Codice degli appalti, conto alla rovescia: «La normativa sarà all’esame del Consiglio dei Ministri il 15 febbraio e sarà una delle cinque più importanti riforme per il Paese del Governo Renzi», ha anticipato ad Arezzo il vice ministro alle Infrastrutture, Riccardo Nencini: «Il nostro obiettivo è valorizzare il sistema delle Pmi che rappresenta la peculiarità dell’economia italiana. Addio al massimo ribasso, centralità della progettazione, sostegno a chi utilizza prodotti del territorio, pagamento diretto dei subappaltatori, divisioni dell’appalto in lotti e quote prefissate, clausole sociali per l’occupazione nel territorio». Secondo l’esponente di governo, sarà «fondamentale avere la garanzia del completamento delle opere: oggi non siamo nemmeno in grado di dire quante e quali sono quelle incompiute. Per raggiungere questo obiettivo, gli strumenti sono la semplificazione delle procedure e la certezza dei finanziamenti. Oggi siamo di fronte a carenze progettuali che determinano il ricorso alle varianti. E questo accade in oltre l’80% dei casi. Spesso le imprese che si sono aggiudicate una gara, recuperano il ribasso della loro offerta proprio con la variante. A bloccare i lavori contribuiscono poi ricorsi alla giustizia e conseguenti interventi della magistratura». Altra novità in arrivo: la riduzione delle stazioni appaltanti«Ora sono da 23mila a 36mila, nessuno sa quante siano davvero, forse più di 50mila. Si va dagli organi centrali dello Stato alle singole e piccole scuole. Il nostro obiettivo è ridurre il numero totale a 1.800». Infine, Nencini ha incitato le Pmi all’aggregazione: rispetto all’Europa, le piccole imprese sono spesso micro imprese, un gradino al di sopra di quelle familiari. Troppo piccole per competere.