Un recente studio sulla possibilità di ridurre i costi attraverso l’efficienza energetica condotto da Ecofys, società di consulenza specializzata in ricerche nel campo dell’energia e dell’ambiente, giunge alla conclusione che l’UE potrebbe risparmiare tra gli 80 e i 153 miliardi di investimenti nelle reti elettriche entro il 2050, se venissero effettuati in tutta l’area consistenti lavori di ristrutturazione degli edifici. Infatti, grazie alla riqualificazione energetica la domanda di elettricità e i picchi di carico potrebbero diminuire di circa 57 gigawatt, un volume equivalente alla produzione totale di elettricità dei Paesi Bassi e Austria. E il rapporto, che è il primo studio incentrato sui benefici che la riduzione dei consumi potrebbe avere sul sistema elettrico, sottolinea che proprio l’aspetto delle prestazioni energetiche degli edifici dovrebbe essere considerato nella valutazione economica dello sviluppo delle infrastrutture.
Il problema è che l’Unione Europea per raggiungere i propri obiettivi di Co2 (una riduzione dall’80 al 95% di carbonio), dovrebbe convertire buona parte dei sistemi di riscaldamento esistenti che si basano sui combustibili fossili e passare all’elettricità, per poi trasformarla in calore. E ciò comporterebbe investimenti di miliardi di euro per aumentare l’efficienza della rete in modo che possa far fronte all’aumento della domanda ed evitare blackout. Costi che potrebbero essere compensati dalla riqualificazione sistematica sostiene l’Associazione europea dei produttori di materiali isolanti (Eurima).
Secondo i ricercatori, la ristrutturazione edilizia offrirebbe quella flessibilità necessaria alla rete nelle ore di punta: cala la domanda, si abbassa il picco di carico e di conseguenza anche gli investimenti di adeguamento delle infrastrutture. Non solo, immobili più efficienti sono in grado di mantenere le temperature stabili più a lungo, anche con il riscaldamento spento, e questo farebbe risparmiare altri dodici gigawatt.
Con il suo Piano d’Azione per l’Efficienza Energetica (Pae), la Commissione intende creare 2 milioni di posti di lavoro, aumentare la competitività industriale e di ottenere potenziali risparmi di mille euro per famiglia europea. E per fortuna, i vantaggi della ristrutturazione edilizia in Europa sono sempre più compresi e apprezzati, peccato che gli investimenti siano meno della metà del fabbisogno reale: per raggiungere gli obiettivi per il 2050 andrebbero aumentati di cinque volte, visto che la stessa Commissione stima come inefficienti il 75% di tutti gli edifici. Per questo spinge le singole nazioni a prendere provvedimenti, considerando la riqualificazione come un pilastro importante della strategia UE sui cambiamenti climatici.
La relazione ha un tempismo perfetto con Cop21, la Conferenza della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, che si terrà a Parigi dal prossimo 30 novembre all’11 dicembre. Ed entro febbraio 2016 la Commissione Europea per l’efficienza energetica preparerà una direttiva con le linee guida in materia di efficienza energetica e di rendimento energetico degli edifici.