Siamo circondati da un mondo di colori luminosi e riflessi metallici: l’iridescenza delle bolle di sapone o l’arcobaleno in cielo dopo la pioggia, le tonalità brillanti che la natura ha dato agli animali e agli insetti come scudo protettivo per camuffarsi tra la vegetazione. Solo di recente l’industria a imparato a riprodurre gli effetti metallici dello scarabeo o di alcune tipologie di foglie o ancora dei bagliori delle ali della farfalla Morpho. Ma il campo di applicazione è limitato perché sebbene riesca a sfruttare fenomeni fisici come l’interferenza e la diffrazione della luce, lo fa su una contenuta gamma di supporti.
Uno di questi sono le nanostrutture, ossia degli strati materiali ultra sottili e trasparenti, in grado di riflettere la luce sia dal lato inferiore e il lato superiore della superficie e interferire tra loro. Ecco dunque il fenomeno dell’interferenza, appunto, che esalta alcuni colori a dispetto di altri. La selezione dipende dallo spessore del materiale: più lo strato è sottile vicino alla fine dello spettro visibile, ossia al blu, più il colore emergerà. Strati di questo tipo possono essere riprodotti su scala industriale su superfici metalliche come le piastrelle e altri materiali da costruzione. I colori vivaci creati con questa tecnica, non solo assomigliano alla tonalità metallica e brillante che si trova in natura, ma sono spesso più duraturi e resistenti. Un buon esempio si trova negli strati di cromo-ossido applicati all’acciaio inossidabile: sono molto resistenti ed è assai difficile che sbiadiscano con il tempo.
Una ricerca condotta dalla Università di Sheffield indica che si possono ottenere tutti i colori dello spettro anche sui polimeri sottili variando le proporzioni dei due componenti. Infatti, hanno scoperto che nella nanostruttura degli schermi a cristalli liquidi colesterici, ossia i display dei computer per intendersi, le fibre birifrangenti microscopiche sono disposte in strutture a spirale e innescano il meccanismo dell’interferenza. Ma la riflessione generata è anche iridescente e a seconda dell’angolo di osservazione il colore si altera. La ricerca è ancora a livello di laboratorio, ma se confermata dalle successive prove, si potrà passare allo sviluppo per applicazioni industriali.