La “bomba” derivati

Contro un Pil mondiale stimato in circa 70mila miliardi di dollari, la massa complessiva dei derivati ha raggiunto nel 2012, l’impressionante cifra di 639mila miliardi di dollari, 9 volte la ricchezza prodotta nel mondo intero. Questa considerazione nasce da una riflessione sulla attuale crisi che ha colpito Cipro e che ha fatto riemergere vecchie paure circa la grande fragilità che caratterizza l’andamento dei mercati soprattutto in merito ai cosiddetti titoli “derivati”. Ora, sembra che Stati Uniti ed Europa abbiano deciso di fare qualcosa per la trasparenza che riguarda questi titoli che, come ha dichiarato Warren Buffet, uno degli uomini più importanti della finanza mondiale, ha definito “autentiche armi di distruzione di massa” in quanto destabilizzanti per l’economia globale”. In America l’inchiesta parlamentare dovrebbe produrre un nuovo codice di regole “ad hoc” ma questo pare poco probabile in quanto il condizionamento delle grandi banche sulle scelte degli uomini del congresso di Washington è di straordinaria potenza. In Europa si è fatto qualche passo in più, ma la sensazione è che le autorità europee si muovano con cautela temendo che regole più strette possano anticipare una esplosione devastante.

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