NiroTech, la meccatronica in Asia con cuore italiano

La possibilità di realizzare prodotti elettronici finiti in Asia, ma senza affrontare il dilemma tra rischioso investimento per aprire una sede in loco o  fare tutto da qui, con l’incognita di dover cercare fornitori con cui si potrebbe avere problemi. 

La risposta potrebbe essere il modello su cui ha puntato per primo un imprenditore italiano, Roberto Leone. Dopo anni di esperienza nel settore acquisti per varie imprese dell’elettronica in Veneto, nel 2002, a trent’anni, ha accettato un trasferimento in Cina. «E da allora non l’ho più lasciata», racconta Leone. «Ho fatto carriera diventando general manager di tre società del mio gruppo, tra Shenzhen e Shanghai. C’è stata solo una breve parentesi italiana nel 2009, quando sono tornato per via degli effetti della crisi economica. Ma in Italia, come molti che hanno trascorso tanti anni all’estero, non mi sentivo più a mio agio, e dopo pochi mesi ho colto un’offerta di lavoro per volare a Hong Kong». 

Dopo un paio d’anni, però, l’azienda per cui lavorava ha chiuso. Leone non voleva sprecare il patrimonio di relazioni con clienti e fornitori  costruito negli anni: e così nel 2013, con zero esperienza imprenditoriale alle spalle, assieme alla socia Nicole Yip, ha fondato a Hong Kong NiRoThech, società specialista in componentistica per la meccatronica con motore cinese e cuore italiano. Pronta a cucire progetti su misura per i clienti occidentali grazie a una supply chain unica nel suo genere. 

Oggi NiRoTech fattura 24 milioni di dollari (Usa) dà lavoro a 42 persone impiegate fra la Cina, Hong Kong e il Vietnam, e punta a raddoppiare il fatturato nel giro di 3-4 anni. «Ho avuto indubbiamente la fortuna di trovarmi al posto giusto nel momento giusto», racconta Leone. «Sei anni fa a Hong Kong era facile ottenere credito anche partendo da zero. Ma per me, figlio di genitori normali, papà funzionario delle poste e mamma maestra di origini calabresi, e abituato a lavorare duro sin da giovane, questo risultato è qualcosa di straordinario. E non voglio fermarmi: tutti i profitti di NiRoTech sono reinvestiti per costruire qualcosa che duri nel tempo».

Impianto produttivo di NiroTech
Impianto produttivo di NiroTech

La visione strategica infatti non manca. E oggi risponde a un obiettivo: diversificare. Come braccio produttivo di clienti italiani ed europei, NiRoTech agisce come un ibrido tra manufacturer e trader. Può contare su due siti produttivi in Cina che non sono di proprietà, ma con i quali ha costruito un rapporto di fiducia e all’interno dei quali lavora personale di NiRoTech, garantendo così gli standard che i clienti desiderano e scavalcando il problema delle barriere culturali. Da poco ha avviato la produzione anche in Vietnam, «Mossa strategica per attirare i clienti preoccupati dalle conseguenze della guerra dei dazi tra Usa e Cina», aggiunge Leone. E fra pochi mesi ci sarà l’avvio della prima fabbrica di proprietà di NiRoTech a Hong Kong, uno stabilimento per la smart production di prodotti di alta gamma. «Così saremo competitivi su due target di clienti, quelli che richiedono una produzione di massa in Cina o Vietnam, e quelli che ricercano una manifattura 4.0». Un modello unico nel suo genere che costruisce un vero e proprio ponte tra Italia e Asia: alle imprese italiane il compito di attraversarlo.

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