L’88% dei professionisti sceglie il sistema a cappotto per la riqualificazione energetica

Sistema a cappotto

Un sondaggio promosso dall’associazione Cortexa tra 700 specialisti della riqualificazione energetica, conferma il ruolo di primo piano del sistema a cappotto e della coibentazione dell’involucro. Ma anche problemi da superare.

Il green è un traguardo necessario per l’edilizia. E se il superbonus è andato in pensione, gli incentivi fiscali no, seppure ridimensionati. La legge di Bilancio 2025 prevede ancora la possibilità di detrarre il 50% della spesa: per chi vuole ridurre il consumo energetico della propria abitazione la notizia è positiva.

Quindi, dato che il sistema a cappotto termico è il sistema più utilizzato per ottenere questo risultato, è interessante scoprire i risultati dell’indagine tra i progettisti promossa dal Centro Studi Cortexa che ha interrogato 700 professionisti. Obiettivo: comprendere prospettive, aspettative e bisogni della categoria per rendere la sostenibilità in edilizia realtà.

L’indagine si innesta in un più ampio progetto di Cortexa, Etics for -55%, finalizzato a rendere sempre più tangibile il contributo del sistema a cappotto per la sostenibilità in edilizia.

«Dall’indagine emerge un cambiamento profondo e positivo nella percezione del ruolo della qualità dei sistemi da costruzione, della loro corretta progettazione e posa in opera», commenta Stefano Deri, Presidente di Cortexa.

Il panel

Il 90% dei partecipanti interrogati dal centro studi dell’associazione sono provenienti per lo più dal Nord Italia (66%).

Sono ingegneri, architetti e geometri che hanno maturato una significativa esperienza in interventi di riqualificazione energetica degli edifici, con il coinvolgimento del sistema a cappotto.

Più del 40% dei partecipanti ha realizzato oltre dieci interventi di questo tipo. I principali interventi di riqualificazione energetica riguardano gli edifici residenziali esistenti: il 55% degli intervistati si è occupato della riqualificazione di abitazioni indipendenti e il 27% di condomini.

Sistema a cappotto

L’indagine ha esplorato anche il mondo dei committenti, mediante il punto di vista dei progettisti. Risultato: per il 72% la disponibilità di incentivi fiscali è determinante affinché i committenti procedano con gli interventi di riqualificazione.

La mancanza di incentivi influisce moltissimo sulla decisione di riqualificare nel Centro Italia (73%), Isole (70%) e Sud Italia (59%). Ma meno al Nord.

Ancora: oltre il 60% dei committenti è scarsamente informato sulla direttiva europea Case Green, mentre oltre il 30% non ne sa proprio nulla. Il 70% dei progettisti ritiene, invece, che i committenti siano ben informati sugli incentivi fiscali in vigore.

La misura di risparmio energetico dell’edificio più proposta dai progettisti ai committenti è l’efficientamento dell’involucro edilizio mediante sistema a cappotto (88,15%): il concetto è che senza prima rendere efficiente l’involucro non è sensato investire, per esempio, in fonti alternative di energia. L’unica energia realmente sostenibile è quella risparmiata.

Il sistema a cappotto è scelto dai committenti prevalentemente per migliorare il comfort della propria abitazione (30% delle risposte) con una differenza rispetto a quanto era emerso in un precedente sondaggio Cortexa del 2022, in base al quale il cappotto era scelto prevalentemente per raggiungere i requisiti di accesso agli incentivi fiscali o per ridurre i costi in bolletta.

L’aumento delle temperature negli ultimi anni ha evidenziato l’esigenza di proteggere le abitazioni anche dal caldo, per ottenere comfort abitativo senza un incremento drastico dei costi per il raffrescamento.

Nel sondaggio 2024 questo dato è particolarmente rilevante al Sud, nelle Isole e al Centro (rispettivamente 38%, 36% e 30%) rispetto al Nord (28%), dove la motivazione di scelta principale è il risparmio in bolletta.

Le pareti di un edificio isolate con il sistema a cappotto acquisiscono un’elevata capacità termica, che consente di mantenere stabile la temperatura interna, riducendo il fabbisogno di raffreddamento degli edifici in estate e nei climi caldi.

Handicap costi

La principale obiezione del committente nella scelta di questo tipo di coibentazione, secondo il progettista, è il costo elevato (44%): secondo Cortexa si tratta di una percezione errata.

Secondo i dati ufficiali di Enea relativi agli interventi incentivati con ecobonus, la coibentazione dell’involucro dell’edificio è la misura più efficace: garantisce un elevatissimo risparmio energetico al più basso costo per kW/h di energia risparmiata.

Dati relativi agli interventi finanziari con Ecobonus. Fonte: Rapporto ENEA 2022 sulle detrazioni fiscali per l’efficienza energetica (dati 2021)
Dati relativi agli interventi finanziari con Ecobonus. Fonte: Rapporto ENEA 2022 sulle detrazioni fiscali per l’efficienza energetica (dati 2021)

Tuttavia, per via della complessità dell’intervento in facciata, la coibentazione dell’involucro è meno praticata ed è meritevole, per essere praticata su larga scala, di un supporto fiscale adeguato.

Altri dati: oltre il 70% dei progettisti si dichiara poco informato sui contenuti della direttiva europea Ebpd, comunemente detta Case Green, che viene ritenuta importante dal 71% e fondamentale dal 20% dei professionisti per migliorare la sostenibilità del patrimonio immobiliare.

I progettisti ravvisano nella mancanza di incentivi a lungo termine (80%) e di imprese formate, esperte e certificate (45%) i maggiori ostacoli all’implementazione della direttiva europea sull’efficienza e prestazione energetica degli edifici.

Per il 76% dei progettisti il sistema a cappotto è determinante per raggiungere gli obiettivi previsti dalla direttiva europea Case Green, in quanto è la misura chiave per ridurre gli sprechi di energia dell’edificio.

Tuttavia, il 73% dichiara che non è sufficiente scegliere un cappotto qualunque, bensì un sistema dotato di tutte le certificazioni necessarie, come raccomandato da Cortexa sin dal 2007: kit fornito da un unico produttore, dotato di Eta e marcatura Ce, progettato e posato a regola d’arte.

Certificazione CasaClima

Sempre secondo il sondaggio, il 70% dei progettisti ritiene la certificazione CasaClima il principale protocollo che determina la sostenibilità di un edificio. Cortexa considera anche in questa informazione una significativa evoluzione del mercato.

Il protocollo CasaClima è quello che più di tutti si occupa di garantire non solo la corretta scelta e progettazione del sistema a cappotto, bensì ne verifica anche la corretta esecuzione.

Vale a dire che gli attori della filiera edile stanno chiedendo certezze e qualità per tutto il processo di progettazione, costruzione e riqualificazione.

Ancora: il 41% dei progettisti richiede un supporto formativo e consulenziale sulla progettazione del sistema a cappotto da parte dei produttori, a sottolineare ulteriormente l’esigenza di essere messi nelle condizioni di progettare ed eseguire lavori a regola d’arte.

Per il 54% è fondamentale avere più chiarezza sulle soluzioni incentivabili che consentono un reale risparmio energetico.

Questo dato è molto importante e fa riferimento a tutti i materiali edili che si propongono come isolanti, ma non lo sono: questi materiali «miracolosi», sempre secondo Cortexa, non sono una reale alternativa all’isolamento termico con cappotto e, in virtù delle loro scarse prestazioni, non dovrebbero rientrare negli interventi che beneficiano degli incentivi fiscali.

Pochi tecnici

Altri risultati del sondaggio: il 57% dei progettisti vorrebbe potere accedere a liste di imprese esperte e formate. Attualmente, i posatori di sistemi a cappotto con competenze volontariamente certificate secondo la norma Uni 11716 sono circa 6 mila (-33% rispetto a giugno 2022).

Questo calo è legato alla riduzione degli incentivi fiscali e non lascia ben sperare sulla qualità di una eventuale massiccia ripartenza degli interventi di riqualificazione legati alla direttiva Case Green.

Per l’85% dei progettisti i committenti interpretano la sostenibilità in edilizia come la riduzione dei consumi energetici degli edifici.

Ancora una volta, il dato conferma che è passato il concetto chiave di efficientamento: inutile investire su qualsiasi altra misura, se prima non vengono eliminati gli sprechi di energia degli edifici.

«I progettisti chiedono certificazioni ufficiali dei sistemi, imprese dalle competenze certificate, l’identificazione da parte del Governo delle priorità anche nella scelta di incentivare esclusivamente soluzioni in grado di fornire un contributo certo alla riduzione di consumi ed emissioni, quale il sistema a cappotto», conclude Deri.

«Noi lavoriamo dal 2007 alla diffusione di una cultura del costruire sostenibile e delle riqualificazioni integrate, dove il sistema a cappotto gioca un ruolo chiave, in quanto in grado di eliminare e prevenire i principali sprechi di energia dell’edificio.

Come Cortexa abbiamo fortemente voluto e collaborato allo sviluppo delle norme Uni/Tr 11715 per la progettazione e posa, interamente basata sul Manuale Cortexa, e Uni 11716 per la certificazione delle competenze dei posatori di cappotto.

Dal 2007 promuoviamo il sistema a cappotto di qualità, fornito come kit da un unico produttore, dotato di Eta e marcatura Ce.

Perché la direttiva Case Green diventi realtà e porti dei benefici reali ai cittadini e allo Stato, chiediamo, assieme ai progettisti, qualità e rigore: che le norme per la progettazione e la posa, la certificazione delle competenze e il sistema a cappotto certificato come kit diventino requisiti indispensabili per accedere agli incentivi fiscali».

di Alessandro Bonvicino

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