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Tecniche di intervento per il consolidamento: l’intonaco armato

rinforzo delle murature

Il sistema STRUCTURE Crm utilizza componenti in fibra di vetro Gfrp, specifiche malte premiscelate a base calce o di leganti idraulici con diversa classe di resistenza, per risolvere alcune frequenti criticità e per il rinforzo delle murature.

Inadeguatezza strutturale

L’Italia è un Paese che quotidianamente convive con una situazione particolarmente delicata dal punto di vista della sicurezza strutturale a causa della coesistenza di due condizioni purtroppo contrastanti: da un lato, un patrimonio edilizio estremamente variegato, che riflette le conoscenze e le tecniche costruttive di epoche in cui la necessità di conseguire una adeguata capacità di resistenza al sisma non era contemplata, e dall’altro, un territorio nazionale ormai classificato come zona sismica.

Anche se con livelli di rischio differenti a seconda della ubicazione, nessuna struttura «datata» può ritenersi completamente al riparo da possibili eventi tellurici. Quanto ora detto comporta una generale inadeguatezza della stragrande maggioranza delle costruzioni esistenti.

Tra queste, quelle con struttura portante in muratura destano non poche preoccupazioni, sia perché sono le più vetuste e sia perché spesso realizzate con materiali poveri e schemi strutturali che non prevedevano la capacità di resistere, oltre alle canoniche azioni verticali, anche a possibili forze orizzontali.

A tale riguardo, senza la pretesa di voler essere esaustivi, si richiamano le principali carenze strutturali che concorrono a ridurre la sicurezza delle strutture in muratura:

  • La scarsa qualità della tessitura muraria: numerosi edifici, per lo più a destinazione residenziale, sono stati realizzati con apparecchiature murarie eterogenee, costituite da blocchi in pietra grossolanamente squadrate, malte povere e giunti molto irregolari. Tutto questo comporta prestazioni del «materiale muratura» estremamente limitate e quindi inadeguate a fronteggiare le sollecitazioni derivanti dall’azione sismica.
  • Il diffuso impiego di muratura a doppio paramento, con limitate interconnessioni (diatoni) e nuclei piuttosto poveri (si pensi, come esempio estremo, alle note murature a sacco). Questo aspetto, evidentemente, riduce la capacità portante delle strutture verticali.
  • Il ridotto (o, spesso, del tutto assente) ammorsamento tra le murature portanti tessute nelle diverse direzioni. Complice anche la condizione di cui al precedente punto «a», risultava difficile realizzare efficaci ammorsamenti tra le murature, impedendo così, durante l’evento sismico, la collaborazione strutturale tra tutte le pareti.
  • La presenza di elementi strutturali di tipo spingente, quali le volte o gli archi. Detti elementi, esercitando spinte orizzontali sugli elementi verticali, favoriscono l’insorgenza di meccanismi di rottura durante l’evento sismico.
  • Nel caso di orizzontamenti piani, tipicamente realizzati con travi in legno o putrelle in acciaio, il mancato collegamento tra le singole travi del solaio e la muratura portante accentua il problema di cui al precedente punto «c».
  • Assenza dei cordoli di piano in corrispondenza dell’appoggio dei solai (in cemento armato) sulla muratura. Tale condizione, assieme a quella descritta in «c», comporta il mancato funzionamento scatolare della struttura, con conseguente forte penalizzazione della risposta globale della costruzione al sisma.

Nella Tabella 1, che ripropone quella della Circolare applicativa N. 7 del 21 gennaio 2019, è evidente come le prestazioni delle diverse tipologie murarie siano ovviamente legate alla loro qualità realizzativa.

Tabella 1 - Prestazioni delle tipologie murarie
Tabella 1 – Prestazioni delle tipologie murarie

È altresì evidente come le murature più irregolari, che molto spesso troviamo nell’ambito delle piccole strutture residenziali realizzate nel secolo scorso, siano caratterizzate da prestazioni estremamente limitate, sia in termini di resistenza a compressione (f) che di resistenza a taglio (τ0).

Consolidamento e tecniche di intervento

Alla luce di quanto sinteticamente descritto, è evidente l’importanza degli interventi di consolidamento, miglioramento o adeguamento sismico auspicati sulla totalità delle strutture esistenti.

Il decreto ministeriale 17 gennaio 2018 indica, per le diverse tipologie strutturali, una serie di possibili interventi che possono migliorare notevolmente le prestazioni strutturali.

Per le strutture in muratura, in particolare per quelle caratterizzate da prestazioni scadenti o modeste, si segnalano:

I. Iniezioni di miscele leganti;

II. Intonaco armato;

III. Ristilatura armata dei giunti e connessione dei paramenti.

Ulteriori interventi, spesso impiegati nel consolidamento di strutture in murature, sono:

IV. Interventi di «scuci e cuci» per il ripristino localizzato di porzioni di muratura danneggiate;

V. Perforazioni armate per il collegamento delle murature debolmente connesse o totalmente disconnesse;

VI. Realizzazione di solette collaboranti sui solai esistenti, debitamente collegate alle murature portanti, utili a realizzare efficaci diaframmi di piano e ripartire efficacemente l’azione sismica del singolo impalcato sulle murature portanti;

VII. Inserimento di tiranti o catene per favorire il comportamento d’assieme del fabbricato ed evitare meccanismi di ribaltamento delle pareti fuori dal loro piano.

Prima di approfondire nel dettaglio l’intervento di intonaco armato, argomento principale del presente articolo, riserviamo poche righe a due delle tecniche ora richiamate in quanto spesso impiegate, in sinergia con l’intonaco armato, nell’ambito del consolidamento di vecchie strutture in muratura.

Iniezioni di miscele leganti

Innanzitutto, le iniezioni di miscele leganti, che mirano al miglioramento delle caratteristiche meccaniche delle murature caratterizzate da elevati vuoti interni (per esempio, murature in pietra o miste di tipo irregolare, con malte di scarsa qualità).

Per queste tipologie murarie, le iniezioni rappresentano spesso un necessario intervento preliminare a tutti gli altri interventi. Aspetti esecutivi essenziali di tale tecnica sono la scelta della adeguata miscela di riempimento (aspetto tecnologico) e la scelta della corretta pressione di iniezione (aspetto tecnico).

Rispetto al passato, quando venivano impiegate semplici boiacche cementizie improvvisate in cantiere, oggi il mercato offre specifici prodotti premiscelati (Linea STRUCTURE FILL M10 di General Admixtures), sia a base calce sia a base cemento, per il confezionamento di boiacche da iniezione, caratterizzate da:

  1. Prestazioni meccaniche controllate (Marcatura Ce)
  2. Ridotti valori di ritiro
  3. Elevata compatibilità fisico-chimica con la muratura
Iniettando murature esistenti caratterizzate da rilevanti vuoti interni mediante specifiche malte premiscelate sarà possibile consolidarle e migliorarne le prestazioni. Tale intervento è (soprattutto per le murature irregolari e poco consistenti) preliminare alla successiva realizzazione di intonaco armato
Figura 1 – Iniettando murature esistenti caratterizzate da rilevanti vuoti interni mediante specifiche malte premiscelate sarà possibile consolidarle e migliorarne le prestazioni. Tale intervento è (soprattutto per le murature irregolari e poco consistenti) preliminare alla successiva realizzazione di intonaco armato.

Solette collaboranti

Altro intervento spesso utilizzato nell’ambito del consolidamento di strutture in muratura è la realizzazione di solette collaboranti all’estradosso dei solai esistenti (tipicamente realizzati con travi in legno o putrelle in acciaio), utile, come detto, a conferire elevata rigidezza nel piano agli orizzontamenti e, quindi, ripartire i taglianti di piano in proporzione alla rigidezza delle strutture verticali portanti.

Inoltre, la realizzazione di tali solette costituisce l’occasione per collegare efficacemente i solai alle murature. Interessanti interventi di questo tipo sono stati realizzati impiegando, in sostituzione del calcestruzzo ordinario, l’innovativo microcalcestruzzo fibrorinforzato a elevate prestazioni Composite M130.

Figura 2 -La realizzazione di una cappa collaborante a basso spessore in Hpfrc (Composite M130) su solai con struttura in legno o acciaio è utile a irrigidire gli orizzontamenti nel loro piano e a collegare i solai alle murature perimetrali. Detto intervento migliora significativamente la risposta sismica globale dell’edificio, consentendo di pervenire, in sinergia magari con un intervento generalizzato di intonaco armato, al cosiddetto comportamento scatolare.
Figura 2 -La realizzazione di una cappa collaborante a basso spessore in Hpfrc (Composite M130) su solai con struttura in legno o acciaio è utile a irrigidire gli orizzontamenti nel loro piano e a collegare i solai alle murature perimetrali. Detto intervento migliora significativamente la risposta sismica globale dell’edificio, consentendo di pervenire, in sinergia magari con un intervento generalizzato di intonaco armato, al cosiddetto comportamento scatolare.

Questo materiale, noto con l’acronimo Hpfrc (High Performance Fiber Reinforced Concrete) ha consentito di ottimizzare lo spessore della cappa e di eliminare, grazie alla presenza di un rilevante contenuto di fibre metalliche, la canonica rete elettrosaldata impiegata generalmente in questi casi.

Tecnica dell’intonaco armato

Quella dell’intonaco armato è, assieme a quelle brevemente richiamate all’inizio del paragrafo precedente, una tecnica di intervento tradizionale, eseguita per molti anni con lo scopo di consolidare e rinforzare strutture murarie esistenti.

In particolare, il suo impiego è consigliato per murature incoerenti, fortemente danneggiate o fortemente sollecitate (sia staticamente che sismicamente) e, quindi, bisognose di un incremento di resistenza e di rigidezza.

La tecnica tradizionale, consisteva nella realizzazione di fodere (di spessore di 3÷5 centimetri) in malta cementizia o calcestruzzo applicate in aderenza alle facce della muratura, armate con una rete elettrosaldata e collegate al supporto mediante connettori metallici (ricavati anch’essi da armature metalliche).

Figura 3 - Schema intonaco tradizionale
Figura 3 – In (I) e (II) si rappresenta lo schema grafico del tradizionale intervento di intonaco armato applicato a una muratura esistente. Le due fodere di malta cementizia risultano armate con una rete elettrosaldata e collegate reciprocamente da spezzoni di armatura (connettori). La buona pratica suggerisce sempre di collegare il nuovo intonaco con gli altri elementi circostanti (murature ortogonali, fondazioni). In (III) l’effetto di spanciamento che una muratura non collegata trasversalmente (paramenti indipendenti) potrebbe subire a causa di un rilevante carico di compressione e in (IV) la mitigazione di tale effetto da parte delle connessioni trasversali installate assieme all’intonaco armato.

I principali vantaggi della tecnica dell’intonaco armato, validi tutt’oggi con la tecnica del Crm (trattata più avanti) sono:

  • Incremento di resistenza della parete, sia nel piano che fuori dal piano;
  • Connessione trasversale dei paramenti;
  • Cucitura di eventuali lesioni isolate;
  • Semplicità di esecuzione;
  • Semplice reperibilità dei singoli componenti.
  • In definitiva, costo di intervento contenuto;

Le raccomandazioni essenziali per questa tecnica di intervento sono:

  1. Le fodere di rinforzo dovrebbero essere realizzate su entrambi i paramenti, prevedendo la adeguata loro connessione trasversale;
  2. L’intervento andrebbe distribuito in maniera razionale, in modo da evitare una eccentricità tra il centro di rigidezza (Cr) e il centro di massa (Cm) del singolo impalcato, con conseguente nascita di effetti torsionali in caso di evento sismico (Figura 4).
Figura 4 - Una inadeguata distribuzionne dell'intervento di intonaco armato può Centro rigidezza
Figura 4 – Una inadeguata distribuzione dell’intervento di intonaco armato può determinare uno sbilanciamento delle rigidezze (immagine a sinistra) con conseguente esposizione a movimenti torsionali durante il sisma. Al contrario, una distribuzione ragionata dell’intervento (immagine a destra) consente di evitare eccentricità tra il centro di massa e centro di rigidezza dell’impalcato, favorendo movimenti di tipo traslazionale durante il sisma.

Purtroppo, la tecnica tradizionale dell’intonaco armato aveva due rilevanti punti di debolezza legati alla natura dei materiali impiegati:

a. La malta utilizzata per la realizzazione dell’intonaco era confezionata direttamente in cantiere a partire dal cemento e dalla sabbia disponibile. Le sue prestazioni erano molto variabili e la sua rigidezza era spesso rilevante, se confrontata con quella della muratura. Questo poteva determinare problemi sull’adesione malta-supporto. Inoltre, si trascuravano al tempo gli aspetti legati alla compatibilità chimica tra muratura e malta, rischiando di incorrere in possibili reazioni chimiche tra sostanze presenti nella muratura (per esempio, gesso) e la malta stessa.

b. L’armatura metallica era esposta al rischio di corrosione. Dopo breve tempo, anche a causa della rilevante porosità dell’intonaco e degli esigui spessori di copriferro, le armature si depassivavano (tipicamente per carbonatazione) ed in breve di corrodevano (Figura 5).

Figura 5 - Degrado prematuro di un intonaco armato tradizionale dovuto alla corrosione del rinforzo metallico
Figura 5 – Degrado prematuro di un intonaco armato tradizionale dovuto alla corrosione del rinforzo metallico.

Sistema STRUCTURE Crm di General Admixtures

In merito all’intervento di intonaco armato, la Circolare n.7 del 21 gennaio 2019 indica che «le fodere possono essere realizzate con malte a base di cemento o di calce e armature in reti o tessuti di acciaio inossidabile, oppure con materiali compositi, utilizzando fibre di carbonio, vetro o aramidiche».

Questa indicazione, certamente frutto della esigenza di affrontare e risolvere il problema della durabilità dell’intervento (vedi paragrafo precedente), legittima (e, di fatto, obbliga) l’impiego, in sostituzione delle tradizionali armature, di innovativi materiali compositi, che combinano la elevata resistenza a trazione con la sostanziale immunità nei confronti della corrosione.

Tali materiali (Frp) sono alla base del moderno intonaco armato, il cosiddetto Sistema Crm, ed in particolare del Sistema STRUCTURE CRM di General Admixtures che, per l’esattezza, utilizza componenti in fibra di vetro Gfrp (Glass Fiber Reinforced Polymers).

Specifiche malte premiscelate (Linea Structure WM), disponibili in diversa natura (a base calce o a base di leganti idraulici) e diversa classe di resistenza (da M5 fino a M30), completano il Sistema andando a risolvere alcune delle criticità esposte nel paragrafo precedente (costanza delle prestazioni e compatibilità chimico-meccanica con il supporto).

Trattandosi di interventi strutturali, il sistema STRUCTURE CRM risponde ai requisiti di identificazione e qualificazione richiesti dal decreto ministeriale 17 gennaio 2018 per i materiali e prodotti per uso strutturale (§11.1). Nella fattispecie, esso è accompagnato da Certificazione Eta N. 24/0455 rilasciata in conformità all’Ead (European Assessment Document) N. 340392-00-0104.

Le specificità

L’intonaco armato STRUCTURE CRM, proposto da General Admixtures per interventi di consolidamento e rinforzo di strutture in muratura, è costituito dalle seguenti componenti:

  • Rete preformata in fibra di vetro Gfrp (STRUCTURE NET CRM), come elemento di rinforzo diffuso della matrice inorganica. Sono disponibili diverse geometrie, in termini di passo delle singole barre (maglie da 33, 66 e 99 millimetri);
  • Elementi angolari in fibra di vetro Gfrp (STRUCTURE EDGE CRM), necessari per conferire continuità al rinforzo in corrispondenza degli spigoli. Anche gli angolari sono disponibili in diverse geometrie in termini di passo delle singole barre (maglie da 33, 66 e 99 millimetri);
  • Connettori rigidi in fibra di vetro Gfrp (STRUCTURE FIX CRM), con relativi fazzoletti di ripartizione (STRUCTURE BIT 3 CRM), sempre in Gfrp;
  • Malta a uso strutturale, disponibile sia a base calce (STRUCTURE WMm NHL) che a base di leganti idraulici (STRUCTURE WM)

L’ancoraggio dei connettori viene effettuato mediante resina vinilestere con Certificazione Sismica (STRUCTURE BOND VB).

Posa in opera

La procedura posa in opera dell’intonaco armato di cui al sistema ora descritto non è sostanzialmente diversa da quella dell’intonaco armato tradizionale.

Dopo la preparazione del supporto, consistente nella rimozione degli intonaci e rivestimenti esistenti e pulizia generale delle superficie, si procede infatti con la installazione delle componenti Gfrp, ovvero della rete preformata e, in corrispondenza degli spigoli, degli elementi angolari.

Durante il posizionamento del rinforzo si installano i connettori, sia quelli in parete (con tipica forma a L) sia quelli di continuità (con forma dritta). Nel caso dei connettori in parete, è previsto il posizionamento di uno specifico fazzoletto di ripartizione.

Terminata l’installazione delle diverse componenti di rinforzo Grfp, si procede alla stesura delle fodere di intonaco, con spessori che generalmente variano tra i 3 e i 5 centimetri.

Figura 6 - Componenti del sistema Structure Crm
Figura 6 – Componenti del sistema Structure Crm.

Il nuovo intonaco armato, realizzato con il sistema STRUCTURE CRM, aggiunge vantaggi alla tecnica tradizionale (vedi paragrafo 3) e ne risolve alcune criticità:

  1. Riduzione del peso degli elementi di rinforzo, con conseguente semplificazione delle fasi di movimentazione e installazione;
  2. Massima compatibilità con le malte, sia a base calce che a base di leganti idraulici;
  3. Elevata durabilità degli interventi, grazie alla completa insensibilità delle fibre Gfrp alla corrosione;
  4. Elevati standard di controllo e quindi costanza delle prestazioni, sia sulle fibre Gfrp che sulle malte premiscelate (Mercature Ce e Certificazione Eta);
  5. Ottima compatibilità chimica, fisica e meccanica tra le innovative malte premiscelate ed i supporti in muratura.

Anche per i Sistemi Crm rimane valida la raccomandazione di eseguire l’intervento su entrambe le facce della muratura.

Tuttavia, condizioni operative specifiche possono a volte impedire la realizzazione dell’intervento completo, consentendo, per esempio, la sola applicazione esterna. Questa evenienza è contemplata nel documento Ead (European Assessment Document) N. 340392-00-0104, riferimento utilizzato per l’ottenimento della Certificazione Eta dei sistemi Crm.

Inoltre, la stessa circolare n.7 del 21 gennaio 2019, pur ribadendo l’importanza della doppia fodera, non esclude in maniera definitiva e categorica l’intervento parziale.

Infatti, al paragrafo C8.5.3.1 recita: «Si rileva che il consolidamento con intonaco armato non ha alcuna efficacia in assenza di sistematiche connessioni trasversali e la sua efficacia è ridotta quando realizzato su un solo paramento».

È chiaro, quindi che, mentre l’installazione dei connettori trasversali è una condizione imprescindibile affinché l’intervento sia efficace, quella della doppia fodera è una condizione ottimale e, in sua assenza, l’efficacia dell’intervento risulta (ovviamente) penalizzata.

Purtroppo, la normativa non fornisce indicazioni sul grado di riduzione di detta efficacia, pertanto, di volta in volta, sarà il progettista che dovrà opportunamente valutarlo.

Aspetti progettuali

L’approccio di calcolo proposto dalla circolare citata si basa sulla assunzione, a fronte della realizzazione di uno o più interventi di consolidamento e/o rinforzo, di coefficienti migliorativi (Tabella 2) che di fatto incrementano le prestazioni della muratura originaria (vedi Tabella 1).

Tabella 2 - Coefficienti migliorativi
Tabella 2 – Coefficienti migliorativi e del rinforzo.

Nel caso in cui si applichino contemporaneamente diverse tipologie di intervento, i relativi coefficienti migliorativi si potranno cumulare (moltiplicandoli tra loro), considerando al più due interventi. Il coefficiente risultante non dovrà superare il massimo coefficiente complessivo esposto nell’ultima colonna della tabella 2.

Utilizzando l’approccio di calcolo proposto, si vuole valutare, a titolo di esempio, l’effetto di rinforzo del sistema STRUCTURE CRM su un maschio murario realizzato in muratura a conci sbozzati, con paramenti di spessore disomogeneo, cosi come prestazionalmente definita dalla tabella 1

Tabella 3 - Geometria del pannello e del rinforzo
Tabella 3 – Geometria del pannello e del rinforzo.

Parametri di Input (Tabella 3)
Parametri di calcolo

Partendo dai valori medi individuati attraverso la Tabella 1 (sono stati assunti i valori minimi degli intervalli proposti, disponendo, per ipotesi, di un livello di conoscenza LC1), si applicano gli opportuni coefficienti di sicurezza per ottenere i parametri di progetto.

Ipotizzando di effettuare verifiche di carattere sismico, si assume un coefficiente parziale di sicurezza per la muratura γM = 2 (Par. 7.8.1.1 Ntc 2018). I valori di calcolo delle resistenze sono ottenuti dividendo i valori medi per i rispettivi fattori di confidenza e per il coefficiente parziale di sicurezza (Par. C8.7.1.3.1.1 Circolare). In definitiva:

fd = 2 / (1.35 x 2) = 0.74 MPa

τ0d = 0.035 / (1.35 x 2) = 0.013 MPa

Applicando il sistema Structure Crm su entrambe le facce del paramento murario, si potrà adottare un coefficiente migliorativo (come da tabella 2) pari a 2. Pertanto, le prestazioni di calcolo post-intervento saranno:

fd, CRM = fd x 2 = 1.48 MPa

τ0d, CRM = τ0d x 2 = 0.026 MPa

Resistenza alla pressoflessione nel piano

A fronte dei parametri di calcolo ora determinati (sia per la muratura tal quale che per quella rinforzata) si determinano i domini di resistenza N – M (Sforzo normale – Momento flettente) della muratura utilizzando l’espressione [7.8.2] delle Ntc2018:

Resistenza alla pressoflessione nel piano

dove:

L: Lunghezza della parete;

t: Spessore della parete;

σ0: Tensione normale media agente sulla sezione;

fd: Resistenza a compressione di progetto.

Facendo variare lo sforzo normale N (e quindi la tensione σ0) si ottengono corrispondenti i valori di Mu. Le coppie (N, Mu) consentono di costruire i domini di resistenza delle sezioni (originaria e rinforzata), riportati nella figura 8.

Figura 8 - Incremento della resistenza a pressoflessione del pannello di muratura rinforzato
Figura 8 – Incremento della resistenza a pressoflessione (nel piano) del pannello di muratura rinforzato con intonaco armato Structure Crm (spessore di 40 millimetri sulle due facce della muratura).

Si evidenzia un rilevante incremento della capacità portante del setto, soprattutto per valori medio-alti dello sforzo normale di compressione (N). Il consolidamento con il sistema STRUCTURE CRM consente inoltre di raggiungere valori dello sforzo normale maggiori di quelli possibili in sua assenza.

Resistenza a Taglio nel piano della muratura

Si determinano le curve N – Vt (Sforzo normale – Taglio) della muratura utilizzando, sia per la condizione originaria che per quella rinforzata, l’espressione [C8.7.1.16] della Circolare:

Resistenza al taglio nel piano della muratura

con:

L: Lunghezza della parete;

t: Spessore della parete;

σ0: Tensione normale media agente sulla sezione;

τ0d: Resistenza a taglio di progetto.

b: Coefficiente legato alla snellezza della parete (b = h/L, con il limite 1 b < 1.5)

Facendo variare lo sforzo normale N (e quindi la tensione σ0) si ottengono i valori di Vt corrispondenti. Le coppie (N, Vt) consentono di costruire le curve N – Vt delle sezioni (originaria e rinforzata), riportati nella figura 9.

Figura 9 - Incremento della resistenza a pressoflessione del pannello di muratura rinforzata con intonaco
Figura 9 – Incremento della resistenza a pressoflessione (nel piano) del pannello di muratura rinforzato con intonaco armato Structure Crm (spessore di 40 millimetri sulle due facce della muratura).

Si evidenzia, anche in termini di taglio resistente, un rilevante incremento della capacità portante del setto.

Rispetto a quanto avviene per la resistenza a pressoflessione nel piano, l’incremento di resistenza a taglio è significativo anche per bassi valori dello sforzo normale (per N = 0, la resistenza a taglio della parete rinforzata è doppia rispetto a quella della parete originaria).

di Felice Marco Liberatore, Davide Orbolato, Stefano Crosato, Jerry Rota Stabelli. Gli autori fanno parte della Divisione Ingegneria e Ricerca & Sviluppo di General Admixtures

YouBuild Gennaio 2025

YouBuild n° 34

Gennaio 2025

 

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I sistemi Crm di Cugini per il rinforzo strutturale delle murature e dei solai

Calcevita strutturale - M15
Calcevita strutturale - M15

Facilità di posa, adattabilità alle diverse geometrie strutturali ed elevate prestazioni meccaniche sono i punti di forza dei sistemi Crm per il rinforzo strutturale. Cugini, azienda storica nella produzione di materiali per l’edilizia, ha messo a punto nuove soluzioni per la protezione degli edifici esistenti, anche sottoposti alla tutela delle Belle Arti.

Sistema Crm Xnet Fort

I sistemi Crm rientrano nella categoria dei sistemi per il rinforzo strutturale e la loro diffusione negli interventi di recupero è sempre maggiore.

Il sistema Crm Cugini Xnet Fort prevede l’impiego di una rete preformata in Gfrp (Glass Fiber Reinforced Polymer), inglobata in una malta per uso strutturale Calcevita Strutturale o Restaurmix K05F, vincolata tramite connettori alla muratura da rinforzare.

Questa metodologia di rinforzo consente di ottenere una bassa invasività dell’intervento e una maggiore rapidità di applicazione, con un contenimento dei costi.

 

I sistemi Crm sono impiegati principalmente per migliorare il comportamento strutturale degli edifici storici, sottoposti e non alla tutela delle Belle Arti, soprattutto in caso di sisma.

Il sistema Xnet Fort ha ottenuto la prestigiosa certificazione Eta, a garanzia dell’elevata qualità e efficacia della soluzione di consolidamento strutturale in termini di sicurezza, prestazioni e affidabilità.

Anti-sfondellamento

Il fenomeno dello sfondellamento dei solai consiste nel distacco improvviso delle parti inferiori delle pignatte del solaio, rappresentando un rischio serio per l’incolumità delle persone. L’adozione di tecniche di consolidamento adeguate può prevenire danni futuri e garantire la sicurezza degli occupanti.

Applicazione del sistema anti-sfondellamento a singolo strato

La soluzione Xnet Anti-S di Cugini prevede l’applicazione di reti preformate in fibra naturale di basalto, impregnate con resine polimeriche, fissate ai travetti all’intradosso del solaio tramite connessione meccanica in acciaio, a cui si aggiunge l’applicazione dell’intonaco rasante Restaurmix KR100 F, altamente tixotropico, che fornisce un ulteriore contributo meccanico per la solidità dell’intero sistema.

La posa è semplice e rapida, il sistema è a basso spessore, per un intervento leggero e poco invasivo e l’adesione è elevata, per garantire la durabilità nel tempo.

Anti-ribaltamento

Il presidio anti-ribaltamento Xnet Anti-R è un sistema progettato per evitare che le pareti di tamponamento di un edificio si ribaltino durante eventi sismici.

 

Il sistema studiato da Cugini prevede l’applicazione di reti preformate in fibra naturale di basalto fissate al telaio portante con connettori in acciaio, a cui viene aggiunta una matrice organica (Restaurmix K05 F / Restaurmix KR100 F / Calcevita Strutturale) per ottenere un efficace contenimento della tamponatura in caso di ribaltamento, contribuendo inoltre a un miglioramento sismico generale dell’edificio.

di Sara Giusti

Le soluzioni Laterlite per il consolidamento dei solai

Consolidamento solai

Laterlite che comprende i marchi Leca, CentroStorico, LecaBlocco, GrasCalce, RureGold e PreMix si rinnova. E lancia la campagna «Sopra-Sotto?» che sintetizza l’offerta di soluzioni per interventi in estradosso o intradosso e consolidamento solai.

La nuova immagine coordinata è espressa dal logo e dal payoff «Le tue soluzioni per costruire», che vuole sottolineare la vicinanza alle esigenze dei propri clienti grazie a una gamma di soluzioni complete, affidabili e sostenibili.

Il rebranding ha l’obiettivo di presentare un’azienda che, pur mantenendo e valorizzando le identità dei sei diversi marchi, tutti leader nel proprio settore di riferimento, rimane un interlocutore unico e competente, capace di fornire risposte a chi opera nel mercato dell’edilizia e delle infrastrutture.

Con un’ampia gamma di soluzioni, Laterlite vanta un solido know-how e un ventaglio di prodotti che consentono di soddisfare esigenze tecniche in quello che, da sempre, è un settore chiave per il mondo delle costruzioni in Italia: la riqualificazione del patrimonio esistente e, in particolare, il consolidamento dei solai.

Consolidamento solai in calcestruzzo

Proprio al consolidamento dei solai in calcestruzzo è dedicata l’ultima campagna intitolata «Sopra-Sotto?» in cui Laterlite propone diverse soluzioni adatte a ogni tipologia di cantiere.

Perché la scelta adatta per il consolidamento strutturale va valutata in funzione del contesto esistente, secondo la tipologia di solaio e del suo stato di degrado, lo spessore disponibile, la necessità di contenimento del peso, la possibilità di intervenire nella parte superiore (estradosso) e/o inferiore (intradosso).

«Sopra o Sotto», appunto, come recita il claim della campagna: in entrambi i casi Laterlite ha una soluzione tecnica.

Più leggerezza

Per gli interventi all’estradosso sono prodotti di riferimento i calcestruzzi leggeri Leca, posati in abbinamento ai connettori CentroStorico per consolidare i solai senza gravare sulle strutture esistenti.

L’efficacia del consolidamento dipende anche dalla leggerezza della soluzione: l’unione dei calcestruzzi e dei massetti Leca permette di ridurre il peso sulle strutture sino a circa il 40% rispetto a un sistema tradizionale.

In alternativa, si può intervenire con soluzioni a basso spessore con i microcalcestruzzi fibrorinforzati Hpc (CentroStorico e Ruregold), eventualmente abbinati con il Connettore Chimico o Mini Connettore Calcestruzzo, per realizzare soluzioni di consolidamento statico in spessori contenuti a partire da soli 2 centimetri.

Rinforzo estradossale con microcalcestruzzi Hpc Centrostorico e Ruregold
Rinforzo estradossale con microcalcestruzzi Hpc Centrostorico e Ruregold

Ripristino

Tra le soluzioni destinate alla parte inferiore del solaio, cioè all’intradosso, l’azienda propone soluzioni per il ripristino dei travetti in calcestruzzo armato: in caso di degrado, è possibile trattare i ferri d’armatura con il Passivante e poi ricostruire la geometria del travetto con MX-R4 Ripristino.

Nel caso fosse necessario integrare l’armatura, è possibile scegliere il sistema di rinforzo strutturale Frcm composto dalla rete Pbo-Mesh 105 e dalla matrice cementizia MX-Pbo Calcestruzzo.

Rinforzo Intradossale sistema FRCM di Ruregold
Rinforzo Intradossale sistema FRCM di Ruregold

Sfondellamento

Laterlite propone anche soluzioni specifiche per contrastare il fenomeno dello sfondellamento, cioè il distacco e la successiva caduta delle cartelle inferiori dei blocchi di alleggerimento inseriti nei solai in laterocemento.

Anche in questo caso sono disponibili più opzioni, affinché ognuno possa scegliere quella più adatta per il proprio cantiere: Safenet è prestazionale, pratico e veloce da posare; Stucanet specifico per solai molto sfondellati; oppure il sistema tradizionale Armanet.

La gamma completa di soluzioni per il consolidamento dei solai include anche prodotti specifici per riqualificare solai in legno e in acciaio.

Le soluzioni Laterlite sono certificate con test sperimentali presso i laboratori prove e materiali del Politecnico di Milano e delle Università di Bergamo, Trieste e Padova per comprovare le elevate prestazioni di consolidamento, in tutti i contesti.

di Alice Fugazza

Consolidamento delle murature con Armatex Total Eta di Biemme

il Sistema Armatex Total Eta è applicabile sia all’interno che all’esterno degli edifici, con spessori variabili
il Sistema Armatex Total Eta è applicabile sia all’interno che all’esterno degli edifici, con spessori variabili.

Pensato per il consolidamento e la riqualificazione degli edifici in muratura, il Sistema Armatex Total Eta di Biemme si pone come una soluzione all’avanguardia.

Questo sistema non solo garantisce interventi di qualità e durata, ma contribuisce alla tutela del patrimonio edilizio con soluzioni tecnologiche sostenibili e innovative.

Inoltre, è certificato Eta offrendo la sicurezza di un prodotto conforme alle normative europee.

 
Consolidamento delle murature
Il Sistema Armatex Total Eta è particolarmente indicato per mattoni pieni, pietra naturale e tufo

Mattoni e pietra

Progettato per rispondere alle necessità di rinforzo strutturale, migliorando le caratteristiche meccaniche degli edifici in muratura, come la resistenza e la rigidezza, il Sistema Armatex Total Eta è particolarmente indicato per mattoni pieni, pietra naturale e tufo, garantendo un’ottima performance anche in caso di eventi sismici.

Il Sistema Armatex Total Eta offre flessibilità d’uso ed è applicabile sia all’interno che all’esterno degli edifici, con spessori variabili da 5 a 40 millimetri, prestandosi a numerosi interventi: consolidamento flessionale, messa in sicurezza contro il ribaltamento delle murature, aumento della rigidità e resistenza strutturale.

Tra i principali punti di forza vi è la possibilità di interventi non invasivi, che rispettano l’estetica originale degli edifici e riducono i tempi di posa.

Inoltre, questo sistema è compatibile con i bonus fiscali come il sismabonus.

La formula

La forza del Sistema Armatex Total Eta di Biemme risiede nella combinazione di componenti altamente specializzati:

  • Glasstex Struktura 590 Eta, rete strutturale biassiale in fibra di vetro Ar, resistente agli alcali e capace di adattarsi alle superfici irregolari;
  • Bm Idro Frcm M15, malta strutturale a base di calce naturale idraulica, conforme alle normative Uni En;
  • Connettori Open-Hand, elementi progettati per incrementare la resistenza a taglio e migliorare il confinamento delle murature;
  • Bm Iniezione, malta fluida ad alta resistenza per l’inghisaggio dei connettori.

Il processo di posa del sistema è semplice e strutturato. Dopo aver preparato le superfici, con la rimozione di elementi degradati, si procede applicando i connettori, mediante perforazione e utilizzo di malte specifiche.

Infine, si opera con la stratificazione della rete e della malta, garantendo un’adesione ottimale.

di Sara Giusti

Sfondellamento dei solai: soluzione e prevenzione LIFE+

LIFE+ è un sistema di Fibre Net per la messa in sicurezza e la prevenzione contro lo sfondellamento dei solai che utilizza reti in fibra di vetro impregnate con resina termoindurenti fissate sui travetti attraverso sistemi di connessione strutturale.

Solai in laterocemento, acciaio e legno: l’usura, il tempo e una lunga serie di fattori possono provocarne lo sfondellamento, ovvero la caduta accidentale di porzioni di intonaco o pignatte.

Il fenomeno rappresenta un pericolo per l’incolumità delle persone: è sufficiente ricordare che il crollo improvviso di una porzione di soffitto comporta il distacco di circa 25-40 chilogrammi per metro quadrato di materiale, fino a 90 chilogrammi per metro quadrato nei casi più importanti.

Un problema che, tra l’altro, è comune in quasi la metà delle scuole e degli edifici pubblici in Italia e, in linea generale, nei fabbricati costruiti tra gli anni Quaranta e Settanta.

I crolli possono essere legati a errori di progettazione, esecuzione, scelta dei materiali, alla modifica delle condizioni statiche o ambientali del solaio e alla mancanza di un adeguato piano di manutenzione.

I segnali da non sottovalutare sono le fessurazioni dell’intonaco e segni di degrado in superficie come, ad esempio, infiltrazioni o rigonfiamenti e distacchi parziali, anche se di piccole dimensioni.

Applicazione sistema Life+ di Fibre Net
Applicazione sistema Life+ di Fibre Net.

Sicurezza

Per garantire la tenuta allo sfondellamento, Fibre Net ha creato LIFE+, un sistema per la messa in sicurezza dei solai che prevede l’applicazione di reti preformate in fibra di vetro e resina termoindurente fissate sui travetti, all’intradosso del solaio, attraverso sistemi di connessione strutturale specificatamente dimensionati, ottenendo un efficace contenimento degli elementi soggetti a distacco.

Una volta realizzata la messa in sicurezza, il sistema può essere lasciato a vista, intonacato o rivestito con un controsoffitto.

Facile trasporto

La leggerezza della rete disponibile in rotoli facili da movimentare consente una posa facile e veloce, applicando, se prevista, la malta in un unico strato e senza necessità di operare fresco su fresco. Il risultato è una riduzione dei tempi, dei costi di posa e una miglior gestione del cantiere.

Il sistema LIFE+ rappresenta una soluzione di facile impiego, laddove sia necessario un intervento di messa in sicurezza dell’intradosso dei solai veloce ed efficace.

Le caratteristiche

  • Reversibilità dell’intervento
  • Elevata resistenza meccanica
  • Progettato per diverse tipologie di solaio
  • Amagnetico e radiotrasparente
  • Semplice installazione
  • Traspirabilità
  • Assenza di corrosione
  • Classe di reazione al fuoco A2
  • Sistema eco-compatibile
  • Sistema testato e certificato
  • Rinforzo a basso peso e spessore

A Cremona consolidamento in cattedra

Alcuni locali della scuola primaria Leonida Bissolati di Cremona hanno richiesto un intervento di messa in sicurezza all’intradosso dei solai a fronte del rilievo di uno stato di degrado avanzato degli intonaci di finitura.

Nell’ambito dell’ampia campagna di indagini realizzata sul proprio patrimonio scolastico dall’amministrazione comunale di Cremona nella scuola, è stato verificato che i solai in laterocemento riportavano uno stato di degrado limitato, per questo gli interventi di messa in sicurezza hanno riguardato quasi esclusivamente una serie di locali accessori e di servizio, senza interessare le aule adibite alla didattica.

Gli interventi eseguiti con sistema LIFE+ hanno visto la posa della rete in Gfrp (Glass Fiber Reinforced Polymer) e di connettori metallici appositamente dimensionati.

La rete, fornita in rotoli, è stata semplicemente applicata srotolandola, tagliando la porzione necessaria e stendendola nell’intradosso del solaio lungo la direzione ortogonale all’orientamento dello stesso.

Una volta posizionata, e trattenuta in aderenza al solaio con puntelli temporanei, è stata tesa e fissata in corrispondenza dei travetti con connettori meccanici in acciaio zincato.

La facilità di posa del sistema ha consentito il suo utilizzo anche in locali con presenza di elementi tecnologici, come tubi di esalazione e corpi illuminanti con impianti di distribuzione elettrica a vista.

Nei locali interessati all’intervento di messa in sicurezza la rete in Gfrp è stata lasciata a vista.

 

di Alice Fugazza

Consolidamento strutturale: + 74,4% dal 2021, anche grazie ai bonus

Consolidamento-strutturale

Il settore, del consolidamento strutturale, nelle 34 aziende considerate dall’analisi, è cresciuto del 74,4% dal 2021. È l’effetto degli incentivi fiscali, ma anche della necessità di intervenire su gran parte del patrimonio immobiliare vetusto.

Il consolidamento strutturale è una pratica che, grazie al sismabonus, nel nostro Paese può godere di un canale preferenziale per attivare lavori necessari e, in alcuni casi urgenti, sul patrimonio edificato, con particolare riferimento a quello residenziale.

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Decreto Coesione: verifica di congruità dell’incidenza della manodopera

Manodopera edile

Ci sono delle novità che riguardano la verifica di congruità del costo della manodopera edile negli appalti pubblici e privati.

Le modifiche sono la conseguenza della conversione in legge del decreto Coesione, convertito dalla legge 95/2024, che ha introdotto ulteriori variazioni rispetto a quanto previsto. Va ricordato che le norme riguardano non solo le opere per appalti pubblici, ma anche privati.

Secondo la legge, dunque, il committente ha l’obbligo, che precede il saldo all’impresa esecutrice, di verificare che l’importo minimo di manodopera necessario per la realizzazione di un’opera edile, considerata la tipologia di lavorazione e la quantità di imprese presenti nel cantiere, sia congruo rispetto ai parametri riportati nell’allegato al decreto ministeriale del 2021, che le stabilisce.

Il provvedimento a cui fa riferimento ha fissato le percentuali di incidenza minima della manodopera sul valore dell’opera, rispetto a diverse opere edili.

A sua volta, il decreto del 2021 si riferisce alla definizione contenuta nell’allegato X del decreto legislativo 81/2008 in materia di sicurezza sul lavoro. Che ovviamente coinvolge anche l’attività edile, comprese quelle affini, direttamente e funzionalmente connesse all’attività resa dall’impresa affidataria dei lavori. Insomma, tutte le attività per le quali si applica la contrattazione collettiva edile, nazionale e territoriale.

Dunque, la legge ora prevede che nell’ambito degli appalti pubblici e privati di realizzazione dei lavori edili prima di procedere al saldo finale dei lavori il responsabile del progetto, negli appalti pubblici, e il direttore dei lavori, o il committente abbiano l’obbligo di verificare la congruità dell’incidenza della manodopera sull’opera complessiva. L’obbligo riguarda imprese affidatarie, in appalto o subappalto e i lavoratori autonomi.

La legge precisa anche i tempi: per i lavori pubblici, la congruità per la manodopera va richiesta in occasione della presentazione dell’ultimo stato di avanzamento dei lavori da parte dell’impresa, prima di procedere al saldo finale dei lavori. Per i lavori privati, invece, deve essere dimostrata prima dell’erogazione del saldo finale da parte del committente.

Come si ottiene il bollino blu? L’attestazione di congruità è rilasciata, entro dieci giorni dalla richiesta, dalla Cassa Edile-Edilcassa territorialmente competente.

La domanda deve essere presentata dall’impresa affidataria o da un soggetto delegato, o dal committente.

Cassa Edile-Edilcassa, se riscontra irregolarità, invita l’impresa a regolarizzare la propria posizione entro il termine di 15 giorni, attraverso il versamento in Cassa Edile-Edilcassa dell’importo corrispondente alla differenza di costo del lavoro necessaria per raggiungere la percentuale stabilita per la congruità. La regolarizzazione consente il rilascio dell’attestazione di congruità.

di Alessandro Bonvicino

Magazzino antifragile: sei regole per rispondere alle sfide del mercato

magazzino antifragile

Il concetto di magazzino antifragile parte da un’idea ispirata dal lavoro del filosofo e matematico Nassim Nicholas Taleb, presentata nel suo libro Antifragile.

Mentre i sistemi fragili tendono a rompersi o deteriorarsi quando esposti a shock o incertezze, un sistema anti-fragile non solo resiste, ma migliora e si rafforza in condizioni di volatilità, disordine e stress.

Il termine potrebbe essere confuso con quello ben più noto di resilienza. Dal punto di vista teorico la differenza principale tra antifragilità e resilienza sta nel modo in cui i sistemi reagiscono agli shock e alle difficoltà.

La resilienza si riferisce alla capacità di un sistema o di un’organizzazione di resistere agli shock o di ritornare allo stato originale dopo un evento avverso. L’antifragilità, invece, si riferisce alla capacità di un sistema di migliorare o diventare più forte quando esposto a stress, incertezze o eventi avversi. In altre parole, un sistema anti-fragile trae vantaggio dall’instabilità.

Il concetto di anti-fragilità può essere contestualizzato anche nell’ambito di un’area dedicata allo stoccaggio, per cui il magazzino anti-fragile potrebbe essere organizzato secondo le seguenti indicazioni:

  • Processi semplici e modulari, facilmente riconfigurabili sulla base delle specifiche necessità. Più i processi sono semplici e più possono essere trasferiti da persona a persona senza compromettere la capacità operativa.
  • Un magazzino anti-fragile non dipende da una sola fonte di approvvigionamento o da un’unica configurazione di inventario, ma usa fornitori alternativi che vengono attivati rapidamente in caso di improvvise interruzioni. Nasce l’esigenza di gestire opportunamente un database manutenuto costantemente per essere in grado di suggerire il fornitore giusto nel momento giusto.
  • I sistemi di gestione di un magazzino anti-fragile si basano su tecnologie come l’intelligenza artificiale, il machine learning e l’Internet of Things (IoT). Queste tecnologie raccolgono e analizzano dati in tempo reale, consentendo previsioni più accurate e reazioni rapide a cambiamenti imprevisti. Per esempio, possono anticipare picchi di domanda o problemi nei trasporti.
  • Un magazzino anti-fragile bilancia l’approccio just-in-time (che minimizza i livelli di scorte nel magazzino per ridurre i costi) con il “just-in-case”, mantenendo scorte di sicurezza per rispondere agli imprevisti. Questa diversificazione permette di mantenere l’agilità e di sfruttare le opportunità create da cambiamenti inattesi.
  • La condivisione in tempo reale delle informazioni consente una reazione collettiva più rapida e una migliore ottimizzazione della catena di approvvigionamento, rendendo il magazzino capace di migliorare le sue performance anche quando la situazione diventa caotica.
  • Il magazzino anti-fragile non aspetta che le crisi si verifichino per agire, ma sperimenta costantemente nuovi approcci per migliorare la sua efficienza. Per esempio, anche in condizioni di normalità per essere meglio preparati, possono essere testati o simulati nuovi layout, diversi strumenti di automazione o modalità differenti di gestione delle scorte per rispondere a eventuali shock futuri.

Data la volatilità e imprevedibilità degli eventi che si sono verificati negli ultimi anni e che continuano a succedersi, diventa fondamentale per le aziende applicare le regole di antifragilità elencate al fine di poter rispondere prontamente alle nuove sfide del mercato.

di Andrea Payaro

Siniat presenta aquaboard pro, l’evoluzione della storica lastra da esterno

siniat-aquaboard-pro

Siniat lancia sul mercato aquaboard pro, l’evoluzione della storica lastra da esterno in gesso rivestito che combina resistenza all’acqua e sicurezza antincendio.

Da sempre caratterizzata per il suo assorbimento d’acqua < 3% secondo EN 15283-1, la sua resistenza agli agenti atmosferici e allo sviluppo delle muffe, aquaboard pro aggiunge ora totale incombustibilità grazie alla classe di reazione al fuoco A1.

Inoltre è al 100% riciclabile e composta dal 15% di contenuto di riciclato certificato, rispettando in questo modo i requisiti CAM, i criteri di vaglio tecnico della Tassonomia Europea e il principio DNSH.

La nuova lastra, che sostituisce aquaboard, è già disponibile e ordinabile nelle misure 1200 x 2000 millimetri e 1200 x 3000 millimetri, nello spessore da 12,5 millimetri. 

Villa Nogarola, la storica copertura restaurata e isolata con Isotec

Copertura termoisolante

I lavori di ripristino a Villa Nogarola, nel Veronese, sono stati eseguiti con l’utilizzo del telo traspirante Elytex-N e del sistema di copertura termoisolante ventilato Isotec, che vanta elevate prestazioni.

Isotec di Brianza Plastica è protagonista del recupero della copertura dell’ala nord di Villa Nogarola a Castel D’Azzano (Verona).

Appartenuto alla famiglia dei conti Nogarola, l’edificio vanta una storia secolare che nel tempo l’ha visto trasformarsi da baluardo difensivo a dimora signorile, fino a diventare nel 1997 sede di rappresentanza del Comune, oltre ad accogliere anche gli uffici della polizia municipale e della biblioteca.

L’ala nord, ancora inutilizzata, è stata recentemente oggetto di un intervento di recupero della copertura, reso urgente dall’avanzato stato di ammaloramento, con piccoli cedimenti localizzati e diffusi avvallamenti nella struttura.

L’intervento è stato eseguito dalla ditta Lavelli Costruzioni di Peschiera del Garda (Verona), con la direzione lavori dell’architetto Adolfo Butturini.

Consolidamento

Dopo un’attenta valutazione dello stato conservativo della struttura di copertura sono stati realizzati interventi consolidanti alle capriate e alle strutture principali e secondarie recuperabili.

Gli elementi lignei compromessi sono stati sostituiti con travi di equiparabile fattura, operando un risanamento conservativo attento e rispettoso della storicità dell’insieme.

L’orditura di travetti è stata sostituita integralmente. Le tavelle forate, di tipo industriale anni Settanta, sono state completamente sostituite da tavelline in cotto tipo fatte a mano per ridare dignità al sottotetto, che potrà così essere lasciato a vista per gli utilizzi futuri.

Le tavelle storiche in cotto in buono stato sono state invece recuperate e riutilizzate in due locali del corpo centrale, ricreando l’effetto antico e privilegiando la coerenza nell’aspetto a vista degli ambienti sottotetto.

Abbinamento

Sulla struttura portante della copertura così restaurata, previa stesura del telo traspirante Elytex-N di Brianza Plastica, è stato posato il sistema termoisolante ventilato Isotec nello spessore 80 millimetri e passo 36,5 centimetri, al cui correntino sono stati agganciati bicoppi di canale.

Questi, abbinati a coppi di coperta anticati, sono stati scelti per la loro maggiore stabilità sia in fase di cantiere che per la successiva fase in opera, come fermo supporto per i coppi di coperta.

Il sistema Isotec ha permesso di procedere speditamente nell’esecuzione del pacchetto di copertura, poiché con un unico passaggio di posa è stato possibile realizzare un impalcato portante, isolante e ventilato, che funge da seconda impermeabilizzazione in caso di rottura accidentale del manto, oltre ad assolvere la funzione di supporto per le tegole.

Completa la lavorazione la posa di coppi anticati, che contribuiscono a rendere armonico l’effetto finale della copertura.

I vantaggi

Grazie alle sue elevate prestazioni termiche (λD=0,022 W/mK), il sistema Isotec consente di realizzare un isolamento performante, coadiuvato dai vantaggi della ventilazione sottotegola.

Per creare il passaggio costante d’aria sono stati utilizzati i vari elementi di completamento del sistema, come le staffe portacolmo al vertice delle falde per creare il colmo ventilato da cui fuoriesce il flusso d’aria che parte dalla linea di gronda e scorre sotto il manto di copertura.

La ventilazione naturale favorisce la rapida asciugatura degli elementi in laterizio d’inverno e il rapido deflusso di umidità e condensa, mentre d’estate fa scorrere via il calore in eccesso originato dall’irraggiamento solare diretto.

Le ragioni della scelta

Bruno Maffezzoli
Bruno Maffezzoli

«Il sistema Isotec, posato completamente a secco, con le opportune accortezze inerenti la regolazione dei tirafondi, consente di gestire con semplicità la non perfetta planarità delle strutture di coperto, nate per le tavelline e non per un assito, e quindi non perfettamente piane, ottenendo un’opera eseguita a regola d’arte», spiega l’architetto Bruno Maffezzoli, direttore tecnico per i restauri dell’impresa Lavelli Costruzioni.

«Inoltre, consente di lavorare in sicurezza sul piano in tavelline di cotto, perché, partendo con la posa dei pannelli dalla gronda e risalendo verso il colmo, le maestranze possono muoversi sul piano appena posato anziché sul fragile piano in cotto, evitando danni allo stesso e possibili infortuni.

Un’altra particolarità dell’opera è certamente la presenza del tratto di merlatura sulla testa del corpo costruttivo, che ha richiesto un trattamento particolare per gestire il deflusso delle acque meteoriche, con la realizzazione di una scossalina di lattoneria molto larga e alta, per far sì che la pioggia possa facilmente essere incanalata agli scarichi o, nel caso di intasamento degli stessi, possa tracimare all’esterno della merlatura prima di infiltrarsi sotto i manti impermeabilizzanti.

La larga fascia in lattoneria, che ha richiesto l’eliminazione dei correntini dei pannelli per mantenerla sul piano di scolo dell’acqua, facilita future manutenzioni (pulizia guano, etc.) senza che sia necessario il calpestìo dei coppi».

La scheda

  • Tipologiaedificio storico
  • Interventoripristino ed efficientamento energetico della copertura
  • UbicazioneCastel D’Azzano (Verona)
  • Committenza: Comune di Castel D’Azzano (Verona)
  • Progetto e Direzione lavoriArch. Adolfo Butturini
  • ImpresaLavelli Costruzioni snc, Peschiera del Garda (Verona)
  • Direttore tecnico dell’impresaArch Bruno Maffezzoli, Lavelli Costruzioni snc
  • Isolamento copertura: Isotec di Brianza Plastica – spessore 80 mm – passo 36,5 cm
  • Rivestimento di copertura: bicoppo di canale con dentelli e coppi di coperta anticati

di Veronica Monaco

Terra-Fix, la posa di pavimenti sopraelevati è ancorata al terreno

Terra-Fix

La posa di pavimenti sopraelevati diventa ancora più semplice con Terra-Fix, il nuovo accessorio di Eterno Ivica che consente di posare la pavimentazione direttamente su erba o terra in modo rapido e intuitivo.

Facile da utilizzare, Terra-Fix riduce il tempo e lo sforzo per il posatore. Dopo aver assemblato il dispositivo e averlo posizionato secondo le esigenze di posa della pavimentazione, si procede a battere nel terreno ponendo sopra l’accessorio la piastra di battuta.

 

posa di pavimenti sopraelevatiLa piastra di battuta, disponibile separatamente, rende Terra-Fix resistente e robusto, arrivando a sopportare anche l’installazione con un martello a percussione.

Il posatore deve solo prestare attenzione a due dettagli: che il terreno non sia inzuppato d’acqua, compattato o roccioso e che non vi siano tubature o servizi interrati.

Una volta installati i Terra-Fix e i supporti, la struttura del deck può essere costruita con i travetti in allumino Woodeck System di Eterno Ivica o con qualsiasi altro travetto in alluminio o legno disponibile sul mercato.

Grazie alla posa diretta sul terreno, la nuova soluzione Eterno Ivica riduce l’impiego di manodopera e l’utilizzo di materiale. Per utilizzare Terra-Fix è infatti sufficiente martellarlo nel terreno, rendendo non più necessaria la realizzazione di sottofondi in cemento.

Ideato in acciaio zincato verniciato a polvere, è in grado di resistere alle intemperie nel tempo. L’accessorio è compatibile con tutti i supporti Eterno Ivica: è inoltre possibile compensare un’eventuale pendenza del suolo scegliendo i supporti autolivellanti PESE e SE dell’azienda.

di Sara Giusti

Emmepi Perrozzi festeggia i primi 50 anni di attività

Emmepi Perozzi compie 50 anni

Emmepi Perrozzi raggiunge il prestigioso traguardo dei primi 50 anni di attività.

L’azienda abruzzese di Vasto (CH), aderente a Gruppo Made, che iniziò infatti la sua attività nel 1974 con Mario Perrozzi, oggi è specializzata nella distribuzione di materiale per l’edilizia, piastrelle sanitari e arredo bagno.

Attenzione al cliente a 360 gradi

Emmepi Perozzi compie 50 anni

Negli anni i quattro figli Marialivia, Emanuela Maurizio ed Elena, hanno ampliato la gamma e reso la Emmepi Perrozzi  un punto di riferimento a 360 gradi per il cliente professionale e privato, grazie ad una ampia e selezionata offerta ampliandosi anche all’edilizia leggera, le finiture, le porte e finestre con annesso servizio di posa.

I principali obiettivi per il futuro sono concentrati sul miglioramento del servizio al cliente, il perfezionamento dell’offerta con soluzioni in linea alle richieste di un mercato esigente e sempre in continua evoluzione.

Per Emmepi Perrozzi srl far parte di Made  significa capire con giusto anticipo i trend di mercato, condividere le idee di gruppo e migliorare la propria competitività  porgendo particolare attenzione alle esigenze della distribuzione edile e dello show room.

I colori del green si trovano in Fiera Bolzano: tutto pronto per KlimaHouse 2025

KlimaHouse 2025, il direttore di Fiera Bolzano Thomas Mur

KlimaHouse 2025 a Bolzano, un appuntamento atteso dalla filiera delle costruzioni. I numeri ne sono la dimostrazione: una manifestazione che dura da 20 anni, quindi questa sarà ancora più speciale, divisa in quattro giornate (dal 29 gennaio al 1 febbraio), con 400 espositori, un centinaio di eventi organizzati e una media di 650 mila visitatori collezionati nel tempo.

KlimaHouse 2025, il direttore di Fiera Bolzano Thomas Mur

Traguardi che meritano di essere rimarcati per poterne raggiungere di nuovi, ha sottolineato Thomas Mur, direttore di Fiera di Bolzano, al momento della presentazione dell’edizione 2025. Mur ha offerto un’anticipazione dei temi e delle iniziative che caratterizzeranno la prossima edizione, sottolineando l’importanza di un approccio integrato alla sostenibilità, che coinvolga sia il mondo dell’architettura e dell’ingegneria sia quello delle imprese e delle istituzioni. 

Punto di riferimento

«In questi anni Klimahouse è diventata un punto di riferimento per tutti coloro che credono in un futuro più sostenibile. Con l’edizione 2025, che ne celebra il ventesimo anniversario, possiamo dire con orgoglio che Klimahouse durante tutto questo tempo ha contribuito a cambiare profondamente il panorama dell’edilizia italiana. Parliamo di numeri che raccontano un impatto a mio avviso straordinario: in questi 20 anni ci sono stati una media di 650 mila visitatori che, attivamente, hanno deciso di venire a Bolzano per informarsi ed essere ispirati da tutto quello che emerge durante la manifestazione», ha aggiunto il manager. 

Natura al centro

L’architetto Annalisa Metta, docente all’Università Roma Tre, sottolinea la complessità del rapporto tra natura e progetto nei contesti urbani contemporanei.

«In un tempo di gravi crisi climatiche e ambientali, l’umanità pare trovarsi impreparata, sguarnita di strumenti per affrontarle. Non stupisce perciò che sia diffuso il desiderio di tornare alla natura, riconoscendole capacità rigenerative che facilmente passano dal piano biologico e ambientale a quello estetico e morale. Ma che cos’è la natura? Come possiamo definirla? E che cosa vuol dire progettare con la natura? Bisogna riflettere sulle relazioni tra progetto di paesaggio e natura, intendendo quest’ultima un soggetto agente con cui stabilire accordi e negoziati e non come una materia inerte da sottoporre al controllo umano. Ciò richiede di rivedere i concetti di servizi ecosistemici o di sostenibilità e persino di autorevolezza, sottoponendoli a una revisione critica che possa rinnovare i metodi e gli obiettivi del progetto». 

Il programma

«Costruire bene, vivere bene» è il claim della fiera, che anche quest’anno, come svela Daniel Degasperi, brand manager di KlimaHouse sono stati e sono tutt’ora di fondamentale importanza per far sì che gli eventi della manifestazione siano sempre innovativi e all’avanguardia. 

Congressi

Uno degli appuntamenti principali è sicuramente il Klimahouse Congress dal titolo Trasforming Spaces, Changing Lives, Shaping the Future!, diviso in due giornate (31 gennaio-1 febbraio), organizzate in collaborazione con l’Agenzia CasaClima, per approfondire progetti architettonici ispiratori e innovativi, attraverso il fil rouge della rigenerazione urbana, tema principale.

KlimaHouse 2025, i protagonisti della 20esima edizione

Si parlerà soprattutto del concetto della rigenerazione urbana, molto più di una semplice ristrutturazione edilizia. È un processo che mira a rivitalizzare intere comunità, trasformando spazi abbandonati in luoghi di vita e di incontro. Questo approccio innovativo non solo migliora l’aspetto estetico delle città, ma contribuisce anche a creare un ambiente più vivibile e inclusivo. Coinvolge attivamente i cittadini nelle decisioni, si garantisce che i nuovi progetti rispondano alle loro esigenze reali.

Il Klimahouse Congress 2025 si concentrerà proprio su questo tema, presentando esempi concreti di come la rigenerazione urbana possa trasformare sia gli spazi fisici che la vita delle persone, costruendo un futuro più sostenibile per tutti all’insegna dell’inclusione sociale. Con esempi virtuosi di progettazione, che andranno dalla riduzione del consumo energetico a iniziative di riqualificazione di spazi pubblici, fino a opere pionieristiche, 11 relatori di spicco faranno immergere la platea in un concetto driver della filiera, ovvero che la sostenibilità deve essere non solo una realtà, ma anche una necessità. 

Concretezza

Ulrich Klammsteiner, direttore tecnico dell’Agenzia CasaClima, ha presentato gli speaker della ventesima edizione, progettisti internazionali e visionari nell’ambito di trasformazione e reinterpretazione degli spazi urbani.

«Penso che uno degli elementi più interessanti di Klimahouse così seguita sia quello di proporre tutte quelle idee e prospettive di cui si parla tanto, questo sia nell’ambito del green che su quello della sostenibilità. Ed è proprio su questa concretezza che abbiamo posato le basi per una collaborazione con Klimahouse che, iniziata nel lontano 2000, dura tutt’ora». 

Anche quest’anno ci sono i KlimaHouse e Fondazione Architettura Alto Adige Tours. Non semplici visite, ma veri viaggi nel futuro dell’architettura sostenibile, escursioni guidate dedicate a progetti e edifici virtuosi dove tradizione e modernità si incontrano. Si tratta di occasioni per esplorare progetti all’avanguardia che ridefiniscono gli standard di costruzione, combinando innovazione, efficienza energetica e rispetto per l’ambiente. In queste visite si avrà l’opportunità di osservare da vicino pratiche costruttive all’avanguardia, con spiegazioni dettagliate da esperti del settore, interagire con i professionisti che trasformano la teoria in realtà, condividendo le sfide e i successi dei loro progetti e utilizzando materiali sostenibili e tecniche innovative, imparare le best practices utilizzando materiali sostenibili e tecniche innovative. 

Il primo tour, mercoledì 29 gennaio, è Abitare e lavorare in Bassa Atesina. L’architettura del quotidiano per il 30 gennaio con Costruire in Legno, con la visita a una casa ai piedi del Cantinaccio a Nova Levante e Carezza e un ufficio fra i meleti, il 31 gennaio una visita alle strutture d’eccellenza per la ricerca a Bolzano e Brunico e Qualità, benessere e armoniosità per i giovani scolari, in visita ai luoghi di formazione a Chienes, San Giacomo e Laives, mentre infine, il primo febbraio Fra storia e Modernità in Val Pusteria, con la visita alla residenza per anziani. 

Il Future Hub

Nel programma non manca il Klimahouse Future Hub edizione 2025, in collaborazione con PoliHub, l’Innovation Park & Startup Accelerator del Politecnico di Milano: un’area dedicata a 20 startup innovative che presenteranno idee e tecnologie rivoluzionarie per il settore edile.

Le realtà selezionate operano in cinque diverse categorie di settore quali: nuovi materiali, energy, wellness e salubrità degli edifici, AI e soluzioni circolari. Le idee e le soluzioni proposte dalle start up spaziano da soluzioni tecnologiche basate su materiali per ridurre rumori e vibrazioni, migliorando la qualità acustica degli spazi a sistemi che introducono un micro-cogeneratore a biomassa per case e piccole imprese capace di fornire energia elettrica, riscaldamento ed acqua calda a basso impianto ambientale, anche per totale autosufficienza. 

Wood Architecture Prize 2025

Un momento sicuramente molto atteso sarà quello dei 12 progetti del Wood Architecture Prize 2025 by Klimahouse, il primo premio per l’architettura e l’edilizia in legno sul territorio nazionale e di cui si sveleranno i vincitori proprio durante la manifestazione fieristica in programma dal 29 gennaio al 1° febbraio 2025.

Giunto alla sua terza edizione, il concorso, promosso con il patrocinio e il contributo scientifico dell’Università Iuav di Venezia e del Politecnico di Torino e con la collaborazione di Pefc Italia, associazione senza fini di lucro che promuove la gestione forestale sostenibile e Uncem, Unione nazionale Comuni Comunità Enti Montani, si rivolge ai i protagonisti, ai talenti e agli innovatori della filiera delle costruzioni in legno a livello nazionale per sostenere la progettazione e la costruzione di opere di architettura e di ingegneria ideate e realizzate con il legno.

«È la terza edizione del Wood Architecture Prize e abbiamo notato una qualità dei progetti molto alta. Abbiamo ricevuto anche diversi progetti pubblici e siamo felici perché vuol dire che le istituzioni si sono rese conto di quanto il legno sia un materiale di grande importanza e che questa di Klimahouse è la direzione giusta da prendere», ricorda Mur. 

Wood Architecture Academy

Seconda edizione, invece, del Wood Architecture Academy by Klimahouse-Short Master in Wood Architecture. Il corso è curato dai più grandi studi di architettura del mondo e offre l’opportunità a giovani progettisti di completare o aggiornare le proprie competenze e di accelerare le loro carriere.

Al centro c’è la rigenerazione

 «La rigenerazione è il filo rosso di Klimahouse: non solo vogliamo essere sostenibili, ma soprattutto rigenerativi. Tra i 400 espositori ci sarà un parterre di esperti, tecnici e progettisti, provenienti da sei paesi differenti, a disposizione di visitatori, imprenditori e professionisti per rispondere alle domande e ispirare riflessioni», spiega Thomas Mur, direttore di Fiera Bolzano.

«Forse è vero che molte aziende non sono ancora pronte ad affrontare appieno il tema della rigenerazione, ma Klimahouse rappresenta ampiamente, propriamente e ottimamente questa corrente, esponendo materiali certificati, organici e riutilizzabili, oltre a ospitare iniziative pratiche che dimostrano come l’economica circolare sia efficace. Dai congressi alle nostre uscite organizzate, fino alle start-up, motore di innovazione della nostra fiera, vogliamo dare nuovi stimoli. Dopo il covid c’è stato un cambio importante nel target degli espositori. Per noi è fondamentale la scelta di chi sarà presente in fiera: vogliamo sottolineare l’aspetto dell’edilizia sostenibile in ogni sua forma. Questa volta desideriamo mettere al centro materiali organici e naturali, senza tralasciare la parte industriale, assieme ai prodotti più all’avanguardia dell’impiantistica e per il comfort abitativo, oltre all’intelligenza artificiale».

Cantiere digitale: con Spektra l’edilizia si trasforma

Spektra, nota per i suoi strumenti di misurazione, offre diverse soluzioni alle imprese: per il design, la progettazione e la costruzione di un edificio. Con il cantiere digitale si risparmia fino al 30%.

Da 40 anni in Italia, Spektra è conosciuta principalmente per i suoi strumenti di misura, ossia livelli, tracciatori e misuratori laser.

«In realtà l’azienda è molto di più», afferma il general manager Massimo Combi. «Oggi siamo in grado di offrire alla nostra clientela un’offerta allargata, dal concepimento del progetto fino alla gestione del cantiere. Dal design alla progettazione fino alla costruzione di un edifico, abbiamo una soluzione specifica.

Questo ci consente di offrire ai nostri potenziali clienti la possibilità di connettere tutte le fasi per la realizzazione di una costruzione e ridurre drasticamente la complessità e i costi, con un beneficio economico che può arrivare fino a un risparmio del 30%».

Cantiere digitale

Mille rivenditori

Nata nel 1981 con la divisione Tools (strumenti di misura laser), oggi le soluzioni di Spektra comprendono tecnologie Hardware e software di progettazione e condivisione dei dati per il settore delle costruzioni e del movimento terra, del real estate e dell’agricoltura di precisione, l’azienda dal 2013 fa parte del Gruppo americano Trimble, pioniere nella tecnologia Gps.

«Se guardiamo i clienti che entrano in rivendita tutti hanno bisogno dei nostri prodotti per livellare, allineare, piombare e squadrare. Oggi abbiamo sul territorio nazionale oltre mille rivenditori che consideriamo partner strategici per servire i nostri clienti e renderli più efficienti e più precisi», dichiara Amath Thiam, business manager della divisione Tools.

«Consideriamo il punto vendita un partner strategico con cui collaborare per servire al meglio il cliente finale. Cerchiamo sempre di accompagnare il personale del punto vendita con un programma di formazione, sia presso il negozio che in azienda, all’interno dell’Innovation Center», costruito appositamente presso la sede di Vimercate (Monza Brianza) per ospitare eventi e corsi.

Amath Thiam | Business manager della divisione tools
Amath Thiam | Business manager della divisione tools

Cantiere digitale

«Conosco il mondo delle costruzioni da più di 40 anni e devo dire che in Italia la tecnologia non è ancora entrata in maniera preponderante», commenta Combi. «Ma, così come è avvenuto in altri settori, come quello bancario e il trasporto aereo, anche in edilizia la tecnologia può aiutare moltissimo le imprese a diventare molto più competitive».

Con Spektra, quindi, il cantiere digitale non è più un’opzione, ma realtà. «Noi abbiamo la tecnologia e la competenza per promuovere la tecnologia, i rivenditori hanno le risorse e la clientela. Mettendoci insieme possiamo riuscire veramente a fare sinergia.

Cantiere digitale

I rivenditori più avveduti e innovativi, che sapranno cogliere con noi questa opportunità, ne trarranno grande beneficio. I clienti si affideranno a questi rivenditori non solo perché offrono servizi e soluzioni, ma soprattutto perché portano innovazione, aiutando le imprese a diventare più competitive e resistere nel medio-lungo periodo».

di Sara Giusti