YouTrade torna a raccontare le nuove generazioni delle rivendite per capire come hanno affrontato il lockdown e cosa si aspettano dal futuro. Dopo l’intervista a Marco Orsolini, abbiamo incontrato Mario Colombino, 39 anni, direttore commerciale e marketing della Icos di Torino, la Cittadella dell’edilizia e della casa, dotata di 80 mila metri quadri di area commerciale e 1.500 metri quadri di negozi e più di 10 mila articoli disponibili a magazzino.
Domanda. All’interno di Icos, Lei rappresenta la nuova generazione. Come ha vissuto il periodo del primo lockdown e come è stato il confronto con la «vecchia» generazione?
Risposta. La «vecchia» generazione in Icos è piuttosto anomala, perché molto intraprendente. Abbiamo subito cercato di trovare insieme nuove soluzioni. Per esempio, abbiamo potenziato l’e-commerce e incrementato il servizio di consegne express, garantendo l’arrivo della merce in 24 ore nel raggio di 20 chilometri, un servizio che neanche Amazon riusciva a garantire in quel periodo. Durante il lockdown le persone hanno colto l’occasione per fare lavori in casa: abbiamo così ideato promozioni su kit pronti di pitture e vernici, piastrelle e prodotti da arredo giardino, e abbiamo messo a punto un servizio di videoconsulenza su whatsapp. Il cliente, dopo aver parlato in videochat con i nostri arredatori e venditori, riceveva direttamente a casa i materiali con il servizio di consegna a domicilio. Insomma, Icos non si è mai arresa e ha voluto dare un segnale forte, inventandosi nuovi modi per stare vicino ai propri clienti.
D. Durante il lockdown è cambiata la tipologia di clientela che si è rivolta a voi?
R. Icos è fortemente orientata al cliente professionale. Durante il lockdown, però, i cantieri erano chiusi e, a parte una decina di imprese che avevano il permesso della prefettura per eseguire lavori di urgenza, abbiamo servito principalmente l’utilizzatore finale, quindi clienti privati.
D. Avete messo a punto altre iniziative?
R. Abbiamo anche ampliato la gamma dei prodotti e iniziato a vendere mascherine, prodotti igienizzanti e per la sanificazione, che prima non trattavamo.
D. E il fatturato come è andato?
R. Nei mesi di marzo e aprile abbiamo subito un calo. Maggio ha segnato ancora un valore negativo rispetto ai risultati dello scorso anno, mentre con giugno abbiamo pareggiato. Da luglio contiamo invece di incrementare il fatturato rispetto al 2019.
D. Quali sono le vostre previsioni a fine anno?
R. Uno spartiacque importante sarà agosto e, poi, il mese di ottobre quando inizieranno le
prime influenze. Noi siamo ottimisti e il nostro obiettivo, nonostante le perdite importanti che abbiamo subito quest’anno, è quello di pareggiare. Ce la metteremo tutta.
D. Il lockdown ha comportato dei cambiamenti che ci porteremo dietro per sempre?
R. Ci eravamo tutti ripromessi di mettere avanti i valori umani e affrontare le cose con una nuova prospettiva. Purtroppo, questa promessa si è già persa. Tutti sono tornati ad avere fretta, nessuno ha pazienza di aspettare, nonostante le produzioni abbiamo
subito ritardi importanti. Un’altra cosa che ci ha fatto molto riflettere è l’importanza della comunicazione online, dei social e dei nuovi strumenti come l’e-commerce. Se si vuole stare in piedi oggi, non si può più fare finta che questi strumenti non esistano.
D. Quindi, cosa bisogna fare per adattarsi a questa nuova situazione del mercato?
R. Bisogna prestare sempre più attenzione al cliente in maniera omnicanale, sia nel negozio fisico sia nell’e-commerce, sia sui social.
D. In questo contesto, qual è il principale contributo che la nuova generazione può dare allo sviluppo del business?
R. Oggi social, e-commerce, comunicazione online sono una parte necessaria per posizionare il proprio brand all’interno del mercato. Penso che i giovani possano offrire un grande supporto per far capire alle vecchie generazioni quanto i nuovi strumenti possano essere utili al business.