Come sarà la casa di domani? Leroy Merlin ha chiesto a Doxa di capire come se la immaginano gli italiani. Le stesse domande sono state poste, inoltre, ad alcuni thought leader di settore, in grado di avere una visione più ampia: da architetti a esperti di smart city.
Risultato: sono stati individuati quattro filoni che acquisiranno sempre più importanza. Il primo: la Casa mutante. Assisteremo a un’evoluzione nelle modalità di arredare e distribuire gli spazi. Tutto sarà intercambiabile, gli spazi non saranno divisi in maniera fissa da muri, bensì si adatteranno ai cambiamenti di vita, alle esigenze del momento e agli stati d’animo, tramite un innovativo modo di utilizzare elementi come, ad esempio, la luce. Gli intervistati conferiscono un valore di importanza medio di 7,4 (con massimo 10) all’introduzione di sistemi sensibili alla luce e alla presenza di persone negli ambienti, che si accendano, spengano e regolino in totale autonomia. Secondo: la Casa collettiva. Sempre più abitazioni riducono gli spazi individuali per espandere quelli condivisi, in cui è possibile vivere appieno l’esperienza sociale. Nel futuro assisteremo sempre più al ripensamento di spazi individuali (ovviamente senza intaccare la sfera del personale), per tendere sempre più ad una visione collettiva. Per usare le parole di uno dei thought leader intervistati da Doxa «la casa del futuro sarà una bolla di spazio tutta per sé, da ritagliare in uno spazio comune».
Un intervistato su quattro (il 25,3%), infatti, si dichiara scontento a causa della mancanza di spazi personali. Sarà quindi fondamentale avere la possibilità di trovare rifugio e sicurezza in casa propria: questo bisogno non verrà mai a mancare, ma, allo stesso tempo, sarà egualmente fondamentale che la casa sia inserita in un ecosistema sociale e urbanistico e connessa a un sistema di servizi, a un quartiere, a un territorio. Terzo: la Casa ricongiunta. Sarà sempre più forte per l’uomo il richiamo alla natura. Certo, ora ognuno avverte la necessità di salvaguardare il verde del pianeta, ma il segnale che sembra trasparire sul futuro riguarda una necessità fisica di ricongiungimento con la natura: non è più solo una questione di coscienza sociale, bensì di bisogno. E non è un caso che le persone intervistate attribuiscano un valore di importanza medio pari a 7,5 alla possibilità di avere uno spazio verde nel quale produrre alcuni alimenti (orto, orto verticale, etc.). Quarto: la Casa device. La tecnologia in casa andrà aumentando sempre più. Il 78,5% auspica una connessione continuativa a distanza con servizi di sicurezza (soccorso medico, vigilanza, etc.), mentre il 68,6% desidera che le tende siano in grado di chiudersi e aprirsi in totale autonomia. I tech device non saranno più accessori esterni, bensì faranno parte del dna della casa, come un tavolo, una sedia, una tenda, ne fanno parte oggi.