche innovative», sottolinea Laura De Robertis, direttrice marketing Dierre.

«Negli anni abbiamo lavorato per coniugare una produzione industriale a un livello di personalizzazione quasi artigianale, intervenendo non solo sul design, ma anche sull’isolamento termoacustico con soluzioni sviluppate internamente».

L’elemento che caratterizza la porta blindata Sleek è la particolare cerniera a scomparsa Macron 5.0, progettata dai tecnici dell’azienda ispirandosi ai meccanismi che sorreggono i pesanti portelloni degli aerei.

Un componente che permette di aprire l’anta a 180 gradi e di ottenere una doppia battuta di chiusura che protegge da rumori e spifferi, garantendo elevate prestazioni isolanti dall’ambiente esterno.

Soluzioni filomuro

Attorno alla cerniera ruotano anche originali soluzioni di posa filomuro, che nascondono il telaio per far risaltare la porta come elemento d’arredo o, al contrario, la integrano in maniera complanare alla finitura e al colore della parete.

Un dato particolarmente apprezzato dagli architetti, per la capacità di integrare la porta d’ingresso nell’estetica complessiva dell’edificio.

Non a caso, nel condominio residenziale Edificio di Levante sono state scelte anche le porte interne Dierre con posa filomuro e anta liscia laccata bianca, per coordinare ogni dettaglio delle diverse abitazioni.

Sul fronte della sicurezza, la porta blindata Sleek aggiunge, di serie, una protezione antieffrazione in Classe 3, con un isolamento termico di 1,6 W/m2K e un abbattimento acustico di 41 dB, mentre con l’ausilio dei plus si possono migliorare le prestazioni termiche raggiungendo un valore di 1,2 W/m2K e un abbattimento acustico di 45 dB.

Completano le dotazioni di sicurezza quattro rostri fissi dedicati lungo il lato delle cerniere e due deviatori a uncino comandati dalla serratura che, a porta chiusa, si inseriscono nel telaio impedendo lo scardinamento dell’anta.

di Paolo Caliari

Heidelberg Materials presenta la piattaforma evoBuild

Stefano Gallini, Amministratore Delegato di Heidelberg Materials Italia
Stefano Gallini, Amministratore Delegato di Heidelberg Materials Italia

Heidelberg Materials, uno dei leader mondiali nei materiali e soluzioni per l’edilizia, ha presentato evoBuild a Ecomondo, la fiera delle tecnologie green che i è volta a Rimini. i tratta di un brand globale per cementi e calcestruzzi a basse emissioni di CO2 per le città del futuro.

«Al centro delle nostre azioni c’è la forte attenzione per l’ambiente. In qualità di pionieri sulla strada verso la neutralità carbonica e l’economia circolare nell’industria dei materiali da costruzione», ha detto Stefano Gallini, Amministratore Delegato di Heidelberg Materials Italia. «La società sta lavorando su materiali da costruzione sostenibili e soluzioni per le città del futuro: evoBuild rappresenta la risposta concreta a disposizione del mercato, dei nostri clienti e dei progettisti. Un passo importante verso il conseguimento di uno dei nostri obiettivi fondamentali nel percorso verso il Net zero; puntiamo, infatti, a generare il 50% dei nostri ricavi con prodotti sostenibili già entro il 2030».

Stefano Gallini, Amministratore Delegato di Heidelberg Materials Italia
Stefano Gallini, Amministratore Delegato di Heidelberg Materials Italia

La gamma evoBuild di Heidelberg Materials, che in Italia ha raccolto l’eredità dei marchi Italcementi e Calcestruzzi, sarà disponibile dal 2025 in tutta Italia e per tutte le linee di prodotto e sarà caratterizzata da basse emissioni di CO2 (sia per il cemento sia per il calcestruzzo), e/o da calcestruzzi contenenti materiali da riciclo, evitando così l’impiego di risorse naturali. La Road Map di Heidelberg Materials prevede, da qui al 2030, il progressivo aumento della quota di prodotti evoBuild, garantendo la qualità, l’affidabilità e la durabilità di sempre.

I prodotti della gamma evoBuild apportano una riduzione della CO2 pari ad almeno il 30% rispetto al valore di riferimento. I prodotti circolari contengono almeno il 30% di inerti riciclati, oppure riducono la quantità di materiali naturali di almeno il 30% (risultati che si possono ottenere con calcestruzzi ad altissime prestazioni o costruzioni realizzare con la stampa 3D).

Stand Heidelberg Materials a Ecomondo
Stand Heidelberg Materials a Ecomondo

Per arrivare a questi risultati sono stati messi a punto negli impianti una serie di percorsi virtuosi dal punto di vista della sostenibilità lungo tutti i passaggi del ciclo di produzione del cemento e del calcestruzzo. Qualche esempio: per cuocere il cemento viene ridotto l’uso di combustibili fossili derivati dal petrolio utilizzando, in sostituzione, combustibili alternativi non più riciclabili e biomasse in assoluta sicurezza. Nella produzione del calcestruzzo, invece, viene ridotto l’uso di materie prime naturali come la sabbia e la ghiaia, introducendo nella ricetta del prodotto materiali di scarto come le scorie di altoforno e i materiali da demolizione. In sostanza aggregati riciclati che offrono una valida alternativa agli aggregati naturali, contribuendo a conservare le risorse naturali, riducendo la quantità di rifiuti destinati alle discariche e promuovendo un’economia circolare.


Heidelberg Materials e la decarbonizzazione

  • – 213.071 tonnellate di CO2 non emesse per effetto dell’utilizzo delle biomasse nel 2023
  • – 50.000 tonnellate di aggregati industriali e di recupero utilizzati evitando estrazione di risorse naturali.
  • – 7,5% riduzione emissioni di CO2 per tonnellata di cemento rispetto al 2019
  • – 1.500.000 tonnellate di cemento sostenibile prodotte nel 2024
  • – 1.100.000 metri cubi di calcestruzzo sostenibile prodotto nel 2024
  • – 42% l’acqua risparmiata nella produzione del calcestruzzo
  • – 270 Dichiarazioni Ambientali di Prodotto (EPD) per cementi e calcestruzzi
  • – 1.080 Life Cycle Assessement (LCA) per cementi e calcestruzzi

Protek, innovazione italiana per controtelai e sistemi a scomparsa

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Made in Italy? No, 100% Made in Brianza, nel distretto del mobile conosciuto in tutto il mondo. Una precisazione fondamentale per Protek, azienda specializzata nella progettazione e nella realizzazione di controtelai e sistemi per porte e finestre scorrevoli, che nella sede di Usmate Velate produce attraverso una filiera cortissima, perché dalla progettazione alla costruzione dei macchinari di produzione e imballaggio è fatto tutto in casa.

Con una precisa filosofia: anticipare i cambiamenti, sempre più veloci del mondo attuale e del modo di abitare.

Un concetto che guida l’impresa fondata nel 2001, quando i fratelli Giovanni e Maurizio Maggioni hanno raccolto l’eredità del padre e trasformato la vecchia officina meccanica in una realtà capace di ottenere 25 brevetti e vendere 5 milioni di pezzi prodotti nello stabilimento di Usmate Velate, in Brianza.

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Linea Protek Magic Box

I vantaggi dei sistemi Protek

A partire dal primo attestato del 2002, battezzato 1 Minute Set-Up: un sistema per il montaggio totalmente a incastro del controtelaio in soli 60 secondi, che lo rende a prova di qualsiasi muro.

La qualità dei loro prodotti si esprime in caratteristiche uniche, come la nervatura orizzontale e ripetuta ogni 10 centimetri, in modo da ridurre di un terzo il punto di leva e avere una struttura molto più resistente.

Oppure il binario e il fondo interamente in alluminio e nessun punto di saldatura: tre accortezze di progettazione fondamentali per scongiurare un’eventuale risalita della ruggine.

E, ancora, il carrello di portata che sopporta fino a 150 chilogrammi, la silenziosità dei cardini, la scorrevolezza che dura nel tempo, perché le ruote su cui poggia il sistema sono di nylon, scelte apposta perché molto più robuste e spesse rispetto a quelle di plastica stampata, che ruotano in maniera fluida.

Infine, i cuscinetti a sfera posti sulle quattro ruote invece di essere centrati sul perno. Insomma, tanti dettagli che fanno la differenza.

Non a caso il nome Protek è la contrazione dei due sostantivi, prodotti tecnici, che offrono nel loro insieme una solidità garantita per 25 anni, e anche questo è un unicum nel settore.

Protek controtelai e sistemi per l'abitare contemporaneo
Protek, controtelai e sistemi per l’abitare contemporaneo

Sistema di arredo modulare a scomparsa Bigfoot

Se il know-how nel campo della meccanica e nella prototipazione alla base della fabbricazione del telaio assicura una qualità che facilita il lavoro degli applicatori nell’eseguire installazioni a regola d’arte, la capacità di sapere anticipare le tendenze offre ai progettisti dei sistemi in grado di superare molti ostacoli in fase di progettazione.

Per esempio, la linea Magic Box (brevetto del 2005) consiste in una serie di controtelai con alloggiamenti interni predisposti per le utenze elettriche o idriche, in modo da poter inserire termostati, prese, pulsantiere, soffioni senza dover predisporre delle contropareti, un bel vantaggio in termini di messa in opera.

Alle diverse soluzioni, tutte modulari e personalizzabili, come i controtelai per porte scorrevoli e sistemi a scomparsa senza stipiti e coprifili Linear, si affianca il nuovo e ingegnoso sistema di arredo modulare a scomparsa Bigfoot (brevetto del 2019), integrabile nel muro in fase di progettazione e ristrutturazione per ampliare, moltiplicare, comporre e nascondere gli spazi.

Così, un tavolo con il modulo Bigfoot Trastevere, in alluminio o in laminato, un letto con il modulo Bigfoot Capri o addirittura degli scaffali per le bottiglie di vino con il modulo Bigfoot Chianti, hanno il loro posto all’interno di una parete e sono visibili solo quando servono.

La soluzione Bigfoot Chianti di Protek
La soluzione Bigfoot Chianti di Protek

Sono 14 i moduli disponibili con altrettante finalità e disponibili in due versioni: Architectural, per il rivestimento in lastre di cartongesso o simili, e Interior, con predisposizione per rivestimento in boiserie o pannelli rigidi.

Completamente personalizzabili a seconda delle specifiche esigenze, entrambe le versioni non richiedono concessione edilizia, velocizzando e semplificando l’installazione.

Non solo, grazie alle molteplici funzioni come le luci Led, le prese elettriche, la chiusura con serratura elettronica e la motorizzazione dello scorrimento del modulo, l’effetto wow è assicurato.

«Abbiamo obiettivi ambiziosi per i prossimi anni, sicuramente consolidare la nostra presenza nel mercato del Nord Italia, e sviluppare la distribuzione in tutto il territorio. L’anno scorso abbiamo organizzato 50 eventi di presentazione del marchio e intendiamo continuare su questa strada», spiega Stefano Maggioni, terza generazione della famiglia.«Spagna e Francia rappresentano il 40% del nostro fatturato e stiamo valutando la distribuzione anche in altri paesi esteri, forti dell’unicità di una linea come Bigfoot».

di Monica Battistoni

Video interviste ai distributori del roadshow Heidelberg Materials

Heidelberg-material-calusco

L’ottava e ultima tappa del roadshow di Heidelberg Materials, in collaborazione con Virginia Gambino Editore, si è svolta a Calusco d’Adda, nella Bergamasca. 

Anche in quest’occasione Heidelberg Materials ha voluto realizzare un brain storming insieme ai rivenditori nella propria cementeria, con l’obiettivo di fare il punto della situazione dopo il rebranding. Qui l’articolo completo sull’incontro Heidelberg Materials di Calusco d’Adda.

YouTrade ha intervistato Miriam Busnelli, titolare di Busnelli, Francesco Freri, amministratore delegato Bild Distribuzione di 4Bild, Cristian Locatelli, titolare di Forniture Edili, Giorgio Ferrari, titolare di Gmg Centro Edile (Gruppo Made), Denis Doria, area manager Lombardia di Orsolini e Pietro Sazzani, titolare di Sari (Gruppo Made).

6Cristian Locatelli, amministratore e socio di Forniture Edili

Forniture Edili di Villa D’adda (BG) è stata avviata negli anni Sessanta e poi ha visto la luce ufficialmente nel 1986, con l’apertura di due punti vendita che oggi vantano risultati eccellenti.

«Vendiamo prevalentemente materiali edili, insieme a prodotti particolari e innovativi. Ma non solo: siamo un punto di riferimento per il noleggio di macchinari e abbiamo aperto un impianto per il recupero delle macerie, dove ricaviamo materiali per il riutilizzo. Il rapporto con Heidelberg Materials dura da diversi anni, apprezziamo la serietà, la qualità, l’innovazione e la sostenibilità».

 

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Due termini e 8 fattori chiave per il successo aziendale

Successo aziendale

Vi sono due termini che devono far parte del gergo aziendale, soprattutto se si vuole puntare a un miglioramento continuo e al successo aziendale, sia in ambito operativo che dirigenziale. I termini sono commitment ed engagement.

Il commitment in un contesto aziendale è un fattore cruciale per il successo e la crescita di un’organizzazione, influenzando positivamente vari aspetti come la produttività, la cultura interna, e la stabilità della forza lavoro.

Il commitment è la trasmissione di comportamenti di impegno, motivazione, senso del dovere, di appartenenza e di responsabilità degli individui nei confronti della propria azienda, quindi un’identificazione forte con l’organizzazione e i suoi obiettivi.

Il commitment spesso inizia dai livelli direzionali dell’azienda con una direzione top-down. I dirigenti e i manager hanno il compito di stabilire la visione, i valori e gli obiettivi dell’organizzazione.

Quando i leader dimostrano impegno, integrità e passione, questo può ispirare i dipendenti a tutti i livelli a seguire il loro esempio. Un commitment forte e visibile da parte della leadership è cruciale per creare un ambiente lavorativo in cui i valori aziendali sono chiaramente comunicati e condivisi.

Il termine engagement si riferisce al grado di coinvolgimento, entusiasmo e dedizione che un dipendente mostra nei confronti del proprio lavoro e dell’azienda.

Il coinvolgimento è più trasversale, utile per trasferire passione da dipendente a dipendente, ispirandosi al lavoro di squadra.

Un buon lavoro di squadra in ambito aziendale richiede una combinazione di fattori chiave per garantire che il team funzioni in modo efficace e produttivo. Ecco alcuni dei fattori essenziali:

  • Trasparenza e chiarezza: ogni membro del team deve essere informato sugli obiettivi, le aspettative e i progressi del progetto.
  • Chiarezza sugli obiettivi: tutti i membri del team devono avere una comprensione chiara e condivisa degli obiettivi comuni.
  • Allineamento degli obiettivi personali e di squadra: gli obiettivi personali dei membri del team dovrebbero essere in linea con quelli del team.
  • Cooperazione: incentivare un ambiente dove i membri del team collaborano, condividono competenze e aiutano gli altri a superare le difficoltà.
  • Fiducia reciproca: la fiducia tra i membri del team è fondamentale per la collaborazione efficace.
  • Risolvere i conflitti rapidamente: i conflitti inevitabili devono essere gestiti tempestivamente e in modo costruttivo.
  • Incentivazione: premiare e riconoscere i successi individuali e di gruppo per mantenere alta la motivazione.
  • Inclusione: creare un ambiente in cui tutti i membri del team si sentano valorizzati e inclusi.

In sintesi, l’engagement dei dipendenti è un indicatore chiave della salute di un’organizzazione e gioca un ruolo cruciale nel determinare la sua produttività, la qualità del lavoro, la soddisfazione dei dipendenti e il successo complessivo.

Questi due concetti, benché distinti, sono interconnessi e contribuiscono significativamente al benessere e all’efficacia dell’organizzazione.

Mentre l’engagement spinge i dipendenti a partecipare attivamente alle iniziative di miglioramento, il commitment garantisce che queste iniziative siano sostenute e integrate nel lungo termine, portando a un successo duraturo dell’organizzazione.

di Andrea Payaro

Ecco come Alteral sta rivoluzionando il settore dei materiali edili in Francia

Materiali edili in Francia

Il gruppo francese Alteral riunisce sei imprese familiari della distribuzione di materiali edili attive in aree diverse del territorio e con differenti accenti del business. Ma con lo stesso modello di collaborazione.

Essere forti in un territorio può anche significare esserlo assieme a partner e in molti territori. La filosofia di Alteral è racchiusa nel modello di collaborazione che il gruppo chiama «club di riflessione e discussione».

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A Calusco d’Adda Heidelberg Materials incontra la distribuzione

Heidelberg Materials Calusco d'Adda

Edilizia tra necessità di una svolta sostenibile e incertezze del dopo 110%.

Due temi al centro dell’incontro organizzato da Virginia Gambino Editore a Calusco d’Adda (Bergamo) tra un pool di rivenditori e il management di Heidelberg Materials, gruppo che proprio vicino alla cittadina lombarda ha uno dei suoi migliori impianti produttivi.

D’altra parte, il gruppo cementiero ha da tempo abbracciato la filosofia green con investimenti tesi a ridurre drasticamente la produzione di Co2: una strategia che è stata spiegata da Ignazio La Barbera, Calusco plant manager Heidelberg Materials, 
Francesca Proietti, marketing analyst Heidelberg Materials, Oscar Barchi, sales area manager Italia Nord Ovest Heidelberg Materials.

Interrogati da Virginia Gambino, hanno risposto i rivenditori presenti: Miriam Busnelli, titolare della Busnelli, Giorgio Ferrari, titolare di Gmg Centroedile (Gruppo Made), Pietro Sazzani, titolare di Sari (Gruppo Made), Daniel Sarale titolare di Icose, Cristian Locatelli, titolare di Forniture Edili, Francesco Freri AD di 4Bild e Denis Doria, area manager Lombardia di Orsolini.

Accanto alla prospettiva di una svolta industriale contrassegnata dalla sostenibilità, la discussione ha affrontato il tema del dopo superbonus. Un argomento al centro dell’intervento di Alberto Bubbio, professore associato di Economia Aziendale e responsabile del corso di Programmazione e Controllo presso l’Università Cattaneo-Liuc, che ha sottolineato la necessità di una gestione finanziaria più attenta e lungimirante per affrontare il 2025.

Due temi: edilizia sostenibile e le opportunità di un nuovo scenario, che sono sembrati strettamente legati.

Imballaggi in legno e sughero: uno studio LCA fa luce sull’impatto ambientale

Nella cornice di Ecomondo, la fiera internazionale dedicata alla sostenibilità (5-8 novembre 2024, Rimini), Assoimballaggi di FederlegnoArredo ha presentato lo “Studio LCA sugli imballaggi industriali in legno e casse pieghevoli” condotto dall’Università di Firenze.

Si tratta di una ricerca pionieristica per il comparto che mira a far conoscere gli impatti generati da un singolo prodotto lungo l’intero ciclo di vita e fornire dati cruciali per comprendere gli ambiti in cui intervenire per migliorare le performance complessive lungo tutta la filiera.

Il comparto imballaggi fattura circa 2,5 miliardi di euro, come attestano i dati del Centro Studi FederlegnoArredo, ed è composto da circa 2 mila aziende e occupa circa 17mila addetti.

«Assoimballaggi è una delle prime associazioni in Europa ad aver condotto uno studio di tale portata», dichiara Andrea Attilio Gava, presidente di Assoimballaggi. «La sostenibilità è una delle nostre priorità ed il nostro impegno è rivolto a supportare gli associati nel raggiungimento dei loro obiettivi di sostenibilità».

Da questo punto di vista gli studi LCA sono uno strumento fondamentale per comprendere gli impatti ambientali dei prodotti come punto di partenza per definire efficaci strategie di miglioramento. Allo stesso tempo, siamo consapevoli del ruolo cruciale che svolgiamo nelle filiere in cui operiamo, e vogliamo umilmente sottolineare il valore che portiamo al mercato: i prodotti che progettiamo e fabbrichiamo ogni giorno, con l’aiuto dei nostri preziosi collaboratori, sono strumenti essenziali per tutto il settore manifatturiero italiano e non solo».

Gli imballaggi industriali in legno

Progettati su misura, gli imballaggi industriali in legno sono un prodotto strategico per la logistica italiana e vengono utilizzati per trasportare in modo sicuro merci di qualsiasi dimensione.

Assolta la loro funzione di trasporto, possono essere facilmente riciclati per produrre altri prodotti a base legnosa, come ad esempio i pannelli per i mobili, mantenendo stoccata la CO2.

Lo studio mette in evidenza che l’intero ciclo di vita di un imballaggio industriale, calcolato con il metodo cradle to grave (dalla culla alla tomba), è in grado di assorbire più CO2 di quanta ne emetta, avendo quindi complessivamente un impatto positivo.

Lo studio è stato presentato nell’ambito del convegno “Imballaggi in legno e sughero tra tradizione e innovazione: dalla materia prima alla riciclabilità e compostabilità”, in cui è stata offerta anche un’analisi approfondita della filiera dell’imballaggio, dalla gestione sostenibile delle foreste alla riciclabilità del prodotto finale.

Filiere forestali corte

Per quanto riguarda la gestione delle foreste, un aspetto strettamente correlato allo studio LCA riguarda gli impatti dei trasporti per l’approvvigionamento delle materie prime, oggi prevalentemente importati da altri paesi UE o extra UE.

Una delle sfide importanti in questo ambito è riuscire a sviluppare delle filiere forestali nazionali, consapevoli che queste possono portare ad importanti benefici sia in termini ambientali, con la riduzione degli impatti dei trasporti, ma anche sociali ed economici. 

Proprio in questo ambito sta lavorando FederlegnoArredo, essendo uno dei soci fondatori del Cluster Italia Foresta Legno, che si pone l’obiettivo di supportare progetti che promuovano filiere forestali corte.

Compostabilità

Inoltre Assoimballaggi si sta occupando anche di affrontare alcuni paradossi legati alla compostabilità: il legno viene utilizzato dagli impianti di compostaggio come innesco per avviare il processo di compost, ma non risulta conforme allo standard europeo di riferimento EN13432 a causa dei tempi di decomposizione più lunghi.

In questo periodo è in discussione l’aggiornamento dello standard europeo, e Assoimballaggi ha chiesto una modifica per correggere questa distorsione. Il legno, infatti, è un materiale biodegradabile e compostabile.

Economia circolare

La filiera del legno-arredo è un esempio virtuoso di economia circolare: gli imballaggi in legno, (pallet, casse, cassette, ecc), una volta terminato il proprio ciclo di utilizzo, subiscono un processo per cui divengono componenti di pannelli in legno che, a loro volta, serviranno a costituire arredo.

FederlegnoArredo ha lavorato molto con le associazioni europee di categoria per salvaguardare il riconoscimento positivo di tale processo, messo a rischio dalla definizione inizialmente fornita dalla bozza del testo del Regolamento Europeo Imballaggi.

A tutela di un sistema integrato e virtuoso, il materiale che può essere reimmesso nella filiera a seguito del processo di riciclo – anche per finalità differenti dall’imballaggio da cui deriva – è stato definito dall’Unione Europea “riciclo di alta qualità”.

Un risultato che consente di preservare la sostenibilità degli imballaggi in legno, comprese cassette in legno e imballaggi industriali, riaffermando che la qualità del riciclo sia legata non al mantenimento del medesimo utilizzo ma al beneficio ambientale che genera. 

«Il settore degli imballaggi in legno si pone come punto di riferimento per lo sviluppo sostenibile, dimostrando che l’uso responsabile delle risorse naturali può portare a soluzioni con un impatto ambientale ridotto», sottolinea Andrea Attilio Gava, presidente di Assoimballaggi.

«Le nostre aziende sapranno rispondere alle nuove esigenze del mercato migliorando i già ottimi impatti complessivi dei prodotti, ponendosi quindi come partner in grado di aiutare l’intera filiera nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibili, fissati dalle direttive UE e dagli accordi internazionali. Una sfida che ci sentiamo pronti a cogliere che potrà far crescere e qualificare tutto il nostro settore, garantendo al mercato degli imballaggi in legno un ruolo primario, in un’ottica di logistica sostenibile».