Nella Legge di Stabilità presentata nei giorni scorsi dall’Esecutivo, oltre alla proroga di un anno dei bonus fiscali per le ristrutturazioni edilizie, la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza sismica, con le stesse aliquote di detrazione, è contenuta anche una sostanziale modifica della percentuale della ritenuta d’acconto sui bonifici bancari a carico degli operatori dell’edilizia: il raddoppio dall’attuale 4% all’8%. La ritenuta d’acconto sui bonifici bancari effettuati per i lavori per i quali in seguito il contribuente avrebbe richiesto la detrazioni fiscale (50% per le ristrutturazioni, 65% per la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza sismica) era stata introdotta con due motivazioni sostanziali: fare cassa con entrate immediate e introdurre un monitoraggio oggettivo delle entrate delle imprese operanti nell’edilizia derivanti dai bonus edilizia.
Nel 2010 Uncsaal, insieme all’intero settore delle costruzioni, condusse una battaglia per ottenere la riduzione della ritenuta d’acconto dal 10% (fissato dal Governo Berlusconi) a una percentuale sostenibile dagli operatori dell’edilizia. Questa impostazione fu accettata e la percentuale fu ridotta al 4%, percentuale attualmente ancora in vigore. Il prelievo del 10% significava un insostenibile drenaggio di liquidità e il sostanziale congelamento dell’intera redditività operativa per tutti gli operatori dell’edilizia che operano sui fronti del risparmio energetico e delle ristrutturazioni edilizie. Secondo Unicmi il raddoppio dell’aliquota della ritenuta d’acconto rischia di essere insostenibile dalla maggioranza degli operatori.