Gli italiani non sanno come risparmiare sulla bolletta, anche se si rendono conto che è necessario. Secondo l’indagine condotta dall’ente di certificazione Dnv GL – Business Assurance, in collaborazione con l’Istituto Gfk Eurisko su 1.557 professionisti di diversi settori in Europa, America e Asia, l’attenzione degli italiani per questo aspetto è molto alta, soprattutto in materia di riduzione dei costi e dei consumi, ma manca ancora un approccio coerente.
I professionisti intervistati considerano che possa l’efficienza energetica possa avere un impatto sulla propria vita quotidiana (85%; + 8% vs media), sul proprio Paese (89%; +8%) e sulla società nel suo complesso (92%; +13%) in misura superiore alla media. Tuttavia, in linea con quanto avviene nel resto del mondo, anche le aziende italiane stanno impegnando risorse per l’efficienza energetica con un approccio tutt’altro che strutturato. Solo il 43% adotta strategie ad hoc e il 38% si pone obiettivi misurabili (-14% e -17% vs media).
Rispetto ai colleghi degli altri Paesi, inoltre, sono ancora meno gli italiani che affrontano le questioni di efficienza energetica prendendo in considerazione tutti i livelli organizzativi aziendali. Il 31% fissa obiettivi generici (- 6% vs media) mentre sono esigui i numeri di chi si pone obiettivi a livello di funzione (8%; -14%), di area (%; -10%) o di equipaggiamento (2%; -8%).
Risultato: le iniziative intraprese dalle società italiane, in linea con la tendenza globale, sono principalmente finalizzate al contenimento dei costi nel breve periodo. Gli investimenti per dotarsi di dispositivi più efficienti (42%) o per ridurre il consumo e i costi dell’energia (40%) sono le attività più comuni. Ma solo il 14% redige piani di energy management e, nonostante il focus sulla riduzione dei consumi, solo il 9% investe in attività per tracciare il dispendio energetico. Non sorprende che solo 1 azienda su 3 sappia quantificare i risparmi ottenuti dalle iniziative.