Niente chiusura degli stabilimenti di Monselice (Padova) e Scafa (Pescara) da parte del gruppo Italcementi: a Roma è stata infatti raggiunta un’intesa con i sindacati. In base all’accordo, nulla cambia in base a quello ratificato al ministero del Lavoro nel gennaio scorso. Nel piano, quindi sono inclusi anche i due stabilimenti a rischio di chiusura, con una redistribuzione del numero dei lavoratori in Cassa straordinaria in ciascun territorio, mantenendo comunque il numero massimo di 669 unità. A Bergamo è previsto, inoltre, un abbassamento da 200 a 190 lavoratori in Cassa, come soglia massima in sospensione temporanea. L’azienda si è impegnata inoltre a trovare, per i siti di Monselice e Scafa soluzioni alternative alla chiusura per salvaguardare il più possibile i livelli occupazionali. L’azienda attiverà la deroga sulla durata della Cassa straordinaria e valuterà la possibilità di una proroga dell’ammortizzatore sociale per altri due anni (12+12 mesi), dopo il 31 gennaio 2015 quando andrebbe in scadenza.
Dal 2014, poi, il rimborso per le spese sanitarie e formative destinate al nucleo familiare passerà dagli attuali 1000 euro (per i lavoratori sospesi almeno 6 mesi) ai 1500 euro per i lavoratori sospesi per almeno 10 mesi e ai 2000 euro per quelli sospesi almeno 12 mesi anche non in maniera continuativa.