Mentre in Senato si dibatte sul caso Milano (per i palazzi sorti con una semplice Scia), e c’è chi si oppone a un provvedimento ad hoc per sbloccare i cantieri ed evitare i processi, sarebbe bene porre attenzione anche ai dati da poco resi noti dall’Ispra. L’Istituto ha il compito, tra l’altro, di monitorare lo stato del territorio, compreso il consumo di suolo. E i dati pubblicati non sono per nulla incoraggianti: nel 2023, per ogni secondo 2,3 metri quadrati di Italia sono cementificati, circa 20 ettari al giorno. In tutto, nell’anno considerato dall’analisi, 72,5 chilometri quadri sono passati dall’aspetto naturale al cemento o all’asfalto. Il consumo di suolo non riguarda solo gli edifici di nuova costruzione, ma anche strade, tetti, parcheggi, cantieri e capannoni. E se nel 2006 a ogni cittadino corrispondevano 348,2 metri quadrati di terreno non più naturale, oggi siamo saliti a 365,7. Per dare un’idea, la superficiericoperta da asfalto o cemento equivale quasi a quella della Lombardia (21.578 chilometri quadri, il 7,16% del territorio). Un aspetto che, puntualmente, torna di attualità in occasione di alluvioni o dei disastri idrogeologici, causati spesso dalla trasformazione artificiosa del territorio.
Ma il problema è un altro. Nel frattempo la popolazione italiana (perlomeno quella ufficiale, registrata all’anagrafe) è diminuita. Nel 2023 in Italia si contavano 58,9 milioni di cittadini, 7 mila in meno rispetto all’inizio dell’anno e in dieci anni il nostro paese ha perso 1,3 milioni di residenti. Nonostante questo, c’è una evidente crisi degli alloggi. Una contraddizione? No, perché in realtà il consumo di suolo non riguarda il residenziale, ma logistica, (504 ettari destinati a magazzini nel 2023), centri commerciali, grande distribuzione. Abitazioni, se ne costruiscono poche. Un motivo che rende più urgente un piano casa. Magari anche costruendo palazzi con una semplice Scia. Uno spoiler ai senatori: così si consuma anche meno suolo.
Intervento di efficientamento energetico in contesto con vincoli paesaggistici a Limone sul Garda (Brescia). È stato realizzato un tetto fotovoltaico su una limonaia con e-coppo antica Possagno con cella nera, per una potenza totale di 3,5kW. questa soluzione È stata integrata con il sistema tetto jolly metal coppi e inox-wind coppi.
Per la ventesima edizione di Klimahouse, Industrie Cotto Possagno propone nel suo nuovo stand i prodotti più significativi per rispondere alle esigenze di un settore in continua evoluzione (Padiglione CD, Stand D26/06), come i coppi e le tegole fotovoltaiche E-Coppo ed E-Tegola e la gammaWinter, ideale per condizioni climatiche estreme, con l’ultima novità, il coppo Doppia Stella Alpina.
«Ci presenteremo a Klimahouse con prodotti relativi a due ambiti commerciali: da una parte abbiamo la divisione del fotovoltaico e dei sistemi tetto, dall’altra abbiamo i laterizi più tradizionali.
Lanciamo per la prima volta una comunicazione forte legata all’immagine di un guerriero spartano che si difende con un coppo a mo’ di scudo, proprio per comunicare che i nostri tetti sono pronti alle battaglie del maltempo.
Negli ultimi mesi abbiamo ottenuto da parte di un ente indipendente svizzero la certificazione alla grandine HIR 4 che attesta la resistenza del laterizio a un chicco di grandine da 4 centimetri lanciato a 100 chilometri all’ora.
Si tratta di fenomeni atmosferici del tutto eccezionali, ma che possono verificarsi, come è capitato proprio 18 mesi fa», commenta Alessandro Costa, marketing manager dell’azienda.
Intervento di efficientamento energetico in contesto con vincoli paesaggistici a Limone sul Garda (Brescia). È stato realizzato un tetto fotovoltaico su una limonaia con E-Coppo Antica Possagno con cella nera, per una potenza totale di 3,5kW. Questa soluzione è stata integrata con il sistema tetto Jolly Metal Coppi e Inox-Wind Coppi.
E-Coppo ed E-Tegola: coppi fotovoltaici per un tetto efficiente
Con E-Coppo ed E-Tegola di Industrie Cotto Possagno, la qualità del cotto si unisce all’efficienza di un impianto fotovoltaico, mantenendo pressoché immutato l’aspetto estetico delle coperture.
Queste soluzioni integrano nei coppi fotovoltaici e nella tegola un pannello in silicio monocristallino di colore rosso, completamente a scomparsa, risultando particolarmente interessanti in caso di vincoli di natura storico-monumentale o paesaggistica.
Inoltre, consentono di beneficiare dei vantaggi di un sistema tetto ventilato, con tutti i plus di una costruzione a secco.
Industrie Cotto Possagno fornisce anche supporto per la progettazione e la posa dell’intero sistema tetto, fino alla gestione della pratica burocratica con il GSE, con un vero e proprio servizio chiavi in mano.
La gamma Winter: massima resistenza per i tetti in condizioni estreme
A Klimahouse, inoltre, l’azienda presenta la famiglia prodotti Winter, coppi e tegole con particolari performance contro gli agenti atmosferici e le escursioni termiche, con un particolare focus sul coppo Doppia Stella Alpina (DAS) che ha ricevuto la certificazione antigrandine di grado 4 dall’ente svizzero P+F expert.
Grazie a una particolare miscela di argille e a una cottura a temperature elevatissime (fino a 1050 gradi centigradi), il coppo DSA offre inoltre resistenza al gelo e perfetta tenuta all’acqua, anche in caso di eventi straordinari. Queste prestazioni permettono di offrire una garanzia di 50 anni.
Sempre della gamma Winter fa parte Te.Si Winter, evoluzione della tegola portoghese e fiore all’occhiello di Cotto Possagno. Te.Si è in grado di superare gelo, grandine (resistenza in classe Hir 4), carichi pesanti, distinguendosi per durevolezza e affidabilità. Garantita 30 anni, grazie al suo design innovativo è facile e veloce da posare con solo 12 tegole per metro quadrato.
Particolarmente resistente alla grandine, fenomeno che impatta maggiormente sui danni provocati ad abitazioni, in particolare sui tetti, è invece Coppo DiPi, in grado di resistere all’urto di proiettili di ghiaccio del diametro di 4 centimetri, anche alla velocità di 100 chilometri orari.
Intervento presso barchessa dei primi del 1700 facente parte del complesso monumentale di Villa EGO. L’immobile, sottoposto a vincolo monumentale, era un tempo un antico opificio, oggi sede di uno studio di progettazione. Industrie Cotto Possagno ha fornito un sistema tetto completo, composto da Jolly Metal, coppi per l’ancoraggio e la ventilazione dei coppi, e coordinati da Inox-Wind, coppi per la parte di colmo. Per la copertura il committente ha selezionato prodotti con resistenza alla grandine HIR 4, ovvero Coppi DSA Winter di canale e Coppi a mano Winter di coperta.
Obiettivo: mercati Centro Sud
Interessanti prospettive anche sul fronte commerciale per Industrie Cotto Possagno, che nel 2025 si prepara a far fronte alle numerose richieste provenienti dal Centro-Sud Italia.
«L’obiettivo, prefissato già nel 2024, e ancora più interessante per il 2025, è quello di soddisfare la domanda di prodotti specifici per il Centro-Sud che, per condizioni climatiche, gusto e storicità, non sono gli stessi richiesti dal mercato del Nord-Est e del Nord-Ovest», spiega Costa.
«Con una struttura commerciale potenziata e gli spazi produttivi in grado di soddisfare tutte le esigenze, abbiamo nel mirino un’importante crescita in queste aree», chiosa il marketing manager.
Progetto Life Capt-Tile: allo studio una tegola per superfici verdi
«Stiamo lavorando con vari enti accademici, tra cui l’Università Politecnica delle Marche e il Cnr, per lo sviluppo di prodotti innovativi e accessibili per un’architettura verde e sostenibile.
Il progetto si chiama Life Capt-Tile e praticamente mira a sviluppare una nuova tegola, che possa essere installata sia su tetti a falda, sia su pareti verticali, per la realizzazione di superfici verdi, in grado di assorbire CO2 dall’atmosfera e filtrare gli agenti inquinanti», spiega Alessandro Costa, marketing manager di Industrie Cotto Possagno.
Finanziato dall’Unione Europea, il progetto Life Capt-Tile (il cui nome completo è CO2 CapTuring from nature-based building Tiles) avrà una durata di 48 mesi, con conclusione prevista il 31 maggio 2028.
Il progetto si concentra sull’integrazione di tegole in cotto innovative con sistemi di inverdimento urbano capaci di ospitare uno strato di suolo minerale che permette la crescita di piante su superfici verdi, come tetti e facciate, contribuendo alla cattura di CO2e polveri dall’atmosfera.
La soluzione, progettata per essere leggera, modulare e facile da posare, si propone di ridurre significativamente i costi di installazione e manutenzione, rendendo accessibili i tetti e le facciate verdi anche per edifici residenziali e contesti a basso reddito.
Coordinato da Industrie Cotto Possagno, Life Capt-Tile coinvolge un consorzio di partner quali Officine Smac, Università Politecnica delle Marche, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Bergamo Tecnologie Spzoo (Polonia) e Azienda Territoriale Edilizia Residenziale della Provincia di Padova Ater.
Se come sostiene il detto popolare «Chi ben comincia, è a metà dell’opera», Gruppo Made può guardare con ottimismo al 2025.
Il nuovo anno si è infatti aperto con quattro nuovi ingressi: tre in Sicilia (dove in un solo anno 26 rivendite hanno scelto di aderire al network) e uno in Toscana, a dimostrazione che il gruppo ha una presenza ben radicata su tutto il territorio nazionale.
In Sicilia il Gruppo Made della distribuzione ha raccolto l’adesione di Monachella di Gela (Caltanisetta), Ed.Ca.Ma di Randazzo (Catania) e Trans Edile di Roccalumera (Messina), a cui si aggiunge Ferroedilizia di Grosseto.
Specializzata da trent’anni nella commercializzazione di prodotti e sistemi nel settore dell’edilizia, delle ferramenta, dell’idraulica e dei prodotti siderurgici,Monachella rappresenta un punto di riferimento per i professionisti del territorio.
Giuseppe Incardona, responsabile del punto vendita, ha scelto di aderire a Gruppo Made per espandere il suo mercato, inserendo nuovi settori merceologici come lo showroom di finiture e la riorganizzazione del comparto ferramenta.
Inoltre, la possibilità di disporre di un supporto di gestione commerciale, tecnica ed espositiva, offerto dal gruppo attraverso un servizio su misura anche sulla base dell’offerta locale, ha rafforzato la scelta.
2. Ed.Ca.Ma, Randazzo
Alfredo Castaniotto (ED.CA.MA, Randazzo).
Tra le rivendite siciliane che hanno deciso di far parte del network della distribuzione, c’è anche Ed.Ca.Ma con sede a Randazzo (Catania) e guidata da Alfredo Castaniotto.
«Far parte di un gruppo orientato alla vendita rende l’azienda più competitiva», ha affermato il titolare dell’azienda, specializzata da oltre quarant’anni nella produzione di manufatti in cemento.
A questa attività, tra la fine degli anni Settanta e la metà degli anni Ottanta si è affiancata la produzione di sabbia e pietrisco da frantumazione di pietra lavica e il confezionamento di calcestruzzo per le costruzioni.
Nel 2010 la decisione di diversificare l’offerta, per rispondere in modo più puntale alle richieste della propria clientela, ha portato a un allargamento dell’attività anche alla vendita al dettaglio e all’ingrosso di materiali edili, materiale idraulico e da carpenteria, legno lamellare per la costruzione di tetti, attrezzatura elettrica, materiale antinfortunistico e dispositivi di sicurezza.
Un centro per tutti i professionisti del mondo dell’edilizia a cui sono riservati, durante l’anno, anche diversi momenti formativi in collaborazione con le aziende partner.
3. Trans Edile, Roccalumera
Dario Miano (Tran Edile, Roccalumera).
Da Catania Gruppo Made si è spostato in provincia di Messina, dove ha ingaggiato la Trans Edile di Roccalumera, guidata da Dario Miano che ha rilevato la rivendita 14 anni fa.
Punto vendita storico, presente da diversi decenni sul territorio, offre materiali per l’edilizia dei più significativi marchi e un vasto assortimento di materiale elettrico e idrotermosanitario, oltre a una sala mostra per le finiture.
La scelta di entrare a far parte di Gruppo Made è stata una logica conseguenza dello sviluppo del mercato della distribuzione edile.
«La cosa giusta da fare, in sostanza, anche per beneficiare dei servizi, soprattutto la formazione manageriale, utile per crescere ulteriormente», commenta il titolare.
4. Ferroedilizia, Grosseto
Sandro e Michele Pagliarin (Ferroedilizia, Grosseto)
A completare il poker di nuovi ingressi nel gruppo, c’è Ferroedilizia di Grosseto, azienda attiva da oltre 60 anni e specializzata nella siderurgia per l’edilizia, ferro e alluminio.
La società dispone di un centro per la trasformazione del tondo, di ferramenta professionale molto fornita, e realizza prodotti per la cantieristica e la carpenteria.
Certificata Iso 90001, Ferroedilizia è fortemente legata al territorio e mette a disposizione dei clienti un’offerta completa, che comprende anche i prodotti per l’edilizia.
Come ha voluto sottolineare il titolare Michele Pagliarin «Ferroedilizia vuole entrare nel settore della distribuzione edile nella maniera giusta e Gruppo Made è il network più idoneo per fare questo passo».
Tra le novità del decreto Milleproroghe 2025 c’è lo slittamento a marzo dell’obbligo per le polizze catastrofali.
Il rinvio di un provvedimento presentato come improrogabile è un classico dello spettacolo politico italiano che una volta all’anno presenta, caso unico al mondo, un polpettone di provvedimenti di varia natura, qualche volta con una sorpresa come ripieno.
Non per questo bisogna sottovalutare il merito della decisione. In sostanza significa che al momento i danni causati da alluvioni, terremoti e frane rimangono ancora alla discrezione dello Stato e alla magnanimità del governo.
E non sembra, secondo i più recenti dissesti in Emilia-Romagna e Toscana, che imprese e cittadini siano troppo soddisfatti dell’aiuto pubblico (spesso non) ricevuto.
In ogni caso è bene ricordare che l’obbligo scatta per le imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia, «a copertura dei danni direttamente cagionati a terreni, fabbricati, impianti, macchinari e attrezzature industriali e commerciali, iscritti a bilancio, da calamità naturali ed eventi catastrofali verificatisi sul territorio nazionale. Per eventi da assicurare si intendono i sismi, le alluvioni, le frane, le inondazioni e le esondazioni».
In ogni caso, anche se nessuno si stupirebbe di un ennesimo rinvio allo scadere della proroga di tre mesi, le imprese farebbero bene ad attivarsi, dato che l’obbligo è stato esteso a tutte le realtà che risultano «in ogni caso» iscritte nel Registro delle imprese.
Eppure, altro classico della politica italiana, le modalità attuative devono ancora essere definite con decreto dei ministeri delle Finanze e delle Imprese, nonostante il provvedimento sia stato approvato lo scorso anno, dopo che nel frattempo il Consiglio di Stato ha chiesto una serie di modifiche.
Rimane in sospeso anche la questione della determinazione e dell’adeguamento periodico dei premi, che devono essere comunque proporzionali al rischio corso, misurato secondo le statistiche e gli studi degli enti preposti.
Questa idea di polizze catastrofali ad hoc, diverse per ogni realtà, può sembrare una buona cosa, ma al contempo esclude formule tariffarie flat, visto che il premio è determinato dell’ubicazione del rischio sul territorio e della vulnerabilità dei beni assicurati. Altro spunto di riflessione.
Non è una magia, ma un modo per costruire il migliore rapporto con il cliente. La flessione congiunturale porta ancora una volta a dover fare delle scelte, e lavorare sull’immagine, concreta nella realizzazione di servizi altrettanto concreti: può essere la strada da seguire nei prossimi anni.
C’è un mondo di prodotti in una rivendita di materiali edili. Nuovi e invitanti, spesso anche posizionati in modo ordinato e quindi ancora più allettanti, soprattutto in alcuni comparti merceologici che ordine e pulizia li pretendono.
La festa dei materiali, insomma, che è ovviamente importante e anche il cuore dell’attività, ma sappiamo che oggi come ieri e certamente come domani il cliente cerca altro, senza rendersene pienamente conto magari, e questo dettaglio sta diventando sempre più importante, più ancora dei prodotti, più ancora delle raffinate ambientazioni delle finiture.
Perché prima ancora di vendere il materiale, dobbiamo riuscire a vendere l’immateriale, che magari non permette di monetizzare subito, ma che è un investimento sicuro per il futuro.
Poiché, ci piaccia o meno, siamo pur sempre nell’epoca dell’immagine, la prima cosa che il cliente cerca, magari anche solo a livello subliminale, è proprio quella sensazione di essere capitato nel posto giusto, dove ci sono i professionisti giusti per risolvere i suoi problemi.
Ma il nostro mondo è decisamente concreto e non è certo il caso di filosofeggiare, e ciò spiega la necessità della specializzazione, che per il nostro cliente significa fidarsi con tranquillità dei nostri consigli, perché l’abbiamo messo nella condizione di fare la migliore scelta possibile.
Sono curioso di vedere come il ritorno a una congiuntura normale cambierà l’approccio del rivenditore con il suo cliente, e viceversa.
La battaglia dell’innovazione (perché di questo si tratta) continuerà a scontrarsi con le idee precostituite che si fondano sul timore di affrontare il nuovo, oppure la flessione annunciata porterà i protagonisti del nostro mondo a riflettere un po’ di più sulla scelta delle soluzioni, tenendo conto del fatto che l’opportunità dell’innovazione (perché di questo si tratta) potrebbe permettere anche al nostro cliente di lavorare meglio, con risultati magari certificati, soprattutto con il giusto guadagno e con un ottimo ritorno di immagine anche per lui?
Per il distributorelavorare sulla propria immagine, quindi vendere senza vendere, potrebbe anche rispondere a una domanda che nessuno fa ma che tutti pensano: perché mai dovrei acquistare proprio da te?
Noto con piacere che all’interno delle rivendite più dinamiche si profila la nascita di veri e propri centri tecnici a disposizione dei propri clienti.
Non vendi, o forse anche sì, ma di certo venderai. Una qualche idea di consulenza magari c’è anche sempre stata, ma formalizzare e soprattutto strutturare un servizio di questo tipo innalza immediatamente lo spessore tecnico del punto vendita.
Oggi c’è bisogno di diversità anche nell’offerta, c’è bisogno di caratterizzazione, di creare nuove identità e quindi di inaugurare una rinnovata, più interessante riconoscibilità.
Immagino che i produttori più lungimiranti non avranno niente in contrario a dare una mano in questo senso, anche perché esistono già esempi di cui narrare.
Penso anche che non sia più tempo di sparare nel mucchio, le ipotesi congiunturali sono abbastanza chiare in questo senso.
Credo piuttosto che sia propedeuticamente utile far crescere i nostri clienti più professionali e diventare per loro un supporto insostituibile.
Come dire: meno, ma meglio, in tutti i sensi: un rapporto di questo tipo dovrebbe infatti metterci al riparo da problemi di tipo amministrativo.
Chiudiamo un anno alla fine soddisfacente e ne apriamo un altro ancora tutto da decifrare. Secondo la mia sempre modestissima opinione è tornata l’ora di non guardare i fatturati ma di tenere la lente d’ingrandimento fissa sulle marginalità.
Si cresce con quelle e sempre con quelle ci si difende anche. Imparare a vendere la nostra professionalità, anche senza contestualmente vendere i nostri prodotti, lo potremmo definire il compitino segreto per tentare di stabilizzare la nostra attività anche in futuro, qualche che sarà la congiuntura di mercato.
E all’inizio di questo 2025 il minimo che io possa fare è augurare a tutti voi un anno pieno zeppo di soddisfazioni.
Rendering degli edifici residenziali del Waterfront di Levante
ll 2025 viaggia già a pieni giri. Ma, se è difficile fare previsioni all’inizio di ogni anno (ci provano, regolarmente smentiti, solo gli astrologi), non è impossibile distinguere i nuovi trend immobiliari.
Si possono, insomma, cogliere quei segni che caratterizzano un periodo e che, inevitabilmente, condizionano il business. Un macrotrend, che di riflesso interessa il settore dell’edilizia, per esempio, è quello immobiliare, che non per forza deve essere condizionato dai bonus ormai ridotti dalla legge di Bilancio: occorre voltare pagina.
Uno sguardo più ampio, per esempio, lo propone il colosso bancario svizzero Ubs, in un report riservato che YouTrade è in grado di consultare.
Il report analizza lo scenario del real estate. Non è uno studio focalizzato solo sull’Italia, ma individua delle dinamiche che sono presenti in tutta Europa e non solo.
Secondo gli esperti dell’istituto, insomma, il mercato immobiliare globale ha davanti a sé un promettente 2025, trainato da diversi fattori macroeconomici.
Un fattore positivo riguarda i tassi di interessein calo, che abbasseranno i costi di finanziamento all’acquisto di immobili, rendendo gli investimenti più facili.
Anche per questo l’offerta di case di nuova costruzione, negli anni precedenti limitata anche a causa delle sfide normative e di costo, dovrebbe confrontarsi con una domanda robusta.
Si costruiranno nuovi edifici, in particolare di edilizia residenziale multifamiliare, in particolare nelle grandi città, dove la richiesta è maggiore e l’offerta è insoddisfacente.
Ma non solo: il report indica anche la necessità di realizzare un altro tipo di edilizia, per esempio, data center sempre più grandi (anche per gestire lo sviluppo dell’intelligenza artificiale) e spazi per logistica, come peraltro è avvenuto in Italia negli ultimi due anni.
Il settore immobiliare, inoltre, aumenterà i volumi delle transazioni, spinte dal calo dei tassi.
Un esempio è quanto si prospetta con il Piano Casa di Milano (che non c’entra nulla con il caso dei cantieri bloccati nei mesi scorsi dalla magistratura), destinato alla realizzazione di abitazioni non di lusso.
È già stato pubblicato l’avviso di manifestazione di interesse nelle prime quattro aree della città. Il Piano prevede la partenza in quattro quartieri, per un totale di 174 mila metri quadrati da edificare.
In seguito, saranno interessate altre 17 aree, con un programma di dieci anni. In città saranno realizzate 10 mila case da mettere sul mercato con affitto calmierato, per una cifra indicata di 80 euro a metro quadrato.
Le aree saranno rese disponibili per 90 anni ai privati che costruiscono, poi torneranno in mano pubblica.
Le previsioni sono, giusto per i primi quattro quartieri, di circa 2 mila appartamenti, per un investimento che complessivamente è compreso tra i 300 e i 400 milioni. E questi sono affari veri, non previsioni astrologiche.
La nuova saldatrice automatica Varimat 700 dispone di un controllo intelligente della potenza per fornire la giusta quantità di energia. Inoltre, si può controllare da un tablet o dal pc il lavoro eseguito.
Secondo gli esperti, i fattori fondamentali per impermeabilizzare le coperture sono il materiale utilizzato, il macchinario di saldatura e l’operatore.
Leister da tempo progetta le proprie saldatrici cercando di migliorare non solo l’aspetto macchina, ma anche l’interfaccia con l’operatore, così da intervenire su tutti e tre gli aspetti determinanti per la qualità del lavoro.
La nuova saldatrice automatica Varimat 700 è stata sviluppata seguendo questa filosofia.
Tra i suoi vantaggi c’è una pressione sulla ruota di saldatura di 6 chilogrammi, maggiore rispetto al modello precedente, a beneficio di una saldatura perfetta in ogni condizione, grazie a una diversa distribuzione dei pesi, senza quindi variare il peso complessivo.
La nuova saldatrice automatica Varimat 700 per l’impermeabilizzazione delle coperture
In più, l’utensile ha un’elettronica che dispone di un controllo intelligente della potenza della macchina, così da fornire sempre la giusta quantità di energia anche nel caso di bassa tensione di alimentazione.
Il Leister Quality System (LQS), inoltre, registra i parametri di saldatura, per controllare da un tablet o dal pc il lavoro eseguito e produrre facilmente report per il proprio ufficio tecnico o per la committenza.
Ancora, ha un asse delle ruote posteriori retrattile, per facilitare saldature vicino a parapetti o lucernari ma anche per evitare il passaggio delle ruote sui rilievi dei fissaggi meccanici.
La saldatrice automatica Varimat 700 può funzionare sia con alimentazione a 400V che a 230V in maniera da adattarsi alla tensione presente in cantiere.
Infine, è disponibile anche nelle versioni Varimat500 e 300, per offrire la soluzione più adeguata a ogni cliente.
La rubinetteria è una delle protagoniste dell’ambiente bagno. Coniugando eleganza e attenzione all’ambiente, grazie al doppio dispositivo che permette di controllare l’erogazione dell’acqua, la collezione di rubinetti e miscelatori Lea di Frattini offre una risposta a chi ama uno stile contemporaneo, senza rinunciare alla tecnologia e alla sostenibilità.
I monocomandi per lavabo o per bidet sono dotati di dispositivo Save Water, un aeratore con consumo inferiore ai 6 litri al minuto
La collezione Lea è composta da 20 differenti articoli per il bagno: otto tipologie di rubinetti soprapiano (normale, medio e alto con o senza scarico); due batterie lavabo da incasso (con o senza piastra a muro) e un lavabo a pavimento, che si completano con il miscelatore bidet e incasso doccia, vasca-doccia e vasca a pavimento.
Al consueto rubinetto bidet, infine, si affiancano anche soluzioni dotate di shut-off, piccole e pratiche doccette a mano, complete di flessibile antitorsione, che vengono installate accanto al sanitario tramite una presa d’acqua a muro con supporto.
La rubinetteria monocomando in ottone Lea è prodotta al 100% in Italia nello stabilimento di San Maurizio d’Opaglio (Novara) ed è declinabile in otto finiture: cromato, cromo nero, dorato, inox, nero matt, rosa antico e oro antico, a cui si aggiunge la nuova finitura in oro rosa.
Sostenibilità
Nel percorso di ecosostenibilità promosso da Frattini, Lea è una rubinetteria attenta all’ambiente e al rispetto dell’ecosistema.
Ciascuno dei monocomandi per lavabo o per bidet è contraddistinto dal dispositivo Save Water, ossia un aeratore con consumo inferiore ai 6 litri al minuto, requisito necessario per accedere al bonus idrico.
I rubinetti Lea sono inoltre dotati di cartucciaEnergy Saving grazie alla quale, quando la leva si trova in posizione allineata rispetto alla bocca del rubinetto eroga solo l’acqua fredda, mentre per l’erogazione di acqua calda è necessario un movimento volontario della leva verso sinistra. Una preziosa caratteristica che evita la richiesta accidentale o involontaria di acqua calda, permettendo un notevole risparmio energetico.
Infine, l’attenzione all’ambiente si manifesta anche nella scelta di materiali durevoli e resistenti.
Tutti i prodotti della linea Lea sono realizzati in ottone dezincificato, materiale ecologico, perché riciclabile e durevole, per via della sua elevata resistenza alla corrosione.
Riconosciuto sul mercato come produttore di materiali tecnici per l’edilizia di alta qualità, Torggler propone una vasta gamma di soluzioni per l’ancoraggio e il fissaggio.
Oltre a facilitare il lavoro di installatori professionali, esperti di edilizia o appassionati del fai-da-te, i prodotti dell’azienda sono studiati per garantire una efficacia nel lungo periodo.
Tra le proposte più recenti in tema di ancoraggio chimico c’è Ca Poly, bicomponente a base di resina poliestere senza stirene per fissaggi comuni.
Ca Poly può essere utilizzato su calcestruzzo non fessurato, muratura piena, semipiena e forata, sia in laterizio che nel caso di blocchi di cemento e calcestruzzo cellulare autoclavato, anche qualora i supporti siano debolmente umidi.
In combinazione con l’utilizzo di barre filettate trova impiego in molte situazioni di cantiere per fissaggi di elementi di peso medio, legati alla carpenteria leggera, dove vi sia l’esigenza di una rapida messa in esercizio senza che si creino tensioni nel supporto, per esempio, la posa di elementi oscuranti, persiane, serramenti, portoni, condizionatori, recinzioni, antenne, sistemi di allarme, corpi illuminanti, segnaletica pubblicitaria. L’assenza di stirene ne consente l’utilizzo anche in ambienti chiusi.
Foratura del supporto
Pulizia con aria compressa e scovolino metallico
Inserire il mixer nell’asola e sfilare la clip metallica
Estrudere il prodotto fino a ottenere un griglio omogeneo
Erogare fino all’uscita dai fori della gabbietta
Avvitare la barra fino all’uscita del prodotto in eccesso
Marcato Cecon Valutazione Tecnica Europea (Eta) per ancoraggi su muratura in mattoni forati e per ancoraggi su calcestruzzo non fessurato in abbinamento a barre filettate, l’ancorante chimico Ca Poly di Torggler si caratterizza per una capacità di penetrazione nelle porosità e nelle zone cave.
L’omologazione per fissaggi con profondità di ancoraggio variabile da 6 a 32 centimetri consente un’elevata flessibilità di impiego, fino a 20 volte il diametro della barra filettata.
Le temperature del supporto durante l’installazione variano da zero a 30 gradi centigradi. Le temperature di esercizio certificate rientrano negli intervalli da -40 a +40 gradi con una temperatura massima nel lungo periodo pari a 24 gradi e da 40 a 50 gradi con una temperatura massima di 40 gradi.
In un panorama edilizio sempre più esigente, Polyglass promuove l’innovazione e la sicurezza attraverso le membrane impermeabili XFire.
Questa nuova frontiera nell’impermeabilizzazione e nella protezione antincendio rappresenta un passo avanti per un ambiente edilizio più sicuro e protetto, anticipando le sfide del futuro con soluzioni robuste e affidabili.
La nuova gamma di membrane XFire di Polyglass nasce dall’esigenza di affrontare due questioni centrali nel contesto edilizio odierno: la diffusione degli impianti fotovoltaici sulle coperture e l’incremento di eventi meteorologici estremi.
Questi fattori hanno reso prioritario lo sviluppo di materiali che garantiscano sicurezza, impermeabilità e resistenza al fuoco, prevenendo incidenti legati a cortocircuiti o incendi causati da malfunzionamenti di sistemi fotovoltaici.
Futura XFire P 4 mm + G F (flessibilità a freddo ≤-25 °C; Classe S)
Futura XFire P 4 mm S F (flessibilità a freddo ≤-25 °C; Classe S)
Polyflex XFire P 4 mm + G F (flessibilità a freddo ≤-20 °C; Classe S)
Polybond XFire P 4, 5kg G F (flessibilità a freddo ≤-15 °C)
Antiradice XFire P 4 mm S F (flessibilità a freddo ≤-15°C; Classe 1)
Futura XFire P
Futura XFire P
Polyflex XFire P Min
Polybond XFire P Min
Antiradice XFire P
I vantaggi
Grazie alla classificazione Broof (t2), le membrane XFire offrono la massima protezione anche in situazioni critiche, assicurando la tenuta delle coperture e la sicurezza dell’intero edificio.
Le membrane impermeabili XFire offrono una protezione certificata contro la propagazione del fuoco, rispondendo pienamente ai requisiti delle nuove direttive italiane, tra cui la Regola Tecnica Verticale (Rtv) V.13, che richiedono standard sempre più elevati di prevenzione incendi per gli edifici civili, sia pubblici che privati.
Un ulteriore valore aggiunto risiede nella loro versatilità. Non solo garantiscono impermeabilità e sicurezza nelle coperture a vista, ma sono adatte anche per coperture zavorrate, a verde o con pavimentazioni galleggianti, dimostrando un’eccellente adattabilità a diverse tipologie di edifici e condizioni climatiche.
Inoltre, l’integrazione con impianti fotovoltaici èfacilitata dall’elevata resistenza al freddo e dalla capacità di resistere a condizioni ambientali estreme, quali grandine e forti escursioni termiche.
La semplicità di installazione e la durabilità delle membrane impermeabili XFire offrono ulteriori vantaggi.
La loro applicabilità migliorata permette di ridurre tempi e costi di posa, garantendo al contempo un investimento a lungo termine per la protezione degli edifici.
Woodco amplia la propria collezione di parquet con il nuovo formato Spina Larga, un’inedita interpretazione della spina ungherese che dona un’impronta scenica unica agli spazi abitativi.
Con una larghezza eccezionale di 180 mm, pari a quella di una tavola di grandi dimensioni, la nuova Spina Larga Woodco impreziosisce la bellezza naturale della materia prima con un disegno arioso, disteso e allo stesso tempo pregiato, simbolo riconosciuto di eleganza senza tempo.
Il fascino della spina in una veste esclusiva
La forza del nuovo formato Spina Larga è racchiusa nella sua generosa larghezza di 180 mm, che invita i professionisti della progettazione ad esplorare nuovi orizzonti creativi e a rendere la natura la principale protagonista dei propri progetti abitativi.
Realizzabile in due diverse varianti, con angolo di 45° o con angolo di 52°, intreccia storia, architettura e design in un racconto ricco di emozioni e suggestioni, dove il legno è il narratore onnisciente che accoglie e guida il visitatore alla scoperta dello spazio.
Naturalmente sostenibile
Disponibile in quattro diverse essenze – rovere, noce, olmo e castagno – e in oltre quaranta colorazioni, la nuova Spina Larga è molto più di un pavimento: è un’esperienza estetica e sensoriale che permette di entrare in contatto con la vera essenza della natura. Realizzata con legno proveniente da foreste certificate FSC e PEFC, è rifinita con finiture naturali completamente atossiche, a tutela del benessere delle persone e dell’ambiente.
Ogni listello, inoltre, rispetta ampiamente le direttive europee relative al contenuto di formaldeide, ponendosi abbondantemente al di sotto degli standard richiesti e garantendo al consumatore un pavimento salubre, sicuro e garantito.
Collezione Signature: quando il parquet ispira la progettualità
Pensato per stimolare chi progetta il futuro dell’abitare, il formato Spina Larga fa parte di Signature, la collezione di pavimenti in legno firmata Woodco che coniuga design e sapere antico per offrire ai professionisti della progettazione l’opportunità di esprimere pienamente e senza vincoli la propria creatività.
Con una grande varietà di formati originali, oltre cinquanta colorazioni disponibili e, soprattutto, la possibilità di avere forniture customizzate, Signature estende la libertà di architetti e designer ben oltre i limiti di una collezione di parquet standard, trasformando il parquet in uno strumento narrativo in grado di raccontare storie uniche ed emozionanti.
Mapei partecipa a Klimahouse 2025 con una gamma completa di soluzioni innovative e sostenibili per un’edilizia ad alta efficienza energetica (Padiglione AB, stand A05/20): dalle soluzioni per l’isolamento termico per esterno a cappotto Mapetherm, con sistemi integrati in grado di rispondere a ogni esigenza tecnica o estetica, alla linea Planitex, studiata per la realizzazione di massetti autolivellanti, ideali per pavimentazioni interne e sistemi riscaldanti.
Mapetherm System
Presso lo stand i visitatori troveranno anche la linea Mapestone per la posa di pavimentazioni architettoniche in pietra e calcestruzzo effetto lavato, adatte a contesti pubblici e privati. La gamma include prodotti conformi alla norma UNI 11714-1, garantendo prestazioni elevate per tutte le classi di carrabilità.
Oltre all’ampia esposizione di prodotti, lo stand Mapei si propone come un punto di riferimento per i professionisti del settore. Esperti dell’isolamento termico saranno a disposizione per fornire consulenze tecniche personalizzate, consigliando posatori e applicatori nella scelta delle soluzioni più adeguate.
Durante la fiera, il 30 gennaio alle ore 11, Mapei organizza il convegno: «La nuova era dell’isolamento a cappotto: soluzioni che ridefiniscono le regole». Relatore dell’evento è Stefano Mazzotti, Coordinatore Linea Cappotto di Mapei e membro della commissione tecnica Cortexa.
Il convegno esplorerà temi come il ripristino di cappotti ammalorati, il raddoppio dei sistemi esistenti, lo sviluppo di cappotti resistenti alla grandine estrema e i sistemi decorativi di finitura.
Saranno approfonditi i metodi di intervento, i materiali innovativi e le tecniche per migliorare la durabilità delle strutture, oltre ai servizi e strumenti messi a disposizione dei progettisti per semplificare la redazione di capitolati e analisi prezzi.
Oggi più che mai, la velocità e l’efficienza nei lavori di posa sono fondamentali. Fast Base è la soluzione innovativa che cambia le regole del gioco: un sistema di posa di nuova generazione con pannelli ad alta densità che sostituisce i tradizionali metodi di installazione a secco.
Niente scavi profondi, lunghi e costosi. Con Fast Base, prodotto e distribuito da Granulati Zandobbio, le pavimentazioni e l’erba sintetica si installano con la massima stabilità, riducendo notevolmente la quantità di materiali inerti necessari e i tempi di lavorazione.
Questo significa meno costi, meno manodopera e risultati impeccabili in meno tempo.
Perché scegliere Fast Base?
Con Fast Base, gli scavi profondi e costosi non sono più necessari. Il sistema innovativo riduce drasticamente l’attività di scavo, ottimizzando tempi e costi senza compromettere la qualità della posa.
L’installazione è rapida ed efficiente grazie al sistema a scorrimento, che semplifica la posa delle lastre e riduce i costi di manodopera fino al 20%.
I pannelli ad alta densità garantiscono stabilità e resistenza, ottimizzando il trasferimento del carico e prevenendo danni dovuti a gelo e disgelo.
La struttura drenante evita ristagni d’acqua, rendendolo ideale per spazi esterni. Pensato per chi cerca una soluzione semplice e veloce, Fast Baseriduce la necessità di manodopera specializzata e si adatta con facilità a ogni superficie grazie alla sua flessibilità.
Infine, è perfettamente compatibile con pavimentazioni riscaldate, assicurando una distribuzione uniforme del calore. Efficienza, risparmio e innovazione in un’unica soluzione.
Applicazioni
Grazie alla sua versatilità e praticità, Fast Base è ideale per diversi tipi di installazione. È perfetto per pavimentazioni con lastre rettificate, offrendo un supporto stabile e duraturo.
Si adatta perfettamente anche all’uso con autobloccanti, migliorando la distribuzione del peso e la resistenza della superficie nel tempo.
Infine, rappresenta una soluzione ottimale per la posa di erba sintetica, garantendo un effetto drenante naturale che aiuta a mantenere il terreno asciutto e uniforme.
Applicazione con autobloccante
Applicazione con erba sintetica
Applicazione con lastre rettificate
Caratteristiche tecniche
Fast Base è realizzato in Epp ad alta densità, un materiale leggero ma estremamente resistente, progettato per garantire stabilità e durata nel tempo. Con un spessore di 18 mm, offre un supporto solido e performante per le pavimentazioni pedonali.
Ogni pannello ha dimensioni di 110×75 cm, con una superficie utile di 0,80 m² per pezzo, ottimizzando così il numero di elementi necessari per l’installazione.
La qualità del prodotto è certificata secondo gli standard Iso 9001 e Iso 14001, assicurando affidabilità e conformità ai più elevati criteri di produzione e sostenibilità.
Fast Base è la scelta giusta per una soluzione che ottimizza tempi e costi. Perfetto per pavimentazioni pedonali, è la risposta ideale per chi vuole efficienza, semplicità e resistenza in un unico sistema.
Marazzi inaugura i nuovi spazi espositivi di 400 metri quadri nel cuore di Roma con uno showroom progettato da ACPV ARCHITECTS. La sala mostra si trova in via Vittorio Emanuele Orlando, a due passi dalle Terme Romane di Diocleziano e da Palazzo Barberini.
«Siamo molto orgogliosi di questa nuova apertura che valorizza la continua evoluzione della ceramica e crea un nuovo spazio di confronto e relazione con clienti e professionisti», afferma il Ceo di Marazzi, Mauro Vandini.
«La città sta vivendo una rinascita nel campo del design e delle costruzioni, con molteplici iniziative e spazi dedicati alla creatività e all’innovazione. Aprire uno spazio Marazzi a Roma, in cui poter scoprire le più moderne applicazioni della ricerca stilistica e della tecnologia applicate al prodotto ceramico, permette di inserirsi in un ambiente stimolante e in continua evoluzione, dove tecnologia e tradizione possono mescolarsi perfettamente. Uno spazio pensato per supportare i nostri clienti e i professionisti della progettazione, offrendo un punto di riferimento ideale per la condivisione di idee e soluzioni creative».
Lo showroom, distribuito su due livelli, accoglie i visitatori in uno spazio in cui la ceramica è protagonista.
«Concepire il nuovo showroom Marazzi di Roma è stato un esercizio progettuale stimolante: abbiamo creato una successione di ambienti che potessero valorizzare la versatilità dei prodotti ceramici, esaltandone la percezione materica attraverso applicazioni inedite. Uno spazio tutto da scoprire che contribuirà alla forte spinta di rinnovamento che si respira oggi a Roma», commenta Patricia Viel, Ceo e Co-founder di ACPV ARCHITECTS.
Il cuore del progetto è Marazzi Privé, ambiente che evoca l’atmosfera di una esclusiva lobby d’hotel, combinando eleganza e funzionalità. Tre ambientazioni autonome ma collegate esplorano la poliedricità dei prodotti Marazzi.
Le maxi lastre, disposte come ricchi tappeti orientali, sono accuratamente illuminate per esaltarne la bellezza, così come le mensole museali che espongono una selezione esclusiva di finiture, superfici e colori.
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La realizzazione dei nuovi spazi espositivi di Marazzi a Roma è frutto della collaborazione con partner nel mondo del design come Flexform, Viabizzuno, Ideal Standard, Foster e Riflessi.
Marazzi, presente in più di 140 Paesi, è sinonimo di ceramica di alta qualità per pavimenti e rivestimenti made in Italy. Quest’anno l’azienda celebra i suoi 90 anni di attività .Dalle sue radici a Sassuolo, in Italia, fino a diventare un leader globale, Marazzi ha plasmato il mondo della ceramica, fissando standard e ispirando architetti, designer e proprietari di case in tutto il mondo.
Si chiama 650Evo l’ultimo progetto presentato da Ponte Giulio, una nuova linea di vasche con porta sviluppata in collaborazione con il designer Paolo Parea.
Inserita nel progetto Life Caring Design per un bagno confortevole, 650Evo comprende tre modelli di diversa lunghezza, ciascuno dei quali offre una soluzione comoda e compatta per contesti di dimensioni ridotte come gli ambienti bagno domestici.
Le vasche 650EVO possono svolgere anche la funzione di cabine doccia.
La superficie calpestabile oscilla tra i 0,6 e gli 0,77 metri quadrati ed è totalmente priva di ostacoli.
Un seggiolino ribaltabile (150 chilogrammi di tenuta) offre il giusto comfort in fase di seduta.
Attrezzate con pannelli in vetro o aste tenda, le vasche 650Evo possono svolgere anche la funzione di cabine doccia, aumentando il senso di privacy e intimità tipico dell’ambiente bagno.
Esperienza, know how e tecnologie innovative fanno di Licata uno dei principali player del mondo dei sistemi e soluzioni per il ripristino e il restauro conservativo.
La recente acquisizione di Fip Chemicals nel 2020 ha inoltre espanso il raggio di azione dell’azienda siciliana, che ha stabilimenti anche a Pognano (Bergamo), Teolo (Padova) e Narni (Terni), al settore della manutenzione e ripristino delle opere infrastrutturali.
Paolo Leone, nominato recentemente direttore vendite infrastrutture, racconta a YouTrade i vantaggi di questa specializzazione a 360 gradi e i plus dei sistemi di consolidamento messi a punto dall’azienda che ha anche aperto un nuovo centro di ricerca e sviluppo.
Paolo Leone, direttore vendite infrastrutture Licata
Ripercorriamo brevemente la storia di Licata: quando è nata l’azienda e come si è sviluppata nel corso degli anni?
Licata è stata fondata in Sicilia nei primi anni Ottanta e si è fatta conoscere nel mondo dell’edilizia professionale quale produttore di sistemi e soluzioni complete per il ripristino e il restauro conservativo, oltre che per i suoi innovativi sistemi per il rinnovo delle infrastrutture.
Negli anni successivi l’azienda è cresciuta rapidamente con l’apertura di nuovi impianti produttivi e piattaforme logistiche e si è distinta sempre più nei settori dei sistemi Etics per l’involucro, pitture per esterni, collanti e impermeabilizzanti per l’edilizia.
Una efficace politica di acquisizioni ha portato la famiglia Licata nel 2020 a inglobare il brand, le tecnologie e la produzione di Fip Chemicals, industria specializzata nella produzione di materiali per la manutenzione delle infrastrutture, presente dal 1970 nel settore della chimica e delle costruzioni. Questa è l’ultima acquisizione in termini di tempo, ma non in termini di intenzioni.
Attualmente siamo presenti con impianti logistici e produttivi a Pognano (Bergamo), Teolo (Padova), Narni (Terni) e Canicattì (Agrigento), e con la sede della direzione generale a Roma.
A oggi, quindi, Licata si colloca tra i principali player nell’ambito della manutenzione e ripristino delle infrastrutture con tecnologie idonee al rinforzo strutturale, alla realizzazione di giunti autostradali, malte tecniche per il ripristino del calcestruzzo, impermeabilizzazione delle strutture e inghisaggi strutturali.
In un intervento di rinforzo e consolidamento strutturale quali sono gli obiettivi principali da raggiungere?
Il consolidamento strutturale è l’insieme delle azioni e tecniche di intervento volte a migliorare la sicurezza degli edifici esistenti.
L’incremento della sicurezza strutturale può riguardare singoli elementi della costruzione, come nel caso di interventi localizzati o riparazioni, oppure può riguardare l’intero manufatto, come nel caso di interventi di miglioramento o adeguamento strutturale.
La scelta dell’intervento di consolidamento strutturale da adottare ha l’obiettivo di contrastare lo sviluppo di meccanismi locali e migliorare il comportamento della struttura aumentando il livello di sicurezza dei suoi fruitori.
Nell’ambito degli interventi di miglioramento sismico, il sismabonus 110% utilizzato in edifici in calcestruzzo e muratura in questi ultimi anni ha fatto crescere e guidato i lavori, fissando gli obiettivi principali da raggiungere.
In questo ambito vengono sempre più utilizzati i sistemi di consolidamento strutturale con materiali compositi Frp, a matrice polimerica, e Frcm e Crm, a matrice cementizia.
Questi sistemi sono caratterizzati da specifiche proprietà meccaniche, di resistenza al fuoco e di traspirabilità, che li rendono utilizzabili nella quasi totalità degli interventi strutturali.
È necessario conoscere le caratteristiche dei sistemi al fine di garantire che siano compatibili con quelle richieste dal progetto di consolidamento.
Prodotti Licata per il rinforzo strutturale
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BetonFIP Solid M15 pack
BetonFIP Solid M15 pack
Beton FIP Tixo Pack
Beton FIP Tixo Pack
Beton FIP Fluid Pack
Beton FIP Fluid Pack
BetonFIP WP610 Flex pack
BetonFIP WP610 Flex pack
Quali soluzioni offrite?
Licata ha sviluppato negli anni tre sistemi completi, e siamo in fase di ampliamento con nuovi prodotti. Abbiamo sistemi Frp in fibra di carbonio con i tessuti e le lamine più richieste all’interno di progetti di manutenzione sismica o adeguamento statico.
Offriamo anche sistemi Frcm, cioè rinforzi a basso spessore con reti a matrice cementizia, e sistemi antiribaltamento e antisfondellamento, che sono quelli più applicati in ambito sismico, soprattutto in edilizia scolastica.
Infine, per quanto riguarda i sistemi Crm, pur avendo una gamma completa di prodotti, abbiamo anche definito una linea distintiva di sistemi con reti che hanno caratteristiche distintive sia in termini di misure che di performance tecniche.
Che vantaggi comportano queste reti in cantiere?
La possibilità di progettare più facilmente sistemi a matrice cementizia nei rinforzi strutturali meno invasivi e meno complicati da applicare.
Sicuramente il dato più importante sono le performance migliorative in termini di resistenza a pressione e compressione rispetto ad altri sistemi.
Come si sceglie il prodotto più adatto all’intervento da eseguire?
La responsabilità ricade sul progettista titolare. I produttori non emettono progetti strutturali firmati. È però necessario che i produttori forniscano tutta l’assistenza necessaria al professionista per poter gestire e inserire prodotti specifici all’interno del progetto.
Licata dispone di un efficiente studio di ingegneria, che provvede al supporto tecnico per la scelta delle soluzioni tecniche da adottare e per offrire un confronto sul problema da risolvere e l’obiettivo da raggiungere.
Crediamo molto nel fatto che i produttori debbano diventare dei partner tecnici e non solo dei meri fornitori, ed è per questo che ci siamo strutturati in tal senso.
Alla luce della vostra esperienza, qual è il livello di preparazione dei progettisti su queste tematiche?
Per quanto riguarda la struttura pesante o i grandi interventi di rinforzo strutturale abbiamo sempre trovato professionisti molto preparati.
Ampliando il concetto all’adeguamento sismico, visto anche l’incremento degli interventi minori sulla scia del Pnrr, c’è una grande percentuale di ingegneri, che prima non si occupavano specificamente di queste problematiche, che si stanno affacciando al mercato dei rinforzi strutturali.
Abbiamo riscontrato che da parte dei produttori è oggi assolutamente necessario fornire assistenza a queste figure, sia durante la progettazione sia in fase di installazione dei prodotti.
Aumentando il numero di professionisti che si occupano di consolidamento strutturale è necessario anche puntare su una formazione specifica.
Licata, oltre all’assistenza tecnica in fase di progettazione, dispone di un team che si occupa di addestrare in laboratorio e assistere a inizio cantiere le maestranze che si occupano dei lavori di rinforzo strutturale.
E dal punto di vista delle maestranze a che punto siamo?
Come peri progettisti, c’è ancora da fare. Questi sistemi sono il grande punto di contatto tra edilizia tradizionale e i prodotti per le infrastrutture.
Ci sono tantissime aziende di edilizia tradizionale che si stanno affacciando a questo settore e hanno la necessità di essere istruite e seguite.
Licata ha fondato una accademia proprio con l’obiettivo di offrire una formazione continua sia agli ingegneri che alle maestranze che lavorano in questo ambito.
Si tratta del nuovo centro di ricerca e sviluppo che avete aperto nel 2023?
Sì, è il nostro fiore all’occhiello. LicataLab ha lo scopo di essere un luogo di formazione aperto e permanente per tutti: professionisti, clienti, rete vendita e personale interno, anche non direttamente implicato nella vendita.
Per questo è stato anche costituito un team, chiamato Licata Academy. L’anima del LicataLab è il laboratorio di ricerca e sviluppo attraverso il quale sfrutteremo tutte le tecnologie proprietarie derivanti dall’acquisizione di Fip Chemicals e i progetti della nostra attività di ricerca per innovare, testare, certificare nuove soluzioni per un mercato dell’edilizia sempre più attento in termini di ambiente, sostenibilità e attenzione alla sicurezza di chi lavora in cantiere.
I nostri prodotti sono tutti i certificati Cam, un vantaggio per le opere pubbliche: prodotti sprovvisti di questi certificati, infatti, non possono accedere alla fornitura sui cantieri.
Quali sono dunque i principali vantaggi dei vostri sistemi di consolidamento?
Fermo restando che le linee guida per i sistemi di rinforzo strutturale confinano l’intervento entro limiti molto precisi, i sistemi Licata hanno parecchi vantaggi. Si adattano a tutti i software esistenti e offrono soluzioni alternative all’interno dei sistemi Crm.
Inoltre, avendo l’azienda una tecnologia proprietaria nel settore delle resine epossidiche e delle malte, non dipendiamo mai da fluttuazioni dei prezzi decise dai fornitori o problemi di shortage delle materie prime, né soprattutto da potenziali differenze di performance dei prodotti realizzati in lotti diversi.
Un altro aspetto molto importante è sicuramente la lavorabilità dei prodotti. Parlando in termini di incremento di cantieri e di nuove aziende che si affacciano al mercato delle infrastrutture grazie al Pnrr, sicuramente la lavorabilità dei prodotti è un aspetto non trascurabile.
Intervento in cantiere
Parlando di Pnrr, quali prospettive e opportunità vedete per il futuro?
Il Pnrr è sicuramente la grande attrattiva degli ultimi anni e del futuro. Non è chiaro quali saranno gli sviluppi effettivi. Al momento le richieste di progetti sono in aumento, ma c’è ancora abbastanza confusione.
Anche il concetto di durabilitàè fondamentale: come si pongono i vostri prodotti da questo punto di vista?
Come dicevo prima, le linee guida determinano anche la potenziale durabilità di questi sistemi. I sistemi Licata sono certificati secondo le linee guida e rientrano perfettamente in questi parametri.
Vorrei però espandere questo concetto: ormai da qualche anno nell’edilizia infrastrutturale si sta parlando sempre più della vita utile dei manufatti in calcestruzzo, soprattutto quelli manutenuti.
Licata sta seguendo direttamente questo discorso insieme a player nazionali e università ampliando il discorso della durabilità oltre i singoli sistemi. A breve avremo delle novità in termini di nuovi prodotti e sistemi.
I prodotti per il consolidamento Licata sono certificati?
Assolutamente sì. Le due grandi famiglie di normative che guidano queste tipologie di prodotti sono la Valutazione Tecnica Europea (Eta) e il Certificato di Validazione Tecnica (Cvt) che viene rilasciato a livello nazionale.
I nostri prodotti Frp, quindi in fibra di carbonio, sono sottomessi all’emissione della Cvt, quindi siamo assolutamente allineati. Anche per i sistemi Crm e Frcm siamo allineati con le normative Eta.
Il discorso è diverso per i sistemi antiribaltamento e antisfondellamento, che non hanno una certificazione di riferimento, ma che si rifanno a prove eseguite presso laboratori accreditati al ministero dei Lavori pubblici. In questo caso Licata si avvale del servizio di certificazione del Politecnico di Milano.
Tutti i nostri altri marchi in ambito strutturale, quinti BetonFibe ResinFip, sono conformi a tutte le normative Uni En e alla marcatura Ce, e sono presenti nei capitolati dei maggiori committenti o proprietari di opere pubbliche e private in Italia come ad esempio Anas, Ferrovie dello Stato, Autostrade per l’Italia.
ResinFIP Polybond F210 packResinFIP
Licata inoltre fa parte del consorzio Cortexa che certifica l’adozione di criteri molto severi all’interno della filiera dell’isolamento a cappotto, dalla selezione e produzione dei prodotti componenti il ciclo all’assistenza in fase di posa.
Come si articola il vostro rapporto con le rivendite di materiali per edilizia?
Nascendo nell’edilizia, Licata da sempre predilige e tutela il rapporto con le rivendite edili e i gruppi a cui appartengono.
Sul territorio tutte le attività di vendita sono possibilmente veicolate tramite le rivendite, e con le stesse si lavora fianco a fianco per gestire sempre meglio i clienti e i loro cantieri.
In particolare, i sistemi per il settore del rinforzo strutturale, che è il punto di contatto tra i prodotti tecnici da infrastruttura e il mondo dell’edilizia, sono sempre più richiesti e promossi attraverso il canale dei distributori.
I rivenditori sono abbastanza informati sui temi del consolidamento?
Il training è parte fondante del processo di vendita. Per questo non smettiamo mai di coinvolgere tutta la filiera in questo processo di formazione.
Offriamo supporto diretto per la gestione tecnico-progettuale del cantiere, ovviamente anche alle nostre rivendite, e per i nostri partner rivenditori abbiamo in programma giornate formative dedicate su base mensile presso le loro sedi, sia per i banconisti che per la rete vendita.
Com’è andato il 2024 e quali sono le vostre prospettive sul prossimo anno?
Il 2024 ha rappresentato il momento di passaggio dalla bolla del superbonus 110% a nuovi scenari, guidati anche dalla spinta del Pnrr, un’occasione per il mercato edile e per quello della distribuzione, attualmente in fase di grande cambiamento.
Le prospettive anche per il 2025 sono buone e confermiamo i nostri trend di crescita, che al momento sono a doppia cifra.
Licata continuerà la propria espansione nel mercato edile e infrastrutturale in Italia e all’estero, guardando al futuro con ottimismo e passione, certa dei suoi mezzi e delle sue potenzialità. Sono molto poche le aziende che hanno una produzione interna così completa e ben distribuita sul territorio nazionale.
Il nostro claim recita «Custodi del passato, creatori del futuro», ma siamo certi del presente. In questo momento stiamo inserendo personale e organizzando nuovi team proprio per rispondere alle grandi sfide che ci aspettano nei prossimi anni.
La cura Licata per l’Ospedale di Catania
I lavori infrastrutturali non sono solo cantieri stradali, ponti e viadotti: esiste una altissima necessità di interventi anche in ambito ospedaliero e scolastico. Questa importante fetta di mercato rappresenta l’esempio di come Licata collabori fattivamente con le rivendite sul territorio anche in ambito infrastrutturale.
«Siamo certi che ci sarà una enorme crescita gestita con i nostri partner distributori edili in questo settore, non propriamente riconosciuto come infrastrutturale, ma dove la distribuzione edile è presente tutti i giorni con i propri clienti», spiega Paolo Leone.
Ospedale Garibaldi di Catania
Un esempio è l’intervento portato avanti da Licata all’Ospedale di Catania, che aveva l’obiettivo di aumentare la portata statica del solaio a causa della posa di una nuova unità Tac.
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I materiali utilizzati per il rinforzo strutturale sono stati nello specifico l’adesivo universale ResinFip Vebond C20, il tessuto unidirezionale in fibra di carbonio FiberFip Carbon T-UNI 230, FiberFip Primer 800, l’adesivo epossidico FiberFip adesivo 800 e FiberFip Connect. I materiali sono stati forniti dal rivenditore Alesi di Alcamo (Trapani).
Consumo di suolo e piano casa
Mentre in Senato si dibatte sul caso Milano (per i palazzi sorti con una semplice Scia), e c’è chi si oppone a un provvedimento ad hoc per sbloccare i cantieri ed evitare i processi, sarebbe bene porre attenzione anche ai dati da poco resi noti dall’Ispra. L’Istituto ha il compito, tra l’altro, di monitorare lo stato del territorio, compreso il consumo di suolo. E i dati pubblicati non sono per nulla incoraggianti: nel 2023, per ogni secondo 2,3 metri quadrati di Italia sono cementificati, circa 20 ettari al giorno. In tutto, nell’anno considerato dall’analisi, 72,5 chilometri quadri sono passati dall’aspetto naturale al cemento o all’asfalto. Il consumo di suolo non riguarda solo gli edifici di nuova costruzione, ma anche strade, tetti, parcheggi, cantieri e capannoni. E se nel 2006 a ogni cittadino corrispondevano 348,2 metri quadrati di terreno non più naturale, oggi siamo saliti a 365,7. Per dare un’idea, la superficie ricoperta da asfalto o cemento equivale quasi a quella della Lombardia (21.578 chilometri quadri, il 7,16% del territorio). Un aspetto che, puntualmente, torna di attualità in occasione di alluvioni o dei disastri idrogeologici, causati spesso dalla trasformazione artificiosa del territorio.
Ma il problema è un altro. Nel frattempo la popolazione italiana (perlomeno quella ufficiale, registrata all’anagrafe) è diminuita. Nel 2023 in Italia si contavano 58,9 milioni di cittadini, 7 mila in meno rispetto all’inizio dell’anno e in dieci anni il nostro paese ha perso 1,3 milioni di residenti. Nonostante questo, c’è una evidente crisi degli alloggi. Una contraddizione? No, perché in realtà il consumo di suolo non riguarda il residenziale, ma logistica, (504 ettari destinati a magazzini nel 2023), centri commerciali, grande distribuzione. Abitazioni, se ne costruiscono poche. Un motivo che rende più urgente un piano casa. Magari anche costruendo palazzi con una semplice Scia. Uno spoiler ai senatori: così si consuma anche meno suolo.