Non è un guanto digitale, ma ci assomiglia: Happaratus servirà a potenziare i lavori manuali, come quelli nei cantieri. Insomma, una mano da Robocop. Con il suo meccanismo di cavi e cuscinetti usa il principio del trapano e della fresa e lo adatta alle funzionalità della mano per potenziarne le capacità di lavoro. Infatti, sulle punte del guanto, ossia pollice, indice e medio sono montati dei cuscinetti abrasivi che, grazie a un motore idraulico, oscillano in direzioni opposte per intagliare, levigare o smussare il materiale accarezzato dalle dita. I movimenti sono alimentati da un motore idraulico montato sul dorso della mano e collegato a una sorta di scatola del cambio posizionata vicino alle dita: basta ruotare la piccola manopola sul lato della scatola per controllare la velocità di oscillazione delle estremità abrasive, connesse al motore da un filo. Come accade anche nei più comuni utensili, si tratta di elementi intercambiabili a seconda della superficie su cui lavorare, per ora sono di tre tipi: legno, cemento e intonaco o gesso. Ovviamente il punto forte è la sensazione tattile, la conseguente possibilità di lavorare la materia con estrema precisione e creare geometrie molto complesse in un flusso di lavoro senza interruzioni. Il punto debole, per ora, è che si tratta di prototipo e non ancora di un prodotto, sebbene abbia suscitato molto interesse e sia sotto richiesta di brevetto. Infatti, è una tesi post laurea in Innovation Design Engineering progettata da Morten Grønning Nielsen al Royal College of Art di Londra, l’unica università al mondo interamente dedicata ai master.