Anche le strade soffrono il caldo. Per allentare l’azione aggressiva della temperatura basta scegliere una pavimentazione che possa rinfrescare la propria superficie, come un calcestruzzo «cool». Per comprendere le conseguenze dell’ondata di afa che ha investito l’Italia in questi giorni basta volgere lo sguardo a terra. A fine giugno, (riportava il quotidiano il Messaggero), sui marciapiedi di Roma l’asfalto si è sciolto riempiendo i lati delle strade e la «colata» ha addirittura coperto i tombini. Si tratta di un fenomeno microclimatico diffuso nei centri urbani legato all’effetto che prende il nome di «isola di calore urbana (UHI)».
L’innalzamento della temperatura in corrispondenza delle aree metropolitane è dovuto alle caratteristiche termiche e «radiative» delle superfici più scure, che assorbono calore e non permettono adeguata traspirazione ed evaporazione del terreno. Tutta colpa della carenza di aree verdi e dell’eccessivo utilizzo di pavimentazioni scure in asfalto? In un certo senso sì e su questo punto gli esperti sono tutti concordi. Per questo università, centri di ricerca e, soprattutto, aziende produttrici di materiali edili stanno lavorando per offrire soluzioni sempre più ampie, efficaci, ed ecosostenibili. In altre parole, il mondo delle costruzioni ha messo a profitto la propria ricerca ed esperienza per tracciare nuove «strade» che hanno come destinazione comune l’applicazione di materiali chiari, «cool», ovvero freschi. Si tratta di calcestruzzi che, con le prestazioni applicative consolidate, combinano superfici a elevato potere riflettente, più fresche, che possano contrastare le isole di calore».
Dai propositi si è passati agli studi sperimentali, a cominciare dalle ricerche svolte da Italcementi, azienda leader in Italia nella produzione di materiali innovativi per il mondo delle costruzioni, sul proprio calcestruzzo drenante i.idro DRAIN e dalla sua caratterizzazione realizzata, in occasione del lancio sul mercato del prodotto, insieme all’Unità Tecnica per l’Efficienza Energetica – Servizio Residenziale e Terziariodi Enea. «Enea ha effettuato una serie di prove di laboratorio su campioni di vari materiali. Nel 2012 sono stati testati alcuni campioni di riferimento in conglomerato bituminoso drenante – il comune asfalto stradale – e altri campioni di i.idro DRAIN bianco e grigio, sia tradizionali che nella versione TX Active, il principio attivo brevettato da Italcementi che contribuisce ad abbattere lo smog nei centri urbani. Le misure e le successive elaborazioni sono state condotte con apparati sperimentali avanzati conformi alle normative ASTM E903, ISO 9050 ed EN 410. La collaborazione con il Centro Ricerche Enea prosegue oggi nell’ambito del progetto triennale COOL IT, finanziato a valere sul Fondo per la Ricerca di Sistema Elettrico – spiega la responsabile scientifica della ricerca in Italcementi, Claudia Capone – incentrato sullo sviluppo di calcestruzzi cool per le moderne aree urbane. Nel quadro della caratterizzazione delle prestazioni del calcestruzzo i.idro DRAIN, è stata determinata la riflettanza solare (SR), definita come rapporto tra la radiazione riflessa rispetto a quella solare incidente. Un materiale con una superficie ad elevata SR evita di assorbire e accumulare calore e mantiene bassa la propria temperatura superficiale rispetto a superfici più scure con più bassa SR».
I risultati della ricerca Enea
La tabella sotto riportata riassume i dati sperimentali ottenuti in laboratorio. Si può notare come l’asfalto abbia una bassissima riflettanza solare (SR): quasi tutta la radiazione solare viene assorbita dalla superficie e restituita sotto forma di calore. Il calcestruzzo, al contrario, anche nella versione grigia e priva del principio attivo TX Active,mostra maggiori valori di SR; la formulazione bianca TX Activeconsente prestazioni ulteriormente migliorate.
Materiale | SR (Riflettanza solare) |
Asfalto drenate nuovo | 0 |
Asfalto invecchiato | 6 |
i.idro DRAIN grigio | 29 |
i.idro DRAIN grigio TX Active | 33 |
i.idro DRAIN bianco | 63 |
i.idro DRAIN bianco TX Active | 65 |
Tali misure in laboratorio condotte con il partner Enea hanno evidenziato la possibilità che una pavimentazione i.idro DRAIN, appena posata e quindi in situazioni ottimali, possa raggiungere, in condizioni che simulano irraggiamento spinto in climi caldi e in zone maggiormente esposte, temperature fino a 20-30°C inferiori a quelle in asfalto altrettanto giovane.
«Dopo i test in laboratorio siamo passati aitest sul campo, condotti su applicazioni in scala reale, e hanno confermato che una pavimentazione in calcestruzzo drenante cool ha una temperatura superficiale di almeno di 10 -15 °C inferiore rispetto ad una pavimentazione in asfalto – spiega Claudia Capone. Su questa base, una delle prestazioni più interessanti di i.idro DRAIN, che sta riscuotendo sempre maggiori consensi da parte dei progettisti, è proprio la capacità di mitigazione dell’effetto “isola di calore urbana”. Questa caratteristica, tipica delle superfici ad elevata riflettanza solare, che Italcementi propone con i propri calcestruzzi cool, si può definire in termini tecnici di elevato “Effetto Albedo” e trova perfetta applicazione sulle superfici in calcestruzzo di aree fortemente urbanizzate e surriscaldate».
Ma da dove nasce l’esigenza di una ricerca sui materiali coolper pavimentazioni continue? «Tutto è nato dalla costante attenzione di Italcementi ai temi della innovazione e della sostenibilità ambientale e sociale – prosegue l’ing. Capone. La ricerca di soluzioni smarte sostenibili è una delle nostre priorità». D’altra parte, l’impatto che le odierne aree urbane hanno sui cambiamenti climatici in atto e viceversa è un tema di scottante attualità. Le città del futuro richiedono soluzioni ed azioni di mitigazione e/o compensazione dell’innalzamento della temperatura locale e globale, di cui i gas-serra sono tra le principali cause. Il riscaldamento globale (GW) è da contenere almeno entro i 2°C entro il 2030, secondo l’ultimo accordo della conferenza sul clima di Parigi COP21. Nelle città, il GW si associa all’’effetto «isola di calore urbana UHI» con temperature che, di media, negli ambienti cittadini sono superiori di almeno 10°C rispetto alle aree rurali circostanti. «Questo è lo scenario che stiamo osservando – aggiunge Capone -Tra gli altri effetti, il global warminge le isole di calore urbane hanno conseguenze indesiderate sul ridotto comfort degli spazi urbani aperti e sull’aumento dei consumi energetici per raffrescamento indoor di edifici con medio-basso livello di isolamento termico».