Una sala mostra che ha il sapore di una bottega, curata nei minimi dettagli, con pochi marchi selezionati per rispondere ai gusti di una clientela che non rinuncia a qualità ed estetica. È l’anima dello showroom di Mef Edilizia, rivendita di Castel San Pietro Terme (Bologna), gestito con passione e dedizione da Matteo Lupidi, responsabile dell’esposizione e terza generazione al lavoro nell’azienda di famiglia.
L’intervista a Mef Edilizia e tanti altri articoli sono su YouTrade di giugno: ricevi la tua copia
Domanda. Quando è nata Mef Edilizia e quali sono stati i principali step della sua crescita?
Risposta. L’azienda è stata fondata negli anni Ottanta da mio nonno Mario e mio padre Stefano. Inizialmente l’azienda si dedicava alla lavorazione del ferro per fondamenta, poi si è allargata alla vendita di materiali edili, con un piccolo showroom di sanitari e qualche ceramica. Lo showroom è diventato poi una vera e propria rivendita di ceramica e caminetti, e otto anni fa è stato inserito anche l’arredobagno. La sala mostra è stata completamente rivisitata tre anni fa: ho reimpostato da zero l’esposizione, selezionando con attenzione i fornitori e inserendo la progettazione bagni. In questi anni abbiamo fatti notevoli passi avanti e lo showroom ha preso davvero piede.
D. Quindi quali sono i settori che trattate?
R. Seguiamo tuttora caminetti e stufe, anche se la richiesta, e quindi anche l’esposizione, si è ridotta. Dedichiamo molto spazio alla ceramica e all’arredobagno, e poi trattiamo anche la rubinetteria.
D. Quant’è lo spazio di esposizione?
R. 250 metri quadri.
D. Come lo avete progettato?
R. Abbiamo un’area dedicata all’accoglienza dei clienti caratterizzata da un grandetavolo di 1,20 x 3 metri dove posizionare le ceramiche, disegnare i progetti, far toccare i prodotti con mano. Ci sono poi quattro espositori di ceramiche Abk e Saime, mentre il resto dello showroom prevede ambientazioni con materiali posati, dai pavimenti ai rivestimenti, dai decori agli stucchi.
D. Ogni quanto cambiate l’esposizione?
R. Ogni sei mesi facciamo un ritocco. E ogni volta per l’occasione organizziamo un aperitivo con i clienti per mostrare le novità.
D. È sostenibile a livello di costi?
R. Aggiornare l’esposizione così di frequente ha sicuramente un costo elevato, ma viene ripagato. Il cliente oggi usa internet, va a vedere le novità soprattutto dopo una fiera. Tutto ciò che per noi può avere del potenziale, lo realizziamo in showroom nell’arco di un paio di mesi dall’uscita sul mercato.
D. Attualmente quali sono i colori che attirano di più l’attenzione dei clienti?
R. Il nero, il ruggine, il bronzo e l’oro, colori raffinati, che impreziosiscono senza essere pacchiani.
D. Quali sono i principali marchi che trattate in showroom?
R. Come ceramiche Abk, Saime, Roberto Cavalli e Cir. Sono gli unici marchi che esponiamo, abbiamo altri prodotti a catalogo ma puntiamo prevalentemente sui marchi che abbiamo selezionato. Per la rubinetteria abbiamo Fratelli Frattini e Daniel, per l’arredobagno Ardeco, Novello e Arblu, Agha, e per le stufe Montegrappa e Palazzetti.
D. Su quali basi sceglie i suoi fornitori?
R. La scelta dei marchi è stata molto attenta. Sono dell’idea di lavorare con pochi marchi, di qualità. Questo è il criterio che abbiamo applicato alle ceramiche, così come all’arredobagno, alle rubinetterie, eccetera. Tutto il materiale è di prima scelta e cerchiamo di coprire una fascia di prezzo medio-alta e una un po’ più costosa.
D. Chi sono i clienti dello showroom Mef?
R. Una buona parte della clientela è composta dalle imprese che quotidianamente si riforniscono nel nostro magazzino edile. Il restante 70% sono privati di fascia medio-alta.
D. Ci sono anche clienti fidelizzati?
R. Certamente, soprattutto tra le imprese. Se si trovano bene, quasi sempre ritornano. Ci sono clienti che vengono da noi da oltre 40 anni e che ci aiutano molto con il passaparola, che in un territorio piccolo come quello di Castel San Pietro, tra Imola e Bologna, è fondamentale. Diciamo che nel tempo siamo diventati un po’ un punto di riferimento in tutti i settori.
D. Il cliente privato è più impegnativo del cliente B2B?
R. Sì, con l’impresa la vendita è un po’ più rapida, mentre il cliente privato ha bisogno di più informazioni e magari ci vogliono anche due-tre appuntamenti prima di arrivare al preventivo. Noi, comunque, cerchiamo di assisterlo in ogni necessità, cercando anche di mostrargli il risultato finale attraverso rendering 3D molto realistici, in modo da essere il più vicino possibile alle sue aspettative.
D. Qual è il segreto di uno showroom che dà soddisfazioni a livello di business?
R. Mettere nell’esposizione la propria impronta personale. In questo modo sei motivato a vendere, hai sempre quella parola in più che magari non avresti sui prodotti che non ti piacciono. Lo showroom Mef è una vera minicasa, con tante situazioni molto curate in ogni dettaglio. Ovunque butti l’occhio, c’è un particolare: oltre ai prodotti esposti, abbiamo inserito anche piante e studiato l’illuminazione, per creare un ambiente davvero unico. Per arrivare a questo risultato ci abbiamo messo tre anni. Poi, ovviamente, cerchiamo di dare massima disponibilità, con assistenza al cliente sia in pre che in post vendita.
D. Avete intenzione di inserire nuovi prodotti o settori merceologici?
R. Mi piacerebbe inserire l’illuminazione. Abbiamo visto che al cliente piace curare anche questo aspetto della casa: una volta si metteva la classica plafoniera a soffitto, ora si cercano soluzioni più personalizzate, anche con controsoffitti in cartongesso. Questo per noi è anche un modo per incrementare le vendite di cartongesso e far lavorare le nostre imprese clienti.
D. Avete pensato di sviluppare anche l’ambiente cucina?
R. Non abbiamo molto spazio libero in showroom, quindi momentaneamente non abbiamo intenzione di esporre cucine.
D. Passiamo all’attualità. Quanto tempo siete rimasti chiusi per l’emergenza covid-19 e come siete ripartiti?
R. Con lo showroom siamo rimasti chiusi quasi un mese e mezzo. Abbiamo approfittato di questa pausa forzata per approntare qualche ritocco alla sala mostra, realizzando un nuovo bagno e un secondo ufficio. La mia collega in smart working ne ha approfittato per studiare il nuovo programma di progettazione che avevamo appena acquistato. Ora abbiamo ripreso al di sopra delle aspettative: tutti i lavori che avevamo lasciato a metà li abbiamo portati a casa e abbiamo avuto anche nuovi clienti. Il nostro obiettivo è arrivare al fatturato che ci eravamo imposti a inizio anno. Rispetto a maggio dell’anno scorso siamo in linea a livello di fatturato, stiamo dando il massimo. Sappiamo che con il mese e mezzo di chiusura alle spalle sarà difficile, ma se ci riusciamo sarà un bel traguardo e una grande soddisfazione.