Logistica: il kitting spiegato in maniera semplice

Esiste una pratica che prevede una forte relazione tra il magazzino e il reparto produttivo. Tale pratica viene in gergo chiamata kitting e si tratta della preparazione da parte del magazzino di tutto quel materiale che servirà successivamente in una determinata fase del processo di produzione.

Il processo di kitting coinvolge la raccolta di vari componenti o materiali necessari per un particolare prodotto o fase del processo produttivo, raggruppandoli in un unico pacchetto o kit. Questo kit è poi inviato a una stazione di assemblaggio o a un punto specifico della catena di produzione o distribuzione.

Il kitting può essere paragonato alla preparazione degli ingredienti necessari per realizzare una ricetta. Il magazziniere dosa e prepara tutto ciò che serve. Quando è il momento giusto, il magazzino serve alla produzione i componenti preparati affinché la produzione possa assemblare o realizzare quanto previsto.

In un certo senso, tale pratica può essere anche vista come un’applicazione del just in time in linea (fare arrivare ciò che serve quando serve).

I vantaggi del kitting prevedono una maggiore efficienza produttiva e una migliore qualità dell’asservimento, diminuendo i materiali a bordo linea.

Ancora oggi, in alcune realtà, questa pratica non viene realizzata, costringendo spesso l’operatore addetto alla produzione ad andare a prendersi componenti o materiali nel magazzino.

Per fare comprendere il costo operativo del non-kitting di seguito si presenta un caso reale di un’azienda che realizza sistemi oleodinamici. Le postazioni di assemblaggio sono dieci, ciascuna con un proprio operatore addetto al montaggio.

Kitting

Ogni operatore dedica 5 minuti ogni ora di lavoro per andare a prendere quanto serve alla fase di montaggio. Facendo due calcoli: 5 minuti per ora x 8 ore di lavoro x 10 operatori al montaggio = 400 minuti al giorno dedicati all’auto-approvvigionamento del materiale.

Sapendo che il lavoro è ripetitivo e viene fatto tutti i giorni dell’anno (240 giorni lavorativi), il tempo complessivo annuale per il prelievo del materiale è pari a 400 minuti al giorno x 240 giorni lavorativi per anno = 96 mila minuti pari a 1600 ore.

Se un operatore costa 24 euro/ora il costo annuo dell’attività è pari a 24 euro/ora x 1600 ore/anno = 38.400 euro/anno.

La prima conclusione è che il costo del prelevare il materiale da parte dell’operatore della produzione è equivalente al costo di un addetto al magazzino.

In altre parole, il costo sostenuto potrebbe essere destinato all’assunzione di un magazziniere che fa solo la preparazione del kit durante la giornata, permettendo all’operatore alla produzione di recuperare produttività. Sulla produttività emerge il valore del kitting.

L’azienda dell’esempio produce mediamente 15 pezzi per ora per operatore e ogni pezzo viene mediamente venduto a un prezzo di 250 euro. Dai calcoli precedenti, gli operatori alla produzione dedicano in un anno 1.600 ore per prendersi i materiali. In quelle 1.600 ore si sarebbero potuti realizzare ben 15 pezzi all’ora per 1.600 ore per anno = 24 mila pezzi.

Considerando, infine, che ogni prodotto viene venduto a un prezzo di circa 250 euro, il non-kitting ha portato a una perdita potenziale di fatturato pari a 250 euro per pezzo x 24 mila pezzi non fatti = 6 milioni di euro.

Morale: in un’azienda la stretta sinergia tra magazzinieri e operatori alla produzione può comportare sia un miglioramento operativo che un aumento di produttività.

di Andrea Payaro

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